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Rassegna stampa del 22 marzo 2011

 

GIORNALE DI SICILIA
 
Giornata del Fai. Presentazione della kermesse.
 Oggi alle10 al palazzo la Provincia, in piazza Aldo Moro, l'edizione della Giornata Fai dì primavera Sono 6601 luoghi in Italia che sabato 26 e domenica 27 potranno essere visitati gratis. In città, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27, dalle 9 alle 13, si potranno visitare il palazzo della Provincia, l'alloggio prefettizio, la Scala reale, l'Encyclopedie di Diderot della biblioteca provinciale, l'aula consiliare e la Caserma dei carabinieri, al Giardino della Kolymbetra
 
RIBERA
FLAUTO E PIANO «PERFETTI»
L'istituto superiore di studi musicali «Arturo Toscanini» di Ribera, istituito e finanziato dalla Provincia, organizza due nuove masterclass internazionali La prima è un corso di flauto, le cui iscrizioni scadono venerdì 25, che si terrà dal4all'8 aprile prossimi con la direzione della concertista newyorkese Marlaena Kessick, già titolare di cattedra presso il Conservatorio statale di musica Giuseppe Verdi di Milano e in atto direttore artistico deH'Ente concerti Castello di Belveglio (Asti). La seconda è un masterdi pianoforte, con iscrizioni in scadenza il primo aprile, che sarà tenuta dall'11 al 15 aprile dal pianista boemo Libor Novacek, concertista di Praga laureato alla Royal Academy di Londra col celebre maestro John Ogdon. Potranno partecipare anche uditori, 
 
FEDERALERGHI
«Dalla Provincia arriva soltanto il silenzio»
«Totale assenza ed ingiustificato silenzio del presidente della Provincia di Agrigento nel gravissimo momento che attraversa l'arcipelago delle Pelagie. Lampedusa, terra di confine, di conquiste, ma principalmente terra di turismo ed integrazione che sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia; i continui sbarchi di disperati che fuggono dai paesi del Nord Africa». L'attacco è portato dal presidente di Federalberghi Agrigento, Francesco Picarella, che invita la Provincia «recuperare il tempo perduto nelle solite chiacchiere della politica», sottolineando che «Lampedusa e Linosa oltre ad essere parte del territorio italiano è anche uno dei quarantadue comuni della nostra splendida provincia, che non merita di essere trattata con superficialità e pressapochismo». 
 
La protesta di Albano
Confindustria, Parco, ritardi per il Piano.
«Serve che la Regione si occupi dell'esame del definitivo progetto evitando, ancora una volta, che gli investimenti siano vanificati dalla mancanza di norme e linee guida».
Il Parco archeologico della Valle dei Templi è una risorsa economica. Potrà portare una ventata nuova di investimenti e una boccata d'ossigeno per il turismo. Serve però chiarezza e celerità. Serve che la Regione si occupi dell'esame del definitivo piano del parco evitando, ancora una volta, che gli investimenti siano vaniticati dalla mancanza di norme e linee guida. E' la posizione di Confindustria di Agrigento, presieduta da Giuseppe Catanzaro, che ieri è intervenuta, con una sorta di lettera-appello, «per conoscere lo stato dell'arte del piano del parco archeologico».
«Stiamo lavorando per migliorare i servizi, l'ospitalità e soprattutto rendere Agrigento appetibile sugli scenari internazionali — ha affermato Nicola Alba- no, presidente degli albergatori
- Abbiamo la certezza che la professionalità dei dirigenti in campo possa essere di sostegno in questa direzione ed in questo senso siamo certi che il direttore del parco Giuseppe Castellana costituisca un utile apporto professionale. Dobbiamo registrare tuttavia la lentezza con la quale si perviene al completamento dell'iter istruttorio del parco».
La politica, del resto, purtroppo, non si occupa a tempo pieno delle dinamiche delle imprese che hanno, invece, per loro natura, bisogno di tempi celeri e certi. «Sapere che il rilancio dell'indotto del turismo — scrivono gli imprenditori di Confindustria di Agrigento — attualmente, in forte crisi, nel contesto internazionale, e registrare ritardi non è un segnale di sostegno. La nostra politica può e deve reagire con i fatti». Per Confindustria, per pianificare investimenti ed attività operanti nel turismo, serve chiarezza. "L'utilizzo dei i fondi, ad esempio dal bando in corso per il settore del turismo, riferito al Por Sicilia 2007/2013, - scrivono, ancora, gli imprenditori di Confindustria - nonché dei benefici correlati ai distretti turistici in corso di approvazione, volti alla riqualificazione ed alla nuova realizzazione di attività produttive e quindi dell'incremento degli occupati. Anche per questo è urgente che la Regione renda celeri le scelte per l'esame del piano del parco". Confindustria di Agrigento si dice pronta a dare, e con forza, il suo contributo pur di arrivare rapidamente a definire il piano del parco. Un piano che potrebbe contribuire a "salvare" l'economia di una città, e d'una provincia, come Agrigento. «Servono però — e questo è l'appello accorato della Confindustria di Agrigento ai dirigenti regionali e alla politica tutta - norme e linee guida ben definite, in modo che gli imprenditori possano decidere di investire per il turismo, sapendo già a che cosa vanno incontro». 
 
LA SICILIA
 
La Procura ha posto i sigilli alla miniera di sali potassici chiusa da 19 anni e che rappresenta un rischio per la salute
Pasquasia bomba ecologica: sequestrato il sito, indagati Lombardo e due assessori
"E' una discarica di rifiuti speciali pericolosi", chiamati a risponderne anche Russo e Marino
ENNA. E' ridotta a una discarica di rifiuti speciali pericolosi, rischiando di diventate una vera e propria «bomba eco- logica»: il sito minerario di Pasquasia, chiuso da 19 anni, ieri mattina è stato sottoposto a sequestro giudiziario, mentre il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e gli assessori regionali alle Infrastrutture, Piercarmelo Russo, e all'Energia, Giosuè Marino, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Enna. I reati ipotizzati dai magistrati sono omissione di atti d'ufficio, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento e mancati interventi di bonifica a tutela della salute. Immediata la reazione del governatore Lombardo: "Questo governo ha attivato tutte le misure sia di controllo che di soluzione del problema con l'avvio della bonifica del sito, Ci sono centinaia di tonnellate di amianto oltre all'olio dielettrico che è stato versato con il rischio di contaminazione per le falde acquifere. Misi dice che ci potrebbero essere anche scorie nucleari depositate tra l'86 e il 90. Una situazione grave che questo governo ha trovato e per risolvere la quale ha messo in campo diverse iniziative, costituendo anche un ufficio speciale. Consegneremo tutti gli atti alla Procura cui chiediamo di essere ascoltati al più presto".
"Sorpreso" anche l'assessore Marino, «anche perché — sottolinea ho prestato la massima attenzione alla questione sin dal mio insediamento nell'ottobre scorso. Sono tuttavia molto sereno giacché, con autonoma iniziativa, ho sin da subito richiesto ai n'dei uffici di relazionare in merito allo stato di tutti i siti minerari dismessi nel territorio della regione per verificarne le condizioni di manutenzione e di sicurezza». Il sito ieri è stato posto sotto sequestro da agenti della Digos, Guardie Forestali e Carabinieri, su disposizione del procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, Sono stati posti i sigilli a tutta l'area della miniera ed è Stato nominato custode giudiziario del sito Dario Ti- cali, esperto e consulente del ministero dell'Ambiente. A Ticali spetterà il compito di gestire tutte le attività e le operazioni all'interno della miniera di sali potassici di Pasquasia. Il sequestro giudiziario vuole essere un sollecito urgente alla Regione Siciliana perché si attivi per rimuovere la notevole quantità di amianto presente all'interno della miniera e dell'olio dielettrico sversato sul terreno dai vecchi macchinari. E' chiaro però che l'obiettivo della Procura è quello di spingere la Regione Siciliana, proprietaria del sito, ad attivare tutte le procedure per la bonifica generale del sito, in quanto Pasquasia sta diventano una «bomba ecologica» di vaste proporzioni. Già da tempo la Procura della Repubblicasi era interessata della miniera di sali potassici aprendo un'inchiesta e sequestrando la documentazione sul sito conservata negli assessorati regionali al Territorio ed Ambiente e all'Energia. La commissione regionale alle Attività produttive ha effettuato diversi sopralluoghi, accertando che la miniera ennese ha bisogno di interventi urgenti di bonifica. Solo in un secondo tempo potrebbe poi valutarsi anche l'opportunità di riprendere l'attività estrattiva dalla miniera di sali potassici, con riflessi positivi sull'occupazione nelle province di Enna, Caltanissetta ed Agrigento.
 
CATTEDRALE. Giovanni Noto: «Va bene seguire l'emergenza, ma si studi meglio il sottosuolo del sito»
I geologi lanciano l'allarme
Dopo l'ospedale San Giovanni di Do »tocca» alla Cattedrale Due estati fa l'intervento del ministro Angelino Alfano fu determinante a far «Capire» all'allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che il nosocomio inaugurato nel 2003 stava per essere sgomberat0 a causa del presunto cemento impoverito al quale era stato eretto. Bertolaso venne vide e fece partire gli interventi che hanno di fatto evitato prima lo sgombero e poi la chiusura della struttura sanitaria A distanza di un paio d'anni Alfano è ancora il ministro della Giustizia Bertolaso si gode la propria pensione l'ospedale è sempre al proprio Posto, il sindaco è sempre Marco Zambuto e la Cattedrale ci si è «accorti» che sta precipitando verso valle Per l'ennesima volta, alla faccia dei 10 milioni di euro spesi tra il 2005 e il 2008 per consolidare il luogo sacro, ma non la collina dalla quale si erge, Alfano ha detto al sindaco Zambuto che interverrà personalmente per sollecitare ancora una volta la Protezione civile per salvare la Cattedrale il cui problema no è certamente il presunto cemento impoverito col quale sarebbe stata realizzata negli scorsi millenni. Nè il problema pare sia il cattivo lavoro di restauro e consolidamento ultimato appena un paio d'anni fa, dopo altrettanti di chiusura al culto. Il problema c'è chi, come i geologi, lo conosce molto bene ma ad oggi è come se parlasse con un muro di gomma. Giovanni Noto, componente del consiglio regionale dell'Ordine professionale segnala da mesi che «l'emergenza Cattedrale non si risolve intervenendo sulla Cattedrale, ma su cosa c'è sotto di essa, sulle fondamenta e ancora di più sul terreno sulla quale poggia, sulla collina, su cosa c'è nelle viscere della terra in quella zona della città. Qui - sottolinea Noto - si continua a parlare di interventi sulla parte alta, ma nulla si dice osi fa su cosa accade sotto i nostri i piedi. Si deve conoscere il sottosuolo prima di mettere mano su ciò clic c'è sopra. Oltre a salvate l'immediato e a rincorrere l'emergenza è indispensabile approfondire gli studi sul sottosuolo, sugli ipogei e sullo stato della collina». Noto non parla ovviamente a nome di se stesso, ma della categoria dei geologi che in questa stucchevole telenovela degli interventi sulla zona della Cattedrale continuano ad avere un ruolo abbastanza anonimo. «Ci siamo messi a disposizione, ma non siamo Stati coinvolti in alcuna decisione». Tanto che, ad oggi, non risultano essere stati invitati al tavolo tecnico organizzato a Roma per incaricare, ancora una volta, la Protezione Civile di salvare un altro simbolo di Agrigento. Con la speranza che stavolta i soldi che verranno stanziati servano a risolvere il problema per sempre, senza prestare il fianco a future emergenze da gestite con interventi «superiori».
 
APPUNTAMENTO
Giornata di Primavera Fai presentata questa mattina
Verrà presentata questa mattina alle 10.30 nella sala stampa della Provincia Regionale di Agrigento, la Giornata FAI di Primavera, un appuntamento giunto quest'anno alla 19» edizione. L' evento si festeggia in tutta Italia e prevede l'apertura straordinaria di 660 beni in tutte le Regioni. "150 luoghi per 150 anni" è il tema che viene chiaramente dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia. 150 luoghi particolarmente legati alla nostra storia nazionale, a Garibaldi, al Risorgimento agli eroi. Visite guidate saranno organizzate al Palazzo della provincia,alla caserma dei Carabinieri, al santuario di San Calogero, ai giardini di Porta di ponte e all'ex Monastero ed ex Carcere di San Vito. Gli "apprendisti ciceroni" saranno gli alunni delle scuole medie "Garibaldi", "Pirandello", "Castagnolo", "Reale", ma anche del liceo scientifico "Leonardo" e "Majorana",del liceo socio-psico-pedagogico "Politi", all'ISS "M.Foderà" e Itc "Sciascia". Le visite si articoleranno nei giorni 25, 26 e 27 Marzo dalle 9 alle 13.
 
ARS, ANCORA IN ALTO MARE LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
Riforma elettorale, vertice Pdl per salvare il testo
PALERMO. Oggi si parte dal primo punto all'ordine del giorno dell'Ars, cioè dalla semplificazione amministrativa. Ma ancora non c'è, e non sembra che vi sia traccia, del famoso maxiemendamento che sarebbe scaturito da «tavoli» conseguenti all'accordo bipolare o pseudo tale di due settimane oro sono. Al secondo punto c'è la riforma elettorale. Neanche in questo caso si intravede all'orizzonte la stesura dell'annunciato urbi et orbi maxiemendamento frutto di «tavoli». Anzi, se ufficialmente non risulta, di fatto sembra che si ritorni allo statu quo ante. Cioè all'ostruzionismo sospeso con il lodo Leanza sulla opportunità di una pausa di riflessione. Infatti, per affrontare i temi della riforma elettorale, i coordinatori regionali del Pdl Castiglione e Nania hanno organizzato una cena con la partecipazione del ministro Alfano, deputati nazionali e senatori eletti in Sicilia, parlamentari dell'Ars, presidenti di Provincia e sindaci dei maggiori comuni isolani. Sostiene Castiglione: «Trattandosi di una riforma elettorale impegnativa per il presente ed il futuro, mi pare opportuno che sia tutta la classe dirigente del Pdl siciliano a dire la sua». Da indiscrezioni si apprende che il pacchetto presentato dal gruppo del Pdl nell'incontro con la maggioranza, come possibile piattaforma per un accordo trasversale, non soddisferebbe larga parte del Pdl isolano. Alla luce degli umori raccolti, il testo proposto dal gruppo del Pdi per un accordo sulla riforma elettorale salterebbe del tutto o in parte. Insomma, come dire che sulla riforma elettorale si riparte da zero. L'unica certezza è l'accordo tra le donne parlamentari per l'introduzione del doppio voto di preferenza, di cui uno di genere. Sarà in via "sperimentale" da applicare nelle prime due consiliature: è la proposta che ha messo d'accordo Giulia Adamo (Udc), Marianna Caronia (Pid) e Concetta Raia (Pd), le donne presenti in questa legislatura. Da notare che la preferenza di genere è uno dei punti rimasti fuori dalla cosiddetta intesa fra maggioranza e opposizione. Ieri nella Sala Rossa di Palazzo dei Normanni, Adamo, Caronia e Raia ne hanno discusso con il mondo rosa: rappresentanti di associazioni femminili, sindacati, movimenti, imprenditrici, elette e rappresentanti delle istituzioni. L'intesa prende spunto da un emendamento di Caronia che prevede la possibilità di indicare due preferenze, ma la seconda sarà valida solo sedi genere: in pratica o si votano un uomo e una donna, o il secondo voto sarà nullo. «E' una battaglia che non nasce nei palazzi della politica, ma nella società e l'Ars deve capire — dice la Caronia — che su questo tema abbiamo il consenso della gente». Sulla stessa posizione Concetta Raia: «Sarebbe un segnale forte di vero rinnovamento della classe politica. Porto avanti questa battaglia da tempo, spero che l'Ars abbia il coraggio di varare questa riforma». Giulia Adamo, inizialmente contraria alla doppia preferenza, si ammorbidisce di fronte all'ipotesi di applicare la norma in via sperimentale: «In questo modo — dice — possiamo vedere come va, se funziona. Con la doppia preferenza bisogna stare attenti, si rischia un ritorno alle cordate di partito». Da alcune rappresentanti della Fondazione Bellisario è stato chiesto che anche in Sicilia si applichi la previsione di riservare una quota del 30% della rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società pubbliche.
 
SOLE 24 ORE
 
Enti Locali. I vincoli del «Patto» e le difficoltà gestionali rallentano i versamenti alte imprese: nel 2010 una flessione di 7 miliardi
Pagamenti pubblici frenati al Sud
A Bari (-42,1%) e Catanzaro (-39,7%) il calo maggiore - In sofferenza anche Torino
I numeri più pesanti si concentrano nel Mezzogiorno: l'anno scorso il comune di Bari ha liquidato pagamenti alle imprese per 50,7 milioni di euro, il 42,1% in meno rispetto all'anno prima: da Catanzaro (-39,7%) a Potenza (-25,90 ), passando per Roma, Palermo e Napoli, sono soprattutto le città del Centro-Sud a mostrare in genere i dati peggiori. Ma la gelata nei pagamenti per investimenti della pubblica amministrazione alle imprese, rilevata dal monitoraggio del ministero dell'economia dei flussi di cassa, l'anno scorso si è mangiata 3 miliardi (con una flessione del 17% nei pagamenti), è generalizzato, e fatica a farsi imbrigliare nelle solite distinzioni territoriali: se al Sud la frenata agisce su un livello-base già più basso rispetto alla media nazionale, le imprese che lavorano con gli enti locali soffrono anche a Torino, dove il servizio al debito comunale mangia risorse e spegne le energie di Palazzo di Città, oppure a Bologna, colpita anche dal commissariamento che ovviamente non aiuta gli investimenti comunali. In qualche caso, poi, lo stesso territorio vive al suo interno dinamiche opposte: le imprese che lavorano con il comune di Milano, per esempio, finora non hanno sofferto (i pagamenti sono stati regolari, e sono addirittura aumentati del 9% rispetto al 2009), mentre chi ha a che fare con la provincia deve fare i conti con un crollo dei pagamenti dell'ordine del 22% in un anno.
Le cause
A spiegare un quadro così articolato sono i vari fattori che incagliano i crediti vantati dalle imprese nei confronti degli enti territoriali. Il patto di stabilità, con i suoi criteri di calcolo che ostacolano la trasformazione degli impegni in pagamenti, è l'imputato principale; ai vincoli del patto, però, si uniscono le incertezze gestionali nelle amministrazioni e uno scarso impegno a sfruttare le opportunità che si nascondono nelle pieghe delle regole. Risultato: nel 2010 i soli comuni hanno liquidato 3 miliardi di euro meno dell'anno prima, ma un miliardo abbondante di mancati pagamenti all'anno nasce da un eccesso di zelo (o, meglio, da una programmazione non troppo efficace) da parte dei sindaci, oppure una somma analoga si sarebbe potuta liberare grazie all'intervento delle regioni. Insomma: se tutto fosse andato come doveva, la flessione dei pagamenti alle imprese si sarebbe attestata fra il 9 e il 10 %, invece di registrare il -16% che rappresenta una mazzata per molti sistemi economici territoriali.
Costruttori i più colpiti
Si giunge a questa conclusione incrociando i dati sui pagamenti con i risultati del patto di stabilità elaborati da Ragioneria generale e Ance,l'associazione dei costruttori. Sono loro, naturalmente, la categoria colpita più direttamente dai bilanci comunali che zoppicano, perché i loro lavori assorbono l'80% dei pagamenti dei sindaci, e la dinamica parla chiaro: le fatture liquidate a chi costruisce strade sono diminuite del 17%, quelle destinate a chi realizza infrastrutture idrauliche sono scese del 22% e chi lavora sui beni culturali deve fronteggiare il taglio di quasi un terzo della liquidità in circolo. Numeri alla mano, i costruttori fanno un ragionamento lineare: «La soluzione del problema del Patto - scrivono in uno studio appena dedicato al tema — va ricercata nell'allentamento dei vincoli sugli enti locali, rivisitando gli obiettivi assegnati al vari comparti pubblico (e qui la sintonia con i sindaci è totale), ma nel frattempo "non bisogna trascurare alcune possibilità offerte dalla normativa attuale". Il primo pensiero va alla «regionalizzazione» del patto,grande promessa finora mantenuta solo in parte. Le strade per l'intervento regionale sono due: i governatori possono liberare quote di pagamenti agli enti locali, coprendo di tasca propria la differenza (compensazione verticale), oppure agire come cabina di regia, spostando dagli enti più "floridi" a quelli in difficoltà delle quote di patto (compensazione orizzontale). La prima strada nel 2010 ha liberato 400 milioni in 10 regioni, ma a prezzo di una stretta equivalente nei pagamenti dei governatori, mentre la seconda è stata battuta solo in due casi (Lazio e Piemonte), e ha liberato 122,6 milioni: pochino, tanto più se si considera che quest'ultimo meccanismo è a costo zero, e imporrebbe solo una maggiore capacità di programmazione concordata tra i diversi enti. Il mille proroghe ha aumentato gli incentivi agli interventi regionali: quest'anno si vedrà se le nuove misure saranno sufficienti
Programmazione difficile
Ad aggravare il quadro, risono le difficoltà di programmazione da parte dei singoli comuni: le tabelle della Ragioneria mostrano che nel 2009 gli enti con più di 5mila abitanti, perché le norme sono spesso incerte e non è facile allineare gli impegni agli spazi effettivi concessi dalle regole, hanno superato di 1,1 miliardi l'obiettivo imposto dal patto. I sindaci chiedono che queste risorse rimangano a loro, proprio per far ripartire i pagamenti. Finora, però, ogni nuovo patto è ripartito da zero.
 
MINISTERIALE
Dieci giorni per certificare la «stabilità»
Comuni e province hanno dieci giorni di tempo per trasmettere al ministero dell'Economia la certificazione sul rispetto del patto di stabilità nel 2010, firmata dal rappresentante legale (sindaco o presidente) e dal responsabile del servizio finanziario. Il decreto ministeriale con i prospetti per la certificazione è stato firmato ieri e diffuso sul sito Internet della ragioneria generale dello stato.
Chi non rispetterà i tempi fissati dalla legge incorrerà nella nuova super-sanzione, che azzera i trasferimenti erariali con l'eccezione di quelli che servono a coprire gli oneri di ammortamento dei mutui. La nuova penalità, introdotta dalla manovra estiva (articolo 14, comma 3 del Dl 78/2010), si aggiunge alle altre sanzioni previste per gli enti inadempienti, fra cui il blocco di assunzioni e indebitamento, la riduzione della spesa corrente e il taglio del 30% alle indennità degli amministratori.
 
Privacy. Le linee guida del garante
Sui siti della Pa trasparenza ma con vincoli
ROMA. Più trasparenza per la pubblica amministrazione, ma senza dimenticare la privacy. Internet ha dato un forte impulso alla pubblicazione di documenti da parte degli uffici pubblici e così hanno voluto anche recenti normative, sfociate nel programma triennale per la trasparenza e l'integrità che ogni amministrazione è tenuta ad adottare. Non si può, però, dimenticare che in molti casi si tratta di mettere in circolo dati personali ed è per questo che il garante della privacy ha messo a punto un articolato provvedimento con il quale indica le modalità di diffusione degli atti delle pubbliche amministrazioni. Le linee guida — che dopo essere state sottoposte a una consultazione generale sono state pubblicate sulla «Gazzetta Ufficiale» 64 del 1° marzo — affrontano diversi aspetti della diffusione on line di documenti pubblici, con la consapevolezza che i vari interventi legislativi succedutisi nel tempo hanno introdotto una «forte frammentazione della disciplina».
Il presupposto da cui partire è che possono essere messi sulla rete atti contenenti dati personali solo se c'è una legge o un regolamento che lo prevede, fermo restando il divieto di pubblicazione dei dati sulla salute. Per esempio, una sicura copertura legislativa è data dal programma triennale sulla trasparenza. In particolare, dalle linee guida predisposte in tal senso dalla Civit. Le pubbliche amministrazioni possono anche valutare di andare oltre le indicazioni della Civit, ma in questo caso devono motivare adeguatamente la scelta nell'ambito del programma triennale. E comunque, devono sempre tenere presentii principi di necessità,proporzionalità e pertinenza dei dati pubblicati.
Più nel dettaglio e limitandosi ad alcuni esempi, possono finire su internet informazioni sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici o sulla loro produttività (ma non, per esempio, notizie particolari sui cedolini dello stipendio, su aspetti particolari della dichiarazione dei redditi, sugli orari di entrata e uscita, sul domicilio privato). Possono, altresì, essere messi on line i curricula di dirigenti, segretari comunali e provinciali, ma non in maniera integrale: vanno, infatti, omessi i dati strettamente personali non pertinenti con le finalità della trasparenza. Via libera anche alla pubblicazione on line, senza vincoli, dei risultati delle prove di concorso e delle graduatorie finali. E anche possibile pubblicare altre informazioni, ma che devono essere accessibili, attraverso password o altri filtri, solo a chi ha partecipato al concorso. Si pensi, per esempio, ai verbali o a eventuali titoli di precedenza o preferenza accordati ad alcuni candidati. Il garante ha inoltre raccomandato che tutte le informazioni siano rintracciabili attraverso modalità di accesso interne al sito su cui vengono pubblicate, piuttosto che mediante motori di ricerca esterni. E questo per evitare che i dati personali finiscano per essere decontestualizzati e anche una volta diventati vecchi continuino a circolare per internet, non garantendo il diritto all'oblio) degli interessati.
Altra raccomandazione è che le informazioni stiano in rete per periodi ben precisi, che, laddove non siano espressamente indicati da disposizioni di legge, devono essere le stesse pubbliche amministrazioni a individuare.
L'equilibrio
1. LA TRASPARENZA
Sempre di più le pubbliche amministrazioni sono chiamate a rendere trasparente il loro operato. Tanto più che internet rende immediato e facile tale obiettivo. Anche le recenti normative hanno spinto su questo risultato, imponendo agli uffici pubblici un piano triennale di trasparenza e
integrità
2. LAPRIVACY
Molti atti che le pubbliche amministrazioni devono pubblicare contengono dati personali. Per questo il garante ha messo a punto linee guida ad hoc. Il provvedimento, approvato in via provvisoria a metà dicembre, è stato sottoposto a consultazione pubblica. Dopo il sì definitivo dell'authority, é stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 64 del 19 marzo
 
Agrigentoflash
 
Pasquasia di Enna: l'assessore Marino chiederà d'essere ascoltato presto dai Magistrati
"Rimango sorpreso dalla notizia dell'informazione di garanzia ricevuta dalla Procura della Repubblica di Enna in merito a presunte omissioni da parte mia sulla vicenda dell'ex sito minerario di Pasquasia, anche perche' vi ho prestato la massima attenzione sin dal mio insediamento avvenuto nell'ottobre scorso". Sono tuttavia molto sereno giacche', con autonoma iniziativa, ho sin da subito richiesto ai miei uffici di relazionare in merito allo stato di tutti i siti minerari dismessi nel territorio della regione per verificarne le condizioni di manutenzione e di sicurezza". Lo ha detto l'assessore regionale all'Energia e ai Servizi di Pubblica utilita', Giosue' Marino. "Sul sito di Pasquasia, in particolare - ha spiegato Marino - venuto a conoscenza dell'atto di sabotaggio che ha determinato la fuoriuscita di olio dielettrico nel dicembre scorso, ho anche dato con immediatezza precise disposizioni ai miei dipartimenti affinche', nell'esercizio delle attribuzioni di loro esclusiva competenza, assumessero tutte le iniziative necessarie a scongiurare il rischio di contaminazione dell'area e a metterla in sicurezza". "Inoltre - ha proseguito l'assessore - ho tempestivamente e in piu' occasioni riunito intorno ad un tavolo tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione del sito minerario in questione, per l'individuazione con urgenza degli interventi da intraprendere da parte di ciascuno per la risoluzione definitiva delle problematiche relative alla complessiva situazione ambientale del sito in questione, esistente, come e' noto, da tempo". "Grazie al mio personale intervento - ha aggiunto l'assessore - sono state gia' assunte dai soggetti competenti iniziative, non solo per superare l'emergenza, ma soprattutto per affrontare la complessa opera di bonifica dell'intero sito". "Ai magistrati di Enna che conducono l'inchiesta - ha concluso Marino - chiedero' di essere ascoltato in tempi rapidi per fornire ogni utile elemento di conoscenza".
 
Provincia regionale: in calo l'inquinamento atmosferico
Presentati sul sito della Provincia Regionale di Agrigento www.provincia.agrigento.it, nella home page, i dati del monitoraggio della qualità dell'aria rilevate dalle centraline gestite dalla Provincia per il mese di febbraio 2011. Si tratta dei dati registrati nelle centraline di Agrigento Centro, Monserrato, Agrigento Centro, Agrigento Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle.
Questa la situazione con i superamenti dei limiti di legge avvenuti nella nostra provincia:
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_UNO
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 57.3 μg/m3
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_TRE
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 56.5 μg/m3
STAZIONE AGRIGENTO_CENTRO
PM10 Giorno 18.02.2011 Media 24h 59.5 μg/m3
PM10 Giorno 26.02.2011 Media 24h 60.2 μg/m3.
Prosegue la diminuzione dei valori di inquinamento da PM10, rispetto allo scorso anno, dopo la richiesta di maggiori verifiche fatta dalla Provincia Regionale di Agrigento agli organi competenti, fatta nei mesi scorsi. Nel mese di febbraio 2010 si erano registrati i seguenti sforamenti dei limiti di PM10: STAZIONE Canicattì 3 giorni, Porto Empedocle 4 giorni, Agrigento: Monserrato, Valle dei Templi e Agrigento Centro, 3 giorni ciascuno.
La validazione dei dati è stata curata dall' A.R.P.A. Sicilia - Dipartimento Provinciale di Agrigento.
 
Agrigentoweb
 
Provincia, Bilancio. Preoccupazioni di Spoto
Il Presidente della Commissione consiliare "Gestione Vigilanza Bilancio" alla Provincia Regionale di Agrigento Nino Spoto in occasione della prossima approvazione, da parte del Consiglio Provinciale, del Bilancio di previsione per l'anno 2011, esprime la sua personale preoccupazione per le conseguenze della crisi economica che ha colpito l'intera nazione, ma che sul nostro territorio ha duramente colpito tutti i settori trainanti della nostra economia. Spoto sottolinea uno scollamento tra la politica e la popolazione agrigentina che, secondo il Consigliere, è ancor più forte in questi ultimi anni. Spoto sempre sensibile e vicino ai problemi dei lavoratori, ritiene indispensabile approvare un bilancio che tenga conto del rilancio del territorio della nostra provincia con investimenti mirati che prevedano interventi nell'agricoltura, nell'artigianato, nel turismo, nella pesca e nell'infrastrutture e che preveda aiuti economi adeguati ai bisogni delle categorie più deboli e svantaggiate. Spoto come Presidente della Commissione consiliare "Vigilanza Gestione Bilancio" ha già programmato una serie di incontri con le categorie dei lavoratori, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni, per stabilire le priorità da portare in Consiglio Provinciale.
Il Presidente Spoto tenendo conto anche dei problemi legati alla gestione degli ATO idrici e degli ATO Rifiuti che ultimamente sono stati motivo di critiche per gli alti costi per la popolazione, sottolinea che è necessaria una forte azione politica che riesca a riportare la gestione dei rifiuti e del servizio idrico ai Comuni. 
 
Giornata di Primavera, domani la presentazione
Sarà presentata domani mattina, con una conferenza stampa alla Provincia regionale, la 19esima Giornata Fai di primavera. Sono in tutto 660, in tutta Italia, i luoghi che il 26 e il 27 marzo prossimi portanno essere visitati gratuitamente. Ad Agrigento, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle 9 alle 13, si potranno visitare, nel Palazzo della Provincia, l'alloggio prefettizio, la Scala reale, l'Encyclopédie di Diderot della biblioteca provinciale, l'aula consiliare; poi la Caserma dei carabinieri (ex Palazzo Vadalà), il Santuario di San Calogero, i giardini di Porta di Ponte (la "scomparsa" Villa Garibaldi), l'ex monastero ed ex carcere di San Vito. Sabato e domenica, dalle 10 alle 17, sarà possibile visitare il Giardino della Kolymbetra.
 
Inquinamento, ecco i dati di febbraio
Presentati sul sito della Provincia Regionale di Agrigento www.provincia.agrigento.it, nella home page, i dati del monitoraggio della qualità dell'aria rilevate dalle centraline gestite dalla Provincia per il mese di febbraio 2011. Si tratta dei dati registrati nelle centraline di Agrigento Centro, Monserrato, Agrigento Centro, Agrigento Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle.
Questa la situazione con i superamenti dei limiti di legge avvenuti nella nostra provincia:
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_UNO
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 57.3 μg/m3
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_TRE
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 56.5 μg/m3
STAZIONE AGRIGENTO_CENTRO
PM10 Giorno 18.02.2011 Media 24h 59.5 μg/m3
PM10 Giorno 26.02.2011 Media 24h 60.2 μg/m3.
Prosegue la diminuzione dei valori di inquinamento da PM10, rispetto allo scorso anno, dopo la richiesta di maggiori verifiche fatta dalla Provincia Regionale di Agrigento agli organi competenti, fatta nei mesi scorsi. Nel mese di febbraio 2010 si erano registrati i seguenti sforamenti dei limiti di PM10: STAZIONE Canicatti 3 giorni, Porto Empedocle 4 giorni, Agrigento: Monserrato, Valle dei Templi e Agrigento Centro, 3 giorni ciascuno. La validazione dei dati è stata curata dall' A.R.P.A. Sicilia - Dipartimento Provinciale di Agrigento.
 
Perlacittà
 
Miniera di Pasquasia. Marino chiederà di essere ascoltato in tempi rapidi
 "Rimango sorpreso dalla notizia dell'informazione di garanzia ricevuta dalla Procura della Repubblica di Enna in merito a presunte omissioni da parte mia sulla vicenda dell'ex sito minerario di Pasquasia, anche perche' vi ho prestato la massima attenzione sin dal mio insediamento avvenuto nell'ottobre scorso". Sono tuttavia molto sereno giacche', con autonoma iniziativa, ho sin da subito richiesto ai miei uffici di relazionare in merito allo stato di tutti i siti minerari dismessi nel territorio della regione per verificarne le condizioni di manutenzione e di sicurezza". Lo ha detto l'assessore regionale all'Energia e ai Servizi di Pubblica utilita', Giosue' Marino. "Sul sito di Pasquasia, in particolare - ha spiegato Marino - venuto a conoscenza dell'atto di sabotaggio che ha determinato la fuoriuscita di olio dielettrico nel dicembre scorso, ho anche dato con immediatezza precise disposizioni ai miei dipartimenti affinche', nell'esercizio delle attribuzioni di loro esclusiva competenza, assumessero tutte le iniziative necessarie a scongiurare il rischio di contaminazione dell'area e a metterla in sicurezza". "Inoltre - ha proseguito l'assessore - ho tempestivamente e in piu' occasioni riunito intorno ad un tavolo tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione del sito minerario in questione, per l'individuazione con urgenza degli interventi da intraprendere da parte di ciascuno per la risoluzione definitiva delle problematiche relative alla complessiva situazione ambientale del sito in questione, esistente, come e' noto, da tempo"."Grazie al mio personale intervento - ha aggiunto l'assessore - sono state gia' assunte dai soggetti competenti iniziative, non solo per superare l'emergenza, ma soprattutto per affrontare la complessa opera di bonifica dell'intero sito". "Ai magistrati di Enna che conducono l'inchiesta - ha concluso Marino - chiedero' di essere ascoltato in tempi rapidi per fornire ogni utile elemento di conoscenza".
 
Lampedusa: soddisfatto il gruppo Pdl alla Provincia per la nomina di Fontana
Il Gruppo Consiliare del PDL alla Provincia Regionale di Agrigento apprende con soddisfazione l'inserimento dell'on. Vincenzo Fontana nel Comitato che si occuperà delle misure compensative per il Comune di Lampedusa, penalizzato dall'emergenza sbarchi di questi ultimi giorni. Com'è nello stile del Governo Berlusconi si interviene, ancora una volta, con tempestività e in maniera concreta per affrontare e superare i problemi. "La dichiarazioni dei ministri Alfano, Maroni e La Russa -  dichiarano  Mario Lazzano, Ivan Paci, Calogero Lo Leggio, Nicolo' Testone, Gioacchino Zarbo e Angelo Bennici - rappresentano un segnale significativo della solidarietà che lo Stato porta a Lampedusa e ai suoi abitanti. La presenza dell'on. Fontana, in questo comitato che si occuperà delle misure compensative dovute ai Lampedusani, è una reale garanzia per tutti, considerata la sua profonda conoscenza dell'intero territorio provinciale, come ha dimostrato nei dieci anni in cui ha guidato la Provincia Regionale di Agrigento con grande competenza ed equilibrio politico". "Riteniamo - aggiungono i consiglieri del Pdl - che il Governo Berlusconi non poteva fare scelta più felice, così come quella della senatrice Maraventano che assieme all'on. Fontana farà parte dello stesso organismo. Non appena l'on. Fontana rientrerà da Roma lo incontreremo per discutere sull'argomento e per invitarlo a guidare una nostra delegazione a recarsi sull'isola sia in segno di solidarietà ai suoi abitanti che per individuare come si può meglio rimediare al danno d'immagine che Lampedusa ha subito dalle note vicende".
F.to Gruppo Consiliare PDL-Provincia Regionale Agrigento
Mario Lazzano,
Ivan Paci,Calogero Lo Leggio,Nicolo' Testone,Gioacchino Zarbo,Angelo Bennici.
 
Inquinamento da PM10 in diminuzione nel mese di febbraio nell'agrigentino
Sono stati presentati sul sito della Provincia Regionale di Agrigento i dati del monitoraggio della qualità dell'aria rilevate dalle centraline gestite dalla Provincia per il mese di febbraio 2011. Si tratta dei dati registrati nelle centraline di Agrigento Centro, Monserrato, Agrigento Centro, Agrigento Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle.
Questa la situazione con i superamenti dei limiti di legge avvenuti nella nostra provincia:
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_UNO
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 57.3 μg/m3
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_TRE
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 56.5 μg/m3
STAZIONE AGRIGENTO_CENTRO
PM10 Giorno 18.02.2011 Media 24h 59.5 μg/m3
PM10 Giorno 26.02.2011 Media 24h 60.2 μg/m3.
Prosegue la diminuzione dei valori di inquinamento da PM10, rispetto allo scorso anno, dopo la richiesta di maggiori verifiche fatta dalla Provincia Regionale di Agrigento agli organi competenti, fatta nei mesi scorsi. Nel mese di febbraio 2010 si erano registrati i seguenti sforamenti dei limiti di PM10: STAZIONE Canicatti 3 giorni, Porto Empedocle 4 giorni, Agrigento: Monserrato, Valle dei Templi e Agrigento Centro, 3 giorni ciascuno.  La validazione dei dati è stata curata dall' A.R.P.A. Sicilia - Dipartimento Provinciale di Agrigento.
 
Sicilia24h
 
Provincia, inquinamento da PM10 in diminuzione nel mese di febbraio
Presentati sul sito della Provincia Regionale di Agrigento www.provincia.agrigento.it, nella home page, i dati del monitoraggio della qualità dell'aria rilevate dalle centraline gestite dalla Provincia per il mese di febbraio 2011. Si tratta dei dati registrati nelle centraline di Agrigento Centro, Monserrato, Agrigento Centro, Agrigento Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle.
Questa la situazione con i superamenti dei limiti di legge avvenuti nella nostra provincia:
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_UNO
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 57.3 μg/m3
STAZIONE PORTO_EMPEDOCLE_TRE
PM10 Giorno 17.02.2011 Media 24h 56.5 μg/m3
STAZIONE AGRIGENTO_CENTRO
PM10 Giorno 18.02.2011 Media 24h 59.5 μg/m3
PM10 Giorno 26.02.2011 Media 24h 60.2 μg/m3.
Prosegue la diminuzione dei valori di inquinamento da PM10, rispetto allo scorso anno, dopo la richiesta di maggiori verifiche fatta dalla Provincia Regionale di Agrigento agli organi competenti, fatta nei mesi scorsi. Nel mese di febbraio 2010 si erano registrati i seguenti sforamenti dei limiti di PM10: STAZIONE Canicatti 3 giorni, Porto Empedocle 4 giorni, Agrigento: Monserrato, Valle dei Templi e Agrigento Centro, 3 giorni ciascuno. La validazione dei dati è stata curata dall' A.R.P.A. Sicilia - Dipartimento Provinciale di Agrigento
 
Lavalledeitempli
 
Spoto: preoccupazione per le conseguenze della crisi economica
Il Presidente della Commissione consiliare "Gestione Vigilanza Bilancio" alla Provincia Regionale di Agrigento Nino Spoto in occasione della prossima approvazione, da parte del Consiglio Provinciale, del Bilancio di previsione per l'anno 2011, esprime la sua personale preoccupazione per le conseguenze della crisi economica che ha colpito l'intera nazione, ma che sul nostro territorio ha duramente colpito tutti i settori trainanti della nostra economia. Spoto sottolinea uno scollamento tra la politica e la popolazione agrigentina che, secondo il Consigliere, è ancor più forte in questi ultimi anni. Spoto sempre sensibile e vicino ai problemi dei lavoratori, ritiene indispensabile approvare un bilancio che tenga conto del rilancio del territorio della nostra provincia con investimenti mirati che prevedano interventi nell'agricoltura, nell'artigianato, nel turismo, nella pesca e nell'infrastrutture e che preveda aiuti economi adeguati ai bisogni delle categorie più deboli e svantaggiate.
Spoto come Presidente della Commissione consiliare "Vigilanza Gestione Bilancio" ha già programmato una serie di incontri con le categorie dei lavoratori, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni, per stabilire le priorità da portare in Consiglio Provinciale. Il Presidente Spoto tenendo conto anche dei problemi legati alla gestione degli ATO idrici e degli ATO Rifiuti che ultimamente sono stati motivo di critiche per gli alti costi per la popolazione, sottolinea che è necessaria una forte azione politica che riesca a riportare la gestione dei rifiuti e del servizio idrico ai Comuni.

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