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Rassegna stampa del 30 settembre 2015

Livesicilia.it
Delrio e le riforme impugnate "Risolveremo con il dialogo

Speriamo di poter risolvere queste cose dialogando". Così il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio a Palermo ha risposto all'uscita dello stabilimento Fincantieri ai cronisti che chiedevano un commento sulla decisione della presidenza del Consiglio dei ministri di impugnare alcune riforme varate dal parlamento siciliano da quella sugli appalti a quella sulle Province.

Autostrade siciliane,

L'ira di Delrio: Crocetta "non scarichi le colpe.

"Non sono per niente soddisfatto della gestione delle autostrade in Sicilia. La bretella sulla A19? Stiamo rispettando i tempi. Presto porteremo l'alta velocità nell'Isola, ma la Regione si faccia trovare pronta". Il ministro alle infrastrutture Graziano Delrio ha chiuso il suo giro in Sicilia con un intervento alla festa dell'Unità organizzata dal Partito democratico a Palermo.

"Nel Mezzogiorno - ha detto Delrio - la speranza sta crescendo grazie a fatti concreti. Nell'ultimo trimestre del 2015 è cresciuta l'agricoltura del 14 per cento e lo stesso vale per le start Up e il Turismo. A proposito abbiamo detto a Riggio (presidente Enac) che l'aeroporto di Palermo deve toccare presto quota diecimila passeggeri. Bisogna colmare il gap con Roma e Milano. Ma è chiaro - ha aggiunto il ministro - che senza infrastrutture è impensabile pensare davvero a una crescita economica. Ma le infrastrutture sono al servizio della crescita. Ed è chiaro che nessuno verrà a investire qui se non c'è anche un clima di legalità nelle istituzioni e una burocrazia efficiente".

"Negli aeroporti siciliani - ha poi proseguito Delrio - dobbiamo arrivare a 30 milioni di passeggeri entro il 2030. Chiediamo che il programma di investimenti in Sicilia venga rispettato. E non mi interessa del passato, chi è al governo adesso deve intervenire. Se entro due mesi non arriva il programma di investimento, ritiriamo la concessione. Io come ministro delle Infrastrutture sono pronto a mettere risorse in Sicilia. Ad esempio sono pronti quattro miliardi per l'alta velocità. Spero di poter venire a novembre a inaugurare il primo cantiere. In queste ore abbiamo sbloccato l'autostrada Ragusa-Catania".

Quindi il tema scottante delle autostrade siciliane, diventata vera emergenza dopo il crollo del pilone del viadotto Himera: "Non sono soddisfatto per nulla - ha ammesso Delrio - di come sono gestite le autostrade. Abbiamo già mandato una diffida: o migliorano la sicurezza o ritiriamo la concessione. Abbiamo chiesto ad Anas di triplicare gli investimenti per la A19. Interverremo anche sulla Agrigento-Caltanissetta".

"Quando è venuto Crocetta - ha raccontato Delrio - a Roma gli ho detto che io sarei contento di avere l'alta velocità ma anche qualche idea di come la Sicilia si possa presentare attrattiva al turista. Oltre all'alta velocità serve la bassa velocità. Ad esempio treni che fungano da crociera di terra, per far conoscere il territorio. La Sicilia è unica. Siamo pronti quindi a modernizzare le ferrovie e siamo pronti a chiudere l'accordo di programma tra la Regione e Trenitalia. La Sicilia però sia anche pronta ad accogliere i turisti. Niente rifiuti e più disciplina".

"Possiamo aprire - ha aggiunto Delrio - una stagione di investimenti veri. Basta con i soldi per pagare cassa integrazione ma soldi per aprire cantieri e creare lavoro vero. Abbiamo impiegato troppo tempo per una sola bretella sulla A19? Credo sia normale impiegare tre mesi per interventi di questo tipo. E che passino complessivamente sei mesi. I tempi sono questi. Io credo - ha concluso il ministro - che noi abbiamo cambiato passo".

Canicattiweb.it

Sicilia, Riforma ex Province: impugnativa inevitabile ma si tratta ancora


I tempi tecnici non ci sono e il Consiglio dei Ministri impugnerà certamente la riforma delle ex province siciliane trasformate in città metropolitane e Liberi Consorzi. Lo conferma il leader dell'Udc ed ex Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'Alia che non fa altro che mettere una parola ufficiale su un dato praticamente scontato. La proposta di modifica alla legge di riforma varata ieri con nuova proposta di legge dalla giunta regionale di governo non arriverà mai in tempo. Il documenti sono già stati trasmessi al Ministero e una copia è in viaggio per l'Ars che domani dovrebbe avviare la discussione almeno nelle commissioni di merito. Sempre domani, intanto, il Presidente della Regione volerà a Roma per il tavolo tecnico necessario ad affrontare l'argomento. un tavolo dall'esisto scontato. La nuova proposta di modifica introduce il voto ponderato dando,quindi, maggiore peso ai sindaci della hrandi città rispetto a quelli dei piccoli centri in sede di elezione dei sindaci delle città metropolitane, ma recepisce anche altre parti consistenti della riforma Delrio. Ma se è scontato che in attesa della modifica di legge arriverà l'impugnativa, non è affatto scontato che le proposte avanzate vengano considerate sufficienti da Roma che considera la Delrio comunque una grande riforma e come tale automaticamente applicabile anche nelle Regioni a Statuto speciale. Intanto a Palermo nasce l'intergruppo regionale di alleanza popolare all'Ars al quale aderiscono i due gruppi di Udc e Ncd che restano, però, indipendenti formalmente. Uno stratagemma per stare insieme senza rinunciare a contributi, guida politica e strutture organizzative. "Stiamo cercando di costruire un consenso che vada oltre la maggioranza che ha vinto le elezioni, del tutto insufficiente e impantanata in un sistema di veti e contraddizioni che ci ha portato ad una situazione di stallo - afferma candidamente D'Alia -. In particolare nei gruppi parlamentari minori nella maggioranza c'è stato un tentativo di arrivare a 46 deputati, ma non ha portato ad alcun risultato".


Siciliainformazioni.it

Province: signorsì della Sicilia, ma fino a un certo punto

L'Assemblea regionale siciliana tornerà presto ad occuparsi della riforma delle Province per apportare modifiche alla legge appena approvata al fine di evitare l'impugnativa del governo nazionale e il rinvio alla Corte costituzionale. Il governo ha intenzione di proporre l'introduzione del voto ponderato per l'elezione dei presidenti delle aree metropolitane e dei liberi consorzi, l'eliminazione dei buoni agli amministratori, in aggiunta alle indennità percepite. Sono previsti anche altri aggiustamenti sulle funzioni in modo da decentrare ai comuni funzioni e prerogative. Non sarà introdotto invece il metodo della convergenza. I sindaci delle aree metropolitane non saranno automaticamente presidenti, dovranno essere eletti, seppure con il ricorso al voto ponderato che li avvantaggia in modo decisivo. L'Assemblea farà in modo che la riforma delle Province made in Sicily assomigli alla riforma del Rito, ma non andrà più in là della somiglianza. Il governo vuole conservare alla Sicilia una identità. E non solo in ossequio alla specialità ed alle volontà prevalenti del Parlamento, ma perché non si vogliono turbare gli equilibri costruiti nel tempo nei collegi elettorali. La conservazione degli assetti territoriali, infatti, asseconda questa esigenza, considerata prioritaria. Le nove province, infatti, cambieranno nome, diventando sei liberi consorzi e tre vaste aree, in modo da mantenere integra la mappa. Lo spirito della riforma siciliana, dunque, non è quello della Delrio, che smantella di fatto i poteri dei capoluoghi, che in Sicilia, di fatto, se ci sarà un decentramento (dalla Regione agli enti intermedi), conteranno di più. Il Parlamento regionale si è di fatto incartato proprio sulle funzioni: l'indirizzo di fondo, decentramento dalla Regione agli enti intermedi, nessun sostanziale passaggio di funzioni dagli enti intermedi ai comuni, ha posto le basi per la creazione di tre forti "province" (le vaste aree). L'abbattimento del voto ponderato avrebbe dovuto impedire che la riforma favorisse i sindaci delle città metropolitane, che avrebbero ricevuto una forte dotazione di risorse e di poteri. Se si fosse imboccata un'altra strada, enti intermedi leggeri, la questione non si sarebbe probabilmente presentata. Non è detto, comunque, che gli aggiustamenti previsti siano sufficienti per ottenere il nulla osta di Palazzo Chigi. Non basta che ci assomigli, la riforma siciliana deve rispettare la normativa nazionale in materia di abolizione delle province. C'è il rischio, insomma, del cul de sac.


Blogsicilia.it
Riforma ex Province, impugnativa inevitabile ma si tratta ancora

I tempi tecnici non ci sono e il Consiglio dei Ministri
 impugnerà certamente la riforma delle ex province siciliane trasformate in città metropolitane e Liberi Consorzi. Lo conferma il leader dell'Udc ed ex Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D'Alia che non fa altro che mettere una parola ufficiale su un dato praticamente scontato.
La proposta di modifica alla legge di riforma varata ieri con nuova proposta di legge dalla giunta regionale di governo non arriverà mai in tempo. Il documenti sono già stati trasmessi al Ministero e una copia è in viaggio per l'Ars che domani dovrebbe avviare la discussione almeno nelle commissioni di merito Sempre domani intanto, il Presidente della Regione volerà a Roma per il tavolo tecnico necessario ad affrontare l'argomento. un tavolo dall'esisto scontato. La nuova proposta di modifica introduce il voto ponderato dando,quindi, maggiore peso ai sindaci della hrandi città rispetto a quelli dei piccoli centri in sede di elezione dei sindaci delle città metropolitane, ma recepisce anche altre parti consistenti della riforma Delrio. Ma se è scontato che in attesa della modifica di legge arriverà l'impugnativa, non è affatto scontato che le proposte avanzate vengano considerate sufficienti da Roma che considera la Delrio comunque una grande riforma e come tale automaticamente applicabile anche nelle Regioni a Statuto speciale. Intanto a Palermo nasce l'intergruppo regionale di alleanza popolare all'Ars al quale aderiscono i due gruppi di Udc e Ncd che restano, però, indipendenti formalmente. Uno stratagemma per stare insieme senza rinunciare a contributi, guida politica e strutture organizzative. "Stiamo cercando di costruire un consenso che vada oltre la maggioranza che ha vinto le elezioni, del tutto insufficiente e impantanata in un sistema di veti e contraddizioni che ci ha portato ad una situazione di stallo - afferma candidamente D'Alia -. In particolare nei gruppi parlamentari minori nella maggioranza c'è stato un tentativo di arrivare a 46 deputati, ma non ha portato ad alcun risultato". "Siamo in una fase di dialogo e di discussione di proposte - ha spiegato - e se si realizzerà un'alleanza politica che sarà in grado di portare a compimento riforme utili e concrete per la Sicilia, penseremo ad assestarci su un'alleanza per future politiche di governo". Ma il grande tema resta quello delle riforme impantanate in impugnative continue e sempre meno evitabili "Occorre integrare la legge regionale nello schema della Delrio - dice D'alia mostrandosi, come consuetudine, filo centrista - tenendo conto però delle specificità che ha la Sicilia rispetto al resto d'Italia. La discussione con il governo centrale va avanti serenamente - dice, dopo aver aggiustato il tiro  - lo stesso con la legge sugli appalti (già impugnata in precedenza ndr)".

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