LA SICILIA
«Diminuisca i parlamentari piuttosto che le Province»
IL PRESIDENTE D'ORSI ha criticato la scelta del nuovo governo Monti
s.f.) La prossima campagna elettorale si arricchisce di nuovi protagonisti. Fino ad ora, infatti, sono stati in prevalenza i partiti a polarizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla elaborazione dei programmi e sull'individuazione dei candidati da presentare agli agrigentini in vista del rinnovo dell'Amministrazione comunale.
Ci sono anche delle iniziative personali (vedi il consigliere del Pd Giuseppe Arnone e l'ex consigliere comunale Giovanni Russo Cirillo i quali hanno già annunciato di volersi candidare a sindaco), ma la città fino alla scorsa settimana era rimasta a guardare. Adesso invece pare che qualche cosa sia cambiata. E' nato infatti un comitato cittadino, chiamato "Epolis", acronimo
di "etica, politica, solidarietà". L'iniziativa è stata promossa da un'ottantina di cittadini, fra gli artigiani, commercianti, impiegati, imprenditori più in vista della nostra città.
Obiettivo di Epolis, come si legge in un comunicato emesso al termine della riunione costitutiva, quello di proporsi «come osservatorio nei confronti dei progetti e soggetti politici che verranno presentati alla città di Agrigento in vista delle prossime elezioni amministrative. Non è escluso
che "Èpolis" possa suggerire una nuova classe dirigente per il governo della città sostenendo la politica della buona amministrazione». Questo vuol dire che il Comitato esprimerà una propria candidatura o un a propria lista alle prossime amministrative?
Difficile dirlo, ma non è da escludere. «Il comitato - afferma la presidente Piera Graceffa - intende
valorizzare la strategia dell'inclusione essendo consapevole che dal dibattito unitario, numeroso e pluralista si produce quella sintesi democratica per le scelte politiche migliori. L'iniziativa si propone anche di chiamare a raccolta e coinvolgere tutti i gruppi, le associazioni ed i movimenti cittadini che presentino analoghe finalità». Saranno predisposti dei gruppi di studio per analizzare le criticità della città e proporre soluzioni pratiche e realizzabili secondo il metodo della assoluta concretezza.
«Chiameremo a raccolta tutti i cittadini in una convention tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2012 - aggiunge il vice presidente Marco Barbarino - per presentare i propri progetti e condividere le migliori strategie per il rilancio di Agrigento».
Le altre cariche del consiglio direttivo di Èpolis sono andate al commerciante Antonio La Russa (Segretario) ed al farmacista Paolo Minacori (Portavoce).
«Invece di prendersela con gli anelli più deboli del sistema, come le Province, il presidente del Consiglio Monti ed il suo governo dovrebbero avere il coraggio di mettere le mani laddove gli italiani da sempre vorrebbero che si facesse, cioé diminuire il numero ed i privilegi del parlamentari, di qualsiasi livelli».
Eugenio D'Orsi non riesce a mandare giù il boccone di un ridimensionamento della struttura
delle Province, contenute nelle misure che sono in procinto di essere adottate dal governo nazionale
nel cosiddetto decreto "salvaItalia". Come si sa, verrebbero abolite la giunte provinciali, resterebbe
solo il presidente ed il Consiglio verrebbe ridotto a soli dieci componenti. Questi provvedimenti
seguono l'analogo orientamento del governo regionale che addirittura pensa di eliminare le Province.
«Ritengo che abolire questi enti sia una grande fesseria - spiega D'Orsi - il Presidente Monti farebbe bene a porre la propria attenzione e quella del suo governo al panorama complessivo della politica italiana. Invece di ridimensionare le Province, provvedimento che peraltro ritengo che sia assolutamente incostituzionale, farebbe bene a dimezzare il numero dei componenti le due Camere,
rivedendo a ribasso o addirittura eliminando lo scandalo dei vitalizi che vengono loro assegnati al
termine del loro mandato, breve per quanto possa essere».
- Ma quale ruolo avrebbero le Province ridimensionate in questo modo?
«Secondo me a quel punto é preferibile l'orientamento regionale: piuttosto che svuotarle di significato politico ed amministrativo, tanto varrebbe approvare una legge costituzionale e abolirle
del tutto».
- Quale sarebbe in questo caso il futuro di Eugenio D'Orsi? una ricandidatura non sarebbe più ipotizzabile...
«Io sono un uomo di partito, che sente fortemente la disciplina. In una eventualità del genere
darei esattamente ciò che il mio partito mi chiederebbe: mettermi di lato o candidarmi per altri incarichi.
In ogni caso prima ho il dovere di chiarire la mia vicenda giudiziaria perché gli elettorali
che mi hanno onorato del loro voto debbono avere la piena consapevolezza di aver dato fiducia ad
una persona assolutamente onesta. Tutte le ombre che gravano allo stato attuale debbono scomparire, poi sono a disposizione del mio partito e del suo leader Raffaele Lombardo».
SALVATORE FUCÀ
PROTEZIONE CIVILE
Elenco degli ammessi al corso
c.mi.) Sono state pubblicate, presso l'albo pretorio della Provincia, le graduatorie degli ammessi ai corsi di formazione (promossi dallo stesso Ente) per volontari della Protezione Civile. Successivamente saranno avviati i corsi rivolti ai volontari regolarmente iscritti ad Associazioni di volontariato di
Protezione civile o a Gruppi comunale di Pc.
Il partito contro la consegna degli impianti del Tre Sorgenti alla nuova società accusata di disservizi
Il Pd attacca ancora Girgenti Acque
Pd di Canicattì continua la sua mobilitazione contro la consegna degli impianti del Tre Sorgenti a Girgenti
Acque. Il partito ritorna all'attacco dopo la protesta del 30 novembre scorso che ha radunato numerosi cittadini, esponenti del mondo politico, delle associazioni ed i sindaci di alcuni paesi consociati, oltre agli undici dipendenti precari, davanti al consorzio acquedottistico per bloccare l'insediamento del commissario Taverna, inviato dalla regione per completare l'iter.
«Ci opporremo, tenacemente, lo abbiamo fatto e lo rifaremo, contro la consegna degli impianti del
Tre Sorgenti a Girgenti Acque e cercheremo di coinvolgere più cittadini perché i canicattinesi hanno mille motivi per dire no alla gestione privata dell'acqua - dice il consigliere comunale del Pd, Antonio Maira -. Assenza di uffici adeguati all'utenza, mancanza di chiarezza nelle fatture, importi altissimi, servizi scadenti, questi sono alcuni dei motivi che hanno spinto il Pd ad opporsi alla consegna delle strutture. Così l'azione non si ferma».
Maira, facendosi portavoce della volontà del partito annuncia che la mobilitazione proseguirà. Domenica prossima, alle 10, appuntamento al Palazzo Stella, per analizzare la questione e cercare delle soluzioni in merito.
L'incontro fortemente voluto dagli esponenti del Pd è aperto a tutti.
«Invito la cittadinanza a partecipare numerosa - aggiunge - dobbiamo fare sentire ancora e più forte
di prima la nostra voce. Non possiamo permettere che il Tre Sorgenti consegni gli impianti a Girgenti Acque soprattutto perché va contro la volontà che abbiamo espresso al referendum».
All'iniziativa interverranno, tra gli altri, esponenti regionali del Pd i quali spiegheranno qual è la loro posizione nei confronti della vicenda.
«Ci chiariranno le idee - spiega il consigliere - qual è l'interesse regionale e cercheremo delle soluzioni». VALENTINA GARLANDI
LA GRADUATORIA
Al 101º posto su 107 province
Scendiamo di tre
FABIO RUSSELLO
L'appuntamento con il report sulla qualità della vita del «Sole 24 Ore» è tradizionalmente poco lusinghiero per noi agrigentini. Se si esclude il 1997 - quando addirittura ci piazzammo entro i primi 50 in Italia - la provincia di Agrigento è sempre stata intorno alla 100° posizione. A
volte anche ultimi. Ma si tratta di classifiche che sono stilate elaborando dati e statistiche che, a seconda dei criteri utilizzati, possono dare anche risultati molto diversi. È infatti spesso capitato che il report gemello, quello di Italia Oggi, altro quotidiano economico, dia classifiche piuttosto differenti.
Nella classifica generale del report 2011 il Sole 24 Ore ci dà al 101° posto. Rispetto all'anno scorso perdiamo tre posizioni. In Sicilia rimaniamo davanti Palermo, Trapani e Caltanissetta.
Tra gli ultimi anche come reddito pro capite: siamo a quota 15549 euro a testa (102° posto su 107 provincia) e siamo di quasi 10 mila euro al di sotto della media nazionale.
Per dire: a Milano - la più ricca - il reddito pro capite è di 36 mila euro.
Siamo comunque i più poveri in Sicilia. Va anche detto che rispetto al 2006 i depositi bancari sono sostanzialmente stabili, ma la crisi del 2011 sicuramente eroderà anche il risparmio. Siamo terzultimi in Italia anche come importo medio delle pensioni: 487 euro (contro, ad esempio, i 1063 di Milano). Una crisi che già l'anno scorso cominciava a farsi sentire perché siamo penultimi
anche come spesa media per l'acquisto di beni di consumo: 648 euro a testa (ad Aosta se ne spendevano 1532). Va comunque detto che ad Agrigento e provincia si trovano le case più a buon mercato: la media è di 1450 euro al metro quadro (contro i 5 e passa di Roma o, se si vuole una realtà simile alla nostra, i 3000 euro di Modena. In ordine alla economia non ce la passiamo bene:
quasi 8 prestiti bancari su 100 sono in sofferenza, solo una donna su 5 lavora (ma si tratta di dati ufficiali che da noi lasciano il tempo che trovano per via della diffusione capillare del lavoro nero), mentre anche sul lavoro giovanile siamo in coda (terzultimi) con soltanto 38 persone di età compresa tra 25 e 34 anni che lavorano. Sul tasso di natalità Agrigento è appena al di sopra
della media del Paese (9,05 nati vivi ogni mille abitanti), ma a causa della emigrazione diminuisce (del 3,8%) la presenza di giovani sulla popolazione rispetto a dieci anni fa. E inoltre, a dimostrazione che a Lampedusa si sbarcava sì ma certo non per rimanere qui, va detto che
Agrigento è una delle provincia con la minore presenza di stranieri: solo il 2,37% rispetto alla popolazione (contro ad esempio il 13,6 di Brescia).
Le note liete - e probabilmente sono quelle che ci permettono di non essere ultimi - arrivano dai dati sull'ordine pubblico. Pochi scippi e rapine (42 ogni 100 mila abitanti, contro le 710 di Genova), «solo» 165 appartementi svaligiati ogni 100 mila abitanti (contro i 530 di Lucca), 48 le auto rubate ogni 100 mila abitanti (contro le 767 di Catania).
Poi si passa ai dati «culturali» e si torna in basso. Siamo agli ultimi posti come libri venduti, ma anche come numero di spettacoli. Paradossalmente la nostra provincia che dovrebbe vivere di turismo è 87ª come ricettività alberghiera (ma non si parla di qualità, ma bensì di quantità) ed è tra le ultime come indice di sportività (cinque volte meno di Trento).
Siamo sempre relegati in coda
Tra gli agrigentini cresce il disincanto e la sfiducia verso la politica mentre è negativo il giudizio sulla manovra economica del governo giudicata poco equa e troppo dura per i pensionati
Disincanto sulla classifica del Sole 24 Ore e sostanziale giudizio negativo sulla manovra
del Governo Monti. «Non credo che la classifica renda giustizia a certi aspetti che ad Agrigento sono presenti - ha detto Sandro Sciarratta, funzionario del Parco della Valle e musicista -.
Se mettessero nel calcolo degli indicatori qualcosa che avesse a che fare con il "mio"
Parco e le bellezze che sono presenti e per il modello di gestione dei servizi, guadagneremo
almeno 20 posti in classifica. Ma se gli indicatori sono rivolti alla qualità dei servizi per i cittadini, servizi sociali efficienza della pubblica amministrazione forse dobbiamo essere contenti di non essere gli ultimi. La riforma Monti mi sembra sbilanciata sui deboli. Certo che se quella allegra
brigata di cui non voglio nemmeno pronunciare il nome del loro capo si fosse mossa in anticipo oggi avremmo potuto destinate le risorse altrove».
«Ancora una volta - dice Antonio Agnello, odontoiatra - la classifica è imbarazzante ma è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado del territorio e la classifica diventa ancora più dura se si considera che alcune realtà virtuose come Sciacca e Porto Empedocle non sono riuscite a colmare il gap che
crea il capoluogo, dove non si riescono nemmeno a tracciare strisce pedonali decenti in pieno centro città. La manovra Monti? Provvedimenti necessari ma col sistema contributivo il futuro dei settantenni italiani sarà poco più che sopravvivenza.
Forse bisognava incidere di più sullo scudo fiscale e fare una seria Patrimoniale».
«Abolire lo statuto dei lavoratori, archiviare il contratto nazionale di lavoro, rendere povera ed incerta per tutti la pensione - ha detto Enza Russello, studentessa e segretario di Favara dei Giovani Comunisti - non può essere un comportamento "equo". Era meglio una Patrimoniale sopra
il milione di euro e imporre un tetto massimo di 5 mila euro alle pensioni, dimezzare le spese militari, tagliare i costi della politica e abbandonare il progetto per il Ponte e per la Tav. Le proposte alternative esistono, solo che è molto più facile colpire lavoratori e pensionati».
«Il dato del Sole 24 Ore - spiega Antonino Milioto, consulente finanziario - è la dimostrazione di quanto sia drammatica la situazione. È la dimostrazione del fallimento della classe politica che ci governa e che ci ha governato fino ad oggi. Agrigento è una città che ha una classe imprenditoriale
che sta morendo e infatti è allarmante il dato sulle sofferenze bancarie. La manovra Monti? Non sono molto contento. Mi aspettavo che fosse molto più equa. Questi interventi li poteva fare anche il governo precedente. Ho il sospetto che la politica stia usando i tecnici per evitare di essere
giudicata su interventi pesanti per la maggioranza degli italiani».
«La classifica del Sole? Non si tratta certo di una novità - ha detto Vanessa Castronovo,
redattrice musicale - dato che Agrigento figura essere sempre il fanalino di coda di praticamente ogni dossier e ricerca prodotta in Italia. Una costanza nell'essere ultimi che di certo non può essere casuale.
Poco o niente si è fatto fin'ora per cercare di cambiare le cose. La cosiddetta manovra "lacrime e sangue" di Monti? Gli italiani stanno scoprendo che ci sarà da stringere i denti e la cinghia e per questo è pronta a prendere i forconi. Ma nel frattempo ci scordiamo che la Grecia e l'Argentina sono più vicine di quanto non siamo disposti ad ammettere. Adesso il malato si lamenta che la medicina che serve è troppo amara. La manovra peserà sulla gente comune, è vero, ma è la stessa gente comune che in tutti questi anni ha avuto il diritto di voto». «Mi sono laureata a febbraio a Roma - dice Silvia Greco, chimica - e l'unica vera offerta che ricevo è quella di una frequenza
volontaria per sei mesi prolungabile a due anni e mi è stato anche richiesto di non restare incinta. Agrigento non offre nulla. Uno scempio che investe tutti i livelli della vita quotidiana, dagli eventi culturali di basso livello, ai servizi fatiscenti del trasporto urbano e turistici. La manovra Monti?
Per quanto questo governo tecnico riesca a riscontrare maggiore credibilità rispetto a quello passato, non sembrano emergere delle chiare direttive verso la lotta all'evasione fiscale, e la tassazione dei capitali scudati. Mancano misure di equità sociale, e la deindicizzazione delle pensioni rispetto all'inflazione è un fatto grave di cui il governo sembra essere consapevole".
LE REAZIONI DELLA POLITICA, DEI SINDACATI E DELL'INDUSTRIA
Servono investimenti nelle infrastrutture per creare sviluppo
SALVATORE FUCÀ
«E' un risultato quasi scontato - afferma il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi commentando gli ultimi posti in classifica della provincia di Agrigento -. Come si fa ad uscire da questo tunnel nelle nostre condizioni? Come si fa ad amministrare senza soldi? I tagli alle rimesse dello Stato e della Regione sono sempre più consistenti, ma peraltro non possiamo utilizzare nemmeno le risorse di cui disponiamo: siamo una delle Province più virtuose d'Italia, ma siamo
vincolati dal patto di stabilità. Proclamiamo a destra e a manca la nostra vocazione turistica, ma il
turismo non si fa soltanto con il sole e i templi: ci vogliono anche le infrastrutture, il nostro territorio è marginale ed emarginato. Mancano le comodità ed è difficile arrivare da noi. I mezzi di comunicazione sono fatiscenti e da decenni inseguiamo il sogno dell'aeroporto che però non si realizza perché gli interessi di Catania e di Palermo prevalgono sui nostri. In compenso produciamo un gran numero di deputati che fanno poco per il nostro territorio. E, quel che è peggio, la nostra gente continua a dormire...»
«Il fatto è che la politica non ha mai investito sulle imprese con l'obbiettivo di produrre lavoro -
afferma Salvatore Montalbano sub commissario provinciale della Cisl - essa ha sempre avuto una caratteristica di esagerata litigiosità ma soltanto per fare i propri interessi e non quelli del territorio. Per produrre sviluppo ed occupazione bisogna investire sulle imprese sane e questo, debbo dire, non è stato fatto. Abbiamo avuto soltanto un esagerato aumento dei tributi per mantenere un sistema di sottogoverno, ma a fronte di ciò i servizi non sono per nulla soddisfacenti.
Anche la manovra del governo Monti, adesso, mi sembra che vada nella direzione di penalizzare chi ègià povero».
«E' soprattutto un problema culturale - afferma il vicepresidente di Confindustria Piera Graceffa - non c'è interscambio tra la Pubblica Amministrazione ed i cittadini. Ciascuno pensa al proprio interesse ed anche chi fa politica lo fa per autoreferenzialità. Il risultato è un totale immobilismo sia politico che economico. Non si è fatto nulla per migliorare le condizioni economiche degli enti, non si è fatto nulla per realizzare le infrastrutture necessarie alla crescita, non si è fatto nulla per sfruttare e valorizzare le enormi risorse di cui il nostro territorio dispone».
«Il Comune resti nel Cupa»
Coro di no dopo la decisione dell'Amministrazione di uscire dal Consorzio universitario
Come era prevedibile la notizia con la quale l'Amministrazione comunale di Licata ha deciso di uscire dal Consorzio universitario della provincia di Agrigento, ha provocato le prime reazioni. Sull'argomento ieri è intervenuto l'avvocato Domenico Falzone, coordinatore cittadino dell'Udc.
«Sulla decisione di fuoriuscire dal Consorzio universitario della provincia di Agrigento esprimo - ha detto Mimmo Falzone - forte dissenso per una decisione assurda che penalizza non soltanto la città, i giovani della città, gli studenti universitari il nostro territorio che resta escluso da tutte quelle opportunità che la partecipazione al consorzio implica. La fuoriuscita del comune di Licata quale
socio del Consorzio universitario della provincia di Agrigento è da rivedere perché tale decisione rappresenta una scelta miope che certamente non guarda al futuro dei nostri giovani e della nostra città. La gravità della situazione del bilancio della città non deve costituire causa di decisione che penalizzano Licata e la escludono dalla prospettiva di crescita futura».
Vincenzo Callea, Pdl, ex vice presidente del consiglio comunale, ha concluso: «Indubbiamente, la fuoriuscita dal Consorzio universitario della provincia di Agrigento da parte del Comune di Licata non è la strada giusta da intraprendere per sistemare le casse comunali. Ritengo che per evitare tale situazione che penalizza duramente i pochi giovani rimasti in città il sindaco farebbe bene ancora
una volta fare un passo indietro e rimanere socio del Consorzio universitario della provincia di Agrigento. La fuoriuscita senza ombra di dubbio, aggraverebbe il fenomeno dello spopolamento
della nostra terra a causa dell'emigrazione dei giovani verso le città del nord Italia alla ricerca di un'occupazione o una sede universitaria dove studiare per formarsi per avere un futuro».
A. C.
«Diminuisca i parlamentari piuttosto che le Province»
IL PRESDENTE D'ORSI ha criticato la scelta del nuovo governo Monti
«Invece di prendersela con gli anelli più deboli del sistema, come le Province, il presidente del Consiglio Monti ed il suo governo dovrebbero avere il coraggio di mettere le mani laddove gli italiani da sempre vorrebbero che si facesse, cioè diminuire il numero ed i privilegi del parlamentari, di qualsiasi livelli».
Eugenio D'Orsi non riesce a mandare giù il boccone di un ridimensionamento della struttura delle Province, contenute nelle misure che sono in procinto di essere adottate dal governo nazionale nel cosiddetto decreto "salvaItalia". Come si sa, verrebbero abolite la giunte provinciali, resterebbe solo il presidente ed il Consiglio verrebbe ridotto a soli dieci componenti. Questi provvedimenti seguono l'analogo orientamento del governo regionale che addirittura pensa di eliminare le Province.
«Ritengo che abolire questi enti sia una grande fesseria - spiega D'Orsi - il Presidente Monti farebbe bene a porre la propria attenzione e quella del suo governo al panorama complessivo della politica italiana. Invece di ridimensionare le Province, provvedimento che peraltro ritengo che sia asso-lutamente incostituzionale, farebbe bene a dimezzare il numero dei componenti le due Camere, rivedendo a ribasso o addirittura eliminando lo scandalo dei vitalizi che vengono loro assegnati al termine del loro mandato, breve per quanto possa essere)).
- Ma quale ruolo avrebbero le Province ridimensionate in questo modo?
«Secondo me a quel punto è preferibile l'orientamento regionale: piuttosto che svuotarle di significato politico ed amministrativo, tanto varrebbe approvare una legge costituzionale e abolirle del tutto)).
- Quale sarebbe in questo caso il futuro di Eugenio D'Orsi? una ricandidatura non sarebbe più ipotizzabile...
«lo sono un uomo di partito, che sente fortemente la disciplina. In una eventualità del genere darei esattamente ciò che il mio partito mi chiederebbe: mettermi dilato o candidarmi per altri incarichi. In ogni caso prima ho il dovere (li chiarire la mia vicenda giudiziaria perché gli elettorali che mi hanno onorato del loro voto debbono avere la piena consapevolezza di aver dato fiducia ad una persona assolutamente onesta. Tutte le ombre che gravano allo stato attuale debbono scomparire, poi sono a disposizione del mio partito e del suo leader Raffaele Lombardo».
SALVATOR FUCÀ
INFUOCATA ASSEMBLEA DELL'UPI IL PRESIDENTE CASTIGLIONE: «MONTI HA TRADITO LE PROMESSE»
Il grido di dolore delle Province: «Risparmia solo trenta milioni»
ROMA. Com'era prevedibile, aumenta di giorno in giorno la temperatura nei rapporti tra il governo Monti, gli enti locali e le Regioni. Il ((decreto salva-Italia» ha lasciato l'amaro in bocca al mondo composito delle autonomie che ha cominciato, pur non avendo ancora a disposizione il testo del dl, a valutare nuovi possibili scenari. Ma sono le Province, che ieri hanno tenuto la loro assemblea nazionale, a dover fare i conti con la notizia arrivata ieri da palazzo Chigi sull'abolizione delle giunte e la riduzione a dieci del numero dei consiglieri.
Anche le Regioni non stanno a guardare e proprio per oggi Errani ha indetto una conferenza straordinaria per fare il punto su sanità e trasporto pubblico locale. Qualche fendente, infine, lo ha lanciato anche il presidente dell'Anci, Delrio, puntando il dito sulla stangata inferta. La cartina di tornasole dello stato d'animo delle Province possono essere i fìschi (peraltro, subito sommersi dagli applausi) con cui ieri è stato accolto un messaggio di buon lavoro del capo dello Stato. Ma è bastato a far capire gli umori di una platea che pare aver avviato il count-down perla generale smobilitazione.
Il presidente dell'Upi, Castiglione, ha messo nel mirino i presunti risparmi avviati dalla manovra, in grado a suo dire di ((produrre solo trenta milioni», cosa non certo decisiva ((se confrontata con i costi della politica nazionale». Di fronte a una platea arrabbiata Castiglione ha ribadito che ((le Province non sono la Casta», prendendosela con chi dimentica i costi degli enti intermedi delle nostre istituzioni, ((circa sette miliardi, o anche i 2,5 miliardi dei loro consigli di amministrazione». Rispetto a un trasferimento precedente di 1,2 miliardi, «oggi le Province scontano un taglio di un miliardo e, da questo momento, dovranno contare solo su duecento milioni».
Ha ricordato che ((Monti ci aveva assicurato che non avrebbe messo a punto norme di carattere ordina- mentale ma poi, l'abbiamo visto, così non è avvenuto».
Alla vigilia della Conferenza straordinaria di oggi, anche il mondo delle Regioni ha cominciato a squadernare i nuovi possibili scenari. Errani però, da Bologna, ha messo le mani avanti e ha chiesto garanzie sulla tenuta del sistema del trasporto pubblico locale e sulla sanità: ambito, quest'ultimo, assai delicato, visto che «già il bilancio 2012 è un fondo molto complicato e difficile che richiede interventi di riorganizzazione delle spese». Sulle Province ha esortato a fare un ragionamento d'impianto.
A macchia di leopardo il giudizio sul decreto Monti del presidente dell'Anci, Delrio: «La buona notizia per i Comuni è che ci viene restituita parte del gettito destinato al Tpl». Quella cattiva è, invece, «le norme stangata sulla casa». Infine, un giudizio sulle Province: «Per noi debbono diventare enti di secondo grado, dove i sindaci possano coordinare le politiche del territorio».
PAOLO TEODORI
GdS
TEATRO. La provincia farà avere 25mila euro
Si farà la rassegna del cine teatro Lupo
Malgrado le difficoltà finanziarie e la crisi che investe un po' tutte le autonomie locali, l'Amministrazione comunale non intende rinunciare ad una delle manifestazioni culturali di maggiore spessore: si tratta dalle Rassegna teatrale "Città di Ribera", che viene ospitata ogni anno nei locali del cine teatro Lupo di via Roma e che quest'anno toccherà il traguardo dei diciannove annidi vita. In vista dell' allestimento della manifestazione, che in parte è realizzata con fondi pubblici, in parte coni il ricavato della vendita di abbonamenti e biglietti, l'Amministrazione comunale si è mossa all'indirizzo della Provincia regionale di Agrigento, che in passato non ha fatto mancare il proprio apporto per la riuscita della manifestazione che richiama molti amanti dello spettacolo teatrale da diversi centri della provincia e che in passato ha visto passare sulle scene del teatro Lupo personaggi del calibro di Enrico Maria Salerno, Milva, Gianfranco Jannuzzo, Anna Mazzarmauro, Oreste Lionello, Enrico Guarneri, l'indimenticabile Pipo Montalbano, Tuccio Musmeci e via dicendo. La provincia di Agrigento ha assicurato al comune un finanziamento di 25 mila euro. L'Ammmstrazione comunale si è già messa al lavoro per l'organizzazione della nuova edizione (iella "teatrale" riberese. Non c'è ancora nulla di certo e di definito, sia per quanto riguarda il costo degli abbonamenti e dei biglietti che dei numero di rappresentazioni che verranno proposti e degli artisti che calcheranno le scene del teatro Lupo. L'unico dato che viene fuori in questa fase dallo staff organizzativo è che con molta probabilità la prima serata si svolgerà entro il mese di gennaio.
ATO. I titolari non faranno conferire a Siculiana se entro metà mese non riceveranno l'arretrato.
Rifiuti, ultimatum per la discarica
"Basta morosità o chiusura dal 15"
Il 15 dicembre è l'ultimo giorno utile, a disposizione della Dedalo Ambiente, per liquidare alla ditta Catanzaro di Agrigento quanto dovuto per il conferimento in discarica dello scorso mese dì novembre. Se entro quella data, dunque tra appena nove giorni, l'Ato Ag3 verserà quanto deve potrà continuare a conferire a Siculiana i rifiuti di Canicattì, licata, Palma di Montechiaro, Nero, Camastra e Campobello di Licata e Ravanusa. In caso contrario la raccolta si fermerà in tutti e sette i Comuni. Soluzioni all'orizzonte, però, almeno per il momento non se ne vedono.
"La situazione, purtroppo, è difficile. Al solito commenta Rosario Miceli, commissario liquidatore della Dedalo Ambiente noi attendiamo le rimesse dei Comuni soci per avere la liquidità necessaria per rispettare gli impegni con i forni - turi. L'ultimatum dei gestori della discarica scade il IS di dicembre, ma in questo momento non siamo io grado di dire se entro quella data avremo le somme a disposizione per pagare almeno parte dei mese di novembre".
I Comuni, dal canto loro, fanno i conti con la sensibile riduzione di trasferimenti da parte di Stato e Regione. "Non possiamo attribuire conferma Miceli alcuna responsabilità agli enti soci. Non solo, infatti, la quantità dei trasferimenti è diminuita a causa della gravissima crisi che vive il nostro Paese, ma in questo momento i Comuni hanno registrato difficoltà per ottenere dai governi regionale e nazionale ciò che gli spetta. Senza quelle somme non possono versare le rispettive quote alla Dedalo Ambiente e noi non abbiamo la possibilità di rispettare gli impegni".
Ed proposito di impegni lo Dedalo Ambiente, per l'ennesima volta, in questo momento non può rispettare quello coni propri dipendenti.
Non ha la liquidità necessaria per pagare lo stipendio di novembre, maturato ormai da dieci giorni."Anche in questo caso ribadisce Rosario Miceli vale il discorso fatto in precedenza. Non appena riceveremo le rimesse da parte dei soci provvederemo a pagare lo stipendio. 1 nostri dipendenti sanno che per noi la liquidazione delle spettanze al personale rappresenta la priorità. Abbiamo parlato coni sindaci dei Comuni i quali ci hanno detto che i problemi dovrebbero essere risolti nel giro di pochi giorni".
SOLE
Stretta sulle Province: addio a 3mila consiglieri
Eugenio Bruno
ROMA
Quando si dice il destino. La tradizionale assemblea annuale dell'Upi, che si è aperta ieri a Roma e si concluderà oggi, arriva in coincidenza con la stretta sulle Province contenuta nel decreto salva-Italia. E gli effetti si vedono tutti sui volti e nelle parole dei 600 amministratori arrivati da tutta Italia:arrabbiati, delusi, agguerriti per la trasformazione dei loro enti di appartenenza in organismi di secondo livello. Vale a dire non più scelti dai cittadini ma eletti dai Comuni del circondano. In attesa della soppressione che arriverà con la riforma costituzionale all'esame della Camera.
A meno che all'atto della Ormai il capo dello Stato non riveli qualche profilo di incostituzionalità, la stretta decisa dal governo Monti resta confermata. Anche le ultime versioni della bozza di contengono la riforma delle competenze delle Province che svolgeranno solo funzioni di «indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni». Ragion per cui scompariranno le giunte e i consigli saranno composti al massimo da io unità. Con un taglio di circa 600 assessori e quasi 3mila consiglieri.
La scure riguarderà anche gli amministratori in carica. Entro il 30 aprile2012 ogni Regione dovrà stabilire quali competenze, di quelle attualmente in mano agli enti di area vasta, assumere in prima persona e quali trasferire ai Comuni, e individuare anche il sistema elettorale con cui i municipi dovranno nominare i propri rappresentanti all'interno dei futuri consigli provinciali. Con annessa clausola di salvaguardia: se non lo faranno, ci penserà lo Stato. Statale o regionale che sia, da quando arriverò la nuova regolamentazione, decadranno tutti gli organi esistenti.
Una scelta che il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, ha aspramente criticato durante il suo intervento di ieri, definendo «grave il fatto che un'istituzione importante come le Province possa interrompere bruscamente il proprio mandato istituzionale, mettendo così in discussione il livello di democrazia nel nostro Paese». Dal palco,l'esponente del Pdl ha sottolineato come la sforbiciata sia in grado di «produrre solo 30 milioni di euro di risparmi». Evidenziando che «le Province non sono la casta», Castiglione ha ricordato poi i costi degli enti intermedi delle nostre istituzioni: «Circa 7 miliardi di euro, o anche i 2,5 miliardi dei loro Cda».
Tutti temi che, c'è da giurarci, saranno ribaditi oggi nella giornata conclusiva della kermesse romana. Sarà presentato uno studio della Bocconi secondo cui, ha spiegato Castiglione, spostando «le funzioni delle Province ai Comuni e alle Regione, l'efficienza dei servizi diminuirebbe e aumenterebbero i costi». Senza negare però che una razionalizzazione dei compiti e delle dimensioni minime delle Province sia comunque necessaria.
Agrigentoflash
Risorse ai consorzi universitari siciliani: 1,5 milioni ad Agrigento
Ammontano complessivamente a 4,5 milioni di euro le risorse destinate, per l'anno 2011-2012, ai consorzi universitari siciliani, previste dal piano di riparto realizzato dall'assessorato regionale per l'Istruzione e la Formazione professionale. Le somme sono state erogate a titolo di contributo per la gestione di corsi di laurea o sezioni staccate di corsi di laurea e corsi di studio universitari. La loro entita' non ha subito significativi tagli (-500mila ripartiti tra tutti i consorzi) rispetto allo scorso anno. Secondo l'assessore Mario Centorrino, "e'il risultato di un riconoscimento alla continuita' didattica e di supporto offerto dai consorzi alla rete universitaria siciliana. Per il futuro - ha aggiunto Centorrino - si rendera', pero', indispensabile, viste le minori risorse finanziarie disponibili, una razionalizzazione quantitativa dei consorzi stessi". Di seguito l'elenco dei consorzi interessati ai finanziamenti: Consorzio universitario della Provincia di Agrigento, 1,524 milioni; Consorzio per la istituzione e la gestione di corsi universitari di Caltanissetta, 359mila; Consorzio universitario della Provincia di Ragusa, 637mila; Consorzio universitario "Archimede" di Siracusa, 518mila; Consorzio universitario della Provincia di Trapani, 873mila; Consorzio universitario Megara Ibleo, 189mila; Consorzio universitario Mediterraneo Orientale, 347mila.
Rassegna teatrale a Ribera, contributo di 25 mila euro della Provincia
"Anche quest'anno verrà realizzata grazie all'importante sostegno della Provincia Regionale di Agrigento che, nello specifico, finanzierà la manifestazione con un contributo di 25 mila euro". Lo afferma il sindaco Carmelo Pace riferendosi alla XIX Rassegna Teatrale "Ribera Città delle Arance" che partirà il prossimo gennaio. "Ringraziamo anticipatamente il presidente D'Orsi e l'assessore Ragusa - aggiunge il primo cittadino - per l'impegno profuso al fine di realizzare una manifestazione di rilievo per il nostro territorio". L'Amministrazione Comunale è già al lavoro per l'organizzazione della nuova edizione della Rassegna Teatrale. Non c'è ancora nulla di certo e di definito, ma con molta probabilità la prima serata si svolgerà entro il mese di gennaio. "Siamo già al lavoro - conclude il Sindaco - per organizzare una bella Rassegna Teatrale, come lo scorso anno, ricca di talenti e che al contempo ci permetta di mantenere relativamente basso il costo dell'intera manifestazione. Fra qualche giorno saremo in condizione di dare ulteriori dettagliate notizie".
Agrigentonotizie
Finanziamenti per le università siciliane, un milione e mezzo ad Agrigento
Ammontano complessivamente a 4,5 milioni di euro le risorse destinate, per l'anno 2011-2012, ai consorzi universitari siciliani, previste dal piano di riparto realizzato dall'assessorato regionale per l'Istruzione e la Formazione professionale.
Le somme sono state erogate a titolo di contributo per la gestione di corsi di laurea o sezioni staccate di corsi di laurea e corsi di studio universitari. La loro entità non ha subito significativi tagli (- 500mila ripartiti tra tutti i consorzi) rispetto allo scorso anno.
Secondo l'assessore Mario Centorrino, "è il risultato di un riconoscimento alla continuità didattica e di supporto offerto dai consorzi alla rete universitaria siciliana. Per il futuro - ha aggiunto Centorrino - si renderà, però, indispensabile, viste le minori risorse finanziarie disponibili, una razionalizzazione quantitativa dei consorzi stessi".
Di seguito l'elenco dei consorzi interessati ai finanziamenti: Consorzio universitario della Provincia di Agrigento, 1,524 milioni; Consorzio per la istituzione e la gestione di corsi universitari di Caltanissetta, 359mila; Consorzio universitario della Provincia di Ragusa, 637mila; Consorzio universitario "Archimede" di Siracusa, 518mila; Consorzio universitario della Provincia di Trapani, 873mila; Consorzio universitario Megara Ibleo, 189mila; Consorzio universitario Mediterraneo Orientale, 347mila.
La Provincia finanzia la XIX Rassegna Teatrale "Ribera Città delle Arance"
"Anche quest'anno verrà realizzata grazie all'importante sostegno della Provincia Regionale di Agrigento che, nello specifico, finanzierà la manifestazione con un contributo di 25 mila euro". Lo afferma il sindaco Carmelo Pace riferendosi alla diciannovesima rassegna teatrale "Ribera Città delle Arance" che partirà il prossimo gennaio.
Ringraziamo anticipatamente il presidente D'Orsi e l'assessore Ragusa - aggiunge il primo cittadino - per l'impegno profuso al fine di realizzare una manifestazione di rilievo per il nostro territorio". L'Amministrazione Comunale è già al lavoro per l'organizzazione della nuova edizione della Rassegna Teatrale. Non c'è ancora nulla di certo e di definito, ma con molta probabilità la prima serata si svolgerà entro il mese di gennaio. "Siamo già al lavoro - conclude il sindaco - per organizzare una bella Rassegna Teatrale, come lo scorso anno, ricca di talenti e che al contempo ci permetta di mantenere relativamente basso il costo dell'intera manifestazione. Fra qualche giorno saremo in condizione di dare ulteriori dettagliate notizie".
Riqualificazione area ex Montedison, parla Ferrara
In merito alla ripresa dei lavori nell'ex area Montedison di Porto Empedocle, finalizzati alla realizzazione del nuovo Centro Polivalente, interviene il vicepresidente della Provincia Regionale di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, esprimendo soddisfazione per l'avvio dei lavori ed auspicando allo stesso tempo, maggiore condivisione e collaborazione tra gli Enti Locali per non disperdere importanti risorse finanziarie.
"Si tratta di un'opera importante, il cui progetto, occorre ricordarlo e sottolinearlo con forza, è stato finanziato con fondi del Cipe, per cinque milioni di Euro, grazie al tangibile interesse e impegno assunto dal deputato regionale e vice segretario nazionale di Grande Sud, Michele Cimino, da sempre attento alle problematiche, alla valorizzazione, allo sviluppo e alla crescita del territorio di Porto Empedocle e della nostra provincia. Allo stesso modo - sottolinea Ferrara - e con gli stessi tempi, sempre grazie all'impegno del deputato regionale Michele Cimino, è stato possibile sbloccare il finanziamento da sei milioni di euro per il raddoppio della via Empedocle, ad Agrigento. Risorse finanziarie, queste ultime, però, distratte forse, per altre finalità. Due importanti stanziamenti che hanno seguito strade diverse: si tratta forse di differenti visioni delle due amministrazioni, nonostante siano guidate da sindaci Udc o dipende forse dalla mancata collaborazione tra i due Comuni? E' noto come il sindaco di Porto Empedocle, preferisca estendere lo sguardo e gli interessi verso il Comune di Realmonte, stipulando con esso l'Unione dei Comuni di Vigata e Scala dei Turchi, mentre sarebbe opportuno dirigerlo in direzione della Città dei Templi. Da parte sua, il sindaco di Agrigento, sembra non aver colto un'opportunità di riqualificazione del proprio territorio. E pensare che, in passato - continua il vicepresidente della Provincia - un illustre politico, Giuseppe Sinesio, si batté per unire i due comuni perché avessero politiche di sviluppo comuni e condivise. Questioni che lo stesso Cimino ha sempre ripreso, sostenendo come, se si fosse realizzato ciò, ad Agrigento non ci sarebbero stati abusivismo edilizio né quartieri satellite. L'integrazione del Prg di Agrigento e di Porto Empedocle - conclude Ferrara - sarebbe stata un'occasione di sviluppo e di crescita dei due territori, anziché perdersi per motivazioni di non facile comprensione e, alquanto paradossali,tenuto conto della stessa appartenenza politica dei due sindaci. Da qui il mio accorato appello ad una necessaria azione sinergica tra le diverse Istituzioni per fare uscire dalla crisi la nostra provincia e rilanciare occupazione e sviluppo".
Agrigentoweb
POLITICA | Ex area Montedison, intervento dell'Assessore provinciale Ferrara
In merito alla ripresa dei lavori nell'ex area Montedison di Porto Empedocle, finalizzati alla realizzazione del nuovo Centro Polivalente, interviene il Vice Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, esprimendo soddisfazione per l'avvio dei lavori ed auspicando allo stesso tempo, maggiore condivisione e collaborazione tra gli Enti Locali per non disperdere importanti risorse finanziarie.
"Si tratta di un'opera importante, il cui progetto, occorre ricordarlo e sottolinearlo con forza, è stato finanziato con fondi del Cipe, per cinque milioni di Euro, grazie al tangibile interesse e impegno assunto dal deputato regionale e vice segretario nazionale di Grande Sud, On.le Michele Cimino, da sempre attento alle problematiche, alla valorizzazione, allo sviluppo e alla crescita del territorio di Porto Empedocle e della nostra provincia. Allo stesso modo e con gli stessi tempi, sempre grazie all'impegno dell'On.le Michele Cimino, è stato possibile sbloccare il finanziamento da sei milioni di euro per il raddoppio della via Empedocle, ad Agrigento. Risorse finanziarie, queste ultime, però, distratte forse, per altre finalità. Due importanti stanziamenti che hanno seguito strade diverse: si tratta forse di differenti visioni delle due amministrazioni, nonostante siano guidate da sindaci Udc o dipende forse dalla mancata collaborazione tra i due Comuni? E' noto come il Sindaco di Porto Empedocle, preferisca estendere lo sguardo e gli interessi verso il Comune di Realmonte, stipulando con esso l'Unione dei Comuni di Vigata e Scala dei Turchi, mentre sarebbe opportuno dirigerlo in direzione della Città dei Templi. Da parte sua, il Sindaco di Agrigento, sembra non aver colto un'opportunità di riqualificazione del proprio territorio. E pensare che, in passato, un illustre politico, Giuseppe Sinesio, si batté per unire i due comuni perché avessero politiche di sviluppo comuni e condivise. Questioni che lo stesso Cimino ha sempre ripreso, sostenendo come, se si fosse realizzato ciò, ad Agrigento non ci sarebbero stati abusivismo edilizio né quartieri satellite. L'integrazione del Prg di Agrigento e di Porto Empedocle sarebbe stata un'occasione di sviluppo e di crescita dei due territori, anziché perdersi per motivazioni di non facile comprensione e, alquanto paradossali,tenuto conto della stessa appartenenza politica dei due sindaci. Da qui il mio accorato appello ad una necessaria azione sinergica tra le diverse Istituzioni per fare uscire dalla crisi la nostra provincia e rilanciare occupazione e sviluppo".
Sicilia24h
Ferrara (Grande Sud): necessaria azione sinergica tra Agrigento e Porto Empedocle
In merito alla ripresa dei lavori nell'ex area Montedison di Porto Empedocle, finalizzati alla realizzazione del nuovo Centro Polivalente, interviene - in una nota - il Vice Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, esprimendo soddisfazione per l'avvio dei lavori ed auspicando allo stesso tempo, maggiore condivisione e collaborazione tra gli Enti Locali per non disperdere importanti risorse finanziarie.
"Si tratta - afferma Ferrara - di un'opera importante, il cui progetto, occorre ricordarlo e sottolinearlo con forza, è stato finanziato con fondi del Cipe, per cinque milioni di Euro, grazie al tangibile interesse e impegno assunto dal deputato regionale e vice segretario nazionale di Grande Sud, Michele Cimino, da sempre attento alle problematiche, alla valorizzazione, allo sviluppo e alla crescita del territorio di Porto Empedocle e della nostra provincia. Allo stesso modo e con gli stessi tempi, sempre grazie all'impegno di Michele Cimino, è stato possibile sbloccare il finanziamento da sei milioni di euro per il raddoppio della via Empedocle, ad Agrigento. Risorse finanziarie, queste ultime, però, distratte forse, per altre finalità. Due importanti stanziamenti che hanno seguito strade diverse: si tratta forse di differenti visioni delle due amministrazioni, nonostante siano guidate da sindaci Udc o dipende forse dalla mancata collaborazione tra i due Comuni? E' noto come il Sindaco di Porto Empedocle, preferisca estendere lo sguardo e gli interessi verso il Comune di Realmonte, stipulando con esso l'Unione dei Comuni di Vigata e Scala dei Turchi, mentre sarebbe opportuno dirigerlo in direzione della Città dei Templi. Da parte sua, il Sindaco di Agrigento, sembra non aver colto un'opportunità di riqualificazione del proprio territorio. E pensare che, in passato, un illustre politico, Giuseppe Sinesio, si batté per unire i due comuni perché avessero politiche di sviluppo comuni e condivise. Questioni che lo stesso Cimino ha sempre ripreso, sostenendo come, se si fosse realizzato ciò, ad Agrigento non ci sarebbero stati abusivismo edilizio né quartieri satellite. L'integrazione del Prg di Agrigento e di Porto Empedocle sarebbe stata un'occasione di sviluppo e di crescita dei due territori, anziché perdersi per motivazioni di non facile comprensione e, alquanto paradossali,tenuto conto della stessa appartenenza politica dei due sindaci. Da qui il mio accorato appello ad una necessaria azione sinergica tra le diverse Istituzioni per fare uscire dalla crisi la nostra provincia e rilanciare occupazione e sviluppo".