Giornale di Sicilia
Musumeci incontra i sindaci
Il governo ascolterà i primi cittadini di Sciacca e Licata
Al vertice anche il capo del Genio Civile, Duilio Alongi
Gli interventi per la sistemazione idraulica e contro il dissesto idrogeologico a Sciacca e Licata, che la Regione Siciliana dovrà adottare, a seguito dei danni causati dal maltempo nelle ultime settimane, saranno al centro di due apposite riunioni, presiedute dal governatore Nello Musumeci, che si terranno domani pomeriggio a Palazzo d'Orleans. Domani vertice con Musumeci Oltre ai primi cittadini dei due Comuni agrigentini, Francesca Valenti e Giuseppe Galanti, parteciperanno il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, il dirigente generale del Dipartimento tecnico della Regione Salvatore Lizzio, il segretario generale dell'Autorità di bacino Salvo Cocina, il responsabile dell'Ufficio contro il dissesto idrogeologico Maurizio Croce e l'ingegnere capo del Genio civile di Agrigento Duilio Alongi. A Ribera sospesa Imu agricola Su iniziativa dei rappresentanti locali del circolo cittadino della Lega, c'è stata anche a Ribera la presenza, in municipio, del sottosegretario del Ministero dell'Interno, senatore Stefano Candiani, per affrontare la problematica relativa ai danni causati dal nubifragio. Il sindaco, Carmelo Pace, ha comunicato ai presenti che in settimana adotterà una delibera di sospensione della rata a saldo dell'Imu agricola con giudiscadenza dicembre 2018. Il mancato introito della sospensione delle rate inciderebbe sia sugli equilibri di bilancio che sul rispetto del patto di stabilità, pertanto, è stato sottolineato al senatore Candiani, da parte di Pace, che tale decisione si rivelerà esenzione «solamente se il Ministero dell'Economia e Finanze rimborserà al Comune, entro e non oltre il 16 gennaio 2019, la somma in questione». Danni alle Terme di Montevago A Montevago l'alluvione che ha distrutto le terme «Acqua Pia», simbolo del paese, portando via la serenità di quattro dipendenti che sono stati licenziati. E adesso la struttura è a rischio chiusura. La forte pioggia della settimana scorsa, dopo aver rotto gli argini del fiume Belice, facendo arrivare nella struttura, dove c'erano 15 persone, una valanga di fango e acqua che ha distrutto tutto quello che ha trovato davanti, adesso trascina nello sconforto i dieci dipendenti che vi lavorano. I danni sono incalcolabili: la fonte termale è oggi invasa dal fango, le cucine e gli al oggi sono allagati. «Una manutenzione del fiume avrebbe potuto limitare i danni, ma dopo anni di richieste alla Regione, questi erano stati avviati solo la scorsa settimana" » dice la proprietà che chiede alle istituzioni un aiuto concreto. «Quaranta persone lavorano nella struttura nel periodo estivo, ma da soli adesso non ce la facciamo. Rischiamo di chiudere», spiega il proprietario, Pietro Giuffrida. Elettrodomestici fuori uso Non c'è casa della zona di Lido Fiori invasa dal fango dove non sono andati fuori uso gli elettrodomestici. Molti li hanno piazzati davanti alla porta delle villette invase dal fango in attesa di smaltirli. Anche il sindaco, Marilena Mauceri, ha potuto verificare questa situazione nel sopralluogo che ha effettuato a Lido Fiori già nelle ore successive al nubifragio. Danni a Campobello di Licata A Campobello gli uffici del Comunesono stati danneggiati così come alcune abitazioni in particolare nella zona a sud-ovest del centro abitato. «Ancora bloccata la rete telefonica - si legge nel sito istituzionale - malgrado il celere intervento da parte dei tecnici.
Consorzio universitario
Tra emigrazione ed immigrazione
"La provincia di Agrigento tra emigrazione ed immigrazione" è il tema dell'incontro-dibattito in programma oggi alle 10 nell'aula magna "Luca Crescente " del Consorzio universitario di Agrigento. A promuoverlo è il presidente Pietro Busetta (nella foto), in collaborazione col dirigente del Cpia di Agrigento Santino Lo Presti. Interverranno, tra gli altri, Claudio Barone, segretario generale regionale Uil. Maurizio Caserta, ordinario di Economia dell'Università di Catania; Maurizio Auriemma, Questore di Agrigento; Mariella Guidotti, Fondazione Migrantes; Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa; Lucio Melazzo, presidente del Polo territoriale didattico di Agrigento. Modera il convegno il giornalista Cesare Sciabarrà. (*ACAS*)
LA SICILIA
TURISMO
Si avvicinano gli Stati generali (g.c.)
Si avvicinano gli "Stati Generali del Turismo di Licata". L'appuntamento è per domenica all'interno dell'Aula Capitolare del Carmine. «L'iniziativa - si legge in una nota - è di Cna, Cna Turismo, Fipe Confcommercio e Sib i quali hanno deciso di unire le forze per riunire tutti gli attori che operano nel settore e impegnarli nella realizzazione di un Piano Strategico che tracci le linee di sviluppo del settore». Abbiamo sentito alcuni degli organizzatori. «Intendiamo con questo - dice Giuseppe Patti di Cna Turismo - avviare un'analisi approfondita della situazione attuale per delineare una strategia di azione volta a qualificare la città e posizionarla tra le principali destinazioni turistiche della Regione». «Nel massimo storico di presenze turistiche in città, di aumento imprese di accoglienza, ricezione e di intrattenimento e servizi da parte degli operatori dichiara Giovanni Morello di Fipe Confcommercio - pare quanto mai necessario definire una strategia che valorizzi gli asset tradizionali del turismo e puntare su altri asset, fino ad ora poco conosciuti e sfruttati». «Per far ciò gli "Stati Generali del Turismo" dichiara Angelo Biondi di Sib, Sindacato balneari- rappresenteranno un momento di confronto e un lavoro di ascolto degli operatori turistici e dei principali stakeholders».RISORSE IDRICHE. Troppe però le incertezze, anche a causa della scarsa collaborazione dei comuni "ribelli".
ATI, COMPLETATO IL CENSIMENTO
L'obiettivo è di valutare la possibilità di affrancarsi dall'acquisto da Sicilia Acque. GIOACCHINO SCHICCHI
Censimento delle risorse idriche, l'Ati ha finito la propria attività di monitoraggio, ma scarsa è stata la collaborazione anche da parte dei comuni "ribelli".Era fine luglio quando vi raccontavamo che l'Assemblea territoriale idrica aveva predisposto un progetto con proprio personale per dare seguito a quello che fu un indirizzo dei sindaci risalente al 2017, ovvero realizzare un censimento delle risorse esistenti "nel rispetto della sostenibilità, solidarietà, trasparenza ed equità sociale secondo criteri di efficienza, di efficacia ed economicità". L'obiettivo è soprattutto uno: valutare la possibilità di affrancarsi anche solo in parte dall'acquisto di acqua all'ingrosso da Sicilia Acque per ridurre latariffa e anche in prospettiva, verificare i presupposti per una gestione in house.In due mesi di lavoro i tecnici Ati hanno percorso la provincia, andando soprattutto dove c'è l'acqua, ovvero in larga parte i territori dei comuni "ribelli". Sorgenti e pozzi - alcuni sfruttati anche dal sovrambito - che sono a volte risultati sottoutilizzati, o bisognosi di interventi manutentivi per aumentare la resa degli stessi. Alla fine, comunque, si è riusciti ad ottenere poco più che un'idea generale e superficiale, anche a causa della scarsa collaborazione. Nei fatti, nessuno vuole cedere un solo litro. Né Siciliacque né tantomeno i comuni ribelli", che pare non abbiano voluto collaborare particolarmente con l'Ati: spesso ci spiegano dall'Ambito, e stato difficile anche ottenere informazioni in tal senso. Per questo si vedrà nella fase 2 di realizzare uno studio più approfondito da un punto di vista tecnico con pareri terzi commissionati dall'Ati, dato che quelli oggi esistenti sono in contrasto tra loro.La cosa più difficile resta comunque far sedere tutti intorno ad un tavolo, anche se sembrava che quantomeno tra Comuni ci si stesse muovendo in modo corale. E questo nonostante, dicono dall'Ati, ai centri "ribelli" mancherebbero anche le autorizzazioni a prelevare l'acqua. I municipi infatti hanno trattenuto le opere acquedottistiche e fognarie, ma le sorgenti e i pozzi rimangono di proprietà regionale. La domanda è: con che autorizzazioni prelevano se la gestione in house è sostanzialmente una scelta di forza mai riconosciuta formalmente dalla Regione?Intanto gli uffici sono impegnati a redigere la nuova tariffa, che, come annunciata, sarà in leggero ribasso così come fatto lo scorso anno. Probabili i ricorsi da parte di Girgenti Acque. dato che per tagliare sul costo si è andati ancora una volta a limare il fondo per investimenti.
Blogsicilia
Spesa fondi Ue, semplificazione burocratica e grandi opere: le sei proposte per rilanciare Sicilia
Sei proposte a palazzo d'Orleans. Riguardano: un nucleo di monitoraggio, coordinamento e controllo per accelerare la spesa, presso la presidenza della Regione. Dovrebbe essere presieduto dal governatore e composto dagli assessorati coinvolti e dalle parti sociali; un'agenzia regionale per la progettazione esecutiva che consenta il recupero dei ritardi degli uffici tecnici, pianificando la spesa a cadenza triennale. Ancora: un ddl semplificazione che snellisca procedure e tagli passaggi burocratici, per favorire gli insediamenti produttivi. Il governo regionale è sollecitato inoltre ad "attrezzarsi affinché, come previsto dal disegno di legge nazionale di bilancio, Liberi consorzi e Città metropolitane possano operare come stazioni appaltanti in luogo dei Comuni del loro territorio". In tema di Zes, al momento previste solo nei retroporti delle tre città metropolitane, per la Cisl "c'è bisogno che prima che tutto si fermi per la prossima campagna elettorale, ne sia disciplinata l'attività consentendo l'organizzazione effettiva di aree in grado di attrarre investimenti dall'esterno".
Cisl
Sicilia. Dalla Conferenza dei Servizi della Cisl, sei proposte per rilanciare la regione
Palermo 13 novembre 2018 - Un nucleo di monitoraggio, coordinamento e controllo che acceleri la spesa, presso la presidenza della Regione. Un'agenzia regionale per la progettazione esecutiva, che colmi il gap che grava sugli uffici tecnici di enti locali e Regione. Un ddl di semplificazione burocratica e amministrativa. Poi, l'accelerazione sulle Zes (le Zone economiche speciali), sugli enti di area vasta come stazioni appaltanti. E "la riappropriazione della cultura delle grandi opere capaci di creare sviluppo, a partire dal ponte sullo Stretto". Sono alcune delle proposte al governo della Regione emerse stamani nel corso della [ https://www.cislsicilia.it/wp-content/uploads/2018/11/Slide-Conferenza-regionale-servizi-Cisl.ppsx ]Conferenza regionale dei servizi Cisl, svoltasi a Palermo. All'assise hanno preso parte 300 tra rappresentanti di enti e associazioni promossi dal sindacato, e lo stato maggiore regionale e nazionale Cisl. Ad aprire i lavori Mimmo Milazzo, segretario generale regionale, a concluderli Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto nazionale. Tra i presenti Gigi Petteni, presidente nazionale dell'Inas Cisl. La conferenza ha anche dato il via alla costituzione, nelle cinque unioni territoriali del sindacato nell'Isola (Palermo-Trapani, Agrigento-Caltanissetta-Enna, Ragusa-Siracusa, Catania e Messina), di Sportelli lavoro con la mission di fornire assistenza e consulenza a chi l'occupazione la cerca. E a chi la perde. Faranno leva su un sistema informatico unico integrato con la rete dei servizi Cisl, e opereranno in regime di convenzione con le principali agenzie nazionali di recruitment. Ma è stato il nodo delle infrastrutture e della cosiddetta "insularità", il leit-motiv del dibattito che s'è sviluppato anche nel corso di un forum che ha preso spunto dal volume Il coccodrillo si è affogato. Mezzogiorno: cronache di un fallimento annunciato e di una possibile rinascita (Rubettino Ed). L'autore, Pietro Busetta statistico economico nell'università di Palermo, ha introdotto la discussione a cui hanno preso parte, assieme a Milazzo e Sbarra, gli assessori regionali Marco Falcone (Infrastrutture) e Gaetano Armao (Economia ma anche vicepresidente della Regione), e il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese. Marco Romano, vicedirettore responsabile del Giornale di Sicilia, ha moderato il confronto che si è aperto con parole di solidarietà nei confronti dei giornalisti, in piazza oggi in tutta Italia contro gli attacchi dei giorni scorsi e per difendere, con le parole di Milazzo, "il diritto-dovere di informare". Perché, ha rimarcato il segretario, "un Paese è tanto più democratico e libero quanto più la sua stampa è libera".
Servizi Cisl "in rete". Ma sono stati i servizi Cisl il cuore della Conferenza, assieme alle proposte del sindacato al governo della Regione in tema di infrastrutture. E non solo. Sul primo fronte, dopo le relazioni illustrate dai segretari regionali Sebastiano Cappuccio, Rosanna Laplaca e Giorgio Tessitore e a valle delle assemblee che nell'ultimo mese hanno coinvolto, nelle nove province dell'Isola, più di 1500 rappresentanti di enti e associazioni sindacali, è stata decisa l'istituzione della figura del coordinatore dei servizi territoriali che affiancherà un coordinatore regionale.
Spesa Ue col contagocce: 0,8%. Sul piano più programmatico e politico, il pacchetto di analisi e proposte ha preso le mosse dalla "convinzione del corto-circuito che s'è creato tra spesa di fondi ordinari. E di risorse aggiuntive". "Tra fondi strutturali e patto per il Sud - ha affermato Milazzo - la disponibilità di risorse di cui la Sicilia gode ammonta complessivamente a più di 11 miliardi, tra i 5,746 del patto e i 5,368 dei fondi". Ma al 31 ottobre la spesa effettiva dei fondi europei risultava ferma allo 0,8%, "più o meno 41 milioni". In pratica, "la Sicilia non riesce a spendere le poche risorse di cui dovrebbe avvalersi. E il punto è che quelle, che avrebbero dovuto essere risorse aggiuntive, sono in realtà le uniche a cui l'Isola può attingere. E se non si spendono quelle, sviluppo e lavoro resteranno sempre parole vuote".
Sei proposte a palazzo d'Orleans. Riguardano: un nucleo di monitoraggio, coordinamento e controllo per accelerare la spesa, presso la presidenza della Regione. Dovrebbe essere presieduto dal governatore e composto dagli assessorati coinvolti e dalle parti sociali; un'agenzia regionale per la progettazione esecutiva che consenta il recupero dei ritardi degli uffici tecnici, pianificando la spesa a cadenza triennale. Ancora: un ddl semplificazione che snellisca procedure e tagli passaggi burocratici, per favorire gli insediamenti produttivi. Il governo regionale è sollecitato inoltre ad "attrezzarsi affinché, come previsto dal disegno di legge nazionale di bilancio, Liberi consorzi e Città metropolitane possano operare come stazioni appaltanti in luogo dei Comuni del loro territorio". In tema di Zes, al momento previste solo nei retroporti delle tre città metropolitane, per la Cisl "c'è bisogno che prima che tutto si fermi per la prossima campagna elettorale, ne sia disciplinata l'attività consentendo l'organizzazione effettiva di aree in grado di attrarre investimenti dall'esterno". Sull'insularità, il sindacato ricorda quindi che il 4 febbraio 2016, con una risoluzione, il parlamento europeo riconobbe la speciale condizione della Sicilia e della Sardegna. Una svolta che apriva le porte "persino a misure di fiscalità compensativa per ridurre le particolari condizioni di disagio imposte dalla geografia". Ma quasi tre anni sono trascorsi durante i quali nulla più o meno è stato fatto. La Cisl anche su questo invoca l'accelerazione. Infrastrutture, opere pubbliche. E grandi opere. Con le parole di Milazzo, "fatta 100 la dotazione infrastrutturale dell'Ile de France, nel cuore di Parigi, la Sicilia si colloca al 207esimo posto della graduatoria europea". "Un gap enorme che la dice lunga sui ritardi e i fallimenti delle politiche fin qui seguite. E che obbliga a rimettere all'ordine del giorno il tema delle opere. E anche delle grandi opere". In questo senso, il ponte sullo Stretto consentirebbe il completamento del corridoio Berlino-Palermo creando le condizioni perché l'alta velocità non resti ferma a Napoli". Né per la Cisl, precisa il sindacato, può aver senso l'ostilità ideologica verso le grandi opere perché "con la storia della valutazione dei costi e benefici, si rallenta e di fatto si tira il freno a mano ipotecando le chance di ammodernamento, sviluppo e lavoro del territorio".
Il forum. Busetta. "La Sicilia ha utilizzato male l'Autonomia ed è rimasta indietro - ha esordito il professore presentando il suo volume - ma non è vero che sono state impiegate troppe risorse per il Sud. Né è vero che l'Autonomia è lo strumento migliore per favorire lo sviluppo del Sud. Perché le aree a sviluppo ritardato hanno bisogno di centralismo, non di autonomia". Del resto la Germania, ha continuato, per l'ex Ddr le sue regioni orientali, ha speso 20 volte di più di quanto l'Italia abbia speso per il Sud. Che così è rimasto al palo. "Nel Mezzogiorno come in Sicilia lavora una persona su quattro, in Emilia per esempio, una su due". È un problema di politica. Ma è anche un problema di classe dirigente. Albanese. "La più grande infrastruttura è la manutenzione ordinaria e straordinaria. Anche delle strade interne, abbandonate adesso al loro destino. E c'è un problema di riqualificazione. "Non vorrei sentir dire che: va bene, salteranno teste". Piuttosto, ha affermato il vicepresidente di Sicindustria, "vorrei sentire che è pronto un cronoprogramma con terapie, interventi, risorse, obiettivi". Per Albanese "c'è bisogno di un nuovo modello si sviluppo che consenta alle nostre imprese la competitività ad armi pari dentro a un'Europea economicamente e politicamente più integrata".
Falcone. "La carenza di infrastrutture è sicuramente il problema numero uno della Sicilia", il che equivale a dire, ha sostenuto l'assessore, che la classe politica ha fallito. Come anche quella imprenditoriale. "Noi la nostra parte vogliamo farla. E per questo nei prossimi 15 giorni definiremo il recupero della Siracusa-Gela, ferma dal 2017". Certo, la questione non si esaurisce qui. "La Nord-Sud, per esempio. È in una situazione che viene da piangere".
Armao. "Un nuovo centralismo?", si è chiesto Armao replicando a Busetta. "Sono lontano anni-luce da questa impostazione", ha sbottato. "E non solo perché penso a Sturzo per il quale 'solo i siciliani salveranno la Sicilia'. Anche alla luce della storia: l'Autonomia è arrivata dopo il fascismo che è stato il massimo del centralismo e ha lasciato la Sicilia alla fame". Per non dire dell'attuale legge nazionale di stabilità, ha aggiunto. "Col cosiddetto regionalismo differenziato, Lombardia, Veneto ed Emilia si stanno portando a casa lo Stato lasciando ai soldi che resteranno, gli eventuali interventi di perequazione".
Le conclusioni di Sbarra. L'obiettivo dello sviluppo, per il segretario generale aggiunto della Cisl, "richiede un cambio di mentalità sulle infrastrutture materiali. Si tratta di sbloccare le grandi opere e di rilanciare i piccoli e medi cantieri che generano crescita e fanno uscire dall'isolamento le aree interne. E ben venga anche una discussione seria sul ponte dello Stretto, senza pregiudizi e ideologismi ma con la consapevolezza di una grande opera che serve al Sud e anche al Paese". "In Sicilia - ha rimarcato - sono tante le arterie da completare, con lavori che durano in alcuni casi da più di vent'anni: la Ragusa-Catania, la Siracusa-Gela, la Agrigento-Caltanissetta, la Palermo-Agrigento. E c'è anche il problema delle ferrovie, con la tratta Palermo-Catania che aspetta da anni il raddoppio dei binari. Altro che alta velocità. Per non parlare della manutenzione del territorio e degli acquedotti. Il dramma di una Palermo lasciata senz'acqua per il riversamento di fango negli invasi dopo le alluvioni dei giorni scorsi, la dice lunga su anni di abbandono e di mancanza di progetti". E quanto alla manovra del governo Conte, "il Def - ha insistito il segretario aggiunto - latita clamorosamente mettendo il deficit quasi esclusivamente al sevizio di spese correnti e assistenziali. Né per risolvere la questione meridionale può bastare riservare un sussidio ai meno abbienti". Insomma, "serve una svolta che impone meno chiusure ideologiche e coraggiosi investimenti produttivi".