Sicilia24h.it
Caso Cupa: Gli otto dirigenti della
ex Provincia si rivolgono al legale che scrive al Direttore Castaldo.
La replica.
Egregio direttore
in riferimento all'articolo
pubblicato sulla testata web "Sicilia24h" sabato 20 giugno, da
lei sottoscritto, titolato "Cupa cu piglia un turcu e so", per il
espresso incarico ricevuto dai dirigenti della Provincia, denominata
libero consorzio comunale a sensi dell'art. e, quindi, dalla
dottoressa Scibetta, le chiedo di voler prendere atto e di chiarire
quanto appresso:
nell'articolo a sua firma si legge
"non si capisce perché..... Non riusciamo a comprendere come......atti
che lasciano il tempo che trovano.... Ha dimenticato sopra la sua
testa c'è un commissario... Tornando alla lettera della Scibetta"... Sono certa che lei, direttore, se
avesse dedicato l'attenzione che meritano agli atti che cita in
modo approssimativo, avrebbe ben compreso il valore, il potere ed i
limiti delle competenze della ex provincia e dei suoi funzionari. In tal modo certamente avrebbe reso un
servizio di informazione corretto e coerente con la realtà che non
avrebbe dato possibilità a commenti che, verosimilmente per la
informazione ottenuta, sono inutilmente offensivi e certamente non
aiutano a risolvere il problema. Con determinazione del commissario
straordinario 199 del 16/12/2014 lo stesso ha approvato la proposta
di determinazione del commissario ad acta numero 6 del 7/11/2014 di
recesso dal consorzio universitario della provincia di Agrigento.
Tale recesso è stato imposto dai tagli
finanziari e dai minori trasferimenti del governo alle province.
La situazione finanziaria dell'ente e
il rispetto del patto di stabilità non consentono più la
possibilità di sostenere la spesa.
Con successiva determinazione del
commissario straordinario n.24 5/3/2015 è stata approvata la
proposta di determinazione n.1 del 5/3/2015 con la quale è stata
revocata la determinazione commissariale 199 sopra citata a
condizione che nella legge finanziaria regionale venissero trovati
gli stanziamenti promessi dal presidente della regione Sicilia in
seguito a precise richieste della provincia, avanzate il 20 gennaio
2015 e il 4 marzo 2015, per scongiurare il recesso dal consorzio
universitario.
Il presidente aveva confermato
l'impegno del governo regionale all'inserimento di stanziamenti
triennali congrui che avrebbero consentito il permanere della
provincia nel consorzio universitario. Con nota al presidente della regione
Sicilia dell'8 giugno 2015 il commissario straordinario ha rilevato
come nell'articolo 72 della legge di stabilità regionale 2015 la
regione ha previsto il trasferimento di euro 800.000 direttamente al
cupa e ha preso atto che la condizione sospensiva inserita nella
determina 24 del 5 marzo 2015 non si era avverata, quindi ha
dichiarato il recesso già deliberato con la delibera determina 199
del 2014.
La piena efficacia della determina 199
è stata quindi comunicata al signor prefetto ed al presidente del
cupa, con note 19 e12 giugno a firma del dirigente del settore
politiche del lavoro e dell'istruzione perché gli stessi ne
avessero piena conoscenza. La lettura semplice e piana degli atti
le avrebbe certamente chiarito, e lei l'avrebbe potuto chiarire ai
suoi lettori, perché la dottoressa Scibetta abbia effettuato le
comunicazioni, come la stessa non si sia sostituita al commissario
straordinario, come non abbia annullato alcun provvedimento, come le
lettere di comunicazione, atto dovuto e di sua competenza, abbiano
avuto lo scopo di dare esecuzione alle determina commissariale.
Avrebbe lei, direttore, potuto e dovuto
informare i suoi lettori che il momento assai difficile per
l'università agrigentina, gli atti di forza necessari, a suo dire,
per la risoluzione dei problemi, le soluzioni del problema sono di
esclusiva competenza degli organi politici e non già dei funzionari.
Mi riservo di ritornare sull'altra
confusione in relazione alle indennità dei dirigenti, a sproposito
citate, per chiarire, carte alla mano, l'argomento oggetto del suo
sarcasmo.
Resta inteso che sono a disposizione
per qualsiasi chiarimento lei dovesse ritenere utile, e confido nella
sua professionalità perché intervenga una corretta informazione che
siamo disposti a corroborare fornendo gli atti ufficiali e la
normativa del settore.
Nel ringraziarla della rettifica che
certamente vorrà pubblicare
i più cordiali saluti
avvocato Rosa Salvago nell'interesse
dei dirigenti della ex provincia di Agrigento.
Risponde
il Direttore
Gentile
avvocato ho letto la sua nota con attenzione e che pubblico
volentieri, in riferimento all'articolo da me pubblicato lo scorso
20 giugno.
Preciso
innanzi tutto che da parte mia, né credo da parte dei lettori che
hanno commentato, c'è stata è c'è l'intenzione di denigrare
o offendere alcuno ma alcune interrogazioni che spero lei, attraverso
i suoi assistiti, potrà dare non tanto al sottoscritto ma quanto ai
lettori.
Certo,
chi ha commentato, così come il sottoscritto, non sprizza gioia da
tutti i pori se si considera che la nostra città sta vivendo un
momento assai difficile e forse il più buio degli ultimi 50 anni.
I
lettori, attraverso i loro commenti, hanno voluto esprimere il loro
sdegno proprio per sottolineare che la nostra realtà è veramente
tipica pirandelliana.
La
drammatica crisi del nostro tempo avvilisce certamente chi non può
arrivare a fine mese e pertanto quando si sente parlare di premi, di
aggiuntivi, di obiettivi e quanto altro possa costituire una
considerevole somma, un pizzico di amarezza deve necessariamente
sopraffarti.
Nel
caso specifico diventa antipatico come funzionari della ex Provincia,
oltre allo stipendio, godono anche di queste "piccole
sfaccettature" mentre si vede morire forse l'unico fiore
all'occhiello presente in città e cioè il Polo Universitario.
La
prego, avvocato, non commetta anche Lei l'errore di riscrivere come
ha fatto nella Sua nota, che tutto è previsto dalle normative
vigenti e quindi non ruba nessuno.
Nessuno
ha scritto di ruberie; il sottoscritto ha voluto soltanto rimarcare
come purtroppo accade dalle nostre parti, che c'è chi gode di
benefici (ribadiamo previsti dalle normative) e c'è sta facendo i
miracoli per salvare l'università ad Agrigento, la cui chiusura
non solo negherebbe il diritto allo studio a tremila studenti, ma
offenderebbe in modo indelebile anche la loro dignità e dei loro
familiari.
Del
resto anche nella vicenda gettonopoli tutto è previsto da normative
vigenti e nessuno dei consiglieri comunali, Le assicuro, ha rubato.
Forse un pizzico di leggerezza perché potevano fare qualcosa in più.
In questi casi più che questione legale scende in campo
prepotentemente la questione morale. Sono due casi ovviamente
diametralmente opposti, ma che hanno un unico punto in comune: tutto
previsto dalle normative vigenti...
Ad
un certo punto della Sua nota, sostiene che " le soluzioni del
problema sono di natura esclusivamente politica..."
Appare
quanto meno singolare come mai otto dirigenti ed un avvocato non si
accorgono come il sottoscritto inizia il proprio Filo di Nota. Scrivo
testualmente: " La diatriba del Cupa necessita di interventi solo
ed esclusivamente costruttivi, forti e squisitamente politici..."
Sarà
stata una svista generale? Può darsi! Ma c'è anche l'ultimo
rigo del Filo di Nota che conferma la chiarezza scritta nel primo
paragrafo e cioè che i dirigenti non hanno alcun potere per
risollevare le sorti del Cupa. Scrivo: " La Lo Bello, vice
presidente della Regione, è pregata di attivarsi immediatamente...".
Mi
pare che più chiaro di così....
Per
quanto riguarda la storia del transito degli 800 mila euro crediamo e
siamo fortemente convinti che bypassare il Libero Consorzio è stato
un atto di urgenza e di necessità immediata. All'epoca dei fatti
ne parlai io personalmente con la Lo Bello, la quale, più o meno mi
disse che c'era una certa urgenza e che comunque nel corso dei
prossimi mesi il presidente Crocetta (molto, molto distratto) avrebbe
provveduto a sistemare il tutto e, quindi, facendo passare le somme
attraverso il Libero Consorzio.
Il
Filo di Nota si chiedeva perché è stato un funzionario della ex
Provincia a scrivere quella nota e non il Commissario straordinario.
Se può, gentile avvocato, ce lo spieghi Lei perché, oltre al
sottoscritto, anche i lettori vogliono capire.
Così
come, e concludo, gradiremmo tutti noi chiarezza, grazie alla Sua
straordinaria presenza a tutela dei dirigenti, di fare luce, carte
alla mano, ed eliminare la "confusione da me creata in relazione
alle indennità dei dirigenti, a sproposito da me citate, per
chiarire l'oggetto del mio sarcasmo (?)".
Le
ripeto, gentile avvocato, che il mio non è assolutamente sarcasmo ma
solo un pizzico di amarezza che credo non coinvolga solo la mia
persona.
In
attesa di Sua graditissima risposta Le auguro buon lavoro.
Lelio
Castaldo
Agrigento notizie.it
Libero consorzio, chiusura degli
uffici per disinfestazione
L'intervento programmato
di disinfestazione negli uffici delle sedi di
Agrigento del Libero Consorzio Comunale sarà
effettuato venerdì 26 giugno. Resteranno, quindi, chiusi al pubblico
venerdì prossimo gli uffici di via Acrone, ex Enel,
il Punto informativo della Stazione delle Ferrovie; gli uffici di via
Esseneto, ex Ipai; l'ufficio Tecnico del Viale della Vittoria; il
Giardino Botanico in via Demetra e il punto Informativo Porta
Quinta per gli interventi di disinfezione,
disinfestazione e derattizzazione. Rimarranno aperti
invece, regolarmente, gli uffici centrali e la sede Urp di
Agrigento di piazzale Aldo Moro. Le regolari attività di lavoro
negli altri uffici della ex Provincia riprenderanno il 29 giugno.
Livesicilia.it
PROVINCE
Stipendi pagati coi soldi delle
strade
Protestano i sindacati degli edili
Il
governo Crocetta per ovviare ai disastri compiuti colpisce a turno
una categoria professionale e sociale.
L'ennesima conferma è la decisione annunciata ieri dal
vicepresidente Mariella Lo Bello di destinare agli stipendi dei
dipendenti delle Province, 10 milioni di euro previsti per la
manutenzione delle strade. E chissà la prossima volta quale comparto
o settore produttivo pagherà il conto degli errori commessi
dall'esecutivo regionale negli ultimi due anni. Sarebbe ora che con
senso di responsabilità la Giunta Crocetta la smettesse di giocare
con la vita dei lavoratori siciliani e mettesse in atto la tanto
annunciata spending review dell'amministrazione regionale, attraverso
la quale recuperare, per esempio, le risorse necessarie per garantire
ai dipendenti delle Province un diritto sacro come quello dello
stipendio ". Lo dichiarano i tre segretari di Feneal Uil, Filca
Cisl e Fillea Cgil regionali, Angelo Gallo, Santino Barbera e Franco
Tarantino che aggiungono: "Noi combatteremo contro questo
ennesimo scippo nei confronti dell'edilizia siciliana, chiamando a
raccolta non soltanto i lavoratori del comparto, ma il tessuto
produttivo, tutti i cittadini e le comunità che stanno pagando a
caro prezzo la mancanza di collegamenti decenti nell'isola". I
segretari Gallo, Barbera e Tarantino sottolineano che questo non
sarebbe il primo atto del genere del governo Crocetta. "Con la
finanziaria di quest'anno - dichiarano - e con le delibere
successive, gli oltre 945milioni di euro destinati dal Cipe al
settore delle costruzioni, sono stati utilizzati dall'esecutivo
regionale per diminuire il deficit del bilancio. E' inammissibile che
una classe politica miope e incapace di programmare, continui a
sottrarre investimenti all'edilizia nell'isola, offendendo i quasi
90mila disoccupati del settore e umiliando tutti gli altri lavoratori
costretti a fare gli schiavi per paghe da fame e in assenza di minime
misure di sicurezza, a causa dei mancati controlli da parte degli
organi competenti". Feneal
Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil annunciano la durissima protesta che
sarà avviata contro questo provvedimento. "Diciamo
basta agli scippi - concludono Gallo, Barbera e Tarantino -
manifesteremo per bloccare le continue soluzioni estemporanee di
questi pseudo governanti. Sono stati loro a distruggere in pochi anni
il settore delle costruzioni che da solo rappresentava oltre il 20%
del Pil siciliano e garantiva enormi entrate fiscali e tributarie,
con cui introitare risorse di cassa a costo zero da spendere in beni
e servizi".
Viadotto Himera, c'è la data: "I
lavori dal 10 agosto
Adesso
c'è una data. E ci sono i dettagli del progetto. La
riunione romana che stamattina ha permesso a Protezione civile, Anas
e Regione di fare il punto sul viadotto Himera ha fissato un primo
tassello inderogabile per la riapertura dell'autostrada
Palermo-Catania: "Il cantiere - assicura l'assessore regionale al
Territorio Maurizio Croce - sarà aperto il 10 agosto". Da quel
momento, secondo l'assessore - che ha partecipato alla riunione
romana con il collega di giunta Giovanni Pizzo e con i dirigenti
Patrizia Monterosso, Calogero Foti, Fulvio Bellomo e Maurizio Pirillo
- l'autostrada diventerà percorribile, tramite un percorso
alternativo, a tappe forzate: "L'autostrada - garantisce
l'assessore - sarà riaperta il transito alle auto entro tre mesi
da quel momento, cioè a novembre". I lavori, però, proseguiranno
anche ad autostrada riaperta: il "pacchetto-bretella", infatti,
prevede anche la demolizione del pilone, che sarà completata entro
dicembre.
Sarà
a quel punto che si capirà se una carreggiata potrà essere
salvata. Con
un percorso che il commissario Marco Guardabassi ha definito di
"decostruzione selettiva": il pilone non sarà abbattuto con gli
esplosivi, ma con un lavoro di precisione. "A opera completata -
spiega Croce - capiremo se la carreggiata in direzione Palermo
potrà essere mantenuta". Certo è che - secondo l'Anas,
rappresentata al vertice dal nuovo numero uno Gianni Vittorio Armani
- i lavori di demolizione del pilone, a qualche centinaio di metri
dal percorso della bretella, non interferirà con il passaggio delle
auto.
Resta
ancora da definire il nodo-risparmi. Se
la carreggiata fosse mantenuta, infatti, le opere di ricostruzione
del viadotto costerebbero di meno, e a quel punto si deciderà cosa
fare con i risparmi: "In questa fase - dice l'assessore regionale
al Territorio - è una valutazione ancora prematura". Prima c'è
da fare dell'altro: come
LiveSicilia ha spiegato oggi,
infatti, il progetto definitivo sarà consegnato all'inizio di
luglio, poi dovrà essere valutato dal "responsabile unico del
procedimento" e infine dovrà passare al vaglio della "conferenza
di servizi", l'organo chiamato a pronunciarsi sull'impatto
ambientale. È in questo modo che la tabella di marcia arriva fino al
10 agosto per l'avvio del cantiere. Che oggi, dopo mesi di rinvii, ha
finalmente una data certa. Il giorno delle ruspe.
Sì ai tagli ai Consigli
comunali
"Saltano" duemila amministratori
Approvati
a Sala d'Ercole gli articoli del disegno di legge sui tagli alla
composizione e alle indennità dei Consigli comunali.
Si attende, quindi, solo il voto finale.
"Con
questa legge - ha detto Antonello Cracolici, presidente della
commissione Affari istituzionali all'Ars-
mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d'Italia: la
'specialità' adesso è 'normalità', non è più un
privilegio. Voto in maniera convinta questa legge - ha proseguito -
che è arrivata in Aula dopo essere stata approvata ad unanimità in
commissione: non è la legge che avrei voluto in tutto e per tutto,
abbiamo accettato compromessi ragionevoli, alla fine siamo di fronte
ad un testo completo e coerente. Voglio solo ricordare - ha
aggiunto Cracolici - che questa legge segue l'approvazione di
norme da parte di quest'aula che adeguano le indennità dei
parlamentari regionali ai consiglieri regionali del resto del Paese.
Stiamo portando avanti un percorso coerente di tagli alla spesa e
razionalizzazione degli enti locali e di governo: oggi abbiamo messo
un altro tassello alla 'modernizzazione' della Sicilia".
Cracolici
ha poi ricordato alcuni 'numeri' di questa riforma:
"si tagliano circa 1.300 consiglieri comunali in Sicilia sui circa
6.200 attuali; si tagliano 500 assessori fra piccoli e grandi comuni;
si riducono 102 consiglieri di Circoscrizione a Palermo Catania e
Messina, si cancellano i consigli di Circoscrizione che, se pur a
titolo gratuito, sarebbero potuti essere costituiti negli altri
comuni siciliani: è una riforma seria e importante - ha concluso -
bastano queste cifre per capire che le critiche a questa legge sono
stucchevoli e strumentali".
"Una
riforma importante - dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd
all'Ars - che
fa risparmiare le casse pubbliche, allinea la Sicilia al resto del
Paese e rende più moderna la vita democratica degli enti locali. Il
Partito Democratico ha dato un contributo importante - aggiunge
Gucciardi - riuscendo, insieme con la maggioranza, ad approvare una
testo coerente con l'impostazione iniziale, rispettando comunque la
volontà dell'Aula che in ogni caso resta sovrana. È stato un
lavoro complesso portato avanti fra più di una difficoltà tecnica e
politica: preferisco guardare i tanti aspetti positivi di questa
riforma, sapendo che si tratta di una materia complessa sulla quale è
difficile raggiungere unanimità. Ma ogni legge deve essere valutata
anche in relazione al contesto generale: oggi abbiamo raggiunto un
risultato importante".
"Stiamo
portando a casa - afferma il capogruppo dell'Udc all'Ars
Mimmo Turano -
una riforma importante che non comporta solo risparmi e regole chiare
ma costituisce anche un segnale forte della politica ai cittadini.
Non è una legge contro gli amministratori locali - spiega Turano -
al contrario credo che questo provvedimento aiuterà tutti a
presentarci davanti ai cittadini con maggiore serenità, coscienti sì
dei sacrifici ma anche di aver arginato prassi e comportamenti non
più tollerabili nella sfera pubblica".
"Un
passo importante in direzione di un vero decentramento amministrativo
che ampli la partecipazione delle Circoscrizioni sulle
scelte che riguardano l'intera città e renda il cittadino più
vicino al Palazzo". E' il commento soddisfatto di Anthony
Barbagallo al voto positivo dell'aula che di fatto inserisce, nella
nuova legge sugli Enti Locali in discussione all'Ars,
l'emendamento che prevede il passaggio delle deleghe e
funzioni alle circoscrizioni. "Pensiamo ad una pubblica
amministrazione vicina alla gente, - continua Barbagallo - attuando
una decentralizzazione che si attua in ossequio ai principi
costituzionali del decentramento amministrativo, della trasparenza e
della funzionalità".
Critica,
invece, l'opposizione: "Votiamo 'sì' - si legge in una nota
del Movimento cinque stelle -, ma col naso turato. Si poteva fare
tantissimo, ma ci si è accontentati del minimo, con
l'aggiunta della sconcezza di rinviare l'applicazione anche delle
norme economiche ai rinnovi dei consigli comunali. Questa non è
certo la legge che avremmo scritto noi, ma la votiamo in attesa della
norma che approveremo quando governeremo, quando saremo noi la
maggioranza dentro quest'aula. E a forza di autogol come questo del
Pd, lo saremo molto presto". Il Movimento 5 Stelle all'Ars ha detto
"sì" alla legge sui consigli comunali, ma con tantissime riserve
che lasciano parecchio amaro in bocca "per quello che poteva essere
e non è stato". "Si poteva - dicono i deputati M5S - applicare
da subito la legge, ed invece per tante parti viene rinviata ai
rinnovi dei prossimi consigli, si poteva abolire le commissioni sotto
i 10 mila abitanti e non si è fatto. Non si è riusciti nemmeno ad
abolire la vergogna del voto in doppia giornata, grazie al capolavoro
della Sudano, che ha rivelato tutte le contraddizioni all'interno di
un Pd, ormai letteralmente senza bussola, un partito che ormai è
un'accozzaglia di anime diverse in aperta guerra tra loro, che non
potranno che portare la Sicilia alla rovina".
"L'ars
sui comuni - ha detto il deputato di Forza Italia Giuseppe Milazzo -
approva una norma pastrocchio: in alcuni comuni aumenta gli
assessori, rinvia il taglio su indennità e decide di nn approvare la
riduzione da 2 ad 1 giorno per le elezioni amministrative che avrebbe
portato un risparmio concreto".
Province, i lavoratori
protestano
Incontri con governo e Ardizzone
Da
un lato, hanno incontrato il governatore Crocetta.Poco
lontano, il presidente dell'Ars Ardizzone e i capigruppo di Sala
d'Ercole. I lavoratori delle ex Province siciliane, e i sindacati
hanno sfilato oggi per le vie di Palermo chiedendo certezze sul loro
futuro. Alla fine, all'esecutivo regionale sono stati strappati un
finanziamento da dieci milioni di euro (soldi che verranno tolti però
agli interventi sulla viabilità) e un tavolo di crisi che verrà
aperto martedì prossimo."Ma la protesta continua"
ribadiscono le sigle.
Un
migliaio di lavoratori delle ex Province si era radunato in piazza
Marina a Palermo, dove
nella tarda mattinata si sono mossi in corteo diretti a Palazzo dei
Normanni, sede dell'Assemblea regionale. Lo sciopero regionale è
stato organizzato dai sindacati confederali insieme a Casa Cosa e al
coordinamento delle Rsu di tutte le province per per dire no ai tagli
del governo nazionale e chiedere al parlamento siciliano di varare
subito la legge di riordino di funzioni e competenze da assegnare ai
nuovi Liberi consorzi, che hanno mandato in soffitta le 9 Province
nell'isola con la legge di riforma approvata a marzo dello scorso
dall'Ars a marzo dello scorso anno.
Venticinque
pullman carichi di lavoratori sono giunti a piazza Marina da tutta la
Sicilia."Chiediamo
all'aula - ha detto il segretario regionale della Fp Cisl, Gigi
Caracausi - di riprendere l'esame della legge Cracolici sui Liberi
consorzi, naufragato per il voto d'aula che ha bocciato l'articolo
1". Della stesso avviso anche la Fp Cigl, secondo cui per
consentire il funzionamento dei 9 enti siciliani al momento
commissariati servirebbero almeno 30 milioni di euro."La legge
Cracolici - aggiunge il segretario regionale della Fp Cgil, Michele
Palazzotto - consentirebbe di definire il problema dell'attribuzione
di funzioni e competenze ai 9 nuovi Liberi consorzi e risolvere il
tema del personale". E Gianni Borrelli della Uil Sicilia
aggiunge: "La situazione in Sicilia è gravissima. Per questo
chiediamo l'attivazione di un tavolo di crisi coinvolgendo la
deputazione nazionale". Alle 13 i sindacati hanno invontrato il
governatore della Sicilia Rosario Crocetta, subito dopo a Palazzo dei
Normanni è previsto un incontro con il presidente dell'Ars Giovanni
Ardizzone e i capigruppo dell'Assemblea regionale.
"Sulle
ex Province la mobilitazione dei lavoratori va avanti".
Così le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Fpl, Csa e il coordinamento delle Rsu delle Province, hanno
commentato gli incontri avuti questo pomeriggio con i vertici
dell'Ars e del governo regionale, e lo sciopero che oggi ha portato
in piazza quattro mila lavoratori con un'adesione di circa
l'80 per cento.
"Il
governo ha accettato di aprire un tavolo di crisi sulle Province che
partirà martedì prossimo - dicono i sindacati - Registriamo
l'attenzione verso i lavoratori ma le risposte arrivate finora sia
dall'Assemblea regionale che dall'Esecutivo non bastano a
risolvere le tante questioni aperte". Dunque la mobilitazione
continua con nuove iniziative di protesta "per fare pressione sul
governo nazionale e regionale e salvaguardare il personale e le
risorse destinate alle ex Province, indispensabili per garantire i
servizi ai cittadini", sottolineano i dirigenti sindacali.
Una
posizione annunciata sia al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone
- che
ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in
Sala Rossa insieme ai capigruppo di Palazzo dei Normanni e al
presidente della Commissione Affari Istituzionali Antonello Cracolici
- sia al vice presidente della Regione Mariella Lo Bello che ha
aperto il confronto con i segretari generali e consegnato loro la
bozza di un ddl che consente, tra l'altro, l'utilizzo di 10 dei
30 milioni destinati alla manutenzione delle strade per chiudere i
bilanci delle Province ed evitare il default. L'altra "apertura"
è arrivata dall'Ars che domani deciderà il calendario dei lavori
d'aula dando priorità proprio alla riforma delle Province. Con una
promessa: "Chiudere tutto entro il 31 luglio".
Presente
agli incontri anche il sindacato Asia della Palermo Energia, una
società partecipata al 100% in
house della Provincia Regionale di Palermo."Bisogna mettere fine
- ha detto il dirigente sindacale Fabrizio Scarpinato - ad un
commissariamento che già dura da circa 27 mesi, e che sta gettando
nel panico, sconforto e disperazione sia i dipendenti provinciali che
i dipendenti delle società partecipate in particolare la Palermo
Energia. Bisogna tutelare senza distinzioni - ha proseguito
Scarpinato - sia i dipendenti provinciali che quelli delle
partecipate. La convenzione di Palermo Energia scadrà il 30
giugno e dal 1 luglio scatterà la liquidazione ed il
licenziamento per 140 dipendenti, che ricordo - ha
aggiunto il dirigente sindacale - espletano servizi essenziali e di
pubblica utilità per l'ente da oltre vent'anni con un
contratto a tempo indeterminato e gridando a gran voce
comunità di intenti da destra a sinistra per trovare la giusta
soluzione è di prorogare la convenzione fino al disegno di legge.
L'auspicio è quello che come da impegno del presidente Ardizzone
prima del 31 luglio venga approvata la legge sui liberi consorzi
che tutti dipendenti sia provinciali che delle partecipate in
scadenza di convenzione possano avere uguale dignità e diritti
e tutela al proprio posto di lavoro".
"Se
non si fa la legge di riforma si va al dissesto delle province e se
questo avviene, a cascata c'è il dissesto della Regione. E
quindi mi sembra automatico sciogliere le righe e andare al voto ad
ottobre". L'ha detto ai cronisti il presidente dell'Ars,
Giovanni Ardizzone, a Palazzo dei Normanni, dopo aver incontrato con
i capigruppo dell'Assemblea regionale i sindacati per discutere del
completamento della riforma delle province. La riforma delle Province
"andrà in aula il 30 giugno". Ha infine assicurato
Ardizzone.
Gds.it
UNIVERSITA'
Agrigento, sei corsi e due master: il
futuro del Cupa è stato già pianificato
Sei
indirizzi di studio e due master di alto valore formativo. Si
presenta così l'offerta formativa dell'università di Agrigento,
sede staccata dell'Ateneo di Palermo, per l'anno accademico 2015
- 2016. Nonostante i venti di crisi, per le vicende legate alla
sopravvivenza economica e finanziaria dell'ente, dunque il
Consorzio universitario, sotto la direzione della preside, Maria
Immordino, prosegue per la sua strada programmando il prossimo anno.
Questi
gli indirizzi di studio che gli studenti potranno scegliere:
Beni culturali (laurea triennale) con curriculum su Patrimonio e
Turismo culturale; Beni culturali (laurea triennale) con curriculum
Storico - Archeologico; poi la laurea magistrale in Archeologia, la
laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Giurisprudenza ed
infine la laurea triennale in Servizio sociale. Rispetto al passato
c'è solo una facoltà in meno, quella di Ingegneria. I bandi di
concorso saranno disponibili a partire dal prossimo luglio mentre gli
esami di ammissione, ormai obbligatori per tutti i corsi di laurea,
si svolgeranno a settembre. Sul sito internet dell'università,
all'indirizzo uniag.it sono stati pubblicati gli indirizzi di
laurea, le modalità su come iscriversi ed i bandi.