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Rassegna stampa del 13 ottobre 2011

 

   LA SICILIA


Inquisito il presidente Ap Avrebbe tra l'altro piantumato nella sua villa 40 palme acquistate dall'Ente
Eugenio D'Orsi da venerdì sera è iscritto nel registro degli indagati per truffa, concussione e peculato. Il provvedimento della Procura della Repubblica di Agrigento rappresenta il punto d'arrivo di un filone d'indagine aperto alcuni mesi fa. Quattordici sono gli indagati, tra funzionari e dipendenti della Provincia Regionale di Agrigento, compreso il presidente dell'Ente, Eugenio D'Orsi, di Movimento per l'autonomia, e ideatore di un nuovo movimento politico che prende il nome de "I lealisti". Rispetto alle recenti vicende del giugno scorso, con l'invito a comparire per 12 dirigenti provinciali, tutti indagati per alcune presunte irregolarità nella gestione dei fondi dell'ente Provincia, i nuovi entrati nell'indagine sorso appunto il presidente D'Orsi e un altro funzionario. Entrambi compariranno per l'interrogatorio il prossimo 19 ottobre davanti ai Pubblici ministeri. L'inchiesta è condotta dal Sostituto procuratore Giacomo Forte e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Al momento, il pool di legali che compone l'ufficio di difesa del presidente D'Orsi non ha ancora stabilito che strategia adottare. Tra le accuse, aver piantumato nella sua villa di Montaperto 40 palme acquistate dalla Provincia. Le piante erano state comprate per il giardino botanico, spazi di verde pubblico, aiuole e scuole della città. Per la collocazione delle piante si sarebbe servito di un dipendente provinciale, utilizzandolo negli orari in cui avrebbe dovuto prestare servizio all'orto botanico. Inoltre, secondo la Procura, per la ristrutturazione della sua proprietà, D'Orsi si sarebbe avvalso di due imprese, già impegnate in appalti con la Provincia, da cui si sarebbe fatto fare lavori di scavo e di trasporto merce pretendendo uno sconto del 30 per cento, e pagando poi di fatto meno della metà del pattuito. Pretendendo gratuitamente l'effettuazione di lavori di ristrutturazione del valore di oltre diecimila euro. Ed ancora, avrebbe conferito incarichi esterni per esigenze che l'Ente avrebbe potuto fronteggiare con proprio personale. Irregolari sarebbero anche gli affidamenti dei servizi alberghieri in occasione di alcuni spettacoli organizzati dalla Provincia di Agrigento, e diversi rimborsi spesa per i pasti. L'inchiesta sulla Provincia ha avuto inizio due anni fa. Nel giugno scorso il primo provvedimento giudiziario con l'accusa di abuso d'ufficio truffa e falso nell'ambito di una indagine condotta dalle Fiamme gialle sulla gestione dì fondi pubblici all'interno dell'Ente ritenuti illegittimi perché gli atti compiuti sarebbero mancanti di alcuni obbligatori passaggi previsti dal regolamento dell'Ente pubblico. L'inchiesta puntava l'attenzione su spese effettuate per l'acquisto di penne di lusso, ospitalità in alberghi; oggetti di cartolibreria; rinfreschi, pranzi e cene.
ANTONINO RAVANÀ


Ho sempre agito correttamente. Sono vittima di un complotto del Pdl.
Si dice tranquillo, respinge le accuse e si dice pronto a dimettersi in caso lo chiedesse il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. E' amareggiato il presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, raggiunto da in avviso di garanzia. I reati ipotizzati sono truffa, concussione e peculato. Il provvedimento al responsabile dell'Ente Provincia ed esponente dell'Mpa, gli è stato notificato nella serata di martedì, dai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Al centro dell'inchiesta alcuni episodi, che risalgono al 2009 e 2010. «Sono tranquillo e continuo ad avere ferma fiducia nel lavoro della procura, nella persona del procuratore capo, Renato Di Natale, dell'aggiunto Ignazio Fonzo - ha detto D'Orsi -. Risponderò con serenità a tutte le domande che mi verranno poste. Ho sempre agito per il bene della collettività. Noto, comunque, che ci sono tentativi di fermare la buona opera di risanamento messa in atto dal sottoscritto. E, pur rimanendo fiducioso, trovo tutto questo un complotto contro di me, architettato dagli scontenti, tra questi quelli del Pdl, che ho fatto fuori dalla Giunta». E' in fiume in piena il capo dell'Amministrazione provinciale, finito nell'inchiesta della Procura di Agrigento. Rispetto alle vicende venute fuori nel giugno scorso, con l'invito a comparire per 12, tra funzionari e dirigenti provinciali, tutti indagati per alcune presunte irregolarità nella gestione dei fondi dell'ente Provincia, dall'altro ieri tra gli indagati figura anche il suo nome. Tra le accuse, aver piantumato nella sua villa 40 palme, acquistate dalla Provincia e destinate a spazi di verde pubblico. Per la collocazione delle piante si sarebbe servito di due dipendenti provinciali. «Altro che palme - aggiunge - mi accusano di aver preso 40 palme e di averle portate a casa mia, io aggiungo che le palme la Provincia ancora le deve pagare. Quelle che ho piantumato a casa mia, del costo di 1,70 euro, sono state il regalo del mio vivaista. Io sono tranquillo, perchè so di non aver commesso alcun reato. In questi tre anni so di aver risanato il debito pubblico, di aver buttato fuori la 'cacca" di delinquenti che agivano solo per interessi personali, ho eliminato decine di contributi per manifestazioni e spettacoli. Ecco tutti questi si sono alleati in una sorta di complotto, che ha generato esposti anonimi. Ho sempre agito nell'interesse della collettività. Abbiamo interrotto torme di clientelismo. Mi difenderò nelle sedi opportune. Ho scritto un messaggio a Lombardo. Se sono di imbarazzo a lui e al movimento, gli ho detto, sono pronto a rassegnare le dimissioni. A.R.


DI SICILIA


Gli equilibri di bilancio all'esame del Consiglio.
Gli equilibri di bilancio, insieme a diversi debiti fuori bilancio, saranno alcuni degli argomenti in discussione nel prossimo Consiglio Provinciale, convocato dal Presidente Buscemi, in via d'urgenza , per oggi alle 18. La convocazione è stata decisa nella seduta della Commissione Capigruppo, a seguito della richiesta dell'assessore Regionale agli Enti Locali Caterina Chinnici che ha invitato Comuni e Province ad approvare al più presto gli equilibri di bilancio. Nell'ordine del giorno sono inseriti anche la proposta del settore infrastrutture stradali relativa ai lavori di miglioramento della fruibilità turistica della zona di Porto Empedocle - Capo Russello - Siculiana Marina - Eraclea Minoa - tratto Porto Empedocle - Realmonte, la relazione del presidente D'Orsi del secondo semestre 2010 e quella sull' attività degli esperti per l' anno 2010. Poi saranno discussi alcuni debiti fuori bilancio in esecuzione di sentenze emesse dalla magistratura. Le ultime due proposte riguardano la 'verifica degli equilibri di bilancio" e la proposta del settore Affari Generali e Segreteria Generale della modifica di alcuni articoli dei regolamento per le adunanze ed il funzionamento dei consiglio provinciale e delle commissioni consiliari, Intanto il presidente D'Orsi ha scritto una lettera all'assessorato regionale alle Autonomie locali e per conoscenza al Prefetto, per rilevare "chiare violazioni di norme regolamentari" da parte del presidente Buscemi relativamente alla seduta del 6 ottobre scorso. «In primis - spiega D'Orsi - l'inusuale inserimento della proposta relativa alla modica del regolamento per le adunanze ed il funzionamento del Consiglio provinciale, prima del controllo di qualità». (PAPI)


Messana:«Saprà chiarire la sua posizione» Il gruppo del Pdl:«Solidarietà all'uomo».
Il presidente della provincia regionale Eugenio D'Orsi indagato. Diverse le reazioni del mondo politico. Solidarietà è stata espressa dai consiglieri provinciali dei gruppi dell'Mpa, Fds, Fli, Udc e I lealisti. «Siamo convinti — hanno scritto i consiglieri in una nota congiunta - dell'assenza di ogni forma di responsabilità penale da parte del presidente D'Orsi, al quale riconosciamo grande sobrietà, equilibrio, oculatezza e alto senso delle istituzioni. Auspichiamo che la vicenda possa essere chiarita in tempi brevi così da sgomberare il campo da ogni dubbio e ridare serenità all'uomo D'Orsi ed alla sua famiglia, già duramente provata da eventi criminali». Il Pd si dice fiducioso nell'azione della magistratura «che ha ravvisato l'opportunità di inviare un avviso di garanzia al presidente D'Orsi». «Confidiamo — hanno aggiunto il segretario provinciale del Pd Emilio Messana e i consiglieri provinciali Daniele Camilleri, Ettore Di Ventura e Piero Giglione - che il presidente D'Orsi saprà chiarire la propria posizione allontanando da se e dalla sua amministrazione ogni sospetto. D'Orsi ha caratterizzato la sua presidenza per il rigore nella gestione delle risorse pubbliche». Solidarietà all'uomo viene espressa dal gruppo Pdl al presidente Eugenio D'Orsi per le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto. »Esprimendo fiducia alla magistratura, si augura che il presidente possa chiarire la sua posizione nel più breve tempo possibile per la serenità di tutta l'assise». (CR)




Abusi d'ufficio, 37 episodi: 13 inguaiano un funzionario.
Nelle ventidue pagine d'imputazioni formulate dalla Procura della Repubblica a carico del presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, la maggior parte riguarda ipotesi di abuso di ufficio. Sono addirittura trentasette gli episodi contestati, tutti diversi fra loro e quasi sempre in concorso con funzionari dell'ente. Tredici di questi sono contestati in concorso con l'ingegnere Piero Hamel, dirigente dell'area Patrimonio-Contratti. Un capitolo consistente riguarda il filone delle spese di rappresentanza. Secondo i pm, D'Orsi avrebbe ottenuto il rimborso di pranzi, cene e spuntini senza che risultasse in alcun modo il fine il fine istituzionale. I finanzieri hanno passato al setaccio centinaia di incartamenti fra ricevute, pezze di appoggio prodotte agli uffici e relativi buoni emessi come rimborsi. Il periodo messo sotto la lente di ingrandimento è di tre anni e si parte dal 2008. E questo il capo di imputazione più lungo e probabilmente più comples so sul quale i difensori (gli avvocati Posante, Scozzari e Bruna) dovranno lavorare con maggiore impegno. Al presidente D'Orsi vengono contestati anche gli acquisti di materiale di rappresentanza in violazione di leggi e regolamenti in materia. Un consistente filone di inchiesta riguarda gli incarichi esterni assegnati, secondo i pm, con eccessiva disinvoltura. La Provincia spendeva migliaia di euro per progetti di frazionamento di immobili, sistemazione e ammodernamento di strade e altri tipi di opere come la costruzione di un centro di supporto alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Per effettuare questi lavori sarebbero state spese decine di migliaia di euro. La Procura ritiene che la Provincia abbia subito un danno e che non si dovesse fare ricorso ad esterni in quanto l'ente aveva risorse al suo interno per farsene carico. E in ogni caso, in base a quello che prevede la legge, avrebbe dovuto "accertare l'oggettiva impossibilità di usare risorse disponibili al suo interno". Per questi episodi, nelle rispettive qualità, sono indagati D'Orsi e Hamel. Contestazioni anche per l'organizzazione del noto torneo nazionale di calcio dei dipendenti delle Province d'Italia. Secondo gli inquirenti gli oltre 17 mila euro spesi per rinfresco e intrattenimento con gruppi folk sarebbero stati illegittimi perché l'ente avrebbe dovuto provvedere ad una trattativa privata non potendo fare un affidamento diretto che non consente di scegliere la soluzione più conveniente per le casse dell'ente. Analoghe contestazioni vengono mosse per una miriade di spese spicciole. Si va dall'acquisto di copie di libri, alla fornitura di targhe, all'acquisto di tende, addobbi e arredi vari. Stesso sistema sarebbe stato utilizzato per l'organizzazione degli spettacoli in occasione del Capodanno del 2008. La Provincia affidò l'incarico a una nota agenzia cittadina pagandola 25 mila euro senza ricorrere alla trattativa privata. (GECA)


"Concussione e truffa", D'Orsi è indagato. La nuova inchiesta coinvolge pure Hamel.
Concussione, peculato, truffa e abuso d'ufficio: inchiesta sulle spese istituzionali alla Provincia regionale sembrava virare dritta sui vertici dell'ente. Martedì sera è arrivata la conferma. I finanzieri del Nucleo dì polizia tributaria hanno notificato un avviso a comparire al presidente Eugenio D'Orsi. L'esponente autonomista, uno degli uomini più fidati del presidente della Regione Raffaele Lombardo, dovrà presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini. L'atto giudiziario porta la firma del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Giacomo Forte che hanno coordinato l'inchiesta. Oltre al filone sulle spese di rappresentanza, secondo i pm, rimborsati illegittimamente, vengono mosse molte altre contestazioni. I lavori nella sua abitazione di Montaperto. La Procura contesta ben cinque ipotesi di reato che ruotano attorno alla ristrutturazione della sua casa di Montaperto. Si ratta di due ipotesi di peculato e tre di concussione. Il primo episodio dl peculato riguarderebbe l'indebito utilizzo dell'agronomo della Provincia al servizio del giardino di casa. Il secondo è relativo al presunto utilizzo di quaranta palme, acquistate dall'ente per rinvigorire il verde delle scuole. Secondo la Procura, D'Orsi se ne sarebbe impossessato facendole mettere a dimora nella sua villa. Una prima ipotesi di concussione viene ipotizzata perché avrebbe indotto un architetto, che lavorava alle dipendenze della Provincia, ad assumere la direzione dei lavori di ristrutturazione della sua casa di Montaperto. Una prestazione che, secondo i pm, sarebbe dovuta costare attorno ai 2.500 euro e che D'Orsi non avrebbe pagato a fronte di una fattura, emessa per l'acconto, di circa 700 euro. La seconda concussione riguarderebbe i lavori di scavo e trasporto merce: secondo l'accusa avrebbe incaricato una ditta che stava eseguendo un appalto perla Provincia pagandola il 30 per cento in meno. L'ultima ipotesi di concussione è relativa al mancato pagamento della ditta che effettuò la ristrutturazione della casa: secondo l'accusa avrebbe approfittato del suo molo di presidente della Provincia per non saldare i 10 mila euro all'impresa che era inserita nell'elenco delle ditte di fiducia dell'ente. Spese istituzionali mai effettuate ma regolarmente pagate. D'Orsi è accusato di truffa in relazione al rimborso di alcune spese. Secondo i pm, in due circostanze, avrebbe attestato falsamente di avere sostenuto delle spese (per oltre trecento euro) per finii istituzionali. E nel farlo avrebbe allegato due ricevute di un noto ristorante di San Leone, I due episodi risalgono al 4 settembre e al 2 dicembre del 2008. Il 16 giugno del 2009, sempre secondo l'ipotesi degli inquirenti, D' Orsi si sarebbe fatto rimborsare 300 euro per una cena in un ristorante. Per l'accusa non ci sarebbe stato alcun fine istituzionale e quel conto risultava pagato con una carta di credito in nessun modo riconducibile a D'Orsi. Spunta un nuovo indagato. È l'ingegnere Piero Hamel, ex assessore comunale. Non c'è solo D'Orsi fra i nuovi indagati che si aggiungono ai dodici precedenti. Nel registro delle persone sottoposte a indagini è stato iscritto anche l'ingegnere Piero Hamel, dirigente della Provincia ed ex assessore comunale, I pm gli contestano diverse ipotesi di abuso di ufficio. Nel mirino degli inquirenti sono finiti alcuni lavori svolti, per conto della Provincia regionale, da ditte o professionisti esterni. In realtà, secondo l'ipotesi accusatoria, la Provincia avrebbe avuto al suo interno le risorse necessarie per effettuarli con propri mezzi e uomini e, di conseguenza, evitando un ulteriore aggravio di soldi pubblici attingendo alle casse dell'ente. (GECA)


D'Orsi scrive a Lombardo "Non mi dimetto sono la vittima di un complotto politico"
Si dice pronto a dimettersi, se la sua permanenza nel Mpa possa mettere in imbarazzo l'intero movimento. Ma non lo farà perché si dice sicuro di essere vittima di un complotto. Parla il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, per replicare alle accuse che lo vedono indagato in una inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Agrigento. «Ho inviato un fax al mio presidente della Regione, al quale ho detto che se sono di imbarazzo per il mio movimento, sono pronto a dimettermi. Ma non lo farò - dice il presidente - per la semplice ragione che credo, anzi sono convinto, che dietro a questa macchinazione ci sia un complotto politico, per cui non vorrei farli vincere fino a questo punto. I miei guai iniziano quando io butto fuori il Pdl dalla mia maggioranza di governo. Questa, io credo, è una manovra politica, che vuole fare fuori una persona che alla Provincia, ha agito con onestà, nell'interesse della collettività, perché so di non avere commesso alcun reato. Ho la fortuna di avere a che fare con una Procura -aggiunge D'Orsi - seria, con un sostituto professionalmente validissimo, il dispiacere, però, di dovermi confrontare con un accanimento, credo politico, che vuole interrompere quello che di serio e positivo si è fatto finora. Noi abbiamo eliminato lo spreco pubblico, abbiamo ripianato tutti i debiti della Provincia, abbiamo eliminato i clienti" che alla Provincia albergavano quotidianamente dentro le mura dell'ente. Tutto questo ha un costo: il costo del complotto che vede una sorta di squadriglia. Più in là cercheremo di smascherare perché questi cercano di buttare fango su una persona che ha interrotto flussi e riflussi che impedivano all'ente di essere virtuoso, cosi come lo è adesso. D'Orsi rivendica un ruolo importante nella gestione amministrativa dell'ente. 'Ricordo - aggiunge - che tra i primi 24 enti in Italia c'è la Provincia di Agrigento, e fino a poco tempo fa, il presidente veniva indicato come i migliori amministratori della penisola. Oggi, purtroppo, il fango si è abbattuto contro questa persona che agli schiamazzi e alle feste che potevano creare amici, clienti e carrozze varie, ha preferito la solitudine, il rispetto della collettività che lo ha votato, anche se non mancheranno sciacalli, miserabili e meschini che si butteranno su questa vicenda, su un linciaggio morale. Io sono assolutamente sereno, turbato certamente si, perché mai sono stato abituato in vita mia ad avere a che fare con queste cose. Grazie, quindi, alla politica, grazie a quella politica che è stata fatta fuori da questa amministrazione, che oggi si vendica adoperando metodi e cercando strade, sicuramente non con- divisibili ma comunque efficaci, se è quello che vogliono raggiungere, cioè l' allontanamento di questo presidente che dice basta agli sprechi, a intrallazzi e a quant'altro ha fatto di questa provincia l'ultima dei capoluoghi in ordine al reddito pro capite. (PAPI)


I difensori: «Verificheremo se c'è fumus persecutionis.
Subito dopo avere ricevuto dalle mani dei finanzieri l'avviso a comparire, il presidente della Provincia Eugenio D 'Orsi ha scelto il suo collegio di difesa. Sono tre i legali che si occuperanno di assisterlo e cercheranno di smontare, uno a uno, i quasi cinquanta capi di imputazione formulati dalla Procura. Si tratta degli avvocati Daniela Posante, Giuseppe Scozzari e Gaetano Bruna. «Per prima cosa - dice l'avvocato Posante - dovremo avere contezza di tutte le accuse ipotizzate a carico del nostro assistito. Si tratta di contestazioni molto lunghe e dettagliate che necessitano uno studio approfondito che abbiamo già iniziato. Dobbiamo leggere bene tutti gli atti che sono stati messi a disposizione della difesa con l'avviso a comparire ed esaminarli a fondo. Soltanto dopo - aggiunge il legale - sceglieremo la strategia difensiva da adottare nell'interesse del nostro assistito. Qualsiasi ipotesi, al momento, sarebbe del tutto prematura». Al momento, insomma, è presto per dire se D'Orsi risponderà alle domande dei pm o,in questa prima fase, deciderà di avvalersi della facoltà di non rispondere. Così l'avvocato Giuseppe Scozzari: «Dall'esame degli atti - dice - scorgo una "zelante" attività investigativa della polizia giudiziaria che mi indurrà a verificare la sussistenza del fumus persecutionis. Nei prossimi giorni valuteremo insieme al nostro assistito la strategia difensiva da adottare». Illegale affronta poi un altro tema: «Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto le indagini sugli attentati subiti dal presidente D'Orsi dopo il repulisti effettuato alla Provincia». Proprio su questo aspetto, nei mesi scorsi, lo stesso D'Orsi aveva polemizzato apertamente nei confronti del governo: «Se bruciano mezzo portone di ingresso a un magistrato, - aveva detto - in Calabria mandano l'esercito. lo subisco minacce e attentati di tutti i tipi e le istituzioni sono del tutto indifferenti». Scozzari precisa poi di «avere massima fiducia nell'operato della magistratura davanti alla quale il nostro assistito avrà modo di difendersi e chiarire la propria posizione».(GECA)


Presidente della Provincia indagato: «È complotto».
Un avviso a presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini è stato fatto notificare dalla Procura di Agrigento al presidente della Provincia Eugenio D'Orsi (Mpa). I reati ipotizzati sono peculato, concussione e truffa. Il provvedimento è stato notificato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Al centro dell'inchiesta ci sarebbero alcuni atti compiuti dal presidente. Tra questi la messa in dimora nella sua abitazione di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano invece destinate a spazi verdi pubblici, aiuole di scuole e al giardino botanico. Secondo la tesi dell'accusa, D'Orsi avrebbe fatto svolgere lavori in una sua proprietà senza pagarli, o pagandoli di meno, a imprese che avevano in esecuzione appalti con l'Ente e avrebbe usufruito di rimborsi spesa per pasti in realtà non sostenuti. Ieri D'Orsi ha scritto al leader del Movimento, Raffaele Lombardo: «Se sono d'intralcio sono pronto a dimettermi, Ma non lo farò, so di aver agito con onesta. Dimostrerò la mia innocenza. Sono vittima di un complotto politico, dopo il miei scontri con il Pdl che ho estromesso dalla giunta».


E il prossimo mercoledì interrogato dalla Finanza.
Tecnicamente si chiama "Invito per la presentazione di persona sottoposta a indagini". Nella prassi giornalistica viene chiamato "avviso a comparire" o "avviso di garanzia". In sostanza i pubblici ministeri hanno avvisato il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi di essere indagato convocandolo per un interrogatorio. L'uomo politico del Mpa si dovrà presentare il 19 ottobre alle 10 davanti al Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza nella sede del comando provinciale di via Atenea. Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Giacomo Forte potranno decidere di interrogarlo di persona o delegare i finanzieri che hanno svolto le indagini sul campo. Con l'avviso a comparire l'indagato e i suoi difensori vengono messi a conoscenza, in maniera succinta, delle accuse ipotizzate dai pubblici ministeri e in base a questi atti possono decidere la strategia da adottare. Trattandosi di una persona indagata e non di un semplice testimone, che ha sempre l'obbligo di rispondere e dire la verità, D'Orsi potrà scegliere se parlare o avvalersi della facoltà di non rispondere. In alcuni casi prevale questa linea difensiva nell'attesa di conoscere tutti gli atti a disposizione dei pm che vengono comunicati solo dopo la chiusura delle indagini. (GECA)


L'aeroporto approda nella commissione lavori pubblici.
La commissione Lavori pubblici della Provincia, presieduta da Carmelo D'Angelo, si occuperà di aeroporto nella seduta di lunedì 17 ottobre. La convocazione arriva dopo che la Kpmg ha presentato il business pan. «Chiederemo al presidente del Consiglio provinciale - dice D'Angelo - di inserir la questione aeroporto all' ordine del giorno del prossimo consiglio affinché i risultati siano oggetto di dibattito». (PAPI)


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