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Rassegna stampa del 19 giugno 2015

Agrigentonotizie.it
Università Agrigento, la Provincia insiste: "Non siamo più soci"

"L'ex Provincia regionale di Agrigento non è socio del Consorzio universitario". E' quanto si evince da una lettera indirizzata dal Libero consorzio ai vertici del Cupa con la quale conferma l'atto di recesso già firmato dal commissario Diliberto nel dicembre 2014. Sulla vicenda intervengono i sindacati Cgil, Cisl e Uil anche in seguito alle continue dichiarazioni rilasciate dal presidente Immordino che parlava di "un avvio delle discussioni con i soci fondatori sulle varie tematiche che riguardano l'università". "Noi - scrivono i sindacati -siamo tra quelli che vogliono e difendono l'esistenza dell'Università ad Agrigento che riteniamo uno di quei soggetti che può contribuire al rilancio di questa terra, ma abbiamo bisogno di un soggetto vero, autorevole, in grado di aderire ai bisogni del territorio, diretto e governato dalle forze economiche e sociali di questa terra: non ci serve una 'sede staccata' dell'Unipa, diretta da chi fa solo gli interessi di Unipa. Alla luce di questa ribadita posizione della Provincia che si somma alla precedente fuoriuscita della Camera di Commercio, ritorna estremamente urgente definire chi sono (rimasti) i soci del Cupa. A che titolo siedono ancora nel CdA anche i rappresentanti di enti che hanno effettuato il recesso? Riteniamo urgente che intervenga il Governo della Regione e che si avvii un'operazione verità e di rilancio vero della Università ad Agrigento, adesso ci sentiamo davvero presi in giro. Gli studenti e le loro famiglie, i lavoratori del Cupa e questo territorio meritano rispetto"

scrivolibero.it cupa a rischio Problemi in vista per il Consorzio Universitario di Agrigento. Nonostante le numerose sollecitazioni da parte degli studenti che nei mesi scorsi hanno protestato contro la paventata chiusura della struttura universitaria agrigentina e le conseguenti rassicurazioni provenienti dal mondo politico, ora arriva la lettera che la dirigente del settore Istruzione del Libero Consorzio comunale di Agrigento, Amelia Scibetta, ha inviato al presidente del Cupa, la professoressa Maria Immordino. "L'ex Provincia regionale di Agrigento non è socio del Consorzio universitario", tuona la dirigente Scibetta. Nei fatti sancirebbe la chiusura del Polo Universitario dato che lo stesso si regge per gran parte solo con i fondi stanziati dall'ex Provincia Regionale. Viene così confermato l'atto di recesso firmato nel mese di dicembre 2014 dall'ex commissario straordinario Alessandra Diliberto. Sulla questione, in una nota stampa, sono intervenuti i sindacati Cgil, Cisl e Uil che ricordano come un paio di giorni fa la Prof.ssa Immordino diramava alla stampa una nota con la quale tendeva a tranquillizzare tutti e affermava aver "iniziato a discutere unitamente ai Soci Fondatori delle varie tematiche che riguardano il Cupa", adesso apprendiamo dalla stampa che in una nota, il Socio "Libero Consorzio" ovvero l'ex Provincia regionale di Agrigento, mette nero su bianco e inequivocabilmente il suo: "Noi - scrivono i sindacati - siamo tra quelli che vogliono e difendono l'esistenza dell'Università ad Agrigento che riteniamo uno di quei soggetti che può contribuire al rilancio di questa terra, ma abbiamo bisogno di un soggetto vero, autorevole, in grado di aderire ai bisogni del territorio, diretto e governato dalle forze economiche e sociali di questa terra: non ci serve una 'sede staccata' dell'Unipa, diretta da chi fa solo gli interessi di Unipa. Alla luce di questa ribadita posizione della Provincia che si somma alla precedente fuoriuscita della Camera di Commercio, ritorna estremamente urgente definire chi sono (rimasti) i soci del Cupa. A che titolo siedono ancora nel CdA anche i rappresentanti di enti che hanno effettuato il recesso? Riteniamo urgente che intervenga il Governo della Regione e che si avvii una 'operazione verità' e di rilancio vero della Università ad Agrigento, adesso ci sentiamo davvero presi in giro. Gli studenti e le loro famiglie, i lavoratori del Cupa e questo territorio meritano rispetto".


Cupa, i sindacati scrivono alla Immordino Le confederazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL hanno scritto una lettera al presidente del Cupa, Maria Immordino, per avere rassicurazioni sul futuro della struttura universitaria agrigentina. In particolare i sindacati chiedono un incontro affinchè si faccia chiarezza dopo le recenti preoccupazioni di studenti e non. "Gentile Presidente, leggiamo notizie di stampa che non ci rassicurano sul futuro del CUPA, soprattutto con riferimento alla situazione societaria in cui si trova il Consorzio Universitario. Infatti la mancanza di due Soci Fondatori di maggioranza, (Camera di Commercio e Ex Provincia) come previsto dallo statuto dello stesso Consorzio, (modificato in data 28/05/2013) non consente una serena attività Gestionale ed Amministrativa dello stesso, dovuta anche alla mancanza del Collegio dei revisori. Per questa ragione, le scriventi Organizzazioni Sindacali, con la presente chiedono un incontro, al fine di ricevere le dovute informazioni, sullo stato attuale del Consorzio Universitario. Riteniamo utile che al tavolo ci siano tutti i Soci, a partire dal Comune di Agrigento, anche alla luce del recente cambio di guardia amministrativo. Non serve a nessuno nascondere problemi, difficoltà e responsabilità, abbiamo l'interesse collettivo di restituire serenità e futuro al CUPA agli Studenti e alle loro famiglie e di accertare e superare le difficoltà che si frappongono al raggiungimento di tale obiettivo".


OPERAI ESA E FORESTALI. UN ESERCITO ALLO SBANDO La stagione calda è cominciata da un pezzo e, come ogni estate mediterranea che si rispetti, è cominciata con alte temperature che hanno fatto seccare le erbacce nel territorio agrigentino. A dover pulire, rimediando al ciclo naturale, sono i pochi e mal organizzati operai comunali, gli operai dell'ESA (Ente Sviluppo Agricolo) che dovrebbero essere impiegati per la conduzione di interventi mirati alla salvaguardia ambientale, alla tutela della salute dei cittadini e alla difesa idrogeologica ed infine gli operai della Forestale che dovrebbero essere utilizzati nella prevenzione degli incendi che sennò danneggerebbero il patrimonio boschivo. Questi ultimi, però, a causa della cattiva e lenta burocrazia non riescono ad essere avviati e pertanto la Sicilia inizia - come accaduto già in varie zone - a bruciare lentamente. Sono i famosi operai che lavorando pochi mesi all'anno riescono a portare a casa, grazie anche al sussidio di disoccupazione, la pagnotta ai propri figli. Certe volte, però, quando è assente la vigilanza dai "piani alti" si rivelano un grande spreco di denaro per la Regione Sicilia che tramite la Finanziaria - quest'anno pubblicata il 16 Maggio - regola i giorni lavorativi e le modalità di avviamento al lavoro. E' il caso anche degli operai dell'ESA che pur essendo a lavoro già da un pezzo continuano ad essere organizzati poco e male. Tanti di loro, infatti, bivaccano tra i corridoi e nel piazzale antistante agli uffici dell'ESA. Un'ente che, tra l'altro, dovrebbe essere stato soppresso da diversi anni e che svolge quasi esclusivamente un doppio ruolo: "stipendificio" per i diversi dirigenti ed i tanti dipendenti; ed un ruolo di "assumificio" in corrispondenza delle elezioni. E' ovvio che questo grande oceano di dipendenti non va licenziato - come molti invece potrebbero pensare - ma va data loro l'occasione di meritarsi e prendersi la dignità al lavoro. Così desiderata da molti e bistrattata, ahimè, da tanti.


Grandangolo.it Diplomi facili, blitz nelle scuole paritarie di mezza Sicilia: sequestrati soldi e documenti, coinvolto il neo deputato Antonio Cani

Inchiesta della Procura di Ragusa sulla compravendita di diplomi di maturità sfociata proprio oggi, giorno di esami, in perquisizioni e sequestri non solo di documenti ma anche di denaro. Il blitz, coordinato dalla Procura di Ragusa è stato compiuto da militari  della Guardia di finanza ed ha riguardato più scuole paritarie della Sicilia dislocate nei territori provinciali di Ragusa, Siracusa, Catania e Agrigento. Le ipotesi di reato per le quali si procede sono truffa, falso e associazione per delinquere. In provincia di Agrigento i controlli hanno riguardato l'istituto paritario "Luigi Pirandello" di Canicattì e l'indagine coinvolge il neo deputato regionale Antonio Cani che nella scuola ricopre un ruolo di rilievo. Cani primo dei non eletti nella lista Udc - Unione Di Centro - proprio la settimana scorsa ha rimpiazzato all'Ars il deputato dimissionario e oggi sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. Nel corso della perquisizione nell'istituto paritario di Canicattì sono state sequestrate diverse decine di migliaia di euro. I controlli non sono stati ancora conclusi e sembra che altri uomini politici di rilievo risulterebbero coinvolti. Nelle prossime ore gli aggiornamenti.
LASICILIA Consorzio universitario, si chiamano a "raccolta" i soci per tentare di scongiurare altrimenti ine vitabile liquidazione. Giorno 25 il commissario dell'ex Provincia Regionale di Agrigento Maisano, il presidente della Camera di Commercio Messina e il sindaco Firetto sono stati 'invitati" per un incontro assolutamente ufficioso, durante il quale si dovrà discutere del destino del pacchetto azionario del Cupa.
Una ufficiosità dovuta necessariamente al fatto che la convocazione formale di un'assemblea dei soci (organo che non viene riunito da diversi mesi, ormai) porterebbe alla definitiva presa d'atto dell'assenza della copertura della quasi totalità delle azioni.
Una situazione di "animazione sospesa" che prosegue da dicembre e che fino ad oggi il Cda dell'università agrigentina ha potuto "giustifica re" appoggiandosi alle garanzie fornite dalla Regione rispetto alla copertura delle poste per i costi standard. Impegno mantenuto dall'Ars (nel la misura di due finanziamenti da circa 1.600.000) che al Libero consorzio però, come è stato reso ufficialmente noto il 12 giugno, non bastano per garantire la propria partecipazione societaria.
Così l'intento del Consiglio di amministrazione del Cupa è quello di cercare di ricucire lo "strappo", nella piena consapevolezza che l'ulti mo socio fondatore "sopravvissuto", ovvero il Comune di Agrigento, non è nelle condizioni di farsi carico di circa un milione di euro annue di contributo ordinario e dell'acquisto di pari importo di azioni.
E se dall'Università continuano a ribadire che vi sarebbe la volontà della Camera di commercio di tornare in sede all'assemblea (versione ferma mente respinta dall'ente camerale), nell'aria cir cola anche la possibilità che il Cupa possa chiedere ai soci "infedeli" di garantire comunque la copertura economica per l'anno in corso. Tutto è codificato infatti nell'articolo 21 della convenzione, il quale stabilisce che perché l'atto di re cesso dall'assemblea sia formalizzato è necessario che questa ne prenda atto, e che fino ad allo ra il socio "resta obbligato nei confronti del Consorzio per i contributi annuali". Una possibilità che sia Camera di Commercio che ex Provincia, ovviamente, hanno formalmente rigettato. Intanto una ferma posizione è stata presa dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, Raso, Saia e Broccio. "Alla luce di questa ribadita posizione della Provincia che si somma alla precedente fuoriuscita della Camera di Commercio, ritorna estremamente urgente definire chi sono rimasti i so ci del Cupa — scrivono-. A che titolo siedono an cora nel CdA anche i rappresentanti di enti che hanno effettuato il recesso? Riteniamo urgente che intervenga il Governo della Regione e che si avvii una 'operazione verità' e di rilancio vero della Università ad Agrigento, adesso ci sentiamo davvero presi in giro".
GIOACCHINO SCHICCHI

Rifiuti. Al voto 4 comuni per costituire l'Aro
Quattro comuni dell'interno collinare, Cianciana, Alessandria della Rocca, Bivona e San Biagio Platani, sono chiamati ad approvare in 4 distinte sedute dei consigli comunali, in programma per martedì 23 giugno prossimo, i piani finanziari dell'Aro, Ambito di Raccolta Ottimale "Platani Magazzolo", per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Lo hanno reso noto i rispettivi sindaci Santo Alfano, Alfonso Frisco, Giovanni Panepinto e Santo Sabella i quali hanno approvato la convenzione per la costituzione tra i quattro centri della società in house per la raccolta dei rifiuti e si apprestano a ratificare i costi della raccolta differenziata sul monomateriale. In sostanza, rispetto alle somme pagate in questi ultimi anni alla società Sogeir, i cittadini dovrebbero pagare almeno il 20 per cento in meno per assicurare il servizio alle popolazioni. E' il caso di Alessandria della Rocca il cui piano prevede una spesa odierna di 380 mila euro contro i 511 mila euro che il
comune erogava alla Sogeir. I nuovi piani finanziari prevedono una riduzione di costi anche per gli altri tre comuni. Bivona dovrà pagare 490 mila euro, a San Biagio Platani il servizio costerà 434 mila euro e i cittadini di Cianciana spenderanno circa 45 euro. I piani finanziari dei 4 comuni saranno inviati all'assessorato regionale all'Energia e ai Rifiuti per l'approvazione e alla Srr, con la peculiarità che saranno salvaguardati tutti i piani occupazionali dei dipendenti.

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