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Rassegna stampa dal 23 al 25 maggio 2015

23 maggio - sabato

LA SICILIA
VIA PIERSANTI MATTARELLA Rubavano metallo nell'ex Ipia «blitz» della Polizia di Stato arrestati La Porta e Belhaj. Preso di mira dai ladri il vecchio istituto scolastico "Ipia Fermi" di via Piersanti Mattarella, nella zona di Calcarelle.
Chiuso da mesi e in stato di abbandono è stato saccheggia to di materiali in rame.
Due individui hanno approfittato della situazione di inagibilità della scuola per depredarla di tutto ciò che essa ancora contiene di utile e funzionante. Ma prima di darsela a gambe sono stati bioccati dalla Polizia di Stato. In manette Filippo La Porta, di 57 anni, di Agrigento, e Moha rned Belhaj, di 27 anni, marocchino. Sono accusati di furto aggravato in concorso. Il raid si è consumato nel pomeriggio di giovedì. I due arrestati sì sono aperti un varco in - uno degli edifici che compongono il complesso, riuscendo a penetra re all'interno dei locali. Con l'utilizzo di arnesi da scasso hanno tranciato cavi elettrici in rame. Alla fine credendo di farla franca sono usci ti dai locali con ('intenzione di allontanarsi. Sono stati notati da alcuni agenti della Squadra Scientifica, diretti dal responsabile Michelangelo Lo Piparo e dal Primo dirigente Giovanni Giudice. Immediato l'intervento dei poliziotti delle Volanti, agli ordini del commissario capo Tommaso Amato,
La Porta è stato bloccato all'interno della recinzione della struttura con uno zaino addosso. Alla vista degli uomini in divisa ha tentato una fuga per le campagne, mentre il cittadino marocchino è stato subito fermato. Recuperata la re furti va consistente in quattro rotoli di
cavi in rame, alcune lampade a vapore e tubi di riscalda mento. Dopo le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento, i due arrestati, so no stati accompagnati presso (e rispettive abitazioni e posti ai domiciliari. Ieri mattina gli indagati sono comparsi per la direttissima. Il Gip del Tribunale di Agrigento, Rosanna Croce, accogliendo le richieste dei difensori dei due imputati, gli avvocati Davide Casà e Olindo Di Francesco, ha rimesso in libertà Belhaj e La Porta, applicandogli l'obbligo di dimora ad Agrigento. La direttissima proseguirà il 29 giugno.

LIBERO CONSORZIO DEI COMUNI Pulizia delle spiagge, pubblicato il bando d'appalto Il Libero consorzio di Agrigento ha pubblicato il bando di gara d'appalto peri! servizio di risanamento ambientale per la pulizia delle spiagge della provincia.
Il termine per la presentazione del le domande è stato fissato per le ore 12 del prossimo 8 giugno mentre le offerte verranno aperte il giorno successi vo alle ore 10. L'importo a base d'asta è di 33mila euro. La durata del servizio è stata fissata in due mesi. L'aggiudicazione del servizio è prevista mediante il criterio dell'offerta più vantaggiosa per l'Ente. Non si tratta di cifre straordinaria ma è sempre meglio di niente.
Come si ricorderà, abbiamo affrontato la questione nei giorni passati e il commissario Brandara aveva già anticipato — dopo aver avuto un colloquio con gli uffici provinciali — che le somme impegnate non sarebbero state elevate. Appresa la notizia della pubblicazione del bando, da Palazzo di Città è stato diffuso un comunicato stampa nel quale è specificato come "nell'apprendere con soddisfazione, della pubblicazione del bando della provincia regionale Agrigento per l'appalto della pulizia delle spiagge, il commissario straordinario Brandara ringrazia il collega del Libero Consorzio, Marcello Maisano, per la sensibilità dimostrata ai fini della soluzione di un problema che, se non affrontato tempestivamente, così come è stato,
avrebbe causato notevoli pregiudizi e disagi ai numerosi bagnanti che a breve affolleranno le nostre spiagge". E in effetti, se ad oggi la situazione degli arenili del litorale costiero licatese è buona, stesso discorso non si potrà più fare a breve.
L'utilizzo delle spiagge comporterà infatti la necessità di espletare una bonifica costante sugli arenili. Quantomeno nei tratti non soggetti a con cessione demaniale. Per quanto con cerne infatti le lottizzazioni, la competenza è degli assegnatari che, tra i propri oneri, hanno anche quello di tenere pulito il tratto dato loro in concessione.
GIUSEPPE CELLURA

CANICATTI Tre Sorgenti... 2 inchieste sui conti e vari incarichi. Sono due le inchieste avviate sul consorzio acquedottistico "Tre Sorgenti" del quale fanno parte oltre al comune del l'uva Italia anche: Licata, Campobello di Licata, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Ravanusa e Grotte. A condurle sono la Procura presso la Corte dei Conti e la magistratura di Agrigento.
La prima indaga per un presunto danno erariale che lente avrebbe subito di 540 mila euro, la magistratura ordinaria, invece, vuole vederci chiaro su incarichi legali e consulenze che il consorzio ha affidato da esterni dal 2008 al 2010. Proprio in questi giorni, infatti, si sono conclusi presso l'ente, gli "accessi" che lo speciale nucleo per i reati economici e finanziari della Guardia di Finanza ha effettuato al Tre Sorgenti Nel mirino delle Fiamme Gialle sono finite le
4j degli incarichi esterni affidati dal
2008 al 2010, Intanto il Tre Sorgenti rimane ancora senza una guida, Nonostante ormai, da più di un mese sia stato richiesto alla Regione l'invio di un commissario dopo le di missioni di Gaetano Moscato, da Palermo nulla si è mosso. Ieri alla volta del capoluogo siciliano il dirigente amministrativo L lo Greco, h inviato una ulteriore richiesta. Si tratta dei la nomina di un altro commissario ad acta che stavolta possa provvedere ad approvare il conto consuntivo 2013, ed i bilanci 2014.2015 che non sono stati esita- ti. Tre Sorgenti, che nel frattempo sta provvedendo a pagare a "Siciliacque" con un versamento mensile di 100 mila euro, una parte del debito pregresso di oltre 5 milioni e per il quale qualche settimana fa si era visto notificare una ingiunzione di paga mento che aveva bloccato la tesoreria.
CARMELO VELLA

LICEO SCIENTIFICO LEONARDO. Un'ala dell'istituto evacuata a causa di un incendio nei sotterranei Momenti di paura a scuola Minuti di apprensione nella tarda mattinata di ieri al Liceo Scientifico "Leonardo" al viale della Vittoria. Un'ala dell'istituto scolastico è stata evacuata a causa di un incendio divampato per motivi incerti in un sotterraneo dell'edificio. Il fumo si è immediatamente diffuso nei corridoi della scuola e i ragazzi sono stati fatti uscire. Fortunatamente nessuno ha riportato ferite o e rimasto intossicato. Una squadra dei Vigili del fuoco ha spento le fiamme prima ancora che potessero estendersi. L'allarme è scattato intorno alle 11,30, quando una scia di fumo è iniziata a uscire da un locale, al pianoterra della struttura adibito deposito di materiali didattici. Subite ha invaso la parte soprastante della palazzina, il corridoio e alcune aule, dove si stavano regolarmente svolgendo le lezioni. In questa parte della scuola si trovano una ventina di classi: tre quinte, alcune terze e prime e seconde. Per precauzione i bidelli e i docenti hanno deciso di sgomberare l'edificio, facendo uscire tutti fuori, e radunando gli studenti nella palestra all'aperto. In poco tempo e stato individuato il punto dov'era partito l'incendio. Più fumo che fiamme. Immediata è partita la richiesta di soccorso al centralino dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento. Sul posto è giunta un autobotte e i pompieri indossati caschi, mascherine e bombole d'ossigeno sono entrati nel deposito, ed hanno avviato le operazioni di spegnimento del rogo. Fortunatamente le fiamme sono state circoscritte al solo deposito. Pochi spruzzi d'acqua e le fiammate sono state domate. In fumo vecchi lavori di studenti, libri e arredo scolastico inutilizzato. Il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco ha evitato altre conseguenze. Alle spalle dell'edifico, - infatti, si trova la zona dove sono collocate le caldaie. Alla fine comunque danni molto contenuti. La struttura non ha riportato alcun problema, così come hanno accertato i soccorritori al termine del sopralluogo tecnico. Mentre i ragazzi e i docenti sono stati fatti rientrare in classe, si è cercata l'origine del rogo. Ancora sconosciute le cause.
Da una prima analisi potrebbe essere un fatto accidentale, forse un corto circuito. Anche se nel cor so del sopralluogo non sono stati trovati fili bruciati o danni di incendio all'impianto elettrico. Ecco perché non vengono tralasciate altre ipotesi.
ANTONINO RAVANÀ

LA MAFIA PROGETTA L'UCCISIONE DI RENATO DI NATALE E SILVANA SAGUTO Minacciato il procuratore. FRANCESCO DI MARE Se ne parla da alcuni mesi, ma adesso al faccenda ha assunto connotati pubblici La mafia avrebbe progettato l'uccisione di due magistrati siciliani in prima linea. Lo rivelerebbe una nota dei servIzi di sicurezza che,come scrive un quotidiano on line, sono già scattati per proteggere Silvana Saguto e Renato Di Natale, quest'ultimo come noto, apprezzato Procuratore della Repubblica ad Agrigento. Attualmente Silvana Saguto presiede la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo che ha deciso- le più importanti confische di beni mafiosi. Di Natale sarebbe finito nel mirino delle cosche, per avere coordinato le inchieste contro il clan Emmanuello di Cela all'epoca in cui era capo della Procura di Caltanissetta.
Il piano per la loro eliminazione si baserebbe su uno scambio di «favori» tra le cosche: il gruppo gelese avrebbe il compito di colpire Silvana Saguto, mentre i boss palermitani avrebbe in preso l'impegno di eliminare l'altro magistrato. Non è chiara la fonte che avrebbe annunciato il patto tra le due organizzazioni confederate. L'allarme dei servizi sul rischio di attentati per i magistrati Saguto e Di Natale risale al 2012. sarebbe scattato sulla base di intercettazioni ambientali in una fase cruciale delle inchieste sulla mafia di Gela.
Le misure di protezione sono state mantenute anche peri! ruolo esposto dei due magistrati. L'inchiesta sulle cosche gelesi era culminata nel 2007 con l'uccisione del boss Daniele Emmanuello, 43 anni, durante un blitz della polizia nei suo covo in provincia di Enna. Latitante da 11 anni, era inserito nella lista dei 30 criminali più ricercati. Ieri pomeriggio è stato d'obbligo raccogliere una valutazione da parte del procuratore Di Natale, che con la consueta cordialità non si è sottratto alla richiesta: «E' ovvio che non si tratti di cose piacevoli per alcuno, ma tutto sommato ci sono abituato come tanti altri miei colleghi. Sono sotto scorta da oltre venti anni, grazie al lavoro delle forze dell'ordine che mi stanno accanto». Di Natale non commenta le motivazioni che possa no avere portato determinanti ambienti criminali a decide la sua eliminazione, ma lascia emergere una certa curiosità nel individuare chi possa avere avuto interesse non solo a ucciderlo, quanto anche a far sapere all'esterno questa «necessità». «L'impegno nel mio lavoro non subirà ovviamente contraccolpi», ha chiosato il procuratore.

24 maggio - domenica


LA SICILIA
Tra solidarietà e... business Ambienti piccoli, sporchi e inabitabili Stretta sulle strutture d'accoglienza. Assenza di requisiti previsti dalla legge perché ospitati in ambienti troppo piccoli per il numero di componenti, mancanza di certificati di abitabilità, carenze igienico-sanitarie. Sarebbero numerose le criticità individuate dai tecnici dell'Asp di Agrigento rispetto a diverse strutture di accoglienza per migranti "non governative" in diversi centri della provincia. Irregolarità rispetto ai parametri previsti dalla legge che sono state evidenziate durante specifici controlli che sono stati richiesti all'Azienda sanitaria dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento e di quelli del Nucleo antisofisticazioni di Palermo.
Un'attività di verifica avviata dai militari da circa 2 mesi sul nostro territorio che ha già portato all'ispezione di una ventina di strutture di accoglienza (sia per minori non accompagnati che per richiedenti asilo) e alla segnalazione all'autorità giudiziaria di diversi soggetti titolari delle strutture stesse. Un "calendario" di controlli che è previsto anche per i mesi a venire, e che serviranno alla verifica puntuale del rispetto di tutte le norme in materia, solo dire cente "codificate" da parte dell'Assessorato Regionale alla Salute dello scorso 13 maggio. Nel documento, chiamato appunto "Requisiti igienico sanitari minimi, strutturali ed organizzativi, per le strutture non governative adibite all'ospitalità dei migranti", oltre a dettare in modo inequivocabile tutte le condizioni di base alle quali queste strutture devo no rispondere, si sancisce anche la Costituzione di un albo regionale. Un passo avanti nettissimo, considerato che fino ad oggi il 'fiorire" di strutture gestite da privati, ma finanziate dai Comuni, dalla Regione e dallo Stato, non sempre è stato associato al rispetto delle regole. Per far fronte alla mancanza di strutture pubbliche per raccolta, accoglienza e smistamento di soggetti richiedenti asilo, o, appunto, minori non accompagnati, il Ministero per il biennio 2014/2016 diede infatti incarico alle Prefetture di individuare "strutture preferibilmente non alberghiere ed aventi capienza media di 20,50 persone comunque non superiori a cento.., messe a disposizione da enti pubblici o selezionate tra mite indagini di mercato". L'iter autorizzativo, però, prevedeva solo nulla osta di tipo urbanistico da par te dei Comuni (anche se la Prefettura ha più volte ribadito che ha un suo valore anche il parere delle comunità locali) e non un identico parere preventivo di tipo sanitario, con la conseguenza che adesso si sta procedendo con le sanzioni che vanno, però, ad intervenire in una situazione di perenne emergenza considerata la lentezza con la quale si conce dono le certificazioni di richiedente asilo (è di pochi giorni fa l'apertura di un ufficio apposito in Prefettura) che provoca un sovraccarico del sistema, già cresciuto in modo non necessariamente "sano" fino ad oggi.
GIOACCHINO SCHICCHI

FAVARA. Parzialmente danneggiati gli interni della casa di campagna di Rosario Manganella Intimidazione. al sindaco. FAVARA. E' stata data alle fiamme da ignoti criminali una casa di campagna del sindaco di Favara, Rosario Manga nella. Il fatto è stato scoperto e denunciato quattro giorni fa, ma solo ieri se ne ha avuta notizia. Anche se non c'è conferma sull'orario e il giorno, in cui i responsabili hanno colpito.
L'ambiente difatti, era già completa mente spento, con le fiamme, che hanno divorato alcuni arredi, mentre le pareti sono rimaste annerite dal fumo. La costruzione, composta da un piano terra e un primo piano, si trova in contrada Burraitotto, tra il Villaggio Mosè e Favara. Proprietaria risulta la moglie del primo cittadino di Favara.
I malviventi avrebbero forzato la porta d'ingresso dell'abitazione, portandosi al primo piano dell'edificio: Hanno scelto la stanza da letto per mettere in atto il gesto, probabilmente pianificato da tempo. Sono stati ammassati alcuni mobili e subito dopo hanno appiccato il fuoco. Portato a ter mine il raid, gli incendiari si sono allontanati velocemente, senza che qualcuno si accorgesse della loro presenza nella zona.
A fare la scoperta è stato lo stesso Sindaco. L'amministratore ha chiamato Subito i carabinieri per denunciare l'accaduto. Dell'inquietante azione criminale è stata avvertita la Procura della Repubblica di Agrigento. E' sta to aperto un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, e vista la delicatezza dell'episodio, le indagini sono coordi nate dal procuratore capo Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
Subito informato di quanto accaduto, il Prefetto di Agrigento, Nicola Dio mede ha esaminato t'episodio con i suoi più stretti collaboratori, decidendo di intensificare l'attenzione su Fa vara. Preoccupano alcune delicate questioni, prima fra tutte, la situazione dei lavoratori precari al Comune di Favara, che rischiano il licenziamento. Ad occuparsi delle investigazioni sono i militari dell'Arma, sotto le direttive del comandante provinciale Mario Mettifogo.
AI momento non si esclude nessuna ipotesi. Il rogo doloso, appiccato forse senza la precisa volontà di fare grossi danni, ma probabilmente per lanciare un segnale al primo cittadino, sgomento, come tutta la sua famiglia per l'accaduto. Potrebbe trattarsi di una ritorsione nei suoi confronti, ma la pista che invece gli investigatori potrebbero decidere di seguire è proprio quella della vendetta, o peggio ancora del l'avvertimento, che lancia un'ombra inquietante sull'accaduto. Tuttavia non viene esclusa nemmeno l'azione di una banda di ladri "delusi" per non aver trovato ciò che si aspettavano e quindi di doversi allontanare a mani vuote.
ANTONINO RAVANÀ

25 maggio - lunedì
LA SICILIA
ZONA «A». La Regione nel 2009 chiese di rideterminare i confini, ma da allora poco è stato fatto Confini Parco, nulla si muove. Zona A, la Regione attende da anni no tizie da parte del Comune sulla revisione dei suoi confini, ma poco è stato fatto di concreto. Facciamo un salto indietro e andiamo al 2009, quando la Regione, incassato il parere positivo del Consiglio regionale dell'urbanistica, a ufficialmente il via libera al Piano regolatore che, come è noto, sarà poi successivamente modificato inseguito ai ricorsi proposti dallo stesso Comune. Nel contesto di quell'atto firmato dal dirigente generale del settore Urbanistica dell'assessorato Territorio e Ambiente si parla, ovviamente, anche di Zona A e di V dei Templi, con un passaggio che è centrale rispetto al ragionamento che vi stiamo proponendo. Si legge, infatti: «Si ribadisce la necessaria riperimetrazione dei limiti del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, cosi come riportato corretta mente nelle tavole dei vicoli allegate al voto CR. U. n. 151 /09. L'area perimetrata come zona A' della "Gui-Mancini" è soggetta alla disciplina del piano del Parco della Valle dei Templi di cui all'art. 7 della legge regionale n. 20/2000. quindi le previsioni di intervento previste devono essere disciplinate dall'ente parco stesso, essendo sovraordinate al la pianificazione urbanistica comunale». I confini del parco, quindi, vanno riperimetrati secondo la Regione già dal 2009. Nel frattempo cosa è cesso? Poco. L'unica traccia di "vita" in tal senso la possiamo trovare nel 2013, quando il tema arriva in Consiglio comunale con una mozione proposta dall'allora consigliere Gerlando Gibilaro e votata favorevolmente dall'Aula. Un atto nel quale si chiedeva che si desse seguito all'indicazione della Regione (scégliendo una perimetrazione alternativa a quella imposta dal Gui Mancini), ma al quale, all'epoca, venne posta una questione di merito: co me si ricorderà, infatti, non era chiaro all'epoca se il Decreto Calderoli avesse o meno tagliato l'articolo 2 bis della legge di conversione del Gui Mancini; la 749/66, che dichiara la Valle come zona archeologica di interesse nazionale. Il Comune, attraverso il proprio settore Urbanistica si rimise alla Soprintendenza, sostenen do che si attendeva che questi ricevessero una risposta dall'Avvocatura dello Stato, sebbene lo stesso ente di tutela due mesi dopo produsse una nota stampa che a sua volta negò però ogni possibilità di revisionismo sostenendo che l'area del Parco «è quella senza dubbio vigente e le prescrizioni in essa contenute costituiscono l'impianto normativo del sistema di tutela». Da allora un profondo silenzio, E gli abitanti aspettano, pagando Imu, Tasi e Tari.
GIOACCHINO SCHICCHI

730 PRECOMPILATO. Il contribuente deve decidere se modificare o meno la dichiarazione che riceve Detrazioni per asilo, scuola e università
Queste spese non sono presenti nella dichiarazione compilata dall'Agenzia.
CLAUDIO NINO BUSACCA
Le spese sostenute per l'istruzione dei pro pri figli nel corso dell'anno 2014 sono detraibili nella dichiarazione dei redditi 2015, anche se si opta per l'utilizzo del modello 730 compilato dall'Agenzia delle entrate. Ma tali spese non sono presenti nel precompilato e quindi bisogna inserirle, sempre che il contribuente decida di modificarlo. Le spese di istruzione e le spese scolasti che sono oneri detraibili nelLa misura del 19% della spesa sostenuta dai contribuenti per i figlio familiari a carico che frequenta no corsi di istruzione secondaria (scuole medie inferiori e superiori) e università. In generale, danno diritto alla detrazione le spese sostenute per la frequenza di cor si di istruzione secondaria di primo e secondo grado, universitaria, di perfeziona mento e/odi specializzazione universitaria, tenuti in istituti o università italiane o straniere, pubbliche o private. Le spese per le università o gli istituti privati e stranieri non devono essere superiori a quelle delle tasse e contributi degli istituti statali italiani. Spese per asili nido, I genitori che iscrivo no i propri figli all'asilo nido possono usufruire di una detrazione del 19% sulla spesa sostenuta nel corso del 2014 fino a un limi te massimo di 632,00 euro per ciascun figlio Pertanto I importo massimo che si può detrarre ammonta a 120 euro (632,00 x 19%) per ciascun figlio di età compresa fra i 3 mesi e i 3 anni. La detrazione può esse re richiesta per i figli legittimi, per i figli riconosciuti ma nati fuori dal matrimonio, per i figli adottati e per i figli affidati o affiliati. E detraibile anche la retta per gli asili privati, nel limite massimo dell'importo pagabile nella struttura pubblica. Sono ammesse a detrazioni anche le spese sostenute per la frequenza delle cosiddette "sezioni primavera". Una novità è rappresentata dalla possibilità di poter detrarre le spese sostenute per i servizi domiciliari delle cosiddette "Tagesmutter", a condizione che il servizio fornito dagli assistenti domiciliari all'infanzia abbia le caratteristiche di una prestazione erogata in un asilo nido privato questa assimilazione deve essere certificata dal soggetto erogatore. La detrazione spetta esclusivamente ai genitori, anche se separati o divorziati, e va suddivisa tra loro sulla base dell'onere da ciascuno sostenuto. Spese per l'università. Sono detraibili le spese sostenute per i corsi frequentati nel le università pubbliche, private e straniere. Le spese detraibili ammesse sono: tassa di immatricolazione e di iscrizione, tassa di frequenza, soprattasse per esami di profitto e di laurea, corsi di specializzazione e master. Le spese di affitto sostenute per l'alloggio dello studente, risultano detraibili in presenza dei seguenti requisiti: l'università deve essere ubicata in un Comune distante almeno 100 chilometri da quello di residenza dello studente oppure nel territorio di uno Stato membro dell'Unione europea o in uno degli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo con i quali sia possibile lo scambio d informano nel Comune di residenza degli studente deve appartenere ad una Provincia diversa da quella in cui e situata l'università l'unita immobiliare deve essere situata nello stesso Comune in cui ha sede l'università o in un Comune limitrofo; il contratto di locazione deve essere di tipo abitativo, stipula to o rinnovato ai sensi della legge n. 431 /98; il contratto deve essere regolarmente registrato La detrazione spetta anche pei i canoni relativi ai contratti di ospitalità, non ché agli atti di assegnazione in godimento o locazioni, stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fini di lucro e cooperative. L'importo massimo di spesa agevolabile non può essere superio rea 2.633,00 euro e di conseguenza la detrazione non può superare 500,00 euro (19% di 2.633,00 euro). Non risultano detraibili, purtroppo, le spese sostenute per l'acquisto dei libri e testi universitari.
Agrigentoflash.it intimidazione al sindaco di favara
E' stata data alle fiamme da ignoti criminali una casa di campagna del sindaco di Favara, Rosario Manganella. Il fatto è stato scoperto e denunciato quattro giorni fa, ma solo sabato se ne ha avuto notizia, riportata dal quotidiano La Sicilia. Anche se non c'è conferma sull'orario e il giorno, in cui i responsabili hanno colpito.
La costruzione, composta da un piano terra e un primo piano, si trova in contrada Burraitotto, tra il Villaggio Mosè e Favara. Proprietaria risulta la moglie del primo cittadino di Favara. I malviventi avrebbero forzato la porta d'ingresso dell'abitazione, portandosi al primo piano dell'edificio. Hanno scelto la stanza da letto per mettere in atto il gesto, probabilmente pianificato da tempo. Sono stati ammassati alcuni mobili e subito dopo hanno appiccato il fuoco.
A fare la scoperta è stato lo stesso Sindaco. L'amministratore ha chiamato i carabinieri. Dell'inquietante azione criminale è stata avvertita la Procura della Repubblica di Agrigento. E' stato aperto un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, e vista la delicatezza dell'episodio, le indagini sono coordinate dal procuratore capo Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. Indagini che sul campo sono condotte dai carabinieri della Tenenza di Favara e della Compagnia di Agrigento.
"Indegni e miserabili. Favara è al fianco del sindaco Rosario Manganella vittima di un atto intimidatorio perpetrato da gente indegna e miserabile. La legalità è un principio universale, presupposto indispensabile non solo per la convivenza civile ma anche per lo sviluppo economico della nostra terra. Favara vuole legalità", dichiara Nino Bosco, deputato di Area popolare.
"Sono vicino al sindaco di Favara Rosario Manganella per l'atto subito. Auspico che si faccia chiarezza sull'accaduto e che episodi come quello che ha visto coinvolto Manganella possano essere, in futuro, prevenuti",  afferma il deputato nazionale del Pd Antonino Moscatt.
L'assessore Sara Chianetta (Pd) ed i consiglieri comunali Gaetano Caramazza e Calogero Castronovo capogruppo Pd in Consiglio comunale esprimono "solidarietà al sindaco Manganella per il vile e miserabile gesto di intimidazione con i danneggiamenti agli interni della casa di campagna. Dinnanzi a questi gesti vili ed inqualificabili si rimane senza parole - hanno detto -. La violenza e la sopraffazione vanno condannate ed emarginate con forza da tutti i cittadini onesti. Non si può essere intimiditi nell'esercizio della propria azione amministrativa di sindaco della città, che in un momento così difficile di crisi economica, diventa ancora pesante. Le forze politiche tutte, senza distinzione di maggioranza e opposizione, e la città tutta debbono condannare questo gesto vile e violento. Ai cittadini onesti e alle forze politiche e dato il compito di svelenire il clima pesante che si respira in città. La crisi e la mancanza di liquidità spingono molti ad alzare i toni dello scontro, ma in questo momento l'unica via è quella del confronto civile e del prevalere degli interessi della città di Favara". scrivolibero.it
Girgenti Aque. Se ne occupa anche La Repubblica Agrigento ancora al centro mediatico di inchieste e vicende che rispecchiano la natura di pirandelliana memoria. Sembra infatti che nella città dei Templi la misura sia oramai colma, con contraddizioni e stranezze che oramai sembrano sopite da una "normalità" atipica. Questa volta a finire sotto i riflettori della stampa nazionale è l'acqua: cosa che ad Agrigento sembra essere ancora al centro di polemiche. È un'inchiesta riportata oggi sul quotidiano "La Repubblica" a parlare di come l'acqua sia ancora per Agrigento un problema. È qui infatti che si paga l'acqua più cara d'Italia: una tariffa media annuale di circa 419 euro per una famiglia di tre persone; quattro volte più cara di quella che si paga a Milano. Anche se non sono molto lontani i tempi in cui molti agrigentini si recavano in quelle fontane pubbliche alla ricerca del liquido prezioso per "lavarsi" e "cucinare", oggi sembra che la situazione non sia cambiata di molto; e per di più l'acqua si paga "cara e amara". Al centro della diatriba fra cittadinanza e gli innumerevoli problemi legati all'acqua vi è l'ente che dal 2007 si è garantita la gestione del servizio idrico su 27 dei 43 comuni dell'intera provincia agrigentina. Parliamo di Girgenti Acque, società al centro di un turbinio di polemiche e proteste da parte dei cittadini che lamentano tariffe sproporzionate rispetto ad un servizio ancora poco ottimale. Nell'inchiesta portata avanti da "La Repubblica" infatti si evidenzia come ancora oggi molti sono i cittadini agrigentini che preferiscono servirsi delle cosiddette "bonze" fornite abusivamente da improvvisati commercianti d'acqua che per 140 - 160 euro riempiono le cisterne di case, villette e condomini. Una situazione non certo sconosciuta all'ente gestore che si limita a giustificare tanto odio nei suoi confronti affermando che "prima di loro nessuno pagava". Ma a parlare di Girgenti Acque è anche il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che solo qualche mese addietro, in una audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, definì un "assumificio" la stessa Girgenti Acque che pare avere in organico ben 330 dipendenti. Indagine portata aventi anche dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Matteo Mangiacavallo, che ha voluto conoscere i nominativi dei dipendenti della società per svelare i rapporti con la politica; richiesta che Girgenti Acque ha più volte negato perché, secondo l'ente gestore, "i criteri di assunzione ed i nomi degli assunti, secondo la Girgenti acque, devono rimanere un 'segreto'". Un segreto anche quanto riferito da Fonzo sulla possibilità di Girgenti di continuare a gestire un servizio pubblico da parte del suo legale rappresentante, ovvero Marco Campione, già condannato in via definitiva per reati di falso e truffa. Di sicuro è certo che anche l'acqua ad Agrigento sembra non trovare pace.



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