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Ex
provincia di Agrigento, martedì dipendenti in sciopero
Il
23 giugno prossimo, martedì, tutto il personale delle nove ex
province regionali della Sicilia, incrocerà le braccia. Dalle
rsu aziendali dei Liberi Consorzi, è stato infatti proclamato lo
sciopero generale con concentramento alle ore 9 del mattino davanti
il teatro Massimo di Palermo dove il corteo muoverà alla volta del
palazzo del Governo siciliano per un incontro con il governatore
Rosario Crocetta. «Non
si può più andare avanti in questa sorta di limbo amministrativo-
dice Salvatore Cacciatore, componente della Rsu dell'ex provincia
di Agrigento- e in mancanza di una normativa sui futuri liberi
consorzi, dal prossimo mese di settembre ci sono gli stipendi a
rischio per tutto il personale. Occorre fare presto da parte della
Regione affinchè venga promulgata una legge che regoli i futuri
consorzi e dia serenità operativa a centinaia di persone che con
serietà svolgono il proprio lavoro».
Scure
sui Comuni siciliani.
Dalle
prossime elezioni salteranno oltre mille tra consiglieri e assessori.
È l'effetto del primo articolo della legge che taglia compensi e
numero di amministratori locali equiparando l'Isola al resto
d'Italia. Al termine di un lungo pomeriggio di dibattito
l'Assemblea regionale ieri è riuscita ad approvare il primo degli
otto articoli che puntano a ridisegnare la mappa delle
amministrazioni locali siciliane. Una norma frenata nei mesi scorsi
dalle resistenze di un fronte trasversale di deputati ma che a regime
consentirà un risparmio di 48 milioni di euro. Ieri la discussione è
andata avanti a rilento, spinta da un accordo tra Pd e Forza Italia
in commissione Affari istituzionali guidata da Antonello Cracolici.
Così l'impianto della riforma ha superato anche il tentativo
dell'opposizione di affossarla col voto segreto, così come era
successo per la riforma delle Province. «Non è possibile che il
clima dell'antipolitica condizioni le scelte della gente e la
rappresentatività» ha detto il deputato del Partito dei siciliani,
Toti Lombardo trovando poco sostegno in Aula. Col voto segreto è
stata invece battuta la maggioranza su un emendamento che ha ampliato
la platea dei consiglieri da tagliare. La decurtazione sarà del 20
per cento sia per i piccoli Comuni sia per quelli con più di 50 mila
abitanti, per i quali nel testo originario era previsto un taglio del
10 per cento. Si tratta dei nove capoluogo e di altre città come
Gela, Marsala, Mazara, Vittoria, Bagheria, Modica e Acireale. «È
stata eliminata una grande ingiustizia» dice Nello Musumeci, primo
firmatario della proposta. «Credo sia stato doveroso evitare
disparità» aggiunge Mimmo Fazio.
PALERMO.
Dal 29 giugno raddoppieranno i posti sulla linea Palermo - Catania
Dai
2100 circa disponibili oggi si passerà ad oltre 4200. Lo ha
annunciato il direttore di Trenitalia Sicilia, l'ingegnere
Maurizio Mancarella, nel corso della trasmissione "Ditelo a
Rgs". Sarà raddoppiata la composizione dei treni.
Oltre
70mila passeggeri hanno viaggiato sui 14 treni regionali veloci che
giornalmente, dal 3 maggio scorso, collegano
Catania e Palermo in sole 2 ore e 44 minuti. Una domanda in costante
crescita, segno di un generale apprezzamento del servizio, che ha
spinto Trenitalia e Regione Siciliana a potenziare ulteriormente
l'offerta, adeguandola alle esigenze dei clienti. Ogni
corsa tra i due capoluoghi sarà quindi effettuata da una
composizione di due treni Minuetto. Le
corse resteranno 7 al giorno, con la frequenza di una ogni due ore.
Prima del crollo del viadotto sull'A19 l'offerta era di un solo
treno al giorno per direzione. Dal
13 aprile circolano già due treni in più tra Palermo e Catania. La
misura anticipa di qualche settimana un più consistente
potenziamento dei collegamenti tra i due capoluoghi che, previsto per
dicembre, sarà invece avviato entro la fine di aprile. Regione
Siciliana, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, nell'ambito del
progetto di velocizzazione dei collegamenti ferroviari sull'Isola,
hanno raggiunto un accordo per ridurre i tempi di attuazione del
programma. Ciò consentirà anche di agevolare la mobilità dei
cittadini dopo l'improvvisa chiusura di un tratto dell'autostrada A19
Palermo-Catania.
lasicilia
IL CASO. L'ex Provincia riconferma
la carenza di denari per il Cupa, gli altri enti assodati piangono
miseria
Università, s'intravedono i
titoli di coda.
«Il libero consorzio non è da
considerarsi socio dei Consorzio Universitario di Agrigento", e
rimane valido l'atto di recesso firmato dal commissario Alessandra
Di Liberto nel dicembre del 2014. Di nuovo. Il tutto è contenuto in una lettera,
inviata ai vertici del Cu palo scorso 12 giugno ma, fino al momento,
rimasta assolutamente riservata, nella quale il dirigente del settore
Istruzione, Amelia Scibetta, conferma quelle che sono state per me si
le preoccupazioni esposte anche dal nostro giornale, ovvero
l'impossibilità per l'ente di area vasta di garantire il
sostegno dal punto di vista societario. La lettera parte dalla determinazione
24 del 2015, anch'essa firmata da Di Liberto nel marzo scorso, con
la quale si sospendeva in modo temporaneo l'atto di recesso "nella
considerazione dell'impegno espressamente e formalmente assunto dal
Governo regionale". "a condizione però ribadisce Scibetta -
che per l'esercizio finanziario fosse approvato in favore di questo
libero consorzio lo stanziamento di cui al menzionato favorevole
impegno regionale". Qui è necessario fare un piccolo passo
indietro: l'ex Provincia, infatti, non aveva inserito il Cupa tra
le proprie partecipato precisando che era ne tessano da parte della
Regione garantire non solo gli 800milaeuno per coprire le spese
ordinarie, ma anche altre 400mila euro che sarebbero servite per gli
arretrati del 2014. Solo consumando questi passaggi, diceva il Libero
Consorzio, si sarebbe potuta confermare la partecipazione. Era la
lettera di Scibetta, "la legge regionale 9. non prevede a tal
proposito per questo Ente alcun trasferimento che, di converso, viene
disposto in favore del Cupa per un importo di 800mila euro. E' evidente quindi continua
- che la condi4one sospensiva cui era sottoposto il provvedimento di
revoca del recesso di questo Ente, qua le socio del Cupa, non si è
avverata. Per tale ragione si conclude - per
correttezza istituzionale, corse l'obbligo di ribadire che non
essendosi verificata l'auspicata condizione apposta al
provvedimento di cui sopra questo libero consorzio, giusta
determinazione 119 del 2014 non è più da considerarsi, come io
effetti non è, socio del Cupa". Una constatazione più che una
valutazione, e che soprattutto prende una posizione definitiva
rispetto alla partecipazione del libero Consorzio e al percorso di
liquidazione del l'università agrigentina, pure richiesta dai
revisori dei conti dell'ente nei mesi scorsi. Adesso Punica soluzione affinché la
struttura societaria del Consorzio non collassi sarà necessario
trovare chi voglia far si carico del pacchetto azionario dell'ex
Provincia e anche del la Camera di Commercio, che pur avendo
confermato l'intenzione a garantire il finanziamento di 5omila euro
annue non potrà sedere nell'assemblea dei soci. E se con il
Comune, unico socio fondatore "sopravvissuto" era già previsto
un incontro nei prossimi giorni appare molto improbabile che il
Municipio, nelle condizioni economiche in cui versa, possa farsi
carico del pacchetto azionario dei due enti. Fa comunque
"impressione" che solo un paio di giorni fa, quindi a 3 giorni
dall'invio della nota di Scibetta, il Cupa, rispondendo ai
sindacati con che chiedevano chiarezza sul futuro dell'università
dicendo che tutto era assolutamente in regola.
Sicilia24h.it
Cronaca di una frana
annunciata
l
9 aprile scorso 2015 è franato un pilone del viadotto Himera lungo
l'autostrada Palermo - Catania. Un mese dopo, il 12 maggio, la
Protezione civile regionale ha consegnato a Roma una relazione su
quanto accaduto, e ha sostenuto che "è stata colpa degli eventi
meteo avversi e delle precipitazioni continue tra il 17 febbraio e il
9 marzo". Non è vero : la Protezione civile siciliana avrebbe
raccontato bugie a Roma. Altro che pioggia : infatti, adesso hanno
relazionato gli ispettori nominati da Roma, dal ministero delle
Infrastrutture, e hanno scoperto una lettera inviata 10 anni addietro
alla Protezione civile dal prefetto Giosuè Marino, che ha
sollecitato risposte su una segnalazione dell' Anas in riferimento
a una frana nel tratto Himera. Dunque, il rischio sarebbe stato
conosciuto dall' Anas addirittura da oltre 40 anni, e da almeno 10
anni dalla Protezione civile regionale che, invece, innanzi al
ministero, incolpa la pioggia. La Sicilia è adesso tagliata in due,
e gli ispettori del ministero rincarano la dose e nella loro
relazione, tra l'altro, scrivono : "L'Anas era in possesso
degli elementi atti ad avere la consapevolezza dell'esistenza,
entità e gravità dei fenomeni di dissesto e delle criticità
geologiche, ed era a conoscenza dell'aggravio della situazione che
nel 2005 ha portato, tra l'altro, alla necessità di realizzare una
variante alla strada provinciale. L' Anas non risulta abbia
provveduto a indirizzare e programmare adeguati controlli finalizzati
alla prevenzione del tratto interessato". Nel frattempo,
ConfIndustria Palermo e Catania annunciano una diffida all'Anas, al
ministero delle Infrastrutture e alla Regione per il risarcimento dei
danni causati alle imprese associate dall'interruzione
dell'autostrada Palermo - Catania. Il presidente di ConfIndustria
Palermo, Alessandro Albanese, all'atto di guerra dichiara : "Sono
una cinquantina le aziende che da due mesi stanno subendo gravi danni
dal mancato collegamento autostradale e dai tempi di percorrenza che
sono aumentati comportando costi e perdite di commesse che stanno
mettendo in ginocchio le aziende".