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Vincenzo Lauro nominato commissario ad acta dall'Assessore Leotta

Sicilia24h.it
Completata la manutenzione delle aree di sosta lungo alcune strade provinciali

Il Settore Territorio e Ambiente del Libero Consorzio Comunale (ex Provincia Regionale di Agrigento), diretto dall'Ing. Bernardo Barone, ha completato le operazioni di pulizia e manutenzione delle aree di sosta realizzate su alcune strade provinciali, ovvero la SP n. 24 Cammarata-S.Stefano di Quisquina,  la SP n. 16 Grotte-Scintilia, la n. 20 Casteltermini-S.Biagio Platani e la n. 36 Bivio Verdura-S.Anna. Le operazioni, seguite dal direttore di cantiere Vincenzo Dainotto, sono state portate a termine dagli operai dell'impresa aggiudicataria dell'appalto (la "Vivai del Sole di Zizzo Giulia"di Marsala) secondo quanto previsto dal contratto aperto.
In particolare è stata eseguita un'accurata scerbatura e fresatura delle aiuole e delle scarpate, invase dalla vegetazione spontanea e quindi esposte anche al rischio di incendi durante la stagione estiva. Le nove aree di sosta (cinque sulla SP 24, due sulla SP 36 e una ciascuna sulla SP 16 e SP 20) saranno dunque fruibili da parte di escursionisti, automobilisti e scolaresche, grazie anche agli interventi eseguiti dei mesi scorsi (con messa a dimora di nuovi alberi e manutenzione degli steccati di legno).
Tutte le operazioni di manutenzione sono coordinate dal Gruppo Tutela Ambientale del Settore Ambiente, composto, oltre che dal direttore dei Lavori Vincenzo Dainotto, dal funzionario responsabile Giovanni Bellavia, dal responsabile unico del procedimento Elio Chibbaro, e da Ferdinando Parello.

Siciliainformazioni.it

La Sicilia che s'era fregiata della primogenitura - l'abolizione delle Province - conquista il posto di coda. 

L'Assemblea regionale siciliana non riforma un bel niente, lascia le cose come stanno, anzi peggio: né Province, né Liberi consorzi. Un capolavoro, non c'è che dire. Bocciare nel segreto dell'urna una legge di riforma, rischia di trovare posto nei libri di storia.
Moventi multipli, l'affossamento dell'art.1 del disegno di legge sulle province, 'servito su un piatto d'argento dall'emendamento del Movimento 5 Stelle (lasciare le province al loro posto) - una sorta di ritorno al futuro suggerito dallo schieramento più giovane dell'Ars - non nasce  da un colpo di testa improvviso. I dieci franchi tiratori che hanno fucilato il testo uscito dalla Commissione Affari istituzionali, hanno meditato e valutato attentamente le conseguenze del gesto. E' assai improbabile che abbiano ragionato insieme sul da farsi, perché i moventi, come detto, sono tanti, forse ognuno ha il suo, ed è perciò altrettanto improbabile che la forza d'interposizione possa essere usata per costruire una alternativa nella legislatura in corso o nella prossima. Alla luce di quanto è avvenuto in Aula acquista un valore simbolico la dichiarazione di Antonello Cracolici, Presidente della Commissione legislativa affari istituzionali- sulla carta rappresentativa di una larga maggioranza parlamentare - che a conclusione  di una maratona faticosa durata parecchi mesiannunciava con soddisfazione e giustificata euforia la nascita di sei liberi consorzi e tre aree metropolitane, sovrapposte, senza alcuna variazione, alle nove province regionali. Gli indizi che si stesse preparando il trappolone e si attendesse solo la prima occasione per mettere in crisi il governo, gli equilibri dem faticosamente raggiunti, c'erano tutti, si stava per tagliare il traguardo della prima tappa di una road map che dovrebbe condurre alle dimissioni del Presidente della Regione e alla chiusura anticipata della legislatura. Piuttosto che puntare sulla mozione di sfiducia, arma pericolosa (esplode nelle mani di chi la usa al primo colpo), si è preferito utilizzare una strategia diversa? I congiurati potrebbero avere fatto i conti senza l'oste, tuttavia. Dare tempo a Rosario Crocetta potrebbe non essere una mossa vincente. Il governatore si muove in tempo di guerra con una agilità sorprendente, non regala punti di riferimento. Ma i margini si sono ristretti anche per lui, perché il movimentismo del Presidente della regione - affidato ad una comunicazione audace e diretta  - pur efficace sul momento, suscita le reazioni  più svariate, anche negative (malumori, spaesamenti, fughe).
Credere comunque che sia stato bocciato Crocetta e il suo governo sarebbe sbagliato. Il testo del disegno di legge, frutto della mediazione di Cracolici in Commissione, difficilmente sarebbe uscito indenne dall'Aula: conciliava le ragioni dei contras, piuttosto che quelle dei favorevoli. Scontentava i conservatori, affezionati alle province e spaventati dal pericolo di uno stravolgimento della circoscrizione elettorale e di una reazione degli apparati locali, e scontentava i riformatori, pochi, che vedevano nel testo la riproposizione del vecchio assetto, "peggiorato" dalle vaste aree metropolitane, una peculiarità siciliana. "Allucinante", ha commentato Crocetta, dopo avere appreso il risultato della bocciatura. E il segretario del Pd, Raciti, ha suggerito una riunione urgente perché "ci si guardi negli occhi", si dica dove si voglia arrivare. Forse servirebbe una seduta spiritica. Per uscire dall'angolo a Crocetta non rimane che prendere atto di una realtà incontrovertibile: la riforma dei liberi consorzi, concepita in giunta di governo,  nata in Commissione affari istituzionali, non la vuole quasi nessuno: l'Assemblea, dopo averla promossa, l'ha bocciata. E ora? Impoossibile tornare all'ancièn régime Restano i commissari. La Delrio in salsa siciliana, bene che vada. Al diavolo lo Statuto speciale ed i suoi liberi consorzi. I campanili non si toccano.


La sicilia.
Ancora grande incertezza. La Regione ha nominato Lauro, che non s'insedierà.

Adesso, almeno per un paio di mesi, possiamo tornare a chiamarla Provincia regionale. Con l'eliminazione, nella giornata di mercoledì, del primo articolo del disegno di legge all'Ars per la creazione dei Liberi consorzi, anche per Agrigento si annuncia un nuovo periodo di vacatio e di incertezza pressoché totale.
E' vero, la Regione ha nominato un commissario ad acta, Vincenzo Lauro, che sarebbe dovuto rimanere in carica per almeno 2 mesi, ma nel frattempo Sala d'Ercole ha approvato la proroga dei commissari straordinari creandodi fatto un "buco" per la Provincia, visto che Alessandra Diliberto, adesso impegnata a Palermo con la Camera di Commercio, non potrà riprendere il "volante" dell'Ente. Alla situazione di incertezza complessiva, quindi, si aggiunge quella collegata alla necessità da parte della Regione di individuare un nuovo nome per giudare il "fu" Libero consorzio.
Cono senza Lauro, che tra l'altro era stato già ad Agrigento per un breve periodo quest'anno, la Provincia potrà "festeggiare" a maggio i due anni di assenza delle cariche politiche dopo che nel 2013 a scadenza del mandato di Eugenio D'Orsi, partì questa lunghissima parentesi commissariale che adesso sembra essere divenuta l'unica certezza in un "mare di dubbi".
Ali'Ars, mentre le opposizioni continuano a festeggiare la sconfitta di Rosario Crocetta su una legge da più parti definita un "papocchio" me che per
il governatore era stata fin da subito, da quel pomeriggio nello studio de L'Arena di Giletti, la riforma delle riforme, si comincia a pensare anche al futuro.
Diversi deputati agrigentini ci spiegano che, comunque, ogni discussione sul disegno di riforma sarà rinviato a dopo la trattazione della Finanziaria. Del resto, ormai, una rivisitazione degli enti intermedi è praticamente irrinunciabile, considerato che lo Stato nel frattempo è andato avanti rispetto alla Regione. Così, tra maggio e giugno, si potrebbe iniziare a discutere di un progetto di riforma che possa avere quantomeno come base la legge Del- rio, come chiesto da molti già nei mesi passati.
Ma nel frattempo? In primis i sindacati al momento allargano le braccia alle richieste della stampa su quali saranno le potenziali conseguenze per i lavoratori, in primis i precari o anche per i numerosi servizi essenziali ancora svolti dall'Ente e che al momento non possono essere garantiti al 100%. C'è inoltre, almeno per Agrigento, un aspetto aggiuntivo da valutare: un'ulteriore incertezza sul futuro della Provincia si ripercuoterà evidentemente anche sul Consorzio universitario di Agrigento, che proprio dall'Ente intermedio attende garanzie per la sopravvivenza nel breve, medio e lungo periodo. Impossibile pensare che in una situazione di questo tipo un commissario, sia ad acta o straordinario, possa riuscire a sostenere qualsivoglia posizione in difformità da quanto fatto finora da Alessandra Diliberto.
GIOACCHNO SCHICCHI


Giornale di sicilia
Ex provincia
Contestate le indennità ai dirigenti

Intervento del meetup "Grilli" di Agrigento sulla suddivisione di alcune somme di denaro di circa 40 mila euro a testa per dirigenti dell'ex Provincia. "Leggere le cifre, oltre 300mila euro, che percepiscono i dirigenti dell'ex Provincia — si legge in una nota —fa specie, in un momento come questo in cui il territorio provinciale sta vivendo una dei periodi più bui dal punto di vista economico e sociale Anche se la normativa consente loro di percepire lauti stipendi occorre affrontare il problema alla radice domandandosi se effettivamente questi organi dirigenziali espletino appieno a loro attività in un momento in cui sappiamo che il bilancia dell'ente è ridotto al lumicino tanto da non poter più finanziare l'attività Cupa né tantomeno impedire a chiusura del Toscanini di Ribera. Inoltre ci chiediamo se un numero così alto di dirigenti sia giustificabile per un territorio così piccolo e di un ente quasi sciolto. Ci si chiede anche se sono realmente necessarie alcune figure di Capo area e se è utile avere un segretario generale che riveste anche le carica di direttore generale che gli consente di percepire un doppio compenso». (*PAPI*)


Giornale di sicilia
Nelle province commissari fino al 31 luglio

Affossata la riforma delle Province, ieri Sala d'Ercole ha approvato la proroga dei commissari straordinari (con 37 voti a favore, uno contrario e 25 astenuti), che si insedieranno tra una settimana, dopo che la legge verrà pubblicata sulla Gazzetta, e rimarranno in carica fino al 31luglio. Nel frattempo, nei prossimi dieci giorni, ai vertici delle Province saliranno degli ispettori regionali. Ma, in concreto, ciò comporterà lo stop deildisegno di legge e che conseguenze avrà sui lavoratori e i servizi? Ai vertici nove enti torneranno i commissari che, al contrario dei futuri presidenti dei Liberi consorzi, potranno occuparsi soltanto della gestione ordinaria dei territori, senza però poter fare una programmazione strategica. I commissari - spiegano dal dipartimento regionale alle Autonomie locali - sono i legali rappresentanti degli enti e potranno occuparsi soltanto dei servizi essenziali che riguardano strade, e disabili, ma in un'ottica limitata, non potendo programmare interventi a lungo termine.
Sullo sfondo restano poi le stesse difficoltà finanziarie che hanno le altre Province italiane, a causa
Legge di stabilità che prevede l'obbligo di versare contributi nelle casse dello Stato per il risanamento delle finanze. Solo quest'anno le Province dovranno sborsare un miliardo. Per il presidente Crocetta «affossando la riforma si sono messi a rischio servizi essenziali.

RIFORMA DELLE PROVINCE.
PALERMO.

 Cori 37 voti a favore, 25 astenuti e uno contrario, l'Ars ha approvato il disegno di legge che proroga il commissariamento straordinario delle cx Province fino al prossimo 31luglio. il disegno di legge sulla riforma, le funzioni e le competenze dei Liberi consorzi e delle Città nsetropolitane, come prevede il regolamento di Sala d'Ercole, dovrà essere ti- scritto. Le forze dell'opposizione di centrodestra e i "grillini", ieri, hanno cercato di mettere, aurora una volta, il governo Crocetta in nsisoranza. I banchi della maggioranza, infatti, erano quasi deserti. Un segnale piuttosto negativo alla vigilia dell'esame della Finanziaria e del bilancio che la Giunta ha varato ieri sera.
il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, per evitare il peggio, intorno iie 12,30 ha sospeso per quindici minuti la seduta per dare al presidente della Regìone, Rosario Crocetta, nel frattempo impegnato in una conferenza stampa a Palazzo d'Orléans, il tempo di raggiungere Sala d'Ercole. Le forze di opposizione avevano posto quesiti politici ai quali, nella sua qualità di tecnico, non poteva rispondere l'assessore alle Autonomje locali, Ettore Leotta.
Il vertice notturno convocato da Cr0- retta subito dopo il tiro al piccione dei franchi tiratori, evidentemente, non aveva prodotto gli effetti sperati. Il presidente della Regione, comunque, sul punto è stato irremovibile: Sulle riforme bisogna lavorare tutti insieme, come a Roma: ho già dato un mandato esplorativo, incontrerò le forze di opposizione. Nessuno vuole forzare sui tempi, la prima cosa da fare è convocare un tavolo fra governo e tutti i capigruppo, anche di opposizione, Ma alcuni punti devono essere chiari: le Province non "rinascono", e l'elezione diretta del presidente non ci sarà, perché non lo prevede la "legge Delrio", che anche noi, sui priiscipi generali, dobbiamo rispettare. L'elezione diretta del presidente dei Liberi consorzi di Comuni o delle Città metropolitane non è prevista. Non possiamo farlo noi,saremmo l'unica Regione d'italia ad avere il suffraggio diretto piuttosto che le elezioni di secondo grado. Crocetta, nel corso del suo intervento, ci ha provato a convincere l'Aula ad approvare, entro una settimana, il disegno di legge bocciato l'altro ieri, ma non ha insistito quando si è accorto che da parte dell'opposizione non c'era alcuna apertura. Unica concessione fatta dal capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, la certezza che le opposizioni sarebbero rimaste in Aula per non fare mancate il numero legale, ma che in ogni caso si sarebbero astenute pernon provocare seri problemi istituzionali. Falcone, poi, ha riproposto il problema dell'ufficio di presidenza dell'Ars dove le opposizioni non
sono rappresentate, perché la vicepresideisza lasciata libera da Salvo Pogliese, eletto al Parlamento europeo, è stata affidata a Giuseppe Lupo del Pd, «Lupo si di- metta - ha detto Falcone - per consentire all'opposizione di essere rappresentata nell'ufficio di presidenza dell'Arri, Ma è stato clsiests anche il rinnovo delle commissioni legislative permanenti. «Le commissioni possono essere occasioni di confronto? - si è chiesto Crocetta - penso di sì, In base al regolamento parlamentare, a metà della legislatura si procede al rinnovo delle commissioni legislative. Le uniche due commissioni guidate da esponenti di opposizione sono laTerritorio e Ambiente presieduta da Giampiero Trizzino (M5s) e la commissione De gui data da Francesco Cascio (Ncd),
Il Movimento 5 Stelle, che era stato tra i fautori dell'abolizione delle Province, ha cosi spiegato l'inversione di tendenza:
«Abbiamo cambiato idea perché è cambiata la legge. Il ddl bocciato ieri in Aula grazie a noi, non aveva più nulla della legge che avevamo contribuito a rostruire, è stata smontata pezzo per pezzo fino a diventare un pasticcio enorme che praticamente non cambiava nulla se non il nome alle cx Province, riportandoci dritti alla legge 9 del 1986, un p0' riveduta e corretta. Questo govetno forse persino peggiore dei precedenti, ha comunque un'occasione per compiere la prima cosa degna di nota cli questa legislatura: andare a casa. Crocetta ha proposto a tutte le forze politiche di «costruire insieme un nuovo disegno di legge, condividendone ogni parte: «Però, ri Aula non potranno esserci distinguo. Se il ddl lo riscriviamo insieme, insieme lo dovremo votare.
Per il capogruppo del Pd, Baldo Gucciardì: E evidente rIse quanto accaduto in questi giorni impone una riflessione fra le forze-politiche presenti in Parlamento:
serve senso di responsabilità, lv sederai attomo ad un tavolo e cor si serenamente. Lavoreremo pre:
sto da esaminare subito dopo la economica. Resta, però, il ramms l'atteggiamento di chi ha pensat tirare le proprie tensioni politici voto che danneggia i nostri enti lo schia di creare contraccolpi sui denti.

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