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rassegna stampa del 4 dicembre 2019

Lasicilia.it

Nasce ad Agrigento, l'Officina delle Tradizioni popolari
L'inaugurazione nelle prossime settimane nei locali attigui alla Villetta Casesa

di Gaetano Ravanà
Nasce nuova attrattiva turistico-culturale, realizzata dal Libero Consorzio di Agrigento in collaborazione con il Comune di Agrigento. Si tratta dell' "Officina delle tradizioni popolari" che è in fase avanzata di allestimento e che sorgerà nei locali adiacenti alla Villetta Casesa di Porta di Ponte da dove sarà possibile accedere previa prenotazione. Al suo interno, scolaresche, visitatori e turisti, potranno ammirare il Teatrino dell'Opera dei Pupi, una collezione di strumenti musicali, abiti della tradizione folkloristica agrigentina, riproduzioni in scala di carretti  e di oggetti siciliani d'epoca. L'inaugurazione della nuova "Officina delle tradizioni popolari", che rappresenta un valore aggiunto all'offerta turistica e cultura della città, avverrà nelle prossime settimane.

Agrigentonotizie

Nel chiosco di villetta Casesa nasce l' "Officina delle tradizioni popolari"

Redazione 03 dicembre 2019
Una nuova attrattiva turistico-culturale nasce a cura del Libero Consorzio di Agrigento, in collaborazione con il Comune di Agrigento. Si tratta dell' "Officina delle tradizioni popolari" che è in fase avanzata di allestimento e che sorgerà nei locali adiacenti alla villetta Casesa di Porta di Ponte da dove sarà possibile accedere previa prenotazione. Al suo interno, scolaresche, visitatori e turisti, potranno ammirare il teatrino dell'Opera dei Pupi, una collezione di strumenti musicali, abiti della tradizione folkloristica agrigentina, riproduzioni in scala di carretti e di oggetti siciliani d'epoca. L'inaugurazione della nuova "Officina delle tradizioni popolari", che rappresenta un valore aggiunto all'offerta turistica e cultura della città, avverrà nelle prossime settimane.

Giornale di Sicilia

Soprintendenza, sede unica
Tutti gli uffici a Villa Genuardi
La decisione del presidente Nello Musumeci

Concetta Rizzo
Villa Genuardi diventerà la sede unica della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento. La decisione è stata presa dal presidente della Regione Nello Musumeci, in occasione del sopralluogo di lunedì nella città dei Templi. Accompagnato dal dirigente generale del dipartimento Sergio Alessandro e dal soprintendente Michele Benfari, il governatore ha visitato la storica struttura, evidenziando gli interventi immediati che vanno realizzati. Ad occuparsi del progetto complessivo di riqualificazione - che dovrebbe essere approvato  entro febbraio - sarà la stessa Soprintendenza. Subito dopo verrà pubblicata la gara d'appalto per i lavori. A disposizione ci sono circa tre milioni di euro. «Vogliamo -ha sottolineato, ieri, il governatore - da un lato valorizzare un edificio che appartiene alla storia di Agrigento e, dall'altro, rendere unica la sede degli uffici, anche per una migliore fruizione dei servizi da parte degli utenti che in questo modo non dovranno più fare la spola tra luoghi diversi. Al momento, infatti, il personale è diviso tra Villa Genuardi e l'ospedale vecchio di via Giovanni XXIII. Vogliamo, inoltre, - conclude Musumeci - procedere alla manutenzione dei giardini annessi alla Villa, caratterizzati da alberi di alto fusto, e renderli fruibili costantemente a cittadini e turisti». La cura del Parco, al momento, è affidata a dipendenti regionali della Forestale, che operano in collaborazione con la Questura. Musumeci, a sorpresa, è stato anche a Porto Empedocle dove ha realizzato un sopralluogo al costone Vincenzella. Lo aveva detto arrivando al Genio civile. Fra le criticità di cui si sarebbe occupato c'era anche la frana del costone di Vincenzella. Costone che necessita ora di un nuovo intervento, questa volta risolutivo del problema, per tutta la sua lunghezza. Il presidente non si è tirato indietro. Musumeci ha invitato la Protezione civile ad occuparsi dell'intero iter amministrativo, garantendo i fondi necessari per la realizzazione delle opere e dettando, infine, i tempi di esecuzione. Presente il sindaco Ida Carmina. Tra 6 giorni, vertice a Palermo per accelerare il più possibile l'iter che porterà alla realizzazione dei lavori di messa in sicurezza. (*CR*)

Accordo fra ex Provincia e Comune
Tradizioni popolari, nata una «officina» per tenerle vive
All'interno si potrà anche ammirare lo spettacolo dell'opera dei pupi

Paolo Picone
Nasce nuova attrattiva turistico-culturale, realizzata dal Libero Consorzio di Agrigento in collaborazione con il Comune di Agrigento. Si tratta dell'«Officina delle tradizioni popolari» che è in fase avanzata di allestimento e che sorgerà nei locali adiacenti alla villetta Casesa di Porta  di Ponte da dove sarà possibile accedere previa prenotazione. Al suo interno, scolaresche, visitatori e turisti, potranno ammirare il Teatrino dell'Opera dei Pupi, una collezione di strumenti musicali, abiti della tradizione folkloristica agrigentina, riproduzioni in scala di carretti e di oggetti siciliani d'epoca. L'inaugurazione della nuova «Officina delle  tradizioni popolari», che rappresentaun valore aggiunto all'offerta turistica e cultura della città, avverrà nelle prossime settimane. Oltre a questa iniziativa, l'ex Provincia sta allestendo l'Ecomuseo istituito nel 2017e risultato tra i cinque progetti attualmente al vaglio del Comitato scientifico istituito dalla Regione Siciliana. Diventerà così pienamente operativa, la legge istitutiva degli Ecomusei dopo che il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha firmato il decreto di nomina dei quattro esperti esterni e dei due interni che comporranno il comitato tecnico-scientifico, proprio per la valutazione delle richieste d'istituzione degli Ecomusei. Il Comitato scientificoche sta valutando anche il progetto del Libero consorzio di Agrigento, è composto dallo storico Domenico Jalla, da Vito Lattanzi e Rosario Perricone e dell'architetto paesaggista Francesco Baratti. Per i due componenti interni, la scelta è caduta sulle archeologhe Alessandra Merra, che fa parte dell'ufficio di Gabinetto dell'assessorato dei Beni culturali e Maria Lucia Ferruzza del dipartimento regionale dei Beni culturali. La legge prevede che la Regione Siciliana, sulla base di specifici requisiti, riconosca e promuova gli ecomusei allo scopo di recuperare e valorizzare le peculiarità storico culturali, artigianali e paesaggistiche di un ambito territoriale, nella prospettiva di orientarne lo sviluppo sostenibile attraverso la partecipazione dell'intera comunità locale e in collaborazione con soggetti pubblici e privati. Già nel 2017, al dipartimento dei Beni culturali tramite le soprintendenze, erano giunte da parte di soggettipubblici e privati diverse istanze per l'istituzione degli Ecomusei tra cui quello del Libero consorzio comunale di Agrigento. Il Comitato scientifico ha tutto il materiale in mano e darà la propria valutazione al progetto. Gli ecomusei costituiscono un «museo di comunità o museo del territorio», come li definiva Hugues DeVarine, uno dei primi ad averne consolidato le coordinate teoriche, e si pongono come patrimonio in costante crescita, dal passato al presente e al futuro. (* PAPI*)

Villa Genuardi
Giardini storici da ammirare

Villa Genuardi, ad Agrigento in via Ugo La Malfa, ospita la mostra intitolata «Villa Genuardi e i giardini storici di Agrigento: dal Giardino degli Dei al Giardino del Vescovo». Il progetto culturale si avvale della consulenza botanica dei professori Rosario Schicchi e Manlio Speciale, rispettivamente direttore e curatore dell'Orto Botanico - Sistema museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo. L'evento è stato realizzato anche in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la Curia Vescovile, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, il museo archeologico «Griffo» ed il Fai - Giardino della Kolymbethra.

LA SICILIA
"PROVINCIA ATTENZIONATA A LIVELLO NAZIONALE COME ESEMPIO POSITIVO"

Servizio idrico parla la coordinatrice del forum siciliano per l'acqua. "La provincia di Agrigento ha l'opportunità di non essere più individuata come caso negativo in termini di gestione del servizio idrico ma, invece, come esempio virtuoso da seguire a livello nazionale. Bisogna però fare presto, fare bene e respingere gli interessi dei privati". A parlare è Antonella Leto, coordinatrice del Forum siciliano dei movimenti dell'acqua, "pasionaria" da anni in prima linea nelle battaglie di ripubblicizzazione dei servizio idrico. "La vostra provincia - ci spiega - è adesso attenzionata a livello nazionale come esempio positivo. Diventa quindi essenziale sfruttare questa occasione per riabilitarsi rispetto a quanto avvenuto in passato". Quindi primo obiettivo il superamento di una gestione del servizio da molti ritenuta fallimentare ... "Più che fallimentare direi delinquenziale, a quanto dicono le carte. Oltre alla cattiva gestione, oltre all'inefficienza e all'inefficacia, oltre alle questioni della tariffazione, e i depuratori sequestrati pare ci sia altro. Noi come Forum abbiamo sempre posto un tema a tutte le forze politiche: che queste arrivino prima dell'azione della magistratura, non dopo". Beh, ora si va verso un servizio totalmente pubblico. "Non solo: la soluzione attualmente prospettata e condivisa all'Ati è l'unica che garantisce non solo che non si possa fare profitto sull'acqua, ma anche l'unica che consente l'attività controllo e partecipazione da parte di cittadini, lavoratori e associazioni". Lei nelle settimane scorse aveva lanciato un appello ai comuni non consegnatari chiedendogli di aderire a questo nuovo soggetto: la società consortile pubblica. Restano però ancora da sciogliere molti nodi, a partire dalla possibilità per questi comuni di ricorrere alla gestione diretta "Credo che sia indifferente ai fini dell'individuazione del soggetto gestore, perché la legge prevede comunque una quantificazione delle risorse disponibili. Ad ogni modo, per noi la presenza di quei comuni, che hanno condotto insieme a noi battaglie essenziali per l'acqua pubblica rappresenta un elemento di buona gestione. In questi anni sono stati gli unici che hanno tutelato la risorsa idrica ad Agrigento in presenza di un affidamento della gestione che si è rivelato poco trasparente. Gli altri comuni si sono invece piegati alla malvessazione di una gestione inqualificabile senza avere, con l'Ato, vigilato per come si doveva".

VERTICE A PALERMO SICILIA E AUTONOMIA DIFFERENZIATA BOCCIA: «BENEFICI ANCHE PER L'ISOLA»

Un tavolo nazionale per affrontare le ricadute del regionalismo differenziato. A chiederlo ieri, in occasione dell'incontro svoltosi in mattinata a palazzo Orleans con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, è stato il governatore siciliano Nello Musumeci: «Da parte del nostro governo non c'è mai stata alcuna opposizione delle regioni del nord sul tema - ha detto il presidente - abbiamo sottolineato l'esigenza di tutelare la perequazione infrastrutturale e fiscale». Disponibilità, nessuna preclusione, ma, al tempo stesso la Sicilia non può permettersi di uscire con le ossa rotta da una versione sbilanciata del nuovo regionalismo: «Dobbiamo recuperare una procedura sugli investimenti che non ci consente di poter correre per recuperare il sempre più ampio divario tra il sud e il nord». Più che risorse - ha specificato il governatore servono procedure che consentano di spendere per evitare di finire nell'offside della paralisi di «lacci e lacciuoli delle procedure imposte». Musumeci ha poi ricordato che a gennaio verrà celebrata una giornata a Palermo con le Regioni ad Autonomia speciale, invitando lo stesso Boccia a partecipare. Boccia dal canto suo ha confermato il clima di sintonia e di intesa con la Sicilia: «Non è usuale - ha detto - trovare un presidente di una regione così grande che non chiedo risorse, ma regole certe». Il ministro, in occasione dell'incontro svoltosi con una delegazione dell'Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani aveva del resto ribadito come «Abbiamo previsto un fondo di perequazione infrastrutturale con una dotazione di base di 3,4 miliardi in dieci anni che aumenteranno gradualmente, con il vincolo di priorità per tutte quelle aree in ritardo di sviluppo». Al Ministro è arrivato anche il ringraziamento del presidente Asael Cocchiara: «Per sindaci e assessori è importante sapere che il governo è pronto ad ascoltare la voce di chi ogni giorno affronta e tenta di risolvere da vicino i problemi dei cittadini». Proprio sui trasporti Boccia ha voluto inoltre precisare «che Sicilia e Sardegna non abbiano treni all'altezza è una vergogna nazionale» e ha poi auspicato che sia minore il ricorso alla Consulta «C'è un impegno comune per ridurre le controversie davanti alla Consulta. La Regione siciliana nell'ultimo quinquennio aveva esagerato un po' - ha commentato Boccia - ma è una cosa che succede spesso con le regioni a statuto speciale, ma le controversie fanno perdere tempo e costano», aggiungendo anche che confida in un minor numero di impugnative nel confronti delle Regioni: «non si possono tollerare 100 leggi impugnate all'anno». Boccia che ha confermato il suo ottimismo per l'esito finale della riforma è tornato poi su uno dei discriminanti che stanno caratterizzando il dibattuto sull'Autonomia differenziata, i livelli essenziali delle prestazioni: «Nella commissione entrerà un componente per ogni regione. Non ho intenzione di varare alcuna delega o di far partire devoluzioni senza prima la . definizione dei Lep». Nessuno potrà andare per conto proprio. Viste come si era partito lo scorso anno con le accelerazioni di Emilia, Lombardia e Veneto, questo sarebbe già un buon risultato. GIUSEPPE BIANCA

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