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Rassegna stampa dell'8 aprile 2015

Agrigentoflash

Andrea Cirino (FdI-An): razionalizzare i costi per rilanciare il Cupa .

"Bisogna avviare una rimodulazione dei costi del personale dirigenziale all'interno degli enti pubblici, a partire dal Comune di Agrigento".
Con queste parole interviene il candidato sindaco di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, Andrea Cirino, che annuncia come uno dei punti del programma elettorale per la città, riguarda la razionalizzazione delle spese, avviando un percorso di elargizione dei compensi spettante per legge nei minimi consentiti e al solo effettivo raggiungimento degli obiettivi.
"Se sarò eletto, la cosiddetta indennità di risultato sarà esclusivamente elargita laddove arrivino risultati e benefici tangibili per la città di Agrigento. Non è più possibile, per vicinanza politica o per un sistema consolidato nel tempo, affidare agli organi dirigenziali comunali delle somme extra che gravano pesantemente sul bilancio comunale".
"Penso - continua Andrea Cirino - a economizzare il settore investendo ad esempio sul Consorzio Universitario. Non è tollerabile pensare che si possa perdere l'università ad Agrigento per motivi economici. Chi non vuole investire sulla cultura e sullo sviluppo di questa città perché giustificato da una mancanza di fondi, mente sapendo di mentire. Vi sono diversi strumenti per poter trovare risorse senza gravare sulle spalle dei contribuenti".
"Razionalizzare i costi della politica e della classe dirigenziale, sarà sicuramente un primo passo verso un maggiore rispetto per le casse comunali ed è per questo che mi batterò - conclude Cirino - affinché venga attuato un piano di serio risparmio economico delle voci di bilancio che ad oggi gravano sulle casse comunali".

Sicilia24h

E poi dicono che la Di Liberto non ha fatto nulla... Onore al commissario Mariagrazia Brandara

Trecentotrentamila euro corrispondono a tenere in vita il Polo Universitario di Agrigento almeno per 8 mesi. Se a questi soldi si aggiungono quelli provenienti dalla rediviva Camera di Commercio e da alcuni Comuni dell'agrigentino che hanno seriamente capito quale è il dramma che attualmente vivono tremila studenti della provincia agrigentina.
Anche Marigrazia Brandara è commissario, al Comune di Licata. Eppure, essendo mille volte più sensibile di una insignificante commissaria alla Provincia, tale Alexandra Di Liberto, ha provveduto ad inserire il Comune licatese fra i partner del Polo Universitario, elargendo la somma spettante. La Brandara non si è limitata a fare da passacarte da una stanza all'altra come ha fatto la Di Liberto (stralautamente stipendiata da mamma Regione); ha fatto di più, molto di più. E certamente questa mossa le rende onore.
Lo stesso onore non ha avuto la Di Liberto, che è riuscita in tutto questo lasso di tempo, oltre a fare il burocrate, a sperperare 330 mila euro (previsti purtroppo da leggi assassine) in barba a quella spending review (o revisione della spesa pubblica) da tutti decantata ma da pochissimi messa in atto. La Di Liberto ha solo saputo dire... il Cupa può chiudere perché sono finiti i soldi. La stessa cosa non ha fatto per quella indennità di posizione (che solo a nominarla vengono i brividi) dove la signora con estrema solerzia si è prodigata di firmare l'atto dovuto per consentire a Gucciardo e omologhi di mettere nel proprio portafogli (ribadiamo, tutto criminalmente lecito) quasi settecento milioni delle vecchie lire da spartire tra di loro. Cosa vuol dire indennità di posizione non ci è dato saperlo e soprattutto sarebbe opportuno capire cosa hanno fatto dirigenti come Gaetano Gucciardo e Amelia Scibetta per guadagnare in due quasi novantamila euro in un anno?
La stessa domanda l'ha posta il nostro collega "sire" Angelo Ruoppolo, il quale, fra mille difficoltà, ha cercato di spiegare ai telespettatori come la "dicitura" indennità di posizione potesse significare la postura assunta mentre i dirigenti stanno seduti al loro posto. Quella di Ruoppolo è solo una ipotesi. Certo, a svelare il mistero della indennità di posizione potrebbero essere gli stessi dirigenti Gucciardo, Scibetta e compagnia cantando; magari spiegando ai meno abbienti il perché di quei quarantamila e passa euro. Cosa hanno fatto per ottenerli? Come potrebbero giustificare quella somma (al di là del fatto che possono sempre dire la frasetta magica..."è previsto dalla legge", così come anche i gettoni di presenza sono previsti dalla legge)? Pensate che i dirigenti in questione troverebbero il coraggio e la forza, in questo momento così drammatico, di spiegare all'opinione pubblica che quei 44 mila euro sono solo una parte del totale complessivo di un intero anno finito sul proprio conto corrente? E provate ad immaginare cosa succederebbe se i dirigenti in questione spiegassero alle famiglie meno fortunate di loro (ma molto meno fortunate...) che all'incasso, a fine anno, ci sono anche stipendio e premio di produzione!
Che dire? L'unica notizia buona è che Alexandra Di Liberto è andata via per decorrenza dei termini e non sarà più il commissario alla ex provincia regionale. Si spera che il presidente Crocetta non faccia il clamoroso errore di spostarla in un'altra provincia siciliana.
Saremmo punto e a capo. A piangere sarebbero i ragazzi con tanta voglia di studiare, la loro dignità e il diritto allo studio.
Di contro, a sorridere a 340 denti, sarebbero i dirigenti colleghi di quelli agrigentini i quali, grazie anche alla famigerata indennità di posizione, vedrebbero aumentare sensibilmente il proprio conto in banca. Alla faccia del Polo Universitario agrigentino.


Andrea Cirino (FdI-An): razionalizzare i costi della politica e dei dirigenti per rilanciare il Cupa
 
"Bisogna avviare una rimodulazione dei costi del personale dirigenziale all'interno degli enti pubblici, a partire dal Comune di Agrigento".
Con queste parole interviene il candidato sindaco di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, Andrea Cirino, che annuncia come uno dei punti del programma elettorale per la città, riguarda la razionalizzazione delle spese, avviando un percorso di elargizione dei compensi spettante per legge nei minimi consentiti e al solo effettivo raggiungimento degli obiettivi. "Se sarò eletto, la cosiddetta indennità di risultato sarà esclusivamente elargita laddove arrivino risultati e benefici tangibili per la città di Agrigento. Non è più possibile, per vicinanza politica o per un sistema consolidato nel tempo, affidare agli organi dirigenziali comunali delle somme extra che gravano pesantemente sul bilancio comunale".
"Penso - continua Andrea Cirino - a economizzare il settore investendo ad esempio sul Consorzio Universitario. Non è tollerabile pensare che si possa perdere l'università ad Agrigento per motivi economici. Chi non vuole investire sulla cultura e sullo sviluppo di questa città perché giustificato da una mancanza di fondi, mente sapendo di mentire. Vi sono diversi strumenti per poter trovare risorse senza gravare sulle spalle dei contribuenti". "Razionalizzare i costi della politica e della classe dirigenziale, sarà sicuramente un primo passo verso un maggiore rispetto per le casse comunali ed è per questo che mi batterò - conclude Cirino - affinché venga attuato un piano di serio risparmio economico delle voci di bilancio che ad oggi gravano sulle casse comunali".


LiveSicilia.it

PROVINCE, RIFORMA TRA LE POLEMICHE NO DI OPPOSIZIONE E SINDACATI di Accursio Sabella

Mille emendamenti accompagnano il ddl sui Liberi consorzi. Domani scadono gli incarichi degli attuali commissari. Il centrodestra: "Come si approva una legge del genere se non esiste nemmeno un bilancio?". Cgil, Cisl e Uil protesteranno di fronte a Palazzo dei Normanni: "E' una riforma-spot".

PALERMO - E' approdata a Sala d'Ercole tra le polemiche la riforma dei Liberi consorzi. Riforma annunciata dal presidente Crocetta già due anni fa, ma che è giunta solo adesso all'esame definitivo da parte dell'Aula. Lunghissima la seduta che ha visto l'avvio della discussione generale. Le opposizioni hanno chiesto a gran voce di congelare l'esame del testo fino all'approvazione della manovra finanziaria, ancora in alto mare. La maggioranza ha invece difeso fortemente il ddl, affermando la necessità di approvarlo in tempi celeri. Domani scadono gli incarichi degli attuali commissari. L'obiettivo è quello di esitare il testo entro la fine della settimana. Ma non sarà facile. Sono quasi mille gli emendamenti che accompagnano gli articoli. E alcune norme fanno già discutere, come quella che prevede, al contrario delle ipotesi iniziali, una indennità per i destinatari di cariche nei Liberi consorzi. "Gente che verrà scelta dalla politica - ha protestato il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone - questa legge è una vergogna". Contrari anche i deputati del Movimento cinque stelle che hanno definito la legge "un bluff buono solo per i titoli sui giornali che non cambia nulla. La legge che stiamo per votare non è che una spolveratina alla legge 9 del 1986, un'alchimia che porterà a chiamare liberi consorzi le ex Province e nulla più. Non possiamo prendere in giro i cittadini spacciando qualcosa per quello che non è, pertanto voteremo contro". E' un "no" senza riserve, quindi, quello annunciato dal M5S sulla legge che istituisce i liberi consorzi. Nonostante i grillini, due anni fa, avessero firmato la prima norma di riforma. "Quella in discussione - ha detto però in aula il capogruppo Salvatore Siragusa- è tutt'altro che una rivoluzione, è pura restaurazione e conservatorismo. Si poteva fare tantissimo nel solco della legge 7 e anche delle legge 8 ed invece si è avuto paura di toccare interessi politici e di potere e i collegi regionali, si è preferito toccare il meno possibile assecondando i desiderata dei sindaci di Catania e Palermo, con tre città metropolitane di cartapesta e con con grossi buchi sul fronte della gestione, della governance e perfino della salvaguardia dei posti di lavoro. E' una spending review che inizia dal cittadino e là si ferma e che non dà nemmeno l'assoluta certezza che non si andrà al voto per eleggere i presidenti dei liberi consorzi e i presidenti delle città metropolitane". Un 'no' ribadito dall'intervento dell'ex capogruppo, Francesco Cappello. "Ci batteremo per migliorare la legge - ha detto il deputato - e per fare rispettare la volontà dei Comuni che hanno tentato di decidere il loro futuro col referendum e che, giustamente, sentono traditi dalla marcia indietro del governo". E la legge non piace nemmeno ai sindacati. Domani alle 16 Cgil, Cisl e Uil protesteranno di fronte a Palazzo dei Normanni contro quella che considerano una "riforma spot".



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