GIORNALE DI SICILIA
POLITICA & PROVINCIA
«Autonomisti forti e Liberi» - Altra corrente per il Mpa
Dopo la lista del Presidente, che fa capo ad Eugenio D'Orsi, si consolida una nuova corrente nel Mpaagrigentino. Domani alle 19 sarà infatti battezzata, al Grand Hotel Mosè, l'associazione socio-culturale "Autonomisti, forti e liberi" che si richiama alle posizioni dell'onorevole Giancarlo Granata. «L'associazione - spiega il comitato di reggenza - intende avviare un proficuo dibattito su tutti i temi che riguardano le tante questioni aperte e le tante problematiche non risolte relative alle infrastrutture, all'acqua, ai rifiuti alle opportunità mancate per migliaia di giovani e meno giovani disoccupati e in generale riguardanti lo sviluppo socio economico della provincia di Agrigento in un contesto di una Sicilia orgogliosa del proprio autonomismo. Il movimento politico sarà organizzato in modo capillare nel territorio con propri organi statutari, propri circoli con una propria sede provinciale e con numerosi aderenti».
D'Orsi e il Pid
Il presidente della Provincia, D'Orsi sostiene di non essersi recato a Roma per incontrare il ministro Romano e definire con lui una intesa che possa portare il partito a sostenere la nuova giunta. «In atto - dice il capo della Provincia - non c'è alcuna trattativa con il Pid. La definizione del cartello politico all'interno della giunta provinciale rispecchierà la composizione dell'esecutivo della Regione».
Il COMMISSARIO DELLO STATO HA IMPUGNATO 2 NORME: SPESA NON QUANTIFICATA E RSORSE INDISPONIBILI
Enti locali, "mazzata" sui precari - Stipendi ridotti per mille di loro
Stop anche alla legge che avrebbe integrato le pensioni di 500 ex dipendenti dell'Eas
Bloccati i contributi della Regione ai Comuni: così un migliaio di precari delle fasce
alte, per avere il posto fisso dovranno ridursi lo stipendio
PALERMO. Stop alla integrazione alla pensione di circa 500 dipendenti dell'Eass e stop, soprattutto, alla possibilità di finanziare le stabilizzazioni dei precari nelle fasce più alte delle amministrazioni degli enti locali. Il Commissario dello Stato Carmelo Aronica, ha bocciato due articoli di altrettanti disegni di legge che bloccano spese per decine di milioni. Fra quelle cassate, la norma più pesante è quella destinata ai precari. Un articolo contorto che permetteva alla Regione di finanziare le stabilizzazioni nelle fasce alte dei Comuni. Era una norma scelta dai sindacati per superare uno dei limiti della legge con cui a dicembre era stata avviata la stabilizzazione: in quel testo si prevedeva appunto un contributo per chi andava in fascia bassa ma almeno on migliaio dei 22.500 precari interessati ricopre già on incarico più elevato, Il tentativo di aggirare l'ostacolo, come prevedeva l'emendamento proposto da Lino Leanza, è naufragato. La norma avrebbe permesso ai sindaci di ottenere un contributo fino al 90% del costo di ognuna di queste stabilizzazioni in fascia alta. Ma per il prefetto Aronica, «non è stata quantificata la spesa derivante da questa norma nè è indicata la copertura finanziaria». La bocciatura ha messo in allarme i sindacati. Per Massimo Bontempo, leader del Movimento giovani lavoratori (la sigla autonoma più rappresentativa) "in questo modo si continua a negare il riconoscimento della professionalità acquisita dai precari in venti anni di contratti a termine». Il sindacato ha chiesto un incontro urgente a Lombardo perchè adesso un migliaio di precari per avere il posto fisso dovrà accettare una riduzione dello stipendio legata al cosiddetto declassamento in fascia bassa. Restano valide tutte le altre norme sul precariato, che prevedono le stabilizzazioni nelle fasce basse con contributo della Regione ai Comuni e i concorsi per assegnare i posti liberi nelle fasce più elevate.
La seconda norma impugnata dal Commissario dello Stato avrebbe permesso di integrare la pensione di 590 ex dipendenti dell'Eas e 193 pensionandi. La norma valeva anche per il personale che ha lavorato in passato per l'Eas ed è stato poi trasferito od altri enti. Anche in questo caso si tratta di un emendamento fatto approvare so proposta del finiano Alessandro Aricò. Sarebbe costato3l milioni e360milaeuro. E secondo il prefetto Aronica "l'Ars non ha precisato la natura dell'obbligo dell'Ente acquedotti siciliano a corrispondere un trattamento integrativo e speciale». Inoltre i 31 milioni sarebbero stati presi «da un capitolo destinato a far fronte al finanziamento della sanità nel caso in cui non si chiuda entro il 31 luglio l'accordo sui fondi Fas. Intesa che non c'è ed è quindi evidente l'indisponibilità di queste risorse».
RIMPASTO. Ancora problemi per il sindaco
Mpa all'opposizione - Marchetta: Zambuto ormai vicino al Pdl
Il sindaco si appresta a varare un esecutivo in cui potrebbe avere un ruolo di primo piano la componente del ministro Angelino Alfano.
L'Mpa fuori dalla nuova giunta comunale che il sindaco Marco Zambuto da settimane ormai annuncia come cosa già fatta. Il partito autonomista sembrava, in vista dei nuovi assetti politici comunali, un interlocutore privilegiato con il governatore Raffaele Lombardo addirittura designato a ricevere la cittadinanza onoraria e con una poltrona in giunta già pronta per un esponente dell' Mpa. Poi c'è stato il crollo nel centro storico e i rapporti tra Zambuto e Lombardo sono andati a farsi benedire, con il governatore che addirittura non ha invitato ad un vertice palermitano il sindaco che a sua volta aveva duramente criticato la mancanza di tempestivi interventi a favore d Agrigento. La rottura definitiva sembra essere sancita oggi dal consigliere comunale Piero Marchetta.
Il sindaco si appresta a varare un esecutivo in cui potrebbe avere un ruolo di primo piano la componente del ministro Angelino Alfano che, però, nutrirebbe ancora qualche perplessità: tra un anno puntare ancora su Zambuto o su un proprio candidato? Ed allora stanno «riflettendo», anche perchè c'è chi da tempo «lavora» per una propria candidatura. Non ha invece dubbi Marchetta: il sindaco sta cercando di celare «la propria scelta di rinforzare una giunta a trazione Pdl-Pid adducendo motivazioni non rispettose della verità e miranti ancora a confondere la gente di Agrigento e dopo aver registrato il suo rifiuto ad un confronto tra le forze politiche per affrontare eventuali misure per il rilancio della nostra città».
La verità, per l'esponete dell' Mpa, è che Zambuto sta puntando chiaramente sul centrodestra con una parte del Fli ormai pronta traghettare nel Pdl di Alfano. Ed il tutto mentre l'alleanza tra Udc, di cui Zambuto e coordinatore provinciale e l'Mpa sia salda e rinforzata dopo l'assemblea del Palaghiaccio di Catania. E sul centro storico Marchetta ricorda che sino ad ora è stata la sola Regione a finanziare interventi con tre milioni di euro, mentre si attende ancora l'ordinanza di emergenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conto, conclude Marchetta, come fece in passato, sulla sua solerzia di incaricare i suoi futuri assessori di centro destra in importanti ambasciate presso il governo nazionale al fine di scongiurare i sopra evidenziati effetti.
RIMPASTO. Sembra ancora in alto mare. Quasi tutti chiusi ieri pomeriggio i telefonini dei possibili interlocutori. E chi ha risposto addirittura cercava notizie dal cronista. «Irraggiungibile» ieri pomeriggio pure il sindaco Zambuto per una replica a Marchetta.
Dopo la bocciatura della norma in Parlamento, il presidente rilancia: «Presto una legge, sarà una rivoluzione»
La sfida Lombardo a Roma: «Le Province le aboliamo noi»
L'AFFONDO DEL PDL CON CASTIGLIONE: IL VERO SPRECO È LA REGIONE SICILIANA
PALERMO. «Bisogna abolire le Province, una rivoluzione per la Sicilia e per i cittadini». Lo ha scritto il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sul suo blog su internet. All'indomani della mancata approvazione del provvedimento di soppressione degli enti, da parte del Parlamento nazionale, il leader del Mpa ha riacceso lo scontro con il Pdl. Tanto che Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale degli e presidente dell'Unione delle Province, ha subito replicato affermando che «lo spreco vero, oggi, è la Regione siciliana». Ieri la polemica a distanza è andata avanti a lungo. Lombardo sul suo sito internet ha scritto che "la politica che taglia agli altri e non ai propri privilegi non può essere accettata dalla gente. Noi abbiamo molto da tagliare". E ha annunciato che «la prossima settimana l'assessore Chinnici definirà il testo per la creazione dei liberi consorzi dei Comuni che dovranno essere destinatari di molte competenze regionali e avranno il compito di mettere insieme i servizi». Sulla mancata soppressione delle Province regionali dopo il voto in Parlamento, ieri è intervenuto anche il capogruppo all' Ars di Alleati per la Sicilia, Nunzio Cappadona, che si è schierato a fianco di Lombardo: «È l'ennesima occasione perduta per dare un taglio ai costi della politica» ha detto. Si tratta di spese non giustificate che gravano sulle tasche dei cittadini». Duro anche Giovanni Felice, che ha spiegato come «non si possono chiedere sacrifici ai cittadini e poi mantenere invita tutto quello che serve a garantire gerarchie clientelari cori l'elargizione di posti di tipo politico e parapolitico mantenendo in vita le province e tante altre società inutili».
Per Castiglione, però, "sono sotto gli occhi di tutti le innumerevoli occasioni mancate da parte della Regione siciliana, l'interminabile elenco di ch're che segnano una Sicilia in ginocchio". Il berlusconiano ha replicato a lombardo parlando anche della «fallimento del governo regionale. È da oltre di un anno che aspettiamo il tanta strillato disegno di legge di abolizione delle Province - ha aggiunto - Siamo certi che l'assessore "tecnico" al ramo, Caterina Chinnici, non metterà mai la sua firma su un obbrobrio istituzionale. Dall'abolizione delle nove Province nascerebbe una miriade di consorzi di Comuni con altrettante poltrone e pronte a essere occupate».
FAVARA. L'assessore Enzo Biancucci: «Un milione e 900 mila euro dall'Anas per i disagi legati ai lavori sulla Statale 640»
Opere pubbliche, sì al piano triennale
FAVARA. Approvato dalla giunta municipale il programma triennale delle opere pubbliche che, dopo la pubblicazione, sarà avviato al consiglio comunale a cui compete l'adozione definitiva. L'amministrazione Manganella, insediatasi da qualche settimana, non ha avuto il tempo necessario per elaborare un proprio piano di interventi e, pertanto, si è rifatta in buona sostanza a quello dello scorso anno. Ma è stato, comunque, un adempimento importante, visto che rappresenta un allegato al bilancio, in corso di allestimento, di cui è un atto propedeutico. Manutenzioni degli immobili comunali, scuole comprese, costruzioni di loculi cimiteriali e tutte le opere da realizzarsi con i fondi Anas tra gli interventi più consistenti. «I fondi Anas, pari a un milione e 900 mila euro - spiega l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Enzo Biancucci - rappresentano una forma compensativa per i disagi che la comunità sta vivendo a causa dell'ampliamento della Statale 640 che unisce Porto Empedocle a Caltanissetta. Il traffico è stato dirottato su strade secondarie che attraversano il territorio favarese».
Ma c'è di più. E', infatti, prevista un'ulteriore tranche di finanziamento il cui importo è ancora da definire (ma sicuramente superiore al milione di euro). «Giorno 19 luglio - aggiunge Biancucci -, con il deputato locale all'Ars Nino Bosco, andremo a trovare il direttore regionale dell'Anas essendo ancora da distribuire una consistente quota di risorse, circa 7,5 milioni, tra la Provincia Regionale di Agrigento e i comuni attraversati dalla 640». I fondi provenienti dalle misure compensative vanno, però, spesi entro il 31 dicembre di quest'anno. "Dobbiamo fare in fretta - conclude l'assessore ai Lavori Pubblici - con la speranza che entri in vigore la nuova legge regionale sugli appalti che riduce i tempi di pubblicazione delle gare". Corsa contro il tempo, dunque, con mille pratiche aperte e nessuna chiusa. La crisi comunale apertasi a marzo, la gestione commissariale e la lunga campagna elettorale hanno di fatto tenuto in stand by il Comune per circa tre mesi.
ATO AG2. Gli autocompattatori lavoreranno fino a quando la situazione non tornerà alla normalità
Emergenza rifiuti, c'è l'intesa - Catanzaro riapre per 7 giorni
Il commissario liquidatore di Gesa Teresa Restivo ha una settimana di tempo per predisporre il piano di rientro per pagare i debiti alla società
Riapre questo mattina la discarica di Siculiana con gli autocompattatori delle imprese Rti di Gesa che potranno nuovamente conferire i rifiuti, svuotando i mezzi e tornando ora dopo ora a regime. Agrigento e i comuni più grossi dovranno aspettare ancora uno o due giorni per riavere tutti i cassonetti svuotati, più semplice la situazione per i piccoli centri. L'accordo tra la Gesa e la ditta Catanzaro è stato raggiunto nel pomeriggio di ieri .Non ci sono impegni di pagamenti nè scadenze.
«Ho ribadito - spiega ancora il commissario Teresa Restivo - che non ho al momento alcuna disponibilità economica per far fronte ai pagamento dei debiti che abbiamo con Catanzaro. Di contro, abbiamo chiesto alla ditta di venirci ancora una volta incontro dandoci qualche giorno di tempo per definire un piano di rientro dei crediti e dare anche dato e cifre».
La richiesta è stata accolta e Fabio Catanzaro ha concesso la riapertura della discarica per uno settimana a partire da oggi. Una settimana per dare tempo alla Gesa di predisporre quanto promesso. Verosimilmente, i primi soldi saranno versati alla fine di luglio per poi procedere con cadenze mensili.
Intanto il Consiglio comunale di Agrigento, va avanti a piccoli passi verso l'approvazione del nuovo regolamento della tariffa di igiene ambientale. La proposta di modifica è al vaglio del consiglio che l'approva articolo dopo articolo. Dopo l'ultima riunione rimangono da trattare ed approvare gli ultimi quattro, quelli che riguardano le modalità applicative in materia di rateizzazione delle somme riferite all'applicazione della TARSU/tariffa di igiene ambientale per le annualità pregresse, i rimborsi ed i conguagli, gli istituti premiali e transattivi con il contenzioso e l'autotutela e le disposizioni transitorie e finali. Quelli approvati l'altra sera sono l'articolo 2l che riguarda lo sanzioni da applicare, il 22 relativo ai mezzi di controllo, il 23 che si occupa della tariffa giornaliera di smaltimento. Approvato anche il successivo articolo 24 che riguarda le manifestazioni e le attività temporanee. Sull'articolo 25, che ha come oggetto gli accertamenti e il recupero della tariffa, si è convenuto di approfondire tale questione rinviando la trattazione a martedì 12 luglio alle 19.30.
BANDO PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO
La Gesa pronta a presentarlo - Insorge la Cgil - Previsti troppi tagli
Dopo lo stop della scorsa primavera, la Gesa ha ripreso le procedure burocratiche perla pubblicazione del nuovo bando per l'affidamento del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti attualmente in regime di proroga, proroga che scade a dicembre. Appresa la notizia, la funzione pubblica della Cgil torna ad occuparsene in considerazione dei licenziamenti che il nuovo bando provocherebbe. "Questa drastica riduzione del personale prevista dal piano votato da tutti i sindaci tranne Agrigento e Favara - spiega il segretario Alfonso Buscemi - e di conseguenza l'impossibilità di effettuare una seria raccolta differenziata porta a porta come la legge Regionale
preveda, esporrà i comuni stessi a pesanti sanzioni economiche a carico dei cittadini. Questa politica di portare tutto in discarica, oltre all'aumento consistente del costo del servizio e al danno ambientale, farà esplodere il conflitto sociale con i cittadini che non vogliono le discariche. Questa è la politica miope, dell'oggi senza porsi obiettivi seri nel tempo di cosa si lascia alla società domani». Sindacati nuovamente preoccupati dunque per le conseguenze del piano votato evoluto dai sindaci che non si sa con certezza quanti tagli preveda. Dai 60 della prima settimana, adesso si parla di 30-40 esuberi, un numero comunque eccessivamente alto.
UNIVERSITA'. Le domande entro il 31 agosto. Previsto anche un programma di scambi con gli Usa
Posti letto e borse di studio - Bando per cinquemila ragazzi
In concorso 4.815 borse di studio da 1.500 a 3 mila euro e 730 posti letto per gli studenti fuori sede. Il rettore: "Con gli scambi promuoviamo le nostre istituzioni all'estero".
Cinquemila borse di studio, 750 posti letto e un accordo di programma fra l'Ersu, la texana Rice university di Houston, l'università di Palermo e la Confederazione dei siciliani del Nordamerica per una serie di scambi formativi e culturali estivi fra studenti e professori nel giro internazionale fra gli atenei di Palermo, Toronto, Montreal, Boston, New York e Dallas. Il programma per gli scambi sarà noto fra qualche giorno, l'accordo sull'Exchange program agreement è stato firmato ieri allo Steri dai presidente della Rice university di Houston, David Leebron, dal rettore dell'Università di Palermo Roberto Lagalla e dal prorettore Pasquale Assennato, dal presidente dell'Ente regionale per gli studi universitari Antonino Bono e dai rappresentanti delle due Confederazioni dei siciliani, quella italiana e quella del Nordamerica, Enzo Graci e Vincenzo Arcobelli. «L'obiettivo - hanno spiegato il rettore Lagalla e il presidente dell'Ersu Antonino Bono - è quello di incentivare azioni di internazionalizzazione degli istituti universitari palermitani e, contestualmente, portare tra gli studenti americani spesso oriundi italiani la conoscenza delle nostre istituzioni universitarie».
Il bando di concorso per le borse di studio 2011-2012 è già inserito in ersupalermo.it e le domande vanno presentate entro il 31 agosto. Per il presidente Bonn le borse di studio, che sono state per un certo tempo in bilico a causa di tagli annunciati ma non operati dalla Regione, rappresentano «una conquista nel panorama generale di crisi economica, un buon risultato che ha impegnato gli uffici e i dirigenti dell'Ersu". L'annunciata riduzione dei finanziamenti per le borse di stuolo si è poi risulta con un appello di Bono all'assessore ai Bilancio Gaetano Armao ed un incontro che ha rimessa in corsa gli assegni 2011-2012. Nel dettaglio sono a concorso 4.815 borse di studio da 1.500 a 3.000 euro in base alla fascia di reddito familiare. Trenta borse sono riservate a studenti stranieri provenienti da paesi extracomunitari, 3 a stranieri figli di emigrati siciliani all'estero. Cento borse per i disabili, 30 riservate a cause eccezionali e 150 per partecipanti a programmi di mobilità internazionale. Due per studenti orfani di vittime di mafia. Analoghe procedure di assegnazione per concorso sono previste per i 730 posti letto che l'Ersu mette a disposizione degli studenti fuori sede.
DEBITI. La Dedalo deve alla società Catanzaro oltre due milioni per il conferimento
Rifiuti, emergenza in agguato - Oggi il vertice per la discarica
Se la riunione odierna non dovesse produrre risultati la ditta agrigentina potrebbe decidere di chiudere la discarica di Siculiana.
Quello odierno è il giorno della verità per i sette Comuni nei quali il servizio di raccolta dei rifiuti viene assicurato dalla Dedaio Ambiente. Se stamani i sindaci di Licata, Canicattì, Palma di Montechiaro, Naro, Camastra, Ravanusa e Campobello di Licata non troveranno un accordo sul maxi debito con la ditta Catanzaro di Agrigento, i cancelli della discarica di Siculiana torneranno ad essere chiusi agli autocompattatori dell'Ato Ag3 e nelle sette città tornerà l'emergenza rifiuti che ormai sembrava superata.
La Dedalo Ambiente deve a Catanzaro, per il conferimento a Siculiana, una somma pari a 2.200.000 euro. L'Ato deve ricevere le quote dai Comuni (con in testa Licata che per l'anno in corso è in regola solo con il mese di gennaio) e senza questi soldi non può pagare il debito. La chiusura, forse anche immediata, della discarica è, perciò, qualcosa in più di un'ipotesi. Pd vertice di oggi, convocato dal commissario liquidatore della Dedalo Ambiente, Rosario Miceli, nella sede di via Cannarozzo, è stata invitato a partecipare anche il titolare della ditta proprietaria del sito di Siculiana. Tutti si augurano, ovviamente, che il confronto sia positivo, ma l'Ato Ag3 ed i sindaci saranno chiamati a dare precise garanzie a Catanzaro circa il pagamento del debito. in caso contrarie la chiusura della discarica non potrà essere scongiurata e sette Comuni torneranno a dovere fare i conti con la grave emergenza sanitaria provocata dalla mancata raccolta della spazzatura. Intanto in città sono ripresi i roghi dei cassonetti dei rifiuti. Il numero è inferiore rispetto a quello delle scorse settimane, ma c'è ancora qualche episodio. A Palma di Montechiaro, ieri, i consiglieri della civica "Patto per Palma", che fa riferimento ai Partito Democratico, sono intervenuti sulla questione rifiuti. Calogero Alotto e Salvatore Manganello rilevando "l'altissimo rischio sanitario corso dai cittadini", hanno chiesto al sindaco Rosario Bonfanti di chiarire la situazione generale relativa al servizio di raccolta, ed in particolare di specificare quali stano le prospettive a breve termine in merito allo sversamento degli stessi nella discarica di Siculiana".
LA SICILIA
IL COMMISSARIO DELLO STATO contesta pure il ddl aiuti alle imprese
Mancata copertura finanziaria, impugnata la norma sui precari
PALERMO. Non è stata una giornata positiva per la Regione Siciliana con le due impugnative del Commissario dello Stato e le conseguenze finanziarie della manovra economica nazionale.
Le impugnative. quasi sempre, sono conseguenza di deficienze del legislatore. Il prefetto Aronica ha contestato l'art. 5 del ddl a favore degli enti locali, In sostanza, si tratta dell'articolo con cui si interviene per la stabilizzazione dei circa 22.500 precari dei Comuni, rifacendosi a una legge del 2003 con la quale, allo scopo, si concedeva ai comuni un contributo di 30.987,4 euro ripartito in cinque anni in quote di pari importo per ogni lavoratore Lsu. Con la norma impugnata dal Commissario dello Stato, si amplia la platea dei destinatari dei contributi, inserendo le assunzioni del personale precario non dirigenziale. Si contesta che la norma in esame non quantifica l'onere derivante dalla sua applicazione, nè provvede ad indicare e dare copertura, posto che non risulta che il fondo unico presente in bilancio regionale sia stato incrementato. Un'impugnativa che pesa. Non a caso Lino Leanza (Mpa) dice che lo preoccupa più questa impugnativa della manovra Tremonti, mentre aggiunge che la norma sulla stabilizzazione dei precari è in linea con la legislazione nazionale e che c'è la copertura finanziaria.
L'altra impugnativa riguarda il ddl sugli aiuti alle imprese e il personale dell'Eas. Ebbene, con un emendamento presentato in Aula, per superare una precedente impugnativa, si assumono a carico della Regione gli oneri sostenuti dall'Eas per il proprio personale in quiescenza e/o trasferito o comandato negli enti pubblici sottoposti a controllo e/o vigilanza della Regione stessa, nonché dalle passività della liquidazione dello stesso ente, Secondo il Commissario dello Stato, il legislatore non precisa nè la natura dell'obbligo dell'Eas a corrispondere un trattamento di pensione integrativo e speciale ai propri dipendenti, nè indica i parametri di riferimento ai fini dell'individuazione dei destinatari ed alla conseguente proiezione negli anni futuri dei costi a carico del bilancio regionale.
Quanto alla manovra economica in discussione secondo il governatore Lombardo, «ci penalizza, perché cancella l'idea della perequazione e delle infrastrutture che ci servono e fa pagare alle Regioni a Statuto speciale i costi di questa manovra, allontanando ancora di più il Sud dal Nord dell'Italia». L'assessore Armao, da parte sua, stima che «tra minori trasferimenti e tagli, scaricheranno sulla Sicilia oneri per circa sei mld». E fa sapere che è stato sottoscritto un documento congiunto dai rappresentanti della Regioni autonome perché la manovra tenga conto degli «opportuni meccanismi di perequazione che devono trovare attuazione attraverso le particolari procedure previste dalla legge che istituisce il federalismo». Inoltre, nel documento viene sottolineato che «i sacrifici in termini di miglioramento dell'indebitamento netto da ripartire fra i vari livelli di governo con il Patto di stabilità debbono essere quantificati in proporzione ai volumi di bilancio di ciascun soggetto". Critiche anche da Fds: il capogruppo all'Ars, Bufardeci, rivolge un appello alla deputazione eletta in Sicilia di "far sentire la loro voce e di assumere posizioni ufficiali e chiare a difesa delle legittime aspettative della loro terra».
BURGIO
Acqua pubblica pronta la delibera
BURGIO. Molti Comuni agrigentini stanno preparando delle delibere consiliari per chiedere al governo della Regione Siciliana l'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia. Il comune di Burgio, con il presidente del civico consesso Andrea Puleo, assieme al comune di Menti, hanno redatto una bozza di proposta di deliberazione da inviare a tutti i sindaci e ai presidenti del consigli della provincia di Agrigento per la relativa approvazione e per trasmette gli atti al presidente della Provincia Regionale Eugenio D'Orsi e al presidente della Regione Lombardo. "Invieremo l'ordine del giorno approvato nei giorni scorsi a Menti - ci dice il presidente Andrea Pulero, reduce da Roma dove ha partecipato al Teatro Vittoria all'assemblea nazionale dei forum sull'acqua pubblica - a tutti i comuni agrigentini e al comitato regionale per l'acqua pubblica. Porteremo le delibere consiliari anche al presidente dell'Ars Francesco Cascio e all'assessore Pierpaolo Russo. Intanto abbiamo programmato un incontro con tutti i presidenti dei consigli comunali agrigentini a Sciacca nei pomeriggio di lunedì 11luglio prossimo per definire i dettagli sulle linee su cui ci dobbiamo muovere". Gli amministratori agrigentini chiederanno all'Assemblea Regionale l'approvazione di una norma che renda immediatamente disponibili ai comuni gli 800 milioni stanziati dalla Comunità Europea per la manutenzione e ristrutturazione degli impianti idrici e dei depuratori.
Nuova Giunta, altre «bordate» dal Mpa al sindaco Zambuto
Sono già quasi tre settimane che Marco Zambuto ha preannunciato il rimpasto in giunta, ma ancora non se n'é fatto nulla. Il sindaco agrigentino, come si sa, parla ancora di una giunta al di sopra dei partiti, ma di fatto si sta avviando ad un'intesa con Pdl, Pid, Fu ed Api. Il problema sta ora sul numero degli assessori da dare a ciascun partito: gli interessati ne vorrebbero due, Zambuto sembra disposto a darne solo uno. Intanto la posizione del sindaco di Agrigento viene avallata dal suo collega di Campobello di Licata Michele Termini che é anche responsabile regionale enti locali dell'Udc. Egli afferma di condividere le scelte di Zambuto «sapendo che le stesse sono state avallate dal partito sia a livello nazionale che a livello regionale. Il "Terzo Polo" - continua Termini - in provincia di Agrigento non esiste e certamente la responsabilità non può ricadere che sul Mpa, il quale a seconda degli enti che amministra utilizza la vecchia tecnica delle geometrie variabili, vedesi la Provincia di Agrigento». E la risposta del Mpa non tarda a venire per bocca del vicepresidente vicario del Consiglio comunale Piero Marchetta il quale fa capire che in realtà in giunta ci sarà solo il Pdl: infatti »certe nomine non potranno essere riferite a Fli visto che ormai i leaders locali starebbero seguendo l'ex ministro Urso nel Pdl, mentre sembra improbabile una presenza dell'Api di cui oggi si sconosce l'esistenza inprovincia di Agrigento". Marchetta ricorda quanto sia salda in questo momento l'alleanza Udc-Mpa a livello regionale ed anche provinciale. «In tale quadro - conclude Marchetta rivolto a Zambuto - lei continua a parlare con frasi fatte e ha posto l'attenzione su questioni tattiche, non concentrando le sue forze sul prg, sul crollo delle entrate, sulla crisi turistica, sul crollo dell'edilizia, sulla depurazione".
Rifiuti, forse si esce dal tunnel
Dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana di domani, venerdì, il bando relativo alla gara d'appalto per l'affidamento per i prossimi due anni de; servizio di prelievo dei rifiuti solidi urbani, mentre i 19 comuni di Gesa cominciano ad essere invasi dai rifiuti a causa della chiusura della discarica di Siculiana. Il liquidatore della società d'ambito Teresa Restivo, temendo che la nuova società per la raccolta dei rifiuti non potrà essere operativa per il prossimo 1° gennaio (l'attuale affidamento del servizio scadrà il prossimo 31 dicembre e non saranno possibili altre proroghe) ha dato via alla gara per poter garantire la prosecuzione del servizio anche in questa eventualità. Il bando ammonta a poco più di 38 milioni e 172 mila euro per due anni (quindi circa 19 milioni l'anno) e prevede l'adozione di un sistema spinto di raccolta differenziata porta a porta. Alla ditta aggiudicataria toccherà anche la gestione dei centri comunali di raccolta, mentre Gesa manterrà una sessantina di lavoratori addetti allo spazzamento per i quali avrà bisogno di altri quattro milioni in due anni. Immancabile la reazione dei sindacati specialmente sui tagli al personale: «Questa drastica riduzione del personale - afferma Alfonso Buscemi della Cgil - renderà impossibile attuare una seria raccolta differenziata spinta porta a porta» ed aggiunge che «di fatto non si potranno mai raggiungere i livelli previsti dalla legge, senza tenere conto che questa politica di portare tutto in discarica, oltre all'aumento consistente del costo del servizio e al danno ambientale, farà esplodere il conflitto sociale con i cittadini che non voglione le discariche».
Intanto proseguono febbrili trattative tra Teresa Restivo e Fabio Catanzaro per raggiungere un accordo che consenta la riapertura della discarica di Siculiana e il superamento dell'attuale emergenza. In sostanza si è parlato di un accordo che prevede la cessione del credito relativo ai quattro comuni che ancora non hanno consegnato le proprie liste di carico, secondo scadenze ben precise. Stante che non ci sono prospettive migliori in vista, Catanzaro ha parzialmente accettato l'offerta e autorizzato l'apertura della discarica per una settimana. Sulla vicenda è intervenuto anche Roberto Migliara dell'Ugi il quale ha affermato di «prendere atto che la prefettura non ha dato corso alla richiesta di convocazione da parte dello stesso sindacato che avrebbe voluto illustrare al rappresentante del governo le problematiche dei lavoratori».
Ato virtuosi, riunione di sindaci
RIFIUTI. L'iniziativa ha lo scopo di fare fronte comune nei confronti della Regione
Salviamo gli Ato rifiuti virtuosi. L'iniziativa parte dalla città termale con la convocazione dei sindaci dei Comuni virtuosi a firma del sindaco Vito Bono e dell'assessore all'Ecologia e Ambiente Gianfranco Vecchio, su delega di tutti i sindaci appartenenti all'Ato Agi Sogeir. Sessantotto sindaci, di diverse province siciliane, si incontreranno domani a Sciacca, l'appuntamento è alle ore 9,30 nell'ex chiesa Santa Margherita. L'iniziativa nasce, come è scritto nella lettera di convocazione, "per mettere in campo un'efficace iniziativa politica tesa alla salvaguardia degli Ato virtuosi e ad evitare gli squilibri che l'eventuale realizzazione della riforma creerà nei rispettivi territori».
In buona sostanza, si tenta di indurre la classe politica siciliana ad apportare modifiche alla legge regionale n. 9 dell'8 aprile del 2010 che prevede la creazione di un Ato provinciale per la gestione integrata dei rifiuti e la creazione di una società consortile di capitali per l'esercizio delle relative funzioni. Un Ato costituito dai Comuni consorziati e dalla Provincia d'appartenenza dell'Ato. Con il successivo decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della regione Sicilia, la Regione ha avviato il processo di costituzione dei nuovi Ambiti Territoriali in sostituzione di quelli attuali.
La riforma, sostanzialmente, crea preoccupazione per quei Comuni virtuosi, che hanno cioè organizzato un servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che da dimostrato efficienza e parsimonia nei costi, oltre ad investimenti nell'acquisto dimezzi e nella realizzazione dì proprie discariche. La riforma, a loro avviso, potrebbe vanificare gli sforzi d'efficienza gestionale compiuti. Infatti, nella convocazione è spiegato che «pur condividendo lo spirito della riforma, risulta poco comprensibili le ragioni che hanno indotto il legislatore regionale a sopprimere anche gli Ato che hanno gestito il ciclo dei rifiuti in modo oculato».
Secondo i sindaci «si rende necessario mettere in campo un'azione politica efficace tesa alla salvaguardia degli Ato virtuosi ed evitare gli squilibri che l'eventuale realizzazione della riforma creerà nei rispettivi territori». L'Ato Agi Sogeir, pur con qualche lamentela iniziale, ha dimostrato in questi anni che è possibile gestire il ciclo dei rifiuti con oculatezza, efficacia ed efficienza. Tra l'altro, la Sogeir ha investito nell'acquisto di nuovi compattatori, ha realizzato proprie discariche che permettono di abbassare sensibilmente i costi. Ma soprattutto ha bene diffuso la cultura della raccolta differenziata, tanto che nella maggior parte dei comuni dell'Ato Agi la percentuale è al di sopra del 65%.
Scalia lascia guida di Fli e si prepara a rientrare nel Pdl
E' il primo passo del capo dei finiani in Sicilia per rispondere all'appello lanciato da Alfano
PALERMO. Pippo Scalia si è dimesso irrevocabilmente dalla carica di coordinatore regionale di Fu, il partito fondato dal presidente della Camera, Fini, dopo la sua espulsione dal Pdl. Scalia, che fa parte del gruppo Urso-Ronchi, ha comunicato la sua decisione al vicepresidente di Fu, Bocchino, ritenendo che la linea del partito abbia smarrito l'indirizzo originario, che era quello di creare un moderno centrodestra in Italia e, comunque, in alternativa al Pd.
Le dimissioni di Scalia da coordinatore regionale di Fli potrebbero essere il primo passo verso l'addio definitivo al partito di Fini. Una mossa che arriva a poco meno di una settimana dalla nomina di Alfano a segretario nazionale del Pdl che, nel corso del suo discorso d'investitura, ha lanciato la proposta per una «grande costituente popolare con chi vuole lanciarsi in questi. strada con noi, nella prospettiva di dare vita in Italia al Partito popolare europeo». Alfano aveva aggiunto: «Non attendiamo dai nostri amici di centro una risposta questo pomeriggio, è un processo delicato e non un telequiz».
La risposta di Scalia, che dovrebbe essere analoga a quella di Urso e Ronchi, sembrerebbe arrivata a poco meno di una settimana. Comunque, sarà lo stesso Scalia a dire se pensa di tornare nel Pdl, oppure se le sue dimissioni sono uno stratagemrna per riproporre con forza all'interno di Fli il problema della linea politica. Non è un mistero che Scalia soffre le sortite di Granata, ritenute «troppo di sinistra» per chi rivendica una lunga militanza, prima nell'Msi e, poi, in An. Per Lo Presti, tesoriere di Fli, il divorzio sarebbe stato già consumato: «Era nell'aria da giorni che Scalia si apprestava a lasciare il partito». La sua scelta non ha colto di sorpresa neanche il capogruppo all'Ars di Fli, Marrocco: «Abbiaino tentato in tutti i modi di arginare questo malessere, con senso di responsabilità. li gruppo parlamentare rimane compatto nel sostegno al governo Lombardo».
Sulle possibili scelte future di Scalia, anche alla luce dell'appello lanciato dal neo segretario nazionale del Pdl, Marrocco aggiunge: «Ciò che ha detto Alfano va ascoltato con attenzione, lo stesso, nei giorni scorsi, durante la presentazione del coordinamento all'Ars dei gruppi parlamentari del Terzo polo, ho detto che non bisogna guardare soltanto a ciò che succede a sinistra, nel Pd, ma anche alle novità che possono venire dal centrodestra. D'altronde, Alfano ha ribadito ciò che noi sosteniamo da circa un anno rispetto a un nuovo schieramento moderato. Valutiamo favorevolmente il suo appello: lancia un progetto interessante, ma bisogna vedere se Alfano riuscirà a realizzarlo o se, invece, non rimarrà impigliato tra i giochi di corrente del suo partito».
Scalia, due anni fa, era stato tra i protagonisti dello strappo che aveva portato alla costituzione di un gruppo parlamentare autonomo all'Ars, il Pdl Sicilia che comprendeva anche la corrente di Miccichè e quella di Misuraca (rimasto nel Pdl), sostenendo il terzo governo Lombardo, di minoranza, che poteva già contare sul sostegno in Aula del Pd. «Dispiaciuto» delle dimissioni di Scalia, è Gentile che lo stesso Scalia aveva contribuito ad eleggere all'Ars, facendogli fare anche l'assessore: «Come coordinatore regionale ha ottenuto ottimi risultati. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. lo resto in Fli»,
SOLE 24 ORE
I trattamenti per i lavoratori dipendenti al 2050
Futuri assegni ai giovani: il 42% sotto mille euro
ROMA. Pensioni incerte per i giovani. E servizi sanitari ormai in buona parte pagati di tasca propria. Lo spiega uno studio presentato da Censis e Unipol: il sistema del welfare italiano si regge su due gambe parecchio traballanti. Per la prima preoccupano le prospettive di lungo periodo. Nel 2050 i 42% dei lavoratori dipendenti che oggi hanno tra i 25 e i 34 anni avrà meno di mille euro di pensione. Nel secondo caso, invece, le preoccupazioni sono rivolte a quanto sta già accadendo. Ormai solo il 19,4% delle famiglie rinuncia alle prestazioni sanitarie private. La previsione sulle pensioni riguarda infatti solo i più fortunati, i quattro milioni di giovani che oggi godono di un contratto "standard". Per gli altri lo scenario è addirittura peggiore. Sulla sanità lo studio descrive la cavalcata del privato. Le famiglie italiane spendono in media 958 euro dal medico ogni anno, 1.418 con il dentista. «Oggi la spesa privata per prestazioni sociali è ondivaga e incerta - dice Giuseppe De Rita, presidente del Censis -. Occorre utilizzare al meglio le risorse private facendole convergere in un sistema organizzato che induca razionalizzazioni». Nonostante tutto questo la previdenza integrativa è a livelli minimi. «C'è un problema di scarsa consapevolezza», spiega l'amministratore delegato del gruppo Unipol, Carlo Cimbri. Per lo studio, infatti, il 70% degli italiani non sa quanto percepirà di pensione e non conosce gli strumenti integrativi. Che, come spiega Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, oggi sono una priorità. «Sulla previdenza complementare la realtà delle adesioni mostra una situazione ancora a macchia di leopardo. Occorre interrogarsi su quali soluzioni adottare». E anche sulla sanità, chiosa Galli, «servono scelte coraggiose e significativi passi avanti: serve consapevolezza se vogliamo che il sistema funzioni in maniera più efficiente, attraverso una partnership pubblico-privato".
Sicilia24h
Siculiana, riapre la discarica per i 19 comuni dell'Ato Gesa Ag2
La discarica di Siculiana sara' nuovamente in funzione da domani, 7 luglio. Saracinesca sollevata, quindi, a favore degli autocompattatori dell' Ato Gesa Ag 2. Si tratta pero' solo di una moratoria di 7 giorni concessa dall' impresa Catanzaro, che gestisce l' impianto di Siculiana, nelle more dell' esame e della valutazione di una proposta adesso al vaglio delle parti in causa. L' ipotesi di accordo progetta il trasferimento al gruppo Catanzaro della riscossione dei crediti vantati dall' Ato Gesa nei confronti dei Comuni, molti dei quali non hanno ancora approvato i bilanci e, di conseguenza, non hanno ancora pagato. Altre somme saranno liquidate, gradualmente, da Gesa. Il commissario liquidatore, Teresa Restivo, in questi giorni ha più volte e con insistenza bussato alle porte dei comuni inadempienti che hanno una esposizione debitoria con l'Ato di diverse centinaia di migliaia di euro. Restivo impegnata anche su altro fronte caldo dell'emergenza rifiuti: quella relativa al pagamento degli stipendi ai lavoratori delle imprese che già minacciavano lo sciopero. Protesta scongiurata grazie appunto alle iniziative assunte dalla Restivo.
Fli: Scalia si dimette da coordinatore regionale
Con una lettera al vicepresidente del partito, Italo Bocchino, il coordinatore siciliano di Fli, Pippo Scalia, si è dimesso dall'incarico di partito. Il passo indietro di Scalia arriva dopo mesi di tensioni con il resto dei parlamentari siciliani di Futuro e Libertà e dopo numerose prese di distanza dalla linea ufficiale voluta da Gianfranco Fini, in particolare per quanto riguarda la rottura con il Pdl. Le dimissioni di Scalia avranno ripercussioni anche in provincia di Agrigento in un momento nel quale tengono banco i rimpasti a Palazzo dei Giganti e alla Provincia regionale.
Lavalledeitempli
Gli inquinati agrigentini replicano a Girgenti Acque e al Sindaco, in merito all'articolo rivoltogli sul problema della depurazione del mare di San Leone
Agrigento - "I giochi di responsabilità non interessano ai cittadini" e delle parole sono stanchi. Gli inquinati vogliono un mare pulito, una rete fognaria in tutto il territorio, bollette adeguate al servizio reso e non pagare una depurazione non fruita, anzi chiediamo il rimborso di ciò che indebitamente è stato pagato finora. Il pubblico e il privato dopo decenni , con l'adozione delle loro soluzioni tampone, ci restituiscono un mare in condizione malata, sporca, mettendo a repentaglio la salute dei nostri figli, quindi, vadano a casa: non hanno assolto bene il compito per cui sono pagati . Immagini, foto, video denunciano apertamente la grave situazione in cui è ridotto il nostro mare e non solo, e la responsabilità non è del cittadino che in tutto ciò ha continuato a pagare le tasse. Pertanto, chiediamo 1) che il sindaco faccia richiesta di rescissione del contratto con Girgenti Acque e poi si dimetta. 2) che il Presidente dell'ATO Idrico, Eugenio D'Orsi metta questa problematica all'ordine del giorno del C.d.A. Noi siamo cittadini che lavoriamo e paghiamo le tasse e profumatamente. Non siamo pagati per trovare soluzioni. Noi inquinati indignati non ci stiamo a questo stato di cose e diciamo basta alla passività attraverso l'unico modo democratico che possediamo: la protesta civile!"