GIORNALE DI SICILIA
Giorno del ricordo
Al Libero Consorzio iniziativa sulle
Foibe con gli studenti
In occasione del «Giorno del
Ricordo», in memoria delle vittime delle Foibe, che ha avuto la sua
ricorrenza ufficiale nella giornata di
ieri, il Libero consorzio comunale, (già Provincia regionale di
Agrigento), ha organizzato per questa mattina con inizio alle 10,
nella sala del Consiglio provinciale, una giornata di riflessione e
testimonianze per conservare e rinnovare la memoria della tragedia
costata la vita a centinaia di persone. All'iniziativa, saranno
presenti, fra gli altri, il prefetto Nicola Diomede, il commissario
dei Libero Consorzio Alessandra Di Liberto, il questore Mario
Finocchiaro, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza
Massimo Sobrà, il comandante " provinciale dei Carabinieri Mario
Mettifogo, il provveditore agli studi di Agrigento Raffaele Zarbo e
lo storico Giuseppe Crapanzano autore del libro intitolato "L'Istria
di Gina". Nel corso della mattinata, verrà anche proiettato un
filmato storico dell'Istituto Luce ed un video realizzato dagli
studenti dell'Istituto M .L. King di Favara entrambi sulle Foibe.
L'attrice Serenella Bianchini leggerà alcuni brani del libro
"L'Istria di Gina" mentre il prof. Domenico Svettini racconterà
la sua testimonianza storica come sopravvissuto alla tragedia delle
foibe. (CR)
CITTA' METROPOLITANE . Forza
Italia e Ncd pronti a stravolgere il disegno di legge
Compensi ed elezione diretta
Governo Crocetta alla prova del voto
La riforma delle Province sarà un test
per la maggioranza in vista della più delicata manovra economica
della storia regionale. Il patto stretto fra Crocetta e i leader dei
partiti dovrà reggere a due prove che in aula si effettueranno
probabilmente col voto segreto: il compenso ai presidenti dei
consorzi e l'elezione diretta.
Nino Oddo, leader dei socialisti, svela
subito le posizioni in campo: «Prevedere che un sindaco, già
impegnato tutto il giorno in Comune, svolga le funzioni di presidente
del consorzio in modo gratuito è assurdo. Si sottovalutano grandi
responsabilità. All'Ars sono in tanti a pensarla così». Così
come sono in tanti - nella maggioranza e nell'opposizione di
centro- destra - a chiedere l'elezione diretta del presidente da
parte dei cittadini, che darebbe ai vertici di consorzi e città
metropolitane un peso politico superiore perfino a quello (lei
sindaci di città capoluogo. Da Forza Italia al Nuovo centrodestra,
passando per pezzi di Pd e Udc: c'è una maggioranza pronta a
stravolgere il disegno di legge.
Il tentativo di Crocetta di mediare fra
i tanti testi maturati all'Ars in questi mesi e il progetto
iniziale del governo nasce proprio dalla volontà di non forzare il
Parlamento. Anche perchè la riforma delle Province e una di quelle
da portare in dote a Roma nella trattativa sull'aiuto finanziario
per uscire dall'emergenza economica.
E per questo motivo ieri il segretario
dell'Udc Giovanni Pistorio, braccio destro dell'assessore Ettore
Leotta, ha cercato il massimo consenso:
«Il testo è solido perchè mette
insieme alcuni principi della legge nazionale e alcune norme di
quella regionale. Siamo aperti al contributo dei parlamentari». La
riforma è già stata incardinata in commissione Affari
istituzionali: nei prossimi giorni scatterà il confronto con Anci,
Urps, rettori e sindacati. L'Ars inizierà a votare nell'ultima
settimana di febbraio.
Il Pd si dice soddisfatto. Per Giuseppe
Lupo «è un'utile traccia di discussione e si può migliorare
prevedendo di assegnare ai consorzi i compiti dei distretti turistici
e in materia di beni culturali». Per il capogruppo Baldo Gucciardi
»è un'ottima base e sarà importante ricevere il contributo di
tutte le forze politiche».
Mai grillini, i primi nel 2012 a
chiedere l'abolizione delle Province, chiedono norme più incisive
e annunciano battaglia: »Il nuovo testo è una vergognosa marcia
indietro del governo in omaggio alla lobby dei sindaci. C'è '
un'assurda pianificazione di tre aree metropolitane che ricalcano i
confini delle ex Province di Palermo, Catania e Messina. E un testo
che causerà enormi problemi di gestione soprattutto per acqua e
rifiuti». GIA.Pi.
Il sindaco: «Ha lavorato bene
nell'interesse della collettività, lo sollecito a ritirare e
dimissioni»
Acqua, Amato difende Moscato
"Resti alla guida del Tre
Sorgenti"
Il sindaco di Palma di Montechiaro
difende" Gaetano Moscato, presidente del consorzio Tre Sorgenti di
Canicattì, e lo invita a ritirare le dimissioni. Ieri mattina gli ha
inviato una lettera per sollecitarlo a rimanere in carica. 'Tre
cittadini del nostro bacino, che abbiamo eletto nel consiglio di
amministrazione del Tre Sorgenti meno di un anno e mezzo fa,
amministratori che hanno: eliminato incarichi dirigenziali inutili;
evitato aggiunge Pasquale Amato -assunzioni inutili, destinate a
garantire un'occupazione improduttiva, fatto scomparire le mega
parcelle di avvocati e consulenti da vergogna; contrastato aggiunge
Amato - altre illegalità". Secondo il sindaco di Palma di
Montechiaro "in questa situazione si pretende che questi "eroi"
uomini che fanno il loro dovere, ma che in un sistema ipocrita,
corrotto, ambiguo, diventano coraggiosi e di piglio non comune,
impegno che comporta l'assunzione di rischi e pericoli, in questa
situazione si pretende di abbandonare sulle loro spalle lune- tedi
fronteggiare le diffide". "Per tutto ciò, è vero che ci si
sente più soli su questo fronte, ma non posso biasimare le decisioni
di dimettersi da presidente del consorzio Tre Sorgenti il ragionier
Gaetano Moscato, che anzi mi sento di ringraziare per l'aiuto
scrive ancora nella missiva Pasquale Amato -che finora ciba dato
per riportare alla moralità la gestione del consorzio. Per
l'esigenza di affermare la buona politica, quella lineare, quella
che lascia le gestioni meno costose a carico dei propri cittadini,
quella politica che non consegna i patrimoni pubblici
inspiegabilmente in mano ai privati, che loro stessi continuano a non
ritenere all'altezza di una buona gestione. Per tutto ciò ritengo
che a queste dimissioni Gaetano Moscato debba rinunciare. Non vorrei
sentirmi più solo, obbligato a concludere che uno se lo sono già
liquidato, adesso aspettiamo la prossima mossa". (AAu)
«LA RIFORMA. Trovato un accordo nella
maggioranza sul testo che dovrà essere approvato all'Ars entro
fine mese. Agli enti e alle città metropolitane le funzioni di Ato e
Srr
Ex Province, più poteri ai consorzi
dei Comuni
Prevista la nascita di 6 enti: cambia
il sistema di elezione dei vertici. Tutto da rifare per Gela, Piazza
Armerina e Niscemi
Giacinto Pipitone
PALERMO
I liberi consorzi di Comuni, destinati
a sostituire le Province, saranno meno del previsto e avranno più
poteri degli enti soppressi. E la filosofia del nuovo testo (il terzo
in un anno) dell'ultimo atto della riforma, che andrà approvato
entro fine mese all'Ars, Governo e maggioranza hanno raggiunto
l'intesa facendo una sintesi fra la proposta di Crocetta e quella
che si sta portando avanti a livello nazionale (gradita ai deputati
dell'Ars).
Il numero
La prima parte della riforma, approvata
un anno fa, prevedeva 9 liberi consorzi e tre città metropolitane
(Palermo, Catania e Messina), il nuovo testo punta su 6 liberi
consorzi - Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa
- e tre città metropolitane. Queste ultime finiranno per inglobare i
Comuni del vecchio territorio provinciale. Dunque, almeno
inizialmente i liberi consorzi coincideranno con le vecchie Province.
Viene infatti scoraggiata la formazione di nuovi liberi consorzi, per
cui serve l'unione di enti con 180 mila abitanti.
I vecchi referendum
In base alla legge approvata un anno fa
almeno una trentina di Comuni aveva già deliberato di sganciarsi
dall'originario consorzio per aderire a uno nuovo. Gela, Niscemi,e
Piazza Armerina avevano scelto il libero consorzio di Catania, mentre
Licodia Eubea aveva optato per quello di Ragusa invece che per l'area
etnea. C'erano anche stati i referendum confermativi delle delibere
comunali. Queste decisioni dovrebbero essere tutte nulle visto che si
basano su una legge che verrà modificata. E lo stesso vale per tutti
gli altri Comuni che avevano deciso di cambiare consorzio ma si erano
fermati alle delibere.
L'elezione
Uno dei punti cruciali dell'accordo
fra governo e maggioranza è l'elezione dei presidenti (scelti fra
i sindaci). La novità riguarda le città metropolitane: prima si
prevedeva che venissero automaticamente guidate dai sindaci di
Palermo, Messina e Catania ora si punta su una elezione. Il diritto
di voto è assegnato ai sindaci e a tutti i consiglieri comunali del
territorio. Il voto sarà ponderato: quello dei consiglieri di
piccoli Comuni non valgono quanto quello dei consiglieri di una
grande città. La stessa formula servirà a eleggere i vertici dei
consorzi. Si tratta di una platea elettorale ampia che darà ai
vertici di questi nuovi enti una legittimazione politica e non solo
amministrativa come si prevedeva all'inizio. È una norma su cui
ufficialmente tutti sono d'accordo ma sotto traccia si sta formando
una maggioranza trasversale che, magari con voto segreto e sfruttando
le posizioni del centrodestra, punterà a introdurre l'elezione
diretta da parte dei cittadini.
I costi
La riforma prevede che le cariche di
presidente, assessore e consigliere del consorzio siano sempre
gratuite e durino cinque anni. Il risparmio è sui Costi della
politica anche se in tanti all'Ars proveranno a prevedere un
compenso almeno per il presidente del consorzio e il sindaco
metropolitano.
Le funzioni
Il punto chiave della riforma riguarda
funzioni e finanziamenti: ampie e cospicui. I consorzi e le città
metropolitane erediteranno tutte quelle delle vecchie Province e poi
riceveranno nuove funzioni dalla Regione, come nel caso della
gestione della Motorizzazione e soprattutto dell'approvazione dei
Piani regolatori comunali. In più, il governo punta a far gestire a
consorzi e città metropolitane lo smaltimento dei rifiuti e le
forniture idriche: erediteranno quindi le competenze di Ato ed Srr. E
avranno anche poteri di programmazione economica al punto da essere
equiparati alle stazioni appaltanti: il progetto è di affidare a
Comuni e consorzi un budget di fondi europei. «La vera novità -
spiega Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari
istituzionali dell'Ars - è che erano stati previsti come enti di
mero coordinamento e invece ora avranno poteri molto importanti.
Saranno enti decentrati della Regione». Il personale delle vecchie
Province transiterà nei nuovi enti, mantenendo il contratto attuale
(con premi e incentivi) e potrebbe esserci anche un passaggio dalla
Regione verso consorzi e città metropolitane. Prevista la mobilità
obbligatoria.
LA SICILIA
Oggi è la Giornata del ricordo
all'ex Provincia si parla di Foibe
In occasione dei "Giorno del
Ricordo", in memoria delle vittime delle Foibe, il Libero consorzio
ha organizzato per oggi alle 10, nella sala dei Consiglio
provinciale, una giornata di riflessione e testimonianze per
conservare e rinnovare la memoria della tragedia costata la vita a
centinaia di persone. All'iniziativa, saranno presenti il Prefetto
Nicola Diomede, il Commissario del Libero Consorzio Alessandra Di
Liberto, il Questore Mario Finocchiaro, il Comandante provinciale
della Guardia di Finanza Massimo Sobrà, il Comandante dei
Carabinieri Mario Mettifogo, il Provveditore Raffaele Zarbo e lo
storico Giuseppe Crapanzano. Verrà proiettato un fumato storico
dell'istituto Luce e un video realizzato dagli studenti
dell'istituto King di Favara entrambi sulle Foibe. L'attrice
Serenella Bianchini leggerà alcuni brani del libro "L'istria di
Gina" mentre il prof. Domenico Svettini racconterà la sua
testimonianza storica come sopravvissuto alle foibe.
Agrigentoflash
Ex Province, più poteri ai Consorzi
dei Comuni
I liberi Consorzi di Comuni, destinati
a sostituire le Province, saranno meno del previsto e avranno più
poteri degli enti soppressi. E' l'ultimo atto della riforma, che
andrà approvata entro fine mese all'Ars. La prima parte della
riforma prevedeva 9 liberi consorzi e tre città metropolitane
(Palermo, Catania e Messina). Il nuovo testo punta su 6 liberi
consorzi (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani)
e tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Queste
ultime finiranno per inglobare i Comuni del vecchio territorio
provinciale. Uno dei punti cruciali dell'accordo fra Governo
regionale e maggioranza, è l'elezione dei presidenti, scelti fra i
sindaci.
La riforma prevede che le cariche di
presidente, assessore e consigliere del consorzio siano sempre
gratuite e durino cinque anni. Il risparmio è sui costi della
politica anche se in tanti all'Ars proveranno a prevedere un
compenso almeno per il presidente.
Grandangolo
COMMISSIONE ARS ADOTTA NUOVO TESTO
RIFORMA PROVINCE; DA DOMANI AUDIZIONI
E' approdato in commissione Affari
istituzionali dell'Ars il nuovo testo del governo di riforma delle
Province, concordato ieri sera nel vertice di maggioranza a Palazzo
d'Orleans. Stamani la commissione, presieduta da Antonello
Cracolici (Pd), ha adottato il disegno di legge, predisposto
dall'assessore alle Autonomie locali che prevede l'istituzione di
sei Liberi consorzi e di tre città metropolitane (Palermo, Catania e
Messina). "Da questo momento - dice Cracolici - si parte con
l'iter della riforma". Da domani a venerdì la commissione ha
messo in calendario una serie di audizioni. Si comincia con l'Anci
e le altre associazioni dei comuni, l'Unione delle Province (Urps)
e i rettori delle Università siciliane; dopodomani la commissione
ascolterà i sindaci dei comuni di Palermo, Catania e Messina e i
commissari straordinari delle Province; venerdì sarà il turno dei
sindacati. Il termine per gli emendamenti è stato fissato per lunedì
prossimo, alle 14. "Martedì entreremo nel merito delle norme",
afferma Cracolici. Sicilia: riforma Province, ecco nuovo testo
governo Col disegno di legge di riforma delle Province adottato
stamani in commissione Affari istituzionali dell'Ars vengono
archiviate alcune delle norme contenute nella legge approvata l'anno
scorso che ha abolito l'elezione di primo livello, istituendo i
Liberi Consorzi. Rispetto all'attuale normativa con nove Liberi
consorzi e tre città metropolitane, il testo dell'assessore alle
Autonomie locali Ettore Leotta, prevede la riduzione a sei Liberi
consorzi e la costituzione di tre città metropolitane di area. Il
ddl è composto da 55 articoli. I nuovi enti, ognuno con un proprio
statuto, avranno funzioni di coordinamento come prevede la riforma
Delrio ma anche compiti di gestione, in questo caso in continuità
con le vecchie Province, e potranno acquisire ulteriori funzioni
dalla Regione. Presidenti dei Liberi consorzi e sindaci metropolitani
saranno espressone di elezioni di secondo livello, cui parteciperanno
sindaci e consiglieri comunali, ma non potrà votare chi ha riportato
una condanna anche non definitiva. Candidabili a presidente del
Libero consorzio e a sindaco metropolitano sono i sindaci in carica
dei comuni che fanno parte delle aree, tranne i condannati;
l'elezione è a maggioranza assoluta, previsto il ballottaggio.
L'Assemblea nel caso dei consorzi e la Conferenza nel caso delle
città metropolitane, composta dai sindaci dei comuni, eleggerà la
giunta, di cui non potranno fare parte coniugi, parenti e affini
entro il secondo grado di presidente e sindaco; il numero dei
componenti delle giunte varia a secondo della popolazione residente
dei comuni consorziati. Gli organismi dei nove enti dureranno in
carica 5 anni, i componenti non percepiranno alcun emolumento. Le
spese relative alle trasferte dei componenti dei Liberi consorzi
comunali e delle città metropolitane sono a carico dell'ente di
area vasta di appartenenza; sono rimborsabili solo le spese
effettivamente sostenute e documentate riguardanti il vitto, alloggio
e l'utilizzo dei mezzi di trasporto. Aboliti i difensori civici,
ogni area vasta avrà un 'nucleo di valutazione territoriale'.
Per quanto riguarda le funzioni, i Liberi consorzi avranno il
coordinamento, la pianificazione, la programmazione e il controllo in
materia territoriale, ambientale, di trasporti e di sviluppo
economico. Le città metropolitane, oltre alle stesse funzioni dei
Liberi consorzi, si occuperanno anche della digitalizzazione, mentre
come funzioni proprie sono previste la pianificazione territoriale
generale ed urbanistica, delle reti infrastrutturali; strutturazione
di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici locali, già
di competenza comunale; organizzazione dei servizi pubblici locali di
interesse generale; mobilità e viabilità del territorio
metropolitano; promozione e coordinamento dello sviluppo economico e
sociale nell'area metropolitana, anche assicurando sostegno e
supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti
con la vocazione dell'area; promozione e coordinamento dei sistemi
di informatizzazione e di digitalizzazione; pianificazione,
organizzazione, gestione e supporto - nei limiti della
programmazione regionale - in materia di formazione, ivi compresa
la vigilanza, il monitoraggio e controllo sulle istituzioni formative
accreditate; motorizzazione civile. Sono altresì attribuite tutte le
funzioni delle Province regionali, individuate dalla legislazione
vigente al momento dell'entrata in vigore della legge regionale 27
marzo 2013 n.7, ad eccezione di quelle che sono riservate alla
Regione. Liberi Consorzi comunali e città metropolitane si
occuperanno anche di organizzazione e gestione del sistema di
raccolta e smaltimento rifiuti, eventualmente assumendo le funzioni e
le competenze delle Società per la regolamentazione del servizio di
gestione rifiuti (Srr); del sistema di approvvigionamento e
distribuzione delle risorse idriche, eventualmente assumendo le
funzioni e le competenze delle Ato; in questo caso entro due anni
dalla riforma il governo regionale dovrà presentare all'Ars un
disegno di legge per la modifica della legge regionale 8 aprile 2010,
n.9 e un disegno di legge per la disciplina del servizio idrico
integrato. Inoltre gli enti si occuperanno anche di pianificazione,
organizzazione e gestione di interventi a valere sui fondi europei e
d'intesa con i comuni interessati possono esercitare le funzioni di
predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di
monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di
concorsi e procedure selettive. La Regione potrà sostituirsi agli
organi degli enti di area vasta per il compimento di atti o di
attività obbligatorie "nei casi di acclarata inerzia o
inadempimento da parte dell'ente competente, al fine di
salvaguardare interessi unitari eventualmente compromessi
dall'inerzia o dall'inadempimento medesimi". Per quanto
riguarda il personale, compresi i dirigenti, delle Province conserva
la posizione giuridica ed economica, con riferimento alle voci del
trattamento economico fondamentale ed accessorio, in godimento
all'atto del trasferimento, nonché l'anzianità di servizio
maturata. Viene istituito, presso il Dipartimento delle Autonomie
locali, l'Albo unico dei dipendenti degli enti in servizio alla
data di entrata in vigore della legge regionale 27 marzo 2013, n. 7,
con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e
determinato; esclusi invece i dipendenti assunti in violazione delle
vigenti disposizioni regionali e statali in materia di reclutamento
di personale e divieti di assunzione. Per far fronte alle carenze di
personale, gli enti dovranno attingere all'Albo.