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Rassegna stampa del 18 giugno 2015

Gds.it

Ex provincia di Agrigento, martedì dipendenti in sciopero


Il 23 giugno prossimo, martedì, tutto il personale delle nove ex province regionali della Sicilia, incrocerà le braccia. Dalle rsu aziendali dei Liberi Consorzi, è stato infatti proclamato lo sciopero generale con concentramento alle ore 9 del mattino davanti il teatro Massimo di Palermo dove il corteo muoverà alla volta del palazzo del Governo siciliano per un incontro con il governatore Rosario Crocetta. «Non si può più andare avanti in questa sorta di limbo amministrativo- dice Salvatore Cacciatore, componente della Rsu dell'ex provincia di Agrigento- e in mancanza di una normativa sui futuri liberi consorzi, dal prossimo mese di settembre ci sono gli stipendi a rischio per tutto il personale. Occorre fare presto da parte della Regione affinchè venga promulgata una legge che regoli i futuri consorzi e dia serenità operativa a centinaia di persone che con serietà svolgono il proprio lavoro».

Scure sui Comuni siciliani.
Dalle prossime elezioni salteranno oltre mille tra consiglieri e assessori. È l'effetto del primo articolo della legge che taglia compensi e numero di amministratori locali equiparando l'Isola al resto d'Italia. Al termine di un lungo pomeriggio di dibattito l'Assemblea regionale ieri è riuscita ad approvare il primo degli otto articoli che puntano a ridisegnare la mappa delle amministrazioni locali siciliane. Una norma frenata nei mesi scorsi dalle resistenze di un fronte trasversale di deputati ma che a regime consentirà un risparmio di 48 milioni di euro. Ieri la discussione è andata avanti a rilento, spinta da un accordo tra Pd e Forza Italia in commissione Affari istituzionali guidata da Antonello Cracolici. Così l'impianto della riforma ha superato anche il tentativo dell'opposizione di affossarla col voto segreto, così come era successo per la riforma delle Province. «Non è possibile che il clima dell'antipolitica condizioni le scelte della gente e la rappresentatività» ha detto il deputato del Partito dei siciliani, Toti Lombardo trovando poco sostegno in Aula. Col voto segreto è stata invece battuta la maggioranza su un emendamento che ha ampliato la platea dei consiglieri da tagliare. La decurtazione sarà del 20 per cento sia per i piccoli Comuni sia per quelli con più di 50 mila abitanti, per i quali nel testo originario era previsto un taglio del 10 per cento. Si tratta dei nove capoluogo e di altre città come Gela, Marsala, Mazara, Vittoria, Bagheria, Modica e Acireale. «È stata eliminata una grande ingiustizia» dice Nello Musumeci, primo firmatario della proposta. «Credo sia stato doveroso evitare disparità» aggiunge Mimmo Fazio.



PALERMO. Dal 29 giugno raddoppieranno i posti sulla linea Palermo - Catania Dai 2100 circa disponibili oggi si passerà ad oltre 4200. Lo ha annunciato il direttore di Trenitalia Sicilia,  l'ingegnere Maurizio Mancarella, nel corso della trasmissione "Ditelo a Rgs". Sarà raddoppiata la composizione dei treni. Oltre 70mila passeggeri hanno viaggiato sui 14 treni regionali veloci che giornalmente, dal 3 maggio scorso, collegano Catania e Palermo in sole 2 ore e 44 minuti. Una domanda in costante crescita, segno di un generale apprezzamento del servizio, che ha spinto Trenitalia e Regione Siciliana a potenziare ulteriormente l'offerta, adeguandola alle esigenze dei clienti. Ogni corsa tra i due capoluoghi sarà quindi effettuata da una composizione di due treni Minuetto. Le corse resteranno 7 al giorno, con la frequenza di una ogni due ore. Prima del crollo del viadotto sull'A19 l'offerta era di un solo treno al giorno per direzione. Dal 13 aprile circolano già due treni in più tra Palermo e Catania. La misura anticipa di qualche settimana un più consistente potenziamento dei collegamenti tra i due capoluoghi che, previsto per dicembre, sarà invece avviato entro la fine di aprile. Regione Siciliana, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, nell'ambito del progetto di velocizzazione dei collegamenti ferroviari sull'Isola, hanno raggiunto un accordo per ridurre i tempi di attuazione del programma. Ciò consentirà anche di agevolare la mobilità dei cittadini dopo l'improvvisa chiusura di un tratto dell'autostrada A19 Palermo-Catania.

lasicilia
IL CASO. L'ex Provincia riconferma la carenza di denari per il Cupa, gli altri enti assodati piangono miseria Università, s'intravedono i titoli di coda. «Il libero consorzio non è da considerarsi socio dei Consorzio Universitario di Agrigento", e rimane valido l'atto di recesso firmato dal commissario Alessandra Di Liberto nel dicembre del 2014. Di nuovo. Il tutto è contenuto in una lettera, inviata ai vertici del Cu palo scorso 12 giugno ma, fino al momento, rimasta assolutamente riservata, nella quale il dirigente del settore Istruzione, Amelia Scibetta, conferma quelle che sono state per me si le preoccupazioni esposte anche dal nostro giornale, ovvero l'impossibilità per l'ente di area vasta di garantire il sostegno dal punto di vista societario. La lettera parte dalla determinazione 24 del 2015, anch'essa firmata da Di Liberto nel marzo scorso, con la quale si sospendeva in modo temporaneo l'atto di recesso "nella considerazione dell'impegno espressamente e formalmente assunto dal Governo regionale". "a condizione però — ribadisce Scibetta - che per l'esercizio finanziario fosse approvato in favore di questo libero consorzio lo stanziamento di cui al menzionato favorevole impegno regionale". Qui è necessario fare un piccolo passo indietro: l'ex Provincia, infatti, non aveva inserito il Cupa tra le proprie partecipato precisando che era ne tessano da parte della Regione garantire non solo gli 800milaeuno per coprire le spese ordinarie, ma anche altre 400mila euro che sarebbero servite per gli arretrati del 2014. Solo consumando questi passaggi, diceva il Libero Consorzio, si sarebbe potuta confermare la partecipazione. Era la lettera di Scibetta, "la legge regionale 9. non prevede a tal proposito per questo Ente alcun trasferimento che, di converso, viene disposto in favore del Cupa per un importo di 800mila euro. E' evidente quindi — continua - che la condi4one sospensiva cui era sottoposto il provvedimento di revoca del recesso di questo Ente, qua le socio del Cupa, non si è avverata. Per tale ragione — si conclude - per correttezza istituzionale, corse l'obbligo di ribadire che non essendosi verificata l'auspicata condizione apposta al provvedimento di cui sopra questo libero consorzio, giusta determinazione 119 del 2014 non è più da considerarsi, come io effetti non è, socio del Cupa". Una constatazione più che una valutazione, e che soprattutto prende una posizione definitiva rispetto alla partecipazione del libero Consorzio e al percorso di liquidazione del l'università agrigentina, pure richiesta dai revisori dei conti dell'ente nei mesi scorsi. Adesso Punica soluzione affinché la struttura societaria del Consorzio non collassi sarà necessario trovare chi voglia far si carico del pacchetto azionario dell'ex Provincia e anche del la Camera di Commercio, che pur avendo confermato l'intenzione a garantire il finanziamento di 5omila euro annue non potrà sedere nell'assemblea dei soci. E se con il Comune, unico socio fondatore "sopravvissuto" era già previsto un incontro nei prossimi giorni appare molto improbabile che il Municipio, nelle condizioni economiche in cui versa, possa farsi carico del pacchetto azionario dei due enti. Fa comunque "impressione" che solo un paio di giorni fa, quindi a 3 giorni dall'invio della nota di Scibetta, il Cupa, rispondendo ai sindacati con che chiedevano chiarezza sul futuro dell'università dicendo che tutto era assolutamente in regola.



Sicilia24h.it

Cronaca di una frana annunciata

l 9 aprile scorso 2015 è franato un pilone del viadotto Himera lungo l'autostrada Palermo - Catania. Un mese dopo, il 12 maggio, la Protezione civile regionale ha consegnato a Roma una relazione su quanto accaduto, e ha sostenuto che "è stata colpa degli eventi meteo avversi e delle precipitazioni continue tra il 17 febbraio e il 9 marzo". Non è vero : la Protezione civile siciliana avrebbe raccontato bugie a Roma. Altro che pioggia : infatti, adesso hanno relazionato gli ispettori nominati da Roma, dal ministero delle Infrastrutture, e hanno scoperto una lettera inviata 10 anni addietro alla Protezione civile dal prefetto Giosuè Marino, che ha sollecitato risposte su una segnalazione dell' Anas in riferimento a una frana nel tratto Himera. Dunque, il rischio sarebbe stato conosciuto dall' Anas addirittura da oltre 40 anni, e da almeno 10 anni dalla Protezione civile regionale che, invece, innanzi al ministero, incolpa la pioggia. La Sicilia è adesso tagliata in due, e gli ispettori del ministero rincarano la dose e nella loro relazione, tra l'altro, scrivono : "L'Anas era in possesso degli elementi atti ad avere la consapevolezza dell'esistenza, entità e gravità dei fenomeni di dissesto e delle criticità geologiche, ed era a conoscenza dell'aggravio della situazione che nel 2005 ha portato, tra l'altro, alla necessità di realizzare una variante alla strada provinciale. L' Anas non risulta abbia provveduto a indirizzare e programmare adeguati controlli finalizzati alla prevenzione del tratto interessato". Nel frattempo, ConfIndustria Palermo e Catania annunciano una diffida all'Anas, al ministero delle Infrastrutture e alla Regione per il risarcimento dei danni causati alle imprese associate dall'interruzione dell'autostrada Palermo - Catania. Il presidente di ConfIndustria Palermo, Alessandro Albanese, all'atto di guerra dichiara : "Sono una cinquantina le aziende che da due mesi stanno subendo gravi danni dal mancato collegamento autostradale e dai tempi di percorrenza che sono aumentati comportando costi e perdite di commesse che stanno mettendo in ginocchio le aziende".



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