26/11/2011
GIORNALE DI SICILIA
VERSO LE AMMINISTRATIVE. Riunione del comitato a margine della nuova lezione del Corso d formazione alla politica
Forza del Sud «rincara» la dose: al Comune un nostro candidato
Ieri pomeriggio nuovo direttivo del partito, presente Cimino. Aspre critiche a Zambuto
Paolo Picone
Forza del Sud programma le amministrative della primavera del 2012. Ieri sera, approfittando della presenza ad Agrigento dell'onorevole Michele Cimino, vice presidente nazionale del partito che ha relazionato al corso di studi per la formazione politica, si è tenuta una riunione del coordinamento provinciale convocato da Mario Baldacchino. Il partito ha stabilito di proporre la candidatura di un proprio iscritto a sindaco di Agrigento e di collegare al candidato, che ancora non è stato individuato anche se Cimino qualche idea ce l'ha, una lista fortissima di aspiranti consiglieri comunali. A capo della lista ci sarà l'onorevole Cimino. «Esprimiamo forte critica - dice il coordinatore provinciale di Fds, Mario Baldacchino - nei confronti dell'amministrazione comunale e del sindaco Marco Zambuto. Da tempo noi siamo usciti dalla giunta, ritirando il nostro assessore Roberto Campagna, perché non accettiamo la logica delle poltrone ed il continuo ricambio ai fini elettoralistici. Per questo abbiamo deciso, durante la riunione del direttivo - aggiunge Baldacchino - di proporre la candidatura a sindaco di un nostro esponente che per 5 anni si occupi e preoccupi di ricercare l'interesse comune e lavorare per il bene della città».Anche l'onorevole Cimino rafforza questa tesi: «Forza del sud esprimerà un proprio candidato a sindaco ed io stesso - aggiunge - sarò capolista al Consiglio comunale. Ribadisco l'invito ai leader dei grandi partiti di fare altrettanto se davvero vogliono bene ad Agrigento ed agli agrigentini». Dopo la riunione del direttivo, Michele Cimino ha relazionato nel corso di studi di formazione politica, promosso dall'avvocato Barbara Garascia, sul tema: «Il Federalismo fiscale: fonti di finanziamento e futuri sviluppi - Importanza della modifica dell'articolo 36, comma 2, dello Statuto Regionale Siciliano».
Il Pd e D'Orsi
Slitta alla prossima settimana la riunione del direttivo provinciale del Partito democratico che dovrà decidere se entrare con propri rappresentanti politici nella giunta del presidente Eugenio D'Orsi. Il vertice era stato convocato per ieri sera dal coordinatore Emilio Messana per consentire anche la presenza dei parlamentari nazionali e regionali del partito che dovranno esprimere il proprio parere sulla importante scelta che il partito è chiamato a fare. Negli ultimi tempi, con la vicenda del giudizio immediato a carico del presidente della Provincia, D'Orsi, per i reati di peculato, concussione e truffa e dopo la ribalta nazionale delle Iene che di certo non ha dato una immagine positiva dell'operato del capo dell'amministrazione, il Pd ha iniziato a rallentare l'ingresso in amministrazione.
Rutelli sceglie Cusumano
L'ex senatore Nuccio Cusumano è stato nominato Commissario provinciale dell'Api, il partito che in campo nazionale fa riferimento a Francesco Rutelli.
(*PAPI*)
ITALIA DEI VALORI. Contestato metodo di calcolo
Hamel: «Bollette idriche, sono tutte illegittime»
Bollette idriche. Secondo Italia dei valori, che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa, i criteri dell'applicazione delle tariffe sono errati. Il costo dell'acqua ad Agrigento, il più caro di tutta la penisola, potrebbe, seguendo il ragionamento di Idv, venire diminuito - applicando le giuste tariffe - dì circa il 50 per cento.
«Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con Marcella Garlisi ed Emanuele Lo Vato - ha spiegato ieri il segretario provinciale Nello Hamel - ed abbiamo comparato la normativa. Siamo convinti che vi sia una errata applicazione della convenzione fra Girgenti acque e l'Ato idrico per quel
che concerne la determinazione delle tariffe. È l'articolo 16 della convenzione che va applicato e non l'articolo 24. E' dunque sbagliato il criterio applicato da Girgenti acque». Gli agrigentini, inoltre, pagano, con addebito in bolletta, il costo della dissalazione. «Tale pagamento è illegittimo - ha incalzato Nello Hamel - perché questo costo fu assunto dalla Regione. Adesso valuteremo e verificheremo in definitiva questi nostri calcoli, cercheremo il contraddittorio con Girgenti acque - conclude Hamel - e se, come crediamo, abbiamo ragione siamo pronti a sostenere gli eventuali ricorsi giudiziari per chiedere l'annullamento delle bollette idriche». (*CR*)
agrigentoweb
DALLA PROVINCIA | La Commissione Promozione Culturale chiede il rispetto degli impegni contenuti nel bilancio di previsione
Il Presidente della V Commissione Consiliare "Promozione Culturale" Giovanni D'Angelo scrive al Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e al Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi per chiedere notizie sulla realizzazione di alcune iniziative contenute negli emendamenti approvati dal Consiglio Provinciale durante la votazione del bilancio di previsione 2011.
Il Presidente D'Angelo, a nome della Commissione, lamenta il fatto che l'Amministrazione ad oggi abbia disatteso la volontà del Consiglio non portando avanti importanti e qualificate iniziative come il progetto di promozione e valorizzazione del "Museo Archeologico di Ravanusa". Un comportamento, quello della Giunta Provinciale, che la Commissione "Promozione Culturale" non condivide.
"Molte delle iniziative, dichiara Giovanni D'Angelo che furono approvate in Consiglio Provinciale durante la sessione di bilancio, oltre ad avere costi molto limitati, hanno la funzione di rivitalizzare territori della nostra provincia che meritano di essere maggiormente valorizzati. Abbiamo la necessità di utilizzare al massimo quanto di importante e di culturalmente rilevante esiste nel nostro territorio come il Museo Archeologico di Ravanusa. Non comprendiamo i ritardi dell'Amministrazione nel portare avanti progettualità che riguardano comuni ancora ai margini dei flussi turistici. In questo particolare momento in cui la crisi economica colpisce con ancora più forza la nostra provincia, che ci vede primi nell'ordine alfabetico e tra gli ultimi in termini di reddito, riteniamo che l'Ente Locale che abbia delle risorse da investire nel territorio non possa esimersi dal farlo per dare uno stimolo all'economia della provincia."
grandangoloagrigento.it
Favara: grande partecipazione alla marcia per il centro storico
Stamane la città di Favara è scesa per le strade del suo centro storico a manifestare. Piazza Cavour era stracolma di gente per le 10 del mattino. Erano presenti soprattutto tanti giovani provenienti dalle scuole elementari, medie e superiori. Per alcuni di loro è stato un motivo valido per manifestare, per altri è stata semplicemente una buona occasione per gustarsi al bar un giorno di vacanza. Non sono mancate le associazioni culturali, e i politici. È mancata invece la gente comune. Molti consiglieri comunali hanno sfilato in testa al corteo, altri hanno preferito defilarsi. Da segnale la presenza di Nino Bosco, Giovanni Panepinto, Eugenio D'orsi e degli ex sindaci di Favara Lorenzo Airò e Domenico Russello. Si voleva dare a questa manifestazione un'impronta nazionale, e la presenza degli onorevoli Capodicasa e Marinello ne è una testimonianza chiara.
Camminando per il centro storico gli onorevoli hanno potuto constatare di persona la fatiscenza dell'antico quartiere favarese: case diroccate, balconi a pezzi e gente disagiata. Il problema del centro storico non è soltanto di carattere strutturale ma anche sociale. Mentre il corteo passava per via San Rocco scendeva per la strada un rigagnolo proveniente dalla fogna, che emanava odori sgradevoli. I parlamentari presenti hanno avuto l'onore di ammirare. Alla fine del corteo in piazza Cavour è stato allestito un palco su cui il sindaco Manganella ha tenuto un comizio. In realtà la folla a quel punto si era dileguata. Il sindaco ha voluto sottolineare ancora una volta, che la manifestazione aveva lo scopo di portare alla ribalta regionale e nazionale le problematiche del centro storico favarese. Manganella, ha inoltre ringraziato pubblicamente il presidente della regione Lombardo per l'impegno dimostrato sulla questione. Intanto del milione di euro che la regione aveva promesso a Favara ancora non c'è alcuna traccia. Recentemente in una conferenza dei capigruppo all'Ars è stato approvato un emendamento che stanzia tre milioni di euro a favore della città di Favara. L'auspicio dell'amministrazione e di tutti i favaresi è che questi finanziamenti arrivino concretamente. Il sindaco d'altro canto si è detto disposto ad incatenarsi a Palermo o a Roma in modo da esortare la politica ha mettere la parola fine sul problema del centro storico favarese.
27/11/2011
LA SICILIA
I politici c'erano, la gente no
FAVARA. Soltanto autorità istituzionali presenti alla manifestazione per il centro storico
C'era il sindaco, gli assessori e tanti consiglieri comunali; il presidente della Provincia e alcuni consiglieri. Poi amministratori di altri comuni e vari esponenti politici; con loro anche deputati regionali e nazionali. E poi tanti studenti delle scuole elementari e medie, per un giorno di vacanza in più. Alla manifestazione per il centro storico di Favara mancavano però i cittadini «normali», quelli che ogni giorno imprecano e si lamentano per le strade chiuse, il traffico impazzito, quelli che hanno sempre qualcosa da ridire su tutto e su tutti. Siamo dell'idea che gli assenti hanno sempre torto e forse non hanno capito il messaggio che il sindaco Rosario Manganella, il presidente del consiglio comunale Leonardo Pitruzzella hanno voluto lanciare, o magari i due amministratori non hanno saputo comunicare. Quella di ieri voleva essere ed è stata una manifestazione inusuale, non per protestare e inveire contro qualcuno, ma per tenere i riflettori puntati sulla drammatica condizione del vecchio centro cittadino, una volta cuore pulsante ed adesso ridotto soltanto ad una ammasso di macerie. «Il centro storico è patrimonio di tutti e se muore, con esso muore anche la storia della città - ha detto Manganella - il comune da solo non può farcela, non ha le risorse ed i mezzi, per questo c'è bisogno di un intervento da parte dei Governi regionale e nazionale». Ma se si è arrivati a questo degrado, con oltre 200 case demolite ed altrettante da abbattere, decine di strade chiuse e murate con interi quartieri off limits, delle colpe o comunque delle responsabilità ci debbono pur essere. "Responsabilità che indubbiamente ci sono come la mancata adozione del Piano particolareggiato per il centro storico - ci dice ancora Manganella - ma adesso non volgiamo ricercare colpevoli, necessità subito un piano di interventi per la messa in sicurezza del centro storico e la sua riqualificazione. Cose che da solo il comune non può fare". Intanto il centro storico si sbriciola, i commercianti chiudono gli esercizi in quanto gli eventuali avventori non riescono materialmente a raggiungere i negozi. Ecco ieri qualcuno ha protestato, sono stati i commercianti di via Vittorio Emanuele che hanno tappezzato la strada con manifesti che indicano chiaramente il loro disagio. Intanto c'è la promessa di 3 milioni di euro per l'acquisto di case per gli sfollati, o comunque per chi vive in situazioni di precarietà e pericolo nel centro storico. «L'emendamento, inserito nel disegno di legge sui centri storici - conferma Nino Bosco - sarà votato martedì dall'Ars e va a tamponare un aspetto molto importante, quello di dare una casa agli sfollati ». «Non mi convince molto la sola idea dell'acquisto di alloggi che di fatto non affrontano a pieno la questione principale - controbatte Giovanni Panepinto - c'è bisogno di un progetto di recupero e la quantificazione dei costi, immaginando anche il possibile coinvolgimento di soggetti privati a cofinanziamento dell'intervento ». Intanto si annotano altri crolli, uno dei quali proprio qualche ora prima dell'inizio della manifestazione, l'elenco si allunga ma il problema non si risolve.
GIUSEPPE MOSCATO
Corso su Statuto regionale e federalismo fiscale
Grande Sud rilancia l'autonomia finanziaria
Federalismo fiscale e Statuto regionale siciliano sono stati i temi al centro dei lavori del 5° seminario del corso di studi: «La formazione politico-amministrativa per una nuova classe dirigente», promosso da Grande Sud e svoltosi venerdì sera. I numerosi partecipanti hanno seguito con interesse gli interventi dei relatori tra cui Michele Cimino, vicepresidente Nazionale di Grande Sud, promotore all'Ars della modifica dell'art. 36, dello Statuto siciliano, sostituendo il secondo comma vigente con il seguente: «...sono però riservate allo Stato le entrate dei monopoli dei tabacchi e del lotto»; escludendo che continuino ad essere riservate allo Stato «le imposte di produzione», ribadendo il principio della territorialità del gettito tributario in virtù del quale si potrebbero determinare nuove e maggiori risorse da destinare allo sviluppo della regione siciliana. Ci sarà dunque una autonomia di entrata e di spesa di Regioni ed Enti locali. I nuovi tributi garantiranno flessibilità, manovrabilità e territorialità; le amministrazioni più efficienti potranno così ridurre i propri tributi. Presente al convegno il vicepresidente della Provincia e dirigente di Grande Sud, Paolo Ferrara che ha sottolineato l'importanza di tale iniziativa. «I seminari contribuiscono ad accrescere il profilo culturale dei giovani agrigentini - afferma Ferrara - e allo stesso tempo rappresentano una palestra di formazione e confronto politico, come avveniva nelle segreterie dei vecchi partiti politici»
Acqua pubblica, in piazza i pionieri del referendum ma i cittadini disertano
Quella del giugno scorso in Italia è stata una chiara espressione a favore del ritorno ad una gestione pubblica dell'acqua ma il Referendum non è stato "ascoltato", così come giace da anni in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare in materia, il timore è che venga letteralmente aggirato. Per tutto questo ieri mattina alcuni rappresentanti - pochi per la verità - del forum dell'acqua, dei sindacati, delle associazioni, dei gruppi "Agrigento moderna e civile" e di "Agrigento Punto e a Capo" insieme ad quelli di altri gruppi nati su facebook, sono voluti scendere in piazza, davanti al palazzo della Provincia, a sostegno della manifestazione nazionale di Roma «per l'Acqua, i Beni Comuni e la Democrazia». Assente la cittadinanza, la stessa che nel referendum del 12 e 13 giugno aveva detto "no" alla gestione privata dell'acqua. «Questo - ha detto Vincenzo Lombardo, del forum provinciale acqua beni comuni - è soltanto il primo passo al fine di raggiungere il nostro obiettivo. Chiediamo la rescissione del contratto con Girgenti acque, e se sarà il caso, anche le dimissioni del presidente dell'Ato idrico». Durante la manifestazione agrigentina è stato ribadito anche che «quello che avviene per l'acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio e la gestione pubblica del prezioso liquido deve essere il primo passo verso un modello di sviluppo diverso, attento ai bisogni della gente e al rispetto dell'ambiente ». Ciò che si chiede è, dunque, il rispetto della volontà popolare espressasi attraverso il voto referendario. «Ad oggi - spiegano i manifestanti - nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d'iniziativa popolare è ferma nei cassetti del Parlamento e gli enti locali continuano a gestire il servizio idrico come prima. L'acqua non è un debito. Dunque nel rispetto della volontà popolare, anche noi chiediamo l'acqua pubblica, vogliamo che il presidente dell'Ato idrico, annulli il contratto con Girgenti acque, colpevole di numerose inadempienze nella gestione del servizio».
VALENTINA ALAIMO
GESA. Senza un impegno scritto dei sindaci niente più conferimenti in discarica
Rifiuti, Comuni al bivio
Mercoledì 30 novembre i sindaci dei comuni aderenti a "Gesa Agrigento due" sono stati convocati dal liquidatore della stessa società d'ambito, Teresa Restivo, per fare il punto della situazione e per vedere se sono disponibili, eventualmente, a firmare un contratto con la Catanzaro Costruzioni per il proseguimento del conferimento in discarica dei rifiuti provenienti dai loro centri abitati. L'incontro è decisivo per sbloccare una situazione molto delicata. Nella sostanza l'impresa vuole firmare con Gesa un contratto che regolamenti prestazioni e controprestazioni tra le due parti, ma con la firma di garanzia dei sindaci interessati. Probabilmente il timore è che, essendo Gesa in liquidazione, i loro crediti, o una parte di essi, possano rimanere insoluti. Difficile prevedere come si regoleranno i sindaci dei centri aderenti all'Ato Rifiuti, ma - conoscendo le condizioni economiche in cui versa la maggior parte delle casse dei Comuni che fanno parte dell'ambito - appare molto improbabile che i sindaci si prestino ad offrire delle garanzie, anche per il timore di essere colpiti direttamente, a quel punto, dalle pretese di pagamento dei Catanzaro. La situazione dunque si complica e si presenta sempre più delicata, anche perché i Catanzaro - come si sa - hanno già annunciato che a partire dal prossimo 5 dicembre chiuderanno la discarica e non accetteranno più i rifiuti provenienti dai comuni di Gesa, a meno che qualcuno dei sindaci non firmi il contratto insieme al commissario liquidatore Teresa Restivo e allora il relativo comune potrà conferire la propria spazzatura. Nel frattempo si attende ancora la pubblicazione dell'ordinanza del dirigente generale del Dipartimento Acque e Rifiuti che dovrebbe consentire la proroga automatica dell'affidamento del servizio di prelievo della spazzatura a tutte le imprese che in atto lo svolgono. Questo consentirebbe al raggruppamento di imprese che per ora ne è titolare di continuare a lavorare anche oltre il 31 dicembre scongiurando così l'emergenza sanitaria. Tuttavia la mancata pubblicazione comincia a destare qualche preoccupazione perché il 31 dicembre si avvicina a grandi passi e, se non si sarà adempiuto a tale atto, dal primo gennaio nessuno potrà raccogliere i rifiuti, sempre che la discarica rimanga aperta. Una situazione paradossale nella quale solo la Regione da una parte e i sindaci dall'altra possono porre in essere atti in grado di consentire la normale prosecuzione dei servizi, altrimenti l'intero sistema di smaltimento dei rifiuti andrà in tilt.
SALVATORE FUCÀ
L'ISOLA PENALIZZATA. Con l'entrata in vigore dell'orario invernale dall'11 dicembre
Da e per la Sicilia i treni viaggeranno
soltanto fino a Roma
Per andare al Nord da Ragusa e Agrigento diventa obbligatorio il passaggio in bus
LUCA SIGNORELLI
SIRACUSA. Il 10 dicembre sarà lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo corso di Trenitalia in Sicilia. Da allora si dovrà addirittura rimpiangere il vecchio corso. Come preannunciato, l'11 dicembre entrerà in vigore il nuovo orario invernale di Trenitalia che sancirà la soppressione definitiva dei convogli passeggeri a lunga percorrenza che collegano la Sicilia al Nord. Non resterà alcun collegamento diretto e il traffico passeggeri si fermerà a Roma, mentre da Agrigento o Ragusa sarà necessario raggiungere tramite bus rispettivamente Palermo o Siracusa per salire sul treno per Milano, con cambio obbligato a Napoli o Roma. Ma c'è di più: basta provare ad acquistare un biglietto anche regionale da Agrigento o Ragusa per scoprire che non c'è più alcuna possibilità di collegamento ferroviario tra questi e altri capoluoghi. Ed ecco spiegati i motivi di una levata di scudi generale: il segretario Fit Cisl Messina, Enzo Testa, e il responsabile mobilità della Fit, Michele Barresi, puntano l'attenzione sull'inefficienza di Fs facendo l'esempio della tratta Messina-Palermo, percorsa da un treno espresso in 4 ore 25 minuti a una velocità media di 52 km/h mentre da un treno regionale in 2 ore e 30 minuti. Dopo l'annunciata cancellazione di Ferrovie dello Stato, il senatore Salvo Fleres prima e ora anche il segretario nazionale Codacons, Francesco Tanasi, hanno chiesto l'intervento del neo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Mentre cancellano i treni, aumentano prezzi (in media 10 euro in più), tempi di percorrenza e anche gli attacchi a Trenitalia, da ogni provincia. «Appena i treni saranno confortevoli e migliori i trasporti allora la gente li utilizzerà maggiormente - afferma il segretario generale della Cgil Siracusa, Paolo Zappulla - invece il progetto legato all'ammodernamento delle ferrovie ruota comunque sull'asse Catania-Palermo tagliando fuori la Sicilia sud-orientale. Vogliamo capire se la tratta Siracusa-Catania potrà mai essere realizzata e se ci potrà essere un collegamento con Bicocca e l'aeroporto. Siracusa avrebbe dovuto costituire il punto di manutenzione dell'asse della Sicilia orientale, ma l'investimento fatto su Pantanelli non ha mai funzionato e la sensazione è che verremo tagliati fuori sia dai collegamenti a lunga percorrenza sia dalla rete ferroviaria regionale». Il dato su quanti utilizzano i treni a lunga percorrenza - secondo il presidente del direttivo regionale dei trasporti della Cgil, Francesco Tranchida - non è costante: «Nei periodi di festa o in estate non bastano le carrozze: in genere invece si prediligono le tratte regionali con 7-8 passeggeri per carrozza». Tanasi, infine, annuncia una probabile class action nei confronti di Fs: «Tempo fa abbiamo polemicamente consegnato i biglietti ai parlamentari nazionali per farli venire in treno in Sicilia - conclude - ma con la disattenzione dalla politica nazionale e l'incapacità dei politici siciliani non si riescono a difendere utenti già continuamente penalizzati. C'è una forte volontà di penalizzare la nostra isola, eppure nessuno si ribella...».
IMMIGRAZIONE. Visita in Sicilia della Commissione
Lampedusa, mea culpa Ue
«L'Europa poteva fare di più nell'emergenza sbarchi»
«Ora riaprire il porto dell'isola»
«Un lager il Cie di Salinagrande»
ALFREDO PECORARO
PALERMO. Per fronteggiare l'emergenza immigrazione che per diversi mesi ha messo in ginocchio Lampedusa «l'Europa avrebbe potuto fare di più» e i Paesi membri hanno eluso gli inviti della Commissione Ue accogliendo «solo poche centinaia di migranti». A recitare il mea culpa è l'eurodeputata svedese Cecilia Wikstrom, a capo della delegazione del Parlamento europeo che ha visitato centri e strutture di accoglienza per migranti e rifugiati in Sicilia. La Wilkstrom redigerà una relazione dopo il tour di due giorni, ma i contenuti sono già delineati. «Non basta stanziare ingenti somme, i soldi non sono tutto, contano soprattutto le risorse umane», ammette la Wilkstrom secondo cui «serve più solidarietà e un approccio comunitario più leale tra i Paesi membri ». Poi, in linea con gli altri componenti della delegazione, sollecita il governo italiano a non considerare più Lampedusa "porto non sicuro", dopo l'incendio del centro d'accoglienza. «Lampedusa torni a essere l'avamposto per l'accoglienza dei profughi - dice - Potrebbe essere usata come centro di smistamento, con un sistema rapido di trasferimento». Perché, insiste l'eurodeputata olandese Judith Sargentini «è assurdo avere dichiarato l'isola "porto non sicuro"» e il governo «deve ripristinare al più presto il centro d'accoglienza». D'accordo anche l'eurodeputata slovena Tanya Fajon anche perché «presto potrebbe esserci una nuova ondata di immigrati» e il centro di Lampedusa «non può continuare a essere chiuso». «Avere dichiarato Lampedusa "porto non sicuro" - incalza l'europarlamentare Rita Borsellino - è un fatto degradante per l'Italia ma anche per tutta l'Europa». Tra i centri visitati, fra cui quello di Mineo, dai delegati Ue quello che sta peggio è Salinagrande di Trapani, dove si trovano 233 rifugiati richiedenti asilo. «È un vero e proprio lager», accusa l'eurodeputato Rosario Crocetta (Pd) che invita il governo «a intervenire al più presto, perché è una situazione intollerabile. È assurdo andare a fare i bisogni in bagni senza porte, con servizi senza acqua calda e l'assistenza sanitaria lascia a desiderare», aggiunge. Cita poi un episodio: «Ho visto un giovane pakistano con la mano fratturata dal 15 ottobre, ha avuto l'appuntamento per la radiografia solo per il 29 novembre. Nel frattempo la frattura si è calcificata per sempre. Stiamo parlando di persone». Di diverso avviso Salvatore Iacolino, eurodeputato Ppe: «Le condizioni potrebbero essere certamente migliori, ma la loro dignità viene tutelata». Migliore, secondo Crocetta, è la situazione nel centro di identificazione ed espulsione di Trapani che ospita al momento 187 persone. «A confronto del Cara è un albergo a cinque stelle», afferma l'eurodeputato del Pd. La delegazione ha visitato anche il Poliambulatorio di Emergency a Palermo, che dal 2006 offre cure gratuite a migranti e italiani in difficoltà. Cecilia Wikstrom, ha osservato - riferisce Emergency - che «il Poliambulatorio è un esempio da trasmettere in tutta Europa, dove non esistono strutture analoghe. Sono persone che si prendono cura dei più bisognosi e che vanno incontro alle esigenze dei profughi».
GIORNALE DI SICILIA
POLITICA. L'ex parlamentare, dopo il tesseramento con 18oo iscritti in provincia, annuncia congressi nei principali Comuni
Cusumano commissario dell'Api
«La vera novità è il Terzo polo»
Sostegno a Zambuto e per Sciacca: «Maggioranza senza coordinamento politico»
Giuseppe Pantano
«È un incarico di servizio, per la mia provincia, che si aggiunge all'attività che svolgo in tutto il Meridione e che è finalizzata alla crescita dell'Api, una grande novità della politica nell'ambito del Terzo polo». Nuccio Cusumano commenta così la sua nomina a commissario dei rutelliani in provincia di Agrigento. Dai prossimi congressi comunali alle scadenze elettorali ormai dietro l'angolo, a cominciare da Agrigento, al sostegno ad alcuni progetti riguardanti le varie realtà provinciali. L'agenda di Cusumano è fitta di appuntamenti. «Finalmente - dice l'ex sottosegretario - si può organizzare il partito, avendo chiuso la campagna di adesione con 1.800 iscritti, con una fase congressuale che si apre nei comuni e che ci porterà al congresso provinciale che contiamo di celebrare a gennaio». Per Cusumano «il Terzo polo deve muoversi su basi di permanente condivisione delle scelte in tutte le realtà della provincia. Non può esserci un Terzo polo - aggiunge - che vive episodicamente, per quanto riguarda le alleanze». Cusumano, scendendo nello specifico, inizia dalla Provincia e alla domanda se si profila un sostegno a D'Orsi per un'eventuale nuova candidatura, afferma: «Questo appartiene a un prossimo scadenziario politico elettorale - dice - mentre ci sono in agenda elezioni significative tra pochi mesi a cominciare da Agrigento. Zambuto merita sostegno e condivisione a prescindere dal percorso certamente a zig zag che ha animato la sua azione politica amministrativa rispetto alla quale - aggiunge Cusurnano - gli chiederemo un chiaro e netto pronunciamento rispetto alle alleanze e alle scelte programmatiche. Tutto questo nell'ambito di un ragionamento sereno e disteso con gli altri partiti del Terzo Polo». Cusumano vede sempre un Terzo polo che, sul piano delle alleanze, guarda al Pd. «E' chiara una nostra propensione, un rapporto privilegiato con il Partito democratico - aggiunge - e nella prospettiva di un Terzo polo organizzato e coeso l'alleanza con il Pd mi pare quella auspicabile». Nelle ultime settimane Cusumano ha iniziato ad occuparsi costantemente anche della situazione riguardante il Comune di Sciacca. «Le fibrillazioni sono proprie di una maggioranza composita, soprattutto quando è carente il coordinamento politico - afferma il commissario dell'Api - che abbiamo più volte sollecitato e che si può superare soltanto con la costituzione di un vero e proprio gabinetto politico. La prova è data dal ritardo con cui è venuto fuori il rischio di sforamento del patto di stabilità e l'opera meritoria dei parlamentari regionali Di Mauro e Gentile, finora, consentito il reperimento di buona parte delle risorse per evitare lo sforamento. Occorre, però, una seconda fase, di nuove risorse e nuovi progetti e per questo mercoledì prossimo incontrerò il presidente Lombardo». (*GP*)
MARCIA. C'erano pochi abitanti delle aree interessate dai diversi crolli e dalle chiusure delle strade in via preventiva
Paese in corteo per il centro storico
Istituzioni presenti ma pochi cittadini
Capodicasa: «il 10 dicembre presenteremo a Favara le linee di un disegno di legge»
Umberto Re
Istituzioni presenti, cittadini meno. Ma non si può considerare un flop la manifestazione di ieri con la quale l'amministrazione comunale ha voluto tenere accesa l'attenzione sul Centro storico di Favara che giorno dopo giorno si sbriciola mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica e privata. Scuole, Chiesa, associazioni, deputati nazionali e regionali, presidente della Provincia, assessori dei comuni vicini, hanno altra versato le vie del vecchio edificato urbano, tra transenne e lavori in corso finalizzati a mettere in sicurezza edifici senza tempo e senza valore, spesso abbandonati perché non più funzionali alle esigenze della vita moderna. E oltre un rischio, rappresentano un peso per i proprietari perché abbisognano di manutenzione di non poco conto. Per di più scontano l'ici perché, non avendovi la residenza, sono considerati come seconda casa. Un vero paradosso!
Il sindaco Rosario Manganella, sia prima che il corteo si mettesse in movimento, che al ritorno in piazza Cavour, dove su un palchetto ha spiegato il significato della manifestazione, ha tenuto a ribadire che l'iniziativa intrapresa non è contro qualcuno ma a sostegno della città che da sola non ha la forza di uscire dal tunnel di una situazione ormai diventata incontrollabile. "E non si può differire di un solo istante la soluzione - ha detto ai parlamentari nazionali e regionali presenti, ma non in segno di sfida, semmai di collaborazione - perché dimezzo ci sono vite umane come l'esperienza di questi due ultimi anni ci ha insegnato". All'invito del sindaco hanno risposto i deputati Angelo Capodicasa, Giuseppe Marinello, Giovanni Panepinto, Nino Bosco, il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, i vice sindaci di Ravanusa e Licata, Amedeo Mosa e Giuseppe Arnone, il presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo Maria Grazia Brandara. Non sono voluti mancare gli ex sindaci Minimo Russello e Lorenzo Airò nei confronti dei quali è aperto un procedimento penale, seppur di natura colposa, per la morto delle sorelline Bellavia avvenuta il 23 gennaio dello scorso anno a seguito del crollo di un' abitazione in via del Carmine. Durante la sfilata, l'on. Capodicasa ha dato una notizia che non può che far piacere non solo al sindaco, ma a quanti vivono o hanno casa nel centro storico. "Il prossimo 10 dicembre ha detto il deputato del Pd - proprio a Favara presenteremo le linee guida di un disegno di legge sui centri storici italiani dove oggi ogni intervento è vincolato da una serie di adempimenti spesso difficoltosi da portare a termine a causa della frammentazione delle proprietà. E il colmo è che anche ad avere disponibilità economiche che non si può intervenire in tempi celeri". E Favara è t'esempio perché da un anno si rincorre una notifica a un cittadino emigrato in Argentina precludendo l'abbattimento di un immobile in via San Calogero e la relativa apertura. In appendice alla manifestazione di ieri una riflessione del sindaco Russello, "E'sbagliato - spiega - che passi l'idea che con gli eventuali finanziamenti pubblici si risolva il problema dei privati. Non è così perché su tali beni le competenze sono esclusivamente dei proprietari". (*UR*)
28/11/2011
IL SOLE 24 ORE
I calcoli. I riflessi del provvedimento che ha diminuito i riferimenti ordinari
L'Irpef si può «autoridurre» all'82%
Luciano De Vico
La seconda rata della cedolare secca sugli affitti, in scadenza il 30 novembre, deve essere versata solo con il modello F24, indicando nella sezione erario il codice tributo 1841 (anche per chi versa a novembre la rata unica dell'acconto). Il codice per la prima rata — da versare entro il 6 luglio scorso — è invece 1840, quello per il saldo 1842.
L'anno di riferimento coincide con il periodo d'imposta cui si riferisce il versamento. Per il secondo o unico acconto, quindi, occorre riportare nel modello F24 il codice tributo 1841 e l'anno 2011. A differenza del saldo e del primo acconto, il versamento di fine mese non è rateizzabile e il pagamento non può essere differito di trenta giorni con la maggiorazione dello 0,40 per cento. Per quest'anno, l'utilizzo del modello F24 è obbligatorio non solo per i contribuenti che si sono avvalsi di Unico, ma anche per quelli che hanno scelto il 730, dal momento che la cedolare secca non ha trovato spazio nel modello semplificato.
L'utilizzo dell'F24 consente di compensare la cedolare secca con crediti vantati nei confronti dello Stato o di altri enti, attraverso la corretta indicazione nelle rispettive colonne «importi a debito versati» e «importi a credito compensati», e la presentazione o la trasmissione telematica del modello, anche se a zero.
L'acconto deve essere versato in maniera cumulativa per tutti gli immobili per i quali è stata esercitata l'opzione. In caso di comproprietà, inoltre, ognuno deve presentare il proprio F24 in relazione alla quota di acconto dell'imposta dovuta.
Anche per la cedolare ci si può avvalere del ravvedimento operoso, che consente di sanare un omesso o insufficiente pagamento mediante il versamento dell'imposta dovuta, degli interessi moratori (1,5% annuo) e di una sanzione in misura ridotta che va dallo 0,2% giornaliero, se ci si ravvede entro 14 giorni, al 3%, se ci si ravvede entro 30 giorni, al 3,7% , se il pagamento avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.
L'errata compilazione del modello di versamento, invece, può essere sanata, senza l'applicazione di sanzioni, presentando a un qualsiasi ufficio delle Entrate un'istanza per la correzione dei dati (codice fiscale, periodo di riferimento, codice tributo, divisione in più tributi dell'importo versato con un solo codice tributo). I contribuenti che hanno optato per la cedolare nel 2011, inoltre, sono legittimati ad "autoridurre" l'acconto Irpef dovuto per l'anno in corso, per evitare duplicazioni d'imposta. Secondo la circolare 26/E, infatti, l'acconto Irpef 2011 è correttamente determinato se risulta almeno pari al 99% dell'imposta dovuta sulla base della dichiarazione dei redditi relativa al 2010 (Unico 2011 o 730 2011), considerando il reddito complessivo al netto dei redditi sottoposti a cedolare (proprio per evitare duplicazioni). Attenzione, però: alla luce del Dpcm del 21 novembre che ha ridotto gli acconti Irpef per il 2011, anche l'autoriduzione effettuata da chi ha scelto la cedolare, può limare l'importo fino all'82° % (e non più al 99%).
Se si sceglie la cedolare solo per una parte dell'anno, inoltre, occorre in primo luogo "fissare" i giorni del 2011 per i quali il canone di locazione è assoggettato a cedolare, ed escludere quindi dal reddito complessivo 2010, al solo fine di calcolare l'acconto Irpef 2011, il reddito prodotto dallo stesso immobile nella corrispondente parte del periodo di imposta 2010.
GIORNALI DI SICILIA
PROVINCIA. Sono già stati inviati due emendamenti dai Consiglieri
Variazioni di bilancio
Un nuovo dibattito approda in aula
Si riunisce domani alle 18, presso la sala Pellegrino di via Acrone, il Consiglio provinciale convocato dal presidente Raimondo Buscemi. In discussione le variazioni al bilancio di previsione 2011 con gli eventuali emendamenti da parte dei consiglieri provinciali. Sulla proposta di variazione di bilancio, che ammonta a quasi due milioni di euro, sono già stati inviati due emendamenti da parte dei Consiglieri provinciali. Da discutere ventuno punti tra cui numerosi riconoscimenti di debito fuori bilancio tra cui quello del Settore Infrastrutture stradali relativa ai lavori di realizzazione delle infrastrutture a miglioramento della fruibilità turistica della zona di Porto Empedocle - Capo Rossello - Siculiana marina - Eraclea Minoa - tratto Porto Empedocle, Realmonte, il cui debito nasce dall'espropriazione dei terreni. L'ordine del giorno prevede anche la modifica di due regolamenti: la proposta del settore Affari generali e segreteria generale sulla modifica del regolamento per le adunanze ed il funzionamento del consiglio provinciale e delle commissioni consiliari che prevede, tra le novità, la possibilità di convocare il Consiglio con una semplice e-mail o un sms per ridurre i costi delle convocazioni. L'altro provvedimento riguarda il settore provveditorato e marketing che ha predisposto il nuovo regolamento per la formazione e la tenuta dell'albo fornitori della Provincia. Pervenuta alla presidenza del Consiglio, per essere inserita all'ordine del giorno, la proposta di variazione al piano triennale dei lavori pubblici. Sia le variazioni di bilancio che le variazioni al Piano triennale delle opere pubbliche dovranno essere approvate entro il 30 novembre. (*PAPI*)
PAOLO PICONE
laltraagrigento.it
Provincia, variazioni di bilancio discusse il prossimo 29 novembre .
Le variazioni al bilancio di previsione 2011 saranno discusse nella prossima seduta del Consiglio Provinciale in programma martedì 29 novembre alle ore 18:00, nella sala Silvia Pellegrino.
Si tratta della seduta di aggiornamento dei lavori del Consiglio del 17 novembre nella quale il Consiglio ha rinviato i propri lavori per consentire, come previsto dalla legge, la presentazione di eventuali emendamenti da parte dei Consiglieri Provinciali. Sulla proposta di variazione di bilancio, che ammonta a quasi due milioni di euro, sono già stati inviati due emendamenti da parte dei Consiglieri provinciali.
Da discutere ventuno punti tra cui numerosi riconoscimenti di debito fuori bilancio tra cui quello del Settore Infrastrutture stradali relativa ai lavori di realizzazione delle infrastrutture a miglioramento della fruibilità turistica della zona di Porto Empedocle - Capo Rossello - Siculiana marina - Eraclea Minoa - tratto Porto Empedocle Realmente, il cui debito nasce dall'espropriazione dei terreni. L'ordine del giorno prevede anche la modifica di due regolamenti: la proposta del settore "Affari generali e Segreteria generale" sulla modifica del regolamento per le adunanze ed il funzionamento del consiglio provinciale e delle commissioni consiliari che prevede tra le modifiche la possibilità di convocare il Consiglio con una semplice e-mail o un sms per ridurre i costi delle convocazioni del Consiglio Provinciale. L'altro provvedimento riguarda il settore "Provveditorato e marketing" che ha predisposto il nuovo regolamento per la formazione e la tenuta dell'albo fornitori della Provincia Regionale di Agrigento. Pervenuta alla Presidenza del Consiglio, per essere inserita all'ordine del giorno della riunione del 29 novembre, la proposta di variazione al piano triennale dei lavori pubblici. Sia le variazioni di bilancio che le variazioni al Piano triennale delle Opere dovranno essere approvate entro il 30 novembre.