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Rassegna stampa del 6 e 7 gennaio 2015

GIORNALE DI SICILIA

BENI CULTURALI. In crescita anche Segesta. La Regione: siamo al lavoro per migliorare la comunicazione su internet in vista del prossimo appuntamento di febbraio

Per la Valle dei Templi una domenica da record
L'iniziativa che prevede l'ingresso gratuito consegna il primato di sito siciliano più visitato al parco archeologico di Agrigento
«Prima domenica dell'anno con i musei aperti gratuitamente anche in Sicilia e visitatori in crescita. L'iniziativa è stata varata dal ministero dei Beni culturali a luglio scorso, al Dipartimento dei Beni Culturali della Regione assicurano che rispetto ai mesi precedenti i numeri premiano il progetto. Non c'è stata la calca di altre regioni italiane (oltre 10 mila a Pompei ad esempio) ma certamente i visitatori preferiscono la prima domenica del mese, quando l'ingresso e gratuito, ad altre festività, quando invece si paga un regolare biglietto.
I dati non sono ancora definitivi, i report ieri stavano ancora affluendo negli uffici di via delle Croci. Ma le prime cifre sarebbero confortanti, in alcuni casi come ad esempio nella Valle dei Templi si parla di un vero e proprio boom.
In testa, in una domenica soleggiata e con le temperature in calo, c'è stati proprio il parco archeologico di Agrigento con 1.671 visitatori. Al Teatro Antico di Taormina sono stati registrati 1.251 ingressi. Alla Villa del Casale di Piazza Armerina si sono recate 851 persone, in 643 hanno scelto il museo archeologico «Paolo Orsi di Siracusa. Nel trapanese il parco archeologico dì Segesta ha registrato 490 visitatori, il parco archeologico di Selinunte 310. Al Museo Agostino Pepoli di Trapani sono stati 320. A Palermo il museo Salinas e Palazzo Riso si attestano sui 300 visitatori (qualcosa in più per il secondo che raggiunge quota 325). Numeri analoghi al museo delle ceramiche di Caltagirone, scelto da 323 turisti. Centosessanta «turisti per un giorno al museo regionale di Messina, in 187 al museo archeologico di Agrigento.
"Abbiamo verificato in questi mesi spiega il dirigente dei Beni Culturali, Salvatore Giglione - che, tempo permettendo, i visitatori prediligono la prima domenica del mese piuttosto che le successive, I dati continuano ad evidenziare una crescita dell'iniziativa per la quale il Ministero ha migliorato sensibilmente la Comunicazione".
i: alcuni paragoni mostrano un vero e proprio boom. Ad esempio alla Valle dei Templi (Sito fra i più visi- lati in Sicilia che lo scorso anno, nel primo semestre, aveva accolto oltre 270 mila persone) la prima domenica di dicembre i visitatori erano stati 1.082 contro gli oltre 1.601) di due giorni fa. Sempre a dicembre la seconda domenica erano stati registra ti 160 ingressi, la terza 118, la quarta (ossia quella a ridosso di Capodanno) 429.
In crescita anche a Segesta, che con 490 ingressi supera di poco il dato della prima domenica di dicembre. Resta comunque l'impennata rispetto alle altre domeniche del me se, in cui le visite si attestano intorno a un centinaio. Quasi raddoppiate le visite a Palazzo Mirto a Palermo, oltre 250 ingressi contro i 150 di dicembre. Palazzo Abatellis conferma il trend, con le prime domeniche del mese più «affollate» rispetto alle altre. Sempre a Palermo difficile fare un raffronto per il museo Salinas: il 7 dicembre i visitatori furono più di 500 ma l'apertura era stata prolunga la alle 20 e con il supporto delle visite guidate.
«L'iniziativa è andata bene — dice l'assessore ai Beni Culturali, Antonio Purpura -, non ho dati precisi ma gli uffici mi dicono che i numeri sono molto buoni. Certo si può migliorare, soprattutto sul fronte della comunicazione. Ci sono state delle criticità che possono avere impedito alcune visite, criticità aggravante peraltro da un disservizio del server della Regione. In ogni caso la comunicazione si può e si deve migliorare. Siamo già al lavoro per questo e ci sarà un'altra riunione giovedì 8 con i funzionari di Sicilia E- Servizi che gestiscono il sito. L'obiettivo è rendere facile l'accesso alle informazioni sui siti aperti e visitabili già il prossimo appuntamento la prima domenica di febbraio. «Chi vuole visitare i musei siciliani - aggiunge Purpura - deve accedere alle informazioni direttamente dal sito dei Ministero dei Beni Culturali, al massimo in due o tre passaggi". STEGI

SCIACCA VIABILITA'. I lavori sono stati avviati solo dopo il dissequestro della struttura da parte dei magistrati della procura della repubblica di Sciacca Carabollace, 5 settimane alla riapertura totale Protestano i vigili del fuoco del distaccamento saccense per l'ovvio rallentamento alla «macchina dei soccorsi»
Slitta il completamento dei lavori sul viadotto Carabollace. Le opere dimessa in sicurezza del viadotto, sulla statale 115, nel tratto compreso tra Sciacca e Ribera, avrebbero dovuto essere completate entro gennaio e invece andranno avanti fino al 15 febbraio. Qualche settimana in più per definire il tutto, ma adesso protestano i vigili del fuoco con Martino Noto, segretario provinciale della Uil Vigili del fuoco, che ha inviato una lettera al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, scrivendo che l'attuale situazione, con il senso unico alternato regolato da impianto semaforico, rallenta i soccorsi e sollecitando un celere completamento delle opere. "Questa situazione - scrive Noto - comporta una perdita di tempo che potrebbe essere fatale per la salvaguardia dell'incolumità pubblica. Qualche giorno fa, il 3gennaio, intervenuti nel Comune di Ribera per prestare soccorso a una persona, siamo rimasti bloccati con tre mezzi di soccorso: autoscala, autopompa serbatoio e campagnola. La Uil Vigili del fuoco già nei mesi scorsi aveva rilevato questi disagi. Gli interventi che vengono eseguiti riguardano la sostituzione delle barriere e il rifacimento dei cordoli e dei giunti di dilatazione. Per i lavori di riqualificazione del viadotto è stato disposto un investimento di quasi un milione e 300 mila euro, nell'ambito degli interventi urgenti previsti dal "Decreto del Fare" per il rilanciò dell'economia e dal piano di manutenzione straordinaria definito nella convenzione stipulata con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le opere sono state appaltate dall'Anas e vengono eseguite dalla società casertana Infrastrutture e Consolidamenti per un importo di poco inferiore al 900 mila euro. Ormai da oltre un anno sul Carabollace si transita a senso unico alternato, regolato da un impianto semaforico. E' così dal 16 luglio del 2014 da quando l'Anas ha ultimato i lavori per la realizzazione di un'unica corsia centrale, larga tre metri e delimitata da una rete di recinzione alta due metri e posta su entrambi i lati. 1121 giugno del 2014 era scattato il sequestro del viadotto nell' ambito delle indagini sull'incidente in cui ha perso la vita un giovane di Burgio, Alessio Spitaleri, di 30 anni, precipitato con la propria auto dal Carabollace. Dallo stesso viadotto era precipitata Maria Presti, insegnante riberese di 47 anni, che ha perso la vita 1127 aprile del 2011 mentre era al volante di un'Opel Astra. E in precedenza era toccato a una giovane macedone rimasta miracolosamente in vita. Il senso unico alternato ha determinato disagi lungo la statale soprattutto perché ha aumentato i tempi per percorrere quel tratto di strada. Fino al 15 febbraio sul Carabollace rimarrà in vigore il senso unico alternato della circolazione con limite di velocità di 30 chilometri orari e il divieto di sorpasso. (AAU-TC-GP)

LE DUE FRANE NELL'AGRIGENTINO. Sul Verdura il collegamento è stato ripristinato, ma si punta adesso a costruire un'altra opera. Da mettere in sicurezza il Carabollace A Ribera arriverà un nuovo ponte, a Licata sarà rifatto il vecchio LICATA
Dueponti che servono la provincia agrigentina sono venuti giù di recente. Al Centro dell'attenzione ci sono tuttora il ponte Verdura, in territorio di libera, ed il Petrulla di Licata. Il crollo di quest'ultimo ponte ha paralizzato i collegamenti tra l'entroterra agrigentino e la costa. A Ribera invece c'è grande attesa per l'affidamento dei lavori perla realizzazione del nuovo ponte sul fiume Verdura lungo la strada statale 115 e che prenderà il posto dello «storico» ponte Verdura, che il 2 febbraio del 2013 è in parte crollato mettendo in ginocchio la viabilità.
Il vecchio ponte, investito nel tempo dalle acque piovane che si riversano nel fiume nei periodi invernali, non ha resistito in quell'occasione alla forza d'urto impressa dalle piogge torrenziali ed uno dei piloni, miracolosamente senza provocare danni a persone e cose, è venuto giù. L'Anas dopo circa cinque mesi è riuscita a ripristinare la viabilità con la posa di alcuni tubi metallici del tipo Damco sormontati da terriccio e asfalto e così è stato possibile ripristinare il transito degli autoveicoli. Nel frattempo l'Anas si è mossa per dai vita ad un nuovo ponte, che è previsto ad un centinaio di metti da quello attuale, lato Sciacca. Prima che si completasse l'anno 2014, dopo un lungo iter burocratico, legato all'acquisizione di diversi pareri, finalmente l'Anas ha dato l'annuncio della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bando per l'aggiudicazione dei lavori, che si spera di realizzare entro il 2015.
Il ponte Petrulla, in territorio di Licata, è crollato il 7 luglio dello scorso anno. La tragedia fu evitata per un soffio, ma sei automobilisti rimasero comunque feriti. A provocare il crollo, secondo i primi rilievi, fu il cedimento di uno dei pilastri e la magistratura ha avviato un'inchiesta per accertare le responsabilità.
Eseguendo dei controlli, l'Anas ha scoperto che anche un altro viadotto della zona, il Salso, rischia il crollo e di recente, sulla Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il bando di gara per appaltare i lavori proprio di quest'ultimo ponte. L'Anas ha inoltre annunciato che a breve andrà in gaia anche il rifacimento del Petrulla. Bisognerà attendere fino al 15 febbraio, invece, per il completamento dei lavori di messa in sicurezza del viadotto Carabollace, sulla statale 115, nel tratto compreso tra Sciacca e libera. Rimarrà in vigore il senso unico alternato con limite di velocità di 30 chilometri orari e il divieto di sorpasso. Il completamento dei lavori era previsto nel mese di gennaio.
Protesta la Uil Vigili del fuoco che, in una lettera al presidente della Regione e al ministro per le Infrastrutture, scrive che l'attuale situazione rallenta le operazioni di soccorso nel versante riberese. Dall'Anas assicurano che i disagi dureranno ancora per poco.
(AAU-TC-GP)

LA LEGGE MADIA. Da giovedì il testo torna in commissione al Senato, con probabili modifiche. Ci sarebbe già un emendamento per assegnare le visite fiscali all'Inps E ora si accelera sulla riforma del pubblico impiego ROMA Riprendono i lavori sul ddl Madia, la riforma della Pubblica aniministrazione giovedì torna all esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Entra così nel vivo una delega più volte chiamata in causa dopo le novità arrivate con il Jobs act e lo scandalo suscitato dalle assenze di massa dei vigili romani. E non si comincia da zero ma dai circa mille emendamenti già presentati dai diversi gruppi parlamentari. Anche se l'attesa vera è per le modifiche firmate da relatore e Governo, proposte che toccheranno i fronti caldi del pubblico impiego e non solo.
Nel provvedimento c'è un capitolo riservato alle partecipate, e interi articoli dedicati al rafforzamento dei poteri del premier piuttosto che alla riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio, con conseguente taglio delle prefetture.
Non tutto, naturalmente, succederà subito, anche perchè si tratta del primo passaggio parlamentare, ma il Governo sembra pronto all'accelerazione, visto che il ministro della Pa, Marianna Madia, nell'intervista rilasciata domenica scorsa a Repubblica ha parlato di un emendamento già pronto sui controlli perle assenze degli statali, con il trasferimento delle competenze dalle Asl all'Inps. Addirittura il ministro ha spiegato come sia già iniziato il lavoro sui decreti attuativi della riforma. Tutto per poter chiudere l'iter del provvedimento in primavera.
Quindi anche se in commissione l'esame del ddl si era fermato per cedere il passo all'Italicum, la delega non è mai scomparsa dai radar. In tutto la legge elettorale ha ritardato il provvedimento di un mese, dicembre, ma ora si può ripartire con la «spunta» degli emendamenti siglati dai partiti (per loro il termine di presentazione è scaduto a fine ottobre).
Non ci sono invece limiti di tempo per governo e relatore. E in questo caso il relatore è Giorgio Pagliari, senatore del Pd, che assicura: «Ci saranno molti emendamenti e riformulazioni su tutti i tempi più importanti, quindi anche pubblico impiego e partecipate». Due filoni che da soli basterebbero a far parlare di riforma.
Quanto alla licenziabilità dei dipendenti pubblici, Pagliari taglia corto: «Nessun timore nel colpire i lavativi». Si mirerebbe a un sistema di regole semplici, chiare e soprattutto applicabili con sanzioni certe. Sulle Società partecipate invéce l'esecutivo è già intervenuto con la legge di stabilità, ma si attende ancora il riordino vero e proprio, con l'obiettivo di ridurle a mille unità. Mercoledì probabilmente relatore e governo si scambieranno idee sui rispettivi pacchetti di emendamenti per arrivare pronti giovedì in commissione, dove comunque si dovrebbe partire dai primi articoli del ddl, tra cui la cittadinanza digitale e il silenzio-assenso tra le amministrazioni.

LA SICILIA

Carabollace ritarda i soccorsi
SCIACCA La parziale chiusura del viadotto ha messo a rischio la vita di un riberese
SCIACCA. Il ritardato intervento dei Vigili del fuoco in un soccorso a persone, accende le polemiche sui tempi di esecuzione dei lavori di ristrutturazione del viadotto Carabollace, sulla strada statale 115, tra Sciacca e Ribera. E' stato attraverso allarme della Uil-Vigili del fuoco di Sciacca che si è appreso di un ritardato intervento a Ribera e di tre mezzi dei pompieri (lei distaccamento di Sciacca rimasti incolonnati per diversi minuti, Il segretario provinciale della Uil Vigili del fuoco, Martino Noto, sottolinea la gravità dei disagi a cui sono costretti i Vigili di Sciacca in occasione di interventi presso la zona del riberese, quando sono costretti a ritardare i loro interventi di soccorso.
«E' una situazione che potrebbe risultare fatale all'incolumità pubblica — dice Noto — non è possibile che la strada sia chiusa da 16 mesi, gli ultimi dei quali con la creazione di una carreggiata a senso unico ristretta che ci costringe a stare in colonna con i lampeggianti accesi. Una situazione intollerabile - aggiunge il sindacalista - la fine dei lavori ritarda e stando a quello che vediamo ci attendono ulteriori mesi di disagi».
Noto ha inviato una lettera ai vertici dell'Anas, ma anche ai sindaci della zona e al prefetto, oltre clic agli organi ministeriali. I lavori, necessari dopo un provvedimento della magistratura relativo alle indagini per la morte di due persone che erano a bordo di auto precipitate dal viadotto, iniziarono nell'aprile del 2014. L'Anas annunciava che entro 240 giorni il viadotto, opportunamente ristrutturato nei guardrail, sarebbe stato consegnato. Oggi, invece, dopo la fine dei lavori in uno dei due lati, ci si accorge clic il cantiere è fermo da circa due mesi. Pochi giorni fa i'Anas rendeva noto clic le limitazioni al traffico erano state prorogate fino al 15 febbraio.
L'intera opera ha un costo di un milione e trecentomila euro e non sta rispettando i tempi previsti. L'unica modifica riguarda il senso di marcia, che viene spostato nel lato di guardrail dove sono state effettuate le opere previste. Intanto, anche la magistratura fa il suo corso. Gli incidenti mortali avvenuti sul Carabollace hanno dato vita a due inchieste, entrambe nella fase del rinvio a giudizio, disposto dall'autorità giudiziaria locale. nei confronti di dirigenti e tecnici dell'Anas a seguito degli incidenti stradali clic nel 2012 e nei 2013 provocarono la morte di Maria Presti, di 42 anni di Sciacca, e Alessio Spitaleri, 30 anni, di Burgio.
GIUSEPPE RECCA

SEI CHILOMETRI COSTATI 40 MILIONI CHIUSI APPENA SEI MESI DOPO
ACQUAVIVA PLATANI. A seguito del cedimento del viadotto nei pressi di Mezzojuso, viadotto costato svariati milioni di euro e aperto da pochi giorni, il premier Matteo Renzi ha tuonato che è finito il tempo degli errori che non hanno mai un padre. Chissà cosa ne penserebbe il giovane premier fiorentino se sapesse della strada provinciale Mussomeli-San Giovanni Gemini, già chiusa, dove a novembre scorso si è addirittura registrato un mortale incidente autonomo, strada lunga appena 61 cm e costata 40 milioni ed oltre vent'anni di lavori.
Ebbene quella strada, aperta soltanto ad agosto del 2012, all'inverno successivo e quindi non più di sei mesi dopo, presentava già inquietanti e larghe fenditure, il primo a lanciare l'allarme era stato il geologo Dario Costanzo. In un tratto di circa cento metri di strada, in due diversi punti, erano presenti autentici squarci nel manto stradale che mostravano in profondità la terra viva, ma anche avvallamenti e dossi. Alle prime piogge invernali insomma, la strada Mussomeli-San Giovanni Gemini denotò non poche carenze strutturali,
Il tracciato di poco più di sei Km si snoda in pendenza su giganteschi piloni. Il progetto a firma dell'ingegnere Vincenzo Rizzo, era stato approvato il 21 marzo 1990. Dopo le frane che l'avevano interessata e l'estremo pericolo dovuto ai perni che fuoriescono dai giunti di dilatazione che mettevano a rischio l'incolumità dei viaggiatori, la Provincia regionale di Agrigento che in qualche modo era intervenuta sul corpo di frana trasportandovi camion di materiale inerte, lo scorso maggio la chiuse completamente al transito. il direttore dell'ufficio tecnico, ingegnere Pietro Hamel, infatti, con propria ordinanza n. 15 del 27 maggio ne dispose infatti la chiusura mettendo nero su bianco, «Visto la nota del 27 maggio con la quale l'ingegnere Michelangelo Di Carlo, propone la chiusura al transito veicolare della strada di collegamento tra le aree interne di Mussomeli-San Giovanni Gemini e lo scorrimento veloce Palermo- Agrigento in quanto ritenuta pericolosa per l'incolumità pubblica, sia per le frane che la interessano che, soprattutto per lo sfilamento di tantissimi perni dei giunti di dilatazione dei viadotti presenti in detta strada, ritenuto condivisibile quanto espresso dall'ingegnere Di Carlo, ordina a far data dal 28 maggio 2014 la chiusura a transito di detta strada».
Vennero quindi posizionati dei mew jersey ovvero pesanti blocchi in calcestruzzo ad impedire a chiunque l'accesso. Qualcuno però li aveva spostati per transitarvi (le indagini della Procura in tal senso sono in corso e contro uno di essi a fine novembre si schiantò un pensionato di Aquaviva Palatani che tornava da un oleificio. La strada in questione in precedenza, nonostante fosse stata interessata da una serie di frane, era stata mantenuta aperta con interventi tampone ma si registrò l'altro grave pericolo dovuto ai perni che fuoriescono dai giunti di dilatazione. La Provincia di Agrigento quindi contestò la messa in opera che aveva determinato lo sfilamento di tali perni alla ditta che aveva eseguito i lavori. In definitiva questa parte di provincia nissena ed agrigentina, ha aspettato vent'anni per avere una strada che costituiva accesso privilegiato e rapido alla SS 189 Pa-Ag ma si ritrova dopo milioni di euro spesi, con una strada chiusa e, quel che è peggio, senza alcuna certezza sulla data di prossima apertura
Cosa ne penserà Renzi se qualche solerte parlamentare agrigentino o nisseno lo informerà?"

Sicilia24h

Salvo il Polo Universitario di Agrigento. Decisivi gli interventi di Crocetta e Lo Bello
E sono due. La prima bella notizia è stata quella di ieri quando gli agrigentini hanno appreso che nella città dei Templi il Pastore principale è un mezzo Pontefice attraverso la nomina a Cardinale dell'ormai ex arcivescovo Don Franco Montenegro.
La seconda notizia, non meno importante e che proietta Agrigento verso lidi sostanzialmente più dignitosi è che il Consorzio Universitario di Agrigento non chiude i battenti.
Torna di prepotenza il diritto allo studio, quindi, per migliaia di giovani studenti della provincia agrigentina, grazie anche al forte impegno profuso dal vice presidente della Regione Mariella Lo Bello che subito dopo avere appreso le notizie sconfortanti della settimana scorsa, ha deciso di scendere in campo con tutta la sua forza.
E lo ha fatto convocando per oggi una riunione operativa a Palermo dove erano presenti, tra gli altri, il commissario della Provincia di Agrigento Di Liberto, il Magnifico Rettore dell'università di Palermo Roberto La Galla, la presidente del Cupa Maria Immordino e il direttore generale del Cefpas Angelo Lo Maglio.
La volontà di Crocetta è ferma e decisa: "I tre Consorzi universitari siciliani non chiuderanno. Ci attiveremo prestissimo per trovare le soluzioni più adeguate per risolvere la questione".
A rincarare la dose anche l'assessore regionale alla Formazione Mariella Lo Bello la quale, nel corso della riunione ha ribadito l'importanza "territoriale" dei Consorzi universitari e sottolineando la volontà di Crocetta di non chiudere le importanti strutture.
Ma non si parla solo di mantenimento; addirittura si parla anche di potenziamento dei tre centri siciliani i quali, più che eccellenti dovrebbero avere la figura di centri di specializzazione che molto attraggono gli studenti che vogliono intraprendere corsi di laurea ben definiti.
E cosi Agrigento diventerebbe il perno principale di corsi di specializzazione quali l'Archeologia ed il Restauro, quindi con indirizzo specifico, mentre Trapani e Caltanissetta conserverebbero le specializzazioni rispettivamente di Ingegneria Marina e Medica.
La Galla si è soffermato sulla importanza dei Consorzi Universitari considerati un valore aggiunto alle due filosofie di pensiero che sono gli Atenei di Palermo e Catania ed è per questo che i Consorzi devono essere necessariamente potenziati nel loro indirizzo specifico.
Si sta cercando anche di superare l'ostacolo rappresentato dal debito delle somme spettanti alla sede centrale palermitana attraverso un piano di rientro economico spalmato nel tempo.
Dunque, un serio e gravissimo pericolo che è stato scongiurato grazie ad un deciso intervento del presidente Crocetta che ha detto no alla chiusura del Consorzio.
Certamente un ruolo decisivo lo ha avuto anche l'agrigentina vice presidente Mariella Lo Bello la quale, è giusto sottolinearlo, si è subito fatta carico di un problema che avrebbe certamente negato il diritto allo studio di migliaia e migliaia di giovani della provincia agrigentina. Tra l'altro il Consorzio di Agrigento è quello che presenta maggiori problemi di natura economica rispetto ai Consorzi di Trapani e Caltanissetta.

La valle dei Templi

Polo Universitario di Agrigento a rischio chiusura, gli studenti: "Così ci togliete il futuro"
La Provincia di Agrigento vuole uscire dal Consorzio Universitario. Questa l'intenzione assunta dal commissario straordinario del Libero Consorzio comunale, Alessandra Di Liberto, che rischia con un colpo di spugna, di cancellare le speranze ed i sogni di migliaia di studenti.
Sarebbero circa 3000 gli studenti del "piccolo" Polo Universitario agrigentino, 3000 giovani che rischiano, per l'ennesima volta, di vedersi negato quel diritto sancito non solo dal buon senso, non solo nell'articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma soprattutto dalla nostra Costituzione che al 3° e 4° comma dell'articolo 34 afferma il diritto "dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi nonché il dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto".
Oggi ci scrive uno studente che ad Agrigento studia giurisprudenza, con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Siciliana.
"Molti studenti, - si legge nella lettera - che non hanno le risorse per studiare altrove o che sono affette da disabilità, rischiano di perdere per sempre un diritto sacrosanto, caposaldo di una società evoluta e progressista".
"Non si può dire che i giovani sono il futuro e poi impedir loro di crearselo, non si può parlare di stato sociale e poi non garantire un servizio di primaria importanza per il cittadino, perché tutto può essere tagliato meno che l'istruzione".
Una lettera accorata che, leggendola interamente, facilmente fa trasparire le paure di un giovane che vede minacciato un futuro che con molti sacrifici sia personali che della propria famiglia, sta portando dignitosamente avanti.
E, a questo punto, da cronisti sembra inevitabile chiedersi se sia questa una situazione accettabile o meno. E' forse giusto che un giovane studente di giurisprudenza - ovviamente senza nulla togliere agli altri titoli accademici -, ovvero uno giovane che studia come lo Stato funziona, o meglio, dovrebbe funzionare, si debba abbassare a chiedere quasi come fosse una cortesia, che il suo diritto allo studio venga rispettato?
Per quelli di noi non ancora completamente disillusi, risuonano probabilmente oggi forti nella mente, le parole di Giorgio Gaber e la sua definizione di democrazia "un'illusione sporca e malata", così come la politica "talmente schifosa da far male alla pelle".
Ma al di là di qualsiasi giudizio di merito, una democrazia un po' malconcia, è sempre migliore di nessuna democrazia, ma è questa democrazia? Chiudere il Polo Universitario in una delle provincie più povere d'Italia, non equivale forse a dire a tanti studenti meno abbienti che il loro sogno finisce qui? Ma in questo caso non si tratterebbe più di una democrazia, ma di una plutocrazia nella quale non emerge il merito ma chi ha la possibilità economia di raggiungere i propri obbiettivi.
Ecco perché non si può permettere che solo chi ha la possibilità economiche vada ad ingrossare le file già sature dell'Università di Palermo o di altre università italiane: "Se vogliamo che la Sicilia diventi terra di speranza e di futuro e non di sogni infranti, - dicono gli studenti - dobbiamo partire proprio da quelle che hanno da sempre costituito il perno delle società moderne e all'avanguardia, ossia le università".
Gli studenti promettono battaglia e dicono che si opporranno con ogni modo lecito, alla chiusura del polo; ed il nostro augurio è sicuramente con loro.
Sean Gulino

Agrigentoweb

Consorzi universitari non chiuderanno, anzi diventeranno poli di "Alta Specializzazione"
I consorzi universitari di Agrigento, Caltanissetta e Trapani non chiuderanno, anzi verranno potenziati e diventeranno poli di "Alta specializzazione" dei corsi di laurea che ospitano.
E' il risultato del vertice svoltosi ieri presso la Presidenza della Regione , convocato da Mariella Lo Bello, Assessore Regionale all'Istruzione e la Formazione, e Vice Presidente della Regione .
Alla riunione hanno preso parte, il Rettore dell'Università di Palermo Lagalla, il Commissario della ex Provincia Regionale di Agrigento Di Liberto, il Presidente del Cupa di Caltanissetta Giammusso, quello di Trapani Serio, il direttore del Cefpas Lo Maglio, e il Presidente del "Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità" di Caltanissetta Pasqualetto.
" Siamo tutti concordi, ha detto Mariella Lo Bello sulla assoluta necessità di non privare i territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente Crocetta, ha sottolineato Mariella Lo Bello che sull'Archeologia e il restauro, proprio per le specificità culturali e storiche di Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in materia. Trapani continuerà ad essere un punto di riferimento per la specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella medica.".
" Stiamo già approntando un piano di rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ha concluso Mariella Lo Bello, ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita economica e sociale delle province su cui insistono".


Canicattìweb

Ravanusa, Precari: contratto prorogato fino a tutto il 2016
Il 2015 si apre positivamente per gli oltre 85 precari del comune che si sono visti prorogare all'amministrazione D'Angelo i contratti sino al 31 dicembre 2016. Un atto comunque deciso anche da altre amministrazioni comunali della provincia di Agrigento.
L'amministrazione comunale ravanusana infatti ha approvato il 31 dicembre scorso il fabbisogno del personale per il triennio 2014/2016, dopo aver convocato sia la delegazione trattante che i sindacati. Con questo primo atto le speranze del 2014 si sono trasformate in certezze almeno per altri due anni.
Il sindaco Carmelo D'Angelo ha avviato infatti il processo di stabilizzazione di questi precari che da oltre vent'anni lavorano presso l'ente.
«Abbiamo lavorato giorno dopo giorno - afferma il sindaco Carmelo D'Angelo - per i precari appartenenti al bacino Asu e Lsu, per prorogare i loro contratti sino al 31 Dicembre 2016 e procedere così alla loro stabilizzazione, visto che al di là dei vari emendamenti il Comune di Ravanusa rientra nei parametri di spesa richiesti.
Mi auguro che in questo nuovo anno - ha concluso D'Angelo - sia per il nostro ente un anno positivo, al fine di poter dare quotidianamente risposte ai nostri cittadini. Per adesso i nostri precari sono salvi e continueranno a lavorare, avendo così maggiore serenità e stabilità. Il comune di Ravanusa infatti non può fare a meno di loro e del loro supporto.
I nostri precari sono divenuti precari storici e pertanto dobbiamo tutelarsi.
L'idea resta quella di completare un percorso avviato già da tempo, che per i lavoratori si era inspiegabilmente interrotto a causa delle singolari interpretazioni delle norma tali da non procedere ad oggi a garantire una stabilizzazione definitiva che li accompagni alla pensione».
Carmelo Sciangula


7 gennaio 2015

GIORNALE DI SICILIA

ISTRUZIONE. L'annuncio è stato dato dal vicepresidente della Regione Lo Bello al termine del vertice a Palermo
Cupa, il Consorzio universitario sarà Polo di alta specializzazione
«Il consorzio universitario di Agrigento non solo non chiuderà ma verrà potenziato diventando polo alta specializzazione dei corsi di laurea che ospita con in testa archeologia e restauro». L'annuncio è stato dato dal vice presidente della regione nonchè assessore all'istruzione Mariella Lo Bello nel corso della riunione svoltasi a Palazzo d'Orleans alla presenza, fra gli altri, del rettore dell'Università di Palermo Lagalla e del commissario del Libero Consorzio di Agrigento Di Liberto. L'incontro con la Lo Bello, si era reso necessario dopo che i presidenti dei consorzi di Agrigento, Trapani e Caltanissetta avevano scritto una lettera ai deputati regionali delle rispettive province, proprio per chiedere un intervento che scongiurasse la possibilità di chiusura dei Consorzi. «I primi a pagare le conseguenze sociali di tale scelta - è stato ribadito nel corso dell'incontro a Palermo - sarebbero gli studenti e le loro famiglie, ma verrebbe messo in discussione anche il progetto strategico di università a rete messo a punto dall'Università di Palermo».
Le rassicurazioni fornite dalla Lo Bello sono adesso l'unica ancora di salvezza per il Cupa anche se ci sarà di capire cosa ambierà alla luce dei tagli.
«Siamo tutti concordi - ha spiegato l'assessore regionale - sulla assoluta necessità di non privare i territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente Crocetta, che sull'Archeologia e il restauro, proprio per le specificità culturali e storiche di Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in materia. Trapani continuerà ad essere un punto di riferimento per la specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella medica».
Il vice presidente è intervenuta anche sull'aspetto meramente economico della vicenda.
<>Stiamo già approntando - ha aggiunto - un piano di rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita economica e sociale delle province su cui insistono. Ritengo fondamentale il molo dei poli universitari decentrati per un complesso di importanti motivazioni. Permettono infatti
—continua la Lo Bello - l'utilizzo e la redistribuzione di risorse che arricchiscono il territorio sul quale insistono e che, diversamente andrebbero destinate ad altre province». (AMM)

CONSERVATORIO. La manifestazione si farà venerdì
Musica senza frontiere all'istituto «Toscanini»
Venerdì prossimo 9gennaio presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali Arturo Toscanini con sede a Ribera, Conservatorio di Musica del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ex Provincia, inizierà, alle ore 15, un progetto internazionale di apprendimento pratico della musica attraverso attività corale e di educazione all'ascolto dedicato agli alunni delle Scuole primarie riberesi, che durerà tre mesi con periodici incontri didattici. Il progetto è denominato "Movimento Ars Musicalis". Le attività formative, a cui parteciperanno anche gli studenti universitari del Toscanini quali tirocinanti, saranno diretti dal Maestro argentina Josè Maria Sciutto da Buenos Aires, attualmente impegnato presso il Teatro dell'Opera di Roma. Il progetto verrà realizzato grazie al patrocinio oneroso dell'Associazione Culturale "Giovanni ed Emanuela Ragusa" di Ribera in
collaborazione con l'Associazione 'Musica per la pace" de L'Aquila. Il maestro Sciutto insegnerà a dirigere cori di voci bianche in un Corso che durerà fino a marzo prossimo con un Campus finale e saranno rilasciate ai tirocinanti relative certificazioni di competenze acquisite. L'importante opportunità formativa internazionale (il metodo nasce in argentina sulla scia di quello venezuelano 'Ei Sistema' di José Antonio Abreu) consiste in un percorso di educazione musicale pubblica con accesso gratto e libero per bambini di tutti i ceti sociali in particolare quelli senza possibilità economiche. Madrina dell'iniziativa sarà l'attrice e regista Simona Marchini componente del Cda del Teatro dell'Opera di Roma. Per informazioni contattare il Presidente dell'Associazione dott.ssa Carmela Vetrano tel. 3207609385. (VA)

DISCARICA. Per evitare di bloccare il conferimento nella discarica dove scaricano Sciacca e altri 16 Comuni
Rifiuti, corsa contro il tempo per «Salinella»
E' una corsa contro il tempo per evitare di dover bloccare il conferimento dei rifiuti nella discarica di contrada Salinella Saraceno dove, oltre a Sciacca, scaricano gli altri 16 Comuni dell'Mo. E' stata data un'accelerazione, grazie alle ultime conferenze di servizi, al dipartimento Energia e rifiuti, a Palermo, ma si è ancora in attesa del via libera definitivo ai lavori. "Sono fiducioso - dice il sindaco, Fabrizio bi Paola - che tutto possa essere completato in tempi brevi e comunque non ritengo che possano sorgere intoppi per l'ampliamento della vasca V3". Si tratta dell'intervento, finanziato dalla Sogeir, per un costo di circa 400 mila euro, che scongiura, dal prossimo mese di gennaio, lo stop al conferimento dei rifiuti. "I lavori di ampliamento di questa vasca V3 - ha fatto sapere il commissario liquidatore della Sogeir, Vincenzo Marinello, dopo l'ultima conferenza di servizi - dureranno circa un mese. Ad oggi - ha aggiunto Marinello - io non mi sento di dichiarare che tutti i rischi siano scongiurati. Tutti i pareri all'ampliamento, però, sono favorevoli e adesso noi effettueremo un'integrazione e poi la conferenza di servizi potrà esprimere il parere. Noi fino a fine gennaio possiamo garantire la capienza. I lavori del primo lotto di ampliamento avranno una durata di 45 giorni". Per la vasca V5, invece, bisognerà attendere il finanziamento regionale. Il costo previsto per questi lavori, da computo metrico, è di 20 milioni di euro. Per il Comune di Sciacca è prevista una royalty che varierà a seconda del quantitativo di rifiuti che arriveranno nella discarica. Secondo i quantitativi attuali con 5 euro a tonnellata al Comune di Sciacca arriverebbero circa 250 mila euro all'anno, Se dovessero aumentare i quantitativi di rifiuti lieviterebbe anche la royalty. LaV5 riguarda la seconda fase, mentre adesso tutta l'attenzione è incentrata sulla V3. Nella discarica di Sciacca conferiscono i rifiuti, da alcune settimane, anche altri comuni agrigentini e questo induce ad accelerare i tempi per l'ampliamento della vasca. (GP)

LA SICILIA

Aumentano le spese e calano i contributi
L'unica strada che resta è la spending review
Come vengono spesi i soldi del Consorzio? Unica "mappa" ad oggi disponibile, almeno nella pagina dedicata alla trasparenza del sito on line dell'Ente è il bilancio consuntivo 2013, In particolare utile è il trend dell'ultimo quinquennio soprattutto rispetto ad una delle spese più significative, ovvero quella per il personale. Nel 2009, ad esempio, ammontava a 431.166 euro, ma la cifra ha subito progressive crescite (538.065 euro nel 2010,615.054,02 euro nel 2011, 634.663,18 nel 2012) fino a giungere alle 639.280 euro del 2013. Cifra, va precisato, destinata a calare nel 2014 dopo l'eliminazione del personale distaccato dalla Provincia e dal Comune di Licata, che da solo costava oltre 22Omila euro l'anno, ma che subì un'impennata negli anni anche perché si decise ad un certo punto di applicare contratti della pubblica amministrazione, che sono più onerosi, Tutto questo in un quadro assolutamente non roseo, dato che, come evidenziato dagli organi contabili dell'ente, il Cupa non ha rispettato il patto di stabilità per gli anni 2011, 2012, 2013 (e la spesa del personale ha inciso in modo importante). Ma come sono entrati in servizio? Rispetto ai 15 soggetti attualmente in pianta organica gran parte sono lavoratori a tempo determinato (alcuni dei quali inseriti alla nascita del Cupa, altri provenienti da cosiddetti contratti di "somministrazione" ma poi stabilizzati attraverso ricorso alle vie legali). A questi si aggiungono 7 precari, 4 dei quali Lsu, entrati in servizio al Consorzio tra il 2012 e il 2014 perché distaccati da altri enti locali. A 'pesare", e molto, è comunque il costo del segretario generale, Giuseppe Vella, che da solo dovrebbe costare non meno di 50mila euro l'anno (anche in questo caso i dati non sono chiari).
In questi anni, come dicevamo, è comunque calata però la spesa per beni e servizi (487.242 euro nel 2009), così come si sono ridotti i trasferimenti all'Università (da 1.576.827 euro a 1,352-915 euro) e il costo dei docenti incardinati, passato dalle 880mila euro del 2009 alle O euro del 2013. Di contro il Cupa ha visto ridurre in modo significativo le entrate: i fondi corrisposti dai soci sono calati dal 2009 al 2013 di quasi 400mila euro, così come è crollato di circa 300mila euro il contributo ordinario, mentre si è azzerato il contributo straordinario della Provincia. Non inseriti in questo conto sono le migliaia di euro che venivano spese per Presidenza e il Cda e incarichi di consulenza (per il 2013 oltre l73mila euro).
G.SCH

Lo Bello: «Il Cupa non morirà
L'assessore regionale rassicura, ma si cercano i soldi necessari a evitare la chiusura dei corsi
Consorzio universitario di Agrigento, la Regione Sicilia punta sull'offerta formativa e sulla creazione di poli di alta specializzazione, ma la "caccia" alle risorse economiche non è ancora finita. E non è un particolare di poco conto.
Nella giornata di lunedì, infatti, l'assessore regionale alla Formazione Mariella Lo Bello insieme al presidente Crocetta hanno incontrato i commissari delle province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta e il rettore Roberto Lagalla per discutere del futuro dei poli decentrati, con il solo Cupa ad essere stato letteralmente "abbandonato" dal proprio Libero consorzio di riferimento, Per chi non lo sapesse, l'ex Provincia Regionale.
Un atto, quello firmato da Alessandra Diliberto che era stato chiesto con forza dal settore economico dell'Ente, ma che è apparso "fuori posto" rispetto alla linea seguita dagli altri commissari regionali.
Ciò che è Stato chiarito, tuttavia, è che la determina di recesso dal Consorzio non potrà essere ritirata a "freddo" e che, comunque, a farsi carico del futuro del Cupa dovrà essere, per quanto di propria competenza, sempre e comunque la ex Provincia. Da quanto trapelato, quindi, il commissario sarebbe stato "invitato" ad
effettuare le dovute verifiche per disporre in breve il ritiro della determina, anche se non è ancora chiaro chi dovrà coprire la quota della Camera di Commercio — l'ente, infatti, è in fase di riforma -. Dalla Regione, tuttavia, trapela un irrefrenabile ottimismo, al punte che la discussione si è già spostata dal tema della "sopravvivenza" a quello del rilancio dell'offerta formativa di tutti i poli decentrati (percorso che, va comunque precisato, era stato già avviato), mentre si tende a ridimensionare l'atto firmato da Diliberto come un semplice "incidente di percorso".
Infatti, se l'assessore
Mariella Lo Bello, con una nota stampa precisa che "sono tutti concordi dell'assoluta necessità di non privare i territori di questa ricchezza", ha aggiunto di stare pensando, insieme al presidente, "che sull'Archeologia e il restauro proprio per le specificità culturali e storiche di Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in materia.
Trapani continuerà ad essére un punto di riferimento per la specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella medica.
Stiamo già approntando — ha proseguito - un piano di rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita economica e sociale delle province su cui insistono".
"C'è una volontà netta di salvare il decentramento — ha commentato il presidente del Cupa — Maria Immordino sia da parte del rettore che dell'assessore Lo Bello e in questo momento la questione è più politica che burocratica".
Tutto al momento appare rinviato quantomeno alla prossima settimana, quando riprenderanno le attività e quando, si spera, si potrà mettere un "punto" a questo nuovo pessimo capitolo della Storia recente del Consorzio universitario di Agrigento. Magari trovando in fretta i soldi necessari a tradurre gli ottimi auspici in fatti concreti,
GIOACCHINO SCHICCHI

Canicattìweb

Sicilia, Lo Bello: Consorzi universitari non chiuderanno, anzi diverranno poli di "Alta Specializzazione"
I consorzi universitari di Agrigento, Caltanissetta e Trapani non chiuderanno, anzi verranno potenziati e diventeranno poli di "Alta specializzazione" dei corsi di laurea che ospitano.
E' il risultato del vertice svoltosi ieri presso la Presidenza della Regione , convocato da Mariella Lo Bello, Assessore Regionale all'Istruzione e la Formazione, e Vice Presidente della Regione .
Alla riunione hanno preso parte, il Rettore dell'Università di Palermo Lagalla, il Commissario della ex Provincia Regionale di Agrigento Di Liberto, il Presidente del Cupa di Caltanissetta Giammusso, quello di Trapani Serio, il direttore del Cefpas Lo Maglio, e il Presidente del "Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità" di Caltanissetta Pasqualetto.
" Siamo tutti concordi, ha detto Mariella Lo Bello sulla assoluta necessità di non privare i territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente Crocetta, ha sottolineato Mariella Lo Bello che sull'Archeologia e il restauro, proprio per le specificità culturali e storiche di Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in materia. Trapani continuerà ad essere un punto di riferimento per la specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella medica.".
" Stiamo già approntando un piano di rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ha concluso Mariella Lo Bello, ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita economica e sociale delle province su cui insistono".





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