La
sicilia.it
Si
rischia una nuova emergenza sanitaria
Dal
1 di maggio nessun comune dell'Ato Gesa Agrigento 2 sarà nelle
condizioni di firmare le proroghe per la gestione del servizio di
raccolta dei rifiuti pena il rischio concreto di vedersi condannati
dalla Corte dei Conti o indagati dalla magistratura condannando però
le città ad una nuova emergenza sanitaria.
E' questa l'assurda
condizione in cui si troveranno tra una decina di giorni ben 19
comuni (Agrigento, Aragona, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo,
Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa,
Montallegro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Realmonte, San
Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana), i
quali non potranno più firmare proroghe agli affidamenti a terzi
della gestione del servizio dei rifiuti. E' venuta infatti meno la
possibilità a ricorrere ai poteri di ordinanza previsti dal decreto
legislativo 162/2006, che consentiva appunto di poter firmare
affidamenti temporanei "per una durata complessiva di diciotto
mesi". Procedure, spiegano i sindaci, ieri mattina riuniti in
aula "Giglia" al Palazzo della Provincia, necessarie
considerato che ancora oggi la riforma dei rifiuti voluta dal Governo
regionale, con la trasformazione delle Ato in Aro ed Srr, è ancora
incompleta. "Ci sono diversi comuni - spiega il sindaco di
Racalmuto Emilio Messana, uno dei promotori dell'incontro - che
stanno aspettando l'approvazione dei piani d'ambito, alcuni attendono
che l'Urega si pronunci sulle gare d'appalto per affidamento del
servizio, mancano le strutture necessarie per avviare la raccolta
differenziata, insomma, abbiamo davanti un periodo che durerà
quantomeno otto, nove mesi e che deve essere regolamentato. Ci
attendiamo dalla Regione - continua Messana - che ci assista e ci
guidi in questo percorso, anche perché dal 1 di luglio comunque la
problematica si porrà a livello di tutta l'Isola. Per fare un
esempio, dovremmo far partire la raccolta differenziata ma al momento
non ci sono impianti. Noi - conclude - responsabilmente vogliamo
farci carico del problema ma vogliamo farlo nella massima
trasparenza".
Ogni decisione, al momento, è rinviata a
lunedì: alle 10 di mattina, infatti, i sindaci sono attesi da
presidente Rosario Crocetta presso il suo ufficio. Al Governatore i
primi cittadini sottoporranno un "decalogo" di questioni da
affrontare nell'immediato per scongiurare una situazione di stallo.
In particolare all'ex sindaco di Gela sarà richiesto un decreto, una
norma "ponte" che consenta nell'immediato di firmare le
ordinanze in attesa di realizzare le gare d'appalto.
Gioacchino
Schicchi
Precari,
la stabilizzazione è sempre più difficile
Il
30 di aprile finiranno i fondi della Regione siciliana per garantire
lo stipendio dei precari degli enti pubblici e, ancora una volta, si
scoprono tutte le criticità di un settore che da troppo tempo
attende soluzioni definitive. Come si ricorderà, se è stata
estesa fino a fine del 2015 la possibilità di prorogare i contratti
del personale a tempo determinato, tra 13 giorni si esauriranno le
risorse economiche previste nella finanziaria approvata a gennaio in
dodicesimi. "Gli effetti si cominciano a vedere - spiega
Floriana Russo Introito, della Cisl Funzione Pubblica - perché già
a diversi lavoratori i Comuni hanno chiesto di mettersi in ferie
forzate perché non hanno più le risorse per pagare gli stipendi,
come viene fatto ogni anno a scadenza del periodo di proroga".
Se, continua Russo Introito, la Regione avrebbe comunque garantito
che vi sarà anche nella nuova finanziaria la necessaria copertura
economica per i contratti, il quadro generale è divenuto molto più
complesso. "La legge di stabilità nazionale - spiega - prevede
che le procedure di stabilizzazione devono essere fermate fino al
2018 in attesa di evoluzioni rispetto al personale proveniente da
enti come per esempio le Province. Se in Sicilia si andrà ad
applicare quindi la legge Delrio - conclude - i contratti dovranno
essere prorogati almeno fino a quella data, in attesa di sviluppi,
sempre che non si scelga di portare avanti un disegno di legge
diverso". Non è questa, comunque, l'unica criticità. Nei
giorni scorsi, infatti, la Regione ha comunicato ai comuni,
attraverso una circolare, che le risorse che verranno risparmiate
dovranno essere riutilizzate e, soprattutto, non saranno rimborsate
al Comune. "E' una circolare che preoccupa non poco - spiega il
sindaco di Racalmuto Emilio Messana - perché prevede che i risparmi
di spesa sul personale che vengono realizzati dai Comuni siano
detratti dal rimborso che la Regione versa per i contratti dei
precari. Se una unità va in pensione, cioè, le risorse che vengono
risparmiate andranno a coprire il fondo per i contratti a tempo
determinato. Questo significa - conclude - non riuscire a ridurre la
spesa e rinviare nel lunghissimo periodo il processo di
stabilizzazione. Crediamo che sia impellente, ormai, lavorare per
trovare una soluzione".
G. Sch.
GIORNALE DI SICILIA
ROTARY CLUB
Convegno sul destino del Cupa
Della Situazione attuale e prospettive
future del Cupa ne ha discusso, nei giorni scorsi, anche il Rotary
club di Agrigento. E lo ha fatto con presenze 'eccellenti' come
lo stesso presidente del Consorzio universitario di Agrigento Maria
Immordino, il commissario straordinario del Comune Luciana Giammanco,
il presidente della Camera di commercio Vittorio Messina e
l'assessore regionale all'istruzione e Formazione, nonché vice
presi- dente della Regione Sicilia, Mariella Lo Sello, Un
incontro-dibattito, che è stato moderato da Michele Cimino, che è
servito per fare il punto della situazione e soprattutto per
tracciare - in momento di crisi quale è quello attuale - le
prospettive future de Consorzio universitario di Agrigento un centro
che ha già formato migliaia di giovani professionisti. Studenti che
probabilmente non avrebbero avuto altre occasioni. (CR)
PALMA E TURISMO
Adesione al «Valle dei Templi»
Il Comune Palma di Montechiaro ha
aderito al distretto turistico Valle dei Templi. Salgono dunque a 21
i Comuni che costituiscono la parte pubblica del consorzio, che
annovera come soci circa un centinaio di imprese private del settore
turistico. La volontà di aderire al Distretto era
già stata espressa verbalmente dal
sindaco Pasquale Amato, che durante la sua attività amministrativa
sta puntando fortemente sul turismo, quale leva dell'economia.
Ancor più forte ha avvertito l'esigenza, quando si è deciso di
intraprendere un percorso comune con il progetto della
"Strada degli Scrittori", che vede
nell'area distrettuale concretarsi un per corso turistico unico nel
suo genere con le tappe fondamentali nei luoghi dei più grandi
scrittori del Novecento: °irandello, ad Agrigento, Rosso di San
Secondo, a Caltanissetta, Sciaccia, a Racalmuto, Tomasi di Lampedusa,
a Palma di Montechiaro, Antonio Russello, a Favara, fino al
contemporaneo Camilleri, a Porto Empedocle.
LA SICILIA
LA DECISIONE ACCOLTA CON ENTUSIASMO
Palma Montechiaro entra a far parte
del Distretto turistico Valle dei templi Ora sono ventuno i comuni
aderenti.
Il Comune Palma di Montechiaro ha
aderito al Distretto Turistico Valle dei Templi. Salgono dunque a 21
i Comuni che costituiscono la parte pubblica del consorzio, che
annovera come soci circa un centinaio di imprese private del settore
turistico. La volontà di aderire al Distretto era già stata
espressa verbalmente dal sindaco Pasquale Amato, che durante la sua
attività amministrativa sta puntando fortemente sul turismo, quale
leva dell'economia. Ancor più forte ha avvertito l'esigenza,
quando si è deciso di intraprendere un percorso comune con il
progetto della "Strada degli Scrittori", che vede nell'area
distrettuale concretarsi un percorso turistico unico nel suo genere
con le tappe fondamentali nei luoghi dei più grandi scrittori del
Novecento: Pirandello, ad Agrigento, Rosso di San Secondo, a
Caltanissetta, Sciascia, a Racalmuto, Tomasi di Lampedusa, a Palma di
Montechiaro, Antonio Russello, a Favara, fino al contemporaneo
Camilleri, a Porto Empedocle. "Accogliamo Palma di Montechiaro con
grande entusiasmo - commenta il presidente del Distretto Lillo
Firetto - perché non soltanto l'area distrettuale si arricchisce
di itinerari dal valore culturale. paesistico e naturalistico
straordinari, ma anche perché potremo contare sul supporto di un
sindaco e di un'amministrazione comunale che intendono spendersi
con noi e con il Distretto».
ISTRUZIONE IN CRISI Incontro di
Lagalla, Pignataro e Pierconti col sottosegretario Faraone, sotto
accusa anche il Miur
Atenei, rettori contro Crocetta
Allarme per il crollo delle
immatricolazioni, 3O%, nelle tre università statali siciliane
«L'interlocuzione con Regione e
presidente è inesistente, e i burocrati non rispondono».
PALERMo. Attaccano la Regione e non
risparmiano critiche nemmeno al ministero dell'Istruzione: i
rettori delle tre università statali siciliane, preoccupati per il
calo d'immatricolazioni (-30%), puntano il dito contro il sistema
di ripartizione delle risorse economiche, le modalità con cui si
sostiene la ricerca e il diritto allo studio. Lo fanno al cospetto
del sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, incontrato ieri
a Palermo, Il quadro che emerge, durante un faccia a faccia tenutosi
allo Steri, è a tinte fosche. E non è solo una questione di soldi.
Il reclutamento dei ricercatori, ad esempio, deve fare i conti con
norme troppo restrittive e criteri che "condannano" al precariato
i giovani che vogliono intraprendere la carriera accademica. Per non
parlare del rapporto con la Regione «disastroso sia sul piano della
programmazione sia per i fondi destinati agli atenei». Un "mantra"
che ripetono all'unisono Roberto Lagalla, rettore dell'Università
di Palermo; Giacomo Pignataro, rettore dell'Università di Catania;
e Pietro Perconti, prorettore dell'Università di Messina.
«L'interlocuzione con la Regione e col presidente Crocetta
sottolinea Pignataro - è
inesistente. Dai burocrati poi non
riusciamo ad avere risposte». Tra arretrati da riscuotere per i
corsi di specializzazione in medicina (circa 17 milioni il debito di
Palazzo d'Orléans nei confronti delle tre università siciliane),
residenze per gli studenti ridotte al lumicino e borse di studio non
assegnate agli idonei, ce n'è abbastanza per aprire un
contenzioso. A Messina la casa dello studente è chiusa; mentre
Palermo e Catania messe assieme riescono a garantire poco meno di
1.700 posti- letto. «1150% delle domande di borse di studio idonee
non vengono evase dall'Ersu «, sottolinea Lagalla. Gli fa eco
Perconti, secondo cui «i criteri stabiliti per le assegnazioni non
tengono conto del merito, ma di autocertificazioni sul reddito spesso
fasulle».
Un "cabier de doléances" luogo e
complesso. Lo stesso Faraone denuncia che «alla Regione non c'è
una persona che si occupa di ricerca». Le difficoltà sono pure a
Roma, dove il Miur dicono i rettori non calcola le debolezze
di un sistema universitario inserito in un contesto economico
difficile. La crisi, insomma, frena gli studi di molti giovani. Ne è
convinto Faraone, che aggiunge: «C'è un aspetto di arretratezza
delle università del sud rispetto a quelle del centro nord. Un
problema che dipende anche dalla ripartizione delle risorse, che
avviene con criteri sclerotizzati. Come nel caso delle tasse pagate
dagli studenti: è sbagliato dare più risorse agli atenei in cui si
pagano più tasse. Al sud, dove ci sono redditi pro- capire bassi, i
trasferimenti sono più bassi. Questo meccanismo va cambiato, per
dare la possibilità agli atenei del mezzogiorno di scalare la
classifica.
Il tour di Faraone a Palermo dove
ieri ha premiato gli studenti del convitto nazionale "Falcone"
che si sono distinti per merito ed ha partecipato ad un'iniziativa
al liceo linguistico "Cassarà"- richiama i temi dell'agenda
politica. Alla sfida lanciata dal governatore Rosario Crocetta che lo
avrebbe accusato di «tramare nell'ombra», il sottosegretario
all'Istruzione non risponde. Idem sull'ipotesi avanzata da
Crocetta di andare alle urne ed eleggere .il presidente della Regione
con la doppia scheda. Faraone però lancia l'offensiva contro la
classe politica siciliana e i sindacati: «Il vento delle riforme che
c'è a livello nazionale non si può fermare a Reggio Calabria. C'è
chi ha utilizzato lo statuto speciale come muro alle riforme. Vedo un
trasversalismo di forze politiche conservatrici di privilegi».
Infine, parlando della rottura delle trattative tra sindacati e Aran
sulle pensioni dei regionali, conclude: «C'è un'intera Regione
bloccata sulle pensioni dei regionali, mentre intere generazioni sono
senza lavoro. I sindacati dovrebbero preoccuparsi di loro, non di
garantire privilegi ai regionali».
TURISMO E BUROCRAZIA
Visite nei festivi? Affrettatevi...
Custodi, vigilanti e addetti alle
biglietterie hanno i «giorni contati», Si salva solo il Parco
Se le strutture museali e culturali
regionali sono attualmente aperte per ricevere i primi turisti che
fanno visita alla nostra città, entro fine estate alcune potrebbero
già rischiare di dover chiudere i battenti nei giorni "rossi'.
La "ghigliottina" è sempre la
stessa: il vincolo, da parte dell'Assessorato ai Beni culturali, a
non utilizzare il personale delle categorie C e B custodi, vigilanti,
addetti alle biglietterie sai servizi ecc - nei festivi e nei
superfestivi per oltre il 30 per cento delle ore di lavoro annue. Un
limite imposto nel febbraio del 2014 dalla Regione, la quale non ha
le risorse per garantire la copertura dello straordinario. Uno stato
di cose che si è trascinato nel tempo senza che il Governo abbia
saputo mettere in campo una soluzione.
Così, se il Parco archeologico della
Valle dei Templi, potendo contare su un proprio bilancio autonomo,
potrà garantire le aperture nei festivi e anche in notturna per il
2015, altre strutture devono far i conti con una coperta che ogni
anno si rivela sempre più corta.
«La questione è matematica dice
il direttore della Casa natale 'Luigi Pirandello' Enzo Caruso -
e se rimane uguale la soglia di un
terzo da non superare ed invariato è il numero di festivi e
superfestivi, che sono sempre 64, il dato variabile rimane il numero
di custodi a disposizione. Più questo è alto meno si rischia di
superare la proporzione di un terzo. Se questi invece, come avviene,
diminuiscono Perché vanno in quiescenza e non vengono rimpiazzati
diventa evidentemente più semplice raggiungere la soglia limite, Noi
in questi anni abbiamo perso 10 lavoratori e, tacendo due Conti, se
al momento siamo comunque aperti, ad agosto ci inizierà a mancare
l'ossigeno.
Non dissimile la situazione del Museo
archeologico, il quale, pare, avesse anche avanzato una propria
programmazione che fosse più rispondente alle necessità oggettive:
si era infatti proposto di non aprire il museo in festivi e
superfestivi del periodo di bassa stagione (tra novembre e marzo) in
modo da poter "conservare" ore di lavoro in alta stagione, quando
il numero di visitatori cresce sensibilmente.
Una soluzione "tampone" che però
si è scontrata con la direttiva regionale e ministeriale che invece
impone l'apertura a partire da gennaio, con il rischio oggettivo di
aver musei aperti ma vuoti in determinati periodi dell'anno e
turisti in fila davanti a cancelli chiusi. Unica a poter fare
qualcosa, evidentemente, è la Regione, che pure sembra aver
dimenticato i propri siti culturali ed archeologici (alcuni attendono
da mesi di vedere traccia delle rimesse pubbliche che pure gli
spetterebbero per garantire il funzionamento delle strutture).
Tra le ipotesi di cui si parla da tempo
in modo però abbastanza accademico c'è quella
dell'autonomia finanziaria delle strutture, che invece al momento
restituiscono alla Regione gli incassi.
GIOACCHINO SCHICCHI