ADNKRONOS
In rete l'ultimo aggiornamento dell'elenco di istituzioni ed associazioni della provincia
Pubblicato sul sito dell'Ente www.provincia.agrigento.it, nella pagina Urp e stampa/Ufficio stampa/pubblicazioni, l'ultimo aggiornamento dell'elenco di istituzioni ed associazioni operanti in provincia di Agrigento. Gli aggiornamenti in primo luogo, riguardano il Libero Consorzio e le modifiche ai vertici istituzionalizzali quali il Governo Regionale e i nuovi sindaci della provincia eletti alcune settimane fa. L'elenco, pubblicato in formato pdf a cura dall'ufficio stampa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, include una serie di notizie su vertici, indirizzi e numeri telefonici di enti ed associazioni utili a cittadini. Questo prezioso strumento di lavoro viene aggiornato e migliorato da parte dell'ufficio stampa in tempo reale. I soggetti interessati ad inviare segnalazioni ed aggiornamenti per integrare la pubblicazione o per l'inserimento nelle categorie presenti nell'elenco possono chiamare lo 0922/593228 oppure lo 0922/593267 o inviare una e-mail all'indirizzo ufficiostampaproag@yahoo.it. Le variazioni verranno eseguite nel più breve tempo possibile.
Agrigentooggi
Cambiano gli orari di lavoro del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Dal 29 giugno, è entrato in vigore l'orario di servizio estivo, così come disciplinato dalla Determinazione n. 19 del 25/06/2005.
L'apertura degli Uffici al pubblico sarà così articolata:
Lunedì dalle ore 9:30 alle ore 12.00
Martedì dalle ore 15:30 alle 17.00
Mercoledì dalle ore 9:30 alle ore 12.00
Giovedì dalle ore 9:30 alle ore 12.00
Venerdì dalle ore 9:30 alle 12.00
La disposizione prevede anche la modifica dell'orario di servizio estivo per i dipendenti, per il periodo che va dalla quarta settimana del mese di Giugno e fino alla prima settimana del mese di Settembre.
Il Personale Stradale dovrà prestare servizio dalle ore 07.00 alle ore 13.00 dal Lunedì a Sabato, mentre il rimanente personale dalle ore 07.45 alle ore 14.15 dal Lunedì al Venerdì con rientro settimanale il Martedì.
I dipendenti, nell'ambito dell'istituto della flessibilità, potranno concordare,con il Direttore del rispettivo Settore di appartenenza, un diverso orario di entrata e di uscita, con possibilità di recupero delle eventuali ore prestate in meno.
Ministero dell'Interno
Sicurezza anziani, campagna informativa ad Agrigento
Dalle Forze dell'ordine i suggerimenti per prevenire rischi di truffe, raggiri, furti e rapine.
Momenti di confronto con la popolazione anziana per sensibilizzare sul tema della sicurezza. Parte ad Agrigento la campagna promossa dall'associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato in collaborazione con il dipartimento della Pubblica sicurezza. Cuore dell'iniziativa, una capillare distribuzione su tutto il territorio di vademecum e dépliant che forniranno una serie di suggerimenti allo scopo di prevenire rischi di truffe, raggiri, furti e rapine. Semplici regole di comportamento suggerite per evitare di finire nelle mani di malintenzionati in casa, per strada, sui mezzi di trasporto, nei luoghi pubblici, ma anche attraverso l'uso dei mezzi informatici. Le occasioni di potenziale pericolo sono molteplici e nel dépliant vengono indicati i trucchi più frequenti messi in atto dai malintenzionati e suggeritii comportamenti da adottare. Tra le regole fondamentali, quella di rivolgersi con fiducia e senza timore alle Forze dell'ordine (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza) per segnalare atteggiamenti sospetti e per denunciare situazioni di pericolo. Le statistiche nazionali dimostrano come gli anziani sono una categoria più esposta ai fenomeni criminali e, quindi, quanto sia di grande valenza sociale la promozione di una campagna di prevenzione dei reati in loro danno che,attraverso una valida informazione, fornisca consigli utili per evitare di incorrere in situazioni di rischio. L'iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi presso la sala "Silvia Pellegrino" del Libero Consorzio comunale di Agrigento in una giornata organizzata dalla prefettura in partenariato con Confartigianato persone di Agrigento e in collaborazione con la polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e il corpo della Guardia di finanza.
LA SICILIA
RIFIUTI.
Il punto sulla complessa situazione
secondo Teresa Restivo e Vincenzo Ortega
Dopo anni di parole, 15 giorni per i
fatti.
Quasi caos. La Regione sollecita la
trasformazione degli Ato in Srr o Aro, ma i nodi vengono al pettine.
Quando si accenna agli addetti ai
lavori della proroga di 15 giorni disposta dalla Regione rispettò
alle procedure di trasformazione delle Ato in Srr o Aro, in pochi
sono capaci dì trattenere un sorriso.
Due settimane, dopo annidi ritardi
normativi e burocratici, sembrano realmente un "soffio" e in
molti, or mai si dicono pronti a vedere all'orizzonte l'arrivo di
un nuovo lungo prolungamento dei termini previsti.
Il territorio di Agrigento,
evidentemente, non fa eccezione. Ad oggi l'Ato Gesa Ag2, ad
esempio, attende atti da parte del commissario della Srr Agrigento
Est, il quale, a sua volta, attende che la Regione faccia la pro pria
parte. Il riferimento è al piano della dotazione organica della
nuova Società, che dovrà raccogliere i 99 dipendenti dell'Ambito.
"Se questo passaggio non avviene - spiega il liquidatore Teresa
Restivo - non posso avviare pienamente le procedure di liquidazione e
de vo continuare a produrre atti di 'ordinaria amministrazione'
che servono, appunto, a gestire il personale ancora in carica".
Allo stesso modo, l'ingegnere
Vincenzo Ortega, presidente della Srr Agrigento Est, attende anche
lui che altri facciano la propria parte."Siamo in attesa da tempo
spiega dell'approvazione, da parte della Regione, della
dotazione organica della Srr, anche se so che è all'attenzione
della Giunta di governo. Ma anche dopo questo passaggio però siamo
comunque b perché la legge regionale 9 del 2010 prevede che dobbiamo
curare ìl passaggio del personale dei due ambi ti Gesa e Dedalo e
delle ditte che attualmente espleta no il servizio verso le nuove
società che si occuperanno di gestire il servizio attraverso il
piano d'intervento per garantire la continuità, ma come è noto
questi piani non sono stati ancora approvati. Inoltre, anche qualora
si dovesse provvedere a svolgere la gara d'appalto, il rischio è
comunque che per un tot di tempo si agirà sempre e comunque con
ordinanze di proroga e con un 'rimbalzo' del personale. Si tratta
in verità di formule intermedie che saranno necessarie per poter
prendere tempo anche perché al momento non sono chiari ancora
diversi aspetti. Ad esèmpio conclude - non è stato pienamente
spiegato dalla Regione come avverrà il passaggio di questo
personale, con quali formule. Noi abbiamo avanzato diverse richieste
di un parere all'Assessorato, ma senza mai ricevere risposta".
(G.S)
«Policlinici dei Beni culturali ad
Agrigento e Catania-Siracusa
La proposta del ministero attraverso
il Consiglio superiore.
ISABELLA DI BARTOLO
Il primo Policlinico dei beni culturali
potrebbe nascere in Sicilia. E precisamente nel polo Catania Siracusa
e ad Agrigento. Per una volta, infatti, l'Isola diventa modello di
gestione del patrimonio secondo le nuove direttive dettate dallo
stato. A suggerirlo è il ministero di Franceschini attraverso il
Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici.
«L'idea è semplice e concreta
dice il presidente Giuliano Volpe ed è quella di istituire
strutture miste che vedano insieme Atenei, Soprintendenze e Cnr
insieme con l'apporto delle associazioni professionali, in cui
docenti, ricercatori, tecnici, funzionari lavorerebbero insieme
mettendo in comune strutture, laboratori, biblioteche e soprattutto
competenze conoscenze, sensibilità diverse con evidenti vantaggi in
termini di miglioramento della qualità tanto nella tutela e
valorizzazione quanto nella formazione e nella ricerca».
Policlinici dei beni culturali" che
colmerebbero le lacune di questi ultimi anni e che in Sicilia
avrebbero terreno fertile.
"L'Isola ha un regime diverso
autonomo dice il professore Volpe e questa sua peculiarità
politica e dunque gestionale ha vantaggi importanti rispetto a certi
lati negativi gestionali dovuti all'eccessiva frammentazione
provinciale. La Sicilia ha in se un idea di fondo che e positiva e
che io difendo: quella dell'accentramento della gestione io sono
favorevole infatti al modello siciliano che prevede un soggetto unico
capace dunque di collaborare con Università e Cnr.
L'esempio concreto è quello di
Agrigento: la città dei Templi vanta un'ottima soprintendenza,
competente e da sempre aperta a collaborazioni; ha anche un Parco
archeologico autonomo e l'Università di Palermo con la sua facoltà
umanistica. Ecco, mettiamo insieme questi organismi e istituiamo il
primo Policlinico dei beni culturali»
Un esperimento, dunque. «Lo stesso che
si potrebbe dovrebbe fare anche nel territorio di Catania-Siracusa
prosegue il presidente del Consiglio regionale dei Beni culturali
dove ha sede anche
l'Istituto per i beni archeologici
del Cnr, la scuola di specializzazione in Archeologia e
l'università. Tra l'altro,l'Ibam già lavora in questo senso e
proprio da questa sinergia io partirei. La Sicilia potrebbe
dimostrare una capacità di proposte che
ha perso in questi anni; potrebbe
divenire pioniera di idee innovative nel campo dei beni culturali.
Potrebbe dunque candidarsi a modello anche per le altre regioni
dimostrando cosi con i fatti come l'autonomia contestata da
qualcuno possa essere un occasione di rilancio. La Sicilia
potrebbe rilanciare con il suo modello di tutela unica di patrimonio
culturale, che trovo quello più corretto in Italia, e potrebbe fare
un ulteriore passo in avanti superando le barriere tra
università,enti di ricerca e istituzioni».
L'idea e dunque quella di un
coordinamento di sistema pubblico che abbia maggiore efficacia
rispetto a quello degli ultimi decenni. E tutto ciò con conseguenze
anche in termini di occupazioni.
«La proposta dice Volpe
avrebbe incidenza punto di vista lavorativo e delta diminuzione delle
iscrizioni. La formazione non è adatta alle esigenze di oggi e in
tal senso occorre anche un ripensamento delle Scuole di
specializzazione. L'isola, invece di restare spettatrice davanti a
una situazione di stallo potrebbe
divenire protagonista di un cambiamento serio».
Il Consiglio superiore dei Beni
culturali annuncia la disponibilità a discutere del progetto con il
governo regionale. «Sono disponibile a sostenere l'idea e seguirla
in termini pratici dice Volpe
in tutte le sue fasi In questo momento
la Sicilia ha in atto un accordo sottoscritto, tra i ministeri ai
Beni culturali e quello dell'università lo scorso 19marzo, ed è
partendo da questo accordo che certori guarda lo Stato ma può essere
esteso alla Regione siciliana che occorre lavorare.
Il sottosegretario Faraone, siciliano,
potrebbe guardare con interesse a questa prospettiva e certamente
anche il direttore del Cnr, Nicolais, ne sarebbe molto interessato
cosi come il presidente dell'lbam di Catania Malfitana. Ci sono
tutte le condizioni per avviare la rivoluzione: serve adesso che la
Regione assuma il suo ruolo e sono pronto a discuterne con il
presidente Crocetta e l'assessore.
Purpura ben consapevole che questa
opportunità sarà per entrambi di grande interesse».
Caos politico il governatore non
riferisce all'Aula.
GIOVANNI CIANCIMINO
Al di là della complessa situazione
politica, l'Ars non può fermarsi. E il monito del presidente
Ardizzone, consapevole che la sessione estiva dispone di un mese
prima delle ferie. Ieri, con la relazione del presidente della
commissione Affari istituzionali, Cracolici, sullo stato dell'arte
del ddl sulla riforma delle Province, la prosecuzione del dibattito e
stata rinviata a metà luglio. Il provvedimento è complesso, ha seri
risvolti politici: il testo all'esame dell'Aula non è condiviso
da Crocetta, quindi si inquadra nella cornice dei rapporti tra
maggioranza, governo e Ars. Data l'ingarbugliata situazione
politica il presidente Ardizzone ha invitato il governatore Crocetta
a riferire in Aula. Vi si sarebbe recato nel corso della seduta, ma
non si e visto.
Al suo esordio con l'apertura verso
l'Aula, l'assessore Pistorio ha confermato la propensione dei
politici in Giunta al dialogo con l'Ars. Quindi e stata avviata la
discussione del ddl sugli appalti. Si e bloccata subito in seguito al
dubbio di legittimità costituzionale sollevato da Cracolici:
contrasto col codice nazionale in materia e secondo la Consulta le
Regioni, ancorché abbiano poteri concorrenziali, non possono
legiferare sul caso specifico. Ne è nata una disputa col
pentastellato Trizzino. Ardizzone ha tagliato corto: «Evitiamo di
fare norme spot che poi sarebbero leggi boomerang per l'Ars a forte
rischio di impugnativa». Sul nodo oggi riferirà l'assessore
Pizzo.
E stata avviata anche la discussione
del ddl sui centri storici, relatore Barbagallo: «Permetterà di ri
lanciare l'intreccio, fondamentale, fra assetto e sicurezza
urbanistica, ambiente, beni culturali e turismo. Abbiamo predisposto
norme in grado di rispettare le previsioni di tute la dell'ambiente
e al tempo stesso di rilanciare il settore edile".
Conferenza stampa del centro destra.
Falcone: «Ad oggi non sono stati erogati i fondi ai Comuni, con sei
mesi di ritardo, nemmeno i fon di per i precari, i forestali, i
fornitori che prestano servizio per la Regione. Da qui a un mese e
mezzo sa remo in crisi di liquidità e sara messa in discussione
l'erogazione della spesa pubblica. Il governo vada a casa.
L'ingresso di Pistorio in Giunta, un politico, ha fatto saltare il
sistema Crocetta Cordaro: «Ho parlato con l'assessore Baccei, e
seria mente preoccupato perché le ultime vicende tra il governatore
e il Pd mettono seriamente in pericolo i 350 mln che servono alla
Sicilia per l'equilibrio del bilancio. Una vergogna storica
Assenza: «Sfiducia Solo chiacchiere del Pd. Alcuni dei suoi deputati
in contestazione con Crocetta, addirittura in contenzioso penale con
lui a testa bassa non hanno votato la sfiducia. la pseudo maggioranza
al momento in cui c'e da occupare qualsiasi s tra lasciate
legittime aspettative dell'I sola». Per Marco Falcone «con gli
assessori di questa Giunta assegna ti dopo il flop della prima
nozione con il manuale Cencelli del Pd, oggi il Partito democratico
non può dirsi estraneo al fallimento dell'azione di governo ne è
pienamente responsabile»
Sicilia24h.it
Online l'ultimo aggiornamento
dell'elenco di istituzioni ed associazioni della provincia
Pubblicato sul sito dell'Ente
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stampa/pubblicazioni, l'ultimo aggiornamento dell'elenco di
istituzioni ed associazioni operanti in provincia di Agrigento. Gli
aggiornamenti in primo luogo, riguardano il Libero Consorzio e le
modifiche ai vertici istituzionalizzali quali il Governo Regionale e
i nuovi sindaci della provincia eletti alcune settimane fa. L'elenco, pubblicato in formato pdf a
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Agrigento, include una serie di notizie su vertici, indirizzi e
numeri telefonici di enti ed associazioni utili a cittadini. Questo
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Gds.it
Tassa di soggiorno ad Agrigento, il
"sì" di Firetto
Tutti
pazzi per l'imposta sul soggiorno. Anche
l'amministrazione comunale neo eletta, con a capo il sindaco Lillo
Firetto, intende introdurre l'applicazione di questa "tassa"
tanto contestata dagli albergatori ed in passato oggetto di scontro
politico in città. Tanto è vero che il tentativo portato avanti
dall'ex commissario straordinario, Luciana Giammanco, nel mese di
dicembre del 2014, non è andato a buon fine ma solo per un paio di
voti. Era stato il "vecchio Consiglio comunale", quello di
"Gettonopoli" a bocciare la proposta del commissario per
rimpinguare le casse comunali: 9 consiglieri hanno votato no, contro
gli otto voti favorevoli, alla delibera che sarebbe decorsa da oggi,
primo luglio 2015. Se fosse passata, ogni turista avrebbe pagato nei
B&B fino a due stelle un euro, due euro in quelli a tre stelle,
un euro e cinquanta negli alberghi a tre stelle, due euro per i
quattro stelle e due euro e cinquanta centesimi per i cinque stelle.
Un euro, invece, per tutte quelle strutture classificate in casa
vacanze, affittacamere e alberghi a una sola stella. Le strutture
ricettive avrebbero poi dovuto corrispondere l'importo al Comune.
Ecco quindi che la nuova amministrazione si fa avanti e sta studiando
un piano non solo per l'applicazione dell'imposta, ma soprattutto per
l'utilizzazione dei fondi.
Livesicilia.it
Rese dei conti, vertici e mozioni di
sfiducia. Ma nessuno vuole davvero staccare la spina
Tre
assessori via dalla giunta in una settimana. Un "colpo" in grado
di mandare a gambe all'aria qualsiasi governo.
Di far calare il sipario su qualunque legislatura. Non qui. Non in
Sicilia. Dove l'ormai probabile addio di Lucia Borsellino, che si
aggiungerà a quelli freschissimi di Nino Caleca ed Ettore Leotta,
rischia di non lasciare alcun segno a Sala d'Ercole, tra i partiti di
governo, dove in tanti sono pronti al solito, prevedibile, surreale
"rilancio" dell'azione di un esecutivo che presto giungerà al
trentasettesimo assessore in trenta mesi. Uno ogni venti giorni.
Tanti quanti furono cambiati da Raffaele Lombardo. Ma in quasi cinque
anni.
A
Palazzo dei Normanni però non c'è fretta.
Né ansia. Il governatore, chiamato a riferire in Aula, ha fatto
sapere nel pomeriggio che non si sarebbe presentato. Era
improvvisamente scoppiata una prevedibilissima emergenza rifiuti.
Della situazione politica, Crocetta ha chiesto che si parli la
prossima settimana. E nessuno, tra gli scranni del parlamento, ha
protestato, chiedendo di affrontare gli evidenti problemi di un
governo allo sbando. Nessuna fretta, invece. Nessun
problema.
Nonostante
una mozione di sfiducia sia stata annunciata persino da un esponente
del Pd,Fabrizio
Ferrandelli, che ha pure lanciato una iniziativa su Facebook con la
quale chiede ai siciliani di lanciare un messaggio ai "coraggiosi":
staccare la spina. Ma la spina sembra, in realtà, non volerla
staccare nessuno. "Certamente però - dice il presidente della
commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici - se andiamo
avanti così, resterà solo l'ultimo a spegnere la luce. È come una
pallina lanciata giù per una discesa, che acquista progressivamente
velocità. Dobbiamo essere sinceri con noi stessi: il voto di Gela ha
lanciato un messaggio chiaro, i siciliani non gradiscono il governo
Crocetta. Si è rotto il rapporto tra l'esecutivo e la società. E
anche tra il governo regionale e quello nazionale". Tensioni
esplose negli ultimi giorni con le forti polemiche tra il presidente
della Regione e il sottosegretario Davide Faraone: "Una situazione
che non sarei in grado di spiegare a chi giunge in Sicilia da
un'altra parte, considerato che entrambi i presidenti, quello del
Consiglio e quello della Regione sono esponenti del Partito
democratico. Adesso bisogna ripartire davvero, è l'ultima chiamata,
altrimenti ci aspettano mesi di logoramento dovuti al fatto di
mettere le polemiche personali al di sopra dell'interesse generale".
E ovviamente, ad aggravare la situazione le imminenti dimissioni di
Lucia Borsellino "che non è un assessore come gli altri - dice
Cracolici - visto che è l'unico indicato da Crocetta prima del
voto. È stata Lucia a chiedere ai siciliani di votare Crocetta,
durante la campagna elettorale, mettendoci la faccia".
Ripartire.
Svoltare. Cambiare passo. Formule
tirate fuori dagli sgabuzzini del politichese molto spesso, nel corso
di questi trenta mesi di legislatura, un po' da tutte le forze
politiche, a turno. E nelle prossime ore gli stessi partiti
celebreranno il nuovo, vecchio rito della "riunione di gruppo".
Toccherà al gruppo parlamentare del Pd domani, mentre i democratici
tutti si rivedranno alla direzione regionale convocata per sabato,
mentre giovedì sarà il turno dei deputati dell'Udc, alla presenza
dell'ex ministro Gianpiero D'Alia. E anche tra i centristi, l'ipotesi
di sposare una mozione di sfiducia a Crocetta non è nemmeno presa in
considerazione: "A me - spiega il capogruppo Mimmo Turano -
interessa la realtà, non le 'sparate' che non portano a nulla. Il
mio gruppo farà delle richieste precise al presidente Crocetta. Le
metterà nero su bianco e chiederà anche che vengano fissati i tempi
per portare a termine ogni riforma, a cominciare da quella sulle
Province. Ovviamente - aggiunge Turano - c'è un problema
politico che non voglio sottovalutare, ma la situazione non si
risolve con scelte o dichiarazioni umorali". E nemmeno con un
rimpasto, eventualità apertamente richiesta da esponenti del Pd,
come il presidente della Commissione Salute all'Ars Pippo Digiacomo:
"Avrei una medicina, una ricetta - dice il deputato - da suggerire
a Rosario Crocetta per lenire le amarezze dell'urna e per indicargli
la via di una sua sicura rielezione. E cioè quella di costruire una
squadra di governo rigorosamente antitecnica e squisitamente
filopolitica. Di quella politica buona, degli eletti dal popolo
sovrano, di persone pulite e capaci, che ad ogni iniziativa pensano a
fare cose che accrescano soddisfazione e consenso presso
l'elettorato". E non scarta l'ipotesi di un "ritocco" alla
giunta, o quantomeno ai rapporti tra l'esecutivo e i partiti, nemmeno
il leader dei Pdr, Totò Cardinale, che insieme ai deputati di Sala
d'Ercole ha anche sottoscritto un documento politico col quale
chiede, in buona sostanza, di "porre fine alle polemiche
personali". Ma Cardinale va anche oltre: "La soluzione ideale, a
mio modo di vedere - spiega - sarebbe quella di una sorta di
'governo dei migliori' che assista e accompagni il presidente
Crocetta. E per 'migliori', ovviamente, non mi riferisco a qualità
personali o di altro tipo, ma alla possibilità di incidere nei
settori nei quali vengono chiamati a operare, e anche nel rapporto
col governo nazionale. Penso ad esempio - aggiunge Cardinale - al
coinvolgimento dei capigruppo e dei segretari di partito nei
confronti dei quali credo sia giunto il momento di far cadere ogni
pregiudiziale. Penso che oggi, di fronte alle condizioni drammatiche
in cui versa la Sicilia, nessuno possa tirarsi indietro".
Ovviamente, quella del "politico" non è l'unica soluzione
prevista: "Se un tecnico è comunque sorretto dalla politica -
aggiunge Cardinale - può funzionare bene. Ho apprezzato in questo
senso, ad esempio, la nomina in giunta di un dirigente esperto come
Rosaria Barresi. Se un tecnico però ha master e trenta e lode, ma
non è in grado di reggere il suo ruolo, è meglio che vada a
casa".
Ma
sullo sfondo, e nemmeno tanto, restano i problemi di una maggioranza
divisa, sparpagliata,
attraversata da profondissime tensioni. Le stesse che hanno portato
ad esempio Nino Caleca a lasciare la giunta, dopo l'arrivo di
Pistorio: "Spero che il motivo non sia davvero quello - dice il
capogruppo dell'Udc Mimmo Turano - la sua nomina credo possa fare
solo bene al governo". Ma a Sala d'Ercole, nonostante le buone
intenzioni, è già un "tutti contro tutti" che presto potrebbe
emergere, in seguito all'esame della riforma delle Province. Non a
caso, in queste ore è giunta anche la "bordata" al Pd di Antonio
Malafarina, deputato del Megafono, il movimento del presidente
Crocetta: "Come sempre - ha pubblicato sul proprio profilo
Facebook - il Pd al governo, in Sicilia e altrove, non ci sa proprio
stare. Ferrandelli e Cracolici criticano, annunciano sfiducie e de
profundis ma non stimolano i propri assessori, e sono ben 4, a fare
bene e in fretta per le risposte che dovrebbero dare. Manca la
cultura di governo e il senso di squadra". La squadra non c'è da
molto tempo, a dire il vero. Ma tutti hanno ugualmente interesse a
portare avanti la partita. Così, il "fischio finale" potrebbe
arrivare da un'altra parte. Domani l'assessore all'Economia
Alessandro Baccei parteciperà a una riunione della Ragioneria
generale dello Stato, il tema è, ovviamente, quello del bilancio
della Regione siciliana dove il governo regionale deve ancora versare
350 milioni di euro, come previsto da un accordo propedeutico alla
Finanziaria. Due giorni dopo è atteso il giudizio di parifica della
Corte dei conti. Così al di là delle mozioni di sfiducia,
potrebbero essere altri i numeri a mandare in soffitta l'esperienza
del governo Crocetta. I conti non tornano, non solo in politica o in
giunta, ma anche nel bilancio.
Il
caso Tutino scuote il governo. L'assessore Borsellino, dimissioni
confermate
A
24 ore dallo scoppio del caso Tutino, l'assessore regionale alla
Salute, Lucia Borsellino, sta pensando alle dimissioni. Dimissioni
che quasi certamente arriveranno entro questa settimana, dopo aver
chiuso una serie di partite ancora formalmente aperte come quella
riguardante, ad esempio, l'accordo con Ismett.
Già
stamattina si erano diffuse voci su
dimissioni già in qualche modo formalizzate e persino di una
convocazione, da parte dell'assessore, di alcuni dipendenti
dell'assessorato di piazza Ottavio Ziino. Una circostanza, a dire il
vero, smentita da alcuni dei più stretti collaboratori della
Borsellino che parlano di un assessore "ritirato" in un
luogo tranquillo per lavorare appunto alle ultime scadenze prima
dell'addio.
Un
addio che arriverà, comunque, nei
prossimi giorni. Lucia Borsellino deve solo decidere il giorno in cui
convocare una conferenza stampa in occasione della quale renderà
noti i motivi del suo addio alla giunta di Crocetta. "Se Lucia
Borsellino si dimette, - commenta il presidente della commissione
Salute all'Ars Pippo Digiacomo - la causa principale non è
l'inchiesta che riguarda Villa Sofia, dove l'assessorato è stato il
vero braccio operativo della magistratura. Se lei si dimette, è per
altre ragioni. E non arriveranno oggi. Sarebbero un atto sbagliato:
dobbiamo completare un programma di lavoro".
Insomma,
sembra ormai solo una questione di tempo e
di "ufficialità". In una intervista apparsa sul quotidiano
La Repubblica stamattina, del resto, Lucia Borsellino ha detto
chiaramente che "sono venuti meno i motivi che mi hanno portato
dentro la giunta". Un fatto legato anche, ma non solo, alla
vicenda del primario Tutino, arrestato ieri con diverse accuse legate
alla gestione de reparto di chirurgia plastica.
Tutino,
primario di Chirurgia plastica dell'ospedale
Villa Sofia di Palermo, ieri è finito ai domiciliari con le accuse
di truffa, falso, peculato e abuso d'ufficio. Secondo gli inquirenti
avrebbe spacciato interventi di chirurgia estetica per "funzionali",
cioè necessari a salvaguardare la salute dei pazienti. In questo
modo Tutino avrebbe sfruttato a suo piacimento strutture, personale e
mezzi aggirando le regole dell'intramoenia. Quello di Lucia
Borsellino sarebbe il terzo addio al governo Crocetta da parte di un
assessore nell'ultima settimana. Prima di lei avevano lasciato Ettore
Leotta, assessore alla Funzione pubblica, e Nino Caleca, responsabile
dell'Agricoltura.
La
conferma dell'assessorato
"L'assessore
regionale alla Salute Lucia Borsellino ha preso la decisione di
interrompere i rapporti con il governo regionale, si tratta di una
decisione personale maturata nel tempo e presa in autonomia". Lo
dice all'Ansa il capo di gabinetto dell'assessorato regionale alla
Salute Antonio Lo Presti, riferendosi alla voci sulla decisione
dell'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino di rimettere il
mandato. L'addio della figlia del magistrato ucciso da Cosa Nostra
nel 1992 al governo regionale guidato da Rosario Crocetta potrebbe
avvenire in settimana. "L'assessore - dice Lo Presti - tiene a
rispettare alcune scadenze imposte dal ministero della Salute, dunque
intende completare il lavoro avviato nel bene dell'assessorato".