GIORNALE DI SICILIA
DECISIONE DELLA PROCURA.
Dopo il
deposito della consulenza tecnica d'ufficio, il pm Cinque ha
autorizzato la rimozione dei sigilli che erano stati apposti
all'intera area
Crollo del Petrulla, dissequestrato
il viadotto.
Entro domani l'Anas provvederà a
definire l'iter per appaltare i lavori di rifacimento del ponte. La
626 è chiusa da otto mesi.
La procura della Repubblica di
Agrigento ha dissequestrato, con prescrizioni per l'Anas, il
viadotto Petrulla (sulla statale 626) che il 7luglio dello scorso
anno era crollato tagliando in due, di fatto, il territorio
agrigentino. L'inchiesta sull'implosione del viadotto è
coordinata dal pm Carlo Cinque, sostituto della procura agrigentina,
con la direzione del procuratore capo Renato Di Natale e
dell'aggiunto Ignazio Fonzo. Il sequestro del ponte era avvenuto il
7 luglio del 2014, lo stesso giorno del crollo, mentre ora il
dissequestro è stato disposto in quanto il consulente incaricato dai
magistrati ha appena depositato la Ctu, perizia con la quale esprime
le proprie considerazioni riguardo alle ragioni dell'accaduto.
Considerato che l'area è stata dissequestrata, ora l'Anas può
appaltare i lavori di ripristino dell'arteria. Gi nei mesi
immediatamente successivi al crollo, come si ricorderà, era stato
denunciato che per la riapertura della statale 626 erano stati
impegnati, complessivamente, dodici milioni di euro. Soldi che
serviranno non solo a "rimettere in piedi" il Petrulla, ma anche
ad eseguire la manutenzione di un altro viadotto della zona, il
Salse. Come si ricorderà, nelle settimane immediatamente successive
al crollo del viadotto, l'Anas aveva valutato la possibilità di
realizzare nella zona un by pass, in mode da consentire agli
automobilisti di percorrere una strada provvisoria (da realizzare
espropriando alcuni terreni della zona) per superare il Petrulla e
rimettersi sulla statale. L'ipotesi, però, era stata abbandonata
quasi subite. Seconde quante la stessa Anas aveva annunciato,
infatti, erano state rilevate delle criticità anche sul viadotto
Salse. Si temeva, in pratica, che potesse fare la stessa fine del
Petrulla. Di conseguenza l'ipotesi del by pass era stata
accantonata, e l'Anas aveva provvedute a migliorare il vecchio
tracciate della 123, quello di contrada Sant'Oliva, per riprendere
i collegamenti tra Licata, Canicattì, Campo- bello di Licata e
Ravanusa. Di fatte questi centri erano rimasti isolati a causa del
crollo del viadotto Petrulla. Adesso la 123 è frequentatissima, le
condizioni dell'asfalto seno state migliorate, ma non si può dire
che si tratti di uno scorrimento veloce. Urge, dunque, riapre al più
presto la statale 626. Dall'Anas fanne sapere che entro venerdì
(domani ndr) sarà definite l'iter per appaltare i lavori. Domani,
dunque, si dovrebbe conoscere la data in cui i lavori di ripristino
del viadotto Petrulla saranno appaltati, e quanto tempo sarà
necessario per ultimarli. Intanto la magistratura continua a lavorare
per accertare le responsabilità dell'accadute. (AAU)
MANIFESTAZIONE DAVANTI ALL'ARS.
Amministrazioni comunali presenti con i gonfaloni delle rispettive
città
«Acqua pubblica», venti Consigli a
Palermo
Oltre 20 sindaci dell'agrigentino
(tra i 50 giunti da ogni parte della Sicilia) ieri pomeriggio hanno
riunito i consigli comunali davanti all'Ars per dire no alla
privatizzazione dell'acqua, e nel giorno della protesta dei
consigli comunali a Palermo è arrivato il primo risultato di una
legge sull'acqua pubblica, in IV commissione ambiente è stato
approvato il primo articolo del disegno di legge sul completamento
della riforma per l'acqua pubblica. E mentre dentro il Palazzo dei
Normanni era presente l'assessore regionale Contrafatto, che sul
primo articolo ha dato il parere positivo a nome del governo, fuori
si sono dati appuntamento oltre 50 consigli comunali, che si sono
presentati con i loro gonfaloni. "Quello di oggi - è il commento
di Daniele Balistreri, vice sindaco di Palma di Monte- chiaro - è il
primo passo verso il risultato che tutti ci auguriamo di ottenere".
Per il Comune di Palma, con in testa il sindaco Pasquale Amato, erano
presenti 13 consiglieri su 20 e tutti i componenti la giunta, oltre
ad un nutrito numero di cittadini. Oltre 20 consigli comunali sono
arrivati dalla provincia di Agrigento per aderire alla manifestazione
sulla ripubblicizzazione del prezioso liquido. "Finalmente un primo
passo verso la legge sull'acqua pubblica" dice il sindaco di
Santa Margherita, Franco Valenti. Intanto in una nota, il segretario
provinciale di Alleanza Democratita, Gaetano Enrico Giovanni Ferraro,
evidenzia che "noi non crediamo che il Presidente Crocetta voglia
disattendere non solo la volontà popolare ma anche un suo impegno
elettorale e faccia varare dall'ARS subito la legge che mette
ordine alla gestione dell' acqua, anche se esprimiamo le nostre
riserve per tutte le contraddizioni del PD che tergiversa a Palermo
ma addirittura a Roma tenta di capovolgere il risultato
referendario".Dopo la manifestazione di oggi, governo e parlamento
non potranno - dice Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd e
sindaco di Bivona - più far finta di nulla". (AAU - FGR)
PUBBLICO IMPIEGO, GIRO DI VITE SULLE
ASSENZE
È previsto il licenziamento come
sanzione massima nel caso di mancata presentazione nel posto di
lavoro.
Cambiano le regole sui concorsi: le
selezioni verranno accentrate, saranno messi tetti per il numero di
idonei e sarà ridotta la durata delle graduatorie. Non solo: non
passeranno più decenni tra un concorso e l'altro, ma ci saranno
scadenze certe e probabilmente si ricorrerà anche a selezioni
preliminari.
Sono queste le novità inserite nella
delega della pubblica amministrazione e passate in commissione Affari
Costituzionali al Senato. Via libera anche alla stretta su assenze e
azioni disciplinari, che come sanzione massima hanno il
licenziamento. Novità anche sui dirigenti, indicati come unici
responsabili della gestione, con ciò che ne consegue in termini di
danno erariale. Un punto quest'ultimo che ha suscitato polemiche,
coni! Movimento Cinque Stelle e i sindacati della dirigenza pubblica
critici che parlano di una norma «salva sindaci e politici», mentre
il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia sottolinea
come le modifiche rafforzino l'autonomia rispetto alla politica. Di certo quando la riforma della
Pubblica Amministrazione sarà legge le regole per entrare a fare
parte del pubblico impiego saranno diverse e la gestione dei concorsi
sarà centralizzata per tutte le pubbliche amministrazioni, quindi
non dovrebbero più spuntare bandi qua e là sottotraccia. D'altra
parte si mira a selezionare il dipendente della Repubblica e non
della singola amministrazione, in linea con il concetto di mobilità. Inoltre il Governo stabilirà «criteri
stringenti» nei decreti attuativi delle delega «per evitare la
formazione di graduatorie eccessivamente ampie di idonei, ad esempio
prevedendo che il loro numero non possa superare una determinata
quota percentuale» di posti in palio. Un altro obiettivo che si
persegue con il ddl, chiarisce lo stesso ministro, è fare «concorsi
con scadenze metodiche», anche perchè, ricorda, il problema de!
precariato nella PA. risente anche dei tempi lunghi che di solito
passano tra un concorso e l'altro. I senatori hanno poi in sento
una clausola di salvaguardia per i disabili, stabilendo
l'individuazione di un responsabile per il loro inserimento. Tra i punti più attesi la stretta sui
controlli sulle assenze per malattia, la commissione ha dato il via
libera al passaggio dalle Asi all'Inps sia delle competenze per le
verifiche sia delle risorse (si tratterebbe di 70 milioni euro).
Nelle chiamate per gli accertamenti sarà, viene chiarito, data
priorità ai medici inseriti in liste speciali dell'Inps. Saranno
quindi loro, poco meno di 1.200, a sorvegliare sulla validità dei
certificati. La commissione ha detto sì, senza ulteriori
cambiamenti, a misure che diano maggiore efficacia all'azione
disciplinare, accelerando e dando certezza di tempi al procedimenti,
che si possono concludere con richiami o sospensioni, ma anche con il
licenziamento (resta però la tutela dell'articolo 18, ovvero la
possibilità di reintegra). Cambiano pure, diventano più semplici, i
sistemi di valutazione dei lavoratori pubblici (sono anche previsti
premi). Ma a far discutere è ancora la
responsabilità dei dirigenti, il testo parla di un rafforzamento del
principio di separazione tra politica e gestione, attraverso
l'esclusiva imputabilità ai dirigenti della responsabilità
amministrativo contabile per l'attività gestionale, alveo in cui
ricade il temuto danno erariale, quando l'amministrazione a causa
di decisioni Scorrette ci rimette, con perdite di soldi. I Cinque
Stelle si dicono contrari, parlano di «norma salva politici» e così
la pensano anche i rappresentanti dei dirigenti, il sindacato Undis
la definisce una misura »salva sindaci, presidenti di Provincia e
Regione», mentre per Madia così si rende »la dirigenza autonoma e
indipendente dalla politica», gli si dà la »libertà di dire ad un
amministratore che non si presta ad attività gestionali se non le
valuta legittime, può dire no a un indirizzo politico». Per l'Undis
questo potrebbe anche avvenire ma prima bisognerebbe «togliere i
dirigenti dal ricatto, stabilendo dei criteri di merito per il
conferimento degli incarichi, altrimenti il dirigente che si rifiuta
di firmare un atto potrebbe essere allontanato».
LA SICILIA
POSSIBILE INRCETTARE FINANZIAMENTI
CHE POTREBBERO CONTRIBUIRE A SALVARE L'UNIVERSITA'
Trasformare il Cupa in centrò
d'eccellenza: vertice a Roma
g. s.)
Mentre ad Agrigento si teme per
il futuro del Cupa a Roma si progetta. li ministro dell'interno,
Angelino Alfano, ha infatti presieduto ieri pomeriggio al Viminale
una riunione «su ulteriori ipotesi di sviluppo e qualificazione dei
Polo Universitario di Agrigento, in materia migratoria)).
All'incontro, hanno partecipato i sottosegretari dell'interno,
Domenico Manzione, e all'istruzione Università e Ricerca, Angela
D'Onghia, il capo di Gabinetto, Luciana Lamorgese, il capo
Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, Mario
Morcone, il segretario generale del ministero degli Affari Esteri,
Michele Valensise, i direttori generali del mini stero della Salute,
Ranieri Guerra e Rossana Ugenti, il cardinale di Agrigento, Francesco
Montenegro, il rettore dell'Università di Palermo, Roberto
Lagalla, il presidente del Cupa, Maria Immordino e il prefetto di
Agrigento, Nicola Diomede. La riunione è stata finalizzata alla
realizzazione di iniziative culturali e attività formative che
possano concretizzare, in seno al Polo Universitario di Agrigento, la
nascita di un 'Centro di eccellenza quale punto di riferimento per
la formazione in ambiti scientifici connessi alle tematiche
dell'immigrazione". L'idea, si ricorderà, era stata lanciata
dallo stesso ministro dell'interno quando aveva partecipato nei
mesi scorsi all'inaugurazione dell'aula ma "Rosario Livatino".
Da allora la Prefettura e lo stesso Cupa avevano lavorato per mettere
sul tavolo dei progetti concreti e, soprattutto, finanziabili.
«Sono molto ottimistaspiega il
presidente Consorzio universitario Maria Immordino per le
possibilità di finanziamento sono innumerevoli: andiamo dai fondi
comunitari a quelli a disposizione della Farnesina. Adesso però c'è
da lavorare molto. Nell'immediato penso comunque p sano partire
quantomeno da due master ed corso di formazione». Basteranno per
rimettere a posto le casse del Cupa?
BOLLETTE SALATE E RETI COLABRODO
CROCIATA PER L'ACQUA IN SICILIA
I Comuni rivendicano la gestione
pubblica. Pressing sulla Regione.
ONORIO ABRUZZO
PALERMO. «Nel difendere l'acqua mi
difendo. Queste le parole pronunciate negli anni sessanta dal
sociologo Danilo Dolci, nel corso delle innumerevoli manifestazioni a
difesa del bene comune in Sicilia. Parole risuonate con forza nel
2011 nel corso di una campagna referendaria per l'acqua pubblica
conclusasi con più del 90% degli elettori italiani che hanno detto
no alla privatizzazione. Di queste battaglie, ad oggi in Sicilia,
sono rimaste soltanto le parole, i bei ricordi, ma di acqua pubblica
ancora nemmeno l'ombra. Gran parte delle gestioni sono private
con tariffe altissime per i cittadini costretti a pagaie per servizi
inefficienti e con reti e depuratori ridotti un colabrodo. Nel caos,
generato soprattutto dalla mancanza di regole e dall'assenza di un
ddl regionale sulla gestione del servizio idrico integrato nell'isola
ancora arenato in commissione all'Ars, ci si ritrova con un sistema
digestioni private che fa acqua da tutte le parti. C'è ne è per
tutti i gusti: da società come la Girgenti Acque, che gestisce il
servizio idrico in 43 Comuni dell'agrigentino con tariffe
salatissime e servizi considerati dai cittadini inefficienti, a
società fallite come l'ex Aps (Acque potabili siciliane) che ha
lasciato 42 Comuni dei palermitano a secco e 203 dipendenti senza
occupazione. Una situazione di fallimenti che non ha risparmiato
neanche la provincia di Siracusa, che ha visto il crac di due società
ed il passo indietro di comuni che come quello di Floridia hanno
preteso la restituzione delle reti idriche. Una scelta questa attuata
da altri 17 Comuni della provincia di Agrigento che si sono rifiutati
di consegnare nel 2007 le reti a Girgenti Acque e di altri dieci
comuni del palermitano che hanno deciso di gestirsi l'acqua in
proprio. Una decisione forte che ha fatto risparmiare a migliaia di
cittadini bollette salate e servizi colabrodo. Insomma, nei comuni dove la gestione
delle reti idriche è in mano ai privati le bollette sono salatissime
e a volte fuori controllo, mentre dove il servizio è in mano ai
comuni ecco che il costo dell'acqua è più modesto, con cifre
annuali forfettarie.
E il caso di Agrigento, Ravanusa,
Ribera, Menfi, Santa Margherita di Belice, dove una famiglia paga in
media circa 300 euro l'anno per la fornitura idrica. Al contrario
nelle città dove l'approvvigionamento idrico è gestito da
Girgenti Acque (come Sciacca, Casteltermini, Grotte, Siculiana) la
inedia del costo del servizio si aggira sui 600-700 euro l'anno:
cifre che più di una volta hanno fatto registrare momenti di
tensione tra i cittadini e convinto altri venti sindaci agrigentini,
tra cui Montevago e Sambuca di Sicilia, a deliberare e votare in
consiglio comunale la fuoriuscita dall'Ato idrico e la restituzione
delle reti.
Oggi a Floridia, nella provincia
siracusana, un allaccio dell'acqua costa 75 euro a fronte dei 300
chiesti dalla fallita società Sai8. Uno dei tanti esempi di come
gestendo in proprio il patrimonio idrico si risparmia.
In provincia di Palermo a gestire le
reti di 42 comuni della fallita società privata Aps, sarà la
partecipata del Comune di Palermo Amap, una società pubblica che
riprenderà in mano un servizio che negli anni ha prodotto sprechi e
assunzioni,
Nel caos della gestione idrica in
Sicilia bisogna aggiungere tanti comuni, che non in possesso di reti
e non avendo mai gestito l'erogazione dell'acqua, sono
impossibilitati nel gestire il servizio, I sindaci ribelli, che non
hanno intenzione di restituire le reti e che in questi anni hanno
fatto i conti con paventati commissariamenti da parte degli uffici
regionali, chiedono che l'Ars approvi una legge, che oltre
all'abbassamento dei prezzi dell'acqua, lasci liberi i comuni che
vogliono il servizio in house dando poi la possibilità agli altri o
di consorziarsi in economia o di optare magari per la Società
privata. Un ddl sul servizio idrico bocciato due volte e fermo in
commissione Territorio e Ambiente e su cui incombe il decreto del
governo Renzi che nello Sblocca Italia prevede un gestore unico per
ogni provincia.
Tra la legge nazionale e la pressione
dei privati, allettati dal forte giro di soldi, la Regione Siciliana
rischia di mandare in aria la gestione pubblica dell'acqua.
Da qui le numerose proteste di sindaci
e cittadini che ieri hanno almeno fatto ripartire in commissione
Ambiente, dopo oltre un annodi stop, il ddl di ripubblicizzazione del
servizio idrico con l'approvazione dell'articolo 1 nel quale si
riafferma il principio del ritorno alla gestione pubblica degli
impianti idrici. Un primo passo in avanti che adesso necessita di un
atto di coraggio del governo Crocetta e da una celere approvazione
all'Ars di una legge che finalmente faccia chiarezza.
PARTITI, COALIZIONI E CANDIDATI
SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
Fausto Raciti (Pd) convoca a Palermo
i dirigenti del partito.
Primarie Agrigento 2020, i partiti sono
letteralmente in ebollizione. Tra richieste di commissariamenti,
"colpi distato" e riunioni chiarificatorie Pd e Forza Italia
sono al lavoro per riparare i "buchi" più o meno direttamente
prodotti dalla competizione pre-elettorale.
Partito Democratico. Ieri è
stata letteralmente una "giornata di fuoco" per i Democratici. Ad
aprire le danze è stata una nuova nota del coordinamento dell'area
Renzi, la quale, dopo aver nuovamente criticato senza mezzi termini
le primarie svolte "con Forza Italia" hanno chiesto «l'immediato
commissariamento della federazione e del segretario provinciale di
Agrigento, il disconoscimento delle primarie con il ritiro del
simbolo del partito, l'individuazione di un progetto e di persone
che possano rappresentare, per la città di Agrigento, un progetto
politico e una prospettiva chiara, nell'ambito degli ideali e dei
valori del centro sinistra". Netta è stata la risposta del
segretario Giuseppe Zambito: «Rispondo solo a note firmate, di cui
posso conoscere la paternità - ha spiegato -. Anzi, sto valutando di
avviare una indagine interna al partito per capire a chi sono
attribuibili questi documenti. Convocare gli organismi provinciali?
Lo farò nel modo e nei tempi che riterrò più giusti".
Intanto, però, ad essere stato
convocato è lo stesso Zambuto, così come il "silente' (così lo
aveva definito Fabrizio Ferrandelli) Marco Zambuto, presidente
regionale del Pd e rappresentante dell'area renziana. Sabato,
infatti, il segretario siciliano del partito, Fausto Raciti ha
convocato i vertici locali dei Democratici per fare chiarezza sulla
situazione dì Agrigento. Forza Italia. Se ancora si
attende che il partito di Berlusconi dia quantomeno un'indicazione
di massima rispetto a quanto intenda fare alle prossime
amministrative, il coordinatore regionale Vincenzo Gibiino fa nuove
nomine regionali ed entra nel dibattito locale attraverso un
comunicato stampa: «Ciò che è iniziato male finisce peggio: il
papocchio del Pd ad Agrigento continua. Mentre i renziani oggi
chiedono l'annullamento delle primarie di domenica scorsa, il
presidente della Regione Crocetta, contraddicendo stamane la
benedizione da lui stesso impartita alla candidatura di Alessi,
afferma pubblicamente di quest'ultimo che "almeno è uno che ha i
soldi" e al tempo stesso sostiene di non avere capito niente di
quel che succede in quella provincia. All'ombra dei Templi e della
Storia, Agrigento e gli agrigentini meritano di più)). Stessa cosa
che pensa, ma in modo diverso, Giuseppe Arnone, responsabile dei
circoli di Forza Silvio, il quale aveva in più occasioni chiesto a
Gibiino di convocare i congressi provinciali e regionali affinché il
partito potesse decidere del proprio futuro. «Lo statuto del partito
spiega prevede che gli iscritti possano provvedere all'auto
convocazione dell'assemblea. E' quello che faremo se Gibiino
continuerà a non dare risposte ai bisogni della base".
Agrigento 2020, Vita sosterrà Messi.
Se in un primo momento, subito dopo il risultato elettorale delle
primarie, il candidato di "Agrigento città normale" non aveva
preso posizione, adesso garantisce l'appoggio al progetto della
coalizione. )(Continuiamo secondo l'impegno che abbiamo preso
sottoscrivendo l'adesione ad Agrigento 2020 - spiega-. Se non si
sfascia tutto noi siamo lì)).
Ma c'era un accordo sugli assessori?
«Credo sia davvero troppo presto per parlare di queste cose, prima
parliamo di programmi, di strategie per la città e se ci sono degli
spazi per intervenire. Credo che in questo momento molto sanamente e
saggiamente non si pensi alla situazione degli assessori)).
Noi con Salvini. Insistenti voci negli
ultimi tempi continuano a vedere, dietro i "ritardi" nei
radicamento sul territorio agrigentino del movimento che fa capo a
Matteo Salvini un problema di "compatibilità" dello stesso con
Marco Marcolin, che all'interno della Lega è da sempre vicino alle
posizioni di Flavio Tosi. Una versione smentita seccamente dal
deputato Angelo Attaguile.
Quando vi strutturerete sul territorio?
«Noi siamo già strutturati sul
territorio"
Ma non c'è nemmeno un comitato
cittadino...
"Questa cosa l'ha seguita Marcolin,
io questa settimana riceverò degli amici di Agrigento, parlo con lui
e poi ci strutturiamo anche lì».
Mi scusi, ma le voci di problemi di
compatibilità in tal senso?
"No, no, assolutamente non ci sono
problemi. Marcolin è candidato di Noi con Salvini, e alle
amministrative porterà avanti una lista che farà lui a sostegno del
sindaco e una che farò io di appoggio. Avremo due liste e andremo
tranquilli, uniti e non ci sono problemi".
Giuseppe Di Rosa. «Meno male
che c'è Firetto». Con una nota dal tono ironico il candidato ex
vicepresidente del Consiglio comunale attacca il sindaco di Porto
Empedocle: «Meno male - conclude - però, e qui mi fermo ma solo
fino a quando non metteremo in chiaro alcuni aspetti molto più
significativi, che adesso non c'è Nerone ma c'è Di Rosa che dal
basso di questa città, ha sempre voluto e cercato giustizia, lealtà
e comprensione per coloro i quali vivono giornalmente problemi enormi
che la casta e Lillo Firetto invece non immaginano neanche, dall'alto
delle loro eterne poltrone".
GIOACCHINO SCHICCHI
Agrigentoflash
Incontro al ministero per il Cupa.
Il ministro dell'Interno, Angelino
Alfano, ha presieduto questo pomeriggio al Viminale, una riunione su
ulteriori ipotesi di sviluppo e qualificazione del Polo Universitario
di Agrigento, in materia migratoria. All'incontro, hanno partecipato i
sottosegretari dell'Interno, Domenico Manzione, e all'Istruzione
Università e Ricerca, Angela D'Onghia, il capo di Gabinetto,
Luciana Lamorgese, il capo Dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione, Mario Morcone, il segretario generale del ministero
degli Affari Esteri, Michele Valensise, i direttori generali del
ministero della Salute, Ranieri Guerra e Rossana Ugenti, il cardinale
di Agrigento, Francesco Montenegro, il rettore dell'Università di
Palermo, Roberto Lagalla, il presidente del Cupa, Maria Immordino e
il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede. La riunione è stata finalizzata alla
realizzazione di iniziative culturali e attività formative che
possano concretizzare, in seno al Polo Universitario di Agrigento, la
nascita di un Centro di eccellenza quale punto di riferimento per la
formazione in ambiti scientifici connessi alle tematiche
dell'immigrazione.
"Ex Province": commissione
Affari istituzionali approva riforma, ora il voto in Aula
La commissione Affari istituzionali
dell'Ars, con nove voti favorevoli e due contrari, ha esitato il
disegno di legge di riforma delle "ex Province" che prevede
l'istituzione di sei Liberi Consorzi e tre Città Metropolitane.
"È stato un lavoro complesso, adesso tocca all'Aula - dice il
presidente della commissione Antonello Cracolici - mi aspetto che a
Sala d'Ercole si proceda con un confronto aperto ma sereno. È
importante che il testo diventi legge al più presto per permettere
già nella prossima estate di chiudere la stagione dei
commissariamenti e avere i nuovi assetti di governo degli enti". A
favore della riforma si sono espressi i nove esponenti di
maggioranza; contrari due esponenti del M5S; assenti i tre esponenti
di centrodestra. Il testo passa ora all'esame dell'Aula.
Sicilia24h
Università Agrigento, riunione da
Alfano, intervista al Vg
Il ministro dell' Interno, Angelino
Alfano, ha presieduto al Ministero una riunione su ulteriori ipotesi
di sviluppo e qualificazione del Polo Universitario di Agrigento in
materia migratoria. All'incontro hanno partecipato, tra gli altri,
i sottosegretari dell'Interno e all'Istruzione, il segretario
generale del ministero degli Affari Esteri, il cardinale di
Agrigento, Francesco Montenegro, il rettore dell'Università di
Palermo, Roberto Lagalla, la presidente del Consorzio universitario
di Agrigento, Maria Immordino, e il prefetto di Agrigento, Nicola
Diomede. La riunione è stata finalizzata alla realizzazione di
iniziative culturali e attività formative che possano concretizzare,
in seno al Polo Universitario di Agrigento, la nascita di un Centro
di eccellenza quale punto di riferimento per la formazione in ambiti
scientifici connessi alle tematiche dell'immigrazione. In
proposito, oggi, giovedì 26 marzo, al Videogiornale di Teleacras è
in onda una intervista allo stesso Alfano registrata in occasione di
un recente intervento al microfono di Tema su Teleacras.
Cupa, indetta Assemblea generale il
10 Aprile
Gli studenti del Polo Universitario di
Agrigento, in collaborazione con il Cupa, hanno indetto un'Assemblea
generale per discutere dei problemi e delle possibili soluzioni che
ruotano attorno la paventata quanto immediata chiusura dello stesso,
punto di riferimento culturale e formativo per tutto il territorio
della Provincia di Agrigento e non solo. L'incontro, che avrà
luogo il 10 Aprile alle ore 10:30 presso l'Auditorium "Rosario
Livatino" in via Quartararo, avrà lo scopo di fare maggiore
chiarezza in merito all'attuale assetto del Polo Universitario, da
tempo in balia di apparenti rassicurazioni. Preso atto dell'impegno assunto dalla
Regione Sicilia al fine di garantire la copertura finanziaria
necessaria al suo sostentamento e tenuto conto della volontà della
Provincia di rientrare al Cupa con una delibera di revoca che rimane
condizionata all'approvazione dei relativi stanziamenti nella legge
finanziaria regionale, l'intera comunità studentesca incontrerà
la deputazione regionale e nazionale e tutte le istituzioni
interessate, al fine di chiedere la concretizzazione dell'impegno
politico che vede, nella suddetta finanziaria, l'unica fonte di
salvezza temporanea del Cupa.
Gli studenti del Polo Universitario di
Agrigento
Infoagrigento
Università, incontro al Viminale
sul futuro del CUPA
In una nota inviata dal Viminale, si
apprende che presso il Ministero dell'Interno a Roma si è svolto
un incontro circa il futuro del Polo Universitario di Agrigento,
oggetto in questi giorni di grande attenzione mediatica per via del
pericolo chiusura sempre più minaccioso.
"Il ministro dell'Interno, Angelino
Alfano - si legge nella nota - ha presieduto questo pomeriggio
(in data 25/03/2015) al Viminale, una riunione su ulteriori ipotesi
di sviluppo e qualificazione del Polo Universitario di Agrigento, in
materia migratoria.
All'incontro, hanno partecipato i
sottosegretari dell'Interno, Domenico Manzione, e all'Istruzione
Università e Ricerca, Angela D'Onghia, il capo di Gabinetto,
Luciana Lamorgese, il capo Dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione, Mario Morcone, il segretario generale del ministero
degli Affari Esteri, Michele Valensise, i direttori generali del
ministero della Salute, Ranieri Guerra e Rossana Ugenti, il cardinale
di Agrigento, Francesco Montenegro, il rettore dell'Università di
Palermo, Roberto Lagalla, il presidente del CUPA, Maria Immordino e
il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede.
La riunione è stata finalizzata alla
realizzazione di iniziative culturali e attività formative che
possano concretizzare, in seno al Polo Universitario di Agrigento, la
nascita di un Centro di eccellenza quale punto di riferimento per la
formazione in ambiti scientifici connessi alle tematiche
dell'immigrazione".
Agrigentonotizie
CUPA, INCONTRO IN VIMINALE: CENTRO
D'ECCELLENZA SU TEMA IMMIGRAZIONE
La riunione è stata finalizzata
alla realizzazione di iniziative culturali e attività formative che
possano concretizzare la nascita di un punto di riferimento per la
formazione in ambiti scientifici connessi alle tematiche
dell'immigrazione.
Il ministro dell'Interno, Angelino
Alfano, ha presieduto questo pomeriggio, al Viminale, una riunione su
ulteriori ipotesi di sviluppo e qualificazione del Polo universitario
di Agrigento, in materia migratoria.
All'incontro hanno partecipato i
sottosegretari dell'Interno, Domenico Manzione, e quello
all'Istruzione Università e ricerca, Angela D'Onghia, il capo di
Gabinetto, Luciana Lamorgese, il capo Dipartimento per le libertà
civili e l'immigrazione, Mario Morcone, il segretario generale del
ministero degli Affari Esteri, Michele Valensise, i direttori
generali del ministero della Salute, Ranieri Guerra e Rossana Ugenti,
il cardinale di Agrigento, Francesco Montenegro, il rettore
dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla, il presidente del Cupa,
Maria Immordino e il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede.
La riunione è stata finalizzata alla
realizzazione di iniziative culturali e attività formative che
possano concretizzare, in seno al Polo universitario di Agrigento, la
nascita di un Centro di eccellenza quale punto di riferimento per la
formazione in ambiti scientifici connessi alle tematiche
dell'immigrazione.