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rassegna stampa dal 24 al 27 dicembre 2019

Giornale di Sicilia

I nubifragi di novembre che hanno messo in ginocchio mezza Sicilia
Maltempo, la Regione
dichiara lo stato di calamità

Musumeci: «Ancora in corso la stima dei danni»
Paolo Picone
AGRIGENTO
Gli eventi meteorologici che hanno messo in ginocchio gran parte del territorio siciliano nel mese di novembre sono stati di straordinaria eccezionalità. Per questo motivo, la giunta della Regione, guidata dal  presidente Nello Musumeci, ha deciso di dichiarare lo stato di calamità per i danni causati dal maltempo sull'Isola e di avanzare al governo nazionale la richiesta dello stato d'emergenza. Le zone più colpite sono quelle dell'Agrigentino (oltre al capoluogo, Cammarata, Licata, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto e Ribera), del Nisseno (Niscemi e Sutera), del Catanese (Catania, Ramacca, Caltagirone), dell'Ennese (Agira, Assoro e Regalbuto), del Messinese (capoluogo, Gioiosa Marea, Lipari, Furci Siculo, Montalbano Elicona e Scaletta Zanclea), del Ragusano (capoluogo, Comiso, Giarratana e Modica) e, infine, del Siracusano (Palazzolo Acreide).  «La stima dei danni - afferma Musumeci- è ancora in corso, anche perchè si attendono le valutazioni definitive da parte delle amministrazioni locali. Ma c'è l'assoluta esigenza di ripristinare ovunque condizioni che consentano un ritorno alla normalità, eliminando ogni ulteriore situazione di rischio per le popolazioni. Si tratta di aree particolarmente vulnerabili per le quali non vanno lesinate risorse: gli interventi dovranno essere tempestivi e, soprattutto, risolutivi ». Tecnicamente, la giunta di Palazzo d'Orléans ha chiesto per i nuovi territori colpiti l'estensione della dichiarazione dello stato di calamità deliberata a novembre, sollecitando la relativa dichiarazione dello stato di emergenza alla Presidenza del Consiglio. Che deve stabilire anche la relativa copertura finanziaria. Una delle città più colpite dal maltempo è stata Licata, dove si sono allagati scantinati, negozi ed abitazioni. E si sono registrati seri danni alle produzioni agricole. Una situazione di grave difficoltà che ha spinto anche il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio a programmare a Licata una tappa del suo tour siciliano lo scorso novembre. «Il continuo mutare delle condizioni climatiche - ha detto Di Maio in visita al municipio di Licata - ci impone di intervenire, come governo centrale non solo per affrontare le emergenze, ma per investire sulle infrastrutture». Ed aveva ribadito che il Consiglio dei ministri aveva già stanziato un primo finanziamento di dieci milioni di euroa favore dei territori danneggiati in Sicilia, somma destinata ad aumentare in un secondo tempo. Sollecitando chi di competenza (in questo caso la Protezione civile regionale) a predisporre una reale stima dei danni registrati all'interno del territorio. A seguito dei diversi e gravi eventi atmosferici che hanno provocato danni a strutture pubbliche e private, la giunta comunale di Licata guidata dal sindaco Giuseppe Galanti, aveva deliberato la «richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati il mese di novembre 2019». Richiesta inoltrata alla giunta regionale per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalle colture agricole, dalle attività zootecniche e produttive, nonché da privati cittadini, a seguito delle eccezionali condizioni meteo avverse dei giorni 11, 12, 19, 23, 24 e 25 novembre. E attualmente è in corso la stima dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture private nonché la stima dei danni subiti delle attività economiche e produttive, previa acquisizione di richiesta di contributo da parte degli interessati. (* PAPI*)

Coinvolte anche le frazioni del capoluogo Nuovo guasto, dieci Comuni senz'acqua
Pesanti disagi per le festività di fine anno in quasi un terzo dei centri dell'Agrigentino

Paolo Picone
Dieci Comuni senz'acqua tra Natale e Capodanno. Disagi per le festività di fine anno in quasi un terzo delle città agrigentine. L'annuncio dei disagi è stato diffuso dalla gestione commissariale del Servizio idrico integrato Ati Ag9. In sostanza è stata riscontrata una forte diminuzione dell'acqua in arrivo al Partitore Cozzo Tondo di San Biagio Platani, per un presumibile guasto sulla condotta principale che alimenta i Comuni alimentati dalla linea «Voltano». Pertanto, la fornitura idrica è stata temporaneamente sospesa nei comuni alimentati da questa condotta precisamente: Agrigento (frazioni di Giardina Gallotti, Montaperto, San Michele,ZonaIndustriale, Fontanelle), San Biagio Platani, Sant'Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle area portuale, Comitini, Aragona e Favara. Gli operatori stanno ponendo in essere quanto necessario per eliminare l'inconveniente. Dopo avere eseguito gli interventi di riparazione, la distribuzione idrica sarà ripristinata, normalizzandosi n el rispetto dei necessari tempi tecnici. Su Favara, piove anche sul bagnato. A causa della mancata fornitura idrica ai serbatoi comunali, i turni previsti per la giornata di ieri sono stati temporaneamente sospesi o rinviati. La distribuzione idrica sarà ripristinata non appena Siciliacque S.p.A., Società di Sovrambito, avrà ripristinato la regolare fornitura idrica ai serbatoi interessati, normalizzandosi nel rispetto dei necessari tempi tecnici. Ieri il centralino della società è stato preso d'assalto da centinaia di utenti che chiedevano spiegazioni sulle cause del mancato approvvigionamento. Intanto la società idrica ha annunciato che il 31 dicembre il centralino e gli sportelli di ricevimento del pubblico saranno operativi esclusivamente nella fascia oraria antimeridiana. Per quanto riguarda l'apertura degli sportelli periferici nei Comuni, ordinariamente aperti al pubblico nella fascia oraria pomeridiana, per la giornata del 31 dicembre saranno osservati i seguenti orari di apertura: Licata aperto dalle 8 e 30 alle 12 e 30; Racalmuto aperto dalle 8 e 30 alle 12 e 30; Siculiana aperto dalle 8 e 30 alle 12 e 30; Caltabellotta resterà chiuso. Il commissario Gervasio Venuti ha assicurato che anche nei giorni festivi (capodanno) sarà garantito il servizio di Pronto Intervento 24h su 24h in regime di reperibilità, per segnalazioni di disservizi, irregolarità o interruzioni della fornitura idrica, assicurando continuità nell'erogazione dei servizi essenziali agli utenti, così come sempre fatto tutti i giorni dell'anno. Intanto il sindaco di Sambuca di Sicilia ha emesso l'ordinanza sindacale, a seguito di parametri non conformi riscontrati dall'Asp di Agrigento in un punto rete di contrada Quarto, con la quale ordina la sospensione della distribuzione idrica nella stessa contrada. Gli operatori ed i tecnici del Gestore stanno ponendo in essere quanto necessario per individuare le cause della non conformità riscontrata e pervenire ad una rapida risoluzione della problematica rilevata. Problemi di acqua potabile anchea Sciacca: le analisi microbiologiche eseguite sui campioni d'acqua prelevati in alcuni punti rete hanno evidenziato valori dei parametri di riferimento non conformi. Si tratta del punto rete in Corso Vittorio Emanuele 160 ed al civico 147. Al contrario, i campioni d'acqua prelevati nel punto rete di Corso Vittorio Emanuele, 190, 165 e 197 hanno evidenziato valori dei parametri di riferimento conformi. Gli esiti dimostrano che la problematica in questione risulta essere circoscritta ai civici 145, 147 e 160. (*PA - PI*)


Sole24ore


Buco da 2 miliardi: la Sicilia deve fare i compiti per poterlo ripianare in 10 anni
Via libera al calendario lungo a patto di concordare con lo Stato obiettivi di riduzione della spesa corrente. Altrimenti si dovrà ripianare il rosso in tre anni
di Gianni Trovati
La Regione Sicilia potrà spalmare in dieci anni il disavanzo da oltre due miliardi ricostruito dalla Corte dei conti nelle carte del consuntivo 2018. Ma a patto di chiudere entro 90 giorni con il governo una nuova intesa con lo Stato su «specifici impegni di rientro dal disavanzo» e su un obiettivo di riduzione strutturale della spesa corrente dal 2020. Altrimenti si dovrà ripianare il rosso in tre anni.
Suona così l'accordo trovato ieri in Consiglio dei ministri dopo l'ennesimo tira e molla interno alla maggioranza. Da una parte si è esposto soprattutto il Pd, dal ministro per il Sud Giuseppe Provenzano al titolare degli Affari regionali Francesco Boccia, che ha preparato il provvedimento per il ripiano decennale.
A definire i termini del problema è la relazione depositata dalla Corte dei conti siciliana il 13 dicembre sui conti della Regione. Bastano due dati: 1.103.965.100,71 euro di vecchio disavanzo non ripianato nel 2018, e 1.026.618.749,46 euro di nuovo deficit con cui si è chiuso lo scorso anno; figlio però anche questo in larga parte delle eredità degli anni precedenti, e degli accantonamenti chiesti dalla Corte per puntellare questi buchi.
Coprire la voragine in tre anni significherebbe bloccare 700 milioni all'anno di spesa corrente. Ma la spesa siciliana è rigida, perché viene assorbita da stipendi e attività di base mentre i servizi aggiuntivi sono al lumicino. Di qui il rischio di far saltare il banco.iettivi concordati, da definire nei prossimi tre mesi. Sperando che questa volta funzionino. Perché i precedenti non sono incoraggianti. L'ultimo «storico accordo» con la Sicilia, come si legge nel comunicato scritto dal ministero dell'Economia in quell'occasione, risale al 19 dicembre 2018. Concedeva a Palermo 540 milioni da girare a Province (lì si chiamano «liberi consorzi» ) e Città metropolitane per la manutenzione di strade e scuole, chiedeva di aumentare gli investimenti del 2% all'anno e permetteva di spalmare il vecchio disavanzo (quello prima del 2018) in 30 anni. «Obiettivo dell'intesa - spiegava sempre il Mef - è risolvere l'annosa questione tributaria tra Stato e Regione». Ma le questioni siciliane, evidentemente, sono troppo «annose» per trovare soluzione in fretta.

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