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rassegna stampa del 7-8 e 9 marzo 2015

7 marzo - sabato
GIORNALE DI SICILIA
ISTRUZIONE. È stata firmata dal commissario straordinario Alessandra Di Liberto. Pubblicata la delibera che "salva" il Cupa «Un'impresa storica» Revocato il precedente provvedimento. Il deputato Tonino Moscatt: «Lottiamo per dare un futuro ai nostri figli».
 
È stata la nota numero 3257 del 4 marzo scorso, acquisita agli atti dell'ex Provincia con protocollo numero 4972 del 5 marzo, con la quale il presidente, Rosario Crocetta, conferma l'impegno della Regione Sicilia a stanziare i fondi vincolati per la sede staccata dell'università di Agrigento a convincere" il commissario straordinario Alessandra Di Liberto a revocare la precedente determinazione commissariale, 199 del 16 dicembre 2014 e di conseguenza rientrare nel Consorzio universitario. Ieri la nuova determina, la numero 24, è stata pubblicata all'albo pretorio dell'ex Provincia. Ecco cosa viene riportato nella determina: «Il presidente della Regione conferma con riferimento alle misure che saranno contenute nel corpo della legge finanziaria per l'esercizio 2015, l'impegno del governo regionale all'inserimento di stanziamenti triennali congrui a valere sulle manovre di riequilibrio della finanza pubblica, varate dallo Stato, nonché apposito stanziamento triennale in misura a quanto segnalato e per le motivazioni rese con vincolo di destinazione per il Consorzio universitario di Agrigento». Ecco quindi la chiave di volta che ha permesso al commissario di firmare la revoca del recesso da Cupa e rientrare nel consorzio, nonostante i pareri negativi dei funzionari della Provincia. Nella nota del 4marzo scorso, indirizzata al presidente della Regione, il commissario Di Liberto aveva evidenziato che il recesso dal Consorzio universitario del 16 dicembre è stato determinati nel rispetto delle norme di contabilità e statutarie, a seguito di una stima per l'ente, per l'anno 2015 di un disavanzo digestione, riferibile alla parte corrente, in poco più di 6 milioni di euro. In questa nota il commissario ha ribadito che laddove il trasferimento pluriennale ai liberi consorzi non fosse congruo, a fronte di manovre di riequilibrio della finanza pubblica varate dallo Stato, la conseguenza finanziaria sarebbe la dichiarazione del dissesto. Viene ritenuto necessario quindi, configurare stanziamenti triennali congrui connessi ai trasferimenti al Liberi consorzi, e nella fattispecie, per il Cupa, è stato chiesto uno stanziamento triennale con vincolo di destinazione, in misura pari a un milione di euro. La relazione, sulla situazione finanziaria del Libero consorzio comunale di Agrigento, a firma del direttore del settore Ragioneria e del commissario straordinario, ha evidenziato che a seguito dell'approvazione della legge nazionale di stabilità viene nuovamente rappresentato l'aggravarsi della già precaria situazione finanziaria dell'ente, malgrado l'adozione di ulteriori misure di contenimento delle spese ancorchè obbligatorie». Al di la degli aspetti tecnici, resta comunque la soddisfazione degli studenti. «È stata una impresa storica- ha detto Liliana Ingiaimo di Vivere il Polo. Abbiamo sentito la solidarietà di tutti ed è stato emozionante sfilare con il cardinale Montenegro al nostro fianco». Anche Lucrezia Gazziano, Vincenzo Spoto e Paolo D'Amato sono soddisfatti per l'esito della battaglia portata avanti da tutti. «Lottiamo per noi ma anche per i nostri figli — hanno detto — perché sulla cultura non si facciano mai sconti». Infine il deputato nazionale Tonino Moscatt interviene nel dibattito. «Il Cupa di Agrigento deve e dovrà respirare a pieni polmoni. Anche per questo motivo trovo molto importante — dice Moscatt - proposta dell'On. Giovanni Panepinto - di redigere un disegno di legge 'ad hoc' che tuteli il Polo universitario e lo metta al sicuro per il futuro». (PAPI)

GIRGENTI ACQUE. La società che gestisce servizio spiega a situazione: per fortuna molti sindaci hanno capito. «Non consegnare le reti è inadempienza».

 «E' contro il sistema che protestano. E molti dei sindaci hanno anche centrato il problema: c'è un inadempimento dei loro colleghi sindaci che non hanno consegnato le reti idriche all'Ato», Girgenti Acque, ancor prima che divampasse la manifestazione provinciale, è entrata nel merito dei vari punti oggetto di accuse e di dibattito. "La tariffe - spiegano dalla direzione della società - devono coprire il costo del servizio. Funziona così, sia per l'acquedotto pugliese che è a gestione pubblica che per qualunque altra società. Negli ambiti territoriali, i costi devono essere ripartiti in maniera equa. Chi pensa di poter fare diversamente è fuori dal mondo. Se l'acqua costa 100 e io la vendo 50, come fa l'Eas, non fa che creare una fabbrica di debiti. E questo perché applica una tariffa che risale al 1994. Non esiste una tariffa ferma 21 anni indietro. La dottrina economica è all'insegna delle tre "T": tasse, il che significa aumentarle; trasferimenti, se arrivano dallo Stato sono tasse, se arrivano dall'esterno sono investimenti che non ci sono; tariffa. Non ci sono alternative». Girgenti Acque lavora incessantemente 24 ore su 24 e, a dire della stessa azienda, ha anche dimezzato i costi interni rispetto ai precedenti gestori. « necessario far in modo che tutti adempiano ai loro obblighi e il servizio potrà funzionare meglio. In assoluto, insieme a Caltanissetta ed Enna, ad Agrigento, il costo del servizio è il più alto. Abbiamo fatto un'azione importante contro l'abusivismo e la morosità. Sia chiaro che chi è moroso danneggia tutti. Si sono anche lamentati che perseguiamo gli abusivi. Ma è una questione di giustizia. Chi usufruisce del servizio deve pagano, altrimenti lo pagano gli altri. Se non ci sono evasori si può dunque anche pagar meno. Questa è per noi un'azione morale: perseguire i morosi e soprattutto gli abusivi. Per i morosi - spiegano, entrando nel
dettaglio, da Girgenti Acque - facciamo anche dei piani di rientro personalizzati. Chi è moroso per difficoltà finanziarie ed ha intenzione di pagare, lo metteremo sempre nelle condizioni di farlo anche con piani a lungo termine. Per gli abusivi è una guerra quotidiana e giornalmente facciamo le denunce all'Autorità giudiziaria<>. E sui Comuni che non hanno consegnato le reti? «I cosiddetti ribelli, sono Comuni che sono ricchi d'acqua come Bivona e Menfi, Sono Municipi che utilizzano l'acqua solo per se stessi quando invece anche la loro acqua potrebbe essere utilizzata dal circuito di tutta la provincia». (CR)

LA SICILIA

EX PROVINCIA CONTI IN ROSSO
Lo Stato taglia i fondi
il dissesto si avvicina
Malgrado i grossi problemi di bilancio, revocato il recesso dal Cupa
Promesso (dalla Regione) un milione di euro all'anno per tre anni per il sostentamento del Consorzio universitario, anche se il rischio dissesto per il bilancio dell'ex Provincia è ancora concretissimo. E' questo, per grandi linee, il contenuto dell'atto di revoca della determinazione commissariale 199 del 16 dicembre 2014 firmata dal commissario del Libero consorzio Diliberto che, come è noto, ha di fatto riportato l'ente tra i soci fondatori del Cupa, affidando- si al momento solo su garanzie "verbali" (per quanto scritte) della Regione. Partiamo dal presupposto che a quell'atto di revoca di metà dicembre seguì il 20gennaio una nuova relazione finanziaria da parte del dirigente del settore ragioneria e dello stesso commissario, con cui "a seguito dell'approvazione della legge nazionale di stabilità, viene nuovamente rappresentato l'aggravarsi della già precaria situazione finanziaria dell'ente il quale, malgrado l'adozione di ulteriori misure di contenimento delle spese ancorchè obbligatorie, registra ormai di fatto l'insostenibilità dell'attualità situazione finanziaria". Il "buco" che presentano le casse provinciali è potenzialmente enorme. In un atto firmato di nuovo dal commissario il 4 di marzo scorso, si evidenziava infatti che il "recesso è stato determinato, nel rispetto delle norme di contabilità e statutarie, a seguito di una stima per questo ente, per il 2015 di un disavanzo digestione riferibile alla parte corrente, in poco più di 6 milioni di euro", e che lo stesso ente "ha ribadito che laddove il trasferimento pluriennale ai Liberi consorzi di comuni non fosse congruo, a fronte delle manovre di riequilibrio della finanza pubblica varate dallo Stato, la conseguenza finanziaria sarebbe la dichiarazione del dissesto". Questo perché, come è noto, lo Stato ha tagliato i trasferimenti alle Province ritenendoli ormai enti "trasfigurati", mentre in Sicilia questa trasformazione è tutt'altro che compiuta e gli enti hanno ancora il carico delle vecchie competenze obbligatorie senza avere i fondi per potervi fare fronte. Così nella nota inviata alla Regione si chiede un finanziamento triennale vincolato da un milione di euro solo per il Cupa ("nella considerazione - si dice - del disavanzo odierno del Consorzio per propria quota di competenza") ma anche necessario adottare "misure di legge finanziaria nelle qua li vengano configurati stanziamenti triennali congrui connessi ai trasferimenti regionali per i Liberi consorzi".
La Regione, da parte sua garantisce attraverso una nota anch'essa del 4 marzo, che nelle misure che saranno contenute nel corpo della legge finanziaria per l'esercizio 2015, ci sarà l'impegno del Governo "all'inserimento di stanziamenti triennali congrui a valere sulle manovre di riequilibrio della finanza pubblica varata dallo stato nonché apposito stanziamento triennale in misura pari a quanto segnalato".
Insomma, tutto è sulle spalle - al momento abbastanza fragili - della Regione, la quale oltre a "salvare" il Cupa si dovrà occupare di gai-antire la sopravvivenza di questo e di altri Liberi consorzi, attualmente ridotti letteralmente allo stremo e in seria difficoltà rispetto alla possibilità di coprire le spese ordinarie. Così la notizia del superamento dell'emergenza sul Consorzio attualmente non sembra rassicurare nessuno, in primis gli studenti. Così se i deputati Pd Panepinto e Moscatt parlano di un disegno di legge ad hoc appare quanto mai urgente dotarsi di "pallottoliere" e verificare in concreto quali sono nell'immediato e nel futuro a medio termine gli spazi di manovra.
GIOACCHINO SCHICCHI

RIPRISTINO DELLE STRADE PROVINCIALI
SERVIREBBERO ALMENO 40 MILIONI DI EURO
g. s.) La Regione stanzia (tra squilli di trombe) 49 milioni di euro per le strade provinciali dell'intera Isola ma ne servirebbero 40 milioni solo per il territorio Agrigentino. A ribadirlo, in una nota stampa, è la stessa ex Provincia, che definisce l'atto esitato dalla Giunta regionale "un passo importante, anche se non sufficiente a garantire il ripristino delle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale". Un programma puntuale, redatto dallo stesso ente intermedio del resto esiste già e parla di numeri ben diversi. Lo stesso è stato trasmesso a suo tempo all'Assessorato Regionale delle Infrastrutture Stradali e al Prefetto di Agrigento, "al quale — dicono dal Libero consorzio è stata più volte esposta la difficile situazione di una rete viaria fondamentale non solo per i collegamenti tra i paesi dell'entroterra, ma anche per le numerose attività (agro zootecniche ma non solo) penalizzate dalle condizioni delle strade. Alcune di queste precisano ancora — peraltro assumono un ruolo ancora più importante per le implicazioni di carattere economico: è il caso, tanto per fare un esempio, della SP n. 6 Licata-Ravanusa, chiusa al traffico da tempo, il cui ripristino consentirebbe di attenuare le enormi difficoltà di collegamento tra la zona costiera est e il comprensorio ravanusano-canicattinese, fortemente penalizzato dalla chiusura della SS 626 in seguito al noto crollo del viadotto di contrada Petrulla, e i cui tempi di ripristino si annunciano molto lunghi". I numeri, nei fatti, sono da bollettino di guerra: al momento il programma di interventi tracciato dal Settore Infrastrutture Stradali conta ben 39 strade provinciali o ex consortili chiuse o con forti limitazioni al traffico, "al quale vanno aggiunte — concludono dall'ex Provincia, quelle chiuse negli ultimi giorni".

"GUERRA" SUI LIQUAMI TRA LIBERO CONSORZIO E GIRGENTI ACQUE
g. s.) L'ex Provincia regionale multa la Girgenti acque per il malfunzionamento dei suoi impianti di depurazione e l'azienda fa ricorso.
I fatti risalgono al periodo tra novembre e dicembre scorsi, quando il settore Ambiente ha erogato una sanzione amministrativa da 4.500 euro al gestore per violazione dell'articolo 133 commi i e 2 del decreto legislativo 152 del 2006. Questo, nello specifico, punisce chi supera i valori limite in fase di emissioni degli scarichi fogliari oppure chi "apra o comunque effettui scarichi di acque reflue domestiche odi reti fognarie, servite o meno da impianti pubblici di depurazione, senza l'autorizzazione di cui all'articolo 124, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata".
Ad aver fatto i controlli, pare, sia stato nel recente passato l'Arpa, che in più occasioni avrebbe riscontrato appunto delle anomalie. A guardare i massimali indicati dalla legge, tra l'altro, l'importo indicato come sanzione non pare nemmeno particolarmente "salato", ma ovviamente la società ha deciso di costituirsi in giudizio per resistere all'ingiunzione di pagamento. Stessa strada intende seguire l'ex Provincia, che ha dato mandato ad un avvocato interno all'ente di disporre la costituzione in giudizio, nonostante non sia pervenuta "a tutt'oggi la relazione del settore competente", Manca cioè una "carta" di appoggio che manifesti la sostenibilità della difesa di tipo giudiziario.

Infoagrigento

CUPA, Maria Iacono (PD) auspica soluzioni definitive.

"La revoca, da parte del Commissario dell'ex Provincia Di liberto, dell'atto con il quale l'Ente cessava la propria partecipazione al CUPA, ha il merito di scongiurare , almeno nel breve periodo, l'immediata chiusura dell'università che per questo territorio rappresenta un punto di riferimento culturale e formativo."
Lo ha dichiarato la deputata del Pd, Maria Iacono, che ha poi aggiunto, "gli impegni sottoscritti dal Governo Crocetta , che comunque dovranno trovare copertura nella prossima Finanziaria Regionale ,hanno dato i propri frutti consentendo la prosecuzione dell'anno accademico in corso."
"Credo che la soluzione fin qui trovata rappresenti solo un primo segnale , ovvero una soluzione tampone che non ha carattere definitivo o risolutivo."
"E' necessario che, fin da subito, gli i amministratori del CUPA, la deputazione, a livello sia nazionale che Regionale , i sindaci dei comuni della Provincia di Agrigento, il commissario del Libero consorzio, si siedano attorno ad un tavolo per delineare un percorso, anche di natura normativa che sia nelle condizioni di dare continuità all'istituzione accademica." "L'Università di Agrigento non può costituire un'emergenza per cui di anno in anno si devono trovare soluzioni per il suo mantenimento".
"Per la Città di Agrigento, ultima in tutte le statistiche economiche e sociali, il CUPA rappresenta una delle poche risorse in grado di invertire la tendenza ed una sua chiusura, di contro, rappresenterebbe un colpo mortale alla sua rinascita."
"Ho già chiesto ,alla dott.ssa Immordino, di convocare con urgenza un tavolo tecnico per cominciare a discutere del rilancio del CUPA e della possibile prospettiva che si vuole dare all'Istituto accademico." "Servirà, probabilmente, anche una ridefinizione giuridica e statutaria dello stesso Consorzio ed una sorta di ripensamento di questo necessario ed imprescindibile luogo di cultura attraverso, per esempio, l'Istituzione di nuovi corsi specialistici nel campo del turismo, del diritto dell'immigrazione e del diritto d'asilo o ancora nell'istituzione di corsi specialistici di architettura rivolti agli studenti dell'area "euro mediterranea."
"Nei prossimi giorni incontrerò esponenti del Governo a cui ribadirò ancora una volta l'esigenza di trovare tutte le soluzioni in grado di assicurare il diritto allo studio dei nostri giovani". " La soluzione seppur temporanea , offerta dalla Regione Siciliana, deve costituire un'opportunità perché la politica , le Istituzioni accademiche e gli Enti preposti trovino una soluzione definitiva."

8 marzo - domenica

GIORNALE DI SICILIA

UNIVERSITA'. Da anni gli studenti si sono trovati a fare i conti con un Diritto allo studio a tempo determinato, ma la situazione da qualche mese è divenuta disastrosa.
"SALVARE IL CUPA", LETTERA INVIATA A MATTARELLA.

Piero Di Noto, studente di giurisprudenza presso il Polo di Agrigento, esce dal silenzio e parla a nome di tutti
Da anni gli studenti del Polo di Agrigento si sono trovati a fare i conti con un diritto allo Studio a tempo determinato, ma la situazione da qual che mese è divenuta disastrosa, producendo la paura concreta tra studenti e dipendenti di un'imminente chiusura del Polo. Gli studenti, stanchi delle solite parole di conforto del politico di turno, hanno reagito instaurando un'assemblea permanente, manifestando presso le vie di Agrigento, dimostrando tutto il loro dissenso per una chiusura inaccettabile. Piero Di Noto, studente di giurisprudenza presso il Polo di Agrigento, esce dal silenzio e parlando a nome di tutti gli studenti del Polo di Agrigento scrive una lettera aperta indirizzata al Nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Egregio signor presidente Sergio Mattarella,con la presente lettera,mi rivolgo alci in qualità di studente e a nome di tutti gli studenti del polo universitario di Agrigento, per denunciare una gravissima situazione che affligge, ormai da un pò di tempo, la nostra provincia, e cioè la chiusura del polo decentrato di Agrigento, una struttura che costituisce il fiore all'occhiello della provincia, e che col passare del tempo ha acquisito un'importanza ed una fama tale da essere, a mio parere, accostata a quella degli stessi templi, e che rischia la chiusura a causa del recesso compiuto,per motivi finanziari, da due dei tre soci di maggioranza del consorzio, che provvede al mantenimento dello stesso polo, e cioè la camera di commercio e la stessa provincia. La situazione, come ho scritto poc'anzi è mol te grave perché se entro questa settimana la regione Siciliana non interviene offrendo le dovute garanzie ,che permettano alla provincia di revocare il recesso e se la regione non interviene in sede di approvazione di bilancio e cioè entro il 10 aprile per garantire la copertura finanziaria per i prossimi tre anni, il pelo verrà liquida tu, o comunque se verrà revocato queste recesso, potrà mantenersi,e meglio sopravvivere, fine a settembre del 2015, se , infatti, successivamente non si interverrà in sede di bilancio per garantire le suddette coperture, il polo chiuderà battenti già a partire dall'anno prossimo. Si tratta dunque di un problema che riguarda gli studenti le famiglie il personale della struttura e le stesse prestigio della provincia. Molti sono infatti gli studenti che non avendo le risorse per studiare altrove, o essendo affette da disabilità gravi, rischiano di perdere per sempre un diritto sacrosanto, caposaldo di una società evoluta e all' avanguardia, ossia il diritte all'istruzione, un diritte che rende UOMO il cittadine, che le libera dalle catene dell'ignoranza che l'opprimono e gli impedisce di chinare il capo al sopravvenienti, e queste non è ammissibile perché non si può dire che i giovani seno il futuro e poi impedir loro di crearselo,perché non si può parlare di state sociale e poi non garantire un servizio di primaria importanza per il cittadine, perché tutto può essere tagliate menu che l'istruzione, senza istruzione non c'è sviluppo, non c'è ricerca, c'è il vuoto,c'è il buio dell'ignoranza e della superstizione e soprattutto non c'è cambiamento. Se vogliamo che la Sicilia diventi terra di speranze e di FUTDRO e non disegni infranti e di antiche esperienze culturali ormai sbiadite e cancellate dal tempo,allora dobbiamo partire proprio da quelle che hanno da sempre costituite il perno delle società moderne e all'avanguardia, ossia le università! Per queste ragione tutti gli studenti si rivolgono a lei, affinché, sempre nel rispetto della carica che riveste e del suo ruolo super partes, possa interessarsi della questione facendo di tutte, anche ricevendo formalmente una nostra delegazione di studenti, per sostenere la nostra causa affinché possa essere finalmente garantite il nostre diritte all'istruzione. Nel ringraziarla per la cortese attenzione prestatami, Signor Presidente, ripongo in Lei in prima istanza la mia Fiducia, sapendo quante Le stia a cuore il bene dell'Italia Tutta. Colgo altresì l'occasione per porgerle i miei più cordiali saluti.
(PAPI)

LA SICILIA

RIFIUTI. Il Comune affida all'esterno la progettazione e il calcolo dei costi del servizio d'igiene ambientale.
POSSIBILE RISPARMIARE 4MLN
Il Comune affida all'esterno la progettazione e il calcolo dei relativi costi per il servizio di igiene ambientale e, miracolosamente, le casse pubbliche risparmiano 4 milioni, prevedendo addirittura la raccolta porta a porta. Al momento soldi (in entrata o in uscita) non ce ne sono, essendo scritti su carta. In particolare in una relazione che il Comune ha richiesto (e pagato) alla società Ingegneria Ambientale, alla quale è stato (lato incarico di realizzare la "struttura" per un bando di due anni che dovrebbe consentire di scongiurare nuove ordinanze di proroga e fornire abbastanza tempo per realizzare un servizio fondato sulla gestione "in house", come chiesto dal Consiglio comunale. Il documento non è pubblico, ma viene riportato per stralci nella determina che approva gli allegati, la determinazione del costo del servizio e il relativo quadro economico e che, appunto, prevede complessivamente una riduzione di 4 milioni di euro rispetto a quanto fin qui pagato. Un miracolo, appunto, e lo possono certificare gli ex consiglieri comunali, ai quali è sempre stato risposto che era assolutamente impossibile ridurre i margini del servizio.
Qui, a guardare i nudi numeri, emerge come si sia riusciti a farlo prevedendo addirittura il potenziamento estivo (ben 763.542 euro praticamente inutili, tra l'altro). Il dettaglio complessivo dei costi è elencato in modo puntuale:
5.708.892 euro andrebbero, per un anno, ai servizi continuativi, cui si andrebbero ad aggiungere 414.613,10 euro di servizio di raccolta differenziata porta a porta Più 1.239.677 euro di spese generali ed utili calcolati sul totale (18% del costo). A questo importo si aggiungono 895.971 euro per il costo del personale Gesa e la gestione dei cosiddetti Ccc più circa un milione di euro tra iva, imprevisti e competenze del Rup per la gara d'appalto.
Su dieci milioni, va però precisato, solo 2.619.287 sono realmente soggetti a ribasso d'asta, mentre quasi 5 milioni e mezzo sono i costi collegati al personale. E qui, da quanto è in nostra conoscenza, c'è qualcosa che non qua- dia. Sì, perché nel precedente studio di fattibilità generale realizzato sempre dall'Ingegneria Ambientale si indicava come voce per il personale una somma superiore di un milione (6.491.914) e non è possibile ridurre il personale. Tutto dovrebbe diventare realtà entro poco tempo, considerato che il Municipio, nella stessa determinazione impegna 7 milioni per la copertura di maggio-dicembre 2015 (più 10.087.557 euro per il 2016 e 3.027.654 euro per il 2017).
GIOACCHINO SCHICCHI

ELEZIONI RSU, HANNO VINTO TUTTI MA CON LE DOVUTE "LIMITAZIONI"
g. s.) Il giorno dopo la nomina delle rappresentanze sindacali unitarie nel mondo della pubblica amministrazione, a guardare le note stampa giunte alle redazioni giornalistiche sembra che abbiano vinto tutti e non abbia perso nessuno, In verità a leggere i testi si scopre che se i titoli sono bene o male tutti uguali, il punto principale sono i dettagli. Ovvero: ognuno ha vinto per davvero, ma solo a specifiche condizioni.
La Uil Fpl, ad esempio, con il suo segretario Fabrizio Danile esulta come «dopo tre anni e in un momento difficile per il pubblico impiego e per l'attività sindacale, la Uil Fpl si conferma il primo sindacato alla Provincia Regionale di Agrigento con il 44% dei consensi e con sei seggi, primo anche al Comune di Agrigento con il 31% con cinque seggi, facendo registrare negli enti locali e nella sanità grande conferma e affermazione», limitando quindi la vittoria a specifiche voci.
Di numeri assoluti, invece, parla la Cigl Fp. «Anche in questa tornata elettorale i lavoratori hanno rivendicato i propri spazi di partecipazione e i propri diritti riconfermando il ruolo fondamentale della Cigl - dichiara il segretario Alfonso Buscemi — di contrastare le scelte politiche che tentano di mortificare e chiudere i servizi pubblici, rivendicando il diritto ai lavoratori di partecipare al processo di riordino degli stessi per garantire servizi all'utenza migliori e più efficienti, Il risultato ottenuto dal sindacato che con 1132% si conferma il primo sindacato con punti di crescita come quelli ottenuti nella sanità di oltre? punti percentuali, ci spinge a proseguire e migliorare nel lavoro fatto in questi anni». La Cisl, invece, si è autoproclamata «il primo sindacato del lavoro pubblico in provincia di Agrigento".
«Sono 5.400 i lavoratori e le lavoratrici che hanno preferito le liste della Cisl — spiega il segretario Maurizio Saia -Tremilacentocinquanta voti nella Scuola pari al 45%, e 2,300 i voti nei compatti della Funzione Pubblica pari al 32%, una vera affermazione che ci premia delle politiche effettuate ma soprattutto per l'attività svolta insieme ai lavoratori.
Sono stati molteplici i problemi affrontati che ancora ci vedono impegnati a tutelare i lavoratori».

9 marzo - lunedì

GIORNALE DI SICILIA

SAMBUCA DI SICILIA
Chiusa la strada per Misilbesi
Le avverse condizioni atmosferiche, che continuano ad imperversare anche nell'Agrigentino, hanno danneggiato il tratto della strada statale 188 che collega s. Margherita Belice al Bivio Misilbesi, snodo essenziale per raggiungere i centri delle province di Trapani ed Agrigento. L'interruzione, conseguenza del manto stradale impercorribile a causa di una frana, comporta gravi disagi agli interessati e soprattutto ai pendolari che, per raggiungere il posto di lavoro, sono costretti, quotidianamente, a percorsi alternativi più lunghi e dispendiosi. Nonostante nell'ente interessato abbia posto tempestivamente la segnaletica adegua t, allo stato attuale, non si conoscono i tempi di intervento per la riattivazione del traffico veicolare. (GLM)

PORTO EMPEDOCLE. Sabato dopo la partenza segnalata avaria al motore. La nave recuperata dai rimorchiatori.
Si guasta il traghetto «Sansovino» In forse i collegamenti con le isole.

Una avaria al motore principale. Costretto a rientrare in porto, con l'aiuto del rimorchiatore "Vigata", il traghetto di linea "Sansovino' per Linosa e Lampedusa. E' accaduto nella notte fra sabato ed ieri, subito dopo la partenza dalla banchina di Porto Empedocle. La motonave - secondo quanto ieri è stato ricostruito dalla Capitaneria di porto - è salpata alle ore 23 con 30 membri d'equipaggio, 21 passeggeri e 17 veicoli commerciali. "Poco dopo mezzanotte, ad una distanza di circa 4 miglia dal porto, - ha reso noto ieri la Guardia costiera di Porto Empedocle - l'unità ha comunicato alla sala operativa della Capitaneria il malfunzionamento del motore principale di sinistra per una lesione dell'impianto di alimentazione, con perdita di acqua di raffreddamento. Gli immediati contatti tra il comando di bordo dell'unità e la sala operativa della hanno consentito di disporre, per motivi di sicurezza, il rientro della nave in porto ed il pronto intervento del rimorchiatore "Vigata" per fornire l'assistenza al traghetto". Il traghetto - grazie alla preziosa sinergia fra il rimorchiatore, il pilota e gli ormeggiatori del porto - all'una ha ormeggiato alla banchina Sciangula. "Il personale della società armatrice è al lavoro - è stato reso noto sempre dalla Guardia costiera di Porto Empedocle - per ripristinare, nel più breve tempo possibile, l'efficienza dei motori al fine di consentire alla Capitaneria il rilascio dell'autorizzazione alla partenza della nave previa visita di sicurezza che sarà effettuata dall'ente tecnico di classifica". Ancora una volta, così come era già accaduto il 7 aprile dello scorso anno con l'allagamento della motonave "Adriatica l", il coordinamento della Capitaneria è riuscito a far fronte, in maniera esemplare, all'emergenza evitando qualsiasi criticità per la sicurezza della navigazione e la tutela della pubblica incolumità. (CR)

OCCUPAZIONE. stata sospesa la protesta dopo la decisione della Regione di sospendere l'attività dello stabilimento. Ma tra otto giorni la chiusura diventerà inevitabile.
Terme di Sciacca, riparte solo per una settimana.
L'occupazione è durata poche ore perché gli stagionali non vogliono impedire agli ultimi degenti di poter effettuare le cure.
L'occupazione dello stabilimento e degli uffici amministrativi è durata poche ore perché gli stagionali non vogliono impedire agli ultimi curandi che hanno prenotato di potere effettuare le cure termali. Oggi, pertanto, lo stabilimento resterà aperto e sarà così per tutta la settimana. Poi scatterà la chiusura se non arriveranno novità dalla Regione. Da questa mattina verrà effettuato un sit-in permanente davanti alle strutture, domani i 40 stagionali il cui posto di lavoro e fortemente a rischio per la decisione della Regione di bloccare la gestione ordinaria si recheranno a Palermo per attendere le decisioni del tavolo tecnico che è stato convocato. Sono queste le ultime novità sul versante terme con un'intera città che è stata spiazzata dalla decisione assunta dalla Regione di affidare le prospettive del polo saccense soltanto alla ricerca di un privato che potrà gestirlo.
«Martedì saremo a Palermo — dice Salvato re Baio, uno degli stagionali - per capire quali sono le ragioni per le quali due assessori regionali hanno detto, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, che la stagione 2015 sarebbe stata garantita e poi l'assemblea dei soci. Cioè la stessa Regione, decide di sospendere la gestione ordinaria.
«In pratica — gli fa eco Ezio Sclafani, un altro stagionale — di fermare tutto fino a quando non si troverà un privato disposto a gestire le terme. I lavoratori non mollano. "Ormai
—dice Baio siamo disposti a tutto. Per il nostro pane faremo ogni cosa". I sindacati svolgono il difficile compito di sostenere la protesta, ma anche di frenare gli eccessi. «Tutto deve svolgersi nell'ambito della legalità — dice Alberto Sabella, segretario provinciale della Cisal, che anche ieri ha incontrato alcuni lavoratori e in questo dobbiamo tenere la barra dritta. Certo, il comportamento della Regione è allucinante con un pezzo importante del governo regionale che dice una cosa e l'assemblea dei soci che pochi giorni dopo si muove nella direzione opposta. A questo punto vogliamo sapere qual è il destino delle terme e di questi lavoratori che non possono rimanere a casa nel momento in cui c'è la struttura per la quale lavorano da anni che è in grado di potere operare senza ac cumulare debiti, ma anzi garantendo utili. Ricordiamo sempre che gran parte dei debiti della Terme di Sciacca — aggiunge Sabella — sono nei confronti della stessa Regione". Ad accendere le polveri ci pensa anche Franco Zammuto che ha dedicato la domenica ad esaminare un verbale del collegio sindacale della Terme di Sciacca».
"E si evince chiaramente -. dice Zammuto — che ci sono strade diverse rispetto a quella di bloccare la gestione ordinaria e dunque di chiudere le terme in attesa dell'arrivo del privato. Dal verbale, dalle dichiarazioni del presidente del collegio sindacale questo si evince chiaramente. E allora perché si è deciso di andare avanti in questa direzione e come mai pochi giorni dopo questa riunione del collegio sindacale si è riunita l'assemblea dei soci che ha revocato l'autorizzazione alla gestione ordina ria sia nel settore termale che in quello alberghiero? Mi auguro che qualcuno — aggiunge Zammuto dia risposte a queste domande. (CP)

LA SICILIA

L'EX PROVINCIA ANNUNCIA DI VOLER IFUIBIRE IL PASSAGGIO DEI MEZZI PESANTI, LA SOCIETÀ FA RICORSO AL TAR
"Guerra" tra Libero Consorzio e Sanpellegrino per la Sp 24
g. s.) L'ex Provincia regionale di Agrigento annuncia che una strada provinciale, intensamente percorsa da mezzi pesanti, rischia di essere inibita al transito oltre un certo carico e si trova a doversi difendere davanti ai giudici del Tar.
E' accaduto al Libero Consorzio agrigentino, che a metà gennaio, rilevate le pessime condizioni di una strada provinciale, la Sp. 24, ipotizzava la necessità nel breve periodo di disporre l'interdizione alla circolazione dei mezzi pesanti oltre i 35 quintali. Questo perché, diceva il Settore Ambiente, Territorio, Infrastrutture stradali «il fondo stradale si presenta particolarmente rsu
rato per il continuo transito dei mezzi pensanti facenti capo alla ditta ricorrente». La ditta in questione è la Sanpellegrino Spa, già Nestlè Vera Srl, impegnata nel trasporto di acqua dalla sorgente che è in loro concessione attraverso la rete stradale provinciale.
Una viabilità assolutamente inadatta, sostiene l'ex Provincia, a reggere un carico così intenso, soprattutto nella considerazione che l'Ente non è nelle condizioni economiche di poter far fronte a frequenti interventi di manutenzione. Come è noto, ad esempio, ad oggi ci sono una quarantina di strade chiuse o parzialmente inibite al transito e sarebbero necessari almeno 40 milioni di euro di investimenti.
Una preoccupazione, quella collegata alla Sp24, che la Sanpellegrino pare non condivida, dato che ha proposto ricorso dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale per impugnare quella che al momento è solo una lettera e non una determinazione. Ricorso contro cui il Libero consorzio si sta costituendo in giudizio, senza potere, verosimilmente, ribadire nel frattempo la necessità di limitare il transito in quell'arteria.
Speriamo che almeno, nel frattempo, abbiano i soldi per ripararla.


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