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rassegna stampa del 10 dicembre 2019

Corriere della sera
Agrigento.
Joseph Mifsud, il misterioso professore dell'Università di Agrigento, è indagato per truffa. «Costi ingiustificati» sostenuti con i fondi del suo ufficio
Di Felice Cavallaro

Che si tratti davvero di una spia internazionale o di uno spregiudicato faccendiere pronto ad offrire a Donald Trump le mail rubate dai russi a Hillary Clinton, ad Agrigento nessuno può confermarlo. Ma che Joseph Mifsud, il misterioso professore al centro del Russiagate, sia «una sorta di truffatore seriale con l'alea del Mister X» lo sospetta il suo successore alla presidenza del Consorzio universitario, Giovanni Di Maida, che a tre mesi dall'insediamento sta scoperchiando la pentola delle spese pazze di questo impostore arrivato nella città dei Templi nel 2009 come possibile prolifico contatto con gli altri atenei del Mediterraneo. Mifsud avrebbe infatti utilizzato i fondi del suo ufficio per acquistare biglietti aerei relativi a viaggi personali, pagare conti salati in grandi alberghi, comprare capi in negozio di intimo, addirittura alcuni giocattoli, farsi sostituire dai tecnici del consorzio cinque telefonini, cinque Blackberry, senza mai restituire quelli ufficialmente andati in tilt. Spesso circondato da una sfilza di signore come ospiti a cena, con nomi top secret per indagini adesso avviate dalla Procura di Agrigento che valuta un danno immediato di almeno 60 mila euro e accertamenti della Guardia di finanza su conteggi che sfiorano il milione e mezzo di euro. È stato Di Maida ad aver passato tutte le carte al procuratore Luigi Patronaggio, all'aggiunto Salvatore Vella e alla pm Chiara Bisso che hanno aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa. Ma quando hanno provato ad attivare le procedure per la notifica del provvedimento gli ufficiali delle Fiamme Gialle si sono imbattuti nel muro da tempo elevato dalla presunta spia, forse ormai ricercata da diversi servizi segreti stranieri, forse rifugiatasi in Svizzera. Patronaggio, il procuratore poco amato da Salvini per le inchieste su Mediterraneo e ong, avrebbe voluto mettere le mani soprattutto su alcuni di quei cinque telefonini. Ma i tecnici non si facevano mai restituire quello che ogni volta Mifsud diceva di dover cambiare per un guasto. La memoria di quei cellulari avrebbe potuto raccontare alcuni segreti. Ma si lavora ai tabulati del traffico telefonico. E dalle carte tirate fuori da Di Maida ecco venir fuori le bollette con le chiamate in uscita per Libia, Inghilterra, Russia e così via, con numeri in parte identificabili. Sono bollette da capogiro. Quella dell'ottobre 2010 ammonta a 3.143 euro. A novembre e dicembre supera i 4 mila euro. Come nel marzo 2011 quando raggiunge quota 4.204 euro. Di Maida spulcia e commenta stupito: «Tutte chiamate a Paesi esteri estranei alla vita della nostra università. A cominciare da Russia, Libia, Siria e Libano». Forse qualche dubbio avrebbe potuto averlo già qualche anno fa anche lo stesso Di Maida che all'epoca stava nel consiglio di amministrazione con i professori Maria Immordino e Gianfranco Tuzzolino, ma ai magistrati assicura che «tutto passava attraverso due funzionari del Consorzio che nulla dicevano, una signora oggi in pensione e un impiegato che fecero trasferire dalla vicina Licata». Ecco le coperture assicurate a Mifsud che tanti ricordano spesso in contatto con D'Orsi, con l'altro esponente del centro destra Roberto Di Mauro e con l'ex governatore Raffaele Lombardo. Tutti esponenti di un mondo politico in subbuglio nella vecchia Girgenti già da tempo in campagna elettorale per il nuovo sindaco che si eleggerà a maggio. E questo diceva di se stesso Mifsud appena incaricato e presentato al pianeta agrigentino da un ex presidente della Provincia, Giuseppe D'Orsi, esponente di un centro destra adesso imbarazzato e diviso. Ma forse nessuno poteva immaginare anche al vertice del Consorzio che il presidente approdato dalla sua Malta avrebbe utilizzato la carica per attivare e moltiplicare la sua rete privata internazionale con viaggi continui in Libia, Libano, Siria, Bulgari, Iran, Russia e Stati Uniti «senza alcun ritorno, senza alcun vantaggio per studenti e dipartimenti universitari, senza mai depositare una relazione di servizio, un documento per spiegare le ragioni delle lunghe e costose trasferte», insiste Di Maida, sorpreso soprattutto dall'uso disinvolto della carta di credito interna.


Giornale di sicilia
Spese pazze all'università
Indagato Joseph Mifsud

 I fatti risalgono a quando era a capo del consorzio L'intrigo mondiale che ruota attorno alla figura del docente maltese Joseph Mifsud passa anche da Agrigento. La Procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente del consorzio universitario, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate che avrebbe cercato di vendere un dossier contenente email rubate dai russi a Hillary Clinton, a George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump. L'episodio risalirebbe al 2016. Il misterioso docente maltese - messo a capo del Consorzio universitario su indicazione dell'a l l ora presidente della Provincia Eugenio D'Orsi -, di cui si sono perse le tracce del 2017, ritenuto da molti una spia russa, nei giorni scorsi, sulla base di un esposto dell'attuale presidente del consorzio universitario, Giovanni Di Maida, è finito il mirino dei pm agrigentini per le spese «pazze» effettuate quando era a capo dell'ente, dal 2009 al 2012. In quegli anni avrebbe fatto ripetuti viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato «da sconosciute giovani donne dell'Est». La denuncia riguarda anche telefoni Blackberry, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla, bollette telefoniche anche da 4 mila euro al mese, per telefonate fatte prevalentemente in Russia e anche in altri Paesi dell'Est. Un buco da oltre 200.000 euro. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per le accuse di abuso di ufficio e truffa, lo hanno adesso formalmente iscritto nel registro degli indagati anche per l'ipotesi di peculato. L'ufficio inquirente agrigentino ha attivato le procedure per la notifica, molto complesse anche perché i sospetti sono quelli che possa non essere più in vita. ( *G ECA* )REPUBBLICA(edizione di Palermo)

AGRIGENTO, MIFSUD INDAGATO PER LE SPESE PAZZE AL CONSORZIO UNIVERSITARIO
Al misterioso docente vengono contestati gli addebiti dal 2009 al 2012: viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est". Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, hanno ora iscritto nel registro degli indagati - anche per l'ipotesi di peculato - l'ex presidente del Consorzio universitario Joseph Mifsud, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate. La Procura ha attivato le procedure per la notifica dell'inchiesta al misterioso docente, ritenuto da molti una spia di cui si sono perse le tracce del 2017. L'inchiesta è partita da un esposto dell'attuale presidente del Consorzio, Giovanni Di Maida, in cui si contestano le 'spese pazze' fatte da Mifsud quanto era è stato a capo dell'ente, dal 2009 al 2012: viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est", ma avrebbe anche acquistato telefoni Blackberry, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla. Un buco da oltre 200 mila euro.


ANSA
RUSSIAGATE: MIFSUD INDAGATO AD AGRIGENTO Per la vicenda del consorzio universitario della città
Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, hanno ora iscritto nel registro degli indagati - anche per l'ipotesi di peculato - l'ex presidente del Consorzio universitario Joseph Mifsud, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate. La Procura ha attivato le procedure per la notifica dell'inchiesta al misterioso docente, ritenuto da molti una spia di cui si sono perse le tracce del 2017.

IL MESSAGGERO
AGRIGENTO, SPESE PAZZE IN UNIVERSITÀ: IL PROF DEL RUSSIAGATE JOSEPH MIFSUD INDAGATO PER PECULATO

Joseph Mifsud è stato indagato per peculato. Il professore, elemento chiave della controinchiesta voluta da Donald Trump sul Russiagate, di cui si sono perse le tracce dalla fine di ottobre del 2017, è stato iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Agrigento. Mifsud dal 2009 al 2012 aveva guidato il consorzio universitario di Agrigento. E proprio in quegli anni avrebbe fatto molti viaggi che sono finiti nel mirino degli inquirenti: Stati Uniti, Russia, Libia, Libano, Malta, Inghilterra, Bulgaria. L'inchiesta sulle "spese pazze" del professore, che ammonterebbero a circa 100mila euro, è stata aperta dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dalla pm Chiara Bisso dopo la denuncia presentata dal Presidente facente funzione del Consorzio, Giovanni Di Maida. Nelle trasferte, Mifsud sarebbe stato spesso accompagnato «da sconosciute giovani donne dell'Est», dice la denuncia, che riguarderebbe anche la telefonia. Sarebbero almeno cinque i Blackberry comprati dal docente e poi spariti nel nulla, mentre le bollette telefoniche avrebbero raggiunto anche i quattromila euro al mese. Le telefonate sarebbero state fatte prevalentemente verso la Russia e altri Paesi dell'Est.



IL FATTO QUOTIDIANO
JOSEPH MIFSUD, IL TESTIMONE DEL RUSSIAGATE INDAGATO AD AGRIGENTO PER PECULATO

Il procuratore aggiunto della città siciliana, Salvatore Vella e il sostituto Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, hanno ora iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente del Consorzio universitario di Agrigento. La Procura ha attivato le procedure per la notifica dell'inchiesta al misterioso docente, ritenuto da molti una spia di cui si sono perse le tracce del 2017 di F. Q. Joseph Mifsud, il misterioso professore al centro del Russiagate di cui non si hanno notizie dal 2017, è indagato ad Agrigento per peculato. Il procuratore aggiunto della città siciliana, Salvatore Vella e il sostituto Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, hanno ora iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente del Consorzio universitario di Agrigento. La Procura ha attivato le procedure per la notifica dell'inchiesta al misterioso docente, ritenuto da molti una spia di cui si sono perse le tracce del 2017. Nel 2009, infatti, Mifsud era stato nominato presidente del Consorzio su indicazione dell'allora presidente della provincia d'Agrigento Eugenio D'Orsi: è rimasto in carica fino al 2012. In quel periodo avrebbe compiuto quelle spese a sei cifre con la carta di credito dell'università. Si parla di viaggi in Russia, Malta, Stati Uniti, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria. Ma anche di cinque telefonini modello Blackberry, poi spariti, e quattromila euro al mese di bollette telefoniche per telefonate fatte prevalentemente in Russia e in altri paesi dell'Est. E anche di costosissime cene. A presentare l'esposto è stato Giovanni Di Maida, presidente del consorzio universitario di Agrigento, che ha fatto scattare le indagini della Guardia di Finanza: ieri gli investigatori hanno sequestrato centinaia di carte sulle spese 'pazzè sostenute" da Mifsud mentre era a capo dell'università siciliana. Di Maida parla un "deficit finanziario da 1,5 milioni di euro". "Andando a controllare le carte sulle spese affrontate da Mifsud mentre era ad Agrigento - racconta il presidente - ci siamo accorti che erano state sostenute spese assurde. A partire dalla bollette telefoniche". E mostra decine di bollette Wind, dal 2010 al 2011, che ammontano a svariate migliaia di euro. Nell'ottobre 2010 la bolletta ammonta a 3.143 euro, nel marzo 2011 raggiunge quota 4.204 euro, nel novembre dello stessi anno è di 3.111 euro. "Tutte telefonate fatte a paesi esteri che non hanno nulla a che vedere con l'università - dice Di Maida - Ma soprattutto in Russia, con cui questo ateneo non ha alcun legame. Così come le telefonate fatte in Libia, in Siria o in Libano". Poi c'erano le spese 'anomale', come le definisce Di Maida. "C'è un acquisto fatto in un negozio di intimo - dice - e un altro in un negozio di giocattoli. Sempre con la carta di credito dell'Università". E poi i numerosi biglietti aerei, anche con "signore dell'Est" che "nulla c'entravano con l'università. E quando è stato chiesto al professor Mifsud perché avesse la necessità di farsi accompagnare da queste donne rispondeva che erano 'assistenti'ì. Strano, nessuno le ha mai viste queste assistenti...". dice sempre Di Maida. "Non c'è una sola relazione che accompagnasse i viaggi misteriosi fatti da Mifsud in quegli anni in paesi come la Siria o la Russia o il Libano, o l'Inghilterra o gli Stati Uniti. Niente. Nemmeno una. Mentre il Presidente del Consorzio universitario non ha mai speso un euro di telefonate "perché - spiega - uso il mio telefono personale e non chiamo la Russia o in Siria... né vado in quei paesi a spese dell'università".


IL SECOLO XIX
RUSSIAGATE, MIFSUD INDAGATO AD AGRIGENTO PER PECULATO

   Inchiesta sulle "spese pazze" al consorzio universitario che guidò dal 2009 al 2012. Ma del misterioso docente maltese si sono perse le tracce da ottobre 2017 AGRIGENTO. Joseph Mifsud, personaggio chiave della contro-inchiesta voluta da Donald Trump sul Russiagate di cui si sono perse le tracce dalla fine di ottobre del 2017, è stato iscritto dalla procura di Agrigento nel registro degli indagati anche per peculato. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e dal pm Chiara Bisso. Mifsud, dal 2009 al 2012, aveva guidato il consorzio universitario di Agrigento. L'inchiesta è stata aperta per le presunte "spese pazze" che ammonterebbero a oltre 200 mila euro: viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato «da sconosciute giovani donne dell'Est». Misfud avrebbe anche acquistato telefoni Blackberry, almeno cinque, poi spariti nel nulla. La denuncia è stata presentata nei giorni scorsi dall'attuale presidente facente funzione del Consorzio Giovanni Di Maida. Mifsud, di cui non si hanno più notizie da ottobre 2017, è colui che che a Roma nel 2016 avvicinò uno dei consulenti di Trump parlandogli delle email compromettenti di Hillary Clinton nelle mani dei russi, inducendo poi l'Fbi ad aprire l'indagine sul Russiagate. Indagine che l'attuale presidente Usa e i suoi alleati ritengono una «caccia alle streghe», un complotto tramato dall'amministrazione Obama, con la complicità di qualche servizio occidentale, per ostacolare nel 2016 la corsa presidenziale dell'allora candidato Trump, "costruendo" collusioni del suo staff con la Russia. E per andare «fino in fondo» a questa spy story l'amministrazione Trump ha avviato una contro-inchiesta sulle origini del Russiagate, che da amministrativa e diventata ora penale, affidata a John Durham, procuratore federale, sotto la supervisione del ministro della Giustizia William Barr. I due hanno incontrato a Roma i vertici dell'intelligence: nei colloqui si sarebbe parlato anche del ruolo di Mifsud sul cui conto, però, i Servizi segreti italiani avrebbero spiegato di non aver mai avuto notizie particolari.

TGR Sicilia
Consorzio universitario SPESE PAZZE, INDAGATO AD AGRIGENTO MIFSUD, UOMO CHIAVE DE RUSSIAGATE

E' accusato di aver venduto dossier "riservati" al consigliere elettorale di Donald Trump, in Sicilia il docente maltese è accusato di peculato e truffa: avrebbe fatto un "buco" di oltre 200mila euro quando era a capo del consorzio universitario Di lui si sono perse le tracce, è l'uomo chiave del Russiagate, lo scandalo che ha portato alla procedura di impeachment per Donald Trump ora su Joseph Mifsud indaga anche la procura di Agrigento. Mifsud, ex presidente del consorzio universitario agrigentino, ritenuto da molti una spia russa, è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato, truffa e abuso d'ufficio sulla base di un esposto dell'attuale presidente del consorzio, Giovanni Di Maida, avrebbe effettuato spese 'pazze' quando era a capo dell'ente, dal 2009 al 2012. In quegli anni avrebbe fatto ripetuti viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est". La denuncia riguarda anche telefoni cellulari, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla, bollette telefoniche anche da 4 mila euro al mese, per telefonate fatte prevalentemente in Russia e anche in altri Paesi dell'Est. Un buco da oltre 200.000 euro. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per le accuse di abuso di ufficio e truffa, lo hanno adesso formalmente iscritto nel registro degli indagati anche per l'ipotesi di peculato. L'ufficio inquirente agrigentino ha attivato le procedure per la notifica, molto complesse anche perché i sospetti sono quelli che possa non essere più in vita. In America Mifsud è accusato di aver venduto un "dossier" riservato contenente email rubate dai russi a Hillary Clinton, a George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump.

GRANDANGOLO
SPESE PAZZE UNIVERSITÀ AGRIGENTO: PROCURA INDAGA MIFSUD DEL RUSSIAGATE
La Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente del Consorzio universitario, Joseph Mifsud, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate che avrebbe cercato di vendere un dossier contenente email rubate dai russi a Hillary Clinton, a George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump. Il misterioso docente maltese di cui si sono perse le tracce del 2017, ritenuto da molti una spia russa, nei giorni scorsi, sulla base di un esposto dell'attuale presidente del Consorzio universitario, Giovanni Di Maida, è finito il mirino dei pm agrigentini per le spese 'pazze' effettuate quando era a capo dell'ente, dal 2009 al 2012. In quegli anni avrebbe fatto ripetuti viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est". la denuncia riguarda anche telefoni Blackberry, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla, bollette telefoniche anche da 4 mila euro al mese, per telefonate fatte prevalentemente in Russia e anche in altri Paesi dell'Est. Un buco da oltre 200.000 euro. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per le accuse di abuso di ufficio e truffa, lo hanno adesso formalmente iscritto nel registro degli indagati anche per l'ipotesi di peculato. L'ufficio inquirente agrigentino ha attivato le procedure per la notifica, molto complesse anche perchè i sospetti sono quelli che possa non essere più in vita.


SCRIVOLIBERO
NUOVI CORSI DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO A DICEMBRE PER I DIPENDENTI DEL LIBERO CONSORZIO AGRIGENTO L'attività di formazione del personale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento continua anche nel mese di dicembre con l'organizzazione e la realizzazione, da parte dell'Ufficio Formazione dell'Ente, di due corsi di aggiornamento. Il giorno 11 dicembre si svolgerà il corso di aggiornamento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), secondo l'accordo Stato - Regioni, riservato a 3 dipendenti. Il corso si terrà nell'Aula di Formazione del Libero Consorzio Comunale in via Acrone 27 ad Agrigento. Il 12 Dicembre avrà luogo il corso teorico pratico di "Aggiornamento Antincendio" nella sede del Giardino Botanico di Agrigento in Via Demetra. Il corso è riservato a 36 dipendenti, ai sensi del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro (D. Lgs. 81/08), della durata di 5 ore. Si svolgerà in due moduli il 12 dicembre a partire dalle ore 8:00 e fino alle 13:00 e dalle 13:30 alle 18:30. I due corsi saranno svolti dalla ditta DIESSE GROUP SRL di Palermo.

LIVESICILIA
RUSSIAGATE, INDAGATO MIFSUD L'UOMO AL CENTRO DELLO SCANDALO

L'inchiesta sulle 'spese pazze' dell'ex presidente del consorzio universitario. AGRIGENTO - Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, hanno ora iscritto nel registro degli indagati - anche per l'ipotesi di peculato - l'ex presidente del Consorzio universitario Joseph Mifsud, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate. La Procura ha attivato le procedure per la notifica dell'inchiesta al misterioso docente, ritenuto da molti una spia di cui si sono perse le tracce del 2017. L'inchiesta è partita da un esposto dell'attuale presidente del Consorzio, Giovanni Di Maida, in cui si contestano le 'spese pazze' fatte da Mifsud quanto era è stato a capo dell'ente, dal 2009 al 2012: viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est", ma avrebbe anche acquistato telefoni Blackberry, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla. Un buco da oltre 200 mila euro.


LA SICILIA
VIAGGI, HOTEL, CENE E RAGAZZE DELL'EST MIFSUD SPENDEVA, IL CONSORZIO PAGAVA

Agrigento. Il misterioso docente al centro del Russiagate iscritto nel registro degli indagati. AGRIGENTO. Le agenzie di stampa, ieri, hanno dato concretezza ad una vicenda di preteso malaffare con connotazioni da spy-story che era stata scoperchiata da La Sicilia lo scorso uno novembre. E recitano: "La Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente del Consorzio universitario, Joseph Mifsud, l'uomo al centro dello scandalo Russiagate che avrebbe cercato di vendere un dossier contenente email rubate dai russi a Hillary Clinton, a George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump. Il misterioso docente maltese di cui si sono perse le tracce del 2017, ritenuto da molti una spia russa, nei giorni scorsi, sulla base di un esposto dell'attuale presidente del consorzio universitario, Giovanni Di Maida, è finito nel mirino dei pubblici ministeri agrigentini per le spese 'pazze' effettuate quando era a capo dell'ente, dal 2009 al 2012. In quegli anni avrebbe fatto ripetuti viaggi in Russia, Malta, Usa, Inghilterra, Libia, Libano e Bulgaria, quasi sempre accompagnato "da sconosciute giovani donne dell'Est". La denuncia riguarda anche telefoni Blackberry, almeno cinque, comprati e poi spariti nel nulla, bollette telefoniche anche da 4 mila euro al mese, per telefonate fatte prevalentemente in Russia e anche in altri Paesi dell'Est. Un buco da oltre 200.000 euro. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella; e il pm Chiara Bisso, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa, lo hanno adesso formalmente iscritto nel registro degli indagati anche per l'ipotesi di peculato. L'ufficio inquirente agrigentino ha attivato le procedure per la notifica, molto complesse anche perché i sospetti sono quelli che possa non essere più in vita". L'inchiesta, doverosa, sui reati - fine risponde direttamente ad un obbligo di legge che i pubblici ministeri Velia e Bisso stanno conducendo con il dovuto rigore e la consueta serietà. Ma molte delle ipotesi delittuose saranno cancellate, giocoforza, dalla prescrizione e si punterà sulle vicende emerse nell'ultimo anno di permanenza di Mifusd nell'ateneo agrigentino. Ciò permetterà ai magistrati della Procura titolari dell'inchiesta, sotto il coordinamento del procuratore capo Luigi Patronaggio, di poter risalire non solo alle ipotesi di reato ancora percorribili ma anche di poter scandagliare, se la tecnologia attual lo consentirà sull'uso fatto da Mifsud di telefonini e Blackberry, della: sua posta elettronica (non solo quella istituzionale). Verranno decifrati mail, messaggi e sms per comprendere sino a dove si è spinto il professore maltese catapultato, come un fulmine a ciel sereno, nell'aprile del 2009 alla guida di ciò che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello della città dei templi: l'Università di Agrigento. Eppure, l'allora presidente della Provincia, titolare del potere di nomina, nel corso di una movimentata conferenza stampa presentò alla città il nuovo "apostolo della cultura" che prospettava di fare del consorzio agrigentino un polo universitario di respiro europeo ed internazionale. Disse D'Orsi testualmente: E' il maradona dell'Università". Ecco, Eugenio D'Orsi, oggi rinomato dirigente scolastico a Palma di Montechiaro, è tra i papabili fra quanti potranno essere interrogati, a breve, dai pubblici ministeri titolari dell'inchiesta. Chi meglio di lui potrà descrivere le ragioni della scelta di Joseph Mifsud alla guida dell'Università agrigentina, maturata all'interno del cerchio magico dell'MpA, dell'allora governatore di Sicilia, Raffaele Lombardo e mediato nel territorio provinciale dall'on. Roberto Di Mauro, oggi vicepresidente dell'Ars, che di D'Orsi fu il mentore e lo sponsor? Oggi, gli equilibri politici di allora non sono più attuali. Anzi, D'Orsi ha dato più volte segno di insofferenza verso le scelte adottate in passato e in più interventi pubblici ha manifestato con veemenza il suo dirompente punto di vista. Di sicuro, sin da adesso, l'intera inchiesta su Mifsud e sulla sua nomina al Cupa arriva sino alla Link campus university tanto cara all'ex ministro dell'Interno, Vincenzo Scotti. FRANCO CASTALDO








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