LA SICILIA
Maximutuo per la Agrigento-Cammarata
PROVINCIA REGIONALE. D'Orsi: «Finalmente possibile l'ammodernamento della strada statale 189"
«Adesso finalmente potremo chiedere un mutuo alla Cassa depositi e prestiti per avere le somme necessarie alla progettazione dell'opera». Il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi é particolarmente soddisfatto all'indomani della firma del decreto, da parte del presidente della Regione Raffaele Lombardo, relativo alla pubblicazione sulla Gurs dell'accordo di programma quadro relativo all'ammodernamento del tratto della statale 189 compreso tra il capoluogo e l'estremo limite della provincia di Agrigento, in territorio di Cammarata.
L'accordo venne siglato lo scorso 5 novembre tra lo stesso D'Orsi, l'on. Roberto Di Mauro per la Regione siciliana, il direttore regionale dell'Anas Ugo Dibennardo e l'assessore alla viabilità del-
la provincia di Palermo Gigi Tomasino. Prevede una serie di opere che renderanno la Agrigento- Palermo più sicura, eliminando gli attuali divieti e limiti di velocità e, quindi, accorciando i tempi di percorrenza.
«Chiederemo subito il mutua - ha aggiunto D'Orsi - cinque o sei milioni di euro in modo tale da procedere subito alla progettazione dell'opera. Una volta che abbiamo il progetto in mano, e che quindi l'intervento é cantierabile, credo che sarà abbastanza facile avere il finanziamento). «E' vero - gli fa eco l'on. Di Mauro - spesso le risorse finanziarie non arrivano dalle nostre parti perché non ci sono i progetti pronti e si perdono soldi preziosi. Con il progetto alla mano non sarà un problema ottenere le somme necessarie alla realizzazione dei lavori in questione. Stiamo ripercorrendo, in fondo, lo stesso iter che é stato utilizzato per i lavori di raddoppio della statale 640».
Ovviamente i tempi sono ancora abbastanza lunghi, di passaggi da effettuare ancora ce ne sono, ma l'importante é che si vada avanti. I lavori, come si sa, prevedono l'eliminazione degli incroci a raso, con la creazione di un adeguato sistema di svincoli ad ogni uscita, la realizzazione di idonee corsie di incolonnamento per evitare immissioni improvvise nella sede stradale, la chiusura degli sbocchi secondari, l'allargamento della sede stradale, insomma tutti quegli accorgimenti necessari che consentiranno l'eliminazione degli attuali limiti di velocità (che hanno provocato enormi disagi agli automobilisti rimasti vittima degli autovelox collocati dalla polizia municipale di alcuni comuni il cui territorio viene attraversato dalla strada).
Vigerà semmai il solo limite di 90 valido per tutte le strade extraurbane secondarie (dunque ci sarà sempre da stare attenti a non pigiare molto sull'acceleratore). In ogni modo la strada diventerà senz'altro più sicura e i tempi di percorrenza ne guadagneranno di sicuro. Naturalmente per il rimanente tratto compreso tra Cammarata e Palermo dovrà essere la Provincia regionale di Palermo a porre in essere tutti i provvedimenti necessari per l'effettuazione di analoghi interventi di ammodernamento.
s. f.
GIORNALE DI SICILIA
Voltano, lettera ai sindaci sui lavoratori in transito
Si sono rivolte ai sindaci dei Comuni consorziati con il Voltano, le segreterie provinciali dei sindacati Cgil Fp, Femca Cisl e Uilcem ai quali viene chiesto di attivare tutte le iniziative, comprese quelle legali, per la salvaguardia e la tutela dei livelli occupazionali dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro perché la legge attuale non viene applicata. la vicenda è quella del riguarda il transito di alcuni dipendenti di Girgenti Acque.
«La legge spiegano i sindacati - prevede che le Autorità d'Ambito per il Servizio Idrico Integrato assumino il personale dipendente a tempo indeterminato che alla data di entrata in vigore della legge 20 del 2003 era in servizio nei Consorzi Idrici tra Comuni. Nonostante innumerevoli sollecitazioni, pareri, schemi di delibera e sentenze, non si riesce a fare rispettare la legge. Dal primo agosto per iniziativa della Girgenti Acque che ha posto fine al comando, i lavoratori sono tornati alle dirette dipendenze della Voltano e per potere utilmente utilizzare i lavoratori è necessario che la Società rientri in possesso delle reti e degli impianti ceduti all' Ato e da questi al soggetto gestore.
E sull'analoga vicenda, nei giorni scorsi, i sindacati avevano anche presentato un esposto alla Procura della repubblica per chiedere che venisse applicata la legge. ('AMM')
SOLE24H
Addio alle mini-Province
Stretta su indennità e incompatibilità dei parlamentari
ROMA
Il pressing di parti sociali e cittadini sembra aver sortito i suoi effetti. Nel set di misure che l'Esecutivo illustrerà a imprese e sindacati nel vertice di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi un capitolo cospicuo dovrebbe essere occupato dagli interventi per contenere i costi della politica. Con un piano in due tempi: un disegno di legge costituzionale che riduca il numero dei parlamentari e ne colleghi le indennità alle presenze; una legge ordinaria "anti-casta" che elimini le mini-Province e introduca un'ampia gamma di incompatibilità a ogni livello di governo. I dettagli del progetto messo a punto dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, sono ancora top secret. Ma chi ha partecipato alle febbrili riunioni che si sono succedute nelle ultime ore assicura che si tratterà di un «intervento non banale e importante». Anche per dissipare quell'aura di intoccabilità sorta intorno agli amministratori centrali e locali dopo che la manovra da 48 miliardi varata nemmeno un mese fa aveva inciso sulla voce «costi della politica» solo per 7,7 milioni, con effetti per di più rinviati al 2013.
Il primo tassello dovrebbe essere rappresentato dalla conferma del disegno di legge costituzionale anticipato su questo giornale il i6 luglio scorso e approvato dal Consiglio dei ministri sei giorni dopo. Come forse si ricorderà, oltre all'introduzione del Senato federale, al superamento del bicameralismo perfetto e a un rafforzamento dei poteri del primo ministro, il Ddl riduce da 630 a 250 il numero dei deputati e da a 250 quello dei senatori. Prevedendo al tempo stesso che le loro indennità siano commisurate all'effettiva partecipazione ai lavori in commissione e in aula.
Per accelerare l'iter che una modifica costituzionale richiede - un duplice passaggio in entrambe le Camere, con un intervallo di almeno tre mesi tra la prima e la seconda votazione e la possibilità di dover ricorrere al referendum in caso di approvazione ottenuta con una maggioranza inferiore ai 2/3 si potrebbe anche pensare di estrapolare le norme più direttamente collegate ai costi della politica e inserirle nel Ddl che modificherà gli articoli 41 e 8i della Costituzione (su cui si veda altro articolo a pagina 9) e su cui si soffermerà domani il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nella sua audizione davanti alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato.
Toccherà a una norma di legge ordinaria (magari proprio il Dl di correzione della recente manovra estiva) completare l'opera. Se possibile in tempi brevi. Ma su questo provvedimento la nebbia è ancora più fitta. Da quel che si sa le nuove disposizioni vorrebbero arrivare al mandato unico per tutti coloro che vivono di politica rendendo Incompatibile il possesso di due incarichi, a qualsiasi livello esercitati. Al tempo stesso si metterebbe mano anche all'annosa grana delle Province. Attraverso la soppressione di tutte quelle che non raggiungono una determinata soglia di abitanti.
Resta da capire dove sarà posizionata l'asticella. Il decreto 78 con la manovra dell'anno scorso l'aveva fissata a 220mila abitanti ma il taglio è stato poi eliminato su pressione della Lega; qualche mese dopo ci aveva riprovato un emendamento in commissione al Codice delle autonomie, stabilendo il tetto a 200mila (I5omila in quelle con un territorio per il 500/o montano) e l'aula di Montecitorio l'ha puntualmente eliminato. Visti i mala tempora sui mercati stavolta però la "sforbiciata" potrebbe sopravvivere e la soglia addirittura innalzarsi.
Eu.B.
Perlacittà
FdS: "Le Amministrazioni non accettino lo smantellamento del Polo Universitario di Agrigento
di Redazione
"Un altro pezzo di città che si sta per perdere a causa della drastica riduzione dell'offerta formativa del Polo Universitario della Provincia di Agrigento. In questi ultimi anni diversi corsi di laurea sono stati chiusi facendo si che l'offerta formativa del Polo Agrigentino si riducesse sempre di più. Partendo dalla dismissione dei corsi di Formatore Multimediale, Infermieristica, Tecnico di radiologia medica, Beni Archivistici e librari, si è arrivati, per l'anno accademico 2011/2012, al taglio del corso di laurea di Scienze dell'Educazione e all'accorpamento dei corsi di laurea di Ingegneria Informatica e Ingegneria Gestionale. Lo smantellamento dei corsi del Polo Universitario di Agrigento è solo l'ultimo insuccesso per una città che sta svendendo pezzo dopo pezzo tutto il proprio patrimonio e la propria autorevolezza". Lo sostiene il rappresentante di Forza del Sud di Agrigento, Simone Gramaglia.
"La chiusura di questi corsi di laurea continua Gramaglia - rappresenta una grave perdita per la città ed il territorio circostante, anche in termini di risorsa strategica per lo sviluppo, oltre che un aggravio per gli studenti e le famiglie, una perdita economica delle piccole imprese (bar, ristoranti, librerie etc.) ed un ulteriore stato di preoccupazioni per i genitori dei ragazzi che si dovranno spostare in città più lontane. Da non sottovalutare la situazione dei tanti giovani che non possono permettersi il mantenimento agli studi presso un'altra città o di tutti gli studenti lavoratori che in tale situazione dovrebbero abbandonare l'idea del raggiungimento di un traguardo così importante quale la laurea, tutto ciò porterebbe ad aumentare il dislivello culturale tra studenti del nord e studenti del sud".
"Pertanto - conlude Simone Gramaglia - chiediamo alle amministrazioni presenti nel CdA del Consorzio Universitario di Agrigento di intervenire in tempo prendendo una posizione ufficiale atta alla salvaguardia dei corsi di laurea evitando che possa verificarsi un intervento tardivo inutile al recupero dei corsi a rischio".
Sicilia24h
Gramaglia (Fds): smantellamento Polo Universitario insuccesso per la città
"Un altro pezzo di città che si sta per perdere a causa della drastica riduzione dell'offerta formativa del Polo Universitario della Provincia di Agrigento. In questi ultimi anni diversi corsi di laurea sono stati chiusi facendo si che l'offerta formativa del Polo Agrigentino si riducesse sempre di più. Partendo dalla dismissione dei corsi di Formatore Multimediale, Infermieristica, Tecnico di radiologia medica, Beni Archivistici e librari, si è arrivati, per l'anno accademico 2011/2012, al taglio del corso di laurea di Scienze dell'Educazione e all'accorpamento dei corsi di laurea di Ingegneria Informatica e Ingegneria Gestionale. Lo smantellamento dei corsi del Polo Universitario di Agrigento è solo l'ultimo insuccesso per una città che sta svendendo pezzo dopo pezzo tutto il proprio patrimonio e la propria autorevolezza". Lo afferma in una nota Simone Gramaglia del coordinamento cittadino di Forza del Sud di Agrigento "La chiusura di questi corsi di laurea, - prosegue - rappresenta una grave perdita per la città ed il territorio circostante, anche in termini di risorsa strategica per lo sviluppo, oltre che un aggravio per gli studenti e le famiglie, una perdita economica delle piccole imprese (bar, ristoranti, librerie etc.) ed un ulteriore stato di preoccupazioni per i genitori dei ragazzi che si dovranno spostare in città più lontane. Da non sottovalutare la situazione dei tanti giovani che non possono permettersi il mantenimento agli studi presso un'altra città o di tutti gli studenti lavoratori che in tale situazione dovrebbero abbandonare l'idea del raggiungimento di un traguardo così importante quale la laurea, tutto ciò porterebbe ad aumentare il dislivello culturale tra studenti del nord e studenti del sud. Pertanto chiediamo alle amministrazioni presenti nel CdA del Consorzio Universitario di Agrigento di intervenire in tempo prendendo una posizione ufficiale atta alla salvaguardia dei corsi di laurea evitando che possa verificarsi un intervento tardivo inutile al recupero dei corsi a rischio".