2 giugno - martedì
LA SICILIA
I DIPENDENTI DELL'EX PROVINCIA
REGIONALE IN AGITAZIONE
La deputazione c'è, mancano i
soldi.
La deputazione agrigentina risponde
all'invito dei lavoratori dell'ex Provincia, ma la loro è una
presenza 'senza portafoglio"
In un'ex aula consiliare gremita in
ogni dove di dipendenti rappresentanti sindacali e «sugli onorevoli
Nino Bosco, Maria Iacono, Giuseppe Marinello e Angelo Capodicasa
hanno voluto conoscere nel dettaglio gli effetti reali e concreti
della legge di stabilità che, come è noto, costringe gli enti di
area vasta ad una pesante "cura dimagrante", che per la sola
Agrigento vale oltre 7 milioni di euro quest'anno. L?aspetto più
grave, tuttavia, è che quelle somme andavano stornate allo stato già
il 31 maggio e, adesso, il immediato è che lo Stato provveda
attraverso un prelievo forzoso a recuperare da sé quegli importi.
QuestO, come già ampiamente
annunciato, porterebbe a tagli verticali rispetto alle spese per
servizi e per il personale, e aprirebbe di fatto le porte al
dissesto. Unica speranza, attualmente, è che
tutto si fermi quantomeno in attesa degli esiti di un tavolo tecnico
già convocato il prossimo 10 giugno tra la Regione Siciliana e il
Governo Nazionale. In quella sede, come già annunciato nei giorni
scorsi, dall'assessore regionale Leotta, dovrebbe avvenire una
"contrattazione" che potrebbe riequilibrare i piatti della
bilancia ed evitare lo "svenamento" da parte del le Province. Nei
fatti, come è evidente, si tratta solo di mere ipotesi e altrettanto
mere speranze.
"Voglio essere fiducioso spiega
il coordinatore delle Rsu, Luigi Bottone rispetto all'intenzione
mostrata dai politici intervenuti di dare un contributo reale alla
questione. Abbiamo incassato un impegno da parte del senatore
Marinello al lavorare sulla possibilità di riordino della norma e
l'impegno di Iacono a sollecitare un tavolo di confronto con il
Governo regionale perché entro luglio le Province possano avere una
definitiva legge di riordino, perché in questo profondo ritardo e
con la situazione d'incertezza vigente rischiamo di trasformarci in
vittime sacrificali.
Voglio aggiungere conclude che
la presenza dei deputati e senatori ad Agrigento stata
particolarmente importante visto anche che nelle al tre province gli
esponenti politici hanno sostanzialmente disertato questi incontri".
Intanto la protesta e lo stato di
agitazione proseguono ad oltranza e i lavoratori hanno già
annunciato l'adesione, il prossimo 20giugno, ad una manifestazione
che si terrà a Palermo.
G.SCH.
UNIONCAMERE: IL 36% È AL SUD, IL
22% È DI IMMIGRATI, IL 45% È PRONTO A VENDERE ONLINE
Boom di imprese di under 35: nel
primo trimestre 2015 ne sono nate l6mila in più.
ROMA. A scommettere sul futuro con
un'idea di impresa sono i giovani, con il Sud in testa ed il
Nord-Est in coda, un'ampia quota di neoimprenditori immigrati e
vocazione per le nuove tecnologie della rete. E la «foto
sull'imprenditoria giovanile» presentata da Unioncamere, guidati
del registro delle Imprese delle Camere di commercio. In un primo
trimestre dell'an no che si conferma negativo per il saldo
complessivo tra nuove imprese e cancellazioni (-18.685 unità) è il
dato delle imprese degli und a spiccare in controtendenza: nel
periodo gennaio-marzo 2015 il saldo è positivo, 16,000 in più, e di
queste il 36% è al Sud contro il 27% del Nord-Est, il 22% è di
imprenditori immigrati, 2 su 3 sono già su internet ed il 45% è già
pronto a vendere online. È a Crotone il tasso di imprenditorialità
giovanile più alto (con il 153% delle nuove imprese), ed al secondo
posto c'è ancora la Calabria con Vibo Valentia (15,1%); mentre,
all'altro estremo della graduatoria, le province in cui le imprese
guidate da giovani sono meno presenti sono Forlì-Cesena (6,7%)
preceduta da Pordenone e Ravenna (7,5%). Delle oltre 115mila imprese nate nel
primo trimestre 2015, sono oltre 35mila (il 31%) quelle che hanno
alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. Hanno
scommesso soprattutto su commercio (20%), costruzioni (9,5%),
ristorazione (5,1%). Peri! 76% sOno imprese individuali, «la forma
più semplice ma anche la più fragile per operare sul mercato»,
avverte Unioncamere; solo il 17% ha scelto la forma della società di
capitale, «più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche
ambiziosi». E «un contributo rilevante» quello degli imprenditori
immigrati, con 7.773 imprese - una su cinque - delle 35.442 nate nel
trimestre: complice la «bassa difficoltà di ingresso» hanno
scommesso soprattutto su commercio ed edilizia. I giovani, commenta il presidente di
Unioncamere Ferruccio Dardanello, «si stanno rimboccando le maniche
per cogliere le opportunità di questo momento e molti di loro
scelgono di far lo attraverso l'impresa. Spesso sono giovani che
hanno deciso di puntare su un'idea innovativa e sulle proprie
competenze per realizzarla, anche sfruttando le tecnologie della
rete».
LA CITTÀ CHE CAMBIA
L'informazione dell'Agrigentino
registra tre novità.
Diverse novità, ieri mattina, qua- sì
in contemporanea; nel variegato mondo dell'informazione
agrigentina.
La prima, e per certi versi la più
clamorosa, riguarda l'improvvisa chiusura del sito web
AgrigentoFlash. Ufficialmente non c'è stata una spiegazione. Una
lapidaria scritta è apparsa sulla home page del sito web a firma
della società editrice che comunicava la fine dell'esperienza
editoriale e giornalistica. La Chiusura dell'autorevole giornale on
line agrigentino - che negli ultimi mesi aveva lanciato un innovativo
progetto di web tv cori tanto nuova veste grafica - ha destato non
poco scalpore sia negli operatori del l'informazione locale che,
soprattutto, nei tantissimi utenti (gli ultimi dati ufficiali
parlavano di circa 18.000 contatti unici giornalieri) che si erano
molto affezionati al sito che si era sempre distinto per serietà ed
equilibrio.
Sempre ieri, tutto lo staff
giornalistico e tecnico rimasto orfano di AgrigentoFlash, annunciava
con un comunicato stampa l'apertura di Agrigento. .Press, un nuovo
giornale on line "fai da te", nel senso che è privo di editori.
In altre parole, gli stessi giornalisti si sono costituiti in
associazione culturale senza scopo di lucro per proseguire in questo
modo la loro esperienza, nata nel lontano 2008 dopo la scissione con
AgrigentoNotizie.
"Agrigento. Press - scrive la
redazione giornalistica sul comunicato diffuso ieri a tutti gli
organi di stampa - è figlio dell'esperienza maturata negli anni
con AgrigentoFlash, ma è ancora più moderno e dinamico, fortemente
proiettato nel futuro. Affrontiamo con grande entusiasmo questa nuova
sfida e siamo sicuri che i nostri sforzi saranno premiati dai
lettori».
La terza novità, infine, riguarda
l'emittente televisiva -Televideo Agrigento, che dopo oltre
vent'anni ha cambiato la scenografia del proprio telegiornale. E'
stato mantenuto dai tre editori
dell'emittente, Gerlando Butera,
Arturo Cantella e Piero Licausi, il tradizionale azzurro, ma
rafforzato con colori molto forti come il rosso per delimitare alcuni
aspetti scenici. Tutto ciò viene a segnare anche un potenziamento
generale dell'emittente nella programmazione e negli spazi
giornalistici.
R. A.
LAVORO. Poletti: la precarietà era
un'emergenza nazionale, «spremere» i lavoratori non fa crescere
il Paesi
«Giovani non siano delusi, Jobs Act
funziona»
«In pochi mesi i contratti stabili
passati dal 15 al
25%, il tempo ci darà ragione»
TRENTO. «Spremere» i lavoratori,
tenendoli in condizioni perennemente precarie, b la crescita. Per
questo il governo, con il Jobs Act, sta combattendo «strenuamente»
il precariato e le forme contrattuali utilizzate in modo
«opportunistico», come le famose "finte partite Iva". A Trento
per il Festival Economia il ministro del Lavoro, Giuliano Paletti,
sostiene che «un Paese che pensa al futuro spremendo i lavoratori è
cretino perchè riduce la ricchezza, i consumi, la produzione e non
cresce», è invita i giovani a non sentirsi «delusi» dal la
riforma del mercato del lavoro, che in vece, come dimostrano i primi
dati sul l'occupazione, sta promuovendo i con tratti stabili.
La precarietà «era considerata un
disastro nazionale» ma in questi mesi «130 mi la giovani sono
passati da co. co. co. e co. co. pro. a tempo indeterminato. Da un
15% di contratti stabili - osserva il titolare del Welfare - stiamo
passando a un 22, 23, anche 25%; mi sembra un gran buon segno».
«Se consenti a un'azienda di
continuare ad assumere in modo precario - sottolinea Poletti - l'hai
rovinata». E il governo attraverso il Jobs Act «sta combattendo la
precarietà. Il tempo ci darà ragione». Serve anche, osserva
Paletti, «un cambio di mentalità perché non si può più pensare
all'impresa come a un male necessario. Dire che l'impresa sfrutta
il lavoro è una stupidaggine, perché se non avessimo le imprese non
avremmo il lavoro».
Certo, avverte anche il ministro
dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per risolvere il problema ella
disoccupazione, «al centro delle preoccupazioni del governo», non
ci sono «bacchette magiche» ma i primi segnali positivi (il Pil del
primo trimestre ma anche l'indice l'mi sul manifatturiero)
segnano «una inversione del clima", un ritorno di «fiducia» che
si traduce in una ripresa degli investimenti che a loro volta
impatteranno sull'occupazione, e in tempi «più rapidi di quanto
si possa pensare».
Entrambi i rappresentanti
dell'esecutivo, insomma, assicurano che tutti gli sforzi sono
concentrati sul sostegno a chi perde il lavoro e sulla capacità di
dare nuove opportunità. E presto sul tavolo del governo arriverà
anche la proposta dell'Inps «"chiavi in mano" - come ribadisce
Tito Boeri - per chi è nella fascia dei 55-65 anni, non ha ancora
maturato la pensione e ha perso il lavoro».
Il punto, spiega, «è garantire il
sistema di protezione sociale da 55 anni in su, quando il lavoro lo
ritrova uno su dieci. A di sotto deve pensarci il governo».
E l'esecutivo, confermano Padoan e
Poletti, per il rilancio del mercato del lavoro sta completando la
delega con i nuovi decreti attuativi, che terranno insieme riforma
degli ammortizzatori ma anche la nuova rete per «vere» ed efficaci
politiche atti ve. Ma punta anche sull'innovazione delle imprese,
attraverso un progetto con Google e Unioncamere, per formare «3mila
giovani "evangelizzatori digitali"» da man dare da quel 40% di
l'mi che non vede l'utilità del web: «Anche Mario l'imbianchino
deve smettere di pensare, anche se ha 57 anni, che la sua vita
finisce con l'Apecar. Se glielo spieghiamo, scopre che è
interessante anche per lui».
agrigentoweb
I dipendenti incontrano la
deputazione agrigentina del Parlamento nazionale
Continua lo stato di agitazione dei
dipendenti del Libero Consorzio che anche oggi si sono mobilitati
incontrando in assemblea gli on.li Maria Iacono, Antonino Bosco,
Angelo Capodicasa e il Sen. Giuseppe Marinello. Presenti anche
rappresentanti del Coordinamento Regionale dei Liberi Consorzi e
sindacalisti della ex provincia di Caltanissetta.
L'incontro di oggi è servito per
attivare un intervento della deputazione nazionale per scongiurare il
pericolo di dissesto finanziario che interessa i Liberi Consorzi
siciliani che, allo stato attuale, non possono più garantire nei
prossimi mesi la copertura dei servizi in settori primari per i
cittadini quali la scuola, la viabilità e l'assistenza ai soggetti
portatori di handicap. Annunciata, anche, la convocazione di un
tavolo tecnico tra la Regione ed il Governo nazionale che avverrà il
prossimo 10 giugno. Per i dipendenti appare prioritario affrontare il
nodo del pesante prelievo forzoso di somme destinate alle ex province
da parte del Governo Nazionale.
Manifestata la disponibilità da parte
della deputazione di farsi carico di avviare un confronto sulle
risorse finanziarie con il Governo Nazionale, in primo luogo con il
Ministero dell'Economia e interloquire con il Governo Regionale e
l'Assemblea Regionale Siciliana affinché si arrivi al più presto
all'approvazione del disegno di legge sui Liberi Consorzi che da
ormai troppo tempo aspetta di essere approvato.
Annunciata, da parte della RSU, una
giornata di mobilitazione regionale a Palermo che si terrà intorno
al 20 giugno.
3 giugno - mercoledì
agrigentoweb
Elezioni 2015, dati ufficiali: ecco
il nuovo Consiglio comunale di Agrigento
Il nuovo sindaco di Agrigento, Lillo
Firetto, avrà una maggioranza schiacciante anche in consiglio
comunale. Le liste che lo sostenevano, hanno complessivamente
conquistato 21 scranni, così suddivisi: 5 seggi per il "Nuovo
centrodestra", 4 per "Agrigento cambia", 5 per "Agrigento
rinasce", 4 per "Uniti per la città" e 3 per il "Partito
democratico".
Il "Movimento 5 Stelle" entrarà in
Aula Sollano con due consiglieri comunali.
E poi, ancora, 3 consiglieri in quota
"Patto dei democratici per le riforme - Pdr" e 4 per la lista
"Forza Silvio - Alessi sindaco".
Il nuovo Consiglio comunale di
Agrigento:
Gerlando Gibilaro (Ncd)
Daniela Catalano (Ncd)
Alfonso Mirotta (Ncd)
Alessandro Sollano (Ncd)
Teresa Nobile (Ncd)
Nino Amato (Agrigento cambia)
Pietro Vitellaro (Agrigento cambia)
Margherita Bruccoleri (Agrigento
cambia)
Gioacchino Alfano (Agrigento cambia)
Nello Hamel (Agrigento rinasce)
Maria Grazia Fantauzzo (Agrigento
rinasce)
Beniamino Biondi (Agrigento rinasce)
Vincenzo "Enzo" Licata (Agrigento
rinasce)
Raffaele Sanzo (Agrigento rinasce)
Gabriella Battaglia (Uniti per la
città)
Pasquale Spataro (Uniti per la città)
Giuseppe Picone (Uniti per la città)
Angelo Vaccarello (Uniti per la città)
Marco Vullo (Partito democratico)
Gerlando Giuggiu Riolo (Partito
democratico)
Angela Galvano (Partito democratico)
Marcello La Scala (Movimento 5 Stelle)
Marcella Carlisi (Movimento 5 Stelle)
Nuccia Palermo (Pdr)
William Giacalone (Pdr)
Salvatore Borsellino (Pdr)
Giorgia Iacolino (Forza Silvio)
Gianluca Urso (Forza Silvio)
Salvatore Falzone (Forza Silvio)
Giovanni Civilità (Forza Silvio)