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Rassegna stampa del 30 aprile 2015

Lasicilia

Finanziaria, i lavori all'Ars: niente soldi ad aeroporti Comiso-Trapani

PALERMO - Il problema della mobilità all'interno ed all'esterno della Sicilia, ha tenuto inchiodata l'Ars su un dibattito che si è protratto a lungo: su una norma che nel disegno di legge di stabilità non c'è; e su una che non c'è. La norma che non c'è riguarda il finanziamento necessario per evitare la chiusura dell'aeroporto di Comiso, che è stata stralciata dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone; e quella che c'è, il finanziamento di 30 milioni per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali, in buona parte franate e non solo a causa delle recenti piogge. Alcune sono dissestate da anni. Il quesito su cui si è creata una grande confusione, era su chi dovrà gestire questi 30 milioni di euro. Dopo un lungo tira e molla, le risorse saranno gestite dai commissari straordinari delle ex Province, previa programmazione affidata all'assessorato regionale delle Infrastrutture. Ma per riparare le strade provinciali occorrerebbero almeno due miliardi di euro.
Per la reintroduzione in finanziaria di circa 2,5 milioni di euro per evitare la chiusura dell'aeroporto di Comiso (più o meno la stessa cifra sarà necessaria per l'aeroporto di Trapani-Birgi), Giorgio Assenza (Forza Italia) aveva presentato una serie di emendamenti. Anche Pippo Digiacomo (Pd) ha fatto la voce grossa, dichiarando intenzioni bellicose: «Sono pronto a disotterrare l'ascia di guerra». Ma sono stati sollevati dubbi, poiché il finanziamento potrebbe essere considerato dall'Ue, come aiuto di Stato. Per Assenza, però, essendo l'aeroporto di Comiso una «start up», non ci sarebbero aiuti di Stato. Nella giornata di lavori d'aula sono stati inoltre approvati un mutuo da 145 milioni che dovrebbe servire per finanziare i Comuni e la norma he proroga i contratti dei precari degli enti locali, con una spesa di circa 300 milioni di euro. Con un emendamento del deputato Mariella Maggio (Pd) sono stati prorogati anche i rapporti di lavoro dei seimila Asu. Con un emendamento del M5s, l'Ars ha cassato con voto segreto (31 voti a favore, 31 contrari e 1 astenuto) la norma della finanziaria che prevedeva l'assunzione degli ex 186 dipendenti Coinres dell'Ato Palermo. Durante i lavori d'Aula, come nei giorni precedenti, è stata reclamata più volte la presenza del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che però non avrebbe alcuna intenzione di occupare il suo scranno a Sala d'Ercole. «La finanziaria - ha sottolineato - l'ho firmata io. La norma su Comiso e quelle sulla semplificazione amministrativa, ecc. sono state stralciate dal presidente dell'Ars. Ma senza norme per lo sviluppo, come si fa a cambiare la Sicilia. A maggio presenteremo un apposito disegno di legge».   L'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, intervenendo ad inizio di seduta, ha ribadito: «Abbiamo tentato di risolvere tutti i problemi, evitando la macelleria sociale. Ci sono quattro-cinque tempi, sui quali ho riscontrato un interesse di quasi tutti i partiti, che pensiamo di affrontare nei prossimi due mesi». Si tratta del piano di valorizzazione degli aeroporti siciliani; il contenimento della spesa su trasporto gommato che riguarda l'Ast, ma anche le aziende private; i contratti di servizio e il reddito minimo; i teatri e le Ipab. «Non intendo tagliare la cultura - ha detto Baccei - ma vorrei avere la certezza che i finanziamenti siano utilizzati per le produzioni artistiche e non per i dipendenti amministrativi. La stessa cosa vale per le Ipab. Mi impegno a trovare 15-20 milioni di euro per dare risposte a queste tematiche». Nello Musumeci, da parte sua, ha alzato l'indice contro il governo regionale che «ignora la sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto alla Sicilia il diritto a riscuotere le imposte su energia e carburanti».   Fabrizio Ferrandelli (Pd), rivolto a Crocetta ha dichiarato: «Non si può firmare la finanziaria e poi non essere in Aula. Si è chiusa una stagione politica e dovremmo prenderne atto».

GIORNALE DI SICILIA 

FINANZIARIA
Regione, la Manovra salva i precari e 150 milioni per i Comuni

Passa all'Ars la proroga da 300 milioni per 20 mila lavoratori a tempo determinato. Maxi mutuo finanzierà gli enti locali. Dipendenti in corteo contro i tagli a pensioni e salari: oggi si replica
PALERMO. In un clima da assedio, con i dipendenti regionali e i Pip che protestavano sotto Palazzo dei Normanni, l'Ars ha approvato le prime norme della Finanziaria assicurando ai Comuni 150 milioni frutto di un nuovo mutuo. Anche se l'articolo principale, fra quelli esaminati ieri, prevede la possibilità di utilizzare una buona fetta dei soldi destinati allo sviluppo per coprire invece i buchi del bilancio: bruciati così 673 milioni. Alla fine del primo giorno di votazioni passano soprattutto le norme che permettono di dare copertura alla spesa per i ventimila precari degli enti locali: circa 300 milioni. E passa anche un emendamento di Mariella Maggio (Pd) che stanzia 37 milioni per finanziare l'impiego degli Asu, precari che svolgono servizi di pubblica utilità senza un contratto come quello di chi è in servizio nei Comuni.

agrigentonotizie.it

Personale del Parco archeologico in sciopero, disagi alla Valle dei templi

Siti chiusi e tanti disagi per le centinaia di turisti e le scolaresche presenti per visitare i templi. Il Parco è riuscito a sbloccare la situazione grazie all'impiego di personale privato e volontario Caos al Parco archeologico della Valle dei templi a causa dello sciopero degli impiegati che hanno deciso di protestare contro i tagli previsti dalla Regione. Siti chiusi e tanti disagi per le centinaia di turisti e le scolaresche presenti per visitare i templi. Il Parco è riuscito a sbloccare la situazione grazie all'impiego di personale privato e volontario che, pochi minuti fa, ha garantito la vigilanza dei siti e ha permesso la riapertura dei cancelli. Agrigento, Libero consorzio a un passo dal dissesto finanziario
Le ex Province siciliane sono prossime al dissesto finanziario: minori trasferimenti statali significa riduzione della spesa, impossibilità di far fronte alle esigenze del territorio, di garantire servizi per la collettività, per far fronte, di contro, a un gravoso "prelievo forzoso" da parte del Governo
Le ex Province siciliane sono prossime al dissesto finanziario: minori trasferimenti statali significa riduzione della spesa, impossibilità di far fronte alle esigenze del territorio, di garantire servizi per la collettività, per far fronte, di contro, a un gravoso "prelievo forzoso" da parte del Governo. Si sottraggono, quindi, risorse al territorio per "finanziare lo Stato". A rischio la copertura finanziaria per qualunque spesa, e così anche gli stipendi dei dipendenti. È il grido d'allarme lanciato dai segretari e ragionieri generali dei nove enti riunitisi a Enna che, con l'occasione, hanno sottoscritto un documento poi inviato al presidente della Regione, Rosario Crocetta, al presidente dell' Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, ed alla deputazione regionale per segnalare «lo squilibrio strutturale delle ex Province siciliane ed il prossimo stato di dissesto finanziario».Nel documento si fa presente l'impossibilità di porre in essere adeguate misure correttive.«La situazione - si legge - scaturisce dal sempre più crescenti tagli operati sul comparto delle ex Province a decorrere dal 2008, dalla riduzione dei trasferimenti regionali per le funzioni e per il riequilibrio di bilancio, la riduzione delle entrate tributarie e l'impossibilità di utilizzare gli spazi connessi al patto di stabilità verticale regionale incentivato». Per evitare il dissesto finanziario i segretari ed i ragionieri generali chiedono l'urgente adozione di «specifiche misure straordinarie derogatorie ai vincoli di finanza pubblica».

 
GIORNALE DI SICILIA

ITALKALI E SINDACATI IN ROTTURA

Si sono allontana sensibilmente le posizioni tra le segreterie provinciali di Filtcem Cgil, FemcaCisl e Uiltec Uil e l'Italkali. Le parti si sono infatti incontrate nei giorni scorsi per analizzare quelle che sono le criticità legate alla miniera di Realmonte e all'imbarco di Porto Empedocle. Nella riunione, i Rappresentanti aziendali avevano illustrato la situazione dell'Unità Produttiva mettendo in evidenza le criticità che ogni anno si presentano alla fine della stagione invernale, visto che il sito minerario produce esclusivamente sale antigelo la cui vendita è subordinata alle condizioni meteorologiche e alla rigidità degli inverni. Di fatto in inverno il lavoro è notevole e le maestranze per far fronte alla forte domanda sono costrette a svolgere molte ore di straordinario, in primavera invece le richieste diminuiscono sensibilmente fino ad arrivare alla stasi totale. «Di fronte a tale difficile situazione -spiegano i sindacalisti Franco Gangemi, Enzo Piranio e Giovanni Manganella - l'azienda si è presentata al tavolo senzanessuna proposta organica complessiva, chiedendoci di accettare, senza discutere, un
generale abbassamento della tutele e dei diritti sanciti dal contratto vigente, senza nessuna garanzia e dichiarando che non avrebbero pagato ne' gli straordinari svolti dai lavoratori nei mesi di gennaio e febbraio 2015, ne' il premio di produzione che è legato al risultato produttivo e avrebbero eliminato le indennità di polvere e rumore sancite dall'art. 34 del Contratto di lavoro per i lavori svolti in condizioni di disagio. In ultimo, hanno proposto in modo estemporaneo un accordo sull'orario di lavoro utilizzando l'istituto contrattuale della flessibilità della banca ore». Successivamente a quell'incontro, i sindacati proclamarono uno stato di agitazione. «La risposta dell'Azienda - aggiungono - si concretizzava con la presentazione unilaterale di una proposta di accordo, illegittimamente rivolta alle Rsu, decadute da tempo, che riproduceva quella già presentata oralmente quel 26 marzo. Dopo la protesta del sindacato, che nel frattempo aveva reiterato la richiesta di riaprire il tavolo di trattativa, l'Azienda poneva in essere il peggiore dei comportamenti antisindacali.
I lavoratori - concludono-sono stati contattati personalmente e, attraverso minacce di trasferimento, costretti a firmare la stessa proposta elaborata
unilateralmente. A questo punto metteremo in campo tutte le azioni sindacali e/o legali atte a tutelare il lavoro e la dignità delle maestranze che operano nella miniera di Realmente e nell'imbarco di Porto Empedocle».

Livesicilia

Troppa immondizia a Siculiana" 
Catanzaro scrive a Crocetta


Prima c'erano stati gli appelli di prefetto, sindaco e sindacati. Poi le prese di posizione della "Catanzaro Costruzioni", la società che gestisce la discarica di Siculiana, che aveva messo nero su bianco il rischio saturazione dell'impianto. Adesso, dopo la nuova ordinanza del presidente della Regione con la quali è stato ordinato, fra le altre cose, ai Comuni di Campobello di Mazara, Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Vita, Gibellina e Trapani di conferire i rifiuti dal 28 aprile al 31 maggio presso la discarica di contrada Materna (Siculiana), i gestori dell'impianto hanno scritto, ancora una volta, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all'assessorato regionale all'Energia guidato da Vania Contrafatto e, per conoscenza, alla prefettura di Agrigento, al sindaco di Siculiana, al sindaco di Montallegro, all'ex provincia di Agrigento e all'Arpa, per chiedere la revoca immediata delle ordinanze. "In plurime occasioni - si legge nella nota - si è già segnalato il fatto che, giusta precedenti ordinanze di pari tenore a quella in oggetto, si ordinava il conferimento presso la discarica gestita dalla scrivente di un quantitativo di rifiuti eccessivo. Addirittura, si ordinava il conferimento da parte di circa 50 Comuni (la quasi totalità della provincia di Palermo ad eccezione del capoluogo e di alcuni Comuni minori), seppur a giorni alterni. In quelle occasioni si indicavano analiticamente le ragioni che sconsigliavano, anzi avrebbero dovuto impedire, di ordinare un conferimento così ingente di rifiuti. Ragioni legate sia a considerazioni di carattere tecnico, sia, in misura maggiore, ad esigenze di rispetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò posto, spiace rilevare che, ai fini dell'adozione del provvedimento contingibile e urgente in oggetto, le nostre segnalazioni e le relative motivazioni non sono state prese nella debita considerazione che esse meritavano". Le motivazioni del dissenso, come spiega l'azienda, "nascono dal superamento della capacità di trattamento giornaliera dell'impianto, nonché allo sproporzionato numero di conferimenti giornalieri, che, in alcune occasioni, raggiunge quasi 150 camion in un solo giorno senza considerare i camion che si aggiungono per effetto dell'ordinanza di cui all'oggetto. Il numero elevato di conferimenti determina una inevitabile e insostenibile situazione di oggettivo pericolo, legato alla viabilità e al pregiudizio che arreca anche rispetto alla corretta funzionalità dell'impianto stesso".



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