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rassegna stampa del 2 e 3 giugno 2015

2 giugno - martedì
LA SICILIA
I DIPENDENTI DELL'EX PROVINCIA REGIONALE IN AGITAZIONE La deputazione c'è, mancano i soldi. La deputazione agrigentina risponde all'invito dei lavoratori dell'ex Provincia, ma la loro è una presenza 'senza portafoglio"
In un'ex aula consiliare gremita in ogni dove di dipendenti rappresentanti sindacali e «sugli onorevoli Nino Bosco, Maria Iacono, Giuseppe Marinello e Angelo Capodicasa hanno voluto conoscere nel dettaglio gli effetti reali e concreti della legge di stabilità che, come è noto, costringe gli enti di area vasta ad una pesante "cura dimagrante", che per la sola Agrigento vale oltre 7 milioni di euro quest'anno. L?aspetto più grave, tuttavia, è che quelle somme andavano stornate allo stato già il 31 maggio e, adesso, il immediato è che lo Stato provveda attraverso un prelievo forzoso a recuperare da sé quegli importi.
QuestO, come già ampiamente annunciato, porterebbe a tagli verticali rispetto alle spese per servizi e per il personale, e aprirebbe di fatto le porte al dissesto. Unica speranza, attualmente, è che tutto si fermi quantomeno in attesa degli esiti di un tavolo tecnico già convocato il prossimo 10 giugno tra la Regione Siciliana e il Governo Nazionale. In quella sede, come già annunciato nei giorni scorsi, dall'assessore regionale Leotta, dovrebbe avvenire una "contrattazione" che potrebbe riequilibrare i piatti della bilancia ed evitare lo "svenamento" da parte del le Province. Nei fatti, come è evidente, si tratta solo di mere ipotesi e altrettanto mere speranze.
"Voglio essere fiducioso — spiega il coordinatore delle Rsu, Luigi Bottone rispetto all'intenzione mostrata dai politici intervenuti di dare un contributo reale alla questione. Abbiamo incassato un impegno da parte del senatore Marinello al lavorare sulla possibilità di riordino della norma e l'impegno di Iacono a sollecitare un tavolo di confronto con il Governo regionale perché entro luglio le Province possano avere una definitiva legge di riordino, perché in questo profondo ritardo e con la situazione d'incertezza vigente rischiamo di trasformarci in vittime sacrificali.
Voglio aggiungere — conclude — che la presenza dei deputati e senatori ad Agrigento stata particolarmente importante visto anche che nelle al tre province gli esponenti politici hanno sostanzialmente disertato questi incontri".
Intanto la protesta e lo stato di agitazione proseguono ad oltranza e i lavoratori hanno già annunciato l'adesione, il prossimo 20giugno, ad una manifestazione che si terrà a Palermo.
G.SCH.

UNIONCAMERE: IL 36% È AL SUD, IL 22% È DI IMMIGRATI, IL 45% È PRONTO A VENDERE ONLINE Boom di imprese di under 35: nel primo trimestre 2015 ne sono nate l6mila in più. ROMA. A scommettere sul futuro con un'idea di impresa sono i giovani, con il Sud in testa ed il Nord-Est in coda, un'ampia quota di neoimprenditori immigrati e vocazione per le nuove tecnologie della rete. E la «foto sull'imprenditoria giovanile» presentata da Unioncamere, guidati del registro delle Imprese delle Camere di commercio. In un primo trimestre dell'an no che si conferma negativo per il saldo complessivo tra nuove imprese e cancellazioni (-18.685 unità) è il dato delle imprese degli und a spiccare in controtendenza: nel periodo gennaio-marzo 2015 il saldo è positivo, 16,000 in più, e di queste il 36% è al Sud contro il 27% del Nord-Est, il 22% è di imprenditori immigrati, 2 su 3 sono già su internet ed il 45% è già pronto a vendere online. È a Crotone il tasso di imprenditorialità giovanile più alto (con il 153% delle nuove imprese), ed al secondo posto c'è ancora la Calabria con Vibo Valentia (15,1%); mentre, all'altro estremo della graduatoria, le province in cui le imprese guidate da giovani sono meno presenti sono Forlì-Cesena (6,7%) preceduta da Pordenone e Ravenna (7,5%). Delle oltre 115mila imprese nate nel primo trimestre 2015, sono oltre 35mila (il 31%) quelle che hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. Hanno scommesso soprattutto su commercio (20%), costruzioni (9,5%), ristorazione (5,1%). Peri! 76% sOno imprese individuali, «la forma più semplice ma anche la più fragile per operare sul mercato», avverte Unioncamere; solo il 17% ha scelto la forma della società di capitale, «più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi». E «un contributo rilevante» quello degli imprenditori immigrati, con 7.773 imprese - una su cinque - delle 35.442 nate nel trimestre: complice la «bassa difficoltà di ingresso» hanno scommesso soprattutto su commercio ed edilizia. I giovani, commenta il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, «si stanno rimboccando le maniche per cogliere le opportunità di questo momento e molti di loro scelgono di far lo attraverso l'impresa. Spesso sono giovani che hanno deciso di puntare su un'idea innovativa e sulle proprie competenze per realizzarla, anche sfruttando le tecnologie della rete».

LA CITTÀ CHE CAMBIA L'informazione dell'Agrigentino registra tre novità. Diverse novità, ieri mattina, qua- sì in contemporanea; nel variegato mondo dell'informazione agrigentina. La prima, e per certi versi la più clamorosa, riguarda l'improvvisa chiusura del sito web AgrigentoFlash. Ufficialmente non c'è stata una spiegazione. Una lapidaria scritta è apparsa sulla home page del sito web a firma della società editrice che comunicava la fine dell'esperienza editoriale e giornalistica. La Chiusura dell'autorevole giornale on line agrigentino - che negli ultimi mesi aveva lanciato un innovativo progetto di web tv cori tanto nuova veste grafica - ha destato non poco scalpore sia negli operatori del l'informazione locale che, soprattutto, nei tantissimi utenti (gli ultimi dati ufficiali parlavano di circa 18.000 contatti unici giornalieri) che si erano molto affezionati al sito che si era sempre distinto per serietà ed equilibrio.
Sempre ieri, tutto lo staff giornalistico e tecnico rimasto orfano di AgrigentoFlash, annunciava con un comunicato stampa l'apertura di Agrigento. .Press, un nuovo giornale on line "fai da te", nel senso che è privo di editori. In altre parole, gli stessi giornalisti si sono costituiti in associazione culturale senza scopo di lucro per proseguire in questo modo la loro esperienza, nata nel lontano 2008 dopo la scissione con AgrigentoNotizie.
"Agrigento. Press - scrive la redazione giornalistica sul comunicato diffuso ieri a tutti gli organi di stampa - è figlio dell'esperienza maturata negli anni con AgrigentoFlash, ma è ancora più moderno e dinamico, fortemente proiettato nel futuro. Affrontiamo con grande entusiasmo questa nuova sfida e siamo sicuri che i nostri sforzi saranno premiati dai lettori».
La terza novità, infine, riguarda l'emittente televisiva -Televideo Agrigento, che dopo oltre vent'anni ha cambiato la scenografia del proprio telegiornale. E' stato mantenuto dai tre editori
dell'emittente, Gerlando Butera, Arturo Cantella e Piero Licausi, il tradizionale azzurro, ma rafforzato con colori molto forti come il rosso per delimitare alcuni aspetti scenici. Tutto ciò viene a segnare anche un potenziamento generale dell'emittente nella programmazione e negli spazi giornalistici.
R. A.

LAVORO. Poletti: la precarietà era un'emergenza nazionale, «spremere» i lavoratori non fa crescere il Paesi
«Giovani non siano delusi, Jobs Act funziona»
«In pochi mesi i contratti stabili passati dal 15 al
25%, il tempo ci darà ragione»
TRENTO. «Spremere» i lavoratori, tenendoli in condizioni perennemente precarie, b la crescita. Per questo il governo, con il Jobs Act, sta combattendo «strenuamente» il precariato e le forme contrattuali utilizzate in modo «opportunistico», come le famose "finte partite Iva". A Trento per il Festival Economia il ministro del Lavoro, Giuliano Paletti, sostiene che «un Paese che pensa al futuro spremendo i lavoratori è cretino perchè riduce la ricchezza, i consumi, la produzione e non cresce», è invita i giovani a non sentirsi «delusi» dal la riforma del mercato del lavoro, che in vece, come dimostrano i primi dati sul l'occupazione, sta promuovendo i con tratti stabili.
La precarietà «era considerata un disastro nazionale» ma in questi mesi «130 mi la giovani sono passati da co. co. co. e co. co. pro. a tempo indeterminato. Da un 15% di contratti stabili - osserva il titolare del Welfare - stiamo passando a un 22, 23, anche 25%; mi sembra un gran buon segno».
«Se consenti a un'azienda di continuare ad assumere in modo precario - sottolinea Poletti - l'hai rovinata». E il governo attraverso il Jobs Act «sta combattendo la precarietà. Il tempo ci darà ragione». Serve anche, osserva Paletti, «un cambio di mentalità perché non si può più pensare all'impresa come a un male necessario. Dire che l'impresa sfrutta il lavoro è una stupidaggine, perché se non avessimo le imprese non avremmo il lavoro».
Certo, avverte anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per risolvere il problema ella disoccupazione, «al centro delle preoccupazioni del governo», non ci sono «bacchette magiche» ma i primi segnali positivi (il Pil del primo trimestre ma anche l'indice l'mi sul manifatturiero) segnano «una inversione del clima", un ritorno di «fiducia» che si traduce in una ripresa degli investimenti che a loro volta impatteranno sull'occupazione, e in tempi «più rapidi di quanto si possa pensare».
Entrambi i rappresentanti dell'esecutivo, insomma, assicurano che tutti gli sforzi sono concentrati sul sostegno a chi perde il lavoro e sulla capacità di dare nuove opportunità. E presto sul tavolo del governo arriverà anche la proposta dell'Inps «"chiavi in mano" - come ribadisce Tito Boeri - per chi è nella fascia dei 55-65 anni, non ha ancora maturato la pensione e ha perso il lavoro».
Il punto, spiega, «è garantire il sistema di protezione sociale da 55 anni in su, quando il lavoro lo ritrova uno su dieci. A di sotto deve pensarci il governo».
E l'esecutivo, confermano Padoan e Poletti, per il rilancio del mercato del lavoro sta completando la delega con i nuovi decreti attuativi, che terranno insieme riforma degli ammortizzatori ma anche la nuova rete per «vere» ed efficaci politiche atti ve. Ma punta anche sull'innovazione delle imprese, attraverso un progetto con Google e Unioncamere, per formare «3mila giovani "evangelizzatori digitali"» da man dare da quel 40% di l'mi che non vede l'utilità del web: «Anche Mario l'imbianchino deve smettere di pensare, anche se ha 57 anni, che la sua vita finisce con l'Apecar. Se glielo spieghiamo, scopre che è interessante anche per lui».

agrigentoweb

I dipendenti incontrano la deputazione agrigentina del Parlamento nazionale
Continua lo stato di agitazione dei dipendenti del Libero Consorzio che anche oggi si sono mobilitati incontrando in assemblea gli on.li Maria Iacono, Antonino Bosco, Angelo Capodicasa e il Sen. Giuseppe Marinello. Presenti anche rappresentanti del Coordinamento Regionale dei Liberi Consorzi e sindacalisti della ex provincia di Caltanissetta.
L'incontro di oggi è servito per attivare un intervento della deputazione nazionale per scongiurare il pericolo di dissesto finanziario che interessa i Liberi Consorzi siciliani che, allo stato attuale, non possono più garantire nei prossimi mesi la copertura dei servizi in settori primari per i cittadini quali la scuola, la viabilità e l'assistenza ai soggetti portatori di handicap. Annunciata, anche, la convocazione di un tavolo tecnico tra la Regione ed il Governo nazionale che avverrà il prossimo 10 giugno. Per i dipendenti appare prioritario affrontare il nodo del pesante prelievo forzoso di somme destinate alle ex province da parte del Governo Nazionale.
Manifestata la disponibilità da parte della deputazione di farsi carico di avviare un confronto sulle risorse finanziarie con il Governo Nazionale, in primo luogo con il Ministero dell'Economia e interloquire con il Governo Regionale e l'Assemblea Regionale Siciliana affinché si arrivi al più presto all'approvazione del disegno di legge sui Liberi Consorzi che da ormai troppo tempo aspetta di essere approvato.
Annunciata, da parte della RSU, una giornata di mobilitazione regionale a Palermo che si terrà intorno al 20 giugno.
3 giugno - mercoledì


agrigentoweb

Elezioni 2015, dati ufficiali: ecco il nuovo Consiglio comunale di Agrigento
Il nuovo sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, avrà una maggioranza schiacciante anche in consiglio comunale. Le liste che lo sostenevano, hanno complessivamente conquistato 21 scranni, così suddivisi: 5 seggi per il "Nuovo centrodestra", 4 per "Agrigento cambia", 5 per "Agrigento rinasce", 4 per "Uniti per la città" e 3 per il "Partito democratico".
Il "Movimento 5 Stelle" entrarà in Aula Sollano con due consiglieri comunali.
E poi, ancora, 3 consiglieri in quota "Patto dei democratici per le riforme - Pdr" e 4 per la lista "Forza Silvio - Alessi sindaco".

Il nuovo Consiglio comunale di Agrigento:
Gerlando Gibilaro (Ncd)
Daniela Catalano (Ncd)
Alfonso Mirotta (Ncd)
Alessandro Sollano (Ncd)
Teresa Nobile (Ncd)

Nino Amato (Agrigento cambia)
Pietro Vitellaro (Agrigento cambia)
Margherita Bruccoleri (Agrigento cambia)
Gioacchino Alfano (Agrigento cambia)

Nello Hamel (Agrigento rinasce)
Maria Grazia Fantauzzo (Agrigento rinasce)
Beniamino Biondi (Agrigento rinasce)
Vincenzo "Enzo" Licata (Agrigento rinasce)
Raffaele Sanzo (Agrigento rinasce)

Gabriella Battaglia (Uniti per la città)
Pasquale Spataro (Uniti per la città)
Giuseppe Picone (Uniti per la città)
Angelo Vaccarello (Uniti per la città)

Marco Vullo (Partito democratico)
Gerlando Giuggiu Riolo (Partito democratico)
Angela Galvano (Partito democratico)

Marcello La Scala (Movimento 5 Stelle)
Marcella Carlisi (Movimento 5 Stelle)

Nuccia Palermo (Pdr)
William Giacalone (Pdr)
Salvatore Borsellino (Pdr)

Giorgia Iacolino (Forza Silvio)
Gianluca Urso (Forza Silvio)
Salvatore Falzone (Forza Silvio)
Giovanni Civilità (Forza Silvio)


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