Agrigentonotizie.it
Università Agrigento, la Provincia
insiste: "Non siamo più soci"
"L'ex
Provincia regionale di Agrigento non è socio del Consorzio
universitario".
E' quanto si evince da una lettera indirizzata dal Libero consorzio
ai vertici del Cupa con la quale conferma
l'atto di recesso già
firmato dal commissario Diliberto nel dicembre
2014. Sulla
vicenda intervengono i sindacati Cgil, Cisl e Uil anche in seguito
alle continue dichiarazioni rilasciate dal presidente Immordino che
parlava di "un
avvio
delle discussioni con i soci fondatori sulle
varie tematiche che riguardano l'università". "Noi -
scrivono i sindacati -siamo
tra quelli che vogliono e difendono
l'esistenza dell'Università ad Agrigento che
riteniamo uno di quei soggetti che può contribuire al rilancio di
questa terra, ma abbiamo bisogno di un soggetto vero, autorevole, in
grado di aderire ai bisogni del territorio, diretto e governato dalle
forze economiche e sociali di questa terra: non
ci serve una 'sede staccata' dell'Unipa,
diretta da chi fa solo gli interessi di Unipa. Alla luce di questa
ribadita posizione della Provincia che si somma alla precedente
fuoriuscita della Camera di Commercio, ritorna
estremamente urgente definire chi sono (rimasti) i soci del Cupa.
A che titolo siedono ancora nel CdA anche i rappresentanti di enti
che hanno effettuato il recesso? Riteniamo urgente che intervenga il
Governo della Regione e che si avvii un'operazione
verità e
di rilancio vero della Università ad Agrigento, adesso ci sentiamo
davvero presi in giro. Gli studenti e le loro famiglie, i lavoratori
del Cupa e questo territorio meritano rispetto"
scrivolibero.it
cupa a rischio
Problemi
in vista per il Consorzio Universitario di Agrigento. Nonostante le
numerose sollecitazioni da parte degli studenti che nei mesi scorsi
hanno protestato contro la paventata chiusura della struttura
universitaria agrigentina e le conseguenti rassicurazioni provenienti
dal mondo politico, ora arriva la lettera che la dirigente del
settore Istruzione del Libero Consorzio comunale di Agrigento, Amelia
Scibetta, ha inviato al presidente del Cupa, la professoressa Maria
Immordino. "L'ex Provincia regionale di Agrigento non è socio
del Consorzio universitario", tuona la dirigente Scibetta. Nei
fatti sancirebbe la chiusura del Polo Universitario dato che lo
stesso si regge per gran parte solo con i fondi stanziati dall'ex
Provincia Regionale. Viene così confermato l'atto di recesso
firmato nel mese di dicembre 2014 dall'ex commissario straordinario
Alessandra Diliberto. Sulla questione, in una nota stampa, sono
intervenuti i sindacati Cgil, Cisl e Uil che ricordano come un paio
di giorni fa la Prof.ssa Immordino diramava alla stampa una nota con
la quale tendeva a tranquillizzare tutti e affermava aver "iniziato
a discutere unitamente ai Soci Fondatori delle varie tematiche che
riguardano il Cupa", adesso apprendiamo dalla stampa che in una
nota, il Socio "Libero Consorzio" ovvero l'ex Provincia
regionale di Agrigento, mette nero su bianco e inequivocabilmente il
suo: "Noi - scrivono i sindacati - siamo tra quelli che
vogliono e difendono l'esistenza dell'Università ad Agrigento
che riteniamo uno di quei soggetti che può contribuire al rilancio
di questa terra, ma abbiamo bisogno di un soggetto vero, autorevole,
in grado di aderire ai bisogni del territorio, diretto e governato
dalle forze economiche e sociali di questa terra: non ci serve una
'sede staccata' dell'Unipa, diretta da chi fa solo gli
interessi di Unipa. Alla luce di questa ribadita posizione della
Provincia che si somma alla precedente fuoriuscita della Camera di
Commercio, ritorna estremamente urgente definire chi sono (rimasti) i
soci del Cupa. A che titolo siedono ancora nel CdA anche i
rappresentanti di enti che hanno effettuato il recesso? Riteniamo
urgente che intervenga il Governo della Regione e che si avvii una
'operazione verità' e di rilancio vero della Università ad
Agrigento, adesso ci sentiamo davvero presi in giro. Gli studenti e
le loro famiglie, i lavoratori del Cupa e questo territorio meritano
rispetto".
Cupa, i sindacati
scrivono alla Immordino
Le
confederazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL hanno scritto una
lettera al presidente del Cupa, Maria Immordino, per avere
rassicurazioni sul futuro della struttura universitaria agrigentina.
In particolare i sindacati chiedono un incontro affinchè si faccia
chiarezza dopo le recenti preoccupazioni di studenti e non. "Gentile
Presidente, leggiamo notizie di stampa che non ci rassicurano sul
futuro del CUPA, soprattutto con riferimento alla situazione
societaria in cui si trova il Consorzio Universitario. Infatti la
mancanza di due Soci Fondatori di maggioranza, (Camera di Commercio e
Ex Provincia) come previsto dallo statuto dello stesso Consorzio,
(modificato in data 28/05/2013) non consente una serena attività
Gestionale ed Amministrativa dello stesso, dovuta anche alla mancanza
del Collegio dei revisori. Per questa ragione, le scriventi
Organizzazioni Sindacali, con la presente chiedono un incontro, al
fine di ricevere le dovute informazioni, sullo stato attuale del
Consorzio Universitario. Riteniamo utile che al tavolo ci siano tutti
i Soci, a partire dal Comune di Agrigento, anche alla luce del
recente cambio di guardia amministrativo. Non serve a nessuno
nascondere problemi, difficoltà e responsabilità, abbiamo
l'interesse collettivo di restituire serenità e futuro al CUPA
agli Studenti e alle loro famiglie e di accertare e superare le
difficoltà che si frappongono al raggiungimento di tale obiettivo".
OPERAI ESA E
FORESTALI. UN ESERCITO ALLO SBANDO
La
stagione calda è cominciata da un pezzo e, come ogni estate
mediterranea che si rispetti, è cominciata con alte temperature che
hanno fatto seccare le erbacce nel territorio agrigentino. A dover
pulire, rimediando al ciclo naturale, sono i pochi e mal organizzati
operai comunali, gli operai dell'ESA (Ente Sviluppo Agricolo) che
dovrebbero essere impiegati per la conduzione di interventi mirati
alla salvaguardia ambientale, alla tutela della salute dei cittadini
e alla difesa idrogeologica ed infine gli operai della Forestale che
dovrebbero essere utilizzati nella prevenzione degli incendi che
sennò danneggerebbero il patrimonio boschivo. Questi ultimi, però,
a causa della cattiva e lenta burocrazia non riescono ad essere
avviati e pertanto la Sicilia inizia - come accaduto già in varie
zone - a bruciare lentamente. Sono i famosi operai che lavorando
pochi mesi all'anno riescono a portare a casa, grazie anche al
sussidio di disoccupazione, la pagnotta ai propri figli. Certe volte,
però, quando è assente la vigilanza dai "piani alti" si
rivelano un grande spreco di denaro per la Regione Sicilia che
tramite la Finanziaria - quest'anno pubblicata il 16 Maggio -
regola i giorni lavorativi e le modalità di avviamento al lavoro. E'
il caso anche degli operai dell'ESA che pur essendo a lavoro già
da un pezzo continuano ad essere organizzati poco e male. Tanti di
loro, infatti, bivaccano tra i corridoi e nel piazzale antistante
agli uffici dell'ESA. Un'ente che, tra l'altro, dovrebbe essere
stato soppresso da diversi anni e che svolge quasi esclusivamente un
doppio ruolo: "stipendificio" per i diversi dirigenti ed i tanti
dipendenti; ed un ruolo di "assumificio" in corrispondenza delle
elezioni. E' ovvio che questo grande oceano di dipendenti non va
licenziato - come molti invece potrebbero pensare - ma va data
loro l'occasione di meritarsi e prendersi la dignità
al lavoro. Così desiderata da molti e bistrattata, ahimè, da tanti.
Grandangolo.it
Diplomi
facili, blitz nelle scuole paritarie di mezza Sicilia: sequestrati
soldi e documenti, coinvolto il neo deputato Antonio Cani
Inchiesta
della Procura di Ragusa sulla compravendita di diplomi di maturità
sfociata proprio oggi, giorno di esami, in perquisizioni e sequestri
non solo di documenti ma anche di denaro. Il blitz, coordinato dalla
Procura di Ragusa è stato compiuto da militari della Guardia
di finanza ed ha riguardato più scuole paritarie della Sicilia
dislocate nei territori provinciali di Ragusa, Siracusa, Catania e
Agrigento. Le ipotesi di reato per le quali si procede sono truffa,
falso e associazione per delinquere. In provincia di Agrigento i
controlli hanno riguardato l'istituto paritario "Luigi
Pirandello" di Canicattì e l'indagine coinvolge il neo deputato
regionale Antonio Cani che nella scuola ricopre un ruolo di rilievo.
Cani primo dei non eletti nella lista Udc - Unione Di Centro -
proprio la settimana scorsa ha rimpiazzato all'Ars il deputato
dimissionario e oggi sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. Nel
corso della perquisizione nell'istituto paritario di Canicattì
sono state sequestrate diverse decine di migliaia di euro. I
controlli non sono stati ancora conclusi e sembra che altri uomini
politici di rilievo risulterebbero coinvolti. Nelle prossime ore gli
aggiornamenti.
LASICILIA
Consorzio universitario, si chiamano
a "raccolta" i soci per tentare di scongiurare altrimenti ine
vitabile liquidazione.
Giorno 25 il commissario dell'ex
Provincia Regionale di Agrigento Maisano, il presidente della Camera
di Commercio Messina e il sindaco Firetto sono stati 'invitati"
per un incontro assolutamente ufficioso, durante il quale si dovrà
discutere del destino del pacchetto azionario del Cupa.
Una ufficiosità dovuta necessariamente
al fatto che la convocazione formale di un'assemblea dei soci
(organo che non viene riunito da diversi mesi, ormai) porterebbe alla
definitiva presa d'atto dell'assenza della copertura della quasi
totalità delle azioni.
Una situazione di "animazione
sospesa" che prosegue da dicembre e che fino ad oggi il Cda
dell'università agrigentina ha potuto "giustifica re"
appoggiandosi alle garanzie fornite dalla Regione rispetto alla
copertura delle poste per i costi standard. Impegno mantenuto
dall'Ars (nel la misura di due finanziamenti da circa 1.600.000)
che al Libero consorzio però, come è stato reso ufficialmente noto
il 12 giugno, non bastano per garantire la propria partecipazione
societaria.
Così l'intento del Consiglio di
amministrazione del Cupa è quello di cercare di ricucire lo
"strappo", nella piena consapevolezza che l'ulti mo socio
fondatore "sopravvissuto", ovvero il Comune di Agrigento, non è
nelle condizioni di farsi carico di circa un milione di euro annue di
contributo ordinario e dell'acquisto di pari importo di azioni.
E se dall'Università continuano a
ribadire che vi sarebbe la volontà della Camera di commercio di
tornare in sede all'assemblea (versione ferma mente respinta
dall'ente camerale), nell'aria cir cola anche la possibilità che
il Cupa possa chiedere ai soci "infedeli" di garantire comunque
la copertura economica per l'anno in corso. Tutto è codificato
infatti nell'articolo 21 della convenzione, il quale stabilisce che
perché l'atto di re cesso dall'assemblea sia formalizzato è
necessario che questa ne prenda atto, e che fino ad allo ra il socio
"resta obbligato nei confronti del Consorzio per i contributi
annuali". Una possibilità che sia Camera di Commercio che ex
Provincia, ovviamente, hanno formalmente rigettato. Intanto una ferma
posizione è stata presa dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, Raso,
Saia e Broccio. "Alla luce di questa ribadita posizione della
Provincia che si somma alla precedente fuoriuscita della Camera di
Commercio, ritorna estremamente urgente definire chi sono rimasti i
so ci del Cupa scrivono-. A che titolo siedono an cora nel CdA
anche i rappresentanti di enti che hanno effettuato il recesso?
Riteniamo urgente che intervenga il Governo della Regione e che si
avvii una 'operazione verità' e di rilancio vero della
Università ad Agrigento, adesso ci sentiamo davvero presi in giro".
GIOACCHINO SCHICCHI
Rifiuti. Al voto 4 comuni per
costituire l'Aro
Quattro comuni dell'interno
collinare, Cianciana, Alessandria della Rocca, Bivona e San Biagio
Platani, sono chiamati ad approvare in 4 distinte sedute dei consigli
comunali, in programma per martedì 23 giugno prossimo, i piani
finanziari dell'Aro, Ambito di Raccolta Ottimale "Platani
Magazzolo", per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani. Lo hanno reso noto i rispettivi sindaci Santo Alfano, Alfonso
Frisco, Giovanni Panepinto e Santo Sabella i quali hanno approvato la
convenzione per la costituzione tra i quattro centri della società
in house per la raccolta dei rifiuti e si apprestano a ratificare i
costi della raccolta differenziata sul monomateriale. In sostanza,
rispetto alle somme pagate in questi ultimi anni alla società
Sogeir, i cittadini dovrebbero pagare almeno il 20 per cento in meno
per assicurare il servizio alle popolazioni. E' il caso di
Alessandria della Rocca il cui piano prevede una spesa odierna di 380
mila euro contro i 511 mila euro che il
comune erogava alla Sogeir. I nuovi
piani finanziari prevedono una riduzione di costi anche per gli altri
tre comuni. Bivona dovrà pagare 490 mila euro, a San Biagio Platani
il servizio costerà 434 mila euro e i cittadini di Cianciana
spenderanno circa 45 euro. I piani finanziari dei 4 comuni saranno
inviati all'assessorato regionale all'Energia e ai Rifiuti per
l'approvazione e alla Srr, con la peculiarità che saranno
salvaguardati tutti i piani occupazionali dei dipendenti.