23 maggio - sabato
LA SICILIA
VIA PIERSANTI MATTARELLA
Rubavano metallo nell'ex Ipia
«blitz» della Polizia di Stato arrestati La Porta e Belhaj.
Preso di mira dai ladri il vecchio
istituto scolastico "Ipia Fermi" di via Piersanti Mattarella,
nella zona di Calcarelle.
Chiuso da mesi e in stato di abbandono
è stato saccheggia to di materiali in rame.
Due individui hanno approfittato della
situazione di inagibilità della scuola per depredarla di tutto ciò
che essa ancora contiene di utile e funzionante. Ma prima di darsela
a gambe sono stati bioccati dalla Polizia di Stato. In manette
Filippo La Porta, di 57 anni, di Agrigento, e Moha rned Belhaj, di 27
anni, marocchino. Sono accusati di furto aggravato in concorso. Il
raid si è consumato nel pomeriggio di giovedì. I due arrestati sì
sono aperti un varco in - uno degli edifici che compongono il
complesso, riuscendo a penetra re all'interno dei locali. Con
l'utilizzo di arnesi da scasso hanno tranciato cavi elettrici in
rame. Alla fine credendo di farla franca sono usci ti dai locali con
('intenzione di allontanarsi. Sono stati notati da alcuni agenti
della Squadra Scientifica, diretti dal responsabile Michelangelo Lo
Piparo e dal Primo dirigente Giovanni Giudice. Immediato l'intervento
dei poliziotti delle Volanti, agli ordini del commissario capo
Tommaso Amato,
La Porta è stato bloccato all'interno
della recinzione della struttura con uno zaino addosso. Alla vista
degli uomini in divisa ha tentato una fuga per le campagne, mentre il
cittadino marocchino è stato subito fermato. Recuperata la re furti
va consistente in quattro rotoli di
cavi in rame, alcune lampade a vapore e
tubi di riscalda mento. Dopo le formalità di rito, su disposizione
della Procura della Repubblica di Agrigento, i due arrestati, so no
stati accompagnati presso (e rispettive abitazioni e posti ai
domiciliari. Ieri mattina gli indagati sono comparsi per la
direttissima. Il Gip del Tribunale di Agrigento, Rosanna Croce,
accogliendo le richieste dei difensori dei due imputati, gli avvocati
Davide Casà e Olindo Di Francesco, ha rimesso in libertà Belhaj e
La Porta, applicandogli l'obbligo di dimora ad Agrigento. La
direttissima proseguirà il 29 giugno.
LIBERO CONSORZIO DEI COMUNI
Pulizia delle spiagge, pubblicato il
bando d'appalto
Il Libero consorzio di Agrigento ha
pubblicato il bando di gara d'appalto peri! servizio di risanamento
ambientale per la pulizia delle spiagge della provincia.
Il termine per la presentazione del le
domande è stato fissato per le ore 12 del prossimo 8 giugno mentre
le offerte verranno aperte il giorno successi vo alle ore 10.
L'importo a base d'asta è di 33mila euro. La durata del servizio
è stata fissata in due mesi. L'aggiudicazione del servizio è
prevista mediante il criterio dell'offerta più vantaggiosa per
l'Ente. Non si tratta di cifre straordinaria ma è sempre meglio di
niente.
Come si ricorderà, abbiamo affrontato
la questione nei giorni passati e il commissario Brandara aveva già
anticipato dopo aver avuto un colloquio con gli uffici
provinciali che le somme impegnate non sarebbero state elevate.
Appresa la notizia della pubblicazione del bando, da Palazzo di Città
è stato diffuso un comunicato stampa nel quale è specificato come
"nell'apprendere con soddisfazione, della pubblicazione del bando
della provincia regionale Agrigento per l'appalto della pulizia
delle spiagge, il commissario straordinario Brandara ringrazia il
collega del Libero Consorzio, Marcello Maisano, per la sensibilità
dimostrata ai fini della soluzione di un problema che, se non
affrontato tempestivamente, così come è stato,
avrebbe causato notevoli pregiudizi e
disagi ai numerosi bagnanti che a breve affolleranno le nostre
spiagge". E in effetti, se ad oggi la situazione degli arenili del
litorale costiero licatese è buona, stesso discorso non si potrà
più fare a breve.
L'utilizzo delle spiagge comporterà
infatti la necessità di espletare una bonifica costante sugli
arenili. Quantomeno nei tratti non soggetti a con cessione demaniale.
Per quanto con cerne infatti le lottizzazioni, la competenza è degli
assegnatari che, tra i propri oneri, hanno anche quello di tenere
pulito il tratto dato loro in concessione.
GIUSEPPE CELLURA
CANICATTI
Tre Sorgenti... 2 inchieste sui
conti e vari incarichi.
Sono due le inchieste avviate sul
consorzio acquedottistico "Tre Sorgenti" del quale fanno parte
oltre al comune del l'uva Italia anche: Licata, Campobello di
Licata, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Ravanusa e Grotte. A
condurle sono la Procura presso la Corte dei Conti e la magistratura
di Agrigento.
La prima indaga per un presunto danno
erariale che lente avrebbe subito di 540 mila euro, la magistratura
ordinaria, invece, vuole vederci chiaro su incarichi legali e
consulenze che il consorzio ha affidato da esterni dal 2008 al 2010.
Proprio in questi giorni, infatti, si sono conclusi presso l'ente,
gli "accessi" che lo speciale nucleo per i reati economici e
finanziari della Guardia di Finanza ha effettuato al Tre Sorgenti Nel
mirino delle Fiamme Gialle sono finite le
4j degli incarichi esterni affidati dal
2008 al 2010, Intanto il Tre Sorgenti
rimane ancora senza una guida, Nonostante ormai, da più di un mese
sia stato richiesto alla Regione l'invio di un commissario dopo le
di missioni di Gaetano Moscato, da Palermo nulla si è mosso. Ieri
alla volta del capoluogo siciliano il dirigente amministrativo L lo
Greco, h inviato una ulteriore richiesta. Si tratta dei la nomina di
un altro commissario ad acta che stavolta possa provvedere ad
approvare il conto consuntivo 2013, ed i bilanci 2014.2015 che non
sono stati esita- ti. Tre Sorgenti, che nel frattempo sta provvedendo
a pagare a "Siciliacque" con un versamento mensile di 100 mila
euro, una parte del debito pregresso di oltre 5 milioni e per il
quale qualche settimana fa si era visto notificare una ingiunzione di
paga mento che aveva bloccato la tesoreria.
CARMELO VELLA
LICEO SCIENTIFICO LEONARDO. Un'ala
dell'istituto evacuata a causa di un incendio nei sotterranei
Momenti di paura a scuola
Minuti di apprensione nella tarda
mattinata di ieri al Liceo Scientifico "Leonardo" al viale della
Vittoria. Un'ala dell'istituto scolastico è
stata evacuata a causa di un incendio divampato per motivi incerti in un sotterraneo dell'edificio.
Il fumo si è immediatamente diffuso nei corridoi della scuola e i ragazzi sono stati fatti uscire.
Fortunatamente nessuno ha riportato ferite o e rimasto intossicato. Una squadra dei Vigili del fuoco ha
spento le fiamme prima ancora che potessero estendersi. L'allarme è
scattato intorno alle 11,30, quando una scia di fumo è iniziata a
uscire da un locale, al pianoterra della struttura adibito deposito
di materiali didattici. Subite ha invaso la parte soprastante della palazzina, il corridoio e alcune
aule, dove si stavano regolarmente svolgendo le lezioni. In questa parte della scuola si trovano
una ventina di classi: tre quinte, alcune terze e prime e seconde. Per precauzione i bidelli e i docenti
hanno deciso di sgomberare l'edificio, facendo uscire tutti fuori,
e radunando gli studenti nella palestra all'aperto. In poco tempo e
stato individuato il punto dov'era partito l'incendio. Più fumo
che fiamme. Immediata è partita la richiesta di soccorso al
centralino dei Vigili del fuoco del Comando
provinciale di Agrigento. Sul posto è giunta un autobotte e i
pompieri indossati caschi, mascherine e bombole d'ossigeno sono
entrati nel deposito, ed hanno avviato le operazioni di spegnimento
del rogo. Fortunatamente le fiamme sono state circoscritte al solo
deposito. Pochi spruzzi d'acqua e le fiammate
sono state domate. In fumo vecchi lavori di studenti, libri e arredo
scolastico inutilizzato. Il tempestivo intervento dei Vigili del
fuoco ha evitato altre conseguenze. Alle spalle dell'edifico, -
infatti, si trova la zona dove sono collocate le caldaie. Alla fine
comunque danni molto contenuti. La struttura non ha riportato alcun
problema, così come hanno accertato i soccorritori al termine del sopralluogo tecnico. Mentre i
ragazzi e i docenti sono stati fatti rientrare in classe, si è
cercata l'origine del rogo. Ancora sconosciute le cause.
Da una prima analisi potrebbe essere un
fatto accidentale, forse un corto circuito. Anche se nel cor so del sopralluogo non sono stati
trovati fili bruciati o danni di incendio all'impianto elettrico.
Ecco perché non vengono tralasciate altre
ipotesi.
ANTONINO RAVANÀ
LA MAFIA PROGETTA L'UCCISIONE DI
RENATO DI NATALE E SILVANA SAGUTO
Minacciato il procuratore.
FRANCESCO DI MARE
Se ne parla da alcuni mesi, ma adesso
al faccenda ha assunto connotati pubblici La mafia avrebbe progettato
l'uccisione di due magistrati siciliani in prima linea.
Lo rivelerebbe una nota dei servIzi di
sicurezza che,come scrive un quotidiano on line, sono già scattati
per proteggere Silvana Saguto e Renato Di Natale, quest'ultimo come
noto, apprezzato Procuratore della Repubblica ad Agrigento.
Attualmente Silvana Saguto presiede la sezione misure di prevenzione
del tribunale di Palermo che ha deciso- le più importanti confische
di beni mafiosi. Di Natale sarebbe finito nel mirino delle cosche,
per avere coordinato le inchieste contro il clan Emmanuello di Cela
all'epoca in cui era capo della Procura di Caltanissetta.
Il piano per la loro eliminazione si
baserebbe su uno scambio di «favori» tra le cosche: il gruppo
gelese avrebbe il compito di colpire Silvana Saguto, mentre i boss
palermitani avrebbe in preso l'impegno di eliminare l'altro
magistrato. Non è chiara la fonte che avrebbe annunciato il patto
tra le due organizzazioni confederate. L'allarme dei servizi sul
rischio di attentati per i magistrati Saguto e Di Natale risale al
2012. sarebbe scattato sulla base di intercettazioni ambientali in
una fase cruciale delle inchieste sulla mafia di Gela.
Le misure di protezione sono state
mantenute anche peri! ruolo esposto dei due magistrati. L'inchiesta
sulle cosche gelesi era culminata nel 2007 con l'uccisione del boss
Daniele Emmanuello, 43 anni, durante un blitz della polizia nei suo
covo in provincia di Enna. Latitante da 11 anni, era inserito nella
lista dei 30 criminali più ricercati. Ieri pomeriggio è stato
d'obbligo raccogliere una valutazione da parte del procuratore Di
Natale, che con la consueta cordialità non si è sottratto alla
richiesta: «E' ovvio che non si tratti di cose piacevoli per
alcuno, ma tutto sommato ci sono abituato come tanti altri miei
colleghi. Sono sotto scorta da oltre venti anni, grazie al lavoro
delle forze dell'ordine che mi stanno accanto». Di Natale non
commenta le motivazioni che possa no avere portato determinanti
ambienti criminali a decide la sua eliminazione, ma lascia emergere
una certa curiosità nel individuare chi possa avere avuto interesse
non solo a ucciderlo, quanto anche a far sapere all'esterno questa
«necessità». «L'impegno nel mio lavoro non subirà ovviamente
contraccolpi», ha chiosato il procuratore.
24 maggio - domenica
LA SICILIA
Tra solidarietà e... business
Ambienti piccoli, sporchi e
inabitabili Stretta sulle strutture d'accoglienza.
Assenza di requisiti previsti dalla
legge perché ospitati in ambienti troppo piccoli per il numero di
componenti, mancanza di certificati di abitabilità, carenze
igienico-sanitarie. Sarebbero numerose le criticità individuate dai
tecnici dell'Asp di Agrigento rispetto a diverse strutture di
accoglienza per migranti "non governative" in diversi centri
della provincia. Irregolarità rispetto ai parametri previsti dalla
legge che sono state evidenziate durante specifici controlli che sono
stati richiesti all'Azienda sanitaria dai carabinieri del comando
provinciale di Agrigento e di quelli del Nucleo antisofisticazioni di
Palermo.
Un'attività di verifica avviata dai
militari da circa 2 mesi sul nostro territorio che ha già portato
all'ispezione di una ventina di strutture di accoglienza (sia per
minori non accompagnati che per richiedenti asilo) e alla
segnalazione all'autorità giudiziaria di diversi soggetti titolari
delle strutture stesse. Un "calendario" di controlli che è
previsto anche per i mesi a venire, e che serviranno alla verifica
puntuale del rispetto di tutte le norme in materia, solo dire cente
"codificate" da parte dell'Assessorato Regionale alla Salute
dello scorso 13 maggio. Nel documento, chiamato appunto "Requisiti
igienico sanitari minimi, strutturali ed organizzativi, per le
strutture non governative adibite all'ospitalità dei migranti",
oltre a dettare in modo inequivocabile tutte le condizioni di base
alle quali queste strutture devo no rispondere, si sancisce anche la
Costituzione di un albo regionale. Un passo avanti nettissimo,
considerato che fino ad oggi il 'fiorire" di strutture gestite da
privati, ma finanziate dai Comuni, dalla Regione e dallo Stato, non
sempre è stato associato al rispetto delle regole. Per far fronte alla mancanza di
strutture pubbliche per raccolta, accoglienza e smistamento di
soggetti richiedenti asilo, o, appunto, minori non accompagnati, il
Ministero per il biennio 2014/2016 diede infatti
incarico alle Prefetture di individuare "strutture preferibilmente
non alberghiere ed aventi capienza media di 20,50 persone comunque
non superiori a cento.., messe a disposizione da enti pubblici o
selezionate tra mite indagini di mercato". L'iter autorizzativo,
però, prevedeva solo nulla osta di tipo urbanistico da par te dei
Comuni (anche se la Prefettura ha più volte ribadito che ha un suo
valore anche il parere delle comunità locali) e non un identico
parere preventivo di tipo sanitario, con la conseguenza che adesso si
sta procedendo con le sanzioni che vanno, però, ad intervenire in
una situazione di perenne emergenza considerata la lentezza con la
quale si conce dono le certificazioni di richiedente asilo (è di
pochi giorni fa l'apertura di un ufficio apposito in Prefettura)
che provoca un sovraccarico del sistema, già cresciuto in modo non
necessariamente "sano" fino ad oggi.
GIOACCHINO SCHICCHI
FAVARA. Parzialmente danneggiati gli
interni della casa di campagna di Rosario Manganella
Intimidazione. al sindaco.
FAVARA. E' stata data alle fiamme da
ignoti criminali una casa di campagna del sindaco di Favara, Rosario
Manga nella. Il fatto è stato scoperto e denunciato quattro giorni
fa, ma solo ieri se ne ha avuta notizia. Anche se non c'è conferma
sull'orario e il giorno, in cui i responsabili hanno colpito.
L'ambiente difatti, era già completa
mente spento, con le fiamme, che hanno divorato alcuni arredi, mentre
le pareti sono rimaste annerite dal fumo. La costruzione, composta da
un piano terra e un primo piano, si trova in contrada Burraitotto,
tra il Villaggio Mosè e Favara. Proprietaria risulta la moglie del
primo cittadino di Favara.
I malviventi avrebbero forzato la porta
d'ingresso dell'abitazione, portandosi al primo piano
dell'edificio: Hanno scelto la stanza da letto per mettere in atto
il gesto, probabilmente pianificato da tempo. Sono stati ammassati
alcuni mobili e subito dopo hanno appiccato il fuoco. Portato a ter
mine il raid, gli incendiari si sono allontanati velocemente, senza
che qualcuno si accorgesse della loro presenza nella zona.
A fare la scoperta è stato lo stesso
Sindaco. L'amministratore ha chiamato Subito i carabinieri per
denunciare l'accaduto. Dell'inquietante azione criminale è stata
avvertita la Procura della Repubblica di Agrigento. E' sta to
aperto un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, e vista la
delicatezza dell'episodio, le indagini sono coordi nate dal
procuratore capo Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio
Fonzo.
Subito informato di quanto accaduto, il
Prefetto di Agrigento, Nicola Dio mede ha esaminato t'episodio con
i suoi più stretti collaboratori, decidendo di intensificare
l'attenzione su Fa vara. Preoccupano alcune delicate questioni,
prima fra tutte, la situazione dei lavoratori precari al Comune di
Favara, che rischiano il licenziamento. Ad occuparsi delle
investigazioni sono i militari dell'Arma, sotto le direttive del
comandante provinciale Mario Mettifogo.
AI momento non si esclude nessuna
ipotesi. Il rogo doloso, appiccato forse senza la precisa volontà di
fare grossi danni, ma probabilmente per lanciare un segnale al primo
cittadino, sgomento, come tutta la sua famiglia per l'accaduto.
Potrebbe trattarsi di una ritorsione nei suoi confronti, ma la pista
che invece gli investigatori potrebbero decidere di seguire è
proprio quella della vendetta, o peggio ancora del l'avvertimento,
che lancia un'ombra inquietante sull'accaduto. Tuttavia non viene
esclusa nemmeno l'azione di una banda di ladri "delusi" per non
aver trovato ciò che si aspettavano e quindi di doversi allontanare
a mani vuote.
ANTONINO RAVANÀ
25 maggio - lunedì
LA SICILIA
ZONA «A». La Regione nel 2009
chiese di rideterminare i confini, ma da allora poco è stato fatto
Confini Parco, nulla si muove.
Zona A, la Regione attende da anni no
tizie da parte del Comune sulla revisione dei suoi confini, ma poco è
stato fatto di concreto. Facciamo un salto indietro e andiamo al
2009, quando la Regione, incassato il parere positivo del Consiglio
regionale dell'urbanistica, a ufficialmente il via libera al Piano
regolatore che, come è noto, sarà poi successivamente modificato
inseguito ai ricorsi proposti dallo stesso Comune. Nel contesto di quell'atto firmato
dal dirigente generale del settore Urbanistica dell'assessorato
Territorio e Ambiente si parla, ovviamente, anche di Zona A e di V
dei Templi, con un passaggio che è centrale rispetto al ragionamento
che vi stiamo proponendo. Si legge, infatti: «Si ribadisce la
necessaria riperimetrazione dei limiti del Parco archeologico e
paesaggistico della Valle dei Templi, cosi come riportato corretta
mente nelle tavole dei vicoli allegate al voto CR. U. n. 151 /09.
L'area perimetrata come zona A' della "Gui-Mancini" è
soggetta alla disciplina del piano del Parco della Valle dei Templi
di cui all'art. 7 della legge regionale n. 20/2000. quindi le
previsioni di intervento previste devono essere disciplinate
dall'ente parco stesso, essendo sovraordinate al la pianificazione
urbanistica comunale». I confini del parco, quindi, vanno
riperimetrati secondo la Regione già dal 2009. Nel frattempo cosa è
cesso? Poco. L'unica traccia di "vita" in tal
senso la possiamo trovare nel 2013, quando il tema arriva in
Consiglio comunale con una mozione proposta dall'allora consigliere
Gerlando Gibilaro e votata favorevolmente dall'Aula. Un atto nel
quale si chiedeva che si desse seguito all'indicazione della
Regione (scégliendo una perimetrazione alternativa a quella imposta
dal Gui Mancini), ma al quale, all'epoca, venne posta una questione
di merito: co me si ricorderà, infatti, non era chiaro all'epoca
se il Decreto Calderoli avesse o meno tagliato l'articolo 2 bis
della legge di conversione del Gui Mancini; la 749/66, che dichiara
la Valle come zona archeologica di interesse nazionale. Il Comune,
attraverso il proprio settore Urbanistica si rimise alla
Soprintendenza, sostenen do che si attendeva che questi ricevessero
una risposta dall'Avvocatura dello Stato, sebbene lo stesso ente di
tutela due mesi dopo produsse una nota stampa che a sua volta negò
però ogni possibilità di revisionismo sostenendo che l'area del
Parco «è quella senza dubbio vigente e le prescrizioni in essa
contenute costituiscono l'impianto normativo del sistema di
tutela». Da allora un profondo silenzio, E gli
abitanti aspettano, pagando Imu, Tasi e Tari.
GIOACCHINO SCHICCHI
730 PRECOMPILATO. Il contribuente
deve decidere se modificare o meno la dichiarazione che riceve
Detrazioni per asilo, scuola e
università
Queste spese non sono presenti nella
dichiarazione compilata dall'Agenzia.
CLAUDIO NINO BUSACCA
Le spese sostenute per l'istruzione
dei pro pri figli nel corso dell'anno 2014 sono detraibili nella
dichiarazione dei redditi 2015, anche se si opta per l'utilizzo del
modello 730 compilato dall'Agenzia delle entrate. Ma tali spese non
sono presenti nel precompilato e quindi bisogna inserirle, sempre che
il contribuente decida di modificarlo. Le spese di istruzione e le spese
scolasti che sono oneri detraibili nelLa misura del 19% della spesa
sostenuta dai contribuenti per i figlio familiari a carico che
frequenta no corsi di istruzione secondaria (scuole medie inferiori e superiori) e
università. In generale, danno diritto alla detrazione le spese
sostenute per la frequenza di cor si di istruzione secondaria di
primo e secondo grado, universitaria, di perfeziona mento e/odi
specializzazione universitaria, tenuti in istituti o università
italiane o straniere, pubbliche o private. Le spese per le università
o gli istituti privati e stranieri non devono essere superiori a
quelle delle tasse e contributi degli istituti statali italiani. Spese per asili nido, I genitori che
iscrivo no i propri figli all'asilo nido possono usufruire di una
detrazione del 19% sulla spesa sostenuta nel corso del 2014 fino a un
limi te massimo di 632,00 euro per ciascun figlio Pertanto I importo
massimo che si può detrarre ammonta a 120 euro (632,00 x 19%) per
ciascun figlio di età compresa fra i 3 mesi e i 3 anni. La
detrazione può esse re richiesta per i figli legittimi, per i figli
riconosciuti ma nati fuori dal matrimonio, per i figli adottati e per
i figli affidati o affiliati. E detraibile anche la retta per gli
asili privati, nel limite massimo dell'importo pagabile nella
struttura pubblica. Sono ammesse a detrazioni anche le spese
sostenute per la frequenza delle cosiddette "sezioni primavera".
Una novità è rappresentata dalla possibilità di poter detrarre le
spese sostenute per i servizi domiciliari delle cosiddette
"Tagesmutter", a condizione che il servizio fornito dagli
assistenti domiciliari all'infanzia abbia le caratteristiche di una
prestazione erogata in un asilo nido privato questa assimilazione
deve essere certificata dal soggetto erogatore. La detrazione spetta
esclusivamente ai genitori, anche se separati o divorziati, e va
suddivisa tra loro sulla base dell'onere da ciascuno sostenuto. Spese per l'università. Sono
detraibili le spese sostenute per i corsi frequentati nel le
università pubbliche, private e straniere. Le spese detraibili
ammesse sono: tassa di immatricolazione e di iscrizione, tassa di
frequenza, soprattasse per esami di profitto e di laurea, corsi di
specializzazione e master. Le spese di affitto sostenute per
l'alloggio dello studente, risultano detraibili in presenza dei
seguenti requisiti: l'università deve essere ubicata in un Comune
distante almeno 100 chilometri da quello di residenza dello studente
oppure nel territorio di uno Stato membro dell'Unione europea o in
uno degli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo
con i quali sia possibile lo scambio d informano nel Comune di
residenza degli studente deve appartenere ad una Provincia diversa da
quella in cui e situata l'università l'unita immobiliare deve
essere situata nello stesso Comune in cui ha sede l'università o
in un Comune limitrofo; il contratto di locazione deve essere di tipo
abitativo, stipula to o rinnovato ai sensi della legge n. 431 /98; il
contratto deve essere regolarmente registrato La detrazione spetta
anche pei i canoni relativi ai contratti di ospitalità, non ché
agli atti di assegnazione in godimento o locazioni, stipulati con
enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari
legalmente riconosciuti, enti senza fini di lucro e cooperative.
L'importo massimo di spesa agevolabile non può essere superio rea
2.633,00 euro e di conseguenza la detrazione non può superare 500,00
euro (19% di 2.633,00 euro). Non risultano detraibili, purtroppo, le
spese sostenute per l'acquisto dei libri e testi universitari.
Agrigentoflash.it
intimidazione al sindaco di favara
E'
stata data alle fiamme da ignoti criminali una casa di campagna del
sindaco di Favara, Rosario Manganella. Il fatto è stato scoperto e
denunciato quattro giorni fa, ma solo sabato se ne ha avuto notizia,
riportata dal quotidiano La Sicilia. Anche se non c'è conferma
sull'orario e il giorno, in cui i responsabili hanno colpito.
La
costruzione, composta da un piano terra e un primo piano, si trova in
contrada Burraitotto, tra il Villaggio Mosè e Favara. Proprietaria
risulta la moglie del primo cittadino di Favara. I malviventi
avrebbero forzato la porta d'ingresso dell'abitazione, portandosi
al primo piano dell'edificio. Hanno scelto la stanza da letto per
mettere in atto il gesto, probabilmente pianificato da tempo. Sono
stati ammassati alcuni mobili e subito dopo hanno appiccato il
fuoco.
A
fare la scoperta è stato lo stesso Sindaco. L'amministratore ha
chiamato i carabinieri. Dell'inquietante azione criminale è stata
avvertita la Procura della Repubblica di Agrigento. E' stato aperto
un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, e vista la delicatezza
dell'episodio, le indagini sono coordinate dal procuratore capo
Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Indagini
che sul campo sono condotte dai carabinieri della Tenenza di Favara e
della Compagnia di Agrigento.
"Indegni
e miserabili. Favara è al fianco del sindaco Rosario Manganella
vittima di un atto intimidatorio perpetrato da gente indegna e
miserabile. La legalità è un principio universale, presupposto
indispensabile non solo per la convivenza civile ma anche per lo
sviluppo economico della nostra terra. Favara vuole legalità",
dichiara Nino Bosco, deputato di Area popolare.
"Sono
vicino al sindaco di Favara Rosario Manganella per l'atto subito.
Auspico che si faccia chiarezza sull'accaduto e che episodi come
quello che ha visto coinvolto Manganella possano essere, in futuro,
prevenuti", afferma il deputato nazionale del Pd Antonino
Moscatt.
L'assessore
Sara Chianetta (Pd) ed i consiglieri comunali Gaetano Caramazza e
Calogero Castronovo capogruppo Pd in Consiglio comunale esprimono
"solidarietà al sindaco Manganella per il vile e miserabile gesto
di intimidazione con i danneggiamenti agli interni della casa di
campagna. Dinnanzi a questi gesti vili ed inqualificabili si rimane
senza parole - hanno detto -. La violenza e la sopraffazione vanno
condannate ed emarginate con forza da tutti i cittadini onesti. Non
si può essere intimiditi nell'esercizio della propria azione
amministrativa di sindaco della città, che in un momento così
difficile di crisi economica, diventa ancora pesante. Le forze
politiche tutte, senza distinzione di maggioranza e opposizione, e la
città tutta debbono condannare questo gesto vile e violento. Ai
cittadini onesti e alle forze politiche e dato il compito di
svelenire il clima pesante che si respira in città. La crisi e la
mancanza di liquidità spingono molti ad alzare i toni dello scontro,
ma in questo momento l'unica via è quella del confronto civile e
del prevalere degli interessi della città di Favara".
scrivolibero.it
Girgenti Aque. Se ne occupa anche La
Repubblica
Agrigento ancora al centro mediatico di
inchieste e vicende che rispecchiano la natura di pirandelliana
memoria. Sembra infatti che nella città dei Templi la misura sia
oramai colma, con contraddizioni e stranezze che oramai sembrano
sopite da una "normalità" atipica. Questa volta a finire sotto i
riflettori della stampa nazionale è l'acqua: cosa che ad Agrigento
sembra essere ancora al centro di polemiche. È un'inchiesta
riportata oggi sul quotidiano "La Repubblica" a parlare di come
l'acqua sia ancora per Agrigento un problema. È qui infatti che si
paga l'acqua più cara d'Italia: una tariffa media annuale di
circa 419 euro per una famiglia di tre persone; quattro volte più
cara di quella che si paga a Milano. Anche se non sono molto lontani
i tempi in cui molti agrigentini si recavano in quelle fontane
pubbliche alla ricerca del liquido prezioso per "lavarsi" e
"cucinare", oggi sembra che la situazione non sia cambiata di
molto; e per di più l'acqua si paga "cara e amara". Al centro
della diatriba fra cittadinanza e gli innumerevoli problemi legati
all'acqua vi è l'ente che dal 2007 si è garantita la gestione
del servizio idrico su 27 dei 43 comuni dell'intera provincia
agrigentina. Parliamo di Girgenti Acque, società al centro di un
turbinio di polemiche e proteste da parte dei cittadini che lamentano
tariffe sproporzionate rispetto ad un servizio ancora poco ottimale.
Nell'inchiesta portata avanti da "La Repubblica" infatti si
evidenzia come ancora oggi molti sono i cittadini agrigentini che
preferiscono servirsi delle cosiddette "bonze" fornite
abusivamente da improvvisati commercianti d'acqua che per 140 -
160 euro riempiono le cisterne di case, villette e condomini. Una
situazione non certo sconosciuta all'ente gestore che si limita a
giustificare tanto odio nei suoi confronti affermando che "prima di
loro nessuno pagava". Ma a parlare di Girgenti Acque è anche il
procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che solo qualche mese addietro, in
una audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle
attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti
ambientali, definì un "assumificio" la stessa Girgenti Acque che
pare avere in organico ben 330 dipendenti. Indagine portata aventi
anche dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Matteo
Mangiacavallo, che ha voluto conoscere i nominativi dei dipendenti
della società per svelare i rapporti con la politica; richiesta che
Girgenti Acque ha più volte negato perché, secondo l'ente
gestore, "i criteri di assunzione ed i nomi degli assunti, secondo
la Girgenti acque, devono rimanere un 'segreto'". Un segreto
anche quanto riferito da Fonzo sulla possibilità di Girgenti di
continuare a gestire un servizio pubblico da parte del suo legale
rappresentante, ovvero Marco Campione, già condannato in via
definitiva per reati di falso e truffa. Di sicuro è certo che anche
l'acqua ad Agrigento sembra non trovare pace.