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Rassegna stampa del 18-19-20 aprile 2015

La sicilia.it

Si rischia una nuova emergenza sanitaria

Dal 1 di maggio nessun comune dell'Ato Gesa Agrigento 2 sarà nelle condizioni di firmare le proroghe per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti pena il rischio concreto di vedersi condannati dalla Corte dei Conti o indagati dalla magistratura condannando però le città ad una nuova emergenza sanitaria.
E' questa l'assurda condizione in cui si troveranno tra una decina di giorni ben 19 comuni (Agrigento, Aragona, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana), i quali non potranno più firmare proroghe agli affidamenti a terzi della gestione del servizio dei rifiuti. E' venuta infatti meno la possibilità a ricorrere ai poteri di ordinanza previsti dal decreto legislativo 162/2006, che consentiva appunto di poter firmare affidamenti temporanei "per una durata complessiva di diciotto mesi". Procedure, spiegano i sindaci, ieri mattina riuniti in aula "Giglia" al Palazzo della Provincia, necessarie considerato che ancora oggi la riforma dei rifiuti voluta dal Governo regionale, con la trasformazione delle Ato in Aro ed Srr, è ancora incompleta. "Ci sono diversi comuni - spiega il sindaco di Racalmuto Emilio Messana, uno dei promotori dell'incontro - che stanno aspettando l'approvazione dei piani d'ambito, alcuni attendono che l'Urega si pronunci sulle gare d'appalto per affidamento del servizio, mancano le strutture necessarie per avviare la raccolta differenziata, insomma, abbiamo davanti un periodo che durerà quantomeno otto, nove mesi e che deve essere regolamentato. Ci attendiamo dalla Regione - continua Messana - che ci assista e ci guidi in questo percorso, anche perché dal 1 di luglio comunque la problematica si porrà a livello di tutta l'Isola. Per fare un esempio, dovremmo far partire la raccolta differenziata ma al momento non ci sono impianti. Noi - conclude - responsabilmente vogliamo farci carico del problema ma vogliamo farlo nella massima trasparenza".
Ogni decisione, al momento, è rinviata a lunedì: alle 10 di mattina, infatti, i sindaci sono attesi da presidente Rosario Crocetta presso il suo ufficio. Al Governatore i primi cittadini sottoporranno un "decalogo" di questioni da affrontare nell'immediato per scongiurare una situazione di stallo. In particolare all'ex sindaco di Gela sarà richiesto un decreto, una norma "ponte" che consenta nell'immediato di firmare le ordinanze in attesa di realizzare le gare d'appalto.
Gioacchino Schicchi


Precari, la stabilizzazione è sempre più difficile

Il 30 di aprile finiranno i fondi della Regione siciliana per garantire lo stipendio dei precari degli enti pubblici e, ancora una volta, si scoprono tutte le criticità di un settore che da troppo tempo attende soluzioni definitive. Come si ricorderà, se è stata estesa fino a fine del 2015 la possibilità di prorogare i contratti del personale a tempo determinato, tra 13 giorni si esauriranno le risorse economiche previste nella finanziaria approvata a gennaio in dodicesimi. "Gli effetti si cominciano a vedere - spiega Floriana Russo Introito, della Cisl Funzione Pubblica - perché già a diversi lavoratori i Comuni hanno chiesto di mettersi in ferie forzate perché non hanno più le risorse per pagare gli stipendi, come viene fatto ogni anno a scadenza del periodo di proroga". Se, continua Russo Introito, la Regione avrebbe comunque garantito che vi sarà anche nella nuova finanziaria la necessaria copertura economica per i contratti, il quadro generale è divenuto molto più complesso. "La legge di stabilità nazionale - spiega - prevede che le procedure di stabilizzazione devono essere fermate fino al 2018 in attesa di evoluzioni rispetto al personale proveniente da enti come per esempio le Province. Se in Sicilia si andrà ad applicare quindi la legge Delrio - conclude - i contratti dovranno essere prorogati almeno fino a quella data, in attesa di sviluppi, sempre che non si scelga di portare avanti un disegno di legge diverso". Non è questa, comunque, l'unica criticità. Nei giorni scorsi, infatti, la Regione ha comunicato ai comuni, attraverso una circolare, che le risorse che verranno risparmiate dovranno essere riutilizzate e, soprattutto, non saranno rimborsate al Comune. "E' una circolare che preoccupa non poco - spiega il sindaco di Racalmuto Emilio Messana - perché prevede che i risparmi di spesa sul personale che vengono realizzati dai Comuni siano detratti dal rimborso che la Regione versa per i contratti dei precari. Se una unità va in pensione, cioè, le risorse che vengono risparmiate andranno a coprire il fondo per i contratti a tempo determinato. Questo significa - conclude - non riuscire a ridurre la spesa e rinviare nel lunghissimo periodo il processo di stabilizzazione. Crediamo che sia impellente, ormai, lavorare per trovare una soluzione".
G. Sch.


 
GIORNALE DI SICILIA

ROTARY CLUB
Convegno sul destino del Cupa
Della Situazione attuale e prospettive future del Cupa ne ha discusso, nei giorni scorsi, anche il Rotary club di Agrigento. E lo ha fatto con presenze 'eccellenti' come lo stesso presidente del Consorzio universitario di Agrigento Maria Immordino, il commissario straordinario del Comune Luciana Giammanco, il presidente della Camera di commercio Vittorio Messina e l'assessore regionale all'istruzione e Formazione, nonché vice presi- dente della Regione Sicilia, Mariella Lo Sello, Un incontro-dibattito, che è stato moderato da Michele Cimino, che è servito per fare il punto della situazione e soprattutto per tracciare - in momento di crisi quale è quello attuale - le prospettive future de Consorzio universitario di Agrigento un centro che ha già formato migliaia di giovani professionisti. Studenti che probabilmente non avrebbero avuto altre occasioni. (CR)

PALMA E TURISMO
Adesione al «Valle dei Templi»
Il Comune Palma di Montechiaro ha aderito al distretto turistico Valle dei Templi. Salgono dunque a 21 i Comuni che costituiscono la parte pubblica del consorzio, che annovera come soci circa un centinaio di imprese private del settore turistico. La volontà di aderire al Distretto era
già stata espressa verbalmente dal sindaco Pasquale Amato, che durante la sua attività amministrativa sta puntando fortemente sul turismo, quale leva dell'economia. Ancor più forte ha avvertito l'esigenza, quando si è deciso di intraprendere un percorso comune con il progetto della
"Strada degli Scrittori", che vede nell'area distrettuale concretarsi un per corso turistico unico nel suo genere con le tappe fondamentali nei luoghi dei più grandi scrittori del Novecento: °irandello, ad Agrigento, Rosso di San Secondo, a Caltanissetta, Sciaccia, a Racalmuto, Tomasi di Lampedusa, a Palma di Montechiaro, Antonio Russello, a Favara, fino al contemporaneo Camilleri, a Porto Empedocle.

LA SICILIA

LA DECISIONE ACCOLTA CON ENTUSIASMO
Palma Montechiaro entra a far parte del Distretto turistico Valle dei templi Ora sono ventuno i comuni aderenti.
Il Comune Palma di Montechiaro ha aderito al Distretto Turistico Valle dei Templi. Salgono dunque a 21 i Comuni che costituiscono la parte pubblica del consorzio, che annovera come soci circa un centinaio di imprese private del settore turistico. La volontà di aderire al Distretto era già stata espressa verbalmente dal sindaco Pasquale Amato, che durante la sua attività amministrativa sta puntando fortemente sul turismo, quale leva dell'economia. Ancor più forte ha avvertito l'esigenza, quando si è deciso di intraprendere un percorso comune con il progetto della "Strada degli Scrittori", che vede nell'area distrettuale concretarsi un percorso turistico unico nel suo genere con le tappe fondamentali nei luoghi dei più grandi scrittori del Novecento: Pirandello, ad Agrigento, Rosso di San Secondo, a Caltanissetta, Sciascia, a Racalmuto, Tomasi di Lampedusa, a Palma di Montechiaro, Antonio Russello, a Favara, fino al contemporaneo Camilleri, a Porto Empedocle. "Accogliamo Palma di Montechiaro con grande entusiasmo - commenta il presidente del Distretto Lillo Firetto - perché non soltanto l'area distrettuale si arricchisce di itinerari dal valore culturale. paesistico e naturalistico straordinari, ma anche perché potremo contare sul supporto di un sindaco e di un'amministrazione comunale che intendono spendersi con noi e con il Distretto».

ISTRUZIONE IN CRISI Incontro di Lagalla, Pignataro e Pierconti col sottosegretario Faraone, sotto accusa anche il Miur
Atenei, rettori contro Crocetta
Allarme per il crollo delle immatricolazioni, 3O%, nelle tre università statali siciliane
«L'interlocuzione con Regione e presidente è inesistente, e i burocrati non rispondono».
PALERMo. Attaccano la Regione e non risparmiano critiche nemmeno al ministero dell'Istruzione: i rettori delle tre università statali siciliane, preoccupati per il calo d'immatricolazioni (-30%), puntano il dito contro il sistema di ripartizione delle risorse economiche, le modalità con cui si sostiene la ricerca e il diritto allo studio. Lo fanno al cospetto del sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, incontrato ieri a Palermo, Il quadro che emerge, durante un faccia a faccia tenutosi allo Steri, è a tinte fosche. E non è solo una questione di soldi. Il reclutamento dei ricercatori, ad esempio, deve fare i conti con norme troppo restrittive e criteri che "condannano" al precariato i giovani che vogliono intraprendere la carriera accademica. Per non parlare del rapporto con la Regione «disastroso sia sul piano della programmazione sia per i fondi destinati agli atenei». Un "mantra" che ripetono all'unisono Roberto Lagalla, rettore dell'Università di Palermo; Giacomo Pignataro, rettore dell'Università di Catania; e Pietro Perconti, prorettore dell'Università di Messina. «L'interlocuzione con la Regione e col presidente Crocetta — sottolinea Pignataro - è
inesistente. Dai burocrati poi non riusciamo ad avere risposte». Tra arretrati da riscuotere per i corsi di specializzazione in medicina (circa 17 milioni il debito di Palazzo d'Orléans nei confronti delle tre università siciliane), residenze per gli studenti ridotte al lumicino e borse di studio non assegnate agli idonei, ce n'è abbastanza per aprire un contenzioso. A Messina la casa dello studente è chiusa; mentre Palermo e Catania messe assieme riescono a garantire poco meno di 1.700 posti- letto. «1150% delle domande di borse di studio idonee non vengono evase dall'Ersu «, sottolinea Lagalla. Gli fa eco Perconti, secondo cui «i criteri stabiliti per le assegnazioni non tengono conto del merito, ma di autocertificazioni sul reddito spesso fasulle».
Un "cabier de doléances" luogo e complesso. Lo stesso Faraone denuncia che «alla Regione non c'è una persona che si occupa di ricerca». Le difficoltà sono pure a Roma, dove il Miur — dicono i rettori — non calcola le debolezze di un sistema universitario inserito in un contesto economico difficile. La crisi, insomma, frena gli studi di molti giovani. Ne è convinto Faraone, che aggiunge: «C'è un aspetto di arretratezza delle università del sud rispetto a quelle del centro nord. Un problema che dipende anche dalla ripartizione delle risorse, che avviene con criteri sclerotizzati. Come nel caso delle tasse pagate dagli studenti: è sbagliato dare più risorse agli atenei in cui si pagano più tasse. Al sud, dove ci sono redditi pro- capire bassi, i trasferimenti sono più bassi. Questo meccanismo va cambiato, per dare la possibilità agli atenei del mezzogiorno di scalare la classifica.
Il tour di Faraone a Palermo — dove ieri ha premiato gli studenti del convitto nazionale "Falcone" che si sono distinti per merito ed ha partecipato ad un'iniziativa al liceo linguistico "Cassarà"- richiama i temi dell'agenda politica. Alla sfida lanciata dal governatore Rosario Crocetta che lo avrebbe accusato di «tramare nell'ombra», il sottosegretario all'Istruzione non risponde. Idem sull'ipotesi avanzata da Crocetta di andare alle urne ed eleggere .il presidente della Regione con la doppia scheda. Faraone però lancia l'offensiva contro la classe politica siciliana e i sindacati: «Il vento delle riforme che c'è a livello nazionale non si può fermare a Reggio Calabria. C'è chi ha utilizzato lo statuto speciale come muro alle riforme. Vedo un trasversalismo di forze politiche conservatrici di privilegi». Infine, parlando della rottura delle trattative tra sindacati e Aran sulle pensioni dei regionali, conclude: «C'è un'intera Regione bloccata sulle pensioni dei regionali, mentre intere generazioni sono senza lavoro. I sindacati dovrebbero preoccuparsi di loro, non di garantire privilegi ai regionali».


TURISMO E BUROCRAZIA
Visite nei festivi? Affrettatevi...
Custodi, vigilanti e addetti alle biglietterie hanno i «giorni contati», Si salva solo il Parco
Se le strutture museali e culturali regionali sono attualmente aperte per ricevere i primi turisti che fanno visita alla nostra città, entro fine estate alcune potrebbero già rischiare di dover chiudere i battenti nei giorni "rossi'.
La "ghigliottina" è sempre la stessa: il vincolo, da parte dell'Assessorato ai Beni culturali, a non utilizzare il personale delle categorie C e B custodi, vigilanti, addetti alle biglietterie sai servizi ecc - nei festivi e nei superfestivi per oltre il 30 per cento delle ore di lavoro annue. Un limite imposto nel febbraio del 2014 dalla Regione, la quale non ha le risorse per garantire la copertura dello straordinario. Uno stato di cose che si è trascinato nel tempo senza che il Governo abbia saputo mettere in campo una soluzione.
Così, se il Parco archeologico della Valle dei Templi, potendo contare su un proprio bilancio autonomo, potrà garantire le aperture nei festivi e anche in notturna per il 2015, altre strutture devono far i conti con una coperta che ogni anno si rivela sempre più corta.
«La questione è matematica — dice il direttore della Casa natale 'Luigi Pirandello' Enzo Caruso -
e se rimane uguale la soglia di un terzo da non superare ed invariato è il numero di festivi e superfestivi, che sono sempre 64, il dato variabile rimane il numero di custodi a disposizione. Più questo è alto meno si rischia di superare la proporzione di un terzo. Se questi invece, come avviene, diminuiscono Perché vanno in quiescenza e non vengono rimpiazzati diventa evidentemente più semplice raggiungere la soglia limite, Noi in questi anni abbiamo perso 10 lavoratori e, tacendo due Conti, se al momento siamo comunque aperti, ad agosto ci inizierà a mancare l'ossigeno.
Non dissimile la situazione del Museo archeologico, il quale, pare, avesse anche avanzato una propria programmazione che fosse più rispondente alle necessità oggettive: si era infatti proposto di non aprire il museo in festivi e superfestivi del periodo di bassa stagione (tra novembre e marzo) in modo da poter "conservare" ore di lavoro in alta stagione, quando il numero di visitatori cresce sensibilmente.
Una soluzione "tampone" che però si è scontrata con la direttiva regionale e ministeriale che invece impone l'apertura a partire da gennaio, con il rischio oggettivo di aver musei aperti ma vuoti in determinati periodi dell'anno e turisti in fila davanti a cancelli chiusi. Unica a poter fare qualcosa, evidentemente, è la Regione, che pure sembra aver dimenticato i propri siti culturali ed archeologici (alcuni attendono da mesi di vedere traccia delle rimesse pubbliche che pure gli spetterebbero per garantire il funzionamento delle strutture).
Tra le ipotesi di cui si parla da tempo — in modo però abbastanza accademico — c'è quella dell'autonomia finanziaria delle strutture, che invece al momento restituiscono alla Regione gli incassi.
GIOACCHINO SCHICCHI



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