Agrigentoflash
Andrea Cirino (FdI-An):
razionalizzare i costi per rilanciare il Cupa .
"Bisogna avviare una rimodulazione
dei costi del personale dirigenziale all'interno degli enti
pubblici, a partire dal Comune di Agrigento".
Con queste parole interviene il
candidato sindaco di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale,
Andrea Cirino, che annuncia come uno dei punti del programma
elettorale per la città, riguarda la razionalizzazione delle spese,
avviando un percorso di elargizione dei compensi spettante per legge
nei minimi consentiti e al solo effettivo raggiungimento degli
obiettivi.
"Se sarò eletto, la cosiddetta
indennità di risultato sarà esclusivamente elargita laddove
arrivino risultati e benefici tangibili per la città di Agrigento.
Non è più possibile, per vicinanza politica o per un sistema
consolidato nel tempo, affidare agli organi dirigenziali comunali
delle somme extra che gravano pesantemente sul bilancio comunale".
"Penso - continua Andrea Cirino -
a economizzare il settore investendo ad esempio sul Consorzio
Universitario. Non è tollerabile pensare che si possa perdere
l'università ad Agrigento per motivi economici. Chi non vuole
investire sulla cultura e sullo sviluppo di questa città perché
giustificato da una mancanza di fondi, mente sapendo di mentire. Vi
sono diversi strumenti per poter trovare risorse senza gravare sulle
spalle dei contribuenti".
"Razionalizzare i costi della
politica e della classe dirigenziale, sarà sicuramente un primo
passo verso un maggiore rispetto per le casse comunali ed è per
questo che mi batterò - conclude Cirino - affinché venga
attuato un piano di serio risparmio economico delle voci di bilancio
che ad oggi gravano sulle casse comunali".
Sicilia24h
E poi dicono che la Di Liberto non
ha fatto nulla...
Onore al commissario Mariagrazia
Brandara
Trecentotrentamila euro corrispondono a
tenere in vita il Polo Universitario di Agrigento almeno per 8 mesi.
Se a questi soldi si aggiungono quelli provenienti dalla rediviva
Camera di Commercio e da alcuni Comuni dell'agrigentino che hanno
seriamente capito quale è il dramma che attualmente vivono tremila
studenti della provincia agrigentina.
Anche Marigrazia Brandara è
commissario, al Comune di Licata. Eppure, essendo mille volte più
sensibile di una insignificante commissaria alla Provincia, tale
Alexandra Di Liberto, ha provveduto ad inserire il Comune licatese
fra i partner del Polo Universitario, elargendo la somma spettante.
La Brandara non si è limitata a fare da passacarte da una stanza
all'altra come ha fatto la Di Liberto (stralautamente stipendiata
da mamma Regione); ha fatto di più, molto di più. E certamente
questa mossa le rende onore.
Lo stesso onore non ha avuto la Di
Liberto, che è riuscita in tutto questo lasso di tempo, oltre a fare
il burocrate, a sperperare 330 mila euro (previsti purtroppo da leggi
assassine) in barba a quella spending review (o revisione della spesa
pubblica) da tutti decantata ma da pochissimi messa in atto. La Di
Liberto ha solo saputo dire... il Cupa può chiudere perché sono
finiti i soldi. La stessa cosa non ha fatto per quella indennità di
posizione (che solo a nominarla vengono i brividi) dove la signora
con estrema solerzia si è prodigata di firmare l'atto dovuto per
consentire a Gucciardo e omologhi di mettere nel proprio portafogli
(ribadiamo, tutto criminalmente lecito) quasi settecento milioni
delle vecchie lire da spartire tra di loro. Cosa vuol dire indennità di posizione
non ci è dato saperlo e soprattutto sarebbe opportuno capire cosa
hanno fatto dirigenti come Gaetano Gucciardo e Amelia Scibetta per
guadagnare in due quasi novantamila euro in un anno?
La stessa domanda l'ha posta il
nostro collega "sire" Angelo Ruoppolo, il quale, fra mille
difficoltà, ha cercato di spiegare ai telespettatori come la
"dicitura" indennità di posizione potesse significare la postura
assunta mentre i dirigenti stanno seduti al loro posto. Quella di Ruoppolo è solo una ipotesi.
Certo, a svelare il mistero della indennità di posizione potrebbero
essere gli stessi dirigenti Gucciardo, Scibetta e compagnia cantando;
magari spiegando ai meno abbienti il perché di quei quarantamila e
passa euro. Cosa hanno fatto per ottenerli? Come potrebbero
giustificare quella somma (al di là del fatto che possono sempre
dire la frasetta magica..."è previsto dalla legge", così come
anche i gettoni di presenza sono previsti dalla legge)? Pensate che i
dirigenti in questione troverebbero il coraggio e la forza, in questo
momento così drammatico, di spiegare all'opinione pubblica che
quei 44 mila euro sono solo una parte del totale complessivo di un
intero anno finito sul proprio conto corrente? E provate ad
immaginare cosa succederebbe se i dirigenti in questione spiegassero
alle famiglie meno fortunate di loro (ma molto meno fortunate...) che
all'incasso, a fine anno, ci sono anche stipendio e premio di
produzione!
Che dire? L'unica notizia buona è
che Alexandra Di Liberto è andata via per decorrenza dei termini e
non sarà più il commissario alla ex provincia regionale. Si spera
che il presidente Crocetta non faccia il clamoroso errore di
spostarla in un'altra provincia siciliana.
Saremmo punto e a capo. A piangere
sarebbero i ragazzi con tanta voglia di studiare, la loro dignità e
il diritto allo studio.
Di contro, a sorridere a 340 denti,
sarebbero i dirigenti colleghi di quelli agrigentini i quali, grazie
anche alla famigerata indennità di posizione, vedrebbero aumentare
sensibilmente il proprio conto in banca. Alla faccia del Polo Universitario
agrigentino.
Andrea Cirino (FdI-An):
razionalizzare i costi della politica e dei dirigenti per rilanciare
il Cupa
"Bisogna avviare una rimodulazione
dei costi del personale dirigenziale all'interno degli enti
pubblici, a partire dal Comune di Agrigento".
Con queste parole interviene il
candidato sindaco di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale,
Andrea Cirino, che annuncia come uno dei punti del programma
elettorale per la città, riguarda la razionalizzazione delle spese,
avviando un percorso di elargizione dei compensi spettante per legge
nei minimi consentiti e al solo effettivo raggiungimento degli
obiettivi. "Se sarò eletto, la cosiddetta
indennità di risultato sarà esclusivamente elargita laddove
arrivino risultati e benefici tangibili per la città di Agrigento.
Non è più possibile, per vicinanza politica o per un sistema
consolidato nel tempo, affidare agli organi dirigenziali comunali
delle somme extra che gravano pesantemente sul bilancio comunale".
"Penso - continua Andrea Cirino -
a economizzare il settore investendo ad esempio sul Consorzio
Universitario. Non è tollerabile pensare che si possa perdere
l'università ad Agrigento per motivi economici. Chi non vuole
investire sulla cultura e sullo sviluppo di questa città perché
giustificato da una mancanza di fondi, mente sapendo di mentire. Vi
sono diversi strumenti per poter trovare risorse senza gravare sulle
spalle dei contribuenti". "Razionalizzare i costi della
politica e della classe dirigenziale, sarà sicuramente un primo
passo verso un maggiore rispetto per le casse comunali ed è per
questo che mi batterò - conclude Cirino - affinché venga
attuato un piano di serio risparmio economico delle voci di bilancio
che ad oggi gravano sulle casse comunali".
LiveSicilia.it
PROVINCE, RIFORMA TRA LE POLEMICHE
NO DI OPPOSIZIONE E SINDACATI
di Accursio Sabella
Mille emendamenti accompagnano il
ddl sui Liberi consorzi. Domani scadono gli incarichi degli attuali
commissari. Il centrodestra: "Come si approva una legge del
genere se non esiste nemmeno un bilancio?". Cgil, Cisl e Uil
protesteranno di fronte a Palazzo dei Normanni: "E' una
riforma-spot".
PALERMO - E' approdata a Sala d'Ercole
tra le polemiche la riforma dei Liberi consorzi. Riforma annunciata
dal presidente Crocetta già due anni fa, ma che è giunta solo
adesso all'esame definitivo da parte dell'Aula. Lunghissima la seduta
che ha visto l'avvio della discussione generale. Le opposizioni hanno
chiesto a gran voce di congelare l'esame del testo fino
all'approvazione della manovra finanziaria, ancora in alto mare. La maggioranza ha invece difeso
fortemente il ddl, affermando la necessità di approvarlo in tempi
celeri. Domani scadono gli incarichi degli attuali commissari.
L'obiettivo è quello di esitare il testo entro la fine della
settimana. Ma non sarà facile. Sono quasi mille gli emendamenti che
accompagnano gli articoli. E alcune norme fanno già discutere, come
quella che prevede, al contrario delle ipotesi iniziali, una
indennità per i destinatari di cariche nei Liberi consorzi. "Gente
che verrà scelta dalla politica - ha protestato il capogruppo di
Forza Italia Marco Falcone - questa legge è una vergogna".
Contrari anche i deputati del Movimento cinque stelle che hanno
definito la legge "un bluff buono solo per i titoli sui giornali
che non cambia nulla. La legge che stiamo per votare non è che una
spolveratina alla legge 9 del 1986, un'alchimia che porterà a
chiamare liberi consorzi le ex Province e nulla più. Non possiamo
prendere in giro i cittadini spacciando qualcosa per quello che non
è, pertanto voteremo contro". E' un "no" senza riserve, quindi,
quello annunciato dal M5S sulla legge che istituisce i liberi
consorzi. Nonostante i grillini, due anni fa, avessero firmato la
prima norma di riforma. "Quella in discussione - ha detto però
in aula il capogruppo Salvatore Siragusa- è tutt'altro che una
rivoluzione, è pura restaurazione e conservatorismo. Si poteva fare
tantissimo nel solco della legge 7 e anche delle legge 8 ed invece si
è avuto paura di toccare interessi politici e di potere e i collegi
regionali, si è preferito toccare il meno possibile assecondando i
desiderata dei sindaci di Catania e Palermo, con tre città
metropolitane di cartapesta e con con grossi buchi sul fronte della
gestione, della governance e perfino della salvaguardia dei posti di
lavoro. E' una spending review che inizia dal cittadino e là si
ferma e che non dà nemmeno l'assoluta certezza che non si andrà al
voto per eleggere i presidenti dei liberi consorzi e i presidenti
delle città metropolitane". Un 'no' ribadito dall'intervento
dell'ex capogruppo, Francesco Cappello. "Ci batteremo per
migliorare la legge - ha detto il deputato - e per fare
rispettare la volontà dei Comuni che hanno tentato di decidere il
loro futuro col referendum e che, giustamente, sentono traditi dalla
marcia indietro del governo". E la legge non piace nemmeno ai
sindacati. Domani alle 16 Cgil, Cisl e Uil protesteranno di fronte a
Palazzo dei Normanni contro quella che considerano una "riforma
spot".