GIORNALE DI SICILIA
TRASPORTI MARITTIMI. Sull'isola
scarseggiano viveri e medicine. E un elicottero porta i farmaci a
Ustica.
DA LINOSA: AIUTATECI, COME FOSSIMO
UN BARCONE
PALERMO
Da dieci giorni sono bloccati i
collegamenti con le isole attorno alla Sicilia, Gravissimi i disagi.
Linosa per segnalare il profondo disagio è stato lanciato su
Facebook un provocatorio Sos. Proprio come fanno i migranti. Ad
Ustica invece si è dovuto alzare l'elicottero del li 8 per portate
dei medicinali salvavita che da giorni ormai scarseggiavano.
I residenti a Linosa hanno scritto come
se in mare ci fosse un barcone carico di immigrati, sicuri che in
quel caso scatterebbero i soccorsi in mare, a Nord di Lampedusa,
hanno scritto, c'è «un barcone vulcanico con 300 anime a bordo di
nazionalità italiana». Un «barcone isolato dal resto del mondo da
più di dieci giorni. Scarseggiano viveri e medicine. Scaffali dei
negozi quasi vuoti, serrande abbassate". L'Sos è stato lanciato
su Faeebook. Una provocazione, certo. Una richiesta d'aiuto, però,
concreta perché sulla più piccola nelle isole Pelagie sono finiti -
da quattro, cinque giorni - frutta, verdura, carne e latte ed
iniziano a scarseggiare medicinali importanti come l'insulina. Da
dieci giorni, causa mare in burrasca nel Canale di Sicilia, il
traghetto di linea non riesce a mollare l'ancora da Porto
Empedocle. Sull'isola non si è ancora alla fame perché rimane in
circolazione lo scatolame, ma generi alimentari di prima necessità
freschi sono ormai un ricordo. Gli isolani - 300 anime appunto -
continuano a guardare l'orizzonte. Il traghetto di linea - tranne
ulteriori peggioramenti nel Canale di Sicilia - è dato in arrivo per
la mattinata di oggi. Ed inevitabilmente scatterà la corsa al
rifornimento, agli acquisti straordinari per riequilibrare le scorte
sulle quali fino ad ora barino fatto leva per la sopravvivenza.
Anche ad Ustica la situazione è
drammatica. Scarseggiano i viveri e soprattutto i medicinali. Tanto
che dalla sala operativa del 118, diretta da Gaetano Marchese, è
partita la spedizione che con l'elicottero ha portato nell'isola
diversi medicinali per tanti pazienti che non ne avevano più e
rischiavano di non essere curati. Anche ad Ustica i residenti si sono
affidati a Facebook per lanciare un grido di allarme. «Prima di
parlare dicendo che non c'è emergenza sarebbe stato più giusto
informarsi con i diretti interessati dice Carmen Dagna -,
l'insulina che manca, una bara di emergenza (povero zio Peppino),
mancanza di materie prime e tutti i generi alimentari non sono
emergenza?». (IMA-CR)
AVVOCATI
GIURAMENTO PER VENTUNO
Ventuno nuovi avvocati ingrossano le
fila del foro di Agrigento. La cerimonia di giuramento, dopo il
superamento dell'esame dl abilitazione delle scorse settimane, si è
tenuta ieri mattina nell'aula Livatino davanti al consiglio
dell'Ordine presieduto da Antonino Gaziano. Ecco l'elenco: Diega
Alaimo Martello, Maria Antonella Amato, Laura Barbera, Claudio
Bonsignore, Selenia Canicattì, Enrica Cimino, Eva Faraci, Fabrizio
Ferrante, Alessandra Milioti, Dora Mirabile, Michele Mosca, Rita
Daniela Moscatt, Eugenia Paci, Francesca Palumbo, Rosy Sabella,
Giuseppina Scalla, Domenico Scamà, Vincenza Sprio, Sebastiano
Taglialegami e Fulvia Vassallo.
RIBERA
LA PROTESTA DEI SINDACI La decisione
è arrivata dopo un nuovo summit che è stato tenuto per esaminare la
bozza di delibera da sottoporre per l'approvazione
ATO IDRICO, CONSIGLI LO STESSO
GIORNO PER SCIOGLIERLO
Si riuniranno in contemporanea lo
Stesso giorno i consigli comunali di una ventina di comuni
agrigentini per dire basta con l'Ato idrico di Agrigento, entità
creata tra i comuni agrigentini per assicurare il servizio idrico e
quello fognario, affidato in gestione alla "Girgenti Acque". Solo
che dopo alcuni anni dall'entrata in funzione dell'organismo,
attualmente commissariato, ci si è accorti da parte di ventisette
amministrazioni comunali che non tutti i comuni allora hanno deciso
di consegnare gli impianti idrici e fognari, facendo venire meno -
secondo i sindaci che da tempo si incontrano per vedere il da farsi
tra Ribera, Casteltermini, Agrigento, Palma di Montechiaro e in altri
comuni - lo spirito per cui l'Ato idrico era stato concepito dal
legislatore. Se non tutti i comuni (una quindicina hanno deciso di
non consegnare, infatti, i propri impianti continuando a gestire in
proprio il servizio e, si dice con risparmi notevoli per l'utenza)
hanno deciso di aderire che senso ha questo ente? Da qui l'avvio
delle iniziative finalizzate a chiedere lo scioglimento dell'Ato
che - in particolare secondo il sindaco di Ribera Carmelo Pace - non
sarebbe mai nato. Questa presa di posizione alquanto clamorosa,
comunque, ha fatto discutere per mesi gli amministratori dei comuni
in questione, dal momento che ancora non e chiaro quali effetti
potrebbe produrre una decisione del genere. Sta di fatto, comunque,
che ormai il dado sembra proprio tratto e nel corso dell'ultima
seduta tenuta nella sala dei sindaci del comune di Ribera è stato
esaminato e predisposto l'atto deliberativo che dovrà essere
portato al vaglio dei consigli comunali che dovranno pronunciarsi in
merito. Si è pensato di fare in modo che la decisione arrivi nello
stesso giorno e, pertanto, tutti i consigli comunali dei ventisette
comuni che hanno aderito all'Ato, se non ci saranno defezioni
dell'ultimo momento,, si riuniranno per adottare la delibera. A
seguito dei Contatti avuti tra i vari sindaci e amministratori alla
fine per questo tipo di decisione da adottare è stata individuata la
data del prossimo 19 febbraio, giovedì giornata dedicata à san
Mansueto di Milano. C'è grande attesa per l'evento alla luce
delle proteste varie portate avanti anche nella "città delle
arance" ad iniziativa di comitati spontanei e del Movimento 5
Stelle, che il sette marzo prossimo sarà ad Agrigento in Prefettura
per una nuova iniziativa di protesta.
(T C)
I dubbi principali riguardano la
riforma delle pensioni ma è tutto il capitolo che riscrive le regole
per i regionali che è stato congelato. Il neo assessore alla
Funzione pubblica, Ettore Leotta, ha incontrato il collega
all'Economia Alessandro Baccei chiedendo almeno una settimana per
studiare le norme che tagliano straordinari e premi di rendimento,
cancellano circa 600 postazioni dirigenziali e introducono la
mobilità obbligatoria.
Leotta si è insediato da un mese e ha
chiesto di poter rivedere le norme che Baccei aveva concordato col
precedente assessore, Marcella Castronovo. Che è però dello stesso
partito, l'Udc.
Il neo assessore alla Funzione pubblica
si è presentato all'incontro con Baccei insieme a Giovanni
Pistorio, nella doppia veste di segretario regionale dell'Udc e
segretario particolare dello Stesso Leotta. E proprio Pistorio ha
ammesso che sulla norma che riguarda le pensioni serve un
approfondimento perchè potrebbe creare problemi dì
costituzionalità». La riforma scritta da Baccei è molto semplice:
introduce i prepensionamenti obbligatori per chi ha i requisiti in
vigore prima della riforma Fornero e prevede che chiunque andrà in
pensione d'ora in poi avrà un assegno uguale a quello che avrebbe
il parigrado statale (ciò equivale a un taglio del 20%). I regionali
perderebbero la possibilità di calcolare l'assegno per una buona
parte col metodo retributivo (più favorevole perchè tiene conto
dell'ultimo stipendio) invece che sulla base dei reali contributi
versati. A essere spinti verso il prepensionamento saranno almeno
2.500 regionali.
Su tutte le altre norme del pacchetto
che riguarda i regionali, il cuore della Finanziaria, Leotta e
Pistorio hanno chiesto tempo: "Ci si rivede la prossima settimana,
intanto noi valuteremo gli effetti economici e pratici per
l'amministrazione. Abbiamo trovato Baccei disponibile al confronto
e gli abbiamo anche suggerito di non trascurare il dialogo con i
sindacati».
E proprio ai sindacati Leotta aveva già
anticipato quanto detto poi a Baccei. L'assessore alla Funzione
pubblica ha incontrato martedì sera i leader di Cobas Codir, Sadirs,
Siad, Ugl e Dirsi che hanno già proclamato due giorni di sciopero. E
al termine dell'incontro Cobas e Sadirs hanno mostrato
soddisfazione: «Leotta ci ha assicurato che si riserva di esaminare
la parte di testo sul personale abbozzata dall'assessore
all'Economia e di aprire il confronto con i sindacati per
individuare eventuali percorsi condivisi». A questo punto Cobas e
Sadirs hanno ammorbidito la protesta: (Restiamo in agitazione ma si
sono rimesse in discussione le stesse motivazioni della vertenza».
Baccei anche ieri non ha fatto alcun
commento pubblico. E punta molto sul vertice che oggi pomeriggio lo
vedrà a Roma con Crocetta per incontrare il sottosegretario Graziano
Delrio insieme a Davide Faraone. Si apre il tavolo di confronto in
cui il governo nazionale valuterà proprio le riforme in cantiere (ci
sono anche i tagli a forestali ed enti agricoli, ai finanziamenti per
autolinee private e alla sanità, la riduzione delle partecipate).
Misure su cui la Regione fondale proprie richieste al governo
nazionale: il riconoscimento di entrate per almeno due miliardi
previste dallo Statuto e uno Sconto di circa 600 milioni sul
cofinanziamento alla spesa sanitaria. Aiuti indispensabili per
coprire un buco che ufficialmente ha già toccato i 3 miliardi e
mezzo ma che varie fonti stimano di poco superiore ai 4 miliardi.
Senza questo patto con lo Stato sarebbe
impossibile approvare il bilancio entro firme aprile. Ma da Roma i
segnali che arrivano a Palermo sono dì distensione. Già martedì un
primo faccia a faccia fra Crocetta e Delrio ha permesso di riavviare
il dialogo dopo le perplessità romane per una serie di scontri che
lo stesso Crocetta ha avuto nei giorni scorsi con Faraone.
E va detto che il clima di scontro non
è però superato e coinvolge tutte la maggioranza. Lino Leanza ha
protestato contro i tagli agli stipendi di sindaci e consiglieri
comunali. Martedì all'Ars Baccei è stato attaccato
dall'opposizione per i tagli in cantiere e nessuno nella
maggioranza ha preso la parole per difenderlo. Anzi, il crocettiano
Antonio Malafarina ha pubblicamente sottolineato che l'assessore ha
previsto solo tagli e nessun investimento, soprattutto nel settore
dei trasporti.
Ieri anche Antonello Cracolici ha detto
che «Baccei si sta comportando da assessore di una corrente (i
renziani. ndr). E c'è chi parla di riforme (l'ala Faraone, ndr)
senza sapere cosa dice. Cracolici ha criticato i tagli alle indennità
previsti per i forestali.
Un clima che ha suggerito al renziani
un avviso ai naviganti: "Guai a isolare Baccei". Il sindaco di
Siracusa, influente renziano, traccia la rotta: "Bisogna
abbandonare la difesa del proprio orticello. No alla logica
dell'assistenzi-alismo. La Sicilia non può continuare a difendere
i privilegi. Baccei fa bene a proporre di adeguare i compensi dei
sindaci a quelli in vigore nel resto d'Italia e fa bene a voler
rivedere posizioni come quelle dei forestali ricchi. Isolare chi
propone riforme indispensabili per la Sicilia, significa affossare
ogni possibilità di sviluppo».
LA SICILIA
TRE SORGENTI ISTITUITA COMMISSIONE
D'INDAGINE
CANICATTI' c. v) Nuovo rinvio nella
vicenda che riguarda la cessione degli impianti del Tre Sorgenti di
Canicattì all'Ato idrico e a Girgenti Acque, Martedì pomeriggio,
infatti, al termine dell'assemblea dei sindaci, è stato deciso su
proposta dei commissario al comune di Licata, Brandara, di istituire
una commissione d'indagine che avrà come obiettivo quello di
accertare l'effettivo patrimonio dell'ente, il destino del
personale che ci lavora ed inoltre quali siano i crediti che il Tre
Sorgenti vanta ed i debiti che invece ha contratto in questi anni di
gestione.
A favore di questa proposta hanno
votato oltre al commissario di Licata Maria Grazia Brandara, che ha
inviato alla riunione un proprio delegato anche i sindaci di Grotte
Paolino Fantauzzo, Racalmuto Emilio Messana e Campobello di Licata
Gianni Picone. Astenuto, invece il sindaco di Palma di Montechiaro
Pasquale Amato, che al momento della votazione ha lasciato
l'assemblea permettendo in questo modo che passasse la proposta del
comune di Licata. Contrari a questa proposta i sindaci di Canicattì
Vincenzo Corbo e Ravanusa Carmelo D'Angelo, i quali per l'ennesima
volta hanno affermato e ribadito durante l'assemblea dell'altro
ieri come la mancata cessione degli impianti del Tre Sorgenti
potrebbe provocare danni erariali alle casse dei comuni consorziati
per il mancato rispetto della sentenza dei Tribunale Superiore delle
acque di Roma dello scorso mese di novembre e non solo per questo.
Adesso dovrà essere formata una
commissione che vada ad effettuare delle verifiche su tutto quello
che è stato chiesto dal commissario del comune di Licata. Contrario
a questa decisione ancora una volta il sindaco di Palma di
Montechiaro Pasquale Amato il quale voleva che si procedesse alla
revoca della delibera del 17 dicembre scorso con la quale l'assemblea
aveva deciso di cedere gli impianti del Tre Sorgenti all'Ato
Idrico. Provvedimento attualmente sospeso da decisioni precedenti a
quelle assunte nell'assemblea di martedì.
«Nei prossimi giorni - ha dichiarato
Pasquale Amato - con un gruppo di miei colleghi sindaci del
comprensorio andrò a Palermo per incontrare il Presidente della
Regione Rosario Crocetta. Vogliamo capire direttamente da lui - ha
concluso il capo dell'amministrazione comunale palmese - cosa vuole
fare il Governatore della Sicilia del Tre Sorgenti il governatore
della Sicilia dopo che la legge del 2013 ha restituito l'acqua
pubblica togliendola dì fatto ai privati.
IERI MATTINA LA CERIMONIA IN
TRIBUNALE
Giuramento per 19 nuovi avvocati
Adesso 1.321 gli iscritti all'Ordine
Sale a 1321 il numero complessivo degli
avvocati iscritti all'Ordine provinciale di Agrigento. In tempi di
vacche magre dal punto di vista economico la professione forense
continua a essere un punto di riferimento dal punto di vista
occupazionale. Ieri mattina, nel corso di una sobria cerimonia,
svoltasi nella sala Livatino gremita quasi in ogni ordine di posti
hanno prestato giuramento 19 nuovi avvocati. Si tratta di Diega
Alaimo Marte!lo, Maria Antonella Amato, Laura Barbera, Claudio
Bonsignore, Selenia Canicattì, Eva Faraci, Fabrizio Ferrante,
Alessandra Milioti, Claudia Maria Milioti, Dora Mirabile, Michele
Mosca, Rita Daniela Moscatt, Eugenia Paci, Francesca Palumbo, Rosy
Sabella, Giuseppina Scalia, Domenico Scarnà, Vincenza Sprio, Fulvia
Vassallo. Tutti con le loro toghe nuove di
Zecca, lo sguardo fiero per il
raggiungimento di un traguardo importante. E a rendere più solenne
l'occasione è stata la presenza in aula del presidente del
Tribunale Luigi D'Angelo. A fare gli «onori di casa» ci ha
pensato il presidente dell'Ordine Antonino Gaziano, ai cui lati era
seduto il «gotha» dell'avvocatura agrigentina, ovvero i
consiglieri anziani, sia per età anagrafica che per data
d'iscrizione all'Albo professionale. Nel proprio intervento
l'avvocato Gaziano ha evidenziato come nonostante le difficoltà
comuni a tutto il sistema giustizia italiano, il Tribunale di
Agrigento sia uno dei più efficienti, grazie anche al clima di
collaborazione instaurato tra avvocati, Procura della Repubblica e,
ovviamente Tribunale stesso, Per i 19 neo avvocati comincia la fase
forse più difficile: trovare spazio sul «mercato» del lavoro.
FRANCESCO D MARE