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rassegna stampa del 27 novembre 2018

Agrigentonotizie.it
Libero Consorzio, oggi la firma della convenzione con Microcredito

„ È prevista per questa mattina , martedì 27 novembre, alle 9.30,  nell'aula consiliare Giglia del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la cerimonia di presentazione e sottoscrizione dell'atto di impegno tra l'ex Provincia regionale e l'ente nazionale per il Microcredito.  
Alla cerimonia parteciperanno il commissario straordinario Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Alberto Girolamo Di Pisa ed il segretario/direttore generale, Caterina Maria Moricca, il presidente dell'ente nazionale per il Microcredito Mario Baccini, il responsabile dell'area sportelli, Roberto Marta, l'agente territoriale Sicilia Valentina Lupo ed il presidente dell'ordine dei dottori commercialisti di Agrigento, Paola Maria Giacalone. Ha confermato, inoltre, la partecipazione anche il prefetto di Agrigento, Dario Caputo. L'incontro è finalizzato  all'apertura di sette sportelli informativi nelle sedi Urp di Agrigento, Bivona Licata, Sciacca, Canicattì, Cammarata e Ribera dedicati ad informare i giovani interessati alla presentazione del progetto per l'ottenimento del microcredito.L'ente nazionale per il microcredito è un ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni in materia di microcredito e microfinanza, a livello nazionale ed internazionale. In particolare:  promozione, indirizzo, agevolazione, valutazione e monitoraggio degli strumenti microfinanziari promossi dall'Unione Europea e delle attività microfinanziarie realizzate a valere sui fondi comunitari;  monitoraggio e valutazione delle iniziative italiane di microcredito e microfinanza;  promozione e sostegno dei programmi di microcredito e microfinanza destinati allo sviluppo economico e sociale del Paese, nonché ai Paesi in via di sviluppo e alle economie in transizione. "

sicilia24h.it

La funzione pubblica Cgil di Agrigento chiede sl Commissario straordinario del libero consorzio comunale di Agrigento l'attivazione della procedura di stabilizzazione.

La Funzione Pubblica C.G.I.L. di Agrigento ha provveduto all'invio di una nota, indirizzata al Commissario Straordinario e alla Segretaria/Direttrice Generale dell'Ente, con la quale lamenta la poca attenzione da parte dei vertici dell'Ente sulla problematica che interessa i circa centotrenta dipendenti con Contratto a Tempo Determinato attualmente in servizio. Il Coordinatore Provinciale Enti Locali, Pietro Aquilino, con la predetta nota lamenta che nonostante la Norma Regionale e Nazionale, attualmente vigente, agevola il percorso della trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato del personale precario attualmente in servizio presso gli enti locali, dopo le ripetute richieste di attivazione delle procedure di "Stabilizzazione", avanzate, dalla scrivente Organizzazione Sindacale, durante lo svolgimento di precedenti incontri ufficiali, con la parte pubblica e non ultima la nota del 14/11/2018 con la quale è stato chiesto apposito incontro per discutere sull'argomento, non è mai stata avviata alcuna procedura in tal senso; Considerato che, la data ultima utile, per l'attivazione delle predette procedure è il 31/12/2018, la Funzione Pubblica CGIL nell'interesse supremo di tutti i lavoratori coinvolti, invita l'Ente a provvedere immediatamente alla stesura di tutti gli Atti propedeutici all'avvio della procedura di trasformazione dei contratti da Tempo Determinato a Tempo Indeterminato, avvertendo che in mancanza di positivo riscontro entro i termini stabiliti per Legge, dalla ricezione della missiva, l'O.S. si riserva di attivare tutte le forme di lotta opportune per tutelare i diritti dei lavoratori.  

Ilfattoquotdiano.it
Riforma delle province: Salvini: Così non sono ne carne ne pesce

Valutare la reintroduzione della province. L'ultimo tema sollevato da Matteo Salvini rischia di surriscaldare i rapporti ancora con il Movimento 5 stelle. "Bisogna avere il coraggio, la forza e la buona volontà di rivedere un impianto istituzionale che è monco, perché ora è 'all'italiana", ha detto il ministro dell'Interno attaccando la riforma che porta il nome dell'ex ministro Graziano Delrio. Per il leader della Lega è una legge che ha trasformato le province in "un ente che fa e non fa, non ha soldi per operare. Soprattutto - parlo delle province- non ha avuto senso cancellarlo senza dare una soluzione".La riforma varata dal Pd ha trasformato le province in enti di secondo livello, per i quali non sono cioè più previste elezioni dirette, tagliandone i trasferimenti economici da parte dello Stato.  "Non dovrei dirlo, se dovessi guardare i sondaggi - va avanti - ma ci sono piccoli comuni che, tolto il sostegno delle province, restano abbandonati in una valle. Ci ragioneremo, è uno dei ragionamenti che bisogna fare". ha continuato Salvini.Quello sugli enti intermedi, però, è uno dei più antichi cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle. Trasformate negli anni nel simbolo degli enti inutili, il M5s ha sempre evitato di presentare le proprie liste alle elezioni provinciali, quand'erano ancora previste. La riforma Delrio ha abolito le elezioni, tagliando sia il numero degli enti che i costi, ma creando però alcuni problemi sul territorio: le province, infatti, sono ancora titolari dell'edilizia scolastica, della tutela e valorizzazione dell'ambiente, dei trasporti e delle strade. La riforma costituzionale di Matteo Renzi prevedeva solo di eliminare la parola "province" dalla Costituzione, lasciando poi a una futura legge ordinaria la determinazione del settore. Il referendum respinto, però, ha bloccato tutto. "Così come sono state ridisegnate non sono né carne né pesce", dice ancora Salvini. Nel contratto di governo siglato dal M5s e dalla Lega, però, non è previsto nulla del genere.

Giornale di sicilia
Università, modifiche statutarie Cresce l'attesa a Calcarelle

C'è attesa per l'assemblea dei soci del Consorzio universitario agrigentino, convocata per il 30 novembre alle 10, in prima convocazione ed alle 11, in seconda chiamata, per la presa d'atto delle modifiche statutarie. In quella occasione il presidente Pietro Busetta formalizzerà le proprie dimissioni dall'incarico. Le dimissioni di Busetta serviranno a mettere a punto la nuova normativa sui Consorzi che prevede una governance con un presidente che sarà nominato dalla Regione, un Consigliere nominato dall'Università di riferimento, cioè quella che avrà il numero maggiore dei corsi ed un rappresentante eletto dai territori con una nomina che prevede una elezione «pesata» in base ai contributi dati. «Riteniamo di avere svolto un lavoro importante -ha detto Busetta - organizzando con una serie di riunioni l'interlocuzione dei Consorzi con l'assessorato, che in verità si è reso parte attiva nella riforma. Adesso bisognerà apportare le riforme statutarie all'assemblea dei soci e ritengo con questo passaggio che il mio contributo al Consorzio possa considerarsi completato. Riconsegneremo un Consorzio, che era un elefante abbattuto, con i conti in ordine, con tutti i bilanci approvati a cominciare da quello del 2015, con certezza di risorse ed un interesse da parte di tante Università ad istituire dei corsi ad Agrigento, a cominciare da Palermo che ha manifestato grande interesse a riattivare i corsi, per continuare con Catania, Enna ma anche alla Lumsa». Con la gestione Busetta l'universit à di Agrigento è stata rilanciata, con importanti traguardi. Ultimo in ordine di tempo, l'accordo raggiunto con la Lumsa che avvierà un corso intensivo per la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico che preveda 1.500 ore in 8 mesi e nel contempo sono state avviate le procedure propedeutiche per la creazione di un corso di laurea in Scienze della formazione. Già è attivo il nuovo corso di Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica istituito presso il Consorzio universitario di Agrigento ed autorizzato dal Ministero dell'istruzione e della ricerca. Intanto la Uil di Agrigento interviene con il segretario Gero Acquisto sugli ultimi sviluppi che riguardano il Consorzio Universitario che si trova in una fase decisiva per uscire dall'impasse e potenziare, dopo anni e anni di letargo, l'offerta formativa con l'innesto di corsi di laurea e facoltà di grande appeal per chi ha interesse a studiare in questa provincia. «Ci troviamo in un momento determinante per il polo agrigentino - dice Acquisto - con la previsione di un potenziamento dell'offerta accademica a partire dall'anno prossimo, con i corsi di laurea cosiddetti generalisti per le facoltà di: Architettura, Economia, Scienze dell'Educazione e Giurisprudenza. Dopo una stagione buia, impervia e che ha visto più volte vacillare l'intero Consorzio con la governance, non possiamo che essere soddisfatti di questo». ( * PA P I * )

Trivelle in mare, Licata dice «no»

    A ribadirlo è il risultato emerso dall'assemblea popolare che si è tenuta nello spazio antistante il mercato ittico: era presente anche il sindaco I licatesi dicono «No» alle trivelle in mare. A ribadirlo è il risultato emerso dall'assemblea popolare che si è tenuta nello spazio antistante il mercato ittico, su iniziativa del comitato «NoTriv Licata». L'assemblea, particolarmente partecipata, ha visto la presenza di una rappresentanza di tutte le componenti sociali, economiche e istituzionali della città: della marineria, degli operatori turistici e balneari, delle associazioni civiche e del mondo del volontariato sociale, ambientalisti e associazioni delle donne, oltre al sindaco Pino Galanti e ad una delegazione del Consiglio comunale. Un confronto tra le parti con un unico obiettivo: contrastare insieme la realizzazione del progetto «offshore ibleo», che prevede la realizzazione di un gasdotto e progetti di trivellazione nel mare antistante la costa licatese.Il 12 gennaio 2019 è stata indetta una grande manifestazione per ribadire il no della popolazione ai progetti dell'Eni. Tutti gli interventi hanno evidenziato come la battaglia contro le trivelle sia per la salute e per l'economia del territorio e che le comunità debbano avere il diritto di decidere quale modello di sviluppo darsi senza piegarsi alle imposizioni dei poteri economici e politici centrali. I rappresentanti istituzionali, invocando il principio dell'autodeterminazione dei territori, hanno affermato la volontà di dare seguito alla «mozione contro le trivelle», approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale, il 9 ottobre scorso, e di voler coinvolgere immediatamente tutti i Comuni della fascia costiera e dell'hinterland, al fine di rappresentare con un'unica voce l'opposizione delle comunità locali ai progetti di devastazione del mare. L'intervento dei No MUOS ha sancito il legame di solidarietà tra collettività resistenti. Amministrazione e organizzazioni degli operatori turistici hanno inoltre manifestato la volontà di avviare, in questi giorni, iniziative di sostegno alla denuncia inoltrata alla Commissione Europea dal comitato «Stoppa la Piattaforma di Sciacca», per la violazione delle direttive riguardanti i contenuti minimi previsti per gli studi di impatto ambientale. «Per dare un segnale concreto dell'opposizione ai disegni delle compagnie petrolifere - sostiene il comitato No Triv - è stata indetta una manifestazione per giorno 12 gennaio 2019 che sarà preceduta da azioni e iniziative di avvicinamento. Come Comitato riteniamo che questa giornata abbia segnato in maniera definitiva la netta volontà, da parte di tutta la città, di schierarsi apertamente e senza mezzi termini contro i progetti di trivellazione: il nemico è il coagulo di interessi politici ed economici che ha già inferto gravissime ferite alla Sicilia e che è giunto il momento di fermare una volta per tutte». Il sindaco Giuseppe Galanti ed il Presidente del Consiglio comunale, presenti all'incontro hanno sollecitato i colleghi di vari centri siciliani a esternare l'adesione all'iniziativa per procedere, in maniera condivisa ai prossimi adempimenti istituzionali in direzione dell'interesse collettivo. L'assemblea in vista della significativa manifestazione popolare, ha ribadito la necessità di chiamare a raccolta quanti hanno a cuore le sorti della costa meridionale del Canale di Sicilia, quindi non solo i centri della costa ma anche dei paesi dell'entroterra. L'amministrazione comunale di Licata, assieme alla presidenza del consiglio, il 17 ottobre scorso ha inviato una lettera ai sindaci ed ai presidenti del Consiglio delle città di Acate, Agrigento, Butera, Caltanissetta, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Delia, Gela, Mazzarino, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Ragusa, Ravanusa, Realmonte, Riesi, Santa Croce Camerina, Sciacca, Scicli, Sommatino, chiedendo la disponibilità ad aderire alla formazione di una Conferenza Istituzionale Permanente per una opposizione condivisa alla realizzazione del progetto Offshore Ibleo - campi Gas Argo e Cassiopea. Ma ancora non sono arrivate le risposte da parte dei Comuni che sono stati coinvolti in questa grande battaglia ambientale. ( * PA P I * )

 LIVESICILIA
Città metropolitane ed ex Province Grasso: "Il governo intervenga" -

"Ho inviato una lettera al ministro Salvini con la quale il governo regionale ha chiesto a quello nazionale e al Parlamento lo sforzo di farsi carico nella finanziaria dei bisogni dei territori e di restituire alle Città Metropolitane e alle Province la possibilità di assolvere i compiti istituzionali loro assegnati". Lo afferma l'assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Bernardette Grasso. "Le richieste - aggiunge - riguardano anche interventi in materia di: incremento annuale dello stanziamento a regime da parte dello Stato a favore di tutte le Città Metropolitane e delle Province della Regione Sicilia; assegnazione straordinaria di fondi e risorse per la manutenzione della viabilità provinciale e la sicurezza dei ponti, viadotti e gallerie di competenza delle Città Metropolitane e delle Province siciliane; risorse straordinarie per la manutenzione, gestione e messa in sicurezza delle scuole superiori aumentando lo stanziamento di 1,5 miliardi insufficienti per tutto il territorio nazionale; lo snellimento delle procedure di utilizzazione dei fondi comunitari e nazionali attraverso l'assegnazione diretta ai singoli enti titolari delle opere pubbliche; il potenziamento delle strutture tecniche, concedendo agli enti locali la possibilità di assumere figure specialistiche anche in deroga ai divieti di assunzione". L'assessore ha anche "presentato una norma sulla rc auto". È fondamentale però che si istituisca un tavolo tecnico - conclude Grasso - nel quale il Governo nazionale prenda atto della situazione in cui versa la Sicilia e risponda alle nostre istanze".

LA SICILIA
LE REGOLE DELLA DIFFERENZIATA

Raccolta dei rifiuti parte la "linea dura" da parte delle ditte.Le regole della differenziata, ora che c'è un nuovo appalto, non sono state ancora fissate, e uno strumento organico (annunciato proprio in vista del nuovo servizio) sembra che nessuno l'abbia pensato. Eppure, formalmente, da ieri le aziende hanno annunciato che è "finito ufficialmente il periodo di tolleranza che era stato concesso ai cittadini agrigentini che ormai dai primi di marzo, effettuano la raccolta differenziata".Un avvio delle "ostilità" per così dire, che sancisce a dire delle ditte un inasprimento delle attività di controllo a monte dei rifiuti prodotti dai cittadini, con l'impegno adesso a non "raccogliere i rifiuti conferiti in maniera non conforme". Gli agrigentini dovranno rispettare "tutte le indicazioni contenute nelle brouchure informative date agli utenti al momento della consegna dei mastelli", e dovranno esporre i "mastelli del colore assegnato al tipo di rifiuto, giallo per la plastica, verde per ii vetro, marrone per l'organico, grigio per il secco residuo e blu per carta e cartone". E questo anche se non a tutti i cittadini sono stati oggi distribuiti i mastelli o anche se, come è successo, ne sono stati assegnati di colori completamente diversi (ad esempio bianchi). Un obbligo questo rispetto al quale anche il Comune ha dovuto derogare nella famosa ordinanza sulla differenziata (prima ripudiata, poi riscritta) e che non si capisce perché oggi diventa vincolante per le ditte.Ad ogni modo le imprese inizieranno a controllare anche la tipologia di sacchetti utilizzati finora (il cui errato uso ha provocato seri problemi con umido e carta-cartone) e già ieri mattina hanno iniziato a non ritirare i mastelli con rifiuti non conformi. Mastelli che i cittadini hanno lasciato esattamente per strada, insieme alla spazzatura non raccolta, applicando una linea dura, precisano dalle ditte, auspicata dal Comune stesso, Già ieri pomeriggio l'Iseda ha provveduto ad inviare a tutti gli uffici competenti del Municipio le segnalazioni di tutti gli indirizzi dove sono stati rinvenuti e non raccolti, rifiuti non conformi. Intanto sembra destinata a rientrare la vertenza con i netturbini. Se stamattina i lavoratori non hanno potuto svolgere l'assemblea già convocata (per superamento delle ore disponibili in un anno ) pare che gli stipendi siano ormai in arrivo e quindi lo sciopero potrebbe rientrare.G. SCHICCHI

CAMMARATA
La strada del ponte sul Platani non è dell'Anase.m,)
 La strada,che passa attraverso il ponte sul fiume Platani non è dell'Anas. La precisazione viene dal compartimento regionale dell'azienda che esclude la propria competenza sul tratto di strada che, proprio sul ponte, ha bisogno di un intervento urgente per permettere il transito di migliaia di veicoli e di mezzi agricoli che devono raggiungere le aziende zootecniche disseminate in un'area di circa 5 mila ettari di terreno. La strada, che si trova a circa 9 chilometri dal centro abitato di Cammarata, è una bretella di collegamento tra il bivio della SS 189 e la strada provinciale 52. non è dell' Anas, non è del comune di Cammarata e non sembra nemmeno del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ex Provincia Regionale. Sarà della Regione Siciliana a cui nei giorni scorsi si sono rivolti gli amministratori comunali dei centri montani interessati? Migliaia di agricoltori sperano di trovare presto la paternità della della via di comunicazione.

SCUOLA, AUMENTA L'ABBANDONO

Dati che riguardano la scuola primaria, la secondaria di primo grado e le superiori.Sono in netto aumento rispetto all'anno precedente i dati relativi all'evasione e all'abbandono scolastico nell'ambito dei comuni del quinto ambito della provincia di Agrigento. I paesi interessati dall'analisi condotta dall'osservatorio per la dispersione scolastica sono Favara, Racalmuto, Grotte, Castrofilippo, Canicattì, Naro- Camastra, Licata, Palma di Montechiaro, Ravanusa e Campobello di Licata e riguardano l'anno scolastico 2017 -2018 che si è concluso lo scorso mese di giugno. Dati che riguardano la scuola primaria, la secondaria di primo grado e le superiori dei comuni agrigentini e che sono stati illustrati e commentati durante una riunione che si è svolta presso la scuola media Verga di Canicattì. Ma andiamo con ordine in questi comuni per quanto riguarda la scuola di primaria si sono registrati 11 casi di evasione scolastica (non hanno mai frequentato) ed uno di abbandono su un totale di 7712 studenti iscritti. Salendo un gradino e passando alle scuole medie si sono registrati durante l'anno scolastico concluso a giugno 20 casi di evasione, (non hanno mai frequentato) e ben 98 episodi di abbandono. Qui la popolazione scolastica nei comuni è di un totale di ben 5772 studenti. Per quanto riguarda invece le superiori in totale chi non si è mai iscritto dopo avere ottenuto la licenza media ha raggiunto il numero complessivo di 64 alunni. In tutto sono stati invece 253 gli studenti che hanno abbandonato il percorso che avevano scelto nonostante fossero in età d'obbligo scolastico mentre il numero complessivo degli studenti i- scritti nelle scuole superiori i presi in esame è stato di 6977 alunni. "La situazione che è emersa - ha detto la dirigente scolastica della Verga di Canicattì Maria Ausilia Corsello - è abbastanza preoccupante. Mentre nel settore primario ed ancora alle medie - ha aggiunto - la situazione regge anche se viene tenuta sotto osservazione nella scuola superiore abbiamo notato che c'è un aumento dell'esito negativo. Per fare un esempio - continua la dirigente - a fronte di circa 200 studenti che non arrivano a superare ed essere ammessi agli esami di licenza media il numero si triplica quasi alle superiori raggiungendo le circa 500 unità. Ma quello che è maggiormente allarmante e II fatto che abbiamo notato un notevole disinteresse delle famiglie per ciò che riguarda questo fenomeno. Come osservatorio interveniamo - conclude la Corsello - grazie anche alla referente Carmela Matteliano in tutti i comuni che fanno parte di questo distretto con delle metodologie mirate e spesso segnalando alle forze dell'ordine i nominativi dei ragazzi e delle loro famiglie che non permettono di frequentare la scuola".



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