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rassegna stampa del 5 febbraio 2015

GIORNALE DI SICILIA

TRASPORTI MARITTIMI. Sull'isola scarseggiano viveri e medicine. E un elicottero porta i farmaci a Ustica. DA LINOSA: AIUTATECI, COME FOSSIMO UN BARCONE PALERMO Da dieci giorni sono bloccati i collegamenti con le isole attorno alla Sicilia, Gravissimi i disagi. Linosa per segnalare il profondo disagio è stato lanciato su Facebook un provocatorio Sos. Proprio come fanno i migranti. Ad Ustica invece si è dovuto alzare l'elicottero del li 8 per portate dei medicinali salvavita che da giorni ormai scarseggiavano.
I residenti a Linosa hanno scritto come se in mare ci fosse un barcone carico di immigrati, sicuri che in quel caso scatterebbero i soccorsi in mare, a Nord di Lampedusa, hanno scritto, c'è «un barcone vulcanico con 300 anime a bordo di nazionalità italiana». Un «barcone isolato dal resto del mondo da più di dieci giorni. Scarseggiano viveri e medicine. Scaffali dei negozi quasi vuoti, serrande abbassate". L'Sos è stato lanciato su Faeebook. Una provocazione, certo. Una richiesta d'aiuto, però, concreta perché sulla più piccola nelle isole Pelagie sono finiti - da quattro, cinque giorni - frutta, verdura, carne e latte ed iniziano a scarseggiare medicinali importanti come l'insulina. Da dieci giorni, causa mare in burrasca nel Canale di Sicilia, il traghetto di linea non riesce a mollare l'ancora da Porto Empedocle. Sull'isola non si è ancora alla fame perché rimane in circolazione lo scatolame, ma generi alimentari di prima necessità freschi sono ormai un ricordo. Gli isolani - 300 anime appunto - continuano a guardare l'orizzonte. Il traghetto di linea - tranne ulteriori peggioramenti nel Canale di Sicilia - è dato in arrivo per la mattinata di oggi. Ed inevitabilmente scatterà la corsa al rifornimento, agli acquisti straordinari per riequilibrare le scorte sulle quali fino ad ora barino fatto leva per la sopravvivenza.
Anche ad Ustica la situazione è drammatica. Scarseggiano i viveri e soprattutto i medicinali. Tanto che dalla sala operativa del 118, diretta da Gaetano Marchese, è partita la spedizione che con l'elicottero ha portato nell'isola diversi medicinali per tanti pazienti che non ne avevano più e rischiavano di non essere curati. Anche ad Ustica i residenti si sono affidati a Facebook per lanciare un grido di allarme. «Prima di parlare dicendo che non c'è emergenza sarebbe stato più giusto informarsi con i diretti interessati — dice Carmen Dagna -, l'insulina che manca, una bara di emergenza (povero zio Peppino), mancanza di materie prime e tutti i generi alimentari non sono emergenza?». (IMA-CR)

AVVOCATI GIURAMENTO PER VENTUNO Ventuno nuovi avvocati ingrossano le fila del foro di Agrigento. La cerimonia di giuramento, dopo il superamento dell'esame dl abilitazione delle scorse settimane, si è tenuta ieri mattina nell'aula Livatino davanti al consiglio dell'Ordine presieduto da Antonino Gaziano. Ecco l'elenco: Diega Alaimo Martello, Maria Antonella Amato, Laura Barbera, Claudio Bonsignore, Selenia Canicattì, Enrica Cimino, Eva Faraci, Fabrizio Ferrante, Alessandra Milioti, Dora Mirabile, Michele Mosca, Rita Daniela Moscatt, Eugenia Paci, Francesca Palumbo, Rosy Sabella, Giuseppina Scalla, Domenico Scamà, Vincenza Sprio, Sebastiano Taglialegami e Fulvia Vassallo.

RIBERA LA PROTESTA DEI SINDACI La decisione è arrivata dopo un nuovo summit che è stato tenuto per esaminare la bozza di delibera da sottoporre per l'approvazione ATO IDRICO, CONSIGLI LO STESSO GIORNO PER SCIOGLIERLO Si riuniranno in contemporanea lo Stesso giorno i consigli comunali di una ventina di comuni agrigentini per dire basta con l'Ato idrico di Agrigento, entità creata tra i comuni agrigentini per assicurare il servizio idrico e quello fognario, affidato in gestione alla "Girgenti Acque". Solo che dopo alcuni anni dall'entrata in funzione dell'organismo, attualmente commissariato, ci si è accorti da parte di ventisette amministrazioni comunali che non tutti i comuni allora hanno deciso di consegnare gli impianti idrici e fognari, facendo venire meno - secondo i sindaci che da tempo si incontrano per vedere il da farsi tra Ribera, Casteltermini, Agrigento, Palma di Montechiaro e in altri comuni - lo spirito per cui l'Ato idrico era stato concepito dal legislatore. Se non tutti i comuni (una quindicina hanno deciso di non consegnare, infatti, i propri impianti continuando a gestire in proprio il servizio e, si dice con risparmi notevoli per l'utenza) hanno deciso di aderire che senso ha questo ente? Da qui l'avvio delle iniziative finalizzate a chiedere lo scioglimento dell'Ato che - in particolare secondo il sindaco di Ribera Carmelo Pace - non sarebbe mai nato. Questa presa di posizione alquanto clamorosa, comunque, ha fatto discutere per mesi gli amministratori dei comuni in questione, dal momento che ancora non e chiaro quali effetti potrebbe produrre una decisione del genere. Sta di fatto, comunque, che ormai il dado sembra proprio tratto e nel corso dell'ultima seduta tenuta nella sala dei sindaci del comune di Ribera è stato esaminato e predisposto l'atto deliberativo che dovrà essere portato al vaglio dei consigli comunali che dovranno pronunciarsi in merito. Si è pensato di fare in modo che la decisione arrivi nello stesso giorno e, pertanto, tutti i consigli comunali dei ventisette comuni che hanno aderito all'Ato, se non ci saranno defezioni dell'ultimo momento,, si riuniranno per adottare la delibera. A seguito dei Contatti avuti tra i vari sindaci e amministratori alla fine per questo tipo di decisione da adottare è stata individuata la data del prossimo 19 febbraio, giovedì giornata dedicata à san Mansueto di Milano. C'è grande attesa per l'evento alla luce delle proteste varie portate avanti anche nella "città delle arance" ad iniziativa di comitati spontanei e del Movimento 5 Stelle, che il sette marzo prossimo sarà ad Agrigento in Prefettura per una nuova iniziativa di protesta.
(T C)



I dubbi principali riguardano la riforma delle pensioni ma è tutto il capitolo che riscrive le regole per i regionali che è stato congelato. Il neo assessore alla Funzione pubblica, Ettore Leotta, ha incontrato il collega all'Economia Alessandro Baccei chiedendo almeno una settimana per studiare le norme che tagliano straordinari e premi di rendimento, cancellano circa 600 postazioni dirigenziali e introducono la mobilità obbligatoria.
Leotta si è insediato da un mese e ha chiesto di poter rivedere le norme che Baccei aveva concordato col precedente assessore, Marcella Castronovo. Che è però dello stesso partito, l'Udc.
Il neo assessore alla Funzione pubblica si è presentato all'incontro con Baccei insieme a Giovanni Pistorio, nella doppia veste di segretario regionale dell'Udc e segretario particolare dello Stesso Leotta. E proprio Pistorio ha ammesso che sulla norma che riguarda le pensioni serve un approfondimento perchè potrebbe creare problemi dì costituzionalità». La riforma scritta da Baccei è molto semplice: introduce i prepensionamenti obbligatori per chi ha i requisiti in vigore prima della riforma Fornero e prevede che chiunque andrà in pensione d'ora in poi avrà un assegno uguale a quello che avrebbe il parigrado statale (ciò equivale a un taglio del 20%). I regionali perderebbero la possibilità di calcolare l'assegno per una buona parte col metodo retributivo (più favorevole perchè tiene conto dell'ultimo stipendio) invece che sulla base dei reali contributi versati. A essere spinti verso il prepensionamento saranno almeno 2.500 regionali.
Su tutte le altre norme del pacchetto che riguarda i regionali, il cuore della Finanziaria, Leotta e Pistorio hanno chiesto tempo: "Ci si rivede la prossima settimana, intanto noi valuteremo gli effetti economici e pratici per l'amministrazione. Abbiamo trovato Baccei disponibile al confronto e gli abbiamo anche suggerito di non trascurare il dialogo con i sindacati».
E proprio ai sindacati Leotta aveva già anticipato quanto detto poi a Baccei. L'assessore alla Funzione pubblica ha incontrato martedì sera i leader di Cobas Codir, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi che hanno già proclamato due giorni di sciopero. E al termine dell'incontro Cobas e Sadirs hanno mostrato soddisfazione: «Leotta ci ha assicurato che si riserva di esaminare la parte di testo sul personale abbozzata dall'assessore all'Economia e di aprire il confronto con i sindacati per individuare eventuali percorsi condivisi». A questo punto Cobas e Sadirs hanno ammorbidito la protesta: (Restiamo in agitazione ma si sono rimesse in discussione le stesse motivazioni della vertenza».
Baccei anche ieri non ha fatto alcun commento pubblico. E punta molto sul vertice che oggi pomeriggio lo vedrà a Roma con Crocetta per incontrare il sottosegretario Graziano Delrio insieme a Davide Faraone. Si apre il tavolo di confronto in cui il governo nazionale valuterà proprio le riforme in cantiere (ci sono anche i tagli a forestali ed enti agricoli, ai finanziamenti per autolinee private e alla sanità, la riduzione delle partecipate). Misure su cui la Regione fondale proprie richieste al governo nazionale: il riconoscimento di entrate per almeno due miliardi previste dallo Statuto e uno Sconto di circa 600 milioni sul cofinanziamento alla spesa sanitaria. Aiuti indispensabili per coprire un buco che ufficialmente ha già toccato i 3 miliardi e mezzo ma che varie fonti stimano di poco superiore ai 4 miliardi.
Senza questo patto con lo Stato sarebbe impossibile approvare il bilancio entro firme aprile. Ma da Roma i segnali che arrivano a Palermo sono dì distensione. Già martedì un primo faccia a faccia fra Crocetta e Delrio ha permesso di riavviare il dialogo dopo le perplessità romane per una serie di scontri che lo stesso Crocetta ha avuto nei giorni scorsi con Faraone.
E va detto che il clima di scontro non è però superato e coinvolge tutte la maggioranza. Lino Leanza ha protestato contro i tagli agli stipendi di sindaci e consiglieri comunali. Martedì all'Ars Baccei è stato attaccato dall'opposizione per i tagli in cantiere e nessuno nella maggioranza ha preso la parole per difenderlo. Anzi, il crocettiano Antonio Malafarina ha pubblicamente sottolineato che l'assessore ha previsto solo tagli e nessun investimento, soprattutto nel settore dei trasporti.
Ieri anche Antonello Cracolici ha detto che «Baccei si sta comportando da assessore di una corrente (i renziani. ndr). E c'è chi parla di riforme (l'ala Faraone, ndr) senza sapere cosa dice. Cracolici ha criticato i tagli alle indennità previsti per i forestali.
Un clima che ha suggerito al renziani un avviso ai naviganti: "Guai a isolare Baccei". Il sindaco di Siracusa, influente renziano, traccia la rotta: "Bisogna abbandonare la difesa del proprio orticello. No alla logica dell'assistenzi-alismo. La Sicilia non può continuare a difendere i privilegi. Baccei fa bene a proporre di adeguare i compensi dei sindaci a quelli in vigore nel resto d'Italia e fa bene a voler rivedere posizioni come quelle dei forestali ricchi. Isolare chi propone riforme indispensabili per la Sicilia, significa affossare ogni possibilità di sviluppo».

LA SICILIA

TRE SORGENTI ISTITUITA COMMISSIONE D'INDAGINE
CANICATTI' c. v) Nuovo rinvio nella vicenda che riguarda la cessione degli impianti del Tre Sorgenti di Canicattì all'Ato idrico e a Girgenti Acque, Martedì pomeriggio, infatti, al termine dell'assemblea dei sindaci, è stato deciso su proposta dei commissario al comune di Licata, Brandara, di istituire una commissione d'indagine che avrà come obiettivo quello di accertare l'effettivo patrimonio dell'ente, il destino del personale che ci lavora ed inoltre quali siano i crediti che il Tre Sorgenti vanta ed i debiti che invece ha contratto in questi anni di gestione.
A favore di questa proposta hanno votato oltre al commissario di Licata Maria Grazia Brandara, che ha inviato alla riunione un proprio delegato anche i sindaci di Grotte Paolino Fantauzzo, Racalmuto Emilio Messana e Campobello di Licata Gianni Picone. Astenuto, invece il sindaco di Palma di Montechiaro Pasquale Amato, che al momento della votazione ha lasciato l'assemblea permettendo in questo modo che passasse la proposta del comune di Licata. Contrari a questa proposta i sindaci di Canicattì Vincenzo Corbo e Ravanusa Carmelo D'Angelo, i quali per l'ennesima volta hanno affermato e ribadito durante l'assemblea dell'altro ieri come la mancata cessione degli impianti del Tre Sorgenti potrebbe provocare danni erariali alle casse dei comuni consorziati per il mancato rispetto della sentenza dei Tribunale Superiore delle acque di Roma dello scorso mese di novembre e non solo per questo.
Adesso dovrà essere formata una commissione che vada ad effettuare delle verifiche su tutto quello che è stato chiesto dal commissario del comune di Licata. Contrario a questa decisione ancora una volta il sindaco di Palma di Montechiaro Pasquale Amato il quale voleva che si procedesse alla revoca della delibera del 17 dicembre scorso con la quale l'assemblea aveva deciso di cedere gli impianti del Tre Sorgenti all'Ato Idrico. Provvedimento attualmente sospeso da decisioni precedenti a quelle assunte nell'assemblea di martedì.
«Nei prossimi giorni - ha dichiarato Pasquale Amato - con un gruppo di miei colleghi sindaci del comprensorio andrò a Palermo per incontrare il Presidente della Regione Rosario Crocetta. Vogliamo capire direttamente da lui - ha concluso il capo dell'amministrazione comunale palmese - cosa vuole fare il Governatore della Sicilia del Tre Sorgenti il governatore della Sicilia dopo che la legge del 2013 ha restituito l'acqua pubblica togliendola dì fatto ai privati.

IERI MATTINA LA CERIMONIA IN TRIBUNALE
Giuramento per 19 nuovi avvocati Adesso 1.321 gli iscritti all'Ordine
Sale a 1321 il numero complessivo degli avvocati iscritti all'Ordine provinciale di Agrigento. In tempi di vacche magre dal punto di vista economico la professione forense continua a essere un punto di riferimento dal punto di vista occupazionale. Ieri mattina, nel corso di una sobria cerimonia, svoltasi nella sala Livatino gremita quasi in ogni ordine di posti hanno prestato giuramento 19 nuovi avvocati. Si tratta di Diega Alaimo Marte!lo, Maria Antonella Amato, Laura Barbera, Claudio Bonsignore, Selenia Canicattì, Eva Faraci, Fabrizio Ferrante, Alessandra Milioti, Claudia Maria Milioti, Dora Mirabile, Michele Mosca, Rita Daniela Moscatt, Eugenia Paci, Francesca Palumbo, Rosy Sabella, Giuseppina Scalia, Domenico Scarnà, Vincenza Sprio, Fulvia Vassallo. Tutti con le loro toghe nuove di
Zecca, lo sguardo fiero per il raggiungimento di un traguardo importante. E a rendere più solenne l'occasione è stata la presenza in aula del presidente del Tribunale Luigi D'Angelo. A fare gli «onori di casa» ci ha pensato il presidente dell'Ordine Antonino Gaziano, ai cui lati era seduto il «gotha» dell'avvocatura agrigentina, ovvero i consiglieri anziani, sia per età anagrafica che per data d'iscrizione all'Albo professionale. Nel proprio intervento l'avvocato Gaziano ha evidenziato come nonostante le difficoltà comuni a tutto il sistema giustizia italiano, il Tribunale di Agrigento sia uno dei più efficienti, grazie anche al clima di collaborazione instaurato tra avvocati, Procura della Repubblica e, ovviamente Tribunale stesso, Per i 19 neo avvocati comincia la fase forse più difficile: trovare spazio sul «mercato» del lavoro.
FRANCESCO D MARE

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