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Progetto Tartalife, inizia il "Tartaworld".
Inizia stamani "Tartaworld", un programma di informazione e sensibilizzazione realizzato dal progetto "Tartalife" per sensibilizzare i turisti, le popolazioni residenti, le amministrazioni locali e, in generale, il grande pubblico, sui pericoli che minacciano la sopravvivenza delle tartarughe marine e sulla necessità di adeguate misure di conservazione.L'iniziativa prevede numerosi eventi organizzati dai partner di progetto in varie sedi (Centri di recupero, sedi di Aree Marine Protette, litorale della provincia di Agrigento). Sulle spiagge della nostra provincia, da Licata a Menfi, l'attività di informazione e di animazione sarà svolta dai quattro giovani selezionati dal Libero Consorzio nei giorni scorsi, ovvero Francesco Caramanno, Davide Lentini, Veronica Gallo e Luisa Maietta. Il primo ciclo di attività durerà sino a tutto il mese di settembre 2015, ma l'impegno complessivo degli animatori sarà di dodici settimane all'anno, durante i mesi estivi, sino a settembre 2018. Oggi e domani Tartaworld farà tappa a San Leone e a Menfi (Porto Palo e Lido Fiore).In particolare, l'attività di animazione si svolgerà attraverso giochi e laboratori, in modo da far conoscere a ragazzi e adulti il mondo delle tartarughe marine in maniera più coinvolgente e diretta, approfondendo la conoscenza delle tematiche ambientali ed ecologiche legate alle tartarughe e al mare più in generale. L'obiettivo è quello di accrescere la conoscenza della biodiversità marina del Mediterraneo, il rispetto e la tutela degli habitat e degli ecosistemi e di far comprendere la necessità di regole comuni per la tutela delle risorse naturali. Gli incontri saranno promossi e pubblicizzati a livello locale attraverso locandine e depliant informativi distribuiti nei centri interessati. "Tartaworld" è una fase del progetto comunitario "Tartalife -Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale", finanziato dall'Unione Europea con il contributo, pari al 75% del budget totale, dello strumento finanziario LIFE della Commissione Europea. Il progetto è realizzato grazie alla sinergia tra CNR-ISMAR (ente capofila) e gli altri partner, ovvero Provincia Regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale), Ente Parco Nazionale dell'Asinara, Fondazione Cetacea, CTS, AMP Isole Egadi, Legambiente, AMP Isole Pelagie (Ente Gestore Comune di Lampedusa e Linosa) e Consorzio UNIMAR.
Cronache Parlamentari Siciliane
Addio Province, Ars approva la riforma
Ecco Liberi Consorzi e Città Metropolitane
L'Ars ha approvato la tanto attesa riforma che istituisce sei Liberi Consorzi e le Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Archiviate definitivamente le vecchie Province. L'articolato era stato votato eri, oggi mancava solo il voto finale che è giunto con 46 con 36 voti a favore, 11 contrari e 6 astenuti. In segno di protesta sono rimasti fuori dall'aula i deputati di Forza Italia, Pid-Cantiere popolare e Lista Musumeci. E' rimasto in aula ma ha votato contro il M5S.
Durante la seduta, presieduta dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, era presente al momento del voto anche il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Prima del voto definitivo sulla riforma delle Province, il governatore ha chiesto ai deputati in aula "di mettere da parte le perplessità davanti a un provvedimento che ha definito "storico".
"Con questa riforma - ha aggiunto Crocetta - Abbiamo attuato lo Statuto e abbiamo stabilito che la democrazia comunale si applichi in Sicilia come in nessuna regione d'Italia. Adesso dobbiamo batterci per l'articolo 36 e 37 per chiudere una partita che è quella finanziaria. Siamo orgogliosi di questa legge".
L'Ars ha incardinato anche i due disegni di legge che da cronoprogramma dovrebbero essere approvati prima della pausa estiva, prevista al momento per il 12 agosto. Si tratta della riforma del servizio idrico intergrato e del ddl sulla tassa automobilistica regionale. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per lunedì, la discussione generale si terrà nel corso della prossima seduta, che si terrà martedì 4 agosto alle 16.
Il mattino di Sicilia
Liberi Consorzi in Sicilia al via, legge approvata all'Ars. Ecco cosa sono e come funzionano
Liberi Consorzi in Sicilia al via, legge approvata all'Ars. Ecco cosa sono e come funzionano gli enti che prendono il posto delle ex province regionali, in una delle riforme più tormentate degli ultimi anni. "Si tratta di una data storica, un giorno significativo, in cui finalmente lo Statuto siciliano trova attuazione" è il pensiero del presidente della Regione Rosario Crocetta. "Un'occasione mancata per l'affermazione con i fatti del nostro statuto speciale. Una legge che seguendo il dettato della Delrio ha di fatto ripristinato quasi in toto le Province"
I nuovi enti intermedi corrisponderanno territorialmente con le ex Province. Sei i Liberi consorzi (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Trapani) e tre le Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Si tratta di enti di area vasta dotati di autonomia statutaria, regolamentare, amministrativa, impositiva e finanziaria.
Quattro gli organi che andranno a comporre i nuovi enti territoriali. Si tratta del Presidente (Sindaco per le Città metropolitane), dell'Assemblea (Conferenza per le Città metropolitane), della Giunta e dell'Adunanza elettorale. Organo, questo, che sarà formato da tutti i sindaci e consiglieri comunali in carica nei comuni appartenenti all'ente e avrà come compito quello di eleggere il presidente del Libero consorzio e il sindaco della Città metropolitana, oltre che i membri della Giunta.
Possono occupare la poltrona di presidente e sindaco metropolitano solo i primi cittadini dei comuni appartenenti all'ente territoriale, a condizione che il loro mandato scada non prima dei 18 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Non c'è l'automatismo previsto altrove in Italia per cui nelle Città metropolitane il sindaco del comune capoluogo è anche sindaco metropolitano.
Assemblea e Conferenza sono gli organi di indirizzo politico degli enti di area vasta e sono composte dai sindaci dei comuni. La Giunta è, invece, l'organo esecutivo e i componenti variano da quattro a otto in base al numero di abitanti dell'ente. Per la prima elezione bisognerà attendere il prossimo autunno.
Per quanto riguarda il costo degli organismi, al presidente e al sindaco metropolitano è attribuita un'indennità pari alla differenza tra quanto percepito per la carica di sindaco e quella spettante al primo cittadino del comune con il maggior numero di abitanti. Nel caso questa indennità dovesse corrispondere a quella già percepita, sarà aumentata del 20%. Per ciò che riguarda i componenti delle Giunte, invece, la somma sarà pari alla differenza tra l'indennità percepita per la carica ricoperta nel proprio comune e il 50% di quella spettante al presidente del consorzio o sindaco metropolitano.
La legge stabilisce che i due enti intermedi avranno competenze proprie in materia di servizi sociali e culturali, di sviluppo economico, di organizzazione del territorio e tutela dell'ambiente. La riforma inoltre dispone che gli enti di area vasta stabiliscano entro tre mesi la propria dotazione organica e offre la possibilità di formare nuovi liberi consorzi di comuni che abbiano i requisiti di continuità territoriale e una popolazione non inferiore a 180 mila abitanti. Il personale che resterà assegnato ai nuovi enti o che andrà in mobilità sarà individuato con decreto del presidente della regione, previa delibera di giunta su proposta dell'assessore regionale alle autonomie locali, sentite le principali organizzazioni sindacali.
La maggiori perplessità sulla riforma sono state sollevate da Mimmo Fazio, del gruppo Misto, secondo cui "non è assolutamente pensabile che un sindaco possa occuparsi anche di dirigere un Libero consorzio o una Città metropolitana. Abbiamo costruito l'ennesimo carrozzone gestito dalla politica - ha sottolineato l'ex primo cittadino di Trapani -, che nulla ha a che vedere con l'interesse dei cittadini".
Dopo il voto finale sul ddl di riforma delle Province, la seduta dell'Ars è stata rinviata a martedì prossimo. All'ordine del giorno ci saranno i disegni di legge sul servizio idrico integrato e quello sulla tassa automobilistica regionale.
Canale Sicilia
Sicilia - « Addio addio a Province che si occupavano di 'feste' »
Cracolici: abbiamo scritto riforma vera, addio a Province che si occupavano di 'feste'
"La riforma delle Province, che istituisce sei Liberi Consorzi di Comuni e le Città Metropolitane di Palermo Catania e Messina segna una svolta dell'assetto degli enti locali in Sicilia. A chi dice che 'abbiamo solo cambiato il nome', rispondo che non sa di cosa parla". Lo dice Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, dove nel corso di questi mesi è stato elaborato il testo di riforma delle Province, che istituisce i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane, approvato oggi dall'Assemblea Regionale Siciliana.
Dopo il voto dell'Ars, Cracolici ha tenuto una conferenza stampa insieme con il presidente della Regione Rosario Crocetta e l'assessore alle Autonomie Locali Giovanni Pistorio.
"Questa è una vera legge di riforma - ha detto Cracolici - che innanzitutto elimina la possibilità che due enti si occupino della stessa cosa, come a volte avveniva in passato fra Comuni e Province: adesso ci saranno competenze esclusive, nette, in un'ottica di razionalizzazione delle risorse e di contenimento della spesa".
"Diciamo addio alle Province che si occupavano delle 'feste', si era addirittura inventata la 'Festa della Provincia'. i nuovi enti si occuperanno di servizi: strade, scuole...".
"Questa legge - ha proseguito Cracolici - è stata raccontata in maniera distorta, è stato diffuso 'terrore' tra i dipendenti che invece adesso sono stati tutelati".
Fra le altre novità delal riforma, Cracolici ha ricordato che "i Piani regolatori saranno approvati, dopo l'adozione dei Comuni, dal Libero Consorzio; presidenti dei Consorzi e sindaci Metropolitani saranno eletti da sindaci e consiglieri con elezioni di secondo livello; le Città Metropolitane potranno accedere a specifici canali di finanziamento; i dipendenti passeranno alle nuove strutture.
"Insomma - ha proseguito - dopo un lungo iter parlamentare, a tratti difficile, abbiamo scritto una riforma vera che fa voltare pagina all'amministrazione locale in Sicilia.
Cracolici ha inoltre ricordato alcuni "numeri" dell'esame del testo in commissione Affari istituzionali:
l'esame del ddl è iniziato in commissione Affari istituzionali lo scorso 3 febbraio: da allora si sono tenute 21 sedute per esaminare 48 articoli e circa 800 emendamenti. Il testo che la commissione si prepara ad esitare è la sintesi di 12 disegni di legge presentati sulla stessa materia.
In circa 45 giorni di lavoro sulla riforma, si sono svolte in commissione 40 audizioni di esperti ed esponenti di associazioni di enti locali, sindacati ed università.
Laccoto: bene riforma Province, con Statuti contenuti specifici legati ai territori
"La riforma delle Province disegna una cornice innovativa. Adesso attraverso gli Statuti dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane si potranno scrivere specifici contenuti legati alle differenti esigenze dei territori. Si potrà individuare la gestione di servizi e competenze improntati all'efficienza per contribuire alla razionalizzazione della spesa". E' questo il commento di Giuseppe Laccoto alla riforma delle Province appena votata dall'aula di Palazzo dei Normanni.
"Nella Città Metropolitana di Messina, che da oggi è una realtà, - continua - andrà valorizzata la vocazione turistica, culturale e ambientale, anche attingendo a specifici canali comunitari, ma tra le priorità verranno inseriti anche i servizi, le strade e le scuole.
"Bisogna preparare il percorso che porterà in autunno all'elezione del presidente e della giunta dell'ente con un'elezione di secondo livello alla quale partecipano consiglieri e sindaci: un'occasione per rinsaldare il legame politico e amministrativo in un territorio che da oggi in poi dovrà pensare alla propria gestione in diversa e moderna. Nessun motivo di preoccupazione, infine, - conclude il parlamentare PD - per il personale delle ex Province, che transiterà nei nuovi Enti senza nessun svantaggio".
Repubblica.it
In Sicilia si chiude l'era delleProvince: con 36 voti a favore, 11 contrari e 6astenuti, il Parlamento regionale ha approvato la riforma cheistituisce sei Liberi consorzi e le città metropolitane di Palermo,Catania e Messina. Ridisegnando l'assetto istituzionale nell'Isola,la legge varata dal parlamento completa la riforma, approvata loscorso anno, attribuendo funzioni e competenze ai neonati entiintermedi e manda definitivamente in soffitta le nove ex Provincedella Sicilia, attualmente rette da commissari. "Un fattostorico, per la Sicilia è un fatto epocale". Lo ha detto ilpresidente della Regione, Rosario Crocetta, presente in Aula all'Arsdurante il voto finale della legge di riforma delle Province. "Nonesistono leggi perfette - ha sottolineato il Governatore - ma ritengoche sia venuta fuori una legge buona". Ma intanto fa ancoradiscutere lo sgambetto ai sindaci delle città metropolitane andatoin scena durante l'approvazione dei 46 articoli del ddl durante laseduta fiume di ieri. La maggioranza infatti è andata sotto duevolte, e l'aula ha respinto l'emendamento dell'Udc che puntava adintrodurre le disposizioni della legge Delrio per le cittàmetropolitane, a cominciare dalla corrispondenza tra il sindacodell'ente intermedio con il primo cittadino del comune capoluogo,mantenendo l'elezione di secondo grado. I presidenti e la giunte deiliberi consorzi e città metropolitane saranno dunque eletti daisindaci e dai consiglieri comunali di tutti i comuni. Enzo Bianco èuna delle principali vittime di un voto che ha spaccato i dem einferto un colpo micidiale al partito delle fasce tricolori. Comunquela si voglia leggere, la decisione di quel folto gruppo di deputati -da 31 a 33 - che ha tolto ai sindaci delle tre città capoluogo laguida delle aree metropolitane incide in modo pesante anche sullacorsa per Palazzo d'Orleans. Depotenziando due possibili candidatiquali Enzo Bianco e Leoluca Orlando. Si sono scatenati, nel segretodell'urna, i "nemici" dei due più popolari amministratoricomunali siciliani. Si è scatenato il Pd che - numeri alla mano - hagiocoforza parecchi rappresentanti fra i franchi tiratori. E se non èun mistero che i dem non amino particolarmente Orlando, piùsorprendente è il fuoco amico su Bianco. Anche perché, fra isuddetti franchi tiratori, non mancherebbero i renziani. Ed esponenticatanesi del Partito democratico. "Io ho votato a favoredell'emendamento Gucciardi - racconterà a fine seduta la deputataetnea Concetta Raia - Sui miei colleghi non posso mettere la mano sulfuoco". Non è casuale l'irritazione dello stesso Bianco: "Unafollia pura. Solo in Sicilia si rende elettiva una carica che, nellearee metropolitane del resto d'Italia, va di diritto al sindaco dellacittà capoluogo. È inutile girarci attorno: c'è un'antipatiadiffusa, in quel palazzo, verso le città metropolitane e verso chinaturalmente dovrebbe guidarle. Hanno paura di darci troppo Potere che, invista di una prossima campagna elettorale per le Regionali, nessunoha voglia di concedere, almeno "gratis". E in controlucec'è chi legge una sfida tutta interna all'area renziana per Palazzod'Orleans. Indubbiamente un ridimensionamento dell'influenza diBianco favorisce altre candidature, come quella del sottosegretarioDavide Faraone o di chi, per conto suo, potrebbe scendere in campo:Roberto Lagalla, il rettore uscente di Palermo la cui nomination èfiglia dell'asse con il leader dell'Ncd Angelino Alfano. Bianco nonci sta: "Io credo, spero, che le regionali non c'entrino nullacon questa vicenda. In ogni caso, dico chiaramente che, se si voteràad aprile, non sarò in corsa perché non tradirò chi mi ha volutoalla guida del Comune di Catania". Alla fine può esultarepersino il governatore Rosario Crocetta, che voleva la norma sullecittà metropolitane nella stessa versione in cui è passata e checerto non si straccia le vesti per il malcontento di Orlando eBianco. Ma quel che è successo ieri a Sala d'Ercole non fa checonfermare il percorso di costruzione di una nuova alleanza fra il Pde un'aggregazione centrista. Se ne saprà di più oggi, al terminedella riunione della segreteria dem, estesa ai deputati regionali,con la partecipazione del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini edi Faraone. Saranno piantati i paletti entro cui è possibileimpegnare il partito nel sostegno a un governo Crocetta a più fortetrazione democratica. Con un cronoprogramma preciso su riforme erisanamento da cui dipenderà la vita della legislatura e delgoverno. Molti spingono per puntare il timer sulla prossimaprimavera, ma per Crocetta, che martedì ha incontrato Pd e Udc eieri i partiti minori, esistono le condizioni per continuare finoalla scadenza naturale della legislatura, ovvero l'ottobre 2017. Esul tavolo, il governatore, conta di mettere proprio l'approvazionedella riforma delle Province. Arrivata due anni e mezzo dopol'annuncio nel salotto televisivo di Giletti. Una legge chestabilisce che i due enti intermedi avranno competenze proprie inmateria di servizi sociali e culturali, di sviluppo economico, diorganizzazione del territorio e tutela dell'ambiente. La riformainoltre dispone che gli enti di area vasta stabiliscano entro tremesi la propria dotazione organica e offre la possibilità di formarenuovi liberi consorzi di comuni che abbiano i requisiti di continuitàterritoriale e una popolazione non inferiore a 180 mila abitanti. Ilpersonale che resterà assegnato ai nuovi enti o che andrà inmobilità sarà individuato con decreto del presidente della regione,previa delibera di giunta su proposta dell'assessore regionale alleautonomie locali, sentite le principali organizzazioni sindacali.
Crocetta: Non è una riforma daDomenica In
"Un giorno storico per la Sicilia,questo è un parlamento che produce atti e che ha dimostratomaturità. Un cambio di passo". Il presidente Crocetta oggiesulta insieme con la sua maggioranza di governo, che ha approvatocon voto finale la legge di istituzione dei Liberi consorzi e delleCittà metropolitane dopo due anni dall'annuncio fatto in tv. Ma lalegge di riforma delle Province, assicura il governatore, "Non èuna legge da Domenica in, è una legge che avevo già previsto nelmio programma elettorale". In conferenza stampa con il suoassessore Giovanni Pistorio e con il presidente della commissione cheha esitato il testo della legge, Antonello Cracolici, Crocetta sismarca anche dalle polemiche sulla scelta di fare eleggere i sindacimetropolitani: una decisione che da molti è stata vista come uno"stop" ai sindaci di Palermo e Catania, Orlando e Bianco."L'elezione dei sindaci delle città metropolitane - spiega ilgovernatore - non è un dispetto a Orlando o a Bianco, come sostienequalcuno. Le leggi non si fanno perché oggi c'è Orlando sindaco diPalermo o Bianco di Catania. L'idea che un sindaco eletto, in quantosindaco, potesse diventare automaticamente riferimento delle cittàmetropolitane è un po' forzata. Io non posso fare altro cherispettare la volontà del parlamento, che ha deciso di creare unmodello di democrazia molto decentrata e fare un plauso ai deputati.Ma non tutti i mali vengono per nuocere...". La legge votataoggi a Sala d'Ercole, però, è stata approvata anche grazie ai votidel Nuovo centrodestra. E il "supporto" degli alfaniani nonè piaciuto a tutti. Di certo non è piaciuto a Forza Italia, che haaccusato il Nuovo centrodestra di essere "corresponsabile di unariforma disastrosa" e anche i grillini hanno protestato. Per iCinquestelle, infatti, l'unica nota positiva della riforma è "lafine dell'agonia per i dipendenti delle ex province. La ratio diquesta legge - commentano i deputati del M5S - è solo conservare ilsistema di potere e permettere al Pd di dire a Renzi che il Pd èancora in vita". Per tutta la maggioranza, invece, avereincassato la riforma è un successo. L'assessore Pistorio l'hadefinito addirittura "uno dei momenti di maggiore responsabilitàdel parlamento in questa legislatura, raggiunto grazie ad un lavorodi concertazione continuo tra governo e parlamento e anche graziealla responsabilità di numerosi deputati dell'opposizione, inparticolare i deputati di Ncd, siamo riusciti nell'intento diapprovare una delle riforme più attese dai siciliani". Ma ilNuovo centrodestra, da parte sua, continua a prendere le distanze dalgoverno: "Siamo distinti e distanti da loro - dice ilcoordinatore regionale Francesco Cascio - ma avevamo detto che saremostati presenti per le riforme importanti e oggi la nostra presenza inaula ha consentito di mantenere il numero legale per il voto finalealla riforma delle province. Agli amici di Forza Italia che ci hannoaccusato di servilismo diciamo che non è così. Abbiamo urlato in faccia al presidentela distanza da questo governo ma le battaglie si vincono dentro leistituzioni e non facendo muro contro muro". L'azzurro VincenzoFiguccia non sembra convinto: "Oggi abbiamo assistito a qualcosache avrà ripercussioni anche sugli equilibri all'interno delParlamento. Abbiamo assistito a un'uscita dal campo amico da partedel Nuovo centrodestra che, con toni di chi vuole tendere la mano aquesto Governo, è rimasto in Aula consentendo non solol'approvazione di una norma, che in commissione aveva ostacolato, maanche consentendo al Governo di rimanere in piedi". "Percarità, non chiamatela riforma - sottolinea Nello Musumeci che conil suo gruppo non ha partecipato al voto finale - E' solo una legginapasticciata, contraddittoria, approvata da appena un terzo delparlamento, dopo due anni di annunci roboanti, di quattro leggi-pontee di speranzose attese. Non solo questo provvedimento non faràrisparmiare un centesimo, ma lascerà scontenti tutti: i cittadini,espropriati di ogni potere di scelta; il territorio, privato di unaseria programmazione; i sindaci, lasciati sempre più soli; idipendenti provinciali, rimasti senza alcuna garanzia finanziaria peril loro futuro" .
Gds.it
Lariforma delle Province è legge, dopo il via libera definitivodell'Ars ieri. Nascono i Liberi Consorzi.
Aguidare i nuovi enti sarà un presidente affiancato da una giunta.Organi che funzioneranno in maniera simile a quelli delle exProvince: ci sarà un vicepresidente, gli assessori potranno averedeleghe, al presidente spetta la rappresentanza dell'ente.Presidente e giunta vengono eletti dall'adunanza elettorale, organocomposto da sindaci e consiglieri dei Comuni. Il presidente è sceltofra i sindaci il cui mandato scade non prima di 18 mesi. La giunta ècomposta da un numero di membri variabile da quattro a otto, asecondo della popolazione residente. Sono eletti dall'adunanza inbase ad una lista proposta dal presidente. All'adunanza spettaanche di decidere sulla eventuale mozione di sfiducia al presidente.La legge prevede anche un'assemblea, composta dai sindaci, cheapprova statuto, regolamento, bilanci.
LeCittà metropolitaneIn questi enti è il sindacometropolitano la più alta carica. Ci sarà una conferenzametropolitana e sindaco e giunta sono eletti sempre dall'adunanzaelettorale la cui composizione è analoga a quella dei LiberiConsorzi ma ne fanno parte anche i consiglieri di circoscrizione deiComuni capoluogo. Possono diventare sindaco metropolitano tutti iprimi cittadini, anche quelli dei Comuni più piccoli, purché illoro mandato scada non prima di 18 mesi.