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Rassegna stampa del 29 aprile 2015

LA SICILIA

Ex Provincia alla frutta Il caso. Nei prossimi 3 anni l dovrà ridurre la spesa corrente per quasi 40 mln. L'ex Provincia regionale di Agrigento nei prossimi 3 anni dovrà operare una riduzione della spesa corrente di quasi 40 milioni di euro e a rischio concreto al momento c'è il futuro dello stesso ente.
Comma 418 della legge 190 del 2014, meglio nota come "legge di stabilità", la quale prevede che "le Province e le città metropolitane concorrono al conteni mento della spesa pubblica attraverso la riduzione della spesa corrente" versando "ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato un ammontare di risorse pari ai risparmi di spesa". Traduzione: tagliate sulle spese e mandate i fondi a Roma. impossibile, evidente mente, sfuggire a questo obbligo, pena l'intervento dell'Agenzia delle Entrate per il recupero delle somme "asciugando" quanto gli enti di area vasta percepiscono dalle imposte sull'assicurazione contro la responsabilità civile e dall'imposta provinciale di trascrizione.
Una norma che avrà i suoi effetti a partire da questo anno e che, in Sicilia, produrrà tagli e relativi trasferimenti per 65.819.315 euro nel 2015 e oltre 197 , di euro nel 2017. Ad Agrigento questo si tradurrà in un taglio obbligato rio sulla spesa corrente, quella cioè che fa fronte tra le altre cose allo stipendio del personale, di 5.879.747 euro per il 2015, di 11.759.494 euro per il 2016 e di 1Th39,241 euro per il 2017. Peggio di noi sono messi solo Catania, Palermo e Messina (e per 300mila euro Siracusa). Basta così? No, purtroppo, perché le Pro vince si dovranno confrontare anche con i tagli derivanti dalle precedenti finanziarie, quindi agli importi poco prima riportati bisognerà aggiungere circa un
paio di milioni di euro. Tutto questo a fronte però di introiti assolutamente in sufficienti: per la provincia di Agrigento, ad esempio, tra il 2014 e il 2017 l'Ente ha previsto di percepire solo 14 euro dal Rca e 7,457,889 euro dal gettito derivante dall'imposta di trascrizione. Ventuno milioni e cinquecentomila euro che, nei fatti, saranno integralmente assorbiti dallo Stato nonostante si tratti di somme che la legge prevede servano al la sopravvivenza dell'ente. Una prospettiva assolutamente "nera", al punto che nei giorni scorsi segretari e ragionieri Generali delle nove Province siciliane hanno partecipato ad un incontro ad Enna al termine del quale è stato sotto- scritto un documento inviato al presi dente della Regione Rosario Crocetta, al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone per "segnalare lo squilibrio strutturale della Province siciliane ed il prossimo stato di dissesto finanziario".
Per tornare a vicende totalmente agrigentine, in questo contesto è pratica mente impossibile che la Provincia possa rientrare nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento. Potrà, infatti, stornare i fondi vincolanti che la Regione (forse) stanzierà, ma non potrà in alcun modo mettere mano al proprio "portafogli" sussistendo una situazione finanziaria di so stanziale pre-dissesto. In tale ottica, in fatti, si inquadra l'atto prodotto a novembre dal settore finanziario dell'Ente con il quale si chiedeva al commissario di chiudere le partecipate che prevedevano un esborso economico, tra le quali appunto il Cupa.
G. SCHICCHI

A-19 pronti i progetti per la "bretella" E oggi le Ferrovie lanciano la sfida dei Minuetto "Da Palermo a Catania in meno di tre ore col treno". GIORGIO PETTA
PALERMO. «Sono pronti i progetti per la realizzazione della bretella di un chilo metro e mezzo che ricollegherà l'auto strada A19 Palermo-Catania in modo veloce e per la demolizione del viadotto Himera». Questo l'annuncio del governatore Rosario Crocetta che ieri pomeriggio ha incontrato una delegazione di sinda ci delle Madonie e della provincia di Caltanissetta guidata dal primo cittadino di Valledolmo, Luigi Giuseppe Favari. Altri interventi — ha assicurato il presidente della Regione - riguarderanno la mes sa in sicurezza di strade e centri abitati con il coinvolgimento della Protezione civile. «Nella Finanziaria - ha spiegato - è stata proposta una serie di norme relati ve alla manutenzione delle strade provinciali che faciliteranno le modalità di svolgimento degli interventi urgenti in relazione alla dichiarazione dello stato di emergenza. Il primo intervento urgente riguarderà la frana di Caltavuturo, per evitare che continui a costituire un peri colo per la A19 e procuri altri danni. Proprio per questo motivo è prevista la messa insicurezza del territorio'>.
«La Regione - ha proseguito il Governatore - organizzerà alcuni incontri con i Commissari delle province di Caltanissetta e Palermo, coinvolgendo il diretto re regionale della Protezione civile, il di rettore generale e il dipartimento tecnico delle infrastrutture, per programma- re un piano interventi, fissandone le priorità. Tutto ciò servirà per preparare il vertice a Valledolmo della Giunta regionale con i sindaci e i consigli comunali dei territori interessati».
Insomma, siamo alla svolta? Sembrerebbe di sì, ma le proteste di amministra tori e cittadini che subiscono le conseguenze della chiusura della A19 non accennano a finire. Anzi si allargano. La Cgil Sicilia ha chiesto al governo Crocetta di riconoscere (do stato di crisi delle aree dell'isola e dei settori economici che stanno subendo le ripercussioni negative dell'interruzione della A19», mentre la Coldiretti denuncia che > quasi 20 giorni dalla chiusura dell'auto strada Palermo-Catania non sono parti ti i lavori né per i piloni né per le bretelle e non sono state attuate neanche soluzioni alternative come il trasporto dai porti della Sicilia orientale», sottolineando che l'agricoltura > pagando un prezzo altissimo».
La situazione è grave. Al punto che Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha lanciato un vero e proprio ultimatum. «Tre mesi per il ripristino della viabilità sulla bretella temporanea, diciotto mesi per la ricostruzione del nuovo viadotto. L' Anas - ha intimato
- garantisca tempistiche certe, confermando o smentendo quanto affermato dal ministro Delrio per la riapertura del l'A19 che collega Catania a Palermo, nel rispetto dei siciliani e di tutti coloro che si trovano pesantemente danneggiati da un crollo dovuto ad una cattiva gestione dell'infrastruttura stradale e autostradale». Di conseguenza, secondo Gibiino, vanno risarciti, con l'esenzione dal paga mento del pedaggio sulla A20, «tutti coloro che raggiungono Palermo da Catania, o viceversa, utilizzando per l'intera tratta l'autostrada gestita dal Cas che passa da Messina».
Esultano, invece, le Ferrovie che sta- mattina presenteranno a alla stazione centrale di Palermo nuovi collegamenti rapidi con Catania utilizzando i "Minuetto". «E la prima volta - si legge in un comunicato - che in Sicilia il trasporto ferroviario, complice il rovinoso crollo del viadotto sull'M9, diventa davvero competitivo con la gomma. E quanto stiamo facendo ha un valore forte e concreto (oltre duemila posti al giorno a disposizione tra i due capoluoghi) e, allo stesso tempo, un valore simbolico. Il treno che si prende la rivincita sull'auto in Sicilia è l'emblema di un modello di sviluppo possibile e sostenibile del trasporto pubblico locale: conveniente ed ecologico. Tra Palermo e Catania riusciremo a re stare ampiamente sotto le tre ore di viaggio, servendo Caltanissetta ed Enna. Questo da subito, con la determinazione della Regione e l'impegno professionale di Trenitalia e RFI. In attesa che i lavori sull'infrastruttura ferroviaria condotti da REI abbattano i tempi di viaggio offrendo anche alla Sicilia collegamenti ferroviari sempre più moderni e adeguati alle esigenze dei siciliani e dei tu risti che giungono nell'isola».

L'Amico del popolo
VIABILITA' PROVINCIALE Da Agrigento a Sciacca, da Ribera a favara CI RESTANO LE MULATTIERE Viadotto Akragas, via Agrò, via Volpe, piazza Picone, viale Sicilia, il viadotto Petrulla, il ponte Verdura, il viadotto Salso, via Regione Siciliana a Favara c decine di strade provinciali in piena emergenza. E un vero "bollettino" di guerra quello che riguarda la vi abilità della nostra provincia, in un sommarsi pericoloso di dissesto idrogeologico, mancanza di manutenzione e colpe del passato che ritornano con improvvisa violenza.
Se Anas tra gare già appaltate e lavori ancora progettare (ad esempio per il "Morandi" ha completato la fase dei controlli tecnici e sta ora cercando di capire come intervenire per il recupero) sta investendo, meno facile sembra che la "tasca pubblica" sia nelle medesime condizioni nell'immediato.
Inutile bussare alla porta dei Comune di Agrigento: se via Agrò è chiusa da oltre un mese senza speranze di riaperture e, anzi, con la necessità di inibire anche la sottostante via Volpe, è proprio perché il Municipio non ha risorse da investire per la messa in sicurezza. Al massimo, pare, qualcosa si potrà trovare solamente per puntellare i grossi massi del costone dell'Addolorata che rischiano di precipitare. Il tutto per evitare che il fenomeno franoso continui e poter almeno riaprire la sottostante via Volpe in attesa che la Regione abbia un bilancio e i fondi (le due cose non sono necessariamente legate) necessari per la messa in sicurezza.
Già una volta dall'Assessorato avevano allargato le braccia alle richieste di Agrigento rispetto ad un intervento con i principi della somma urgenza su quel muro (per quanto si stia intervenendo con fondi regionali già a San Leone), ed è verosimile che fino all'approvazione del nuovo hiianein nulla potrà essere fatto.
E se nulla si può fare per un costone di una decina di metri cosa si può sperare per 40 strade provinciali indicate dal Libero consorzio come a grave rischio?
Così, come concordato con l'assessore Giovan Battista Pizzo, Genio Civile ed ex Provincia regionale hanno lavo rato ari una "mappa" delle principali criticità, individuando una quindicina di strade da privilegiare rispetto alla messa in sicurezza per quanto, sia stato lungamente precisato, non si potrà andare molto oltre ad interventi" puntuali che costino poco. Dei resto i fon di sono realmente irrisori: 49 milioni di euro per tutta l'Isola, con Agrigento che, solo per le proprie strane (colpite n frane, smottamenti, sprofondamenti ecc) ne avrebbe bisogno, secondo stime del Libero consorzio, almeno 40 milioni.
E mentre le nostre città convivono con il rischio idrogeologico ci si chiede quando avverrà il prossimo crollo e se, questa volta, trascinerà via con sé anche vite umane.
G.SCHICCHI

Le strade provinciali su cui intervenire SP 24A tratto Cammarata-Stazione Cammarata, unica strada di collegamento tra Canimarata e la stazione ferroviaria, che pre senta una frana in prossimità del Ponte Giuri;
SP 26B S.S. 189-5.Giovanni Gemini (frane e deformazione della sede stradale);
SP 37 Caltabellotta-S.Carlo (ricostruzione del ponte crollato); SP 17B Raffadali-Siculiana (frane della sede stradale in due punti);
SP 15D (ripristino delle condizioni di sicurezza di un viadotto); SP 34 Bivio Tamburello-Bivona (frane del corpo stradale in vari punti);
SP 24B Cammarata-S,Stefano Quisquina (deformazione della sede stradale);
SP 12 Naro-Campobello(deformazioni del manto stradale causate da movimenti franosi allo stato iniziale, deterioramento della fondazione stradale e dello strato bituminoso, segnaletica verticale carente, inadeguatezza delle opere necessarie allo smaltimento delle acque superficiali);
Sp 79 Sciacca-Menfi (restringimento della carreggiata e limitazioni al traffico in diversi punti per frane o dissesti saltuari del corpo stradale);
SP 2 Piano Gatta-Montaperto-Giardina Gallotti, attualmente chiusa al transito per una frana al km 2,500 e dissesti stradali diffusi. Ricordiamo che si tratta dell'unica strada che permette ai mezzi pesanti (compresi gli autobus di linea) di raggiungere le frazioni di Montaperto e Giardina Gallotti.
SP 21 Casteltermini-Passofonduto (dissesti e deformazioni in strada ad elevato transito, con frana al km 10,500 che consente il traffico a senso unico alternato)
SP n.3/b Favara-Crocca, SP 80 Agrigento-Baiata Favara ed SPC nc 'Esa Chimento' tutte insistenti nel territorio di Favara interessate da frane, deformazioni del manto stradale e altre criticità.
SP NC n.3 Cottonaro-Lavanghe (interessate da chiusure al traffico in due punti per frane e dissesti)
SP NC n. 5 (collegamento tra SP 32 e 34), chiusura al traffico in due punti e restringimento della carreggiata causa frane).

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