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Rassegna stampa del 18 novembre 2011

 

GIORNALE DI SICILIA
 

PROVINCIA
Servizi a favore dei disabili
Anche per l'anno scolastico 2011/2012 la Provincia attiverà servizi scolastici e domiciliari in favore di soggetti con handicap sia sensoriale (ciechi e sordi) che psico-fisico grave. Le ditte interessate alla gestione di detti servizi debbono accreditarsi attraverso la presentazione di istanza e se ritenute idonee verranno iscritte in apposito registro. (*PAPI*)
 

IL PRESIDENTE IN CONSGLO. Venti minuti di intervento per dire che è completamente innocente
D'Orsi all'attacco: «Contro d me c'è la macchina del fango»
Paolo Picone
Venti minuti di intervento per dire che sudi lui si è abbattuta la macchina del fango, che è innocente e lo dimostrerà nelle opportune sedi giudiziarie. Tutto questo sotto lo sguardo attento dell'avvocato Giuseppe Scozzari che lo difende nell'inchiesta penale. Il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi si è presentato in Consiglio, ieri sera, per spiegare ai 35 consiglieri di essere stato preso di mira dalla "macchina del fango, che vuole distruggere l'uomo - ha detto - la sua famiglia, gli affetti più cari, gli amici". Ma la notizia più importante, quella che tutti attendevano, D'Orsi non l'ha data. Non ha parlato di dimissioni, anzi leggendo bene tra le righe del suo intervento ha inteso rilanciare la sua azione amministrativa, Il presidente ha rivendicato il suo modus operandi che ha contraddistinto questa legislatura, cioè l'avere ridotto la spesa pubblica, aver tolto i privilegi di chi bivaccava negli uffici della Provincia, per avere contributi per spettacoli e manifestazioni varie. Ma lo ha fatto confrontando i dati della sua gestione con quelli del 2007. Cioè quando a capo della Provincia, c'era Enzo Fontana. Un continuo riferimento e confronto, nel discorso di D'Orsi, con quanto accadeva nel 2007, che ha fatto storcere il muso ai consiglieri del Pdl, primo tra tutti il capogruppo Ivan Paci. Mentre il presidente D'Orsi parlava era continuamente scrutato dall'avvocato Scozzari. Nel suo intervento il capo dell'amministrazione provinciale ha fatto riferimento alle false accuse ed alla strategia processuale, quella che all'atto della notifica dell'avviso di garanzia è stata incentrata sul silenzio, con la scelta della facoltà di non rispondere, perché "concordata - ha detto D'Orsi - con i propri legali". Infine, a chiusura dell'intervento, il presidente ha letto una lettera "commovente" che gli agenti della scorta, quelli della Guardia di finanza per intenderci, gli hanno scritto quando lui stesso ha rinunciato al servizio di tutela. Scorta che non è stata revocata dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, nonostante l'espressa rinuncia del presidente, che in una lettera inviata al Prefetto Francesco Ferrandino ha detto che non è giusto "che un presidente indagato venga tutelato dallo stesso Stato che - secondo le accuse - egli stesso avrebbe tradito". Nella lettera di commiato, strettamente personale e riservata, ma che il presidente ha voluto rendere pubblica, a termine del suo intervento, viene rimarcato come i militari delle fiamme gialle che hanno seguito notte e giorno Eugenio D'Orsi, abbiano un concetto di lui come persona onesta, ligia al dovere, stacanovista e uomo di grande spirito ed altissima sensibilità. Messaggio chiaro. Intanto in aula Pellegrino, D'Orsi è arrivato scortato, ma dagli agenti della questura, visto che da due settimane circa c'è stato il cambio di consegne tra le fiamme gialle e la polizia. Quanto alla fase successiva, che vedrà la nascita della nuova giunta D'Orsi, il presidente non ha fatto alcun cenno. Si attende adesso la risposta del Partito democratico, che attraverso il coordinatore provinciale Emilio Messana, aveva chiesto il chiarimento. Dopo la relazione di D'Orsi, il presidente del Consiglio, nella fattispecie Mario Lazzano, per l'assenza del titolare, Raimondo Buscemi, ha chiesto ai consiglieri se intendessero rilasciare dichiarazioni politiche, ma nessuno dei 35 rappresentanti dell'aula Pellegrino ha preso la parola. Quindi i lavori dell'assemblea sono proseguiti con la discussione degli altri punti all'ordine del giorno. Il Pd!, che aveva annunciato una mozione di sfiducia a D'Orsi, si riunirà la prossima settimana per affinare la strategia da seguire nei confronti dell'amministrazione provinciale. E do- poi continui attacchi che D'Orsi ha fatto all'ex presidente Fontana, i consiglieri del Popolo della libertà hanno un motivo in più per accelerare l'iter che porterà ala presentazione di un atto di sfiducia. (PAPI)
 

LA SICILIA
 

RAVANUSA: PODISMO PER I DIVERSAMENTE ABILI
Festa grande al Centro «Amico»
RAVANUSA. Lo sport per i ragazzi diversamente abili. Il centro Amico di Ravanusa si distingue per l'attività motoria e per le competizioni che vengono svolte dagli ospiti. Un premio è stato consegnato dall'assessore provinciale allo Sport, Angelo Biondi, al giovane Stefano Canicattì che si occupa appunto di questo importante settore, assieme a Giancarlo La Greca della Pro sport Ravanusa. Gli ospiti del centro si sono «confrontati» in diverse gare come lancio dell'oggetto, la corsa e la gara in carrozzina presso lo stadio comunale "Saracen".
Al termine della manifestazione si è svolta la cerimonia di premiazione. Medaglie per tutti e coppe per i vincitori messe a disposizione dalla Provincia. Intanto, corsa podistica con i calici in mano. A Ravanusa è andata in scena la manifestazione di atletica leggera ((Per San Martino dopo la corsa bevo il vino» organizzata dalla Pro sport di Giancarlo La Greca. Circa 30 i partecipanti che hanno effettuato 7 giri della pista di atletica allo stadio «Saraceno» e dopo ogni giro hanno sorseggiato del buon vino novello dei fratelli Taibi.
«Anche quest'anno - dice Giancarlo La Greca - abbiamo voluto ricordare la festa di San Martino con il tradizionale appuntamento podistico».
Prima della gara ufficiale si è svolta una manifestazione podistica per i ragazzi del Centro diurno di Ravanusa.
 

Nuove strutture a Torre Salsa
SICULIANA. Sono state realizzate grazie a un progetto portato avanti da Wwf e Terna
SICULIANA. Sono tre i progetti sulla rete elettrica e la biodiversità che Wwf e Terna portano avanti in Italia, due riguardano la Toscana e uno l'Agrigentino. Si tratta dell'Oasi di Torre Salsa, a Siculiana, che grazie a questa iniziativa potenzia e migliora le proprie strutture per la tutela della biodiversità, le attività didattiche e la ricerca scientifica. Wwf e Terna hanno presentato ieri mattina, nella sala Pellegrino della Provincia, alla presenza anche dell'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Sebastiano Di Betta, le nuove strutture che renderanno Torre Salsa ancora più fruibile e tutelata.
Si tratta di un punto di osservazione attrezzato affacciato sul mare, un'aula verde all'aperto, protetta da una tensostruttura in legno e cotone completamente rimovibile per consentire le attività didattiche anche nelle caldi estati, un percorso di panchine, leggii e bacheche informative: ecco cosa arricchisce adesso l'oasi di torre Salsa dove, inoltre, sono state anche potenziate le infrastrutture fisiche e tecnologiche (recinzioni, cancellate e, entro poche settimane, un sistema di telecamere a circuito chiuso) che aiuteranno a proteggere l'area da incendi, bracconaggio, abbandono di rifiuti o transito fuori dai sentieri, principali fattori di minaccia per l'ecosistema.
«La riserva di Torre Salsa e Oasi Wwf - dice Fulvio Rossi, responsabile della responsabilità sociale di Terna - non è soltanto un area dalla straordinaria ricchezza di biodiversità ma è anche un punto di riferimento naturalistico per migliaia di
visitatori, ricercatori, ragazzi delle scuole e turisti che ogni anno visitano o ritornano in riserva, di fronte ai quali gli interventi realizzati assieme al Wwf assumono anche un valore culturale in grado di aumentare la consapevolezza del valore e della bellezza della natura, insieme alla necessità di tutelarla».
Dopo la presentazione, i partecipanti constatato le meraviglie di Torre Salsa e sperimentato per la prima volta le nuove strutture. La loro realizzazione è stata possibile grazie al lavoro integrato di una squadra di architetti, ornitologi, ingegneri, agronomi che hanno lavorato insieme per individuare le soluzioni più efficaci e più rispettose delle caratteristiche ambientali dell'area. (V. Alaimo)
 

Agrigentonotizie
 

L'apologia di D'Orsi davanti al Consiglio provinciale  
di Debora Randisi
 Al Consiglio provinciale riunitosi stasera nella sala Pellegrino, ha preso parola prima dell'inizio dei lavori, il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, per chiarire ancora una volta pubblicamente la vicenda che lo vede coinvolto.
Una lunga dichiarazione, volta a spiegare la sua "versione dei fatti" di tipo politica, non giudiziaria, perchè "questa aula non può essere trasformata in un'aula di giustizia" chiarisce D'Orsi. Dichiarazioni che raccolgono il tipo di strategia politica adottata dallo stesso presidente in questi anni di governo, caratterizzate da un notevole risanamento finanziario e da riduzioni della spesa in molti settori. "La Provincia di Agrigento è risultata essere tra le più virtuose grazie alla parsimonia con la quale ha gestito i fondi, tanto da riuscire a ottenere uno sconto del patto di stabilità di circa 1 milione di euro che abbiamo messo in circolazione. Inoltre questo presidente è risultato essere tra i più amati secondo il Sole 24ore", afferma D'Orsi davanti all'assemblea. L'aver tagliato gli sprechi al fine di ridurre la spesa, secondo il presidente della Provincia, costituice l'antefatto e il motivo scatenante la conflittualità emersa nei suoi confronti, fatta di intimidazioni, danni alle sue proprietà, lettere e cartoline contenenti minacce di morte e offese.
La tentazione di addentrarsi nella questione giudiziaria e sull'indagine in corso è stata però troppo forte e D'Orsi ha motivato la mancata compilazione dell'oggetto nelle fatture fiscali incriminate, "un equivoco che verrà chiarito dalla Magistratura", e ha citato la vicenda dell'acquisto delle palme, "piante che non sono state pagate dalla Provincia, perchè niente che sia stato acquistato dell'Ente è finito nella mia proprietà".
A conclusione dell'intervento, Eugenio D'Orsi ha letto con commozione una lettera scritta dai suoi uomini della scorta della Guardia di finanza, parole che dichiarano la loro vicinanza al presidente. Scorta alla quale D'Orsi ha rinunciato appena scoppiata la vicenda giudiziaria.
Dopo l'intervento, nessun consigliere ha preso la parola per alcune dichiarazioni in merito a quanto detto da D'Orsi. Un atteggiamento apprezzato dal presidente, che nell'intervista ha affermato essere stato un atto di "complicità" emotiva, aggiungendo che "evidentemente hanno condiviso totalmente le mie affermazioni".
"Mi fido della Magistratura - dichiara alla stampa D'Orsi -  e qua ad Agrigento abbiamo una delle migliori risorse che la Magistratura possa avere. Ho portato questo argomento in Consiglio su invito del Pd e di altri partiti e consiglieri, ma soprattutto per la gente che mi ha votato. Fino a ieri nessuno mi contestava tutto questo, oggi invece si, e mi auguro che la giustizia possa valutare atti e fatti".
 

DALLA PROVINCIA | D'Orsi: "Sono sotto assedio"
 Il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, stasera, in Consiglio provinciale ha preso la parola per chiarire la vicenda giudiziaria che lo vede pesantemente coinvolto e per questo sotto processo, fornendo la sua chiave di lettura su quanto sta avvenendo.
"A seguito della notifica del decreto di giudizio immediato, che è avvenuta dopo che la notizia è stata pubblicata dalla stampa - ha detto D'Orsi - e quindi dopo avere avuto contezza delle imputazioni definitive contestatemi dalla Procura della Repubblica di Agrigento, ho ritenuto opportuno e corretto venire innanzi a Voi per informarvi rispetto alle molteplici notizie variamente ed in alcuni casi distortamente diffuse dai giornali. Le mie comunicazioni tuttavia, saranno di natura politica, con dei brevi riferimenti ai fatti oggetto di addebito. Su espresso invito dei miei legali ovviamente non entrerò nel merito della difesa tecnico-processuale, anche e soprattutto per ragioni di strategia difensiva, ma pur tuttavia tenterò di essere chiaro ed esaustivo. Desidero in primo luogo fermamente ribadire che mi trovo innanzi una forte e devastante, dal punto di vista morale e psicologico, indagine che mi ha portato a riflettere se a volte ne vale la pena continuare una esperienza che inizialmente entusiasmante, si è trasformata - dopo la notifica dell'avviso di garanzia - in un vero e proprio incubo personale e familiare. Ribadisco, inoltre, che i fatti oggetto di contestazione sono stati quasi tutti ampiamente chiariti in sede tecnica da soggetti coimputati, soggetti che hanno responsabilità tecnico-istituzionali e che, purtroppo, vestono anche loro la figura di coimputati nel medesimo procedimento. Di ciò ne ho preso coscienza dopo avere avuto accesso al fascicolo del Pm. A quanto pare le spiegazioni tecnico-giuridiche non hanno trovato ascolto, circostanza che mi porterà a subire un processo innanzi un giudice terzo. Al fine di eliminare equivoci su una mia condotta che ha destato critiche dopo essere stato convocato per rendere dichiarazioni, preciso che ho ritenuto opportuno, su consiglio dei miei legali, di avvalermi della facoltà di non rispondere, perché il clima riscontrato attorno alla vicenda, non mi ha posto nelle migliori condizioni di serenità ed obiettività per dichiarare quanto avrei voluto e dovuto. Sia ben chiaro non è stata una fuga dalle mie responsabilità, bensì tale condotta, da alcuni giudicata "reticente", è stata dettata ed imposta dalla necessità di attuare una linea difensiva efficace, tale da consentirmi di esplicare le mie ragioni innanzi un giudice che fosse terzo ed imparziale, senza pregiudicare anticipatamente linee di difesa tecnica che sarebbero, pur tuttavia, rimaste inascoltate. Desidero ancora precisare un'altra circostanza in merito ad un altro gesto da taluni frainteso: ho chiesto al prefetto di rinunciare alla scorta, perché ritengo quanto mai opportuno e coerente che un cittadino formalmente "indagato", pur rappresentando un'istituzione, non possa, né debba essere tutelato dallo Stato che, secondo le gravi accuse, avrebbe ignobilmente tradito. Il prefetto ed il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, che ringrazio per la costante attenzione mostrata, hanno deciso di mantenere il servizio di tutela pur cambiando il corpo di polizia deputato a svolgere detto servizio. Desidero a questo punto soffermarmi su una delle cause che ha armato la mano di ignobili "anonimi", i quali falsamente hanno attivato una inarrestabile "macchina del fango", che si fermerà - almeno lo spero - quando il Tribunale porrà la parola fine sull'intera vicenda. Ritengo che una delle cause scatenanti l'intera vicenda è da ricondurre alla straordinaria attività di risanamento economico-finanziario da me posta in essere, dopo circa tre anni di mandato popolare, attività di risanamento che ovviamente contrasta fortemente con la politica fatta di clientele, di corruzione di malaffare, attività di risanamento che ha interrotto i flussi economici destinati a fini diversi da quelli pubblico-istituzionali. La nuova amministrazione ha dovuto, pertanto, fronteggiare una gravissima situazione finanziaria ed avviare il risanamento. Uno dei primi atti è stato quello di controllare costantemente e scrupolosamente il flusso dei pagamenti dei lavori pubblici in corso, al fine di evitare manovre corruttive e sperequative, interrompendo molte spese correnti di natura politico-clientelare, circostanza che ha dato vita ad un sotterraneo movimento di delatori, di detrattori e calunniatori. tra l'anno 2007 (precedente legislatura) e l'anno 2010 alla voce "spese per servizi: spese per convegni manifestazioni spettacoli contributi, missioni e formazione" la spesa passa da € 2.960.758,82 ad € 1.043.167,09, con un risparmio di spesa di € 1.900.000,00 annui circa; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per trasferimenti: spese per convegni manifestazioni spettacoli contributi, missioni e formazione", si tratta dei soldi attraverso i quali la provincia delegava altri a spendere in nome e per conto di quest'ultima; in questo caso la spesa passa da € 158.000,00 ad € 5.000,00, con un risparmio di spesa di € 153.000,00 circa. tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per missioni dipendenti", la spesa passa da € 321.906,03 ad € 216.799,12, con un risparmio di spesa di OLTRE € 100.000,00; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese di rappresentanza", la spesa passa da € 180.000,00 ad € 80.000,00, con un risparmio di spesa di € 100.000,00; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per missioni amministratori", la spesa passa da € 42.970,69 ad € 14.432,93, con un risparmio di spesa di circa € 28.000,00; l'indebitamento complessivo con la Cassa depositi e prestiti è passato dai 42,5 milioni di euro, nel primo semestre 2008, ai 12 milioni di euro circa a fine 2010; sul fronte del contenimento della spesa corrente ho provveduto ad effettuare l'annullamento di circa 100 linee telefoniche dirette risparmiando circa 15 mila euro annue di spese. Ancora, è stato introdotto di un sistema di controllo e monitoraggio di tutte le chiamate interne ed esterne, l'eliminazione di circa 20 fax razionalizzando le dislocazioni degli esistenti, la bonifica di servizi e linee telefoniche di trasmissione dati, nonché il cablaggio integrato fonia/dati in tutte le sedi, hanno consentito un abbattimento della spesa di circa 126 mila euro. Tutto ciò ovviamente ha determinato una vera e propria conflittualità sommersa nei miei confronti, conflittualità che ha trovato una "sapiente regia" in un "comitato" di delatori che sopravvivevano grazie ad attività di puro clientelismo e prebende di basso profilo. Anche in questo caso non sono mancate le minacce di morte a me dirette, Anche in questo caso non sono mancate le minacce di morte a me dirette, in particolare:
- nel 2008 uno dei primi atti intimidatori è stato quello che ha visto ignoti bruciare la stanza della direzione scolastica della scuola (sita in Licata) dove io ero dirigente scolastico e nella stessa notte sempre ad opera di soggetti allo stato ignoti, è stato bruciato l'edificio scolastico (esattamente la succursale) Don Milani (sempre a Licata), di cui dirigente scolastica era mia moglie;
- nel dicembre del 2009, distruggono i vetri della mia auto con dedica di morte;
- sempre nel 2009 ignoti sono entrati a casa mia sita in Palma di Montechiaro (via Turati, 78), in realtà non hanno rubato nulla pur essendo presente argenteria e quadri di valore, hanno rovistato, messo in disordine, hanno scritto delle frasi intimidatorie sui muri (bastardo morirai) e sono andati via, chiaro segnale intimidatorio;
- il 4/01/10 ignoti incendiano la mia casa di campagna con un danno di circa 70.000 euro;
- il 22/03/2010 mi viene recapitata una busta con all'interno fogli dattiloscritti contenenti affermazioni dal contenuto diffamatorio, calunnioso ed offensivo. La nota conteneva notizie riservate conosciute da pochi;
- nel corso del mandato mi sono state variamente recapitate alcune lettere con proiettili.
Questi solo alcuni dei fatti "sgradevoli", per usare un eufemismo, che - credo - hanno indotto il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico a deliberare l'assegnazione della "tutela".
Questa attività investigativa sta cercando di distruggere un uomo, una famiglia, una professione, una dignità vi assicuro che ho la coscienza serena di chi sa che nulla di quanto contestato può essere addebitato. In tale contesto è veramente difficile svolgere il mandato elettivo, ci si sente letteralmente "sotto assedio", braccato per fatti che nulla hanno a che fare con la sfera penale, ma questa è un'altra pagina la cui storia sarà scritta in altra sede e da un'altra istituzione. E prima di chiudere il suo intervento D'Orsi, con un atto ad effetto ha letto la lettera inviatagli dagli agenti della scorta che lo hanno tutelato sino ad oggi. Quattro pagine affettuose di parole e sentimenti che hanno commosso il presidente.
 

D'Orsi al Consiglio provinciale: "Sono sotto assedio"
Il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, stasera, in Consiglio provinciale ha calamitato l'attenzione di tutti con il suo intervento dedicato alla vicenda giudiziaria che lo vede pesantemente coinvolto e per questo sotto processo. Ufficialmente è la prima volta che D'Orsi affronta la delicata questione e lo ha fatto davanti a tutti, telecamere comprese, fornendo la sua chiave di lettura su quanto sta avvenendo. Ecco ampi stralci del suo intervento: A seguito della notifica del decreto di giudizio immediato, che è avvenuta dopo che la notizia è stata pubblicata dalla stampa, e quindi dopo avere avuto contezza delle imputazioni definitive contestatemi dalla Procura della Repubblica di Agrigento, ho ritenuto opportuno e corretto venire innanzi a Voi per informarvi rispetto alle molteplici notizie variamente ed in alcuni casi distortamente diffuse dai giornali. Le mie comunicazioni tuttavia, saranno di natura politica, con dei brevi riferimenti ai fatti oggetto di addebito.  Su espresso invito dei miei legali ovviamente non entrerò nel merito della difesa tecnico-processuale, anche e soprattutto per ragioni di strategia difensiva, ma pur tuttavia tenterò di essere chiaro ed esaustivo. Desidero in primo luogo fermamente ribadire che mi trovo innanzi una forte e devastante, dal punto di vista morale e psicologico, indagine che mi ha portato a riflettere se a volte ne vale la pena continuare una esperienza che inizialmente entusiasmante, si è trasformata - dopo la notifica dell'avviso di garanzia - in un vero e proprio incubo personale e familiare. Ribadisco, inoltre, che i fatti oggetto di contestazione sono stati quasi tutti ampiamente chiariti in sede tecnica da soggetti coimputati, soggetti che hanno responsabilità tecnico-istituzionali e che, purtroppo, vestono anche loro la figura di coimputati nel medesimo procedimento. Di ciò ne ho preso coscienza dopo avere avuto accesso al fascicolo del Pm. A quanto pare le spiegazioni tecnico-giuridiche non hanno trovato ascolto, circostanza che mi porterà a subire un processo innanzi un giudice terzo. Al fine di eliminare equivoci su una mia condotta che ha destato critiche dopo essere stato convocato per rendere dichiarazioni, preciso che ho ritenuto opportuno, su consiglio dei miei legali, di avvalermi della facoltà di non rispondere, perché il clima riscontrato attorno alla vicenda, non mi ha posto nelle migliori condizioni di serenità ed obiettività per dichiarare quanto avrei voluto e dovuto. Sia ben chiaro non è stata una fuga dalle mie responsabilità, bensì tale condotta, da alcuni giudicata "reticente", è stata dettata ed imposta dalla necessità di attuare una linea difensiva efficace, tale da consentirmi di esplicare le mie ragioni innanzi un giudice che fosse terzo ed imparziale, senza pregiudicare anticipatamente linee di difesa tecnica che sarebbero, pur tuttavia, rimaste inascoltate. Desidero ancora precisare un'altra circostanza in merito ad un altro gesto da taluni frainteso: ho chiesto al prefetto di rinunciare alla scorta, perché ritengo quanto mai opportuno e coerente che un cittadino formalmente "indagato", pur rappresentando un'istituzione, non possa, né debba essere tutelato dallo Stato che, secondo le gravi accuse, avrebbe ignobilmente tradito. Il prefetto ed il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, che ringrazio per la costante attenzione mostrata, hanno deciso di mantenere il servizio di tutela pur cambiando il corpo di polizia deputato a svolgere detto servizio. Desidero a questo punto soffermarmi su una delle cause che ha armato la mano di ignobili "anonimi", i quali falsamente hanno attivato una inarrestabile "macchina del fango", che si fermerà - almeno lo spero - quando il Tribunale porrà la parola fine sull'intera vicenda. Ritengo che una delle cause scatenanti l'intera vicenda è da ricondurre alla straordinaria attività di risanamento economico-finanziario da me posta in essere, dopo circa tre anni di mandato popolare, attività di risanamento che ovviamente contrasta fortemente con la politica fatta di clientele, di corruzione di malaffare, attività di risanamento che ha interrotto i flussi economici destinati a fini diversi da quelli pubblico-istituzionali. La nuova amministrazione ha dovuto, pertanto, fronteggiare una gravissima situazione finanziaria ed avviare il risanamento. Uno dei primi atti è stato quello di controllare costantemente e scrupolosamente il flusso dei pagamenti dei lavori pubblici in corso, al fine di evitare manovre corruttive e sperequative, interrompendo molte spese correnti di natura politico-clientelare, circostanza che ha dato vita ad un sotterraneo movimento di delatori, di detrattori e calunniatori. tra l'anno 2007 (precedente legislatura) e l'anno 2010 alla voce "spese per servizi: spese per convegni manifestazioni spettacoli contributi, missioni e formazione" la spesa passa da € 2.960.758,82 ad € 1.043.167,09, con un risparmio di spesa di € 1.900.000,00 annui circa; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per trasferimenti: spese per convegni manifestazioni spettacoli contributi, missioni e formazione", si tratta dei soldi attraverso i quali la provincia delegava altri a spendere in nome e per conto di quest'ultima; in questo caso la spesa passa da € 158.000,00 ad € 5.000,00, con un risparmio di spesa di € 153.000,00 circa.  tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per missioni dipendenti", la spesa passa da € 321.906,03 ad € 216.799,12, con un risparmio di spesa di OLTRE € 100.000,00; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese di rappresentanza", la spesa passa da € 180.000,00 ad € 80.000,00, con un risparmio di spesa di € 100.000,00; tra l'anno 2007 e l'anno 2010 alla voce "spese per missioni amministratori", la spesa passa da € 42.970,69 ad € 14.432,93, con un risparmio di spesa di circa € 28.000,00; l'indebitamento complessivo con la Cassa depositi e prestiti è passato dai 42,5 milioni di euro, nel primo semestre 2008, ai 12  milioni di euro circa  a fine 2010; sul fronte del contenimento della spesa corrente ho provveduto ad effettuare l'annullamento di circa 100 linee telefoniche dirette risparmiando circa 15 mila euro annue di spese. Ancora, è stato introdotto di un sistema di controllo e monitoraggio di tutte le chiamate interne ed esterne, l'eliminazione di circa 20 fax razionalizzando le dislocazioni degli esistenti, la bonifica di servizi e linee telefoniche di trasmissione dati, nonché il cablaggio integrato fonia/dati in tutte le sedi, hanno consentito un abbattimento della spesa di circa 126 mila euro. Tutto ciò ovviamente ha determinato una vera e propria conflittualità sommersa nei miei confronti, conflittualità che ha trovato una "sapiente regia" in un "comitato" di delatori che sopravvivevano grazie ad attività di puro clientelismo e prebende di basso profilo.  Anche in questo caso non sono mancate le minacce di morte a me dirette, Anche in questo caso non sono mancate le minacce di morte a me dirette, in particolare:
- nel 2008 uno dei primi atti intimidatori è stato quello che ha visto ignoti bruciare la stanza della direzione scolastica della scuola (sita in Licata) dove io ero dirigente scolastico e nella stessa notte sempre ad opera di soggetti allo stato ignoti, è stato bruciato l'edificio scolastico (esattamente la succursale) Don Milani (sempre a Licata), di cui dirigente scolastica era mia moglie;
- nel dicembre del 2009, distruggono i vetri della mia auto con dedica di morte;
- sempre nel 2009 ignoti sono entrati a casa mia sita in Palma di Montechiaro (via Turati, 78), in realtà non hanno rubato nulla pur essendo presente argenteria e quadri di valore, hanno rovistato, messo in disordine, hanno scritto delle frasi intimidatorie sui muri (bastardo morirai) e sono andati via, chiaro segnale intimidatorio;
- il 4/01/10 ignoti incendiano la mia casa di campagna con un danno di circa 70.000 euro;
- il 22/03/2010 mi viene recapitata una busta con all'interno fogli dattiloscritti contenenti affermazioni dal contenuto diffamatorio, calunnioso ed offensivo. La nota conteneva notizie riservate conosciute da pochi;
- nel corso del mandato mi sono state variamente recapitate alcune lettere con proiettili.
Questi solo alcuni dei fatti "sgradevoli", per usare un eufemismo, che - credo - hanno indotto il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico a deliberare l'assegnazione della "tutela".
Questa attività investigativa sta cercando di distruggere un uomo, una famiglia, una professione, una dignità vi assicuro che ho la coscienza serena di chi sa che nulla di quanto contestato può essere addebitato. In tale contesto è veramente difficile svolgere il mandato elettivo, ci si sente letteralmente "sotto assedio", braccato per fatti che nulla hanno a che fare con la sfera penale, ma questa è un'altra pagina la cui storia sarà scritta in altra sede e da un'altra istituzione. E prima di chiudere il suo intervento D'Orsi, con un atto ad effetto ha letto la lettera inviatagli dagli agenti della scorta che lo hanno tutelato sino ad oggi. Quattro pagine affettuose di parole e sentimenti che hanno commosso il presidente.
 

 
 

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