GIORNALE DI SICILIA
BENI CULTURALI. In crescita anche
Segesta. La Regione: siamo al lavoro per migliorare la comunicazione
su internet in vista del prossimo appuntamento di febbraio
Per la Valle dei Templi una domenica
da record
L'iniziativa che prevede
l'ingresso gratuito consegna il primato di sito siciliano più
visitato al parco archeologico di Agrigento
«Prima domenica dell'anno con i
musei aperti gratuitamente anche in Sicilia e visitatori in crescita.
L'iniziativa è stata varata dal ministero dei Beni culturali a
luglio scorso, al Dipartimento dei Beni Culturali della Regione
assicurano che rispetto ai mesi precedenti i numeri premiano il
progetto. Non c'è stata la calca di altre regioni italiane (oltre
10 mila a Pompei ad esempio) ma certamente i visitatori preferiscono
la prima domenica del mese, quando l'ingresso e gratuito, ad altre
festività, quando invece si paga un regolare biglietto.
I dati non sono ancora definitivi, i
report ieri stavano ancora affluendo negli uffici di via delle Croci.
Ma le prime cifre sarebbero confortanti, in alcuni casi come ad
esempio nella Valle dei Templi si parla di un vero e proprio boom.
In testa, in una domenica soleggiata e
con le temperature in calo, c'è stati proprio il parco
archeologico di Agrigento con 1.671 visitatori. Al Teatro Antico di
Taormina sono stati registrati 1.251 ingressi. Alla Villa del Casale
di Piazza Armerina si sono recate 851 persone, in 643 hanno scelto il
museo archeologico «Paolo Orsi di Siracusa. Nel trapanese il parco
archeologico dì Segesta ha registrato 490 visitatori, il parco
archeologico di Selinunte 310. Al Museo Agostino Pepoli di Trapani
sono stati 320. A Palermo il museo Salinas e Palazzo Riso si
attestano sui 300 visitatori (qualcosa in più per il secondo che
raggiunge quota 325). Numeri analoghi al museo delle ceramiche di
Caltagirone, scelto da 323 turisti. Centosessanta «turisti per un
giorno al museo regionale di Messina, in 187 al museo archeologico di
Agrigento.
"Abbiamo verificato in questi mesi
spiega il dirigente dei Beni Culturali, Salvatore Giglione - che,
tempo permettendo, i visitatori prediligono la prima domenica del
mese piuttosto che le successive, I dati continuano ad evidenziare
una crescita dell'iniziativa per la quale il Ministero ha
migliorato sensibilmente la Comunicazione".
i: alcuni paragoni mostrano un vero e
proprio boom. Ad esempio alla Valle dei Templi (Sito fra i più visi-
lati in Sicilia che lo scorso anno, nel primo semestre, aveva accolto
oltre 270 mila persone) la prima domenica di dicembre i visitatori
erano stati 1.082 contro gli oltre 1.601) di due giorni fa. Sempre a
dicembre la seconda domenica erano stati registra ti 160 ingressi, la
terza 118, la quarta (ossia quella a ridosso di Capodanno) 429.
In crescita anche a Segesta, che con
490 ingressi supera di poco il dato della prima domenica di dicembre.
Resta comunque l'impennata rispetto alle altre domeniche del me se,
in cui le visite si attestano intorno a un centinaio. Quasi
raddoppiate le visite a Palazzo Mirto a Palermo, oltre 250 ingressi
contro i 150 di dicembre. Palazzo Abatellis conferma il trend, con le
prime domeniche del mese più «affollate» rispetto alle altre.
Sempre a Palermo difficile fare un raffronto per il museo Salinas: il
7 dicembre i visitatori furono più di 500 ma l'apertura era stata
prolunga la alle 20 e con il supporto delle visite guidate.
«L'iniziativa è andata bene
dice l'assessore ai Beni Culturali, Antonio Purpura -, non ho dati
precisi ma gli uffici mi dicono che i numeri sono molto buoni. Certo
si può migliorare, soprattutto sul fronte della comunicazione. Ci
sono state delle criticità che possono avere impedito alcune visite,
criticità aggravante peraltro da un disservizio del server della
Regione. In ogni caso la comunicazione si può e si deve migliorare.
Siamo già al lavoro per questo e ci sarà un'altra riunione
giovedì 8 con i funzionari di Sicilia E- Servizi che gestiscono il
sito. L'obiettivo è rendere facile l'accesso alle informazioni
sui siti aperti e visitabili già il prossimo appuntamento la prima
domenica di febbraio. «Chi vuole visitare i musei siciliani -
aggiunge Purpura - deve accedere alle informazioni direttamente dal
sito dei Ministero dei Beni Culturali, al massimo in due o tre
passaggi". STEGI
SCIACCA
VIABILITA'. I lavori sono stati
avviati solo dopo il dissequestro della struttura da parte dei
magistrati della procura della repubblica di Sciacca
Carabollace, 5 settimane alla
riapertura totale
Protestano i vigili del fuoco del
distaccamento saccense per l'ovvio rallentamento alla «macchina
dei soccorsi»
Slitta il completamento dei lavori sul
viadotto Carabollace. Le opere dimessa in sicurezza del viadotto,
sulla statale 115, nel tratto compreso tra Sciacca e Ribera,
avrebbero dovuto essere completate entro gennaio e invece andranno
avanti fino al 15 febbraio. Qualche settimana in più per definire il
tutto, ma adesso protestano i vigili del fuoco con Martino Noto,
segretario provinciale della Uil Vigili del fuoco, che ha inviato una
lettera al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al ministro
per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, scrivendo che l'attuale
situazione, con il senso unico alternato regolato da impianto
semaforico, rallenta i soccorsi e sollecitando un celere
completamento delle opere. "Questa situazione - scrive Noto -
comporta una perdita di tempo che potrebbe essere fatale per la
salvaguardia dell'incolumità pubblica. Qualche giorno fa, il
3gennaio, intervenuti nel Comune di Ribera per prestare soccorso a
una persona, siamo rimasti bloccati con tre mezzi di soccorso:
autoscala, autopompa serbatoio e campagnola. La Uil Vigili del fuoco
già nei mesi scorsi aveva rilevato questi disagi. Gli interventi che
vengono eseguiti riguardano la sostituzione delle barriere e il
rifacimento dei cordoli e dei giunti di dilatazione. Per i lavori di
riqualificazione del viadotto è stato disposto un investimento di
quasi un milione e 300 mila euro, nell'ambito degli interventi
urgenti previsti dal "Decreto del Fare" per il rilanciò
dell'economia e dal piano di manutenzione straordinaria definito
nella convenzione stipulata con il Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti. Le opere sono state appaltate dall'Anas e vengono
eseguite dalla società casertana Infrastrutture e Consolidamenti per
un importo di poco inferiore al 900 mila euro. Ormai da oltre un anno
sul Carabollace si transita a senso unico alternato, regolato da un
impianto semaforico. E' così dal 16 luglio del 2014 da quando
l'Anas ha ultimato i lavori per la realizzazione di un'unica
corsia centrale, larga tre metri e delimitata da una rete di
recinzione alta due metri e posta su entrambi i lati. 1121 giugno del
2014 era scattato il sequestro del viadotto nell' ambito delle
indagini sull'incidente in cui ha perso la vita un giovane di
Burgio, Alessio Spitaleri, di 30 anni, precipitato con la propria
auto dal Carabollace. Dallo stesso viadotto era precipitata Maria
Presti, insegnante riberese di 47 anni, che ha perso la vita 1127
aprile del 2011 mentre era al volante di un'Opel Astra. E in
precedenza era toccato a una giovane macedone rimasta miracolosamente
in vita. Il senso unico alternato ha determinato disagi lungo la
statale soprattutto perché ha aumentato i tempi per percorrere quel
tratto di strada. Fino al 15 febbraio sul Carabollace rimarrà in
vigore il senso unico alternato della circolazione con limite di
velocità di 30 chilometri orari e il divieto di sorpasso.
(AAU-TC-GP)
LE DUE FRANE NELL'AGRIGENTINO. Sul
Verdura il collegamento è stato ripristinato, ma si punta adesso a
costruire un'altra opera. Da mettere in sicurezza il Carabollace A
Ribera arriverà un nuovo ponte, a Licata sarà rifatto il vecchio
LICATA
Dueponti che servono la provincia
agrigentina sono venuti giù di recente. Al Centro dell'attenzione
ci sono tuttora il ponte Verdura, in territorio di libera, ed il
Petrulla di Licata. Il crollo di quest'ultimo ponte ha paralizzato
i collegamenti tra l'entroterra agrigentino e la costa. A Ribera
invece c'è grande attesa per l'affidamento dei lavori perla
realizzazione del nuovo ponte sul fiume Verdura lungo la strada
statale 115 e che prenderà il posto dello «storico» ponte Verdura,
che il 2 febbraio del 2013 è in parte crollato mettendo in ginocchio
la viabilità.
Il vecchio ponte, investito nel tempo
dalle acque piovane che si riversano nel fiume nei periodi invernali,
non ha resistito in quell'occasione alla forza d'urto impressa
dalle piogge torrenziali ed uno dei piloni, miracolosamente senza
provocare danni a persone e cose, è venuto giù. L'Anas dopo circa
cinque mesi è riuscita a ripristinare la viabilità con la posa di
alcuni tubi metallici del tipo Damco sormontati da terriccio e
asfalto e così è stato possibile ripristinare il transito degli
autoveicoli. Nel frattempo l'Anas si è mossa per dai vita ad un
nuovo ponte, che è previsto ad un centinaio di metti da quello
attuale, lato Sciacca. Prima che si completasse l'anno 2014, dopo
un lungo iter burocratico, legato all'acquisizione di diversi
pareri, finalmente l'Anas ha dato l'annuncio della pubblicazione
in Gazzetta ufficiale del bando per l'aggiudicazione dei lavori,
che si spera di realizzare entro il 2015.
Il ponte Petrulla, in territorio di
Licata, è crollato il 7 luglio dello scorso anno. La tragedia fu
evitata per un soffio, ma sei automobilisti rimasero comunque feriti.
A provocare il crollo, secondo i primi rilievi, fu il cedimento di
uno dei pilastri e la magistratura ha avviato un'inchiesta per
accertare le responsabilità.
Eseguendo dei controlli, l'Anas ha
scoperto che anche un altro viadotto della zona, il Salso, rischia il
crollo e di recente, sulla Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il
bando di gara per appaltare i lavori proprio di quest'ultimo ponte.
L'Anas ha inoltre annunciato che a breve andrà in gaia anche il
rifacimento del Petrulla. Bisognerà attendere fino al 15 febbraio,
invece, per il completamento dei lavori di messa in sicurezza del
viadotto Carabollace, sulla statale 115, nel tratto compreso tra
Sciacca e libera. Rimarrà in vigore il senso unico alternato con
limite di velocità di 30 chilometri orari e il divieto di sorpasso.
Il completamento dei lavori era previsto nel mese di gennaio.
Protesta la Uil Vigili del fuoco che,
in una lettera al presidente della Regione e al ministro per le
Infrastrutture, scrive che l'attuale situazione rallenta le
operazioni di soccorso nel versante riberese. Dall'Anas assicurano
che i disagi dureranno ancora per poco.
(AAU-TC-GP)
LA LEGGE MADIA. Da giovedì il testo
torna in commissione al Senato, con probabili modifiche. Ci sarebbe
già un emendamento per assegnare le visite fiscali all'Inps
E ora si accelera sulla riforma del
pubblico impiego
ROMA
Riprendono i lavori sul ddl Madia, la
riforma della Pubblica aniministrazione giovedì torna all esame
della commissione Affari costituzionali del Senato. Entra così nel
vivo una delega più volte chiamata in causa dopo le novità arrivate
con il Jobs act e lo scandalo suscitato dalle assenze di massa dei
vigili romani. E non si comincia da zero ma dai circa mille
emendamenti già presentati dai diversi gruppi parlamentari. Anche se
l'attesa vera è per le modifiche firmate da relatore e Governo,
proposte che toccheranno i fronti caldi del pubblico impiego e non
solo.
Nel provvedimento c'è un capitolo
riservato alle partecipate, e interi articoli dedicati al
rafforzamento dei poteri del premier piuttosto che alla
riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio, con
conseguente taglio delle prefetture.
Non tutto, naturalmente, succederà
subito, anche perchè si tratta del primo passaggio parlamentare, ma
il Governo sembra pronto all'accelerazione, visto che il ministro
della Pa, Marianna Madia, nell'intervista rilasciata domenica
scorsa a Repubblica ha parlato di un emendamento già pronto sui
controlli perle assenze degli statali, con il trasferimento delle
competenze dalle Asl all'Inps. Addirittura il ministro ha spiegato
come sia già iniziato il lavoro sui decreti attuativi della riforma.
Tutto per poter chiudere l'iter del provvedimento in primavera.
Quindi anche se in commissione l'esame
del ddl si era fermato per cedere il passo all'Italicum, la delega
non è mai scomparsa dai radar. In tutto la legge elettorale ha
ritardato il provvedimento di un mese, dicembre, ma ora si può
ripartire con la «spunta» degli emendamenti siglati dai partiti
(per loro il termine di presentazione è scaduto a fine ottobre).
Non ci sono invece limiti di tempo per
governo e relatore. E in questo caso il relatore è Giorgio Pagliari,
senatore del Pd, che assicura: «Ci saranno molti emendamenti e
riformulazioni su tutti i tempi più importanti, quindi anche
pubblico impiego e partecipate». Due filoni che da soli basterebbero
a far parlare di riforma.
Quanto alla licenziabilità dei
dipendenti pubblici, Pagliari taglia corto: «Nessun timore nel
colpire i lavativi». Si mirerebbe a un sistema di regole semplici,
chiare e soprattutto applicabili con sanzioni certe. Sulle Società
partecipate invéce l'esecutivo è già intervenuto con la legge di
stabilità, ma si attende ancora il riordino vero e proprio, con
l'obiettivo di ridurle a mille unità. Mercoledì probabilmente
relatore e governo si scambieranno idee sui rispettivi pacchetti di
emendamenti per arrivare pronti giovedì in commissione, dove
comunque si dovrebbe partire dai primi articoli del ddl, tra cui la
cittadinanza digitale e il silenzio-assenso tra le amministrazioni.
LA SICILIA
Carabollace ritarda i soccorsi
SCIACCA La parziale chiusura del
viadotto ha messo a rischio la vita di un riberese
SCIACCA. Il ritardato intervento dei
Vigili del fuoco in un soccorso a persone, accende le polemiche sui
tempi di esecuzione dei lavori di ristrutturazione del viadotto
Carabollace, sulla strada statale 115, tra Sciacca e Ribera. E'
stato attraverso allarme della Uil-Vigili del fuoco di Sciacca che si
è appreso di un ritardato intervento a Ribera e di tre mezzi dei
pompieri (lei distaccamento di Sciacca rimasti incolonnati per
diversi minuti, Il segretario provinciale della Uil Vigili del fuoco,
Martino Noto, sottolinea la gravità dei disagi a cui sono costretti
i Vigili di Sciacca in occasione di interventi presso la zona del
riberese, quando sono costretti a ritardare i loro interventi di
soccorso.
«E' una situazione che potrebbe
risultare fatale all'incolumità pubblica dice Noto non è
possibile che la strada sia chiusa da 16 mesi, gli ultimi dei quali
con la creazione di una carreggiata a senso unico ristretta che ci
costringe a stare in colonna con i lampeggianti accesi. Una
situazione intollerabile - aggiunge il sindacalista - la fine dei
lavori ritarda e stando a quello che vediamo ci attendono ulteriori
mesi di disagi».
Noto ha inviato una lettera ai vertici
dell'Anas, ma anche ai sindaci della zona e al prefetto, oltre clic
agli organi ministeriali. I lavori, necessari dopo un provvedimento
della magistratura relativo alle indagini per la morte di due persone
che erano a bordo di auto precipitate dal viadotto, iniziarono
nell'aprile del 2014. L'Anas annunciava che entro 240 giorni il
viadotto, opportunamente ristrutturato nei guardrail, sarebbe stato
consegnato. Oggi, invece, dopo la fine dei lavori in uno dei due
lati, ci si accorge clic il cantiere è fermo da circa due mesi.
Pochi giorni fa i'Anas rendeva noto clic le limitazioni al traffico
erano state prorogate fino al 15 febbraio.
L'intera opera ha un costo di un
milione e trecentomila euro e non sta rispettando i tempi previsti.
L'unica modifica riguarda il senso di marcia, che viene spostato
nel lato di guardrail dove sono state effettuate le opere previste.
Intanto, anche la magistratura fa il suo corso. Gli incidenti mortali
avvenuti sul Carabollace hanno dato vita a due inchieste, entrambe
nella fase del rinvio a giudizio, disposto dall'autorità
giudiziaria locale. nei confronti di dirigenti e tecnici dell'Anas
a seguito degli incidenti stradali clic nel 2012 e nei 2013
provocarono la morte di Maria Presti, di 42 anni di Sciacca, e
Alessio Spitaleri, 30 anni, di Burgio.
GIUSEPPE RECCA
SEI CHILOMETRI COSTATI 40 MILIONI
CHIUSI APPENA SEI MESI DOPO
ACQUAVIVA PLATANI. A seguito del
cedimento del viadotto nei pressi di Mezzojuso, viadotto costato
svariati milioni di euro e aperto da pochi giorni, il premier Matteo
Renzi ha tuonato che è finito il tempo degli errori che non hanno
mai un padre. Chissà cosa ne penserebbe il giovane premier
fiorentino se sapesse della strada provinciale Mussomeli-San Giovanni
Gemini, già chiusa, dove a novembre scorso si è addirittura
registrato un mortale incidente autonomo, strada lunga appena 61 cm e
costata 40 milioni ed oltre vent'anni di lavori.
Ebbene quella strada, aperta soltanto
ad agosto del 2012, all'inverno successivo e quindi non più di sei
mesi dopo, presentava già inquietanti e larghe fenditure, il primo a
lanciare l'allarme era stato il geologo Dario Costanzo. In un
tratto di circa cento metri di strada, in due diversi punti, erano
presenti autentici squarci nel manto stradale che mostravano in
profondità la terra viva, ma anche avvallamenti e dossi. Alle prime
piogge invernali insomma, la strada Mussomeli-San Giovanni Gemini
denotò non poche carenze strutturali,
Il tracciato di poco più di sei Km si
snoda in pendenza su giganteschi piloni. Il progetto a firma
dell'ingegnere Vincenzo Rizzo, era stato approvato il 21 marzo
1990. Dopo le frane che l'avevano interessata e l'estremo
pericolo dovuto ai perni che fuoriescono dai giunti di dilatazione
che mettevano a rischio l'incolumità dei viaggiatori, la Provincia
regionale di Agrigento che in qualche modo era intervenuta sul corpo
di frana trasportandovi camion di materiale inerte, lo scorso maggio
la chiuse completamente al transito. il direttore dell'ufficio
tecnico, ingegnere Pietro Hamel, infatti, con propria ordinanza n. 15
del 27 maggio ne dispose infatti la chiusura mettendo nero su bianco,
«Visto la nota del 27 maggio con la quale l'ingegnere Michelangelo
Di Carlo, propone la chiusura al transito veicolare della strada di
collegamento tra le aree interne di Mussomeli-San Giovanni Gemini e
lo scorrimento veloce Palermo- Agrigento in quanto ritenuta
pericolosa per l'incolumità pubblica, sia per le frane che la
interessano che, soprattutto per lo sfilamento di tantissimi perni
dei giunti di dilatazione dei viadotti presenti in detta strada,
ritenuto condivisibile quanto espresso dall'ingegnere Di Carlo,
ordina a far data dal 28 maggio 2014 la chiusura a transito di detta
strada».
Vennero quindi posizionati dei mew
jersey ovvero pesanti blocchi in calcestruzzo ad impedire a chiunque
l'accesso. Qualcuno però li aveva spostati per transitarvi (le
indagini della Procura in tal senso sono in corso e contro uno di
essi a fine novembre si schiantò un pensionato di Aquaviva Palatani
che tornava da un oleificio. La strada in questione in precedenza,
nonostante fosse stata interessata da una serie di frane, era stata
mantenuta aperta con interventi tampone ma si registrò l'altro
grave pericolo dovuto ai perni che fuoriescono dai giunti di
dilatazione. La Provincia di Agrigento quindi contestò la messa in
opera che aveva determinato lo sfilamento di tali perni alla ditta
che aveva eseguito i lavori. In definitiva questa parte di provincia
nissena ed agrigentina, ha aspettato vent'anni per avere una strada
che costituiva accesso privilegiato e rapido alla SS 189 Pa-Ag ma si
ritrova dopo milioni di euro spesi, con una strada chiusa e, quel che
è peggio, senza alcuna certezza sulla data di prossima apertura
Cosa ne penserà Renzi se qualche
solerte parlamentare agrigentino o nisseno lo informerà?"
Sicilia24h
Salvo il Polo Universitario di
Agrigento. Decisivi gli interventi di Crocetta e Lo Bello
E sono due. La prima bella notizia è
stata quella di ieri quando gli agrigentini hanno appreso che nella
città dei Templi il Pastore principale è un mezzo Pontefice
attraverso la nomina a Cardinale dell'ormai ex arcivescovo Don
Franco Montenegro.
La seconda notizia, non meno importante
e che proietta Agrigento verso lidi sostanzialmente più dignitosi è
che il Consorzio Universitario di Agrigento non chiude i battenti.
Torna di prepotenza il diritto allo
studio, quindi, per migliaia di giovani studenti della provincia
agrigentina, grazie anche al forte impegno profuso dal vice
presidente della Regione Mariella Lo Bello che subito dopo avere
appreso le notizie sconfortanti della settimana scorsa, ha deciso di
scendere in campo con tutta la sua forza.
E lo ha fatto convocando per oggi una
riunione operativa a Palermo dove erano presenti, tra gli altri, il
commissario della Provincia di Agrigento Di Liberto, il Magnifico
Rettore dell'università di Palermo Roberto La Galla, la presidente
del Cupa Maria Immordino e il direttore generale del Cefpas Angelo Lo
Maglio.
La volontà di Crocetta è ferma e
decisa: "I tre Consorzi universitari siciliani non chiuderanno. Ci
attiveremo prestissimo per trovare le soluzioni più adeguate per
risolvere la questione".
A rincarare la dose anche l'assessore
regionale alla Formazione Mariella Lo Bello la quale, nel corso della
riunione ha ribadito l'importanza "territoriale" dei Consorzi
universitari e sottolineando la volontà di Crocetta di non chiudere
le importanti strutture.
Ma non si parla solo di mantenimento;
addirittura si parla anche di potenziamento dei tre centri siciliani
i quali, più che eccellenti dovrebbero avere la figura di centri di
specializzazione che molto attraggono gli studenti che vogliono
intraprendere corsi di laurea ben definiti.
E cosi Agrigento diventerebbe il perno
principale di corsi di specializzazione quali l'Archeologia ed il
Restauro, quindi con indirizzo specifico, mentre Trapani e
Caltanissetta conserverebbero le specializzazioni rispettivamente di
Ingegneria Marina e Medica.
La Galla si è soffermato sulla
importanza dei Consorzi Universitari considerati un valore aggiunto
alle due filosofie di pensiero che sono gli Atenei di Palermo e
Catania ed è per questo che i Consorzi devono essere necessariamente
potenziati nel loro indirizzo specifico.
Si sta cercando anche di superare
l'ostacolo rappresentato dal debito delle somme spettanti alla sede
centrale palermitana attraverso un piano di rientro economico
spalmato nel tempo.
Dunque, un serio e gravissimo pericolo
che è stato scongiurato grazie ad un deciso intervento del
presidente Crocetta che ha detto no alla chiusura del Consorzio.
Certamente un ruolo decisivo lo ha
avuto anche l'agrigentina vice presidente Mariella Lo Bello la
quale, è giusto sottolinearlo, si è subito fatta carico di un
problema che avrebbe certamente negato il diritto allo studio di
migliaia e migliaia di giovani della provincia agrigentina. Tra
l'altro il Consorzio di Agrigento è quello che presenta maggiori
problemi di natura economica rispetto ai Consorzi di Trapani e
Caltanissetta.
La valle dei Templi
Polo Universitario di Agrigento a
rischio chiusura, gli studenti: "Così ci togliete il futuro"
La Provincia di Agrigento vuole uscire
dal Consorzio Universitario. Questa l'intenzione assunta dal
commissario straordinario del Libero Consorzio comunale, Alessandra
Di Liberto, che rischia con un colpo di spugna, di cancellare le
speranze ed i sogni di migliaia di studenti.
Sarebbero circa 3000 gli studenti del
"piccolo" Polo Universitario agrigentino, 3000 giovani che
rischiano, per l'ennesima volta, di vedersi negato quel diritto
sancito non solo dal buon senso, non solo nell'articolo 26 della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma soprattutto dalla
nostra Costituzione che al 3° e 4° comma dell'articolo 34 afferma
il diritto "dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi
economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi nonché il
dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto".
Oggi ci scrive uno studente che ad
Agrigento studia giurisprudenza, con una lettera aperta indirizzata
al Presidente della Regione Siciliana.
"Molti studenti, - si legge nella
lettera - che non hanno le risorse per studiare altrove o che sono
affette da disabilità, rischiano di perdere per sempre un diritto
sacrosanto, caposaldo di una società evoluta e progressista".
"Non si può dire che i giovani sono
il futuro e poi impedir loro di crearselo, non si può parlare di
stato sociale e poi non garantire un servizio di primaria importanza
per il cittadino, perché tutto può essere tagliato meno che
l'istruzione".
Una lettera accorata che, leggendola
interamente, facilmente fa trasparire le paure di un giovane che vede
minacciato un futuro che con molti sacrifici sia personali che della
propria famiglia, sta portando dignitosamente avanti.
E, a questo punto, da cronisti sembra
inevitabile chiedersi se sia questa una situazione accettabile o
meno. E' forse giusto che un giovane studente di giurisprudenza -
ovviamente senza nulla togliere agli altri titoli accademici -,
ovvero uno giovane che studia come lo Stato funziona, o meglio,
dovrebbe funzionare, si debba abbassare a chiedere quasi come fosse
una cortesia, che il suo diritto allo studio venga rispettato?
Per quelli di noi non ancora
completamente disillusi, risuonano probabilmente oggi forti nella
mente, le parole di Giorgio Gaber e la sua definizione di democrazia
"un'illusione sporca e malata", così come la politica
"talmente schifosa da far male alla pelle".
Ma al di là di qualsiasi giudizio di
merito, una democrazia un po' malconcia, è sempre migliore di
nessuna democrazia, ma è questa democrazia? Chiudere il Polo
Universitario in una delle provincie più povere d'Italia, non
equivale forse a dire a tanti studenti meno abbienti che il loro
sogno finisce qui? Ma in questo caso non si tratterebbe più di una
democrazia, ma di una plutocrazia nella quale non emerge il merito ma
chi ha la possibilità economia di raggiungere i propri obbiettivi.
Ecco perché non si può permettere che
solo chi ha la possibilità economiche vada ad ingrossare le file già
sature dell'Università di Palermo o di altre università italiane:
"Se vogliamo che la Sicilia diventi terra di speranza e di futuro
e non di sogni infranti, - dicono gli studenti - dobbiamo partire
proprio da quelle che hanno da sempre costituito il perno delle
società moderne e all'avanguardia, ossia le università".
Gli studenti promettono battaglia e
dicono che si opporranno con ogni modo lecito, alla chiusura del
polo; ed il nostro augurio è sicuramente con loro.
Sean Gulino
Agrigentoweb
Consorzi universitari non
chiuderanno, anzi diventeranno poli di "Alta Specializzazione"
I consorzi universitari di Agrigento,
Caltanissetta e Trapani non chiuderanno, anzi verranno potenziati e
diventeranno poli di "Alta specializzazione" dei corsi di laurea
che ospitano.
E' il risultato del vertice svoltosi
ieri presso la Presidenza della Regione , convocato da Mariella Lo
Bello, Assessore Regionale all'Istruzione e la Formazione, e Vice
Presidente della Regione .
Alla riunione hanno preso parte, il
Rettore dell'Università di Palermo Lagalla, il Commissario della
ex Provincia Regionale di Agrigento Di Liberto, il Presidente del
Cupa di Caltanissetta Giammusso, quello di Trapani Serio, il
direttore del Cefpas Lo Maglio, e il Presidente del "Tavolo unico
di regia per lo sviluppo e la legalità" di Caltanissetta
Pasqualetto.
" Siamo tutti concordi, ha detto
Mariella Lo Bello sulla assoluta necessità di non privare i
territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza
culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella
propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e
specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e
contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente
Crocetta, ha sottolineato Mariella Lo Bello che sull'Archeologia e
il restauro, proprio per le specificità culturali e storiche di
Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in
materia. Trapani continuerà ad essere un punto di riferimento per la
specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella
medica.".
" Stiamo già approntando un piano di
rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti
alla sede centrale di Palermo, ha concluso Mariella Lo Bello,
ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così
concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una
crescita economica e sociale delle province su cui insistono".
Canicattìweb
Ravanusa, Precari: contratto
prorogato fino a tutto il 2016
Il 2015 si apre positivamente per gli
oltre 85 precari del comune che si sono visti prorogare
all'amministrazione D'Angelo i contratti sino al 31 dicembre
2016. Un atto comunque deciso anche da altre amministrazioni comunali
della provincia di Agrigento.
L'amministrazione comunale ravanusana
infatti ha approvato il 31 dicembre scorso il fabbisogno del
personale per il triennio 2014/2016, dopo aver convocato sia la
delegazione trattante che i sindacati. Con questo primo atto le
speranze del 2014 si sono trasformate in certezze almeno per altri
due anni.
Il sindaco Carmelo D'Angelo ha
avviato infatti il processo di stabilizzazione di questi precari che
da oltre vent'anni lavorano presso l'ente.
«Abbiamo lavorato giorno dopo giorno -
afferma il sindaco Carmelo D'Angelo - per i precari appartenenti
al bacino Asu e Lsu, per prorogare i loro contratti sino al 31
Dicembre 2016 e procedere così alla loro stabilizzazione, visto che
al di là dei vari emendamenti il Comune di Ravanusa rientra nei
parametri di spesa richiesti.
Mi auguro che in questo nuovo anno -
ha concluso D'Angelo - sia per il nostro ente un anno positivo,
al fine di poter dare quotidianamente risposte ai nostri cittadini.
Per adesso i nostri precari sono salvi e continueranno a lavorare,
avendo così maggiore serenità e stabilità. Il comune di Ravanusa
infatti non può fare a meno di loro e del loro supporto.
I nostri precari sono divenuti precari
storici e pertanto dobbiamo tutelarsi.
L'idea resta quella di completare un
percorso avviato già da tempo, che per i lavoratori si era
inspiegabilmente interrotto a causa delle singolari interpretazioni
delle norma tali da non procedere ad oggi a garantire una
stabilizzazione definitiva che li accompagni alla pensione».
Carmelo Sciangula
7 gennaio 2015
GIORNALE DI SICILIA
ISTRUZIONE. L'annuncio è stato
dato dal vicepresidente della Regione Lo Bello al termine del vertice
a Palermo
Cupa, il Consorzio universitario
sarà Polo di alta specializzazione
«Il consorzio universitario di
Agrigento non solo non chiuderà ma verrà potenziato diventando polo
alta specializzazione dei corsi di laurea che ospita con in testa
archeologia e restauro». L'annuncio è stato dato dal vice
presidente della regione nonchè assessore all'istruzione Mariella
Lo Bello nel corso della riunione svoltasi a Palazzo d'Orleans alla
presenza, fra gli altri, del rettore dell'Università di Palermo
Lagalla e del commissario del Libero Consorzio di Agrigento Di
Liberto. L'incontro con la Lo Bello, si era reso necessario dopo
che i presidenti dei consorzi di Agrigento, Trapani e Caltanissetta
avevano scritto una lettera ai deputati regionali delle rispettive
province, proprio per chiedere un intervento che scongiurasse la
possibilità di chiusura dei Consorzi. «I primi a pagare le
conseguenze sociali di tale scelta - è stato ribadito nel corso
dell'incontro a Palermo - sarebbero gli studenti e le loro
famiglie, ma verrebbe messo in discussione anche il progetto
strategico di università a rete messo a punto dall'Università di
Palermo».
Le rassicurazioni fornite dalla Lo
Bello sono adesso l'unica ancora di salvezza per il Cupa anche se
ci sarà di capire cosa ambierà alla luce dei tagli.
«Siamo tutti concordi - ha spiegato
l'assessore regionale - sulla assoluta necessità di non privare i
territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza
culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella
propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e
specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e
contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente
Crocetta, che sull'Archeologia e il restauro, proprio per le
specificità culturali e storiche di Agrigento, la nostra provincia
possa diventare un'eccellenza in materia. Trapani continuerà ad
essere un punto di riferimento per la specializzazione in ingegneria
marina e Caltanissetta in quella medica».
Il vice presidente è intervenuta anche
sull'aspetto meramente economico della vicenda.
<>Stiamo già approntando - ha
aggiunto - un piano di rientro economico, necessario per il debito
delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ribadendo che i
Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti,
attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita
economica e sociale delle province su cui insistono. Ritengo
fondamentale il molo dei poli universitari decentrati per un
complesso di importanti motivazioni. Permettono infatti
continua la Lo Bello - l'utilizzo
e la redistribuzione di risorse che arricchiscono il territorio sul
quale insistono e che, diversamente andrebbero destinate ad altre
province». (AMM)
CONSERVATORIO. La manifestazione si
farà venerdì
Musica senza frontiere all'istituto
«Toscanini»
Venerdì prossimo 9gennaio presso
l'Istituto Superiore di Studi Musicali Arturo Toscanini con sede a
Ribera, Conservatorio di Musica del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento ex Provincia, inizierà, alle ore 15, un progetto
internazionale di apprendimento pratico della musica attraverso
attività corale e di educazione all'ascolto dedicato agli alunni
delle Scuole primarie riberesi, che durerà tre mesi con periodici
incontri didattici. Il progetto è denominato "Movimento Ars
Musicalis". Le attività formative, a cui parteciperanno anche gli
studenti universitari del Toscanini quali tirocinanti, saranno
diretti dal Maestro argentina Josè Maria Sciutto da Buenos Aires,
attualmente impegnato presso il Teatro dell'Opera di Roma. Il
progetto verrà realizzato grazie al patrocinio oneroso
dell'Associazione Culturale "Giovanni ed Emanuela Ragusa" di
Ribera in
collaborazione con l'Associazione
'Musica per la pace" de L'Aquila. Il maestro Sciutto insegnerà
a dirigere cori di voci bianche in un Corso che durerà fino a marzo
prossimo con un Campus finale e saranno rilasciate ai tirocinanti
relative certificazioni di competenze acquisite. L'importante
opportunità formativa internazionale (il metodo nasce in argentina
sulla scia di quello venezuelano 'Ei Sistema' di José Antonio
Abreu) consiste in un percorso di educazione musicale pubblica con
accesso gratto e libero per bambini di tutti i ceti sociali in
particolare quelli senza possibilità economiche. Madrina
dell'iniziativa sarà l'attrice e regista Simona Marchini
componente del Cda del Teatro dell'Opera di Roma. Per informazioni
contattare il Presidente dell'Associazione dott.ssa Carmela Vetrano
tel. 3207609385. (VA)
DISCARICA. Per evitare di bloccare
il conferimento nella discarica dove scaricano Sciacca e altri 16
Comuni
Rifiuti, corsa contro il tempo per
«Salinella»
E' una corsa contro il tempo per
evitare di dover bloccare il conferimento dei rifiuti nella discarica
di contrada Salinella Saraceno dove, oltre a Sciacca, scaricano gli
altri 16 Comuni dell'Mo. E' stata data un'accelerazione, grazie
alle ultime conferenze di servizi, al dipartimento Energia e rifiuti,
a Palermo, ma si è ancora in attesa del via libera definitivo ai
lavori. "Sono fiducioso - dice il sindaco, Fabrizio bi Paola - che
tutto possa essere completato in tempi brevi e comunque non ritengo
che possano sorgere intoppi per l'ampliamento della vasca V3". Si
tratta dell'intervento, finanziato dalla Sogeir, per un costo di
circa 400 mila euro, che scongiura, dal prossimo mese di gennaio, lo
stop al conferimento dei rifiuti. "I lavori di ampliamento di
questa vasca V3 - ha fatto sapere il commissario liquidatore della
Sogeir, Vincenzo Marinello, dopo l'ultima conferenza di servizi -
dureranno circa un mese. Ad oggi - ha aggiunto Marinello - io non mi
sento di dichiarare che tutti i rischi siano scongiurati. Tutti i
pareri all'ampliamento, però, sono favorevoli e adesso noi
effettueremo un'integrazione e poi la conferenza di servizi potrà
esprimere il parere. Noi fino a fine gennaio possiamo garantire la
capienza. I lavori del primo lotto di ampliamento avranno una durata
di 45 giorni". Per la vasca V5, invece, bisognerà attendere il
finanziamento regionale. Il costo previsto per questi lavori, da
computo metrico, è di 20 milioni di euro. Per il Comune di Sciacca è
prevista una royalty che varierà a seconda del quantitativo di
rifiuti che arriveranno nella discarica. Secondo i quantitativi
attuali con 5 euro a tonnellata al Comune di Sciacca arriverebbero
circa 250 mila euro all'anno, Se dovessero aumentare i quantitativi
di rifiuti lieviterebbe anche la royalty. LaV5 riguarda la seconda
fase, mentre adesso tutta l'attenzione è incentrata sulla V3.
Nella discarica di Sciacca conferiscono i rifiuti, da alcune
settimane, anche altri comuni agrigentini e questo induce ad
accelerare i tempi per l'ampliamento della vasca. (GP)
LA SICILIA
Aumentano le spese e calano i
contributi
L'unica strada che resta è la
spending review
Come vengono spesi i soldi del
Consorzio? Unica "mappa" ad oggi disponibile, almeno nella pagina
dedicata alla trasparenza del sito on line dell'Ente è il bilancio
consuntivo 2013, In particolare utile è il trend dell'ultimo
quinquennio soprattutto rispetto ad una delle spese più
significative, ovvero quella per il personale. Nel 2009, ad esempio,
ammontava a 431.166 euro, ma la cifra ha subito progressive crescite
(538.065 euro nel 2010,615.054,02 euro nel 2011, 634.663,18 nel 2012)
fino a giungere alle 639.280 euro del 2013. Cifra, va precisato,
destinata a calare nel 2014 dopo l'eliminazione del personale
distaccato dalla Provincia e dal Comune di Licata, che da solo
costava oltre 22Omila euro l'anno, ma che subì un'impennata
negli anni anche perché si decise ad un certo punto di applicare
contratti della pubblica amministrazione, che sono più onerosi,
Tutto questo in un quadro assolutamente non roseo, dato che, come
evidenziato dagli organi contabili dell'ente, il Cupa non ha
rispettato il patto di stabilità per gli anni 2011, 2012, 2013 (e la
spesa del personale ha inciso in modo importante). Ma come sono
entrati in servizio? Rispetto ai 15 soggetti attualmente in pianta
organica gran parte sono lavoratori a tempo determinato (alcuni dei
quali inseriti alla nascita del Cupa, altri provenienti da cosiddetti
contratti di "somministrazione" ma poi stabilizzati attraverso
ricorso alle vie legali). A questi si aggiungono 7 precari, 4 dei
quali Lsu, entrati in servizio al Consorzio tra il 2012 e il 2014
perché distaccati da altri enti locali. A 'pesare", e molto, è
comunque il costo del segretario generale, Giuseppe Vella, che da
solo dovrebbe costare non meno di 50mila euro l'anno (anche in
questo caso i dati non sono chiari).
In questi anni, come dicevamo, è
comunque calata però la spesa per beni e servizi (487.242 euro nel
2009), così come si sono ridotti i trasferimenti all'Università
(da 1.576.827 euro a 1,352-915 euro) e il costo dei docenti
incardinati, passato dalle 880mila euro del 2009 alle O euro del
2013. Di contro il Cupa ha visto ridurre in modo significativo le
entrate: i fondi corrisposti dai soci sono calati dal 2009 al 2013 di
quasi 400mila euro, così come è crollato di circa 300mila euro il
contributo ordinario, mentre si è azzerato il contributo
straordinario della Provincia. Non inseriti in questo conto sono le
migliaia di euro che venivano spese per Presidenza e il Cda e
incarichi di consulenza (per il 2013 oltre l73mila euro).
G.SCH
Lo Bello: «Il Cupa non morirà
L'assessore regionale rassicura,
ma si cercano i soldi necessari a evitare la chiusura dei corsi
Consorzio universitario di Agrigento,
la Regione Sicilia punta sull'offerta formativa e sulla creazione
di poli di alta specializzazione, ma la "caccia" alle risorse
economiche non è ancora finita. E non è un particolare di poco
conto.
Nella giornata di lunedì, infatti,
l'assessore regionale alla Formazione Mariella Lo Bello insieme al
presidente Crocetta hanno incontrato i commissari delle province di
Agrigento, Trapani e Caltanissetta e il rettore Roberto Lagalla per
discutere del futuro dei poli decentrati, con il solo Cupa ad essere
stato letteralmente "abbandonato" dal proprio Libero consorzio di
riferimento, Per chi non lo sapesse, l'ex Provincia Regionale.
Un atto, quello firmato da Alessandra
Diliberto che era stato chiesto con forza dal settore economico
dell'Ente, ma che è apparso "fuori posto" rispetto alla linea
seguita dagli altri commissari regionali.
Ciò che è Stato chiarito, tuttavia, è
che la determina di recesso dal Consorzio non potrà essere ritirata
a "freddo" e che, comunque, a farsi carico del futuro del Cupa
dovrà essere, per quanto di propria competenza, sempre e comunque la
ex Provincia. Da quanto trapelato, quindi, il commissario sarebbe
stato "invitato" ad
effettuare le dovute verifiche per
disporre in breve il ritiro della determina, anche se non è ancora
chiaro chi dovrà coprire la quota della Camera di Commercio
l'ente, infatti, è in fase di riforma -. Dalla Regione, tuttavia,
trapela un irrefrenabile ottimismo, al punte che la discussione si è
già spostata dal tema della "sopravvivenza" a quello del
rilancio dell'offerta formativa di tutti i poli decentrati
(percorso che, va comunque precisato, era stato già avviato), mentre
si tende a ridimensionare l'atto firmato da Diliberto come un
semplice "incidente di percorso".
Infatti, se l'assessore
Mariella Lo Bello, con una nota stampa
precisa che "sono tutti concordi dell'assoluta necessità di non
privare i territori di questa ricchezza", ha aggiunto di stare
pensando, insieme al presidente, "che sull'Archeologia e il
restauro proprio per le specificità culturali e storiche di
Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in
materia.
Trapani continuerà ad essére un punto
di riferimento per la specializzazione in ingegneria marina e
Caltanissetta in quella medica.
Stiamo già approntando ha
proseguito - un piano di rientro economico, necessario per il debito
delle somme spettanti alla sede centrale di Palermo, ribadendo che i
Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così concepiti,
attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una crescita
economica e sociale delle province su cui insistono".
"C'è una volontà netta di salvare
il decentramento ha commentato il presidente del Cupa Maria
Immordino sia da parte del rettore che dell'assessore Lo Bello e in
questo momento la questione è più politica che burocratica".
Tutto al momento appare rinviato
quantomeno alla prossima settimana, quando riprenderanno le attività
e quando, si spera, si potrà mettere un "punto" a questo nuovo
pessimo capitolo della Storia recente del Consorzio universitario di
Agrigento. Magari trovando in fretta i soldi necessari a tradurre gli
ottimi auspici in fatti concreti,
GIOACCHINO SCHICCHI
Canicattìweb
Sicilia, Lo Bello: Consorzi
universitari non chiuderanno, anzi diverranno poli di "Alta
Specializzazione"
I consorzi universitari di Agrigento,
Caltanissetta e Trapani non chiuderanno, anzi verranno potenziati e
diventeranno poli di "Alta specializzazione" dei corsi di laurea
che ospitano.
E' il risultato del vertice svoltosi
ieri presso la Presidenza della Regione , convocato da Mariella Lo
Bello, Assessore Regionale all'Istruzione e la Formazione, e Vice
Presidente della Regione .
Alla riunione hanno preso parte, il
Rettore dell'Università di Palermo Lagalla, il Commissario della
ex Provincia Regionale di Agrigento Di Liberto, il Presidente del
Cupa di Caltanissetta Giammusso, quello di Trapani Serio, il
direttore del Cefpas Lo Maglio, e il Presidente del "Tavolo unico
di regia per lo sviluppo e la legalità" di Caltanissetta
Pasqualetto.
" Siamo tutti concordi, ha detto
Mariella Lo Bello sulla assoluta necessità di non privare i
territori di questa ricchezza, che è prioritariamente una ricchezza
culturale per i giovani che avranno la possibilità di studiare nella
propria città di residenza, senza costi ulteriori per le famiglie e
specializzandosi nella materie che possono dare sbocchi di lavoro e
contributi di crescita al territorio. Pensiamo, insieme al Presidente
Crocetta, ha sottolineato Mariella Lo Bello che sull'Archeologia e
il restauro, proprio per le specificità culturali e storiche di
Agrigento, la nostra provincia possa diventare un'eccellenza in
materia. Trapani continuerà ad essere un punto di riferimento per la
specializzazione in ingegneria marina e Caltanissetta in quella
medica.".
" Stiamo già approntando un piano di
rientro economico, necessario per il debito delle somme spettanti
alla sede centrale di Palermo, ha concluso Mariella Lo Bello,
ribadendo che i Consorzi Universitari di Alta Specializzazione, così
concepiti, attrarranno flussi culturali nuovi, permettendo una
crescita economica e sociale delle province su cui insistono".