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Rassegna stampa del 16/17/18 luglio 2011

 

SABATO 16 LUGLIO 2011
 
GIORNALE DI SICILIA
 
Sarà possibile effettuare le iscrizioni ai corsi e ai test. Ecco come usufruire del servizio
L'Università apre alle matricole, lunedì prende il via l'accoglienza
All'interno di viale delle Scienze accanto alle segreterie, ci saranno operatori delle 12 facoltà che forniranno informazioni sull'offerta formativa.
L'Università si prepara ad accogliere le matricole. E lo fa con l'apertura, lunedì, dell'Incoming center, un punto di accoglienza e di supporto informatico per le iscrizioni, realizzato dal Cot in sinergia con le Segreterie generali degli studenti e con l'Ersu. Nello spazio - aperto dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì - situato all'interno di viale delle Scienze accanto alle segreterie, ci saranno gli operatori di sportello delle 12 facoltà, che forniranno informazioni sull'offerta formati va, sulle modalità di accesso ai corsi e sui bandi di quelli a numero programmato. All'interno del padiglione, ci saranno anche postazioni internet da cui, a partire dal 20 luglio, sarà possibile effettuare le iscrizioni ai corsi e ai test. Gli interessati dovranno presentarsi muniti di codice fiscale e possedere un indirizzo di posta elettronica personale.
Saranno 53 le lauree triennali, 7 quelle magistrali a cielo unico (.Architettura,Chimica e tecnologie farmaceutiche, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria edile, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Scienze della formazione primaria) e 65 le magistrali biennali. Tutte le lauree triennali e magistrali a ciclo - tranne Agroingegneria, Scienze e tecnologie agrarie, Scienze forestali e ambientali, Giurisprudenza - saranno a numero chiuso. Le altre, invece, ad accesso libero: il test ha la sola finalità di sondare le conoscenze iniziali dello studente e di attribuire eventuali obblighi formativi aggiuntivi. I concorsi si svolgeranno dal primo al 21 settembre. Dal 20 luglio sul portale saranno poi disponibili i bandi di concorso e i moduli per la partecipazione ai test (per la quale bisognerà pagare la quota di 50 euro in un qualsiasi sportello del banco di Sicilia - UniCredit Group, a eccezione dell'Agenzia 33 di Palermo - Parco d'Orleans, entro l'orario di chiusura degli sportelli bancari del 25 agosto).
Perle iscrizioni ad anni successivi al punto, qualunque sia il corso di studio, la procedura da ora in poi sarà interamente on  line e non bisognerà più andare in segreteria a portare la documentazione cartacea. Solo gli studenti tenuti alla presentazione di certificazioni (portatori di handicap con invalidità pari o superiore al 66%, stranieri, appartenenti a famiglia residente all'estero, fruitori di borsa di studio erogata da ente italiano, orfani di vittime della mafia, orfani di guerra, orfani civili di guerra, orfani di caduto per causa di servizio o lavoro, studenti di cittadinanza italiana, la cui famiglia è emigrata e residente stabilmente all'estero) dovranno consegnare alla segreteria studenti di facoltà. Infine, novità anche sul fronte tasse: i contributi d'Ateneo e di facoltà sono stati adeguati all'aumento Istat (1,6 percento rispetto al 2009). Per coloro che desidereranno conciliare lo studio con altri impegni, esiste la possibilità dell'iscrizione "part-time", pagando il contributo in proporzione ai crediti: da un minimo di 30 crediti formativi a un massimo di 59 annui.
 
A CAMPOBELLO. La Dedalo Ambiente ha chiesto alla Regione di realizzare la quarta vasca nel sito
Rifiuti, è ancora emergenza: «Venga riaperta la discarica»
Per risolvere i gravi problemi economici, e superare l'emergenza rifiuti che è sempre in agguato, alla Dedalo Ambiente valutano la possibilità di tornare ad utilizzare la discarica sub comprensoriale di Campobello di Licata, attualmente sotto sequestro giudiziario. Giovedì, nel corso del vertice presso l'Emergenza Rifiuti di Palermo, l'Ato Ag 3 e di sindaci hanno avanzato la richiesta di realizzare la quarta fossa del sito, in modo da poter tornare a conferirvi i rifiuti. A confermarlo, ieri, è stato il commissario liquidatore della Dedalo Ambiente Rosario Miceli. "Abbiamo chiesto di valutare la possibilità - sono le parole di Miceli - di tornare ad utilizzare la discarica di Campobello di Licata, ma considerato che il sito era in esaurimento affinché ciò sia possibile occorre realizzare una quarta vasca che possa contenere i rifiuti di Licata, Canicattì, Palma di Montechiaro, Naro, Camastra, Campobello di Licata e Ravanusa. I vertici dell'Emergenza Rifiuti hanno accolto positivamente la nostra proposta, annunciando che valuteranno questa possibilità". La discarica di Campobello di Licata non viene più utilizzata da tre anni, e da allora la Dedalo Ambiente paga per il conferimento in altri siti. Per gran parte del tempo (come accade anche in questi giorni) l'Ato Ag3 ha conferito a Siculiana, ma a lungo i rifiuti sono stati scaricati anche nella discarica di Gela e, nelle scorse settimane, anche in quella di Catania. Conferire nelle discariche, però, ha un costo molto elevato che la Dedalo Ambiente, ed i Comuni soci, non riescono a sostenere. Solo alla ditta Catanzaro, titolare del sito di Siculiana, l'autorità territoriale d'ambito deve 2.200.000 euro, ma attende di ricevere somme dalla Dedalo Ambiente anche l'Ato di Gela che gestisce la discarica di Timpazzo.
Il ritorno all'uso del sito di Campobello però presenta notevoli difficoltà e non c'è la certezza che possano essere superate. Intanto ieri Rosario Miceli ha replicato a Calogero Scrimali, assessore all'Ambiente del Comune di Licata che tre giorni fa ha criticato aspramente la Dedalo Ambiente per il servizio assicurato a Licata. "A Scrimali vorrei ricordare - sono le parole di Miceli - che siamo appena usciti da una lunga emergenza legata alla mancanza di un sito in cui conferire i rifiuti. Ritengo che invece di criticarci l'assessore dovrebbe collaborare con noi per migliorare il servizio, che comunque è dignitoso. Intanto su Licata stiamo lavorando ad un riordino del personale che sarà completato nel giro di pochi giorni. Riguardo alle spazzatrici l'assessore dovrebbe informarsi meglio, considerato che ogni giorno ben due sono al lavoro in città. Tutto ciò malgrado - ha concluso Scrimali - nel 2011 il Comune di Licata abbia versato solo la quota di gennaio".
 
QUASI PRONTA LA GRAUATORA PER LE ASSUNZIONI
Dalla prossima settimana la pulizia delle spiagge
Il giorno non si conosce ancora, ma è praticamente certo che la prossima settimana avrà inizio (è inutile rimarcare ancora una volta con quanto ritardo rispetto all'inizio dell'estate) la pulizia delle spiagge. Giovedì è stato l'ultimo giorno a disposizione degli interessati per presentare domanda di assunzione temporanea, come operatori ecologici, alla società di lavoro interinale
incaricata dalla Dedalo Ambiente di reclutare il personale. Le richieste sono state presentate eccome, ed ora la società stilerà una graduatoria tra tutti coloro i quali hanno chiesto di poter lavorare durante l'estate. Le assunzioni sono appena 26, tante quanti i giorni dell'intervento. Considerata l'esiguità delle somme a disposizione (130.000 euro)  l'Ato Ag.3 effettuerà la pulizia
solo per poco meno di un mese. Ma visto che alla fine dell'estate manca appena un mese e mezzo l'intervento sarà eseguito quasi ogni giorno. I bagnanti delle spiagge libere, comunque, attendono ancora la pulizia straordinaria, considerato che nessun intervento è stato eseguito e sugli arenili c'è ancora il pattume accumulato durante l'inverno
 
LA SICILIA
 
Rifiuti, emergenza scongiurata
DISCARICA. I debiti vantati dalla ditta Catanzaro verranno pagati dalla Regione
E' stata scongiurata una nuova emergenza rifiuti a Canicattì, Camastra, Ravanusa, Campobello di Licata, Palma di Montechiaro, Naro e Licata. La discarica di Siculiana riceverà un 1.200.000 euro dall'Ato Ag3 e non chiuderà i cancelli agli autocompattatori provenienti dai 7 comuni del versante orientale della provincia, nemmeno dopo la proroga di 15 giorni concessa lunedì scorso. Sarà la Regione a pagare i debiti che vanta la ditta Catanzaro per scongiurare una nuova emergenza rifiuti nei comuni consorziati con la Dedalo Ambiente. La decisione è arrivata giovedì nel corso del vertice che si è tenuto a Palermo, nella sede dell'assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità. All'incontro hanno partecipato i sindaci di Canicattì, Carnastra, Ravanusa, Campobelio di Licata, Palma di Montechiaro, Naro e Licata ed il direttore del dipartimento regionale delle Acque e dei Rifiuti, Domenico Michelon. L'Ato Ag3 riceverà due milioni di euro grazie ai quali potrà sanare i debiti con il gesto re della discarica di Siculiana, il quale attende un milione e duecento mila euro. Inoltre sarà possibile pagare gli stipendi degli operai addetti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti alle dipendenze della Dedalo Ambiente. E sempre durante il vertice di Palermo si è parlato della possibilità di una quarta vasca di raccolta nella discarica di Campobello di Licata. Una soluzione questa più volte proposta da sindaci e consiglieri dei vari comuni dell'Ato perché in questo modo si eviterebbe di andare a conferire il pattume a Siculiana e si ammortizzerebbero i costi del servizio, godendo di altri vantaggi. Ma l'argomento dovrà essere valutato con l'assessore regionale al Territorio e all'Ambiente, Gianmaria Sparma. A lui l'Ato Ag3 chiederà un incontro per esaminare la situazione e trovare una soluzione definitiva per il problema rifiuti nel versante orientale della provincia di Agrigento. Intanto, il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, ha comunicato di avere versato nelle casse della società di cui è commissario liquidatore Rosario Miceli, le corresponsioni valide per il mese di giugno. «Quella di giovedì è stata una riunione molto proficua. Finalmente abbiamo ricevuto notizie concrete dalla regione - ha spiegato Corbo - grazie alle somme che darà all'Ato riusciremo a sanare i debiti con la ditta Catanzaro. Abbiamo chiesto di incontrare l'assessore all'Ambiente per parlare della quarta vasca a Campobello di Licata. E noi per quanto ci riguarda abbiamo pagato anche il mese di giugno».
 
PROVINCIA
Prossimo Consiglio su rifiuti e Ato
Emergenza rifiuti e gestione delle tre società d'ambito è l'argomento di un prossimo consiglio provinciale straordinario da convocare nei prossimi giorni. La richiesta è stata formulata al presidente del consiglio Raimondo Buscemi dai consiglieri Girasole, Terrazzino, D'Angelo, Gentile, Picone, Montaperto, Di Ventura, Paci, Lazzano, Di Prima e Gallo. La richiesta è nata nel corso dei lavori della Commissione Vigilanza sugli Enti Partecipati per affrontare l'emergenza rifiuti nel territorio agrigentino. I firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio Straordinario hanno chiesto al presidente Buscemi di invitare i tre commissari liquidatoli. La data del consiglio, che a norma dell'art. 26 dello Statuto deve avvenire entro venti giorni dalla richiesta fatta da almeno un quinto dei 35 consiglieri provinciali sarà decisa dal presidente Buscemi e dai capigruppo nella riunione di mercoledì 20  Luglio.
 
REBUS DEPURATORE
L'Ato incarica un legale
Il Cda dell'Ato idrico ha accolto la richiesta inoltrata dal sindaco Vite Bono relativa alla gestione del nuovo depuratore che dovrebbe entrare in funzione entro pochi giorni. Il sindaco aveva posto dei quesiti all'Ato ldrico chiedendo quale doveva essere l'atteggiamento del Comune in virtù di un contratto che prevede l'affidamento a Girgenti Acque e un altro contratto con l'impresa che ha realizzato l'impianto che prevede l'affidamento per i primi 3 anni. il presidente del Cda, Eugenio D'Orsi, ha annunciato di aver incaricato l'awocato Rubino,
 
DOMENICA 17 LUGLIO
 
GIORNALE DI SICILIA
 
IN SICILIA. Per rimettere a posto le statali, stanziati un milione e 260 mila euro
Strade in manutenzione - Due gli appalti dell'Anas
PALERMO. Un milione 200 mila euro per lavori di manutenzione di sane strade statali siciliane. L'Anas ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale gli esiti di bandi di gara per interventi che comprendono anche la segnaletica orizzontale. Ad aggiudicarsi i lavori nelle province di Palermo, Catania, Caltanissetta, Enna e Agrigento è stata l'impresa Damar Costruzioni di Marineo. I lavori dovranno essere ultimati in 90 giorni dalla data di consegna e il costo ammonta a 630 mila euro. Le strade statali interessate sono la 290 «Di Alimena», la 560 «Di Marcatobianco», la 561 «Pergusina», la 626 «Della Valle del Salso», il raccordo di Pietraperzia, la Variante di Nicosia. Altri lavori verranno eseguiti su alcuni tratti delle statali 117 «Centrale Sicula», della 121 «Catanese». della 122 «Agrigentina», della 190 «Delle Solfare», della 191 «Di Pietraperzia». Il secondo intervento, anch' esso per un importo di 630 mila euro, è stato vinto dall'impresa Eurostrade di Borgetto, in provincia di Palermo, che dovrà ultimare i lavori entro 150 giorni dalla data di consegna. Le strade interessate riguardano le province di Palermo, Trapani e Agrigento. In particolare, saranno alcuni chilometri delle strade statali 113 «Settentrionale Sicula», 115 «Sud Occidentale Sicula», 188 "Centro Occidentale Sicula", 119 «Di Gibellina», 187 "Di Castellammare del Golfo", 306 «Di Ribera» e l'Asse del Belice. Entrambe le gare sono finanziate con fondi del bilancio dell'Anas. 
 
PROVINCIA
Il Consiglio discuterà di emergenza rifiuti nei tre Ato
Dell'emergenza rifiuti in provincia di Agrigento si occuperà anche il Consiglio Provinciale. Infatti la commissione Ambiente e Territorio ha accolto la proposta del consigliere Carmelo D'Angelo di richiedere urgentemente la convocazione del Consiglio Provinciale straordinario per discutere dell'emergenza rifiuti nell'Ato AG3 e dei debiti della Dedalo Ambiente.
 
Smog, aria "insalubre" a Monserrato - Dati allarmanti dalle ultime rilevazioni
I valori più alti sono stati registrati nel giorno della Pasquetta ed il 25aprile. Disposta una indagine per capire meglio i motivi
Aria insalubre ad Agrigento. L'inquinamento supera i livelli medi., I dati emergono dalle ultime rilevazioni delle centraline installate in varie centri dalla Provincia: Agrigento Centro, Monserrato, Agrigento Centro, Agrigento Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle e valicati dall'Arpa, I dati dei mesi di aprile e maggio 2011 registrano un aumento dei superamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dai risultati della centralina di Monserrato emergono dati di criticità nel mese di aprile dove sono stati registrati valori abnormi di Pm 10. In particolare il 23 aprile scorso, antivigilia del lunedì di Pasqua, si sono toccati 953.3 g/m3 alle 10 del mattino. Del resto si sa, essendo anche il ponte del 25 aprile la gente ha usato di più le auto per spostarsi. Il valere limite, ritenuto accettabile per l'uomo, previsto dalla legge, è di 50g/m3. Il superamento di questo valore, quale media nelle 24 ore, per oltre 35 giorni nell'anno solare, richiede l'intervento delle autorità competenti. Questa la situazione, con il riepilogo dei superamenti dei limiti di legge: mese di aprile centralina stazione Agrigento centro: PM10 giorno 30 aprile, media 24h 60.5 g/m3; stazione Agrigento  Monserrato: valori elevati il 7 aprile con una media 24h 95.5 g/m3, il 14 ed il 23aprile con una media di 308.8 g/m3. Stazione Agrigento Valle dei templi: 30 aprile media 24h 51.0 g/m3; a Porto Empedocle il 30 aprile media 24h 57.3 g/m3; a Canicattì sempre il 30 aprile media 24h 52.2 g/m3. Queste invece le rilevazioni nei mese di maggio. Agrigento  Monserrato: giorno uno media 24h 54.2 g/m3, il 16 media 24h 67.0 g/m3; il 25 media 24h 97.9 g/m3. Il 16 maggio la centralina della stazione Agrigento valle dei templi ha registrato una media di 50.9 g/m3; quella di Porto Empedocle ha avuto un picco il primo maggio con una inedia di 78.3 g/m3 nelle 24 ore, mentre oscillano tra i 62.8 g/m3 e di 52.2 g/m3 le medie delle rilevazioni nelle 24 Ore del 16 e 25 maggio. Sempre a Porto Empedocle, stazione 3, il primo maggio i valori sono stati di 58.2 g/m3. Infine Canicattì ti 17 maggio si è registrata una media 24h di 73.5. «L'analisi dei dati - ha dichiarato il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi - ci spinge a tenere costantemente sotto controllo la situazione. L'assessorato all'Ambiente segue, infatti, con la necessaria attenzione la vicenda per tutelare la salute dei cittadini. Abbiamo inoltre, già da tempo, segnalato alle autorità competenti la necessità di maggiori controlli delle emissioni di Pm10, tenuto conto del fatto che si sono registrati superamenti dei limiti di legge in almeno una località della provincia. Vogliamo capire se il superamento delle polveri sottili sia in relazione al traffico veicolare oppure è legato all'attività industriale, considerato che l'aumento di Pm10 è soggetto, non tanto usualmente, a variazioni durante le ore notturne». I dati del monitoraggio della qualità dell'aria, rilevate dalle centraline gestite dalla Provincia sono disponibili sul sito internet della Provincia.
 
LA SICILIA
 
GESA AGRIGENTO 2. A tanto ammonta l'importo della gara d'appalto
Gestione rifiuti con 38 mln
Termine ultimo per partecipare il 30 agosto e apertura delle buste il 20 settembre
Ammonta ad euro 38,272.16375 l'importo complessivo a base d'asta, soggetto a ribasso, relativo alla gara d'appalto per il nuovo affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani nei 19 comuni dell'ambito territoriale ottimale di Gesa Agrigento due (Agrigento, Aragona, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Cornitini, Favara, Grotte, Ioppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro e Siculiana).
L'importo si riferisce a due anni di servizio e le imprese interessate dovranno presentare l'istanza di partecipazione alla gara e la relativa documentazione a Gesa entro il termine del prossimo 30 agosto, mentre l'apertura delle buste é prevista per il 20 settembre successivo. La pubblicazione del bando, come si sa, ha provocato polemiche e preoccupazioni, specialmente da parte delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e UgI, le quali temono che una riduzione dei servizi, voluta da alcuni comuni per ottenere delle economie e un contenimento dei costi, porterà ad un taglio del personale utilizzato, mettendo a repentaglio una settantina di posti di lavoro.
Non solo, ma il timore é che una riduzione del personale possa impedire una raccolta differenziata a ritmo sostenuto, che é la strada che invece tutti (sia Gesa che i sindacati) vorrebbero percorrere. Per scongiurare il rischio di licenziamenti alcuni sindaci, almeno quelli dei comuni più grossi, sarebbero intenzionati a portare all'assemblea dell'ato la decisione di far rientrare nei comuni i dipendenti che attualmente sono distaccati al raggruppamento di imprese. Sono più o meno una settantina e questa operazione potrebbe riequilibrare lo stato delle cose. Ma parteciperanno le imprese alla gara d'appalto? «Stiamo ancora valutando - afferma Giancarlo Alongi del raggruppamento di imprese in atto titolare del servizio, sia pure in proroga - il bando é uscito da poco e i nostri tecnici lo stanno esaminando. Vedremo cosa viene richiesto e se possiamo fornirlo. Prenderemo una decisione nei prossimi giorni». Nel frattempo della nuova Ssr non se ne parla, I comuni non hanno ancora approvato lo statuto e l'atto costitutivo e la Regione non ha fatto nulla per accelerare le cose e determinare il rispetto dei tempi previsti dalla riforma. L'impressione é che difficilmente al 1° gennaio la società potrà essere operativa. Ancora una volta la politica anziché far funzionare le cose sta facendo di tutto per affossarle. In questo contesto l'aver pubblicato il bando potrebbe rivelarsi una cosa saggia ai fini della continuità del servizio.
 
LUNEDI 18 luglio
 
GIORNALE DI SICILIA
 
CONSIGLIO Fatta richiesta di una riunione straordinaria
Rifiuti, nota di Buscemi: «Situazione esplosiva»
«Quella dei rifiuti è una delle emergenze più sentite dai cittadini, ha dichiarato il presidente del Consiglio Raimondo Buscemi, i quali, oltre a pagare canoni elevati, a volte, vedono bloccata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, per problemi di natura finanziaria e amministrativa. Una situazione che può scoppiare da un momento all'altro specie per quanto riguarda la Dedalo Ambiente e l'Ato Gesa 2».
«Per questi ed altri motivi - si legge in una nota - è stata formulata al presidente del Consiglio Raimondo Buscemi una richiesta di Consiglio straordinario dai Consiglieri Girasole, Terrazzini, Carmelo D'Angelo, Davide Gentile, Giuseppe Picone, Salvatore Montaperto, Ettore Di Ventura, Ivan Paci, Mario Lazzario, Ezio Di Prima e Roberto Gallo dal tema «Emergenza rifiuti e gestione delle tre società d'ambito». La richiesta è nata nel corso dei lavori della Commissione Vigilanza sugli Enti Partecipati per affrontare l'emergenza rifiuti nel territorio agrigen tino. I firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio Straordinario hanno chiesto al Presidente Buscemi di invitare i tre commissari liquidatori. La data del consiglio, sarà decisa dal presidente Buscemi e dai capigruppo nella riunione di mercoledì 20 luglio
 
AULA GIGLIA. Stasera la seduta del consiglio
Servizio idrico, question time alla Provincia
Stasera alle 18 si terrà la seduta del consiglio provinciale, per il Question time. I lavori sono la prosecuzione della riunione del 14 luglio scorso, sospesi per l'assenza in aula del presidente della Provincia, a causa di un lutto in famiglia. Lo stesso esponente Mpa aveva insistito sul fatto che la seduta si tenesse comunque, tanto che D'Orsi aveva delegato l'assessore Lillo Volpe, a rispondere ai consiglieri. Il primo a sollevare il problema era stato tra l'altro il capogruppo Mpa Totò Scozzari. Il presidente del consiglio Raimondo Buscemi, costatata l'indisponibilità dei Consiglieri Ivan Paci, Mario Lazzano e Roberto Gallo a discutere le interrogazioni presentate, aveva invece chiuso i lavori riconvocandoli per domani. Resta immutato l'ordine del giorno dei lavori. Si inizierà con l'interrogazione di Ivan Paci ed altri riguardante il servizio idrico integrato, di seguito quelle del consigliere Mario Lazzano sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade provinciali della zona ovest; sulla manutenzione e adeguamento alle norme di sicurezza negli istituti superiori zona ovest della provincia; sulla mappatura delle case cantoniere e dei relitti stradali; sugli immobili di proprietà dell'ente e sui canone di locazione percepito. Infine l'interrogazione di Roberto Gallo, che riguarda la mancata costituzione della Provincia dinnanzi al consiglio di Stato contro la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle.
 
Cinque rappresentanti su quindici appartengono al gentil sesso e due dei quattro assessori sono donne
Burgio, giunta e consiglio in rosa
In Provincia invece nessuna ma tre fanno parte del «governo» nominate da D'Orsi
A Siculiana è stato eletto l'unica sindaco donna dell'Agrigentino, Mariella Bruno. Mentre
Valeria Callea ricome il ruolo di vice presidente del consiglio.
Mentre a Roma la Giunta Alemanno viene annullata dal tar per il mancato rispetto delle "quote rosa", nell'Agrigentino alcuni paesi danno lezioni. Anche se molti comuni si devono ancora adeguare alla normativa sulle pari opportunità nelle pubbliche amministrazioni. Ma a Burgio, per esempio, le donne sono numerose in consiglio comunale e in giunta. "Cinque consiglieri su quindici appartengono al gentil sesso e due dei quattro assessori sono donne, è un dato da sottolineare, forse in piccolo record in provincia di Agrigento", ha detto il sindaco Vito Ferrantelli commentando la sentenza del Tar Lazio. A Burgio in consiglio ci sono Maria Atonia Leo Virisario, Antonella Baiamonte, Giusi Bullaro, Sara Campisi, Rosetta Cortese, mentre in giunta Concetta Mortillaro, assessore al Bilancio, e Maria Maniscalco, con delega al Turismo. "Ma al di là del rispetto delle quote rosa e quindi del riconoscimento delle pari opportunità - ha aggiunto Ferrantelli - va sottolineato che il coinvolgimento e l'impegno delle nonne si rivela incisivo e determinante per l'azione complessiva dell'amministrazione comunale".
Nei consiglio provinciale invece non c'è nemmeno una donna, ma in Giunta, il presidente Eugenio D'Orsi, nei mesi scarsi ha nominato tre donne: Teresa La Marca, la più giovane tra gli assessori,
Nicolina Marchese e Katea Ferrara, che poi si è dimessa per lasciare la poltrona al fratello. Ad Agrigento c'è qualche presenza femminile in consiglio: Angela Galvano, Elisa Virone, Maria Pia Vita, Carmela Vaana, mentre nella Giunta Zambuto c'è solo Rosalda Passarello, per qualche mese in compagnia di Olimpia Campo, che poi si è dimessa. A dare un'occhiata alle "quote rosa" in provincia spicca intanto Siculiana, dove è stato eletto l'unico sindaco donna dell'Agrigentino, Mariella Bruno. Mentre l'unico consigliere comunale donna, Valeria Callea, ricopre il ruolo di vice presidente del consiglio. Nella vicina Realmonte nessuna donna nella Giunta guidata da Piero Puccio, ma è tinto di rosa il consiglio comunale. Nella città della Scala dei Turchi ben sei donne su quindici consiglieri sono state elette nel civico consesso. Tra i banchi della maggioranza, ci sono Alessandra Monachino, Anna Piazza, Rosalinda Celauro; in minoranza Gloria Arrigo, Melissa Arcuri e Maria Annunziata Frumusa. A Montallegro c'è solo una donna in Consiglio, Antonella Caro, nessuna presenza del gentil sesso nella Giunta Manzone. A Cattolica Eraclea nessuna donna in consiglio, ma due sono entrate qualche mese fa nella Giunta del sindaco Cosimo Piro, sono Sonia Pecoraro e Ilaria Tortorici. Storie di" quote rosa" nell'Agrigentino, che possono essere da esempio per la Giunta Alemanno. 
 
LA SICILIA
 
Cgil: stangata per impiegati della Pa: perderanno 8mila euro in 4 anni
Secondo il sindacato a 31 dicembre 2014 la penalizzazione economica sulle retribuzioni sarà di 210-215 euro a mese
ROMA. I dipendenti pubblici continuano ad essere «tartassati»: per loro si calcola in media una perdita della massa salariale di 8.000-8.500 euro in 4 anni, sommando le due manovre, quella appena pubblicata in Gazzetta ufficiale e quella dell'anno scorso. E a regime, cioè al 31 dicembre 2014, la perdita sulle retribuzioni sarà di 210-215 euro al mese per dipendente. Un salasso non da poco per una categoria già provata da congelamenti di stipendio e blocchi del turn over, nonché tra le meno esposte alla tentazione dell'evasione fiscale. A fare i conti è il responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil, Michele Gentile. Questo, spiega, è il risultato determinato dal mancato rinnovo dei contratti e dal blocco delle retribuzioni prolungato almeno al 2014. «L'apporto dei dipendenti pubblici è tutt'altro che minimo, residuale», sottolinea Gentile. La manovra prolunga il blocco delle retribuzioni pubbliche e gli incrementi salariali saranno dunque possibili solo a partire dal 2015.
«Ma considerato che, per gli anni 2015-2017, si parla soltanto di un nuovo calcolo per l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale, resta tutto da vedere, anche perché qualche problema finanziario continuerà ad esserci. Quindi il rischio reale è che stiamo ragionando di un rinnovo dei contratti dal 2018. Con la mobilitazione faremo in modo che ciò non avvenga», assicura Gentile.
I dipendenti pubblici «sono stati tartassati in questi anni, sin dalla manovra del 2008. Si continua a considerare il lavoro pubblico e le pubbliche amministrazioni non come una risorsa per crescere ma come un costo da tagliare». Al blocco delle retribuzioni «si somma la perdita del potere d'acquisto rispetto ad un tasso di inflazione che ha ripreso a salire. Quello della Pa è tutt'altro che un apporto trascurabile, come pure è stato detto», conclude il responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil. Sempre in materia di pubblico impiego, la manovra proroga, inoltre, di un altro anno lo stop dei turn over, fatta eccezione per ì Corpi di polizia e dei Vigili del fuoco.
Una nuova stretta è invece già scattata per quanto riguarda le assenze del pubblico impiego. In particolare, già dalla data di entrata in vigore del decreto della manovra, cioè dal 16 luglio, possono essere effettuati controlli immediati se la malattia si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative. Una misura, questa, promossa e sponsorizzata dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che contro la categoria dei cosiddetti «fannulloni» ha impostato la sua attività di governo. Attirandosi simpatie almeno proporzionali alle inimicizie.
 
PdL, Iacolino si smarca
Vertici del partito di Canicattì bocciano l'elezione di Sacheli, ma l'europarlamentare: "Sono contento"
Con la elezione di Irene Sacheli a vice presidente del Consiglio comunale di Canicattì, in provincia di Agrigento è stata sancita la profonda spaccatura all'interno del Pdl agrigentino tra il gruppo che fa capo al coordinatore provinciale Nino Bosco e quello che fa capo all'europarlamentare Salvatore Jacolino. Una spaccatura che proprio il deputato europeo non nasconde visto che proprio ieri - e dopo le polemiche in consiglio comunale con la «scomunica» del capogruppo Fabio Di Benedetto e del coordinatore cittadino Francesco Giordano e l'avvertimento del consigliere provinciale Ivan Paci - ha diffuso una nota in cui manifesta «compiacimento e riconoscimento per la brillante affermazione personale di Irene Sacheli alla vice presidenza del Consiglio comunale di Canicattì».
La Sacheli è stata eletta in disaccordo con il proprio gruppo visto che Fabio Di Benedetto aveva proposto di votare per un esponente del Pd. Giordano e Di Benedetto, avevano chiarito che non c'era alcun accordo tra il loro partito e la giunta comunale guidata dal sindaco Vincenzo
Corbo e che eventuali iniziative personali sarebbero state "denunciate" agli organi del partito. Ma Salvatore Jacolino che è anche vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo, ieri ha messo il cappello sulla vicenda: «L'aver affidato ad una giovane donna, capace ed equilibrata, il prestigioso incarico istituzionale è un'ulteriore dimostrazione che c'è una politica che sa credere nelle nuove generazioni e dall'altra conferma la validità del percorso che abbiamo intrapreso con il corso di alta formazione politica per giovani, capace di assicurare risultati concreti. Sono convinto che la neo vice presidente concorrerà. a definire, con tutti i gruppi politici rappresentati in Consiglio comunale, un'agenda di lavori realmente rispondente alle esigenze e ai bisogni dei cittadini. Che sappia guardare con una cultura progettuale moderna alle opportunità e ai programmi che l'Unione Europea offre in favore degli enti locali».
 
SOLE 24 ORE
 
MANOVRA - Punito singolarmente chi viola le regole sulla stabilità interna Nulli i contratti di servizio e gli atti elusivi
Sul Patto sanzioni ad personam
 Politici e dirigenti rischiano fino a 10 volte l'indennità e il triplo dello stipendio
Prima della condanna deve essere accertata l'intenzione di raggiungere gli obiettivi attraverso
operazioni finanziarie fittizie
La manovra introduce la sanzione personale per la violazione del Patto di stabilità interno. Dall'entrata in vigore del Dl 98/2011, infatti, i contratti di servizio egli altri atti di regioni ed enti locali elusivi delle regole del Patto sono colpiti da nullità. Inoltre, qualora la Corte dei conti accerti che il rispetto del Patto sia stato artificiosamente conseguito grazie a un'errata imputazione di entrate e/o uscite rispetto ai pertinenti capitoli di bilancio o ad altre forme elusive, gli amministratori e il responsabile del servizio finanziario che li abbiano posti in essere, possono essere condannati, rispettivamente, a una sanzione pecuniaria fino a un massimo di io volte l'indennità di carica percepita e fino a mensilità del trattamento retributivo, al netto degli oneri fiscali e previdenziali. E' una forma di responsabilità amministrativa di tipo sanzionatorio, simile a quella che prevede una sanzione parametrata all'indennità percepita, per gli amministratori degli enti territoriali che ricorrano al debito per finanziare spese non di investimento (articolo 30, comma 15, della legge 289/2002). Ma torniamo alla norma della manovra (articolo 20, commi 10, 11 e 12) che facendo perno sulla nullità degli atti e sulla responsabilità personale, vuole scoraggiare manovre elusive
nella gestione finanziaria, finalizzate al conseguimento formale-cartolare degli obiettivi del Patto, senza tuttavia che a ciò si coniughi un rispetto sostanziale degli si essi. Fra gli artifici contabili più frequenti, si possono elencare:
l'errata imputazione di spese in sezioni di bilancio non rilevanti ai fini del Patto (soprattutto nei servizi in conto terzi/partite di giro);
il ricorso strumentale a rapporti finanziari e di servizio coni soggetti partecipati;
la mancata iscrizione in bilancio di spese da sostenere e la relativa formazione di debiti fuori bilancio;
il rinvio agli esercizi successivi di pagamenti eccedenti i limiti imposti dal Patto.
Sulla questione dell'indebitamento, la Corte dei conti (sezioni riunite, sentenza 12/2007) ha fissato alcuni principi che sembrano applicabili anche alla sanzione in tema di Patto, chiarendo la natura dell'ammenda di cui all'articolo 30, comma 15, della legge 282/2002: il procedimento per la sua applicazione è quello previsto per l'ordinario giudizio di responsabilità. Non è utilizzabile, invece, la procedura relativa ai giudizi a istanza di parte: per la condanna è necessario che ricorra l'ordinario elemento soggettivo del dolo o della colpa grave; il destinatario della sanzione è l'ente di appartenenza degli amministratori e non l'erario.
Per il calcolo dell'importo, la configurazione dell'elemento soggettivo, l'intermediazione di soggetti strumentali dell'ente pubblico e le modalità di dichiarazione della nullità, si segnalano le decisioni 87/2008 della Corte conti Umbria, 444/2010 della Corte conti - sezione 1/giurisdizionale centrale e 473/2011 della Corte conti Lazio, nonché l'ordinanza 27092/2009 della Cassazione. Il mancato rispetto del Patto, tuttavia, presenta problemi applicativi maggiori. Nel caso del debito, infatti, sono chiari il momento e l'atto violativo del precetto (l'esecuzione del contratto di finanziamento in violazione dell'articolo 119, comma 6, Costituzione).Inoltre è agevole individuare i soggetti responsabili (gli amministratori che hanno deliberato il ricorso al debito). In tema di Patto, invece, è più difficile identificare i comportamenti elusivi e i relativi responsabili. La casistica, difatti, è più ampia: alcuni esempi-tipo — quali lo stanziamento di maggiori spese per garantire servizi essenziali, oppure l'utilizzo strumentale degli enti partecipati per le assunzioni o, ancora, gli artifici di bilancio — sono elencati nella tabella qui a fianco. Occorreranno accertamenti complessi per qualificare i provvedimenti e gli atti elusivi, anche di tipo omissivo e per individuare i responsabili, l'apporto causale e il profilo soggettivo, tenendo presente il ruolo assunto non tanto nella compagine amministrativa, quanto nell'iter procedurale che ha originato lo sforamento. Riguardo alle modalità di violazione, inoltre, andrà precisato il giudice competente a dichiararne la nullità. Se per i contratti la Cassazione, nell'ordinanza 27092/2009, stabilisce la competenza dell'autorità giudiziaria ordinaria (e non della Corte dei conti), nel caso di provvedimenti e atti amministrativi le modalità sono ancora da definire. Ancor più complesso, infine, è il caso dei comportamenti di fatto (ad esempio: una fattura nel cassetto), per i quali è concettualmente arduo configurare una nullità in senso tecnico.
Nonostante le difficoltà, è apprezzabile il tentativo del legislatore di porre un altro tassello nella costruzione di un sistema di sanzioni personali per prevenire comportamenti opportunistici in materia di finanza pubblica.
 
SITI ON LINE
 
SICILIA 24 H
 
Fiaccolata antimafia, Provincia: buona partecipazione della popolazione
Manifestazione riuscita e con buona partecipazione da parte della popolazione, la "Fiaccolata della legalità", organizzata anche quest'anno a San Leone dalla Provincia Regionale per ribadire in maniera netta e inequivocabile il "no"alla mafia e alle attività criminali. Numerose le autorità civili e militari presenti, insieme alle associazioni di volontariato e di protezione civile, ieri sera insieme a tanta gente comune che ha marciato per dire no ad ogni  forma di criminalità organizzata. La prima torcia è stata accesa dall'Arcivescovo di Agrigento don Franco Montenegro, quindi sono brillate le altre che hanno trasformato il lungomare Falcone - Borsellino in un suggestivo fiume di luci. La manifestazione si è aperta con un momento di preghiera, caratterizzato dalle parole di speranza e di coraggio che Don Franco Montenegro ha proferito dal pulpito della chiesa di San Leone esortando i presenti al cambiamento. Ad aprire il corteo i  Gonfaloni della Provincia Regionale di Agrigento e dei Comuni della provincia scortati dagli Agenti di polizia Municipale. All'arrivo della fiaccolata in piazzale Aster l'Assessore Provinciale Calogero Volpe ha portato i saluti del Presidente Eugenio D'Orsi, assente per un grave lutto familiare. Nel suo discorso l'Assessore Volpe ha sottolineato l'impegno della Provincia Regionale di Agrigento ad operare nella trasparenza e nella legalità. Infine la consegna delle targhe  di riconoscimento alle Forze dell'Ordine operanti nel territorio.
La lunga notte della legalità si è conclusa sul palco di piazzale Aster con l'applaudito concerto della  Piccola Orchestra Malarazza.
 
Emergenza Rifiuti: si torna a chiedere Consiglio provinciale straordinario
"Emergenza rifiuti e gestione delle tre società d'ambito" è l'argomento di un prossimo consiglio provinciale straordinario da convocare nei prossimi giorni. La richiesta è stata formulata al Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi dai Consiglieri Girasole, Terrazzini, Carmelo D'Angelo, Davide Gentile, Giuseppe Picone, Salvatore Montaperto, Ettore Di Ventura, Ivan Paci, Mario Lazzano, Ezio Di Prima e Roberto Gallo. La richiesta è nata nel corso dei lavori della Commissione Vigilanza sugli Enti Partecipati per affrontare l'emergenza rifiuti nel territorio agrigentino. I firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio Straordinario hanno chiesto al Presidente Buscemi di invitare i tre commissari liquidatori. La data del consiglio, che a norma dell'art. 26 dello Statuto deve avvenire entro venti giorni dalla richiesta fatta da almeno un quinto dei 35 consiglieri provinciali, sarà decisa dal Presidente Buscemi e dai Capigruppo nella riunione di mercoledì 20 luglio. "Quella dei rifiuti è una delle emergenze più sentite dai cittadini, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi, i quali, oltre a pagare canoni elevati, a volte, vedono bloccata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, per problemi di natura finanziaria e amministrativa. Questo momento di transizione che vede la liquidazione dei tre Ato e l'apertura delle SRR non deve penalizzare i cittadini, specie in questo periodo, dove la mancata raccolta causerebbe una emergenza socio sanitaria dalle conseguenze non prevedibili. Confido nel senso di responsabilità dei tre liquidatori, dei Presidenti della Provincia e della Regione, affinché i cittadini della nostra provincia possano trascorrere la loro estate senza l'incubo "rifiuti".
 
Provincia, D'Orsi: Potenziare le competenze delle Province, altrimenti meglio abolirle
Nel dibattito politico di questi giorni è entrata, ancora una volta, l'ipotesi di soppressione delle Province, che periodicamente entrambi gli schieramenti, con opportuni distinguo, ripropongono quale capitolo del taglio ai costi della politica e della spesa pubblica. E se il Parlamento ha bocciato questa ipotesi, il Presidente della Regione Siciliana ha invece rilanciato, proponendo la cancellazione delle nove Province siciliane e la loro sostituzione con liberi consorzi di Comuni. Proposta alla quale si è detto contrario l'attuale Presidente dell'Unione Province Italiane on. Giuseppe Castiglione. In qualità di Presidente della Provincia di Agrigento mi sento direttamente coinvolto nella discussione. In qualità di possibile candidato alla carica di Presidente alle elezioni amministrative del 2013 credo di dovere, per chiarezza ed onestà intellettuale, esporre il mio pensiero, non essendo né attaccato alla poltrona, né difensore di posizioni precostituite.
Io mi sento di condividere la proposta di Raffaele Lombardo, e spiego il perché. La legge regionale n. 9 del 1986 che istituiva le Province Regionali da un lato confermava l'esistenza di questi Enti sovracomunali - l'istituzione della Provincia di Agrigento risale, di fatto, addirittura all'epoca dell'Unità d'Italia - e dall'altro ne rafforzava le funzioni in una sorta di anticipazione del decentramento amministrativo che oggi, federalismo fiscale a parte, dovrebbe essere alla base della pubblica amministrazione, con il conferimento agli enti locali di quelle funzioni che lo Stato o la Regione non possono assicurare con la necessaria attenzione.
Tuttavia penso che lo spirito originario di quella legge sia stato in parte tradito o comunque disatteso: le Province in alcuni settori, per esempio il turismo, l'ambiente o l'istruzione, non hanno la piena possibilità di incidere sul territorio, dipendendo sempre e comunque dalla Regione e dal Governo Nazionale, i quali negli ultimi anni hanno assestato tagli sempre più pesanti ai trasferimenti, limitando di fatto le competenze e le buone intenzioni  delle amministrazioni provinciali (ma mi sentirei di aggiungere degli enti locali in generale). Né si è mai compiuto appieno il trasferimento di altre importanti competenze, per esempio nel settore ambientale.
Se le cose dovessero mantenersi in questi termini, allora io, andando contro i miei interessi (politici, ovviamente) sono il primo a dire: basta, aboliamo le Province, e sia la Regione Siciliana ad assorbirne le competenze e il personale, precari compresi.
Tuttavia, tornando sulla volontà del Governatore Lombardo, andrà meglio chiarito il ruolo dei cosiddetti Consorzi di Comuni: quanti saranno? Quali criteri ispireranno la loro costituzione? Saranno a costo zero per le comunità, o serviranno solo a moltiplicare ulteriormente poltrone e centri di potere con un ulteriore aggravio della spesa pubblica? E, data per scontata la volontà di contenimento della spesa pubblica, le loro competenze saranno potenziate, rispetto a quelle possedute attualmente dalle Province, in ossequio alla logica del decentramento?
 Se, invece, vogliamo mantenere in vita le Province, esaltandone il ruolo originario, quello parzialmente stabilito dalla legge 9, allora la politica dovrà rivederne il ruolo e i compiti istituzionali. Le Province, in un contesto temporale in cui gli Ato stanno per andare in archivio, potrebbero avere un ruolo fondamentale nella gestione dei rifiuti e delle acque, nel coordinamento (anche parziale) della Protezione Civile e nel monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, marino e delle acque. Voi direte: ma sono competenze che in parte possiede. Vero, e aggiungo: molto parzialmente. E per questo continuo ad evidenziare come la politica regionale e nazionale debba avere il coraggio di fare scelte ben precise, delegando in toto alle Province questi settori.
Se ciò avverrà, sarò il primo ad oppormi a qualsiasi trovata populista, che spaccia per risparmio una scelta demagogica e priva di logica. In caso contrario, se la Provincia dovrà continuare ad occuparsi di pulizia delle spiagge, di edilizia scolastica e viabilità (settori importantissimi ma pesantemente condizionati dal patto di stabilità che ci impedisce di operare al meglio), o se dovrà preoccuparsi di come spendere qualche migliaio di euro in proposte culturali o di rilancio del turismo, allora sarà meglio chiudere questa esperienza, lasciando a Stato, Regione e Comuni il compito di dare quelle risposte che la cittadinanza aspetta, invano, da tempo. Senza ulteriore spazio per altre proposte che non siano a costo zero per il cittadino e non diano quelle risposte che la gente reclama.
Eugenio D'Orsi - Presidente della Provincia
 
"Questione depuratore", lettera aperta del consigliere provinciale Gallo (La Destra) al presidente D'Orsi
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del consigliere provinciale Roberto Gallo al presidente dell'Ato Idrico Eugenio D'Orsi in merito al depuratore di Agrigento.
"Caro Presidente D'Orsi,  come ben sa , tiene banco per ora la questione depuratore  ad Agrigento . Sistema di depurazione che non esiste , che determina un mare che di certo non si puo' definire pulito . Una situazione documentata da centinaia di segnalazioni e proteste dei cittadini utenti che vanno al mare  e/o che vorrebbero andare al mare tranquilli di non rischiare per la propria salute. Adesso il livello ,giusto, dell'indignazione è tale che si sono formati gruppi spontanei di cittadini che denunciano il problema e chiedono che la pubblica amministrazione provveda in tempi rapidi a realizzare il depuratore che garantisca la fascia costiera Agrigentina . Quindi un mare piu' pulito e sicuro ed anche un sistema di recupero delle acque reflue da poter riutilizzare , come avviene nei posti civili.
Le polemiche politiche di questi giorni , che hanno alimentato la serissima vicenda, di negativo hanno il fatto che spesso sono strumentali. E quindi interessano relativamente al cittadino , che vede il problema sotto un aspetto di civilta' , quindi di pulizia , di igiene e di ordine .
Le chiedo di farsi carico della seria questione che sta provocando tantissimi disagi, che ci vede in forte penalità verso le norme Europee che impongono giustamente che le citta' si dotino di sistemi di depurazione , ed in particolare quelle confinanti con il mare . A mio avviso Lei dovrebbe dare una informazione chiara e trasparente sulla situazione della depurazione , in particolare per la citta' di Agrigento. Informare il pubblico del perche' in questi anni Agrigento non si è dotata di un sistema di depurazione per quel territorio non servito .  Chi è responsabile di questa situazione veramente squallida , che ancora una volta mette in cattiva luce il Territorio Agrigentino e la sua Comunita' . Ed ancora cosa si sta facendo per risolvere il problema , utilizzando peraltro i soldi dell'UE che sono previsti per queste fondamentali opere pubbliche !? Sicuro che è una questione che puo' solo unirci e non dividerci Le chiedo ancora una massima chiarezza ed impegno sul problema ."
 
LAVALLEDEITEMPLI.NET
 
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E cieco?
Agrigento - Del fumo di Monserrato, avevamo già scritto. A volte in modo serio, altre volte in maniera ironica, come quando citammo il motto che testualmente recita: "Non c'è fumo senza arrosto". Ma poiché non c'è peggior sordo di colui che non vuol sentire, a nulla è servito neppure l'aver pubblicato del petcoke che era stoccato all'aperto e che venne poi fortunatamente tolto senza colpo ferire (nè sequestri, nè denunce) da parte degli stessi interessati(v. foto), né l'aver pubblicato le fotografie di un sito prossimo a Monserrato dove quasi ogni sera veniva bruciato un qualcosa non meglio identificato v. foto), né tantomeno l'aver pubblicato dell'iscrizione al registro degli indagati di  Cuffaro, Lombardo e di Assessori regionali all'Ambiente, a seguito di fenomeni d'inquinamento atmosferico.
Prendiamo atto che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma siamo anche in presenza del peggior cieco che non vuol vedere? Le quattro foto, ritraggono i fumi che ieri sera, dopo un po', hanno invaso il vallone alle spalle di Monserrato.
Inquinanti? Non inquinanti? Di certo non spetta a noi deciderlo, ma quello che ci lascia perplessi, il fatto che si possa "affumicare" un intero quartiere nel silenzio più assoluto di muti, ciechi, e, forse, anche sordi...
Gian J. Morici
 
PERLACITTA'
 
Rigassificatore. Delibera del Consiglio Provinciale di Agrigento, Lattuca: "rispetto dei cittadini?"
Pubblichiamo il testo della lettera aperta inviata da Alessio Lattuca ad Eugenio D'Orsi, presidente della Provincia Regionale di Agrigento, in merito alla  mancata costituzione ( come deliberato dal Consiglio Provinciale) contro l'impianto di rigassificazione che Nuove Enegie - Enel intende collocare a ridosso della Valle dei templi.
"Sembra una questione assurda. Quasi paradossale. Il ceto politico,  talvolta, opera delle scelte che hanno dell'incredibile. Come per esempio rendere possibile, deliberare, autorizzare, sopportare, accettare,  la costruzione di  un gigantesco, obbrobrioso,  impianto di rigassificazione: particolarmente pericoloso e  altamente inquinante in un luogo mistico, di fronte al Kaòs a ridosso della Valle dei Templi, in una città unica al mondo.
Ciò accade nonostante le norme europee,  leggi più severe,  nuove sensibilità e una maggiore coscienza "ambientalista" delle popolazioni locali abbiano reso nel Paese più difficile o impossibile,  l'insediamento di impianti a rischio e ad alto impatto ambientale.
Tuttavia dalle nostre parti, le questioni restano irrisolte e i problemi restano in  piedi.  Allorchè, infatti,  si tratta di territori ad altissimo ritardo economico e con presenze ataviche di disoccupazione endemica,  ci si chiede come sia possibile resistere alle sirene quando si tratta di scegliere tra la realizzazione di un impianto che crea - tutto sommato - un minimo di occupazione, lavoro e quindi ricchezza per un territorio e la tutela ambientale, la sicurezza e la qualità della vita.
Il dilemma non si scioglie e diventa, pertanto,  inevitabile affidarsi ai giudici o alle consultazioni.
Una dovuta premessa, per affrontare del caso del rigassificatore della Valle dei Templi che come ovvio ha a che fare con la questione energetica in Italia e con la disoccupazione in Sicilia.
E' noto che il nostro paese paga la bolletta più alta d'Europa: un chilow3attore costa di più alle nostre aziende rispetto alle "concorrenti" tedesche o francesi. E'  altrettanto noto però, che per diminuire il prezzo dell'energia bisognerebbe usare combustibili meno costosi rispetto al gas, come il carbone o il nucleare. I problemi che derivano dal carbone sono ben noti. Ma per quanto attiene al nucleare  il referendum ha affossato il progetto del governo di realizzare almeno 4 centrali nucleari e si spera non se ne parli più. Tutte questioni che non dovrebbero avere alcuna implicazione per la regione siciliana che consuma soltanto il 10% dell'energia che produce e che, tuttavia, paga oltre il 30 % in più rispetto al  resto del paese per via, anche,  della obsolescenza della rete e delle infrastrutture. La classe dirigente  piuttosto che occuparsi dei reali problemi guarda altrove o peggio obbedisce ai diktat dell'ENEL: assecondandone, di fatto,  le pulsioni finanziarie e liberiste dirette esclusivamente alla fredda ricerca del profitto, piuttosto che al bene comune, vanificandone, peraltro, la mission di società di pubblica utilità.
A tale proposito risulta estremamente utile far rilevare al Presidente D'Orsi che sarebbe urgente riflettere sui gravi  ritardi che registra la provincia regionale in termini di sviluppo a partire dalla questione rigassificatore e alle responsabilità che ne derivano:  in relazione a un tema così sensibile sul quale il Consiglio Provinciale - dando prova di grande responsabilità e di significativa qualità politica - si è espresso ripetutamente e a maggioranza: bocciando il progetto.
Molto interessante sarebbe capire come questa vera e propria alienazione a favore di Nuove Energie - Enel (a zero costo) di un bene pubblico di primaria importanza qual' è il porto di Porto Empedocle per un territorio vasto che comprende anche la provincia di Caltanissetta  sia stata accettata..subita, dal sistema politico e dai cosiddetti organi di controllo, dall'etica pubblica di un Paese che considera normale  sottrarre al vero sviluppo una infrastruttura strategica nel Mediterraneo per "regalarla" ad una società che fa finanza e, conseguentemente, riservare uno "sgarro" di proporzioni gigantesche alle popolazioni siciliane.
La Provincia Regionale alla quale sono demandati per legge i programmi industriali di area avrebbe dovuto e dovrà dotarsi di una piano industriale di sviluppo che, sicuramente, non potrà comprendere politiche connesse agli idrocarburi in un territorio che ha posto al centro dei programmi di sviluppo l'ospitalità, l'agricoltura biologica e di qualità, la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici.
Pertanto l'udienza convocata per il 19 luglio al Consiglio di Stato sull'argomento rappresenta  per il capo dell'amministrazione provinciale una occasione di riscatto politico e di affermazione dei principi di trasparenza e di giustizia che,  perlopiù, richiama quali ispiratori della sua azione politica. E, soprattutto,  di affermazione della democrazia in risposta alla consultazione popolare e alle deliberazioni dell'assise provinciale. La costituzione in giudizio all'udienza del Consiglio di Stato oltre che doverosa risulta una formidabile possibilità di eliminare gli equivoci insorti e porre fine alle continue polemiche alimentate  dai comportamenti adottati dal presidente e dalla giunta provinciale in evidente contrasto con le ripetute deliberazioni del consiglio provinciale unico e legittimo portatore delle  prerogative assegnategli dalla legge istitutiva.
E potrebbe, finalmente, dare seguito alle dichiarazioni di contrarietà alla costruzione dell'impianto e fare chiarezza sulle affermazioni (che risultano da un video) che sarebbe manovrato !!!!... e - ove lo ritenga utile - spiegare ai cittadini le ragioni secondo le quali abbia deliberatamente inviato alla conferenza di servizio l'assessore Castellino per esprimere il parere favorevole della Provincia Regionale di Agrigento alla realizzazione dell'impianto. Spiegare soprattutto perché - dopo avere dato incarico all'avv. Giuseppe Ajello di preparare la comparsa di costituzione contro la costruzione dell'impianto in ossequio alla delibera espressa a maggioranza assoluta dal consiglio provinciale - abbia deciso in totale solitudine e in assenza di una motivazione plausibile, di revocargli l'incarico (pagando comunque la parcella per un lavoro rivelatosi inutile). Per tutte le superiori considerazioni risulterebbe rispettoso e, comunque, risarcitorio per gli abitanti di questa provincia, che il presidente D'Orsi sanasse la questione e procedesse tempestivamente, per la costituzione in giudizio contro l'impianto di rigassificazione da 8 milioni di mq che taluni soggetti irresponsabili - con evidente tracotanza, in dispregio delle leggi e dei codici morali, senza consultare le persone che vivono attorno a quei luoghi, le comunità che hanno a cuore i beni culturali, ambientali, il paesaggio -  hanno deciso di collocare sul mare colore del vino, in prossimità delle argille azzurre del Kaòs".
Alessio Lattuca
Presidente Confimpresa Euromed    
 
Emergenza Rifiuti nell'agrigentino: richiesto un Consiglio Provinciale straordinario
 "Emergenza rifiuti e gestione delle tre società d'ambito" è l'argomento di un prossimo consiglio provinciale straordinario da convocare nei prossimi giorni. La richiesta è stata formulata al Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi dai Consiglieri Girasole, Terrazzini, Carmelo D'Angelo, Davide Gentile, Giuseppe Picone, Salvatore Montaperto, Ettore Di Ventura, Ivan Paci, Mario Lazzano, Ezio Di Prima e Roberto Gallo. La richiesta è nata nel corso dei lavori della Commissione Vigilanza sugli Enti Partecipati per affrontare l'emergenza rifiuti nel territorio agrigentino. I firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio Straordinario hanno chiesto al Presidente Buscemi di invitare i tre commissari liquidatori. La data del consiglio, che a norma dell'art. 26 dello Statuto deve avvenire entro venti giorni dalla richiesta fatta da almeno un quinto dei 35 consiglieri provinciali, sarà decisa dal Presidente Buscemi e dai Capigruppo nella riunione di mercoledì 20 luglio. "Quella dei rifiuti è una delle emergenze più sentite dai cittadini - ha dichiarato il Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi - i quali, oltre a pagare canoni elevati, a volte, vedono bloccata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, per problemi di natura finanziaria e amministrativa. Questo momento di transizione che vede la liquidazione dei tre Ato e l'apertura delle SRR non deve penalizzare i cittadini, specie in questo periodo, dove la mancata raccolta causerebbe una emergenza socio sanitaria dalle conseguenze non prevedibili. Confido nel senso di responsabilità dei tre liquidatori, dei Presidenti della Provincia e della Regione, affinché i cittadini della nostra provincia possano trascorrere la loro estate senza l'incubo "rifiuti".
 
Agrigentonotizie
 
Le condoglianze di Vito Bono a Eugenio D'Orsi
Condoglianze del sindaco di Sciacca Vito Bono al presidente della Provincia regionale Eugenio D'Orsi per un lutto che ha colpito la sua famiglia. Al presidente D'Orsi, il sindaco Vito Bono ha espresso il "cordoglio e la vicinanza mia personale e dell'intera Amministrazione comunale per la scomparsa della suocera".
 
D'Orsi: "Potenziamo le competenze delle Province"
 "Nel dibattito politico di questi giorni è entrata, ancora una volta, l'ipotesi di soppressione delle Province, che periodicamente entrambi gli schieramenti, con opportuni distinguo, ripropongono quale capitolo del taglio ai costi della politica e della spesa pubblica". Queste le parole scritte dal presidente della Provincia Eugenio D'Orsi che continua: "In qualità di presidente della Provincia di Agrigento mi sento direttamente coinvolto nella discussione. In qualità di possibile candidato alla carica di Presidente alle elezioni amministrative del 2013 credo di dovere, per chiarezza ed onestà intellettuale, esporre il mio pensiero, non essendo né attaccato alla poltrona, né difensore di posizioni precostituite".
"Le Province in alcuni settori - sottolinea il presidente della Provincia - per esempio il turismo, l'ambiente o l'istruzione, non hanno la piena possibilità di incidere sul territorio, dipendendo sempre e comunque dalla Regione e dal Governo Nazionale, i quali negli ultimi anni hanno assestato tagli sempre più pesanti ai trasferimenti, limitando di fatto le competenze e le buone intenzioni  delle amministrazioni provinciali (ma mi sentirei di aggiungere degli enti locali in generale). Né si è mai compiuto appieno il trasferimento di altre importanti competenze, per esempio nel settore ambientale. Se le cose dovessero mantenersi in questi termini - afferma D'Orsi - allora io, andando contro i miei interessi (politici, ovviamente) sono il primo a dire: basta, aboliamo le Province, e sia la Regione siciliana ad assorbirne le competenze e il personale, precari compresi".
"Le Province - sottolinea D'Orsi - in un contesto temporale in cui gli Ato stanno per andare in archivio, potrebbero avere un ruolo fondamentale nella gestione dei rifiuti e delle acque, nel coordinamento (anche parziale) della Protezione Civile e nel monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, marino e delle acque".
"Se ciò avverrà - continua il presidente D'Orsi - sarò il primo ad oppormi a qualsiasi trovata populista, che spaccia per risparmio una scelta demagogica e priva di logica. In caso contrario, se la Provincia dovrà continuare ad occuparsi di pulizia delle spiagge, di edilizia scolastica e viabilità o se dovrà preoccuparsi di come spendere qualche migliaio di euro in proposte culturali o di rilancio del turismo, allora sarà meglio chiudere questa esperienza, lasciando a stato, regione e comuni il compito di dare quelle risposte che la cittadinanza aspetta, invano, da tempo. Senza ulteriore spazio per altre proposte - conclude D'Orsi - che non siano a costo zero per il cittadino e non diano quelle risposte che la gente reclama".
 
Emergenza rifiuti, chiesto un Consiglio provinciale straordinario   
"Emergenza rifiuti e gestione delle tre società d'ambito" è l'argomento di un prossimo Consiglio provinciale straordinario da convocare nei prossimi giorni. La richiesta è stata formulata dal presidente Raimondo Buscemi, dai consiglieri Girasole, Terrazzini, D'Angelo, Gentile, Picone, Montaperto, Di Ventura, Paci, Lazzano, Di Prima e Roberto Gallo. La richiesta è nata nel corso dei lavori della commissione Vigilanza sugli Enti partecipati per affrontare l'emergenza rifiuti nel territorio agrigentino. I firmatari della richiesta di convocazione del Consiglio straordinario hanno chiesto al presidente Buscemi di invitare i tre commissari liquidatori.
La data del Consiglio, che a norma dell'articolo 26 dello Statuto deve avvenire entro 20 giorni dalla richiesta fatta da almeno un quinto dei 35 consiglieri provinciali, sarà decisa dal presidente Buscemi e dai capigruppo nella riunione di mercoledì 20 luglio.
"Quella dei rifiuti è una delle emergenze più sentite dai cittadini - ha dichiarato il presidente del Consiglio Raimondo Buscemi - i quali, oltre a pagare canoni elevati, a volte, vedono bloccata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, per problemi di natura finanziaria e amministrativa. Questo momento di transizione che vede la liquidazione dei tre Ato e l'apertura delle Srr non deve penalizzare i cittadini, specie in questo periodo, dove la mancata raccolta causerebbe una emergenza socio sanitaria dalle conseguenze non prevedibili. Confido nel senso di responsabilità dei tre liquidatori, dei presidenti della Provincia e della Regione, affinché i cittadini della nostra provincia possano trascorrere la loro estate senza l'incubo rifiuti".
 
Agrigentoflash
 
Fiaccolata antimafia, buona la partecipazione della popolazione
Manifestazione riuscita e con buona partecipazione da parte della popolazione, la "Fiaccolata della legalità", organizzata anche quest'anno a San Leone dalla Provincia Regionale per ribadire in maniera netta e inequivocabile il "no"alla mafia e alle attività criminali. Numerose le autorità civili e militari presenti, insieme alle associazioni di volontariato e di protezione civile, ieri sera insieme a tanta gente comune che ha marciato per dire no ad ogni forma di criminalità organizzata. La prima torcia è stata accesa dall'Arcivescovo di Agrigento don Franco Montenegro, quindi sono brillate le altre che hanno trasformato il lungomare Falcone - Borsellino in un suggestivo fiume di luci.
La manifestazione si è aperta con un momento di preghiera, caratterizzato dalle parole di speranza e di coraggio che Don Franco Montenegro ha proferito dal pulpito della chiesa di San Leone esortando i presenti al cambiamento.
Ad aprire il corteo i Gonfaloni della Provincia Regionale di Agrigento e dei Comuni della provincia scortati dagli Agenti di polizia Municipale. All'arrivo della fiaccolata in piazzale Aster l'Assessore Provinciale Calogero Volpe ha portato i saluti del Presidente Eugenio D'Orsi, assente per un grave lutto familiare. Nel suo discorso l'Assessore Volpe ha sottolineato l'impegno della Provincia Regionale di Agrigento ad operare nella trasparenza e nella legalità. Infine la consegna delle targhe di riconoscimento alle Forze dell'Ordine operanti nel territorio.
La lunga notte della legalità si è conclusa sul palco di piazzale Aster con l'applaudito concerto della Piccola Orchestra Malarazza.
 
 Gallo, lettera a D'Orsi sul mare di San Leone
In una lettera aperta il consigliere provinciale de La Destra, Roberto Gallo, chiede al presidente della Provincia e dell'Ato Idrico Eugenio D'Orsi di farsi carico della seria questione del mare di San Leone. La questione, per Gallo, sta provocando tantissimi disagi, anche per la forte penalità verso le norme Europee che impongono giustamente che le citta' si dotino di sistemi di depurazione , ed in particolare quelle confinanti con il mare. "Lei dovrebbe dare una informazione chiara e trasparente sulla situazione della depurazione - afferma Gallo nella lettera -, in particolare per la città di Agrigento. Informare il pubblico del perche' in questi anni Agrigento non si è dotata di un sistema di depurazione per quel territorio non servito. Chi è responsabile di questa situazione veramente squallida, che ancora una volta mette in cattiva luce il Territorio Agrigentino e la sua Comunita'. Ed ancora cosa si sta facendo per risolvere il problema, utilizzando peraltro i soldi dell'UE che sono previsti per queste fondamentali opere pubbliche". Gallo ha anche precisato che il Sistema di depurazione che non esiste, determina un mare che di certo non si puo' definire pulito . Una situazione documentata da centinaia di segnalazioni e proteste dei cittadini utenti che vanno al mare e/o che vorrebbero andare al mare tranquilli di non rischiare per la propria salute. "Adesso il livello,giusto, dell'indignazione è tale - scrive Gallo - che si sono formati gruppi spontanei di cittadini che denunciano il problema e chiedono che la pubblica amministrazione provveda in tempi rapidi a realizzare il depuratore che garantisca la fascia costiera Agrigentina . Quindi un mare piu' pulito e sicuro ed anche un sistema di recupero delle acque reflue da poter riutilizzare , come avviene nei posti civili".
 
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Fiaccolata antimafia, buona partecipazione della popolazione
Manifestazione riuscita e con buona partecipazione da parte della popolazione, la "Fiaccolata della legalità", organizzata anche quest'anno a San Leone dalla Provincia Regionale per ribadire in maniera netta e inequivocabile il "no"alla mafia e alle attività criminali. Numerose le autorità civili e militari presenti, insieme alle associazioni di volontariato e di protezione civile, ieri sera insieme a tanta gente comune che ha marciato per dire no ad ogni forma di criminalità organizzata. La prima torcia è stata accesa dall'Arcivescovo di Agrigento don Franco Montenegro, quindi sono brillate le altre che hanno trasformato il lungomare Falcone - Borsellino in un suggestivo fiume di luci. La manifestazione si è aperta con un momento di preghiera, caratterizzato dalle parole di speranza e di coraggio che Don Franco Montenegro ha proferito dal pulpito della chiesa di San Leone esortando i presenti al cambiamento. Ad aprire il corteo i Gonfaloni della Provincia Regionale di Agrigento e dei Comuni della provincia scortati dagli Agenti di polizia Municipale. All'arrivo della fiaccolata in piazzale Aster l'Assessore Provinciale Calogero Volpe ha portato i saluti del Presidente Eugenio D'Orsi, assente per un grave lutto familiare. Nel suo discorso l'Assessore Volpe ha sottolineato l'impegno della Provincia Regionale di Agrigento ad operare nella trasparenza e nella legalità. Infine la consegna delle targhe di riconoscimento alle Forze dell'Ordine operanti nel territorio.
La lunga notte della legalità si è conclusa sul palco di piazzale Aster con l'applaudito concerto della Piccola Orchestra Malarazza. 

Depuratore, Roberto Gallo scrive a D'Orsi
Lettera del consigliere provinciale Roberto Gallo al presidente D'Orsi. 
Caro Presidente D'Orsi,  come ben sa, tiene banco per ora la questione depuratore  ad Agrigento. Sistema di depurazione che non esiste, che determina un mare che di certo non si può definire pulito. Una situazione documentata da centinaia di segnalazioni e proteste dei cittadini utenti che vanno al mare e/o che vorrebbero andare al mare tranquilli di non rischiare per la propria salute. Adesso il livello, giusto, dell'indignazione è tale che si sono formati gruppi spontanei di cittadini che denunciano il problema e chiedono che la pubblica amministrazione provveda in tempi rapidi a realizzare il depuratore che garantisca la fascia costiera Agrigentina. Quindi un mare più pulito e sicuro ed anche un sistema di recupero delle acque reflue da poter riutilizzare, come avviene nei posti civili. Le polemiche politiche di questi giorni, che hanno alimentato la serissima vicenda, di negativo hanno il fatto che spesso sono strumentali. E quindi interessano relativamente al cittadino, che vede il problema sotto un aspetto di civilta', quindi di pulizia, di igiene e di ordine.
Le chiedo  di farsi carico della seria questione che sta provocando tantissimi disagi, che ci vede in forte PENALITA' verso le norme Europee che impongono giustamente che le citta' si dotino di sistemi di depurazione, ed in particolare quelle confinanti con il mare.
A mio avviso Lei dovrebbe dare una informazione CHIARA e TRASPARENTE sulla situazione della depurazione, in particolare per la citta' di Agrigento. Informare il pubblico del perche' in questi anni Agrigento non si è dotata di un sistema di depurazione per quel territorio non servito.  Chi è responsabile di questa situazione veramente squallida, che ancora una volta mette in cattiva luce il Territorio Agrigentino e la sua Comunita'. Ed ancora cosa si sta facendo per risolvere il problema, utilizzando peraltro i soldi dell'UE che sono previsti per queste fondamentali opere pubbliche!?
Sicuro che è una questione che puo' solo unirci e non dividerci Le chiedo ancora una massima chiarezza ed impegno sul problema. 

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