7 marzo - sabato
GIORNALE DI SICILIA
ISTRUZIONE. È stata firmata dal
commissario straordinario Alessandra Di Liberto.
Pubblicata la delibera che "salva"
il Cupa
«Un'impresa storica»
Revocato il precedente
provvedimento. Il deputato Tonino Moscatt: «Lottiamo per dare un
futuro ai nostri figli».
È stata la nota numero 3257 del 4
marzo scorso, acquisita agli atti dell'ex Provincia con protocollo
numero 4972 del 5 marzo, con la quale il presidente, Rosario
Crocetta, conferma l'impegno della Regione Sicilia a stanziare i
fondi vincolati per la sede staccata dell'università di Agrigento
a convincere" il commissario straordinario Alessandra Di Liberto a
revocare la precedente determinazione commissariale, 199 del 16
dicembre 2014 e di conseguenza rientrare nel Consorzio universitario.
Ieri la nuova determina, la numero 24, è stata pubblicata all'albo
pretorio dell'ex Provincia. Ecco cosa viene riportato nella
determina: «Il presidente della Regione conferma con riferimento
alle misure che saranno contenute nel corpo della legge finanziaria
per l'esercizio 2015, l'impegno del governo regionale
all'inserimento di stanziamenti triennali congrui a valere sulle
manovre di riequilibrio della finanza pubblica, varate dallo Stato,
nonché apposito stanziamento triennale in misura a quanto segnalato
e per le motivazioni rese con vincolo di destinazione per il
Consorzio universitario di Agrigento». Ecco quindi la chiave di
volta che ha permesso al commissario di firmare la revoca del recesso
da Cupa e rientrare nel consorzio, nonostante i pareri negativi dei
funzionari della Provincia. Nella nota del 4marzo scorso, indirizzata
al presidente della Regione, il commissario Di Liberto aveva
evidenziato che il recesso dal Consorzio universitario del 16
dicembre è stato determinati nel rispetto delle norme di contabilità
e statutarie, a seguito di una stima per l'ente, per l'anno 2015
di un disavanzo digestione, riferibile alla parte corrente, in poco
più di 6 milioni di euro. In questa nota il commissario ha ribadito
che laddove il trasferimento pluriennale ai liberi consorzi non fosse
congruo, a fronte di manovre di riequilibrio della finanza pubblica
varate dallo Stato, la conseguenza finanziaria sarebbe la
dichiarazione del dissesto. Viene ritenuto necessario quindi,
configurare stanziamenti triennali congrui connessi ai trasferimenti
al Liberi consorzi, e nella fattispecie, per il Cupa, è stato
chiesto uno stanziamento triennale con vincolo di destinazione, in
misura pari a un milione di euro. La relazione, sulla situazione
finanziaria del Libero consorzio comunale di Agrigento, a firma del
direttore del settore Ragioneria e del commissario straordinario, ha
evidenziato che a seguito dell'approvazione della legge nazionale
di stabilità viene nuovamente rappresentato l'aggravarsi della già
precaria situazione finanziaria dell'ente, malgrado l'adozione di
ulteriori misure di contenimento delle spese ancorchè obbligatorie».
Al di la degli aspetti tecnici, resta comunque la soddisfazione degli
studenti. «È stata una impresa storica- ha detto Liliana Ingiaimo
di Vivere il Polo. Abbiamo sentito la solidarietà di tutti ed è
stato emozionante sfilare con il cardinale Montenegro al nostro
fianco». Anche Lucrezia Gazziano, Vincenzo Spoto e Paolo D'Amato
sono soddisfatti per l'esito della battaglia portata avanti da
tutti. «Lottiamo per noi ma anche per i nostri figli hanno detto
perché sulla cultura non si facciano mai sconti». Infine il
deputato nazionale Tonino Moscatt interviene nel dibattito. «Il Cupa
di Agrigento deve e dovrà respirare a pieni polmoni. Anche per
questo motivo trovo molto importante dice Moscatt - proposta
dell'On. Giovanni Panepinto - di redigere un disegno di legge 'ad
hoc' che tuteli il Polo universitario e lo metta al sicuro per il
futuro». (PAPI)
GIRGENTI ACQUE. La società che
gestisce servizio spiega a situazione: per fortuna molti sindaci
hanno capito.
«Non consegnare le reti è
inadempienza».
«E' contro il sistema che
protestano. E molti dei sindaci hanno anche centrato il problema: c'è
un inadempimento dei loro colleghi sindaci che non hanno consegnato
le reti idriche all'Ato», Girgenti Acque, ancor prima che
divampasse la manifestazione provinciale, è entrata nel merito dei
vari punti oggetto di accuse e di dibattito. "La tariffe - spiegano
dalla direzione della società - devono coprire il costo del
servizio. Funziona così, sia per l'acquedotto pugliese che è a
gestione pubblica che per qualunque altra società. Negli ambiti
territoriali, i costi devono essere ripartiti in maniera equa. Chi
pensa di poter fare diversamente è fuori dal mondo. Se l'acqua
costa 100 e io la vendo 50, come fa l'Eas, non fa che creare una
fabbrica di debiti. E questo perché applica una tariffa che risale
al 1994. Non esiste una tariffa ferma 21 anni indietro. La dottrina
economica è all'insegna delle tre "T": tasse, il che significa
aumentarle; trasferimenti, se arrivano dallo Stato sono tasse, se
arrivano dall'esterno sono investimenti che non ci sono; tariffa.
Non ci sono alternative». Girgenti Acque lavora incessantemente 24
ore su 24 e, a dire della stessa azienda, ha anche dimezzato i costi
interni rispetto ai precedenti gestori. « necessario far in modo che
tutti adempiano ai loro obblighi e il servizio potrà funzionare
meglio. In assoluto, insieme a Caltanissetta ed Enna, ad Agrigento,
il costo del servizio è il più alto. Abbiamo fatto un'azione
importante contro l'abusivismo e la morosità. Sia chiaro che chi è
moroso danneggia tutti. Si sono anche lamentati che perseguiamo gli
abusivi. Ma è una questione di giustizia. Chi usufruisce del
servizio deve pagano, altrimenti lo pagano gli altri. Se non ci sono
evasori si può dunque anche pagar meno. Questa è per noi un'azione
morale: perseguire i morosi e soprattutto gli abusivi. Per i morosi -
spiegano, entrando nel
dettaglio, da Girgenti Acque - facciamo
anche dei piani di rientro personalizzati. Chi è moroso per
difficoltà finanziarie ed ha intenzione di pagare, lo metteremo
sempre nelle condizioni di farlo anche con piani a lungo termine. Per
gli abusivi è una guerra quotidiana e giornalmente facciamo le
denunce all'Autorità giudiziaria<>. E sui Comuni che non
hanno consegnato le reti? «I cosiddetti ribelli, sono Comuni che
sono ricchi d'acqua come Bivona e Menfi, Sono Municipi che
utilizzano l'acqua solo per se stessi quando invece anche la loro
acqua potrebbe essere utilizzata dal circuito di tutta la provincia».
(CR)
LA SICILIA
EX PROVINCIA CONTI IN ROSSO
Lo Stato taglia i fondi
il dissesto si avvicina
Malgrado i grossi problemi di
bilancio, revocato il recesso dal Cupa
Promesso (dalla Regione) un milione di
euro all'anno per tre anni per il sostentamento del Consorzio
universitario, anche se il rischio dissesto per il bilancio dell'ex
Provincia è ancora concretissimo. E' questo, per grandi linee, il
contenuto dell'atto di revoca della determinazione commissariale
199 del 16 dicembre 2014 firmata dal commissario del Libero consorzio
Diliberto che, come è noto, ha di fatto riportato l'ente tra i
soci fondatori del Cupa, affidando- si al momento solo su garanzie
"verbali" (per quanto scritte) della Regione. Partiamo dal presupposto che a
quell'atto di revoca di metà dicembre seguì il 20gennaio una
nuova relazione finanziaria da parte del dirigente del settore
ragioneria e dello stesso commissario, con cui "a seguito
dell'approvazione della legge nazionale di stabilità, viene
nuovamente rappresentato l'aggravarsi della già precaria
situazione finanziaria dell'ente il quale, malgrado l'adozione di
ulteriori misure di contenimento delle spese ancorchè obbligatorie,
registra ormai di fatto l'insostenibilità dell'attualità
situazione finanziaria". Il "buco" che presentano le casse
provinciali è potenzialmente enorme. In un atto firmato di nuovo dal
commissario il 4 di marzo scorso, si evidenziava infatti che il
"recesso è stato determinato, nel rispetto delle norme di
contabilità e statutarie, a seguito di una stima per questo ente,
per il 2015 di un disavanzo digestione riferibile alla parte
corrente, in poco più di 6 milioni di euro", e che lo stesso ente
"ha ribadito che laddove il trasferimento pluriennale ai Liberi
consorzi di comuni non fosse congruo, a fronte delle manovre di
riequilibrio della finanza pubblica varate dallo Stato, la
conseguenza finanziaria sarebbe la dichiarazione del dissesto".
Questo perché, come è noto, lo Stato ha tagliato i trasferimenti
alle Province ritenendoli ormai enti "trasfigurati", mentre in
Sicilia questa trasformazione è tutt'altro che compiuta e gli enti
hanno ancora il carico delle vecchie competenze obbligatorie senza
avere i fondi per potervi fare fronte. Così nella nota inviata alla
Regione si chiede un finanziamento triennale vincolato da un milione
di euro solo per il Cupa ("nella considerazione - si dice - del
disavanzo odierno del Consorzio per propria quota di competenza")
ma anche necessario adottare "misure di legge finanziaria nelle qua
li vengano configurati stanziamenti triennali congrui connessi ai
trasferimenti regionali per i Liberi consorzi".
La Regione, da parte sua garantisce
attraverso una nota anch'essa del 4 marzo, che nelle misure che
saranno contenute nel corpo della legge finanziaria per l'esercizio
2015, ci sarà l'impegno del Governo "all'inserimento di
stanziamenti triennali congrui a valere sulle manovre di riequilibrio
della finanza pubblica varata dallo stato nonché apposito
stanziamento triennale in misura pari a quanto segnalato".
Insomma, tutto è sulle spalle - al
momento abbastanza fragili - della Regione, la quale oltre a
"salvare" il Cupa si dovrà occupare di gai-antire la
sopravvivenza di questo e di altri Liberi consorzi, attualmente
ridotti letteralmente allo stremo e in seria difficoltà rispetto
alla possibilità di coprire le spese ordinarie. Così la notizia del
superamento dell'emergenza sul Consorzio attualmente non sembra
rassicurare nessuno, in primis gli studenti. Così se i deputati Pd
Panepinto e Moscatt parlano di un disegno di legge ad hoc appare
quanto mai urgente dotarsi di "pallottoliere" e verificare in
concreto quali sono nell'immediato e nel futuro a medio termine gli
spazi di manovra.
GIOACCHINO SCHICCHI
RIPRISTINO DELLE STRADE PROVINCIALI
SERVIREBBERO ALMENO 40 MILIONI DI
EURO
g. s.) La Regione stanzia (tra squilli
di trombe) 49 milioni di euro per le strade provinciali dell'intera
Isola ma ne servirebbero 40 milioni solo per il territorio
Agrigentino. A ribadirlo, in una nota stampa, è la stessa ex
Provincia, che definisce l'atto esitato dalla Giunta regionale "un
passo importante, anche se non sufficiente a garantire il ripristino
delle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale". Un
programma puntuale, redatto dallo stesso ente intermedio del resto
esiste già e parla di numeri ben diversi. Lo stesso è stato
trasmesso a suo tempo all'Assessorato Regionale delle
Infrastrutture Stradali e al Prefetto di Agrigento, "al quale
dicono dal Libero consorzio è stata più volte esposta la difficile
situazione di una rete viaria fondamentale non solo per i
collegamenti tra i paesi dell'entroterra, ma anche per le numerose
attività (agro zootecniche ma non solo) penalizzate dalle condizioni
delle strade. Alcune di queste precisano ancora peraltro assumono
un ruolo ancora più importante per le implicazioni di carattere
economico: è il caso, tanto per fare un esempio, della SP n. 6
Licata-Ravanusa, chiusa al traffico da tempo, il cui ripristino
consentirebbe di attenuare le enormi difficoltà di collegamento tra
la zona costiera est e il comprensorio ravanusano-canicattinese,
fortemente penalizzato dalla chiusura della SS 626 in seguito al noto
crollo del viadotto di contrada Petrulla, e i cui tempi di ripristino
si annunciano molto lunghi". I numeri, nei fatti, sono da
bollettino di guerra: al momento il programma di interventi tracciato
dal Settore Infrastrutture Stradali conta ben 39 strade provinciali o
ex consortili chiuse o con forti limitazioni al traffico, "al quale
vanno aggiunte concludono dall'ex Provincia, quelle chiuse
negli ultimi giorni".
"GUERRA" SUI LIQUAMI TRA LIBERO
CONSORZIO E GIRGENTI ACQUE
g. s.) L'ex Provincia regionale multa
la Girgenti acque per il malfunzionamento dei suoi impianti di
depurazione e l'azienda fa ricorso.
I fatti risalgono al periodo tra
novembre e dicembre scorsi, quando il settore Ambiente ha erogato una
sanzione amministrativa da 4.500 euro al gestore per violazione
dell'articolo 133 commi i e 2 del decreto legislativo 152 del 2006.
Questo, nello specifico, punisce chi supera i valori limite in fase
di emissioni degli scarichi fogliari oppure chi "apra o comunque
effettui scarichi di acque reflue domestiche odi reti fognarie,
servite o meno da impianti pubblici di depurazione, senza
l'autorizzazione di cui all'articolo 124, oppure continui ad
effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia
stata sospesa o revocata".
Ad aver fatto i controlli, pare, sia
stato nel recente passato l'Arpa, che in più occasioni avrebbe
riscontrato appunto delle anomalie. A guardare i massimali indicati
dalla legge, tra l'altro, l'importo indicato come sanzione non
pare nemmeno particolarmente "salato", ma ovviamente la società
ha deciso di costituirsi in giudizio per resistere all'ingiunzione
di pagamento. Stessa strada intende seguire l'ex Provincia, che ha
dato mandato ad un avvocato interno all'ente di disporre la
costituzione in giudizio, nonostante non sia pervenuta "a tutt'oggi
la relazione del settore competente", Manca cioè una "carta"
di appoggio che manifesti la sostenibilità della difesa di tipo
giudiziario.
Infoagrigento
CUPA, Maria Iacono (PD) auspica
soluzioni definitive.
"La revoca, da parte del Commissario
dell'ex Provincia Di liberto, dell'atto con il quale l'Ente
cessava la propria partecipazione al CUPA, ha il merito di
scongiurare , almeno nel breve periodo, l'immediata chiusura
dell'università che per questo territorio rappresenta un punto di
riferimento culturale e formativo."
Lo ha dichiarato la deputata del Pd,
Maria Iacono, che ha poi aggiunto, "gli impegni sottoscritti dal
Governo Crocetta , che comunque dovranno trovare copertura nella
prossima Finanziaria Regionale ,hanno dato i propri frutti
consentendo la prosecuzione dell'anno accademico in corso."
"Credo che la soluzione fin qui
trovata rappresenti solo un primo segnale , ovvero una soluzione
tampone che non ha carattere definitivo o risolutivo."
"E' necessario che, fin da subito,
gli i amministratori del CUPA, la deputazione, a livello sia
nazionale che Regionale , i sindaci dei comuni della Provincia di
Agrigento, il commissario del Libero consorzio, si siedano attorno ad
un tavolo per delineare un percorso, anche di natura normativa che
sia nelle condizioni di dare continuità all'istituzione
accademica." "L'Università di Agrigento non può
costituire un'emergenza per cui di anno in anno si devono trovare
soluzioni per il suo mantenimento".
"Per la Città di Agrigento, ultima
in tutte le statistiche economiche e sociali, il CUPA rappresenta una
delle poche risorse in grado di invertire la tendenza ed una sua
chiusura, di contro, rappresenterebbe un colpo mortale alla sua
rinascita."
"Ho già chiesto ,alla dott.ssa
Immordino, di convocare con urgenza un tavolo tecnico per cominciare
a discutere del rilancio del CUPA e della possibile prospettiva che
si vuole dare all'Istituto accademico." "Servirà, probabilmente, anche una
ridefinizione giuridica e statutaria dello stesso Consorzio ed una
sorta di ripensamento di questo necessario ed imprescindibile luogo
di cultura attraverso, per esempio, l'Istituzione di nuovi corsi
specialistici nel campo del turismo, del diritto dell'immigrazione
e del diritto d'asilo o ancora nell'istituzione di corsi
specialistici di architettura rivolti agli studenti dell'area "euro
mediterranea."
"Nei prossimi giorni incontrerò
esponenti del Governo a cui ribadirò ancora una volta l'esigenza
di trovare tutte le soluzioni in grado di assicurare il diritto allo
studio dei nostri giovani". " La soluzione seppur temporanea ,
offerta dalla Regione Siciliana, deve costituire un'opportunità
perché la politica , le Istituzioni accademiche e gli Enti preposti
trovino una soluzione definitiva."
8 marzo - domenica
GIORNALE DI SICILIA
UNIVERSITA'. Da anni gli studenti
si sono trovati a fare i conti con un Diritto allo studio a tempo
determinato, ma la situazione da qualche mese è divenuta disastrosa.
"SALVARE IL CUPA", LETTERA
INVIATA A MATTARELLA.
Piero Di Noto, studente di
giurisprudenza presso il Polo di Agrigento, esce dal silenzio e parla
a nome di tutti
Da anni gli studenti del Polo di
Agrigento si sono trovati a fare i conti con un diritto allo Studio a
tempo determinato, ma la situazione da qual che mese è divenuta
disastrosa, producendo la paura concreta tra studenti e dipendenti di
un'imminente chiusura del Polo. Gli studenti, stanchi delle solite
parole di conforto del politico di turno, hanno reagito instaurando
un'assemblea permanente, manifestando presso le vie di Agrigento,
dimostrando tutto il loro dissenso per una chiusura inaccettabile.
Piero Di Noto, studente di giurisprudenza presso il Polo di
Agrigento, esce dal silenzio e parlando a nome di tutti gli studenti
del Polo di Agrigento scrive una lettera aperta indirizzata al Nostro
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Egregio signor
presidente Sergio Mattarella,con la presente lettera,mi rivolgo alci
in qualità di studente e a nome di tutti gli studenti del polo
universitario di Agrigento, per denunciare una gravissima situazione
che affligge, ormai da un pò di tempo, la nostra provincia, e cioè
la chiusura del polo decentrato di Agrigento, una struttura che
costituisce il fiore all'occhiello della provincia, e che col
passare del tempo ha acquisito un'importanza ed una fama tale da
essere, a mio parere, accostata a quella degli stessi templi, e che
rischia la chiusura a causa del recesso compiuto,per motivi
finanziari, da due dei tre soci di maggioranza del consorzio, che
provvede al mantenimento dello stesso polo, e cioè la camera di
commercio e la stessa provincia. La situazione, come ho scritto
poc'anzi è mol te grave perché se entro questa settimana la
regione Siciliana non interviene offrendo le dovute garanzie ,che
permettano alla provincia di revocare il recesso e se la regione non
interviene in sede di approvazione di bilancio e cioè entro il 10
aprile per garantire la copertura finanziaria per i prossimi tre
anni, il pelo verrà liquida tu, o comunque se verrà revocato queste
recesso, potrà mantenersi,e meglio sopravvivere, fine a settembre
del 2015, se , infatti, successivamente non si interverrà in sede di
bilancio per garantire le suddette coperture, il polo chiuderà
battenti già a partire dall'anno prossimo. Si tratta dunque di un
problema che riguarda gli studenti le famiglie il personale della
struttura e le stesse prestigio della provincia. Molti sono infatti
gli studenti che non avendo le risorse per studiare altrove, o
essendo affette da disabilità gravi, rischiano di perdere per sempre
un diritto sacrosanto, caposaldo di una società evoluta e all'
avanguardia, ossia il diritte all'istruzione, un diritte che rende
UOMO il cittadine, che le libera dalle catene dell'ignoranza che
l'opprimono e gli impedisce di chinare il capo al sopravvenienti, e
queste non è ammissibile perché non si può dire che i giovani seno
il futuro e poi impedir loro di crearselo,perché non si può parlare
di state sociale e poi non garantire un servizio di primaria
importanza per il cittadine, perché tutto può essere tagliate menu
che l'istruzione, senza istruzione non c'è sviluppo, non c'è
ricerca, c'è il vuoto,c'è il buio dell'ignoranza e della
superstizione e soprattutto non c'è cambiamento. Se vogliamo che
la Sicilia diventi terra di speranze e di FUTDRO e non disegni
infranti e di antiche esperienze culturali ormai sbiadite e
cancellate dal tempo,allora dobbiamo partire proprio da quelle che
hanno da sempre costituite il perno delle società moderne e
all'avanguardia, ossia le università! Per queste ragione tutti gli
studenti si rivolgono a lei, affinché, sempre nel rispetto della
carica che riveste e del suo ruolo super partes, possa interessarsi
della questione facendo di tutte, anche ricevendo formalmente una
nostra delegazione di studenti, per sostenere la nostra causa
affinché possa essere finalmente garantite il nostre diritte
all'istruzione. Nel ringraziarla per la cortese attenzione
prestatami, Signor Presidente, ripongo in Lei in prima istanza la mia
Fiducia, sapendo quante Le stia a cuore il bene dell'Italia Tutta.
Colgo altresì l'occasione per porgerle i miei più cordiali
saluti.
(PAPI)
LA SICILIA
RIFIUTI. Il Comune affida
all'esterno la progettazione e il calcolo dei costi del servizio
d'igiene ambientale.
POSSIBILE RISPARMIARE 4MLN
Il Comune affida all'esterno la
progettazione e il calcolo dei relativi costi per il servizio di
igiene ambientale e, miracolosamente, le casse pubbliche risparmiano
4 milioni, prevedendo addirittura la raccolta porta a porta. Al
momento soldi (in entrata o in uscita) non ce ne sono, essendo
scritti su carta. In particolare in una relazione che il Comune ha
richiesto (e pagato) alla società Ingegneria Ambientale, alla quale
è stato (lato incarico di realizzare la "struttura" per un bando
di due anni che dovrebbe consentire di scongiurare nuove ordinanze di
proroga e fornire abbastanza tempo per realizzare un servizio fondato
sulla gestione "in house", come chiesto dal Consiglio comunale.
Il documento non è pubblico, ma viene riportato per stralci nella
determina che approva gli allegati, la determinazione del costo del
servizio e il relativo quadro economico e che, appunto, prevede
complessivamente una riduzione di 4 milioni di euro rispetto a quanto
fin qui pagato. Un miracolo, appunto, e lo possono certificare gli ex
consiglieri comunali, ai quali è sempre stato risposto che era
assolutamente impossibile ridurre i margini del servizio.
Qui, a guardare i nudi numeri, emerge
come si sia riusciti a farlo prevedendo addirittura il potenziamento
estivo (ben 763.542 euro praticamente inutili, tra l'altro). Il
dettaglio complessivo dei costi è elencato in modo puntuale:
5.708.892 euro andrebbero, per un anno,
ai servizi continuativi, cui si andrebbero ad aggiungere 414.613,10
euro di servizio di raccolta differenziata porta a porta Più
1.239.677 euro di spese generali ed utili calcolati sul totale (18%
del costo). A questo importo si aggiungono 895.971 euro per il costo
del personale Gesa e la gestione dei cosiddetti Ccc più circa un
milione di euro tra iva, imprevisti e competenze del Rup per la gara
d'appalto.
Su dieci milioni, va però precisato,
solo 2.619.287 sono realmente soggetti a ribasso d'asta, mentre
quasi 5 milioni e mezzo sono i costi collegati al personale. E qui,
da quanto è in nostra conoscenza, c'è qualcosa che non qua- dia.
Sì, perché nel precedente studio di fattibilità generale
realizzato sempre dall'Ingegneria Ambientale si indicava come voce
per il personale una somma superiore di un milione (6.491.914) e non
è possibile ridurre il personale. Tutto dovrebbe diventare realtà
entro poco tempo, considerato che il Municipio, nella stessa
determinazione impegna 7 milioni per la copertura di maggio-dicembre
2015 (più 10.087.557 euro per il 2016 e 3.027.654 euro per il 2017).
GIOACCHINO SCHICCHI
ELEZIONI RSU, HANNO VINTO TUTTI MA
CON LE DOVUTE "LIMITAZIONI"
g. s.) Il giorno dopo la nomina delle
rappresentanze sindacali unitarie nel mondo della pubblica
amministrazione, a guardare le note stampa giunte alle redazioni
giornalistiche sembra che abbiano vinto tutti e non abbia perso
nessuno, In verità a leggere i testi si scopre che se i titoli sono
bene o male tutti uguali, il punto principale sono i dettagli.
Ovvero: ognuno ha vinto per davvero, ma solo a specifiche condizioni.
La Uil Fpl, ad esempio, con il suo
segretario Fabrizio Danile esulta come «dopo tre anni e in un
momento difficile per il pubblico impiego e per l'attività
sindacale, la Uil Fpl si conferma il primo sindacato alla Provincia
Regionale di Agrigento con il 44% dei consensi e con sei seggi, primo
anche al Comune di Agrigento con il 31% con cinque seggi, facendo
registrare negli enti locali e nella sanità grande conferma e
affermazione», limitando quindi la vittoria a specifiche voci.
Di numeri assoluti, invece, parla la
Cigl Fp. «Anche in questa tornata elettorale i lavoratori hanno
rivendicato i propri spazi di partecipazione e i propri diritti
riconfermando il ruolo fondamentale della Cigl - dichiara il
segretario Alfonso Buscemi di contrastare le scelte politiche che
tentano di mortificare e chiudere i servizi pubblici, rivendicando il
diritto ai lavoratori di partecipare al processo di riordino degli
stessi per garantire servizi all'utenza migliori e più efficienti,
Il risultato ottenuto dal sindacato che con 1132% si conferma il
primo sindacato con punti di crescita come quelli ottenuti nella
sanità di oltre? punti percentuali, ci spinge a proseguire e
migliorare nel lavoro fatto in questi anni». La Cisl, invece, si è
autoproclamata «il primo sindacato del lavoro pubblico in provincia
di Agrigento".
«Sono 5.400 i lavoratori e le
lavoratrici che hanno preferito le liste della Cisl spiega il
segretario Maurizio Saia -Tremilacentocinquanta voti nella Scuola
pari al 45%, e 2,300 i voti nei compatti della Funzione Pubblica pari
al 32%, una vera affermazione che ci premia delle politiche
effettuate ma soprattutto per l'attività svolta insieme ai
lavoratori.
Sono stati molteplici i problemi
affrontati che ancora ci vedono impegnati a tutelare i lavoratori».
9 marzo - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
SAMBUCA DI SICILIA
Chiusa la strada per Misilbesi
Le avverse condizioni atmosferiche, che
continuano ad imperversare anche nell'Agrigentino, hanno
danneggiato il tratto della strada statale 188 che collega s.
Margherita Belice al Bivio Misilbesi, snodo essenziale per
raggiungere i centri delle province di Trapani ed Agrigento.
L'interruzione, conseguenza del manto stradale impercorribile a
causa di una frana, comporta gravi disagi agli interessati e
soprattutto ai pendolari che, per raggiungere il posto di lavoro,
sono costretti, quotidianamente, a percorsi alternativi più lunghi e
dispendiosi. Nonostante nell'ente interessato abbia posto
tempestivamente la segnaletica adegua t, allo stato attuale, non si
conoscono i tempi di intervento per la riattivazione del traffico
veicolare. (GLM)
PORTO EMPEDOCLE. Sabato dopo la
partenza segnalata avaria al motore. La nave recuperata dai
rimorchiatori.
Si guasta il traghetto «Sansovino»
In forse i collegamenti con le isole.
Una avaria al motore principale.
Costretto a rientrare in porto, con l'aiuto del rimorchiatore
"Vigata", il traghetto di linea "Sansovino' per Linosa e
Lampedusa. E' accaduto nella notte fra sabato ed ieri, subito dopo
la partenza dalla banchina di Porto Empedocle. La motonave - secondo
quanto ieri è stato ricostruito dalla Capitaneria di porto - è
salpata alle ore 23 con 30 membri d'equipaggio, 21 passeggeri e 17
veicoli commerciali. "Poco dopo mezzanotte, ad una distanza di
circa 4 miglia dal porto, - ha reso noto ieri la Guardia costiera di
Porto Empedocle - l'unità ha comunicato alla sala operativa della
Capitaneria il malfunzionamento del motore principale di sinistra per
una lesione dell'impianto di alimentazione, con perdita di acqua di
raffreddamento. Gli immediati contatti tra il comando di bordo
dell'unità e la sala operativa della hanno consentito di disporre,
per motivi di sicurezza, il rientro della nave in porto ed il pronto
intervento del rimorchiatore "Vigata" per fornire l'assistenza
al traghetto". Il traghetto - grazie alla preziosa sinergia fra il
rimorchiatore, il pilota e gli ormeggiatori del porto - all'una ha
ormeggiato alla banchina Sciangula. "Il personale della società
armatrice è al lavoro - è stato reso noto sempre dalla Guardia
costiera di Porto Empedocle - per ripristinare, nel più breve tempo
possibile, l'efficienza dei motori al fine di consentire alla
Capitaneria il rilascio dell'autorizzazione alla partenza della
nave previa visita di sicurezza che sarà effettuata dall'ente
tecnico di classifica". Ancora una volta, così come era già
accaduto il 7 aprile dello scorso anno con l'allagamento della
motonave "Adriatica l", il coordinamento della Capitaneria è
riuscito a far fronte, in maniera esemplare, all'emergenza evitando
qualsiasi criticità per la sicurezza della navigazione e la tutela
della pubblica incolumità. (CR)
OCCUPAZIONE. stata sospesa la
protesta dopo la decisione della Regione di sospendere l'attività
dello stabilimento. Ma tra otto giorni la chiusura diventerà
inevitabile.
Terme di Sciacca, riparte solo per
una settimana.
L'occupazione è durata poche ore
perché gli stagionali non vogliono impedire agli ultimi degenti di
poter effettuare le cure.
L'occupazione dello stabilimento e
degli uffici amministrativi è durata poche ore perché gli
stagionali non vogliono impedire agli ultimi curandi che hanno
prenotato di potere effettuare le cure termali. Oggi, pertanto, lo
stabilimento resterà aperto e sarà così per tutta la settimana.
Poi scatterà la chiusura se non arriveranno novità dalla Regione.
Da questa mattina verrà effettuato un sit-in permanente davanti alle
strutture, domani i 40 stagionali il cui posto di lavoro e fortemente
a rischio per la decisione della Regione di bloccare la gestione
ordinaria si recheranno a Palermo per attendere le decisioni del
tavolo tecnico che è stato convocato. Sono queste le ultime novità
sul versante terme con un'intera città che è stata spiazzata
dalla decisione assunta dalla Regione di affidare le prospettive del
polo saccense soltanto alla ricerca di un privato che potrà
gestirlo.
«Martedì saremo a Palermo dice
Salvato re Baio, uno degli stagionali - per capire quali sono le
ragioni per le quali due assessori regionali hanno detto, a distanza
di pochi giorni l'uno dall'altro, che la stagione 2015 sarebbe
stata garantita e poi l'assemblea dei soci. Cioè la stessa
Regione, decide di sospendere la gestione ordinaria.
«In pratica gli fa eco Ezio
Sclafani, un altro stagionale di fermare tutto fino a quando non
si troverà un privato disposto a gestire le terme. I lavoratori non
mollano. "Ormai
dice Baio siamo disposti a tutto.
Per il nostro pane faremo ogni cosa". I sindacati svolgono il
difficile compito di sostenere la protesta, ma anche di frenare gli
eccessi. «Tutto deve svolgersi nell'ambito della legalità
dice Alberto Sabella, segretario provinciale della Cisal, che anche
ieri ha incontrato alcuni lavoratori e in questo dobbiamo tenere la
barra dritta. Certo, il comportamento della Regione è allucinante
con un pezzo importante del governo regionale che dice una cosa e
l'assemblea dei soci che pochi giorni dopo si muove nella direzione
opposta. A questo punto vogliamo sapere qual è il destino delle
terme e di questi lavoratori che non possono rimanere a casa nel
momento in cui c'è la struttura per la quale lavorano da anni che
è in grado di potere operare senza ac cumulare debiti, ma anzi
garantendo utili. Ricordiamo sempre che gran parte dei debiti della
Terme di Sciacca aggiunge Sabella sono nei confronti della
stessa Regione". Ad accendere le polveri ci pensa anche Franco
Zammuto che ha dedicato la domenica ad esaminare un verbale del
collegio sindacale della Terme di Sciacca».
"E si evince chiaramente -. dice
Zammuto che ci sono strade diverse rispetto a quella di bloccare
la gestione ordinaria e dunque di chiudere le terme in attesa
dell'arrivo del privato. Dal verbale, dalle dichiarazioni del
presidente del collegio sindacale questo si evince chiaramente. E
allora perché si è deciso di andare avanti in questa direzione e
come mai pochi giorni dopo questa riunione del collegio sindacale si
è riunita l'assemblea dei soci che ha revocato l'autorizzazione
alla gestione ordina ria sia nel settore termale che in quello
alberghiero? Mi auguro che qualcuno aggiunge Zammuto dia risposte
a queste domande. (CP)
LA SICILIA
L'EX PROVINCIA ANNUNCIA DI VOLER
IFUIBIRE IL PASSAGGIO DEI MEZZI PESANTI, LA SOCIETÀ FA RICORSO AL
TAR
"Guerra" tra Libero Consorzio e
Sanpellegrino per la Sp 24
g. s.) L'ex Provincia regionale di
Agrigento annuncia che una strada provinciale, intensamente percorsa
da mezzi pesanti, rischia di essere inibita al transito oltre un
certo carico e si trova a doversi difendere davanti ai giudici del
Tar.
E' accaduto al Libero Consorzio
agrigentino, che a metà gennaio, rilevate le pessime condizioni di
una strada provinciale, la Sp. 24, ipotizzava la necessità nel breve
periodo di disporre l'interdizione alla circolazione dei mezzi
pesanti oltre i 35 quintali. Questo perché, diceva il Settore
Ambiente, Territorio, Infrastrutture stradali «il fondo stradale si
presenta particolarmente rsu
rato per il continuo transito dei mezzi
pensanti facenti capo alla ditta ricorrente». La ditta in questione
è la Sanpellegrino Spa, già Nestlè Vera Srl, impegnata nel
trasporto di acqua dalla sorgente che è in loro concessione
attraverso la rete stradale provinciale.
Una viabilità assolutamente inadatta,
sostiene l'ex Provincia, a reggere un carico così intenso,
soprattutto nella considerazione che l'Ente non è nelle condizioni
economiche di poter far fronte a frequenti interventi di
manutenzione. Come è noto, ad esempio, ad oggi ci sono una
quarantina di strade chiuse o parzialmente inibite al transito e
sarebbero necessari almeno 40 milioni di euro di investimenti.
Una preoccupazione, quella collegata
alla Sp24, che la Sanpellegrino pare non condivida, dato che ha
proposto ricorso dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale per
impugnare quella che al momento è solo una lettera e non una
determinazione. Ricorso contro cui il Libero consorzio si sta
costituendo in giudizio, senza potere, verosimilmente, ribadire nel
frattempo la necessità di limitare il transito in quell'arteria.
Speriamo che almeno, nel frattempo,
abbiano i soldi per ripararla.