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Rassegna stampa del 25 giugno 2015

Sicilia24h.it

Caso Cupa: Gli otto dirigenti della ex Provincia si rivolgono al legale che scrive al Direttore Castaldo.
La replica.


Egregio direttore
in riferimento all'articolo pubblicato sulla testata web "Sicilia24h" sabato 20 giugno, da lei sottoscritto, titolato "Cupa cu piglia un turcu e so", per il espresso incarico ricevuto dai dirigenti della Provincia, denominata libero consorzio comunale a sensi dell'art. e, quindi, dalla dottoressa Scibetta, le chiedo di voler prendere atto e di chiarire quanto appresso:
nell'articolo a sua firma si legge "non si capisce perché..... Non riusciamo a comprendere come......atti che lasciano il tempo che trovano.... Ha dimenticato sopra la sua testa c'è un commissario... Tornando alla lettera della Scibetta"... Sono certa che lei, direttore, se avesse dedicato l'attenzione che meritano agli atti che cita in modo approssimativo, avrebbe ben compreso il valore, il potere ed i limiti delle competenze della ex provincia e dei suoi funzionari. In tal modo certamente avrebbe reso un servizio di informazione corretto e coerente con la realtà che non avrebbe dato possibilità a commenti che, verosimilmente per la informazione ottenuta, sono inutilmente offensivi e certamente non aiutano a risolvere il problema. Con determinazione del commissario straordinario 199 del 16/12/2014 lo stesso ha approvato la proposta di determinazione del commissario ad acta numero 6 del 7/11/2014 di recesso dal consorzio universitario della provincia di Agrigento.
Tale recesso è stato imposto dai tagli finanziari e dai minori trasferimenti del governo alle province.
La situazione finanziaria dell'ente e il rispetto del patto di stabilità non consentono più la possibilità di sostenere la spesa.
Con successiva determinazione del commissario straordinario n.24 5/3/2015 è stata approvata la proposta di determinazione n.1 del 5/3/2015 con la quale è stata revocata la determinazione commissariale 199 sopra citata a condizione che nella legge finanziaria regionale venissero trovati gli stanziamenti promessi dal presidente della regione Sicilia in seguito a precise richieste della provincia, avanzate il 20 gennaio 2015 e il 4 marzo 2015, per scongiurare il recesso dal consorzio universitario.
Il presidente aveva confermato l'impegno del governo regionale all'inserimento di stanziamenti triennali congrui che avrebbero consentito il permanere della provincia nel consorzio universitario. Con nota al presidente della regione Sicilia dell'8 giugno 2015 il commissario straordinario ha rilevato come nell'articolo 72 della legge di stabilità regionale 2015 la regione ha previsto il trasferimento di euro 800.000 direttamente al cupa e ha preso atto che la condizione sospensiva inserita nella determina 24 del 5 marzo 2015 non si era avverata, quindi ha dichiarato il recesso già deliberato con la delibera determina 199 del 2014.
La piena efficacia della determina 199 è stata quindi comunicata al signor prefetto ed al presidente del cupa, con note 19 e12 giugno a firma del dirigente del settore politiche del lavoro e dell'istruzione perché gli stessi ne avessero piena conoscenza. La lettura semplice e piana degli atti le avrebbe certamente chiarito, e lei l'avrebbe potuto chiarire ai suoi lettori, perché la dottoressa Scibetta abbia effettuato le comunicazioni, come la stessa non si sia sostituita al commissario straordinario, come non abbia annullato alcun provvedimento, come le lettere di comunicazione, atto dovuto e di sua competenza, abbiano avuto lo scopo di dare esecuzione alle determina commissariale.
Avrebbe lei, direttore, potuto e dovuto informare i suoi lettori che il momento assai difficile per l'università agrigentina, gli atti di forza necessari, a suo dire, per la risoluzione dei problemi, le soluzioni del problema sono di esclusiva competenza degli organi politici e non già dei funzionari.
Mi riservo di ritornare sull'altra confusione in relazione alle indennità dei dirigenti, a sproposito citate, per chiarire, carte alla mano, l'argomento oggetto del suo sarcasmo.
Resta inteso che sono a disposizione per qualsiasi chiarimento lei dovesse ritenere utile, e confido nella sua professionalità perché intervenga una corretta informazione che siamo disposti a corroborare fornendo gli atti ufficiali e la normativa del settore.
Nel ringraziarla della rettifica che certamente vorrà pubblicare
i più cordiali saluti
avvocato Rosa Salvago nell'interesse dei dirigenti della ex provincia di Agrigento.
Risponde il Direttore Gentile avvocato ho letto la sua nota con attenzione e che pubblico volentieri, in riferimento all'articolo da me pubblicato lo scorso 20 giugno. Preciso innanzi tutto che da parte mia, né credo da parte dei lettori che hanno commentato, c'è stata è c'è l'intenzione di denigrare o offendere alcuno ma alcune interrogazioni che spero lei, attraverso i suoi assistiti, potrà dare non tanto al sottoscritto ma quanto ai lettori. Certo, chi ha commentato, così come il sottoscritto, non sprizza gioia da tutti i pori se si considera che la nostra città sta vivendo un momento assai difficile e forse il più buio degli ultimi 50 anni. I lettori, attraverso i loro commenti, hanno voluto esprimere il loro sdegno proprio per sottolineare che la nostra realtà è veramente tipica pirandelliana. La drammatica crisi del nostro tempo avvilisce certamente chi non può arrivare a fine mese e pertanto quando si sente parlare di premi, di aggiuntivi, di obiettivi e quanto altro possa costituire una considerevole somma, un pizzico di amarezza deve necessariamente sopraffarti. Nel caso specifico diventa antipatico come funzionari della ex Provincia, oltre allo stipendio, godono anche di queste "piccole sfaccettature" mentre si vede morire forse l'unico fiore all'occhiello presente in città e cioè il Polo Universitario. La prego, avvocato, non commetta anche Lei l'errore di riscrivere come ha fatto nella Sua nota, che tutto è previsto dalle normative vigenti e quindi non ruba nessuno. Nessuno ha scritto di ruberie; il sottoscritto ha voluto soltanto rimarcare come purtroppo accade dalle nostre parti, che c'è chi gode di benefici (ribadiamo previsti dalle normative) e c'è sta facendo i miracoli per salvare l'università ad Agrigento, la cui chiusura non solo negherebbe il diritto allo studio a tremila studenti, ma offenderebbe in modo indelebile anche la loro dignità e dei loro familiari. Del resto anche nella vicenda gettonopoli tutto è previsto da normative vigenti e nessuno dei consiglieri comunali, Le assicuro, ha rubato. Forse un pizzico di leggerezza perché potevano fare qualcosa in più. In questi casi più che questione legale scende in campo prepotentemente la questione morale. Sono due casi ovviamente diametralmente opposti, ma che hanno un unico punto in comune: tutto previsto dalle normative vigenti... Ad un certo punto della Sua nota, sostiene che " le soluzioni del problema sono di natura esclusivamente politica..." Appare quanto meno singolare come mai otto dirigenti ed un avvocato non si accorgono come il sottoscritto inizia il proprio Filo di Nota. Scrivo testualmente: " La diatriba del Cupa necessita di interventi solo ed esclusivamente costruttivi, forti e squisitamente politici..." Sarà stata una svista generale? Può darsi! Ma c'è anche l'ultimo rigo del Filo di Nota che conferma la chiarezza scritta nel primo paragrafo e cioè che i dirigenti non hanno alcun potere per risollevare le sorti del Cupa. Scrivo: " La Lo Bello, vice presidente della Regione, è pregata di attivarsi immediatamente...". Mi pare che più chiaro di così.... Per quanto riguarda la storia del transito degli 800 mila euro crediamo e siamo fortemente convinti che bypassare il Libero Consorzio è stato un atto di urgenza e di necessità immediata. All'epoca dei fatti ne parlai io personalmente con la Lo Bello, la quale, più o meno mi disse che c'era una certa urgenza e che comunque nel corso dei prossimi mesi il presidente Crocetta (molto, molto distratto) avrebbe provveduto a sistemare il tutto e, quindi, facendo passare le somme attraverso il Libero Consorzio. Il Filo di Nota si chiedeva perché è stato un funzionario della ex Provincia a scrivere quella nota e non il Commissario straordinario. Se può, gentile avvocato, ce lo spieghi Lei perché, oltre al sottoscritto, anche i lettori vogliono capire. Così come, e concludo, gradiremmo tutti noi chiarezza, grazie alla Sua straordinaria presenza a tutela dei dirigenti, di fare luce, carte alla mano, ed eliminare la "confusione da me creata in relazione alle indennità dei dirigenti, a sproposito da me citate, per chiarire l'oggetto del mio sarcasmo (?)". Le ripeto, gentile avvocato, che il mio non è assolutamente sarcasmo ma solo un pizzico di amarezza che credo non coinvolga solo la mia persona. In attesa di Sua graditissima risposta Le auguro buon lavoro. Lelio Castaldo

Agrigento notizie.it

Libero consorzio, chiusura degli uffici per disinfestazione


L'intervento programmato di disinfestazione negli uffici delle sedi di Agrigento del Libero Consorzio Comunale sarà effettuato venerdì 26 giugno. Resteranno, quindi, chiusi al pubblico venerdì prossimo gli uffici di via Acrone, ex Enel, il Punto informativo della Stazione delle Ferrovie; gli uffici di via Esseneto, ex Ipai; l'ufficio Tecnico del Viale della Vittoria; il Giardino Botanico in via Demetra e il punto Informativo Porta Quinta per gli interventi di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione. Rimarranno aperti invece, regolarmente, gli uffici centrali e la sede Urp di Agrigento di piazzale Aldo Moro. Le regolari attività di lavoro negli altri uffici della ex Provincia riprenderanno il 29 giugno.


Livesicilia.it


PROVINCE
Stipendi pagati coi soldi delle strade 
Protestano i sindacati degli edili

Il governo Crocetta per ovviare ai disastri compiuti colpisce a turno una categoria professionale e sociale. L'ennesima conferma è la decisione annunciata ieri dal vicepresidente Mariella Lo Bello di destinare agli stipendi dei dipendenti delle Province, 10 milioni di euro previsti per la manutenzione delle strade. E chissà la prossima volta quale comparto o settore produttivo pagherà il conto degli errori commessi dall'esecutivo regionale negli ultimi due anni. Sarebbe ora che con senso di responsabilità la Giunta Crocetta la smettesse di giocare con la vita dei lavoratori siciliani e mettesse in atto la tanto annunciata spending review dell'amministrazione regionale, attraverso la quale recuperare, per esempio, le risorse necessarie per garantire ai dipendenti delle Province un diritto sacro come quello dello stipendio ". Lo dichiarano i tre segretari di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil regionali, Angelo Gallo, Santino Barbera e Franco Tarantino che aggiungono: "Noi combatteremo contro questo ennesimo scippo nei confronti dell'edilizia siciliana, chiamando a raccolta non soltanto i lavoratori del comparto, ma il tessuto produttivo, tutti i cittadini e le comunità che stanno pagando a caro prezzo la mancanza di collegamenti decenti nell'isola". I segretari Gallo, Barbera e Tarantino sottolineano che questo non sarebbe il primo atto del genere del governo Crocetta. "Con la finanziaria di quest'anno - dichiarano - e con le delibere successive, gli oltre 945milioni di euro destinati dal Cipe al settore delle costruzioni, sono stati utilizzati dall'esecutivo regionale per diminuire il deficit del bilancio. E' inammissibile che una classe politica miope e incapace di programmare, continui a sottrarre investimenti all'edilizia nell'isola, offendendo i quasi 90mila disoccupati del settore e umiliando tutti gli altri lavoratori costretti a fare gli schiavi per paghe da fame e in assenza di minime misure di sicurezza, a causa dei mancati controlli da parte degli organi competenti". Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil annunciano la durissima protesta che sarà avviata contro questo provvedimento. "Diciamo basta agli scippi - concludono Gallo, Barbera e Tarantino - manifesteremo per bloccare le continue soluzioni estemporanee di questi pseudo governanti. Sono stati loro a distruggere in pochi anni il settore delle costruzioni che da solo rappresentava oltre il 20% del Pil siciliano e garantiva enormi entrate fiscali e tributarie, con cui introitare risorse di cassa a costo zero da spendere in beni e servizi".


Viadotto Himera, c'è la data: "I lavori dal 10 agosto

Adesso c'è una data. E ci sono i dettagli del progetto. La riunione romana che stamattina ha permesso a Protezione civile, Anas e Regione di fare il punto sul viadotto Himera ha fissato un primo tassello inderogabile per la riapertura dell'autostrada Palermo-Catania: "Il cantiere - assicura l'assessore regionale al Territorio Maurizio Croce - sarà aperto il 10 agosto". Da quel momento, secondo l'assessore - che ha partecipato alla riunione romana con il collega di giunta Giovanni Pizzo e con i dirigenti Patrizia Monterosso, Calogero Foti, Fulvio Bellomo e Maurizio Pirillo - l'autostrada diventerà percorribile, tramite un percorso alternativo, a tappe forzate: "L'autostrada - garantisce l'assessore - sarà riaperta il transito alle auto entro tre mesi da quel momento, cioè a novembre". I lavori, però, proseguiranno anche ad autostrada riaperta: il "pacchetto-bretella", infatti, prevede anche la demolizione del pilone, che sarà completata entro dicembre.
Sarà a quel punto che si capirà se una carreggiata potrà essere salvata. Con un percorso che il commissario Marco Guardabassi ha definito di "decostruzione selettiva": il pilone non sarà abbattuto con gli esplosivi, ma con un lavoro di precisione. "A opera completata - spiega Croce - capiremo se la carreggiata in direzione Palermo potrà essere mantenuta". Certo è che - secondo l'Anas, rappresentata al vertice dal nuovo numero uno Gianni Vittorio Armani - i lavori di demolizione del pilone, a qualche centinaio di metri dal percorso della bretella, non interferirà con il passaggio delle auto.
Resta ancora da definire il nodo-risparmi. Se la carreggiata fosse mantenuta, infatti, le opere di ricostruzione del viadotto costerebbero di meno, e a quel punto si deciderà cosa fare con i risparmi: "In questa fase - dice l'assessore regionale al Territorio - è una valutazione ancora prematura". Prima c'è da fare dell'altro: come LiveSicilia ha spiegato oggi, infatti, il progetto definitivo sarà consegnato all'inizio di luglio, poi dovrà essere valutato dal "responsabile unico del procedimento" e infine dovrà passare al vaglio della "conferenza di servizi", l'organo chiamato a pronunciarsi sull'impatto ambientale. È in questo modo che la tabella di marcia arriva fino al 10 agosto per l'avvio del cantiere. Che oggi, dopo mesi di rinvii, ha finalmente una data certa. Il giorno delle ruspe.


Sì ai tagli ai Consigli comunali 

"Saltano" duemila amministratori

Approvati a Sala d'Ercole gli articoli del disegno di legge sui tagli alla composizione e alle indennità dei Consigli comunali
. Si attende, quindi, solo il voto finale. "Con questa legge - ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all'Ars- mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d'Italia: la 'specialità' adesso è 'normalità', non è più un privilegio. Voto in maniera convinta questa legge - ha proseguito - che è arrivata in Aula dopo essere stata approvata ad unanimità in commissione: non è la legge che avrei voluto in tutto e per tutto, abbiamo accettato compromessi ragionevoli, alla fine siamo di fronte ad un testo completo e coerente. Voglio solo ricordare - ha aggiunto Cracolici - che questa legge segue l'approvazione di norme da parte di quest'aula che adeguano le indennità dei parlamentari regionali ai consiglieri regionali del resto del Paese. Stiamo portando avanti un percorso coerente di tagli alla spesa e razionalizzazione degli enti locali e di governo: oggi abbiamo messo un altro tassello alla 'modernizzazione' della Sicilia". Cracolici ha poi ricordato alcuni 'numeri' di questa riforma: "si tagliano circa 1.300 consiglieri comunali in Sicilia sui circa 6.200 attuali; si tagliano 500 assessori fra piccoli e grandi comuni; si riducono 102 consiglieri di Circoscrizione a Palermo Catania e Messina, si cancellano i consigli di Circoscrizione che, se pur a titolo gratuito, sarebbero potuti essere costituiti negli altri comuni siciliani: è una riforma seria e importante - ha concluso - bastano queste cifre per capire che le critiche a questa legge sono stucchevoli e strumentali".
"Una riforma importante - dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars - che fa risparmiare le casse pubbliche, allinea la Sicilia al resto del Paese e rende più moderna la vita democratica degli enti locali. Il Partito Democratico ha dato un contributo importante - aggiunge Gucciardi - riuscendo, insieme con la maggioranza, ad approvare una testo coerente con l'impostazione iniziale, rispettando comunque la volontà dell'Aula che in ogni caso resta sovrana. È stato un lavoro complesso portato avanti fra più di una difficoltà tecnica e politica: preferisco guardare i tanti aspetti positivi di questa riforma, sapendo che si tratta di una materia complessa sulla quale è difficile raggiungere unanimità. Ma ogni legge deve essere valutata anche in relazione al contesto generale: oggi abbiamo raggiunto un risultato importante".
"Stiamo portando a casa - afferma il capogruppo dell'Udc all'Ars Mimmo Turano - una riforma importante che non comporta solo risparmi e regole chiare ma costituisce anche un segnale forte della politica ai cittadini. Non è una legge contro gli amministratori locali - spiega Turano - al contrario credo che questo provvedimento aiuterà tutti a presentarci davanti ai cittadini con maggiore serenità, coscienti sì dei sacrifici ma anche di aver arginato prassi e comportamenti non più tollerabili nella sfera pubblica".
"Un passo importante in direzione di un vero decentramento amministrativo che ampli la partecipazione delle Circoscrizioni sulle scelte che riguardano l'intera città e renda il cittadino più vicino al Palazzo". E' il commento soddisfatto di Anthony Barbagallo al voto positivo dell'aula che di fatto inserisce, nella nuova legge sugli Enti Locali in discussione all'Ars, l'emendamento  che  prevede il passaggio delle deleghe e funzioni alle circoscrizioni. "Pensiamo ad una pubblica amministrazione vicina alla gente, - continua Barbagallo -  attuando una decentralizzazione che si attua in ossequio ai principi costituzionali del decentramento amministrativo, della trasparenza e della funzionalità".
Critica, invece, l'opposizione: "Votiamo 'sì' - si legge in una nota del Movimento cinque stelle -, ma col naso turato. Si poteva fare tantissimo, ma ci si è accontentati del minimo, con l'aggiunta della sconcezza di rinviare l'applicazione anche delle norme economiche ai rinnovi dei consigli comunali. Questa non è certo la legge che avremmo scritto noi, ma la votiamo in attesa della norma che approveremo quando governeremo, quando saremo noi la maggioranza dentro quest'aula. E a forza di autogol come questo del Pd, lo saremo molto presto". Il Movimento 5 Stelle all'Ars ha detto "sì" alla legge sui consigli comunali, ma con tantissime riserve che lasciano parecchio amaro in bocca "per quello che poteva essere e non è stato". "Si poteva - dicono i deputati M5S - applicare da subito la legge, ed invece per tante parti viene rinviata ai rinnovi dei prossimi consigli, si poteva abolire le commissioni sotto i 10 mila abitanti e non si è fatto. Non si è riusciti nemmeno ad abolire la vergogna del voto in doppia giornata, grazie al capolavoro della Sudano, che ha rivelato tutte le contraddizioni all'interno di un Pd, ormai letteralmente senza bussola, un partito che ormai è un'accozzaglia di anime diverse in aperta guerra tra loro, che non potranno che portare la Sicilia alla rovina".
"L'ars sui comuni - ha detto il deputato di Forza Italia Giuseppe Milazzo - approva una norma pastrocchio: in alcuni comuni aumenta gli assessori, rinvia il taglio su indennità e decide di nn approvare la riduzione da 2 ad 1 giorno per le elezioni amministrative che avrebbe portato un risparmio concreto".


Province, i lavoratori protestano 

Incontri con governo e Ardizzone

Da un lato, hanno incontrato il governatore Crocetta.Poco lontano, il presidente dell'Ars Ardizzone e i capigruppo di Sala d'Ercole. I lavoratori delle ex Province siciliane, e i sindacati hanno sfilato oggi per le vie di Palermo chiedendo certezze sul loro futuro. Alla fine, all'esecutivo regionale sono stati strappati un finanziamento da dieci milioni di euro (soldi che verranno tolti però agli interventi sulla viabilità) e un tavolo di crisi che verrà aperto martedì prossimo."Ma la protesta continua" ribadiscono le sigle.
Un migliaio di lavoratori delle ex Province si era radunato in piazza Marina a Palermo, dove nella tarda mattinata si sono mossi in corteo diretti a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale. Lo sciopero regionale è stato organizzato dai sindacati confederali insieme a Casa Cosa e al coordinamento delle Rsu di tutte le province per per dire no ai tagli del governo nazionale e chiedere al parlamento siciliano di varare subito la legge di riordino di funzioni e competenze da assegnare ai nuovi Liberi consorzi, che hanno mandato in soffitta le 9 Province nell'isola con la legge di riforma approvata a marzo dello scorso dall'Ars a marzo dello scorso anno.
Venticinque pullman carichi di lavoratori sono giunti a piazza Marina da tutta la Sicilia."Chiediamo all'aula - ha detto il segretario regionale della Fp Cisl, Gigi Caracausi - di riprendere l'esame della legge Cracolici sui Liberi consorzi, naufragato per il voto d'aula che ha bocciato l'articolo 1". Della stesso avviso anche la Fp Cigl, secondo cui per consentire il funzionamento dei 9 enti siciliani al momento commissariati servirebbero almeno 30 milioni di euro."La legge Cracolici - aggiunge il segretario regionale della Fp Cgil, Michele Palazzotto - consentirebbe di definire il problema dell'attribuzione di funzioni e competenze ai 9 nuovi Liberi consorzi e risolvere il tema del personale". E Gianni Borrelli della Uil Sicilia aggiunge: "La situazione in Sicilia è gravissima. Per questo chiediamo l'attivazione di un tavolo di crisi coinvolgendo la deputazione nazionale". Alle 13 i sindacati hanno invontrato il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, subito dopo a Palazzo dei Normanni è previsto un incontro con il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e i capigruppo dell'Assemblea regionale.

"Sulle ex Province la mobilitazione dei lavoratori va avanti".
Così le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa e il coordinamento delle Rsu delle Province, hanno commentato gli incontri avuti questo pomeriggio con i vertici dell'Ars e del governo regionale, e lo sciopero che oggi ha portato in piazza  quattro mila lavoratori con un'adesione di circa l'80 per cento.

"Il governo ha accettato di aprire un tavolo di crisi sulle Province che partirà martedì prossimo - dicono i sindacati - Registriamo l'attenzione verso i lavoratori ma le risposte arrivate finora sia dall'Assemblea regionale che dall'Esecutivo non bastano a risolvere le tante questioni aperte". Dunque la mobilitazione continua con nuove iniziative di protesta "per fare pressione sul governo nazionale e regionale e salvaguardare il personale e le risorse destinate alle ex Province, indispensabili per garantire i servizi ai cittadini", sottolineano i dirigenti sindacali.
Una posizione annunciata sia al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone - che  ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in Sala Rossa insieme ai capigruppo di Palazzo dei Normanni e al presidente della Commissione Affari Istituzionali Antonello Cracolici - sia al vice presidente della Regione Mariella Lo Bello che ha aperto il confronto con i segretari generali e consegnato loro la bozza di un ddl che consente, tra l'altro, l'utilizzo di 10 dei 30 milioni destinati alla manutenzione delle strade per chiudere i bilanci delle Province ed evitare il default. L'altra "apertura" è arrivata dall'Ars che domani deciderà il calendario dei lavori d'aula dando priorità proprio alla riforma delle Province. Con una promessa: "Chiudere tutto entro il 31 luglio".
Presente agli incontri anche il sindacato Asia della Palermo Energia, una società partecipata al 100% in house della Provincia Regionale di Palermo."Bisogna mettere fine - ha detto il dirigente sindacale Fabrizio Scarpinato - ad un commissariamento che già dura da circa 27 mesi, e che sta gettando nel panico, sconforto e disperazione sia i dipendenti provinciali che i dipendenti delle società partecipate in particolare la Palermo Energia. Bisogna tutelare senza distinzioni - ha proseguito Scarpinato - sia i dipendenti provinciali che quelli delle partecipate. La convenzione  di Palermo Energia scadrà il 30 giugno e  dal 1 luglio scatterà la liquidazione ed il licenziamento per 140 dipendenti,  che ricordo  - ha aggiunto il dirigente sindacale - espletano servizi essenziali e di pubblica utilità  per l'ente da oltre vent'anni con un contratto a tempo indeterminato e gridando a gran voce comunità di intenti da destra a sinistra per trovare la giusta soluzione è di prorogare la convenzione fino al disegno di legge. L'auspicio è quello che come da impegno del presidente Ardizzone prima del 31 luglio venga approvata la legge sui liberi consorzi  che tutti dipendenti sia provinciali che delle partecipate in scadenza di convenzione possano avere uguale dignità e diritti e tutela al proprio posto di  lavoro".

"Se non si fa la legge di riforma si va al dissesto delle province e se questo avviene, a cascata c'è il dissesto della Regione. E quindi mi sembra automatico sciogliere le righe e andare al voto ad ottobre". L'ha detto ai cronisti il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, a Palazzo dei Normanni, dopo aver incontrato con i capigruppo dell'Assemblea regionale i sindacati per discutere del completamento della riforma delle province. La riforma delle Province "andrà in aula il 30 giugno". Ha infine assicurato Ardizzone.


Gds.it

UNIVERSITA'

Agrigento, sei corsi e due master: il futuro del Cupa è stato già pianificato
Sei indirizzi di studio e due master di alto valore formativo. Si presenta così l'offerta formativa dell'università di Agrigento, sede staccata dell'Ateneo di Palermo, per l'anno accademico 2015 - 2016. Nonostante i venti di crisi, per le vicende legate alla sopravvivenza economica e finanziaria dell'ente, dunque il Consorzio universitario, sotto la direzione della preside, Maria Immordino, prosegue per la sua strada programmando il prossimo anno. Questi gli indirizzi di studio che gli studenti potranno scegliere: Beni culturali (laurea triennale) con curriculum su Patrimonio e Turismo culturale; Beni culturali (laurea triennale) con curriculum Storico - Archeologico; poi la laurea magistrale in Archeologia, la laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Giurisprudenza ed infine la laurea triennale in Servizio sociale. Rispetto al passato c'è solo una facoltà in meno, quella di Ingegneria. I bandi di concorso saranno disponibili a partire dal prossimo luglio mentre gli esami di ammissione, ormai obbligatori per tutti i corsi di laurea, si svolgeranno a settembre. Sul sito internet dell'università, all'indirizzo uniag.it sono stati pubblicati gli indirizzi di laurea, le modalità su come iscriversi ed i bandi.

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