GDS.it
CONSIGLIO DEI MINISTRI
Consorzi e città metropolitane in Sicilia, Roma ha impugnato la norma
ROMA. Il Consiglio dei ministri, pur prendendo atto della lettera del presidente Rosario Crocetta con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche, ha impugnato la legge della Regione Sicilia n.15 dell'agosto 2015 su "liberi Consorzi comunali e Città metropolitane". Talune disposizioni - spiega un comunicato di Palazzo Chigi - sono in contrasto con la legge Delrio. In caso di nuova normativa da parte dell'Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell'impugnazione, il Governo valuterà l'opportunità di ritirare il ricorso. Anci: già espressi dubbi su legge per consorzi. "L'impugnativa non è più una minaccia, ma una realtà. Il Consiglio dei Ministri ha fatto scattare la mannaia sulla legge regionale 15/2015 che istituisce i Liberi consorzi e le Città metropolitane in Sicilia. Già più volte l'Anci Sicilia,- afferma in una nota - aveva espresso forti dubbi di legittimità costituzionale sulla legge e aveva sottolineato il rischio di caos e ingovernabilità che avrebbe potuto replicare la drammatica esperienza che vede tutt'oggi inapplicata la legge di riforma sulla gestione del sistema integrato dei rifiuti (9/2010)". "La decisione del Consiglio dei Ministri arriva a due mesi di distanza dall'invio di una lettera dell'Associazione dei comuni siciliani indirizzata al presidente Renzi, al ministro Alfano e al Presidente dell'Ars Ardizzone, - ricorda - in cui venivano sollecitati a valutare bene la coerenza della legge, approvata il 30 luglio scorso. Le osservazioni, evidenziate nella lettera del 4 agosto scorso, erano state autonomamente condivise da numerosi sindaci dell'Isola che si erano detti anche pronti a sostenere tutte le iniziative dell' Associazione avverse alla legge. Da tempo l'Anci Sicilia sosteneva l'incongruenza della riforma siciliana con quanto disposto su scala nazionale dalla riforma Delrio".
L'Anci Sicilia evidenzia, infine, che "senza lo stop a questa legge si sarebbe aggravato, senza ombra di dubbio, lo stato di calamità istituzionale in cui versa la nostra Regione che va di pari passo al disastro di una gestione affaristica di acqua e rifiuti. Si è trattato, quindi, dell'ennesimo scivolone amministrativo di questo governo che continua a non rispettare il patto coi siciliani, ovvero assicurar loro delle buone leggi lontane da inciuci e da mortificanti pasticci legislativi.
Agrigentopress
APPROVATO IL PROGRAMMA TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE
Il Commissario straordinario Marcello Maisano ha approvato il programma triennale delle Opere Pubbliche per il triennio 2015/2017. Il programma è costituito da un elenco di interventi significativi sull'intero territorio provinciale che riguardano, in primo luogo, la viabilità e l'edilizia scolastica. Il piano prevede trentuno interventi per un totale di 7.117.000 euro per il 2015 e di 100.370.950 euro complessivi nel triennio di riferimento. Le somme del triennio si riferiscono, in larga parte, ad eventuali finanziamenti egionali e statali delle opere inserite, a causa della contrazione dei trasferimenti a favore del Libero Consorzio di Agrigento. I primi interventi dell'anno in corso riguardano la manutenzione ordinaria edilizia sociale e scolastica sportiva e patrimoniale a cura del Settore Edilizia e Gestione Patrimoniale per 100 mila euro da fianziare con fondi del bilancio provinciale. Per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali sono previsti interventi per 300 mila euro a cura del Settore infrastrutture Stradali, sempre con fondi del bilancio provinciale. Tra le opere più qualificanti, per tutto il territorio provinciale, al terzo posto troviamo i lavori di completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca con un finanziamento di 4.600.000 euro e i lavori di completamento degli interventi di riparazione dei danni sulla Sp 14 Racalmuto-Montedoro. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche costituisce, insieme al piano delle Alienazioni, parte integrante del bilancio di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017.
Agrigentonotizie
Indette elezioni per il presidente del Libero consorzio di Agrigento
Pubblicato nell'albo pretorio on line del sito del Libero consorzio di Agrigento e sulla gazzetta ufficiale della Regione siciliana il decreto del presidente della Regione con il quale vengono indette le elezioni di secondo grado del presidente del libero Consorzio comunale di Agrigento.
Il decreto prevede la data delle elezioni per domenica 29 novembre da tenersi nella sede del Libero Consorzio. Secondo quanto previsto dalla legge regionale 15 del 2015, entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto del presidente della Regione nell'albo pretorio del libero Consorzio comunale di Agrigento, peraltro già avvenuta il 29 settembre scorso, l'assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica provvederà ad istituire con proprio decreto l'ufficio elettorale presso lo stesso libero Consorzio comunale.
Il commissario straordinario del libero Consorzio comunale di Agrigento Marcello Maisano ha, da parte sua, provveduto a notificare il decreto alla Prefettura, al presidente del Tribunale e ai segretari generali dei quarantatre dei Comuni del libero Consorzio comunale di Agrigento.
Nei prossimi giorni si conoscerà la composizione della commissione elettorale formata da tre iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali, di cui uno con funzioni di presidente. Un dirigente, con competenze amministrative, di uno dei comuni appartenenti all'ente di area vasta sarà designato, con il medesimo decreto, ad esercitare le funzioni di segretario della commissione.
Resta al momento, quindi, confermata la data del 29 novembre, nelle more di una eventuale impugnativa della legge regionale n. 15 del 2015, da proporsi entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, davanti alla Corte Costituzionale da parte del Governo Nazionale.
Siciliainformazioni.it
Il
Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge "Disposizioni
in materia di liberi Consorzi comunali e
Città metropolitane", approvata dall'Assemblea regionale
siciliana il 4 agosto scorso.
"Pur
prendendo atto della lettera del Presidente della Regione siciliana
con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche alla legge
regionale 15/2015″, il
Consiglio dei Ministri spiega in una nota di avere deliberato
l'impugnativa "in
quanto talune disposizioni sono in contrasto con la legge 56/2014
(Legge Delrio), quale legge di grande riforma economica e sociale. In
caso di approvazione di una nuova normativa da parte dell'Assemblea
regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti
nell'impugnazione, il Governo valuterà l'opportunità di
ritirare il ricorso".
"L'impugnativa
non è più una minaccia, ma una realtà". Il
Consiglio dei Ministri ha fatto scattare la mannaia sulla legge
regionale 15/2015 che istituisce i 'Liberi consorzi e le Citta'
metropolitane in Sicilia'. Gia' piu' volte l'AnciSicilia
aveva espresso forti dubbi di legittimita' costituzionale sulla
legge e aveva sottolineato il rischio di caos e ingovernabilita'
che avrebbe potuto replicare la drammatica esperienza che vede
tutt'oggi inapplicata la legge di riforma sulla gestione del
sistema integrato dei rifiuti (9/2010)".
Cosi'
in una nota l'AnciSicilia, secondo
cui "la decisione del Consiglio dei Ministri arriva a due mesi di
distanza dall'invio di una lettera dell'Associazione dei comuni
siciliani indirizzata al Presidente Renzi, al ministro Alfano e al
Presidente dell'Ars Ardizzone, in cui venivano sollecitati a
valutare bene la coerenza della legge, approvata il 30 luglio scorso.
Le osservazioni, evidenziate nella lettera del 4 agosto scorso, erano
state autonomamente condivise da numerosi sindaci dell'Isola che si
erano detti anche pronti a sostenere tutte le iniziative dell'
Associazione avverse alla legge. Da tempo l'AnciSicilia sosteneva
l'incongruenza della riforma siciliana con quanto disposto su scala
nazionale dalla riforma Delrio. L'assenza del voto ponderato, la
mancata corrispondenza, in Sicilia, della figura del sindaco
metropolitano con quella del sindaco del centro capoluogo, cosi'
come altre anomalie della legge 15/2015, non fanno altro che
manifestare una volontà
inaccettabile di tornare ad un sistema assai poco trasparente della
governance territoriale".
L'AnciSicilia
evidenzia, infine, che "senza lo stop a questa legge si sarebbe
aggravato, senza ombra di dubbio, lo stato di calamita'
istituzionale in cui versa la nostra Regione che va di pari passo al
disastro di una gestione affaristica di acqua e rifiuti. Si e'
trattato, quindi, dell'ennesimo scivolone amministrativo di questo
governo che continua a non rispettare il
patto coi siciliani, ovvero assicurar loro delle buone leggi lontane
da inciuci e da mortificanti pasticci legislativi".
"Il
Comitato direttivo dell'ANCI, la scorsa settimana, ha approvato
all'unanimita' un ordine del giorno, presentato da me, con il
quale si chiedono sostanziali modifiche alla legge regionale
siciliana sui liberi Consorzi comunali e le Citta' metropolitane.
Le motivazioni che hanno spinto oggi il Governo a impugnare quella
legge, sono esattamente le stesse che vengono rimarcate nell'ordine
del giorno approvato dall'ANCI. Confido
ora che l'Assemblea regionale siciliana adegui la normativa ai
principi contenuti nella legge Delrio e
che lo faccia nel piu' breve tempo possibile, perche' la Sicilia
ha gia' pagato un prezzo molto alto per il ritardo nell'avvio dei
nuovi enti rispetto al resto del Paese. Ogni ulteriore dilazione dei
tempi sarebbe incomprensibile, e costituirebbe un grave danno per le
Citta' siciliane". Lo afferma il sindaco di Catania e presidente
del Consiglio nazionale dell'ANCI, Enzo Bianco, commentando
l'impugnativa della legge siciliana che istituisce, tra l'altro,
le Citta' metropolitane dell'isola, da parte del Consiglio dei
ministri.
"Cronaca
di un disastro annunciato, l'ennesima
riforma di un governo incapace di gestire anche l'ordinaria
amministrazione. E intanto da due anni ormai le ex province sono enti
sospesi e le nostre strade, la cui manutenzione spetterebbe alle
province, cadono letteralmente a pezzi". Così il deputato
siciliano di SEL Erasmo Palazzotto commenta la decisone del CdM di
impugnare la legge regionale di riforma delle province. "Renzi
invece di impugnare la legge farebbe bene-prosegue Palazzotto- ad
assumersi la responsabilità politica di questo disastro e andare al
voto in Sicilia. Saranno così- conclude Palazzotto- i cittadini a
giudicare se il PD é capace di governare o soltanto di gestire il
potere".n sistema assai poco trasparente della governance
territoriale".
Scrivolibero.it
Il Libero Consorzio di Agrigento
approva il Programma Triennale delle Opere Pubbliche
Il Commissario Straordinario Marcello
Maisano (in foto) ha approvato il programma triennale delle Opere
Pubbliche per il triennio 2015/2017. Il Programma è costituito da un
elenco di interventi significativi sull'intero territorio
provinciale che riguardano, in primo luogo, la viabilità e
l'edilizia scolastica. Il piano prevede trentuno interventi per un
totale di 7.117.000,00 per il 2015 e di 100.370.950
complessivi nel triennio di riferimento. Le somme del triennio si
riferiscono, in larga parte, ad eventuali finanziamenti regionali e
statali delle opere inserite, a causa della contrazione dei
trasferimenti a favore del Libero Consorzio di Agrigento. I primi
interventi dell'anno in corso riguardano la manutenzione ordinaria
edilizia sociale e scolastica sportiva e patrimoniale a cura del
Settore Edilizia e Gestione Patrimoniale per 100 mila euro da
finanziare con fondi del bilancio provinciale. Per la manutenzione
ordinaria delle strade provinciali sono previsti interventi per 300
mila euro a cura del Settore infrastrutture Stradali, sempre con
fondi del bilancio provinciale. Tra le opere più qualificanti, per
tutto il territorio provinciale, al terzo posto troviamo i lavori di
completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca con un
finanziamento di 4.600.000 e i lavori di completamento degli
interventi di riparazione dei danni sulla S.P. n.14 Racalmuto-
Montedoro. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche costituisce,
insieme al piano delle Alienazioni, parte integrante del bilancio di
previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017. Sul sito della
Provincia www.provincia.agrigento.it l'elenco completo delle opere
inserite nel piano.
Agrigento, offerte di lavoro
disponibili da visionare all'Urp del Libero Consorzio
Sono 123 le nuove offerte di lavoro in
enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio
nazionale, consultabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del
Libero Consorzio di Agrigento di piazza Vittorio Emanuele ad
Agrigento e nelle sedi periferiche delle Urp. Si tratta di offerte
che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo
determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e
titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia. La Guardia
di Finanza ad esempio, ha indetto un concorso pubblico per il
reclutamento di 8 tenenti in servizio permanente effettivo. Il
Parlamento Europeo cerca due ingegneri civili a tempo determinato e
l'Autorità generale della concorrenza e del mercato, ha bandito un
concorso per selezionare 25 praticanti da inserire negli uffici di
Roma. Per i candidati c'è tempo fino al 12 ottobre. Concorsi anche
alla Regione Umbria per l'assunzione di 71 laureati di categoria D
a supporto delle strutture della giunta regionale, e al Comune di
Bologna dve c'è una selezione pubblica per esami, per uno
Specialista di servizi socio educativi. Nel settore della Sanità
pubblica, l'Ausl della Valle d'Aosta e quella di Alessandria
cercano infermieri con contratto a tempo indeterminato. I bandi e le
offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di
Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera.
Telefonicamente, si possono contattare i numeri verdi 800-315555
oppure 800-236837. Il personale dell'ente è a disposizione
dell'utenza .
Livesicilia.it
Dopo
l'impugnativa, tutto (o quasi) da rifare.
Certamente
andrà riscritta la data delle prossime elezioni per la guida di
Liberi consorzi e città metropolitane. Il disegno di legge col quale
il governo recepirà i rilievi del Consiglio dei ministri, infatti,
ridisegnerà anche le "regole del gioco.
E così, sarà necessario dare un tempo necessario a tutti gli attori
per "ripartire".
Ma
ripartire da dove? L'intervento del governo centrale è stato molto
duro. Una impugnativa "condita" dalle dichiarazioni del
sottosegretario siciliano Davide Faraone: "Se
vogliamo costruire un rapporto sinergico con il governo nazionale -
ha detto - dobbiamo puntare sulla credibilità della Sicilia. Fatti
come questo la minano in maniera irrimediabile. E non è un caso
isolato". Uno schiaffo in pieno volto all'esecutivo, ma anche
alla maggioranza politica che ha consentito l'approvazione di una
legge fin dall'inizio a rischio "censura". Nonostante si sia
arrivati a questo testo in clamoroso ritardo e in un'era geologica
diversa rispetto a quella in cui il presidente Crocetta annunciò:
"Abbiamo abolito le Province". E invece, adesso, il governo Renzi
ha, nella sostanza, detto al governatore che dovrà munirsi di "carta
carbone" e ricopiare per filo e per segno la cosiddetta legge
Delrio sugli enti locali. Una legge "di sistema", ha fatto sapere
l'esecutivo romano, che comporta anche tagli alle spese che
verrebbero in parte vanificati dal ddl della Regione siciliana.
Ma
il governo Crocetta sembra intenzionato a lanciare la sfida. Stando
a quanto trapela, infatti, l'esecutivo regionale non recepirà tutti
i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri, e potrebbe avviare un
braccio di ferro di fronte alla Corte costituzionale. Nella nota
diffusa oggi da Palazzo Chigi, infatti, si fa riferimento alla
possibilità di ritirare il ricorso (cioè l'impugnativa) a patto che
Palazzo d'Orleans modifichi quel testo.
A
prescindere però dalla "portata" del ritocco, è praticamente
scontato lo slittamento della data delle elezioni del 29 novembre,
già decisa dalla giunta regionale e apparsa in Gazzetta ufficiale. E
la conferma arriva dal presidente della Commissione affari
istituzionali all'Ars, Antonello Cracolici. Proprio quella
commissione ha lavorato principalmente (è quella di riferimento per
riforme di questo tipo) al testo approvato a fine luglio, e sarà la
stessa a vagliare per prima il nuovo ddl al quale dovrà lavorare il
governo Crocetta. "Mi pare scontato - ha detto Cracolici - che,
cabiando le regole alla base delle elezioni, bisognerà anche
spostare più in là la data delle consultazioni stesse". E dopo
l'approvazione in commissione, il ddl dovrà ricevere ovviamente il
via libera dell'Assemblea regionale, per poi approdare (di nuovo) in
Gazzetta ufficiale.
Ma
sul merito dell'impugnativa, Cracolici definisce un po' i confini di
quello che potrebbe essere il prossimo "ring" istituzionale. "Va
detto che la legge Delrio non è il Vangelo - ha precisato il
presidente della prima commissione - e il 'recepimento' di cui si
parla riguarda i principi della norma, non certo il dettaglio, visto
che nel nostro ordinamento non è previsto il recepimento diretto".
E così pare che il governo regionale vada verso l'introduzione del
voto ponderato (cioè il "peso" del voto di un sindaco, per
l'elezione del presidente dei Liberi consorzi, dovrà essere
proporzionale alla popolazione del Comune che è guidato da quel
primo cittadino). Per il resto, le cose dovrebbero rimanere un po'
come sono. "Credo - ha spiegato sempre Cracolici - che alcuni
rilievi del Consiglio dei ministri siano solo legittime valutazioni e
opinioni, ma che non ci sia alcun profilo di incostituzionalità.
Penso ad esempio - ha aggiunto - alla norma della Delrio che
prevede la corrispondenza tra il sindaco della città metropolitana e
quello del Comune più grande del territorio. Una norma sulla quale
io ero d'accordo, ma che governo e Ars hanno deciso di cambiare.
Nonostante ciò, non ritengo che quel passaggio sia
illegittimo".
Oltre
al voto ponderato e all'automatismo per l'elezione del sindaco
metropolitano,
sono stati diversi i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri.
Dal numero degli organi dei nuovi enti (quattro in Sicilia al posto
dei tre a livello nazionale), al bonus previsto per i sindaci che
andranno a guidare i Corsorzi (mentre nelle altre Regioni la carica
sarà svolta a titolo gratuito), per giungere alla gestione dello
smaltimento dei rifiuti, che la norma nazionale destina agli Ato
mentre la legge siciliana indirizza anche ai comuni in forma singola
o consorziata.
Ma
su molti di questi punti il governo Crocetta sembra voler tirare
dritto.
Nonostante le divergenze, sul tema, tra il governatore e l'assessore
alla Funzione pubblica Giovanni Pistorio, più incline a sposare una
linea maggiormente "aderente" alla riforma Delrio. Così, si
preannuncia un braccio di ferro di fronte alla Consulta. Solo
l'ultima puntata di un pasticcio senza precedenti. Una legge
"epocale" che sanciva, secondo le dichiarazioni del presidente
Crocetta, il primato della Sicilia rispetto al resto d'Italia. Ma da
prima Regione ad abolire e province, l'Isola è diventata l'ultima.
Nel frattempo, sono cambiati quattro assessori alle autonomie locali,
il governo è andato sotto più di una volta a Sala d'Ercole, le
strade provinciali sono andate a pezzi, i dipendenti hanno più volte
protestato per la paura sul loro destino. E soprattutto sono
cambiate, tra fedelissimi, alti burocrati e cognomi noti, decine di
commissari "straordinari". Gli ultimi, quasi certamente, dovranno
restare lì ancora un po'. La data del 29 novembre è da riscrivere.
Così come l'epocale riforma delle Province. Un'altra volta.