/ Rassegna stampa » 2015 » Marzo » 31 » Rassegna stampa del 31 marzo 2015

Rassegna stampa del 31 marzo 2015

Agrigentonotizie.it

Abusò del ruolo istituzionale: D'Orsi condannato ad un anno.Un anno di reclusione, pena sospesa, per abuso di ufficio.

E' questa la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento per l'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi cui venivano contestati dei rimborsi spesa pagati dall'Ente per una serie di pranzi effettuati senza che risultasse adeguatamente motivato il fine istituzionale. Il 23 febbraio scorso, al termine della requisitoria, l'accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Riguardo alla vicenda delle palme, che sarebbero state piantumate nella villa di D'Orsi, il Tribunale ha disposto la restituzione degli atti alla Procura per riqualificare il reato da peculato in corruzione. Nell'ottobre 2011 l'allora presidente della Provincia fu chiamato a comparire per essere interrogato come persona indagata: per la Procura avrebbe "sfruttato il suo ruolo istituzionale per finalità private", e gli veniva contestato tra l'altro di aver fatto piantumare nel proprio giardino 40 palme destinate al giardino botanico di Agrigento.

Agrigentoflash.it

D'Orsi condannato ad un anno

Leggendo le motivazioni della sentenza, l'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, è stato condannato a un anno di reclusione solo per i due capi di imputazione, che racchiudevano i rimborsi ritenuti illegittimi e peraltro in modo parziale, ritenendo che "il fatto non sussista", per la maggior parte delle condotte. Leggendo nel dispositivo, fra i rimborsi ritenuti illegittimi, ci sono una quindicina di buoni relativi a conti di ristoranti, ma anche autogrill e paninerie. D'Orsi è stato assolto da tutte le altre accuse, a parte la vicende delle palme e in questo caso le carte sono tornate al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e al pubblico ministero Carlo Cinque, per valutare se istruire un altro processo per un solo capo di imputazione, riqualificando il reato in corruzione. L'ex presidente della Provincia è stato assolto dai reati di concussione, peculato e abuso d'ufficio. Spariti il mancato pagamento o in parte, dei lavori e le prestazioni di imprese e professionisti nella sua villa di Montaperto, l'acquisto di beni di rappresentanza o servizi e gli incarichi professionali esterni all'Ente.

Strade provinciali, cominciata raccolta dati georeferenziati


I tecnici del Libero Consorzio Comunale (ex Provincia Regionale di Agrigento) hanno iniziato ad acquisire i filmati georeferenziati (ovvero contenenti le coordinate geografiche nel sistema VGS 84) su alcune strade provinciali per conseguire una serie di dati sulle stesse. Si tratta di una sperimentazione finalizzata alla realizzazione di un nuovo catasto delle strade di competenza del Libero Consorzio (provinciali, ex consortili ed ex ESA), eseguita attraverso la cattura di filmati in formato MP4 e di foto digitali contenenti anche i parametri relativi al percorso (GPX) e alle coordinate geografiche. I rilievi sono eseguiti dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali con l'ausilio di una action camera Garmin VIRB Elite con gps integrato, collocata su un'auto di servizio, con ripresa frontale in entrambi i sensi di marcia per acquisire lo stato generale del nastro stradale, e del lato laterale per verificare la consistenza e la posizione dei manufatti stradali e privati che insistono sulle strade, la posizione della segnaletica, gli accessi, i passi carrabili e gli eventuali dissesti del corpo stradale. Vengono, inoltre, utilizzate alcune fotocamere con gps integrato in dotazione alle sezioni per sopralluoghi eseguiti in relazione a singoli eventi (per lo più legati a dissesti o a particolari eventi atmosferici). Si tratta, come è intuibile, di un progetto ambizioso e di grande impegno, sia pure condotto con un modesto investimento economico, che ha l'obiettivo di costituire una banca dati non solo georeferenziati ma anche bene individuati nel tempo, in modo da associare lo stato di una strada ad una data ben precisa. Superata la fase sperimentale, si pianificherà l'acquisizione dei dati relativi all'intera rete stradale provinciale, programmando anche una ripetizione annuale o semestrale del rilevamento.

Processo Ciapi, "A Giacchetto cinquemila euro al giorno. 

"Portami i documenti", diceva al rappresentante legale della Sicily Communication, Angelo Vitale, il manager di Canicattì, Faustino Giacchetto che, secondo i Pubblici ministeri palermitani, avrebbe pianificato una mega truffa, creando un sistema illecito per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Coorap dell'ente di formazione Ciapi."I documenti", ha raccontato ieri Vitale nel processo in cui è imputato Giacchetto, erano "cinquemila euro in contanti", "la cifra - ha spiegato il teste (che ha patteggiato la condanna a due anni, ndr) - che ogni giorno gli dovevo consegnare in una busta. Dal lunedì al venerdì, per un totale di 25 mila euro a settimana". Oltre a Giacchetto, sotto accusa davanti alla quinta sezione del Tribunale di Palermo ci sono anche l'ex presidente dell'ente del Ciapi, Francesco Riggio, Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), l'ex dirigente dell'Agenzia regionale per l'impiego, Rino Lo Nigro, e l'ex assessore regionale Luigi Gentile. Fatture gonfiate e operazioni immobiliari avrebbero permesso a Giacchetto, secondo quanto raccontato da Vitale che ha portato a riscontro le fatture e i bonifici emessi, di avere a disposizione milioni di euro, finanziati al Ciapi, con i quali acquistava orologi di lusso (Rolex e Patek Philippe), auto e perfino lavatrici, nonché pagava i lavori di ristrutturazione di casa sua e viaggi per politici: "Uno negli Usa - ha detto Vitale - a cui andò il deputato Francesco Cascio, uno in Tunisia dove andarono Scalia, Gentile e Sparma, uno a Capri a cui partecipò Scoma, e viaggi per la sua famiglia, come quello a San Giovanni Rotondo".Tra i bonifici anche quello da tremila euro fatto alla soubrette Sara Tommasi per cessione dei diritti d'immagine. "Giacchetto - ha puntualizzato Vitale - mi fece capire che i 'servizi' della soubrette non erano quelli scritti nel contratto, che tra l'altro non ho mai ricevuto controfirmato dalla Tommasi". Per i suoi servizi, Vitale prendeva una percentuale degli introiti che derivavano dagli appalti che di volta in volta gli faceva ottenere Giacchetto ("ho guadagnato - ha detto il teste - circa il 30% su appalti per la tipografia e servizi, quindi il 30% su 1,5 milioni di euro) e poi, quando i soldi per il Corap finirono, uno "stipendio" di circa diecimila euro ogni tre mesi per fare il factotum della famiglia Giacchetto.


Gds.it
Condannato ex presidente della Provincia di Agrigento Eugenio D'Orsi


AGRIGENTO. Un anno di reclusione, pena sospesa. E' la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento per l'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi su rimborsi spesa pagati dall'Ente. La condanna riguarda solo l'accusa di abuso d'ufficio per aver ottenuto una limitata serie di pranzi effettuati senza che risultasse adeguatamente motivato il fine istituzionale.Sulla vicenda delle palme che sarebbero state piantumate nella villa di D'Orsi, il Tribunale ha disposto la restituzione degli atti alla Procura per riqualificare il reato da peculato in corruzione. Al termine della requisitoria, il 23 febbraio scorso, l'accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.Era l'ottobre del 2011 quando a D'Orsi, allora ancora presidente della Provincia, venne notificato un avviso a comparire per essere interrogato come persona indagata. Secondo la Procura, D'Orsi avrebbe "sfruttato il suo ruolo istituzionale per finalità private. A D'Orsi la Procura contestava anche d'aver fatto piantumare nel giardino della sua casa 40 palme che erano invece destinate agli spazi verdi pubblici come il giardino botanico.


Parte l'era della fattura digitale, da oggi scatta l'obbligo verso qualsiasi amministrazione pubblica


Le fatture che le imprese spediranno verso qualsiasi amministrazione pubblica non potranno più essere su carta ma solo in versione elettronica, altrimenti non scatta il "gettone". Il tempo ormai è scaduto, il termine fissato riporta la data di oggi, eppure c'è ancora qualche ente ritardatario: l'ultimo monitoraggio ne contava 449.Hanno però alle calcagna l'Agenzia per l'Italia Digitale che, nonostante si ritrovi con le dimissioni della direttrice Alessandra Poggiani, promette di «dare la caccia» a quanti non in regola. La e-fattura non è il solo compito affidato all'Agid, che è a lavoro su un progetto ancora più ambizioso: c'è già un nome 'Pago Pà, un simbolo, un sistema informatico e le prime 300 amministrazioni pronte. Tutto per far sì che pagare una tassa diventi facile come comprare un qualsiasi gadget su un sito di e-commerce. La prima tappa è fissata per fine anno, ma la campagna di sensibilizzazione partirà presto.Tempi strettissimi invece per il ddl Madia, al rush finale in commissione Affari Costituzionali al Senato, dove è atteso il voto sui capitoli più caldi, dalla riforma della dirigenza alla scure sulle camere di commercio (si va verso un loro dimezzamento) , dal riordino dei servizi pubblici locali al cosiddetto 'taglia decretì. I sindacati dei dirigenti si dicono contrari su diversi punti, con l'Unadis che dice no «ad automatismi nei licenziamenti, al doppio concorso e al mantenimento di percentuali di dirigenti chiamati dall'esterno». Il testo della delega infatti prevede che con il concorso si conquista solo un contratto a tempo determinato e dopo tre anni il 'candidato a dirigentè dovrà essere sottoposto a una secondo esame: se lo passa ottiene il posto altrimenti viene declassato a funzionario. Anche la Cgil, con la leader Susanna Camusso, si fa sentire: «quando viene detto che il 30% dei dirigenti della P.A. devono essere nominati dalla presidenza del consiglio non c'è la terzietà della P.A. di cui avremmo bisogno».Di certo sembrano aumentare le responsabilità in capo ai dirigenti, visto che, sottolinea il relatore alla delega, Giorgio Pagliari, è già stato dato il via libera «all'obbligo di espletare e di concludere il procedimento disciplinare entro tempi certi altrimenti il dirigente sarà suscettibile di procedimento disciplinare a sua volta». In pratica il capo 'troppo buonò, che la fa passare liscia al dipendente 'fannullonè rischia di essere licenziato. D'altra parte, ricorda il premier Matteo Renzi, il filo rosso che lega le diverse riforme è semplice: niente più «scarica barile» e anche nella P.A. viene individuato «un soggetto responsabile per i ritardi o le mancate decisioni».  Tornando alla digitalizzazione, anche qui gli 'indisciplinatì non passeranno sotto silenzio: il primo aprile sarà pubblicato un nuovo monitoraggio sulle adesioni alla e-fattura, considerando che le amministrazioni chiamate allo «switch» sono, ricorda l'Agid, 12.800 (si punta a risparmiare 1,6 mld ma una addio completo alla carta ne varrebbe 6,5). Tuttavia gli occhi sono già rivolti a 'Pago Pà, «che - spiega la dirigente dell'Agid Maria Pia Giovannini - consente di mettere in collegamento il mondo della P.A. con quello bancario, permettendo al cittadino di fare il pagamento come vuole e in tempo reale. Così potranno essere pagate tasse, rate, servizi sanitari, multe con il pc, il tablet o lo smart-phone». Per accelerare l'adesione delle P.A, spiega, «si sta anche pensando a dei meccanismi sanzionatori. Pago Pa è anche al centro di Italia Login», la piattaforma che renderà concreto l'esercizio dell'identità digitale.


Agrigentoweb.it

Processo D'Orsi, condanna solo per alcuni rimborsi


Il tribunale di Agrigento, presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni (a latere Michele Contini e Agata Anna Genna) ha condannato ad un anno di reclusione l'ultimo presidente della provincia di Agrigento Eugenio D'Orsi per due singole ipotesi di abuso di ufficio. Il tribunale ha deciso l'assoluzione della quasi totalità dei capo di imputazione, in tutto una cinquantina, comprese le accuse di peculato, concussione e truffa, D'Orsi è stato riconosciuto colpevole per avere ottenuto il rimborso delle spese di alcuni pranzi e cene senza che risultasse motivato il fine istituzionale. Cadono quindi le accuse di concussione relative ai presunti abusi commessi per realizzare lavori nella sua villa di Montaperto nonché l'accuso di avere utilizzato l'agronomo del giardino botanico al servizio della sua casa. Per la vicenda delle ormai note 40 palme acquistate dall'Ente e di cui si sarebbe appropriato, è stata disposta la trasmissione degli atti alla procura per valutare il nuovo capo di imputazione di corruzione impropria. Terminata le lettura del dispositivo, D'Orsi ha scaricato la tensione lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, abbracciato dai propri legali e dal figlio presente in aula.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO