ilgiornale.it
Mifsud ora è un giallo. Il sospetto in procura: quasi certamente mortoL'ipotesi che il prof maltese non sia più in vita vera «all'80%». Gli intrecci con il Russiagate.
di Mauro Indelicato Roberto Vivaldelli
Ormai chi lavora all'interno del tribunale di Agrigento è abituato a essere costantemente sotto i riflettori.
Da questo edificio, situato alla periferia della città siciliana, sono passati i casi più spinosi riguardanti ong e immigrazione. Negli ultimi mesi, sono transitati da qui Luca Casarini e Carola Rackete. Nessuno, però, si immaginava di dover avere a che fare con un nome coinvolto in una spy story internazionale.Nei giorni scorsi, infatti, la procura di Agrigento ha avviato un'indagine su Joseph Mifsud, il professore maltese al centro dell'inchiesta sul Russiagate. Nell'aprile del 2016, infatti, Mifsud avrebbe rivelato a George Papadopoulos, consigliere della campagna di Donald Trump, di avere mail russe compromettenti su Hillary Clinton. Da qui è nata l'inchiesta dell'Fbi sulle presunte ingerenze di Mosca nelle elezioni Usa.Ma chi era Mifsud? E cosa faceva? Fino al 2013, il professore maltese è stato presidente del polo universitario di Agrigento. Nella sua gestione, però, qualcosa è andato storto: buchi di bilancio e spese pazze hanno rischiato di far morire l'ente. Per questo motivo la procura di Agrigento ha avviato un'inchiesta contro di lui. Ma di Mifsud non c'è alcuna traccia dal 31 ottobre 2017 e adesso, come evidenziato su InsideOver, nei corridoi del tribunale agrigentino serpeggia un tragico sospetto: Mifsud potrebbe essere morto. Un'ipotesi che fonti della procura ritengono vera «all'80%»: «Le probabilità che sia morto confermano dal tribunale sono molto alte».C'è naturalmente da augurarsi che l'enigmatico professore al centro di questa rocambolesca e incredibile spy story sia ancora vivo e magari stia leggendo questo articolo, chissà in quale parte del mondo, lontano dai riflettori di una vicenda evidentemente più grande di lui. Ma i punti interrogativi sul destino del professore sono molteplici, a cominciare da quel misterioso file audio - inviato l'11 novembre scorso alle redazioni dell'Adnkronos e del Corriere della Sera da un uomo che sostiene di essere proprio Mifsud - e che InsideOver ha fatto analizzare da un esperto in discipline forensi tra i più qualificati in Italia. «Sono convinto che il file audio sia un falso e che la persona che parla non sia il professor Joseph Mifsud», ci conferma il perito, che ha messo a confronto il file audio inviato all'Adnkronos e al Corriere della Sera con due video presenti su YouTube che immortalano il docente scomparso in due conferenze pubbliche. Secondo l'esperto, l'audio «è stato registrato con un microfono attaccato al colletto della camicia, in un ambiente molto ampio, collegato direttamente al computer» e si sentirebbe «la voce di una donna, verso la fine, esclamare un numero, forse 22».Inoltre, la persona che sostiene di essere il professore al centro del Russiagate «non ha la stessa cadenza del vero Joseph Mifsud». Il mistero s'infittisce: innanzitutto, se il docente fosse ancora vivo, perché non ha inviato un video in maniera tale da fugare ogni dubbio? Altro punto interrogativo: se il file audio sopra menzionato è davvero farlocco, chi lo ha fabbricato e perché? Quesiti che meriterebbero una risposta.
Ilfattoquotidiano.it
Trento,
ora lo dice anche l'Anticorruzione: la Provincia autonoma deve
rendere noti gli stipendi, i benefit e i premi dei dirigenti
Anche
la Provincia autonoma di Trento deve
adeguarsi alle regole della trasparenza che
riguardano tutte le amministrazioni pubbliche italiane. I cittadini
hanno diritto a conoscere a quanto ammontano le retribuzioni,
i premi di risultato e i quali siano i criteri utilizzati per
stabilire le valutazioni e
punteggi assegnati alla performance dei dirigenti.
Il principio, a cui la Provincia
di Trento cercava
di sottrarsi, è stato ribadito dall'Autorità
Nazionale anticorruzione che
ha risposto a una richiesta in tal senso del consigliere provinciale
trentino Alex
Marini,
del Movimento Cinquestelle. Marini aveva cercato di far approvare un
una norma che introducesse l'obbligo della trasparenza.
Ma il consiglio provinciale gli aveva chiuso la porta in faccia. E
quindi si è rivolto all'Anac per
"dissipare la cortina
fumogena che
dalle nostre parti alligna su dati che dovrebbero essere pubblici,
ma che, come dimostrano le azioni che ho intrapreso e che sono state
puntualmente respinte dalla maggioranza, non si vogliono
assolutamente divulgare".
Marini si era occupato in due occasioni
della trasparenza delle
retribuzioni di risultato dei dirigenti. La prima volta a luglio
durante la sessione che
trattava l'assestamento al
bilancio provinciale,
la seconda in agosto con un'interrogazione che è rimasta senza
risposta. È per questo che si è rivolto all'Anac. "Adesso che
il parere è nero su bianco nessuno può accampare più scuse o
tirarla per le lunghe. Fare altrimenti indicherebbe
una volontà pervicace di
sottrarsi allo scrutinio dei cittadini, violando i diritti, con tutti
i significati e le conseguenze del caso". Messa con le spalle
al muro, la
maggioranza è così stata costretta ad approvare un emendamento che
finalmente obbliga la divulgazione dei dati. Rispondendo
a Marini, Anac ricorda una propria delibera del
2016 che si occupava della disciplina sulla
trasparenza e chiarisce quali pubbliche
amministrazioni siano
destinatari degli obblighi di rispettarla. "All'interno di tale
categoria sono annoverabili anche le Regioni a statuto e
le Province autonome
di Trento e Bolzano.
Queste ultime possono individuare forme e
modalità di applicazione in ragione della peculiarità dei
propri ordinamenti, in nessun caso però è possibile derogare ai
contenuti del decreto che costituiscono livelli essenziali delle
prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a fini di
trasparenza, prevenzione,
contrasto della corruzione e della cattiva
amministrazione chiuse
". Su questo argomento e
sulla stessa linea c'è anche un parere del Consiglio
di Stato.
Per quanto riguarda la pubblicizzazione delle
voci relative a stipendio, importi di viaggi di servizio e missioni,
pagate con fondi pubblici vale
quanto stabilito da una sentenza della Corte
Costituzionale che
"ha chiarito definitivamente come legittima la pubblicazione di
questi dati" riguardanti i titolari di incarichi dirigenziali.
Un capitolo diverso è quello della performance, ma anche in questo
caso "la provincia di Trento è tenuta a pubblicare ed
aggiornare tempestivamente nella sottosezione tutti i dati e in
particolar modo i criteri e
le procedure per
la misurazione e la valutazione della performance,
la retribuzione di risultato e il trattamento accessorio ad esso
collegati".
Giornale di Sicilia
Il lavoro testa sempre più un miraggio, mobilitazione sulla statale «640»
I sindacati: «In provincia disoccupazione al 28 per cento»
Paolo Picone
Disoccupazione record in provincia di Agrigento. Il tasso di persone senza lavoro ha raggiunto il 28%. Il dato è emerso ieri sera durante il convegno organizzato dalla Uil sul tema: «La crisi socio economica agrigentina». «Una crisi-dice il segretario generale Gero Acquisto - che non tende, purtroppo, ad allentare la morsa e, che costringe migliaia di famiglie a stringere sempre più una cinghia. I giovani continuano a fuggire da un territorio che promette tanto, ma che per via del menefreghismo più assoluto della classe politica, ma non riescea spiccare il volo. Per non parlare della marginalità non solo geografica, in cui la provincia è ridotta per via del bloccodei lavori, ormai da diversi mesi, sia lungo la statale 189 (Agrigento- Palermo), sia lungo la strada statale 640 (Agrigento-Caltanissetta)». Acquisto, nella sua lunga relazione ha parlato della piaga occupazionale. Non ci sono posti di lavoro, i giovani, quindi, si vedranno costretti ad andare sempre più fuori per cercare un lavoro. «Il dato preoccupante -aggiunge il segretario generale della Uil agrigentina - è rappresentato dal numero di persone disoccupate che raggiunge il 27,9%. Siamo presenti dinanzi ad un fenomeno che continua a peggiorare, il quadro clinico è molto preoccupante, quasi alla stessa stregua di coloro i quali, non avendo disponibilità economiche, evitano, perfino di curarsi. I dati statistici nazionali ci inchiodano agli ultimi posti in classifica per qualità della vita. Dati che corrispondono alla realtà dei fatti, ed è inutile che sicerca di scaricare le colpe sempre sui governi nazionale e regionale che già sono molte, anche i sindaci hanno le loro responsabilità». Poi il segretario generale ha fatto anche ilpunto della situazione dei risultati che sono scaturiti dal reddito di cittadinanza e quota cento. «Non siamo contrari al reddito di cittadinanza, ma se a una prima fase si è favorevoli, la mancata adozione del secondo step è allarmante. Solo ad Agrigento ci sono 2098 soggetti che percepiscono il r ddito, ma che non possono nemmeno offrire dei lavori di pubblica utilità per conto della pubblica amministrazione visto che la situazione è di stallo. Non si può attuare quota 100 senza sbloccare i concorsi, ormai, negli uffici pubblici, ci sono diverse stanze vuote, tutto a danno delle istanze dei cittadini. Sbloccare i concorsi significherebbe create nuova occupazione per come era intesa la legge ed offrire un servizio migliore alla gente». La Uil assieme a Cgil e Cisl, presente ai lavori anche il segretario provinciale della Cgil, Alfonso Buscemi, che ha condiviso la relazione di Acquisto, prevedono un 2020 di grandi battaglie: la prima iniziativa è in programma il giorno 11 gennaio con una grande movimentazione lungo le strade statali 189 e 640. (* PAPI*)
LIBERO CONSORZIO
Uffici chiusi il 24 e 31 dicembre
Chiusura degli uffici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ex Provincia Regionale, nei giorni 24 e il 31 dicembre. La decisione è stata adottata dal Commissario Straordinario dell'Ente, Girolamo Alberto Di Pisa e dal Segretario Generale, Caterina Moricca per l'esigua presenza di utenza e di pubblico durante il periodo delle feste natalizie e a capodanno. L'Ente in ogni caso garantirà i servizi necessari quali la Polizia Provinciale, il servizio di Protezione Civile e il personale stradale. I dipendenti saranno collocati in ferie d'ufficio. (* PAPI*)
Scrivolibero
Disinfestazione nelle sedi Urp del Libero Consorzio di Bivona e Cammarata il 20 dicembre - ScrivoLibero.it
Programmato un ulteriore intervento di disinfestazione negli uffici di alcune delle sedi Urp del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. La chiusura al pubblico, per consentire la disinfestazione degli Uffici Relazioni con il Pubblico di Bivona e Cammarata avverrà nella giornata di domani venerdì 20 dicembre 2019. Gli interventi di disinfestazione saranno eseguiti dal personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. Le normali attività di lavoro nelle sedi di Bivona e Cammarata riprenderanno il 23 dicembre. Tutti gli altri uffici del Libero Consorzio di Agrigento svolgeranno regolarmente la propria attività lavorativa.
Grandangolo
Licata, interdizione al traffico veicolare e pedonale nel molo di ponente
E' stata pubblicata oggi all'Albo Pretorio del Comune di Licata l'ordinanza a firma del Direttore della Struttura Territoriale Ambiente - Agrigento Caltanissetta- dell'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente - Dipartimento dell'Ambiente, con la quale è stato disposto l'interdizione immediata all'uso pubblico, nell'ambito costiero, del tratto demaniale ricadente all'interno della darsena di Marianello del porto di Licata in corrispondenza del molo di ponente. Si tratta dei tratti in cui insistono criticità derivanti dallo stacco di alcuni pannelli di rivestimento in cemento armato che si sono abbattuti nella zona di transito e di situazioni di criticità del cancello di entrata del molo di ponente, in quanto si presenta in evidente stato di corrosione dovuto alla ruggine. Il provvedimento scaturisce da una segnalazione fatta dall'Ufficio Circondariale Marittimo di Licata. Oltre alla pubblicazione all'albo pretorio online dell'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente e del Comune di Licata, l'ordinanza dispone al Comando di Polizia Municipale dell'ente di vigilare e mantenere apposita cartellonistica di divieto nel sito fino a cessata emergenza, nonché l'invio di copia della stessa alla Prefettura, alla Questura, al Dipartimento Infrastrutture Mobilità e Trasporti - Servizio 8 - Palermo, alla Caserma dei carabinieri di Licata, alla Protezione Civile Regionale, alla Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, al Comando Provinciale dei Carabinieri, al Comando Provinciale della Guardia di Finanza ed al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.