20 giugno - sabato
LA SICILIA
Accordo per i impiego di condannati
a lavori socialmente utili.
Il commissario straordinario dell'ex
provincia regionale di Agrigento Marcello Maisano e il presidente
reggente del Tribunale di Agrigento Luisa Turco hanno sottoscritto un
accordo triennale per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità.
Prevede l'utilizzo di dieci imputati, ritenuti colpevoli, che hanno
avuto applicata dal Giudice la pena del lavoro di pubblica utilità.
Queste persone presteranno la loro attività in favore della
collettività nell'ambito della struttura del Giardino botanico di
Agrigento. In particolare potranno essere da supporto del personale
dell'Ente in attività impiegatizie; agli operai nel servizio di
giardinaggio, di pulizia e manutenzione delle strade, piazze aree
verdi, sgombero da ramaglie e altro; altre prestazioni di lavoro di
pubblica utilità pertinenti la specifica professionalità del
condannato e compatibili con i servizi appartenenti al Giardino
Botanico.
L'attività verrà svolta a titolo
gratuito in favore della collettività in conformità con quanto
disposto nella sentenza di condanna, nella quale il giudice, indica
il tipo e la durata del lavoro di pubblica utilità la struttura dove
la stessa e svolta e le persone incaricate di coordinare la
prestazione dell'attività lavorativa dei condannati.
L'attività del lavoro di pubblica
utilità può essere anche di solo supporto amministrativo ed
organizzativo le prestazioni consistono in attività di supporto
all'operatore titolare del servizio a cui il condannato è
destinato. Tenuto conto del contesto economico attuale caratterizzato
da una congiuntura economica ed occupazionale particolare i
condannati sono tenuti a svolgere attività non
retribuita".
FABIO ZACCARIA
COMUNE. Si chiude la gestione
commissariale di Maria Grazia Brandara, s'insedia Angelo Cambiano.
Oggi il passaggio delle consegne
Cerimonia a mezzogiorno ne! complesso monumentale del Carmine.
E' il giorno del passaggio di
consegne tra il commissario straordinario Mariagrazia Brandara e il
neo eletto sindaco Angelo Cambiano.
La cerimonia, propedeutica
all'insediamento del primo cittadino e della nuova giunta di
assessori, si terrà questa mattina con inizio alle ore 12
all'interno dell'aula capitolare del complesso monumentale del
Carmine, Cambiano è in tanto tornato a parlare dopo la sua elezione
specificando come "desidererei che si iniziasse a scrivere una
pagina nuova per questa città con senso di responsabilità da parte
di tutte le forze politiche in campo. C'è tanto lavoro da fare e
abbiamo voglia di metterci subito al lavoro". Cambiano si è detto
cosciente del fatto che "tante sono le emergenze cercheremo di
affrontarle tutte per dare soluzione alle problematiche". Il neo
sindaco ha affrontato anche i temi legati alla viabilità, con il
viadotto Petrulla in primis (situazione che, come ha
evidenziato il primo cittadino di
Ravanusa Carmelo D Angelo ieri attraverso le pagine del nostro
giornale sembra però vicina allo sbloccarsi) Il viadotto sta creando
danni ingenti alla nostra economia - evidenzia Cambiano- soprattutto
agli stabilimenti balneari ma anche alle attività artigianali e
commerciali. Sempre a proposito di questo tema durante il comizio di
ringraziamento di lunedì scorso in piazza Progresso Cambiano ha gia
anticipato di volersi sedere attor no a un tavolo con Anas chiedendo
di velocizzare i tempi per il ripristino dell'infrastruttura. Il
neo primo cittadino, come detto, questa mattina riceverà il
testimone" dal commissario Brandara che ieri, attraverso una nota,
ha salutato la città al termine della sua gestione commissariale.
'Si conclude un periodo che mi ha
offerto l'opportunità di espletare il mio mandato di commissario
straordinario in questo straordinario comune, con una esperienza che
ha arricchito in primo luogo il mio patrimonio personale in termini
di rapporti umani scrive l'onorevole Brandara in sette
mesi, ho imparato a conoscere voi cittadini licatesi, con il vostro
affetto, il sostegno, le proposte, i bisogni, tanta onestà. Ho visto
una città costituita da gente laboriosa per la quale la tolleranza
non significa rassegnazione e la ricerca di mediazione non è
sottomissione. Gente consapevole del valore di questo territorio che
con le sue coste sua storia, il suo cibo, la sua natura, può
candidarsi, senza ombra di smentita, a rappresentare una delle per le
della Sicilia. Questa esperienza, rimarrà indelebile ricchezza, per
la mia anima e il mio vissuto Non e ancora arrivata invece la
proclamazione ufficiale dei trenta nuovi consiglieri comunali.
GIUSEPPE CELLURA.
Sicilia24h
Cupa, cu piglia un turcu è so...
Ci mancava solo lei, tale Amelia
Scibetta, dirigente Politiche del Lavoro e Pubblica Istruzione
dell'ex Provincia regionale di Agrigento, ad inserirsi (e non si
capisce in che termini, in che qualità, con quale specifico
incarico, i sostituzione di chi, su suggerimento di chi...) in una
diatriba, quella del Cupa, la quale necessita interventi solo ed
esclusivamente costruttivi, forti e squisitamente politici.
Non si capisce perché la Scibetta si
sostituisce anche al commissario straordinario per scrivere una nota
con la quale sottolinea, sostanzialmente, che il Libero Consorzio non
è più da considerarsi socio del Cupa in quanto sono venute a
mancare le condizioni che lo mantenevano tale e cioè quel famoso
transito degli 800 mila euro che avrebbero dovuto essere accreditati
e vincolati nella ex Provincia per poi essere destinati alla
sopravvivenza del Cupa.
Non riusciamo a comprendere come un
dirigente del Libero Consorzio possa non solo sostituirsi ad un
Commissario Straordinario, ma anche capace scavalcarlo ed quindi
annullare un suo provvedimento, e cioè quello di revoca del recesso,
più precisamente la determinazione commissariale n° 24/2015.
Cosa sta succedendo non lo riusciamo a
capire. Pare che nel totale sbando del Libero Consorzio stiano
sbandando proprio tutti; di fatto, chi si alza prima al mattino
arriva in ufficio e si sostituisce al Commissario Straordinario.
Perché tenerlo ancora li dott.
Marcello Maisano? Ricordate la Di Liberto, disfattista totale? Bene,
adesso la Di Liberto ha trovato una degna sostituta che firma atti
che lasciano il tempo che trovano perché dimentica che sopra la sua
testa c'è un Commissario (possibilmente lo stesso che fra alcuni
mesi firmerà ancora altri straordinari "premi" per i dirigenti
e, quindi, anche per la Scibetta, alla faccia dei precari e del Cupa
(se considerate che per premiare i premiati tra indennità e premi
speciali saltano via qualcosa come 330 mila euro).
Fermo restando che la signora Di
Liberto, prima di mozzare mani e piedi al Cupa con quel famoso atto
di recesso, ha provveduto a premiare per meriti, fra gli altri sette
dirigenti, anche la dottoressa Scibetta. Un premio che vale 41 mila
euro e passa.
Pensate che questa determina è la
numero 55 del 2 aprile scorso. Qualche giorno dopo la Di Liberto ha
fatto armi e bagagli ed è andata via.
Ovviamente tutto ciò non è
tollerabile e, quindi, tornando alla lettera della Scibetta non si è
voluto assolutamente considerare che quello fu un momento assai
difficile per l''Università agrigentina e che quindi gli 800
mila euro sono arrivati senza transitare da nessuna parte ed in via
del tutto eccezionale e di urgenza.
Ad evitare altri simili, spiacevoli
episodi, a questo punto non possiamo fare altro che invocare ancora
una volta i nostri deputati regionali con a capo il vice presidente
della Regione Mariella Lo Bello la quale, si è intestata questa
battaglia sin dall'inizio. Però non occorre mollare la preda, onde
evitare che domani possa alzarsi dal letto una Scibetta di turno e
scrivere tutto ciò che vuole.
Lo Bello e le altre belle facce che
vedete inquadrate hanno una grossa responsabilità, cioè quella di
salvare il diritto allo studio di oltre tremila giovani e poi quello
di dare in pizzico di dignità ad una città ammaccata da tutte le
parti.
Non è possibile che le sorti del Cupa
o dei precari debbano essere in balìa di gente come la Di Liberto o
la Scibetta; qui occorre un atto di forza come quello promesso dalla
stessa Lo Bello; il primo è riuscito ma adesso occorre la totale
scesa in campo della politica agrigentina pronta a battere i pugni
sul tavolo di Crocetta (io glieli darei in faccia...) per far valere
un diritto sacrosanto.
Anche la Camera di Commercio ha un suo
ruolo, seppur minimo. Uscita fuori approfittando del momento delicato
e rimarcando alla perfezione le gloriose gesta di Ponzio Pilato,
adesso deve cambiare rotta. E qui è necessario l'intervento
dell'onorevole Riccardo Gallo il quale dovrà necessariamente fare
una chiacchieratina con il presidente Vittorio Messina.
Lo stesso Firetto, dovrà
compartecipare come ha fatto sempre il Comune di Agrigento (se riesce
a trovarle i soldini) così come anche i Comuni della provincia che
partecipano con quote minoritarie.
Smettiamola per favore e chiudiamo un
capitolo piuttosto buio della vita agrigentina.
Il capo squadra Mariella Lo Bello è
pregata di attivarsi immediatamente.
Agrigento press
Cupa, chiamati a raccolta i soci
Consorzio universitario, si chiamano a
"raccolta" i soci per tentare di scongiurare l'altrimenti
inevitabile liquidazione. Giorno 25 il commissario dell'ex
Provincia Regionale di Agrigento Maisano, il presidente della Camera
di Commercio Messina e il sindaco Firetto sono stati "invitati"
per un incontro assolutamente ufficioso, durante il quale si dovrà
discutere del destino del pacchetto azionario del Cupa. Una
ufficiosità dovuta necessariamente al fatto che la convocazione
formale di un'assemblea dei soci (organo che non viene riunito da
diversi mesi, ormai) porterebbe alla definitiva presa d'atto
dell'assenza della copertura della quasi totalità delle azioni.
Una situazione di "animazione
sospesa" che prosegue da dicembre e che fino ad oggi il Cda
dell'università agrigentina ha potuto "giustificare"
appoggiandosi alle garanzie fornite dalla Regione rispetto alla
copertura delle poste per i costi standard. Impegno mantenuto
dall'Ars (nella misura di due finanziamenti da circa 1.600.000) che
al Libero consorzio però, come è stato reso ufficialmente noto il
12 giugno, non bastano per garantire la propria partecipazione
societaria.
Così l'intento del Consiglio di
amministrazione del Cupa è quello di cercare di ricucire lo
"strappo", nella piena consapevolezza che l'ultimo socio
fondatore "sopravvissuto", ovvero il Comune di Agrigento, non è
nelle condizioni di farsi carico di circa un milione di euro annue di
contributo ordinario e dell'acquisto di pari importo di azioni.
E se dall'Università continuano a
ribadire che vi sarebbe la volontà della Camera di commercio di
tornare in sede all'assemblea (versione fermamente respinta
dall'ente camerale), nell'aria circola anche la possibilità che
il Cupa possa chiedere ai soci "infedeli" di garantire comunque
la copertura economica per l'anno in corso. Tutto è codificato
infatti nell'articolo 21 della convenzione, il quale stabilisce che
perché l'atto di recesso dall'assemblea sia formalizzato è
necessario che questa ne prenda atto, e che fino ad allora il socio
"resta obbligato nei confronti del Consorzio per i contributi
annuali". Una possibilità che sia Camera di Commercio che ex
Provincia, ovviamente, hanno formalmente rigettato.
21 giugno - domenica
LA SICILIA
Ex Province siciliane, martedì
sciopero dei dipendenti I sindacati: "Si acceleri l'istituzione
dei Liberi consorzi".
PALERMo. Uno sciopero dei dipendenti
delle ormai ex Province regionali, è stato indetto per martedì
prossimo da Cgil, Cisl, Uil e dal sindacato autonomo Csa per
sollecitare l'Ars ad approvare il disegno di legge per
l'istituzione dei Liberi consorzi di comuni e le Città
metropolitane di Palermo, Catania e Messina entro la fine del mese di
luglio.
A preoccupare i sindacati, le recenti
dichiarazioni con cui il presidente della Regione, Rosario Crocetta,
ha preso le distanze dal disegno di legge in discussione all'Ars -
in pratica il recepimento della cosiddetta «riforma Delrio» - ma
anche il clima politico che si è creato nell'ambito della
maggioranza che sostiene il governo regionale, dopo le recenti
elezioni amministrative. Come si ricorderà, il presidente della
Regione, nei giorni scorsi, ha detto non condividere il disegno di
legge sui nuovi enti intermedi perché non consente di crea re nuovi
Liberi consorzi di comuni, come quello di Gela o di Caltagirone. E
ciò non può che destare preoccupazione nel segretario generale di
Cisl-Sicilia, Mimmo Milazzo.
Cosa pensa della posizione
politica esplicitata dal presidente della Regione su questa riforma?.
«Il giudizio di Crocetta, per quanto
istituzionalmente autorevole non può bloccare l'Ars così come la
politica non può condannare la Sicilia all'impasse. È
indispensabile che maggioranza e opposizione costruiscano velocemente
sinergie per superare lo stallo in cui siamo costretti. Nessuno
dimentichi che a pagare le conseguenze dell'immobilità, sono i più
deboli: disabili, ciechi, sordo muti. E, poi, le scuole sul fronte
della sicurezza, oltre la cosiddetta viabilità secondaria che, come
sappiamo, in Sicilia è già un colabrodo».
Il disegno di legge, causa dei
litigi tra i partiti della maggioranza, è stato scritto più volte.
A Sala d'Ercole è stato bocciato l'ari. i che ha obbligato il
presi dente dell'Ars a rinviare il provvedi mento in commissione
Affari istituzionali.
«La politica la smetta di litigare
sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia presto. Entro
luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma degli enti di
area vasta. Partiti e vertici istituzionali pensino piuttosto a
trovare un'intesa. Le beghe politiche non porta no da nessuna
parte. Seimila persone in Sicilia attendono una legge di riforma
chiara sui servizi alla collettività, risorse e personale dei Liberi
consorzi di comuni e delle Città metropolitane. È vero, il ddl dopo
la bocciatura dell'art. 1 è ancora fermo. E la Sicilia che su
questo terreno si era mossa prima dello Stato, adesso è nel pantano.
C'è il rischio che esploda il caos».
Quale sarebbe la migliore riforma
peri sindacati?
«La Cisl ha offerto le proprie
proposte al la competente commissione legislativa dell'Ars e sono
state recepite. A noi sta a cuore che il realizzi l'équilibrio tra
servizi e personale, che è una ricchezza da salvaguardare e, semmai,
valorizzare.. Ora ci aspettiamo che prima délla pausa estiva Città
metropolitane e Liberi consorzi di comuni siano istituiti. Per noi è
un passaggio fondamentale affinché i servizi pubblici possano essere
davvero meglio organizzati nel territorio. Inoltre, le Città
metropolitane sono previste come soggetti attuatori di spesa dei
fondi Ue. Ma se non vengono istituite a chi andranno queste
risorse?».
Futuro dei Liberi Consorzi: martedì
23 giugno sciopero regionale a Palermo
A seguito della proclamazione dello
sciopero regionale indetto da Cgil, Cisl, Uil per tutti i lavoratori
delle ex province, contro i tagli della legge di stabilità nazionale
e la mancata riforma dei Liberi Consorzi Comunali in Sicilia da parte
della Regione Sicilia che pregiudica il futuro istituzionale,
funzionale ed occupazionale dell'Ente, per la giornata del
23/06/2015 saranno garantiti soltanto i servizi pubblici minimi ed
essenziali previsti dalla legge e dal contratto (Viabilità -
Pronto intervento - Polizia Giudiziaria - Protezione civile).
Pertanto si informa l'utenza e la cittadinanza che l'alta
adesione dei lavoratori allo sciopero potrebbe determinare disservizi
e/o la totale chiusura degli uffici.
LIBERO CONSORZIO COMUNALE
Gara d'appalto per manutenzione
edifici
Nuova tornata di gare al Libero
Consorzio Comunale (ex Provincia regionale di Agrigento). L'Ufficio
Gare aggiudicato l'appalto relativo per l'accordo quadro annuale
con un solo operatore per i lavori di manutenzione ordinaria negli
edifici, impianti sportivi e scuole di proprietà o concessi in uso
all'ex Provincia. Si tratta di una procedura aperta, grazie alla
quale si potrà intervenire in qualsiasi momento sulla base delle
relazioni tecniche e degli ordini di servizio redatti dai tecnici del
settore edilizia e Gestione Patrimoniale. La gara, dell'importo
complessivo di 79.000 euro, è stata aggiudicata all'impresa G.F.
di Favara.
22 giugno - lunedì
LA SICILIA
DOMANI È PREVISTA ALTA ADESIONE
ALLA MANIFESTAZIONE PROMOSSA A PALERMO
Libero Consorzio, i dipendenti
scendono in piazza.
g. s.) "Attenzione, la partecipazi9ne
sarà massiccia e i servizi saranno sospesi".
L'annuncio arriva dall'ex Provincia
regionale di Agrigento, i cui dipendenti saranno domani mattina a
Palermo per partecipare alla manifestazione regionale contro il
"salasso" previsto per gli enti di area vasta dalla Finanziaria
nazionale. Quasi 8 milioni di euro per l'anno in corso solo per
l'Ente agrigentino (che doveva no essere versati entro il 31 maggio
e che oggi si rischia possa essere incassata dallo Stato attraverso
decreti ingiuntivi), che andranno quasi a raddoppiarsi Il prossimo
anno e che, hanno certificato segretario generale e dirigente del
settore contabile, stanno portando il Libero consorzio (che pure
potrebbe contare su un grosso avanzo di amministrazione) ad Uil passo
dal dissesto. I dirigenti, infatti, scrive vano: "le spese del
personale in atto sostenute sono ormai incompatibili con le effettive
risorse disponibili e devono,, necessariamente, essere ridotte
ulteriormente, nel rispetto dei vincoli contrattuali e/o normativi, e
devono essere ridotte al minimo tutte le altre spese an che quelle
essenziali, anche se in tal caso risulteranno compromessi i servizi e
le funzioni obbligatorie dell'Ente. E' doveroso sottolinea re il
concreto rischio per l'Ente, qualora non dovessero intervenire le
auspicabili modifiche normative, di non poter, legittimamente,
sostenere il pesante concorso al contenimento della spesa pubblica
richiesto dall'articolo 244 del Tuel".
Dalla Regione, si ricorderà, era stata
individuata come strada quella di tentare un "braccio di ferro"
con lo Stato tentando di recupera re somme che a loro volta sarebbero
state garantite alle ex Province, ma anche in tal senso le risposte
scarseggiano. E le paure crescono.
grandangolo
Agrigento, domani dipendenti ex
Provincia a Palermo per protestare
In piazza i dipendenti delle ex
Province per lo sciopero proclamato dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Fpl e dall'autonomo Csa. La manifestazione e' in programma
domani, a PALERMO, con il concentramento alle 9,30 in piazza Verdi,
davanti al teatro Massimo. Da lì muoverà il corteo che si snodera'
fino in piazza del Parlamento, sede dell'Assemblea regionale, dove
si terranno i comizi dei rappresentanti sindacali regionali. A
seguire dovrebbe svolgersi l'incontro chiesto dai sindacati, tra
una delegazione di vertici delle organizzazioni dei lavoratori e il
presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. "La politica la smetta
di litigare sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia
presto. Entro luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma
degli enti di area vasta", dice il segretario della Cisl Sicilia,
Mimmo Milazzo, alla vigilia dello sciopero. "Le beghe politiche non
portano da nessuna parte. Seimila persone in Sicilia attendono una
legge di riforma chiara su servizi alla collettivita', risorse e
personale dei liberi consorzi di Comuni e delle citta'
metropolitane", aggiunge Milazzo. Il disegno di legge che dovrebbe
assegnare funzioni e competenze ai Liberi Consorzi, al momento, e'
fermo all'Ars dopo la recente bocciatura dell'articolo 1 e la
Sicilia, che sul terreno della riforma s'era mossa prima dello
Stato, pare immobile, inghiottita dal pantano. La conseguenza,
sostengono alla Cisl, e' che senza una legge che disciplini le
nuove realta' istituzionali, "il caos esplode". Oltretutto, "le
nuove citta' metropolitane - osserva Milazzo - sono soggetti
attuatori di spesa Ue. Ma senza la legge che le istituisce, chi
spende le risorse che l'Ue assegna a questi enti?". Ma il fronte
caldo, per il sindacato, e' quello dei lavoratori: "La guerra tra
partiti e dentro i partiti ci porta nel baratro sociale", denuncia
il segretario Cisl. Perche' "senza le nuove norme, ad aumentare
di giorno in giorno e' il rischio mobilita' per i lavoratori. E
quanto alle Partecipate provinciali, a prendere concreta forma -
incalza - finirebbe con l'essere lo spettro della liquidazione".
A dare voce alla preoccupazione Cisl, anche Gigi Caracausi,
segretario della Fp Cisl Sicilia (la funzione pubblica), per il quale
"se non arriva la legge, gia' a settembre i precari delle ex
Province potrebbero trovarsi con la lettera di licenziamento in
tasca. I dipendenti in organico a loro volta scivolerebbero nella
mobilita' che, come si sa, e' l'anticamera della perdita del
lavoro".