LA SICILIA
Ex Provincia alla frutta
Il caso. Nei prossimi 3 anni l dovrà
ridurre la spesa corrente per quasi 40 mln.
L'ex Provincia regionale di Agrigento
nei prossimi 3 anni dovrà operare una riduzione della spesa corrente
di quasi 40 milioni di euro e a rischio concreto al momento c'è il
futuro dello stesso ente.
Comma 418 della legge 190 del 2014,
meglio nota come "legge di stabilità", la quale prevede che "le
Province e le città metropolitane concorrono al conteni mento della
spesa pubblica attraverso la riduzione della spesa corrente"
versando "ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato
un ammontare di risorse pari ai risparmi di spesa". Traduzione:
tagliate sulle spese e mandate i fondi a Roma. impossibile, evidente
mente, sfuggire a questo obbligo, pena l'intervento dell'Agenzia
delle Entrate per il recupero delle somme "asciugando" quanto gli
enti di area vasta percepiscono dalle imposte sull'assicurazione
contro la responsabilità civile e dall'imposta provinciale di
trascrizione.
Una norma che avrà i suoi effetti a
partire da questo anno e che, in Sicilia, produrrà tagli e relativi
trasferimenti per 65.819.315 euro nel 2015 e oltre 197 , di euro nel
2017. Ad Agrigento questo si tradurrà in un taglio obbligato rio
sulla spesa corrente, quella cioè che fa fronte tra le altre cose
allo stipendio del personale, di 5.879.747 euro per il 2015, di
11.759.494 euro per il 2016 e di 1Th39,241 euro per il 2017. Peggio
di noi sono messi solo Catania, Palermo e Messina (e per 300mila euro
Siracusa). Basta così? No, purtroppo, perché le Pro vince si
dovranno confrontare anche con i tagli derivanti dalle precedenti
finanziarie, quindi agli importi poco prima riportati bisognerà
aggiungere circa un
paio di milioni di euro. Tutto questo a
fronte però di introiti assolutamente in sufficienti: per la
provincia di Agrigento, ad esempio, tra il 2014 e il 2017 l'Ente ha
previsto di percepire solo 14 euro dal Rca e 7,457,889 euro dal
gettito derivante dall'imposta di trascrizione. Ventuno milioni e
cinquecentomila euro che, nei fatti, saranno integralmente assorbiti
dallo Stato nonostante si tratti di somme che la legge prevede
servano al la sopravvivenza dell'ente. Una prospettiva
assolutamente "nera", al punto che nei giorni scorsi segretari e
ragionieri Generali delle nove Province siciliane hanno partecipato
ad un incontro ad Enna al termine del quale è stato sotto- scritto
un documento inviato al presi dente della Regione Rosario Crocetta,
al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone per "segnalare lo
squilibrio strutturale della Province siciliane ed il prossimo stato
di dissesto finanziario".
Per tornare a vicende totalmente
agrigentine, in questo contesto è pratica mente impossibile che la
Provincia possa rientrare nel Consiglio di Amministrazione del
Consorzio universitario di Agrigento. Potrà, infatti, stornare i
fondi vincolanti che la Regione (forse) stanzierà, ma non potrà in
alcun modo mettere mano al proprio "portafogli" sussistendo una
situazione finanziaria di so stanziale pre-dissesto. In tale ottica,
in fatti, si inquadra l'atto prodotto a novembre dal settore
finanziario dell'Ente con il quale si chiedeva al commissario di
chiudere le partecipate che prevedevano un esborso economico, tra le
quali appunto il Cupa.
G. SCHICCHI
A-19 pronti i progetti per la
"bretella"
E oggi le Ferrovie lanciano la sfida
dei Minuetto
"Da Palermo a Catania in meno di
tre ore col treno".
GIORGIO PETTA
PALERMO. «Sono pronti i progetti per
la realizzazione della bretella di un chilo metro e mezzo che
ricollegherà l'auto strada A19 Palermo-Catania in modo veloce e
per la demolizione del viadotto Himera». Questo l'annuncio del
governatore Rosario Crocetta che ieri pomeriggio ha incontrato una
delegazione di sinda ci delle Madonie e della provincia di
Caltanissetta guidata dal primo cittadino di Valledolmo, Luigi
Giuseppe Favari. Altri interventi ha assicurato il presidente
della Regione - riguarderanno la mes sa in sicurezza di strade e
centri abitati con il coinvolgimento della Protezione civile. «Nella
Finanziaria - ha spiegato - è stata proposta una serie di norme
relati ve alla manutenzione delle strade provinciali che
faciliteranno le modalità di svolgimento degli interventi urgenti in
relazione alla dichiarazione dello stato di emergenza. Il primo
intervento urgente riguarderà la frana di Caltavuturo, per evitare
che continui a costituire un peri colo per la A19 e procuri altri
danni. Proprio per questo motivo è prevista la messa insicurezza del
territorio'>.
«La Regione - ha proseguito il
Governatore - organizzerà alcuni incontri con i Commissari delle
province di Caltanissetta e Palermo, coinvolgendo il diretto re
regionale della Protezione civile, il di rettore generale e il
dipartimento tecnico delle infrastrutture, per programma- re un piano
interventi, fissandone le priorità. Tutto ciò servirà per
preparare il vertice a Valledolmo della Giunta regionale con i
sindaci e i consigli comunali dei territori interessati».
Insomma, siamo alla svolta? Sembrerebbe
di sì, ma le proteste di amministra tori e cittadini che subiscono
le conseguenze della chiusura della A19 non accennano a finire. Anzi
si allargano. La Cgil Sicilia ha chiesto al governo Crocetta di
riconoscere (do stato di crisi delle aree dell'isola e dei settori
economici che stanno subendo le ripercussioni negative
dell'interruzione della A19», mentre la Coldiretti denuncia che >
quasi 20 giorni dalla chiusura dell'auto strada Palermo-Catania non
sono parti ti i lavori né per i piloni né per le bretelle e non
sono state attuate neanche soluzioni alternative come il trasporto
dai porti della Sicilia orientale», sottolineando che l'agricoltura
> pagando un prezzo altissimo».
La situazione è grave. Al punto che
Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha
lanciato un vero e proprio ultimatum. «Tre mesi per il ripristino
della viabilità sulla bretella temporanea, diciotto mesi per la
ricostruzione del nuovo viadotto. L' Anas - ha intimato
- garantisca tempistiche certe,
confermando o smentendo quanto affermato dal ministro Delrio per la
riapertura del l'A19 che collega Catania a Palermo, nel rispetto
dei siciliani e di tutti coloro che si trovano pesantemente
danneggiati da un crollo dovuto ad una cattiva gestione
dell'infrastruttura stradale e autostradale». Di conseguenza,
secondo Gibiino, vanno risarciti, con l'esenzione dal paga mento
del pedaggio sulla A20, «tutti coloro che raggiungono Palermo da
Catania, o viceversa, utilizzando per l'intera tratta l'autostrada
gestita dal Cas che passa da Messina».
Esultano, invece, le Ferrovie che sta-
mattina presenteranno a alla stazione centrale di Palermo nuovi
collegamenti rapidi con Catania utilizzando i "Minuetto". «E la
prima volta - si legge in un comunicato - che in Sicilia il trasporto
ferroviario, complice il rovinoso crollo del viadotto sull'M9,
diventa davvero competitivo con la gomma. E quanto stiamo facendo ha
un valore forte e concreto (oltre duemila posti al giorno a
disposizione tra i due capoluoghi) e, allo stesso tempo, un valore
simbolico. Il treno che si prende la rivincita sull'auto in Sicilia
è l'emblema di un modello di sviluppo possibile e sostenibile del
trasporto pubblico locale: conveniente ed ecologico. Tra Palermo e
Catania riusciremo a re stare ampiamente sotto le tre ore di viaggio,
servendo Caltanissetta ed Enna. Questo da subito, con la
determinazione della Regione e l'impegno professionale di
Trenitalia e RFI. In attesa che i lavori sull'infrastruttura
ferroviaria condotti da REI abbattano i tempi di viaggio offrendo
anche alla Sicilia collegamenti ferroviari sempre più moderni e
adeguati alle esigenze dei siciliani e dei tu risti che giungono
nell'isola».
L'Amico del popolo
VIABILITA' PROVINCIALE Da Agrigento
a Sciacca, da Ribera a favara
CI RESTANO LE MULATTIERE
Viadotto Akragas, via Agrò, via Volpe,
piazza Picone, viale Sicilia, il viadotto Petrulla, il ponte Verdura,
il viadotto Salso, via Regione Siciliana a Favara c decine di strade
provinciali in piena emergenza. E un vero "bollettino" di guerra
quello che riguarda la vi abilità della nostra provincia, in un
sommarsi pericoloso di dissesto idrogeologico, mancanza di
manutenzione e colpe del passato che ritornano con improvvisa
violenza.
Se Anas tra gare già appaltate e
lavori ancora progettare (ad esempio per il "Morandi" ha
completato la fase dei controlli tecnici e sta ora cercando di capire
come intervenire per il recupero) sta investendo, meno facile sembra
che la "tasca pubblica" sia nelle medesime condizioni
nell'immediato.
Inutile bussare alla porta dei Comune
di Agrigento: se via Agrò è chiusa da oltre un mese senza speranze
di riaperture e, anzi, con la necessità di inibire anche la
sottostante via Volpe, è proprio perché il Municipio non ha risorse
da investire per la messa in sicurezza. Al massimo, pare, qualcosa si
potrà trovare solamente per puntellare i grossi massi del costone
dell'Addolorata che rischiano di precipitare. Il tutto per evitare
che il fenomeno franoso continui e poter almeno riaprire la
sottostante via Volpe in attesa che la Regione abbia un bilancio e i
fondi (le due cose non sono necessariamente legate) necessari per la
messa in sicurezza.
Già una volta dall'Assessorato
avevano allargato le braccia alle richieste di Agrigento rispetto ad
un intervento con i principi della somma urgenza su quel muro (per
quanto si stia intervenendo con fondi regionali già a San Leone), ed
è verosimile che fino all'approvazione del nuovo hiianein nulla
potrà essere fatto.
E se nulla si può fare per un costone
di una decina di metri cosa si può sperare per 40 strade provinciali
indicate dal Libero consorzio come a grave rischio?
Così, come concordato con l'assessore
Giovan Battista Pizzo, Genio Civile ed ex Provincia regionale hanno
lavo rato ari una "mappa" delle principali criticità,
individuando una quindicina di strade da privilegiare rispetto alla
messa in sicurezza per quanto, sia stato lungamente precisato, non si
potrà andare molto oltre ad interventi" puntuali che costino poco.
Dei resto i fon di sono realmente irrisori: 49 milioni di euro per
tutta l'Isola, con Agrigento che, solo per le proprie strane
(colpite n frane, smottamenti, sprofondamenti ecc) ne avrebbe
bisogno, secondo stime del Libero consorzio, almeno 40 milioni.
E mentre le nostre città convivono con
il rischio idrogeologico ci si chiede quando avverrà il prossimo
crollo e se, questa volta, trascinerà via con sé anche vite umane.
G.SCHICCHI
Le strade provinciali su cui
intervenire
SP 24A tratto Cammarata-Stazione
Cammarata, unica strada di collegamento tra Canimarata e la stazione
ferroviaria, che pre senta una frana in prossimità del Ponte Giuri;
SP 26B S.S. 189-5.Giovanni Gemini
(frane e deformazione della sede stradale);
SP 37 Caltabellotta-S.Carlo
(ricostruzione del ponte crollato); SP 17B Raffadali-Siculiana (frane
della sede stradale in due punti);
SP 15D (ripristino delle condizioni di
sicurezza di un viadotto); SP 34 Bivio Tamburello-Bivona (frane del
corpo stradale in vari punti);
SP 24B Cammarata-S,Stefano Quisquina
(deformazione della sede stradale);
SP 12 Naro-Campobello(deformazioni del
manto stradale causate da movimenti franosi allo stato iniziale,
deterioramento della fondazione stradale e dello strato bituminoso,
segnaletica verticale carente, inadeguatezza delle opere necessarie
allo smaltimento delle acque superficiali);
Sp 79 Sciacca-Menfi (restringimento
della carreggiata e limitazioni al traffico in diversi punti per
frane o dissesti saltuari del corpo stradale);
SP 2 Piano Gatta-Montaperto-Giardina
Gallotti, attualmente chiusa al transito per una frana al km 2,500 e
dissesti stradali diffusi. Ricordiamo che si tratta dell'unica
strada che permette ai mezzi pesanti (compresi gli autobus di linea)
di raggiungere le frazioni di Montaperto e Giardina Gallotti.
SP 21 Casteltermini-Passofonduto
(dissesti e deformazioni in strada ad elevato transito, con frana al
km 10,500 che consente il traffico a senso unico alternato)
SP n.3/b Favara-Crocca, SP 80
Agrigento-Baiata Favara ed SPC nc 'Esa Chimento' tutte insistenti
nel territorio di Favara interessate da frane, deformazioni del manto
stradale e altre criticità.
SP NC n.3 Cottonaro-Lavanghe
(interessate da chiusure al traffico in due punti per frane e
dissesti)
SP NC n. 5 (collegamento tra SP 32 e
34), chiusura al traffico in due punti e restringimento della
carreggiata causa frane).