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Rassegna stampa del 6 ottobre 2015

GDS.it

CONSIGLIO DEI MINISTRI
Consorzi e città metropolitane in Sicilia, Roma ha impugnato la norma

ROMA. Il Consiglio dei ministri, pur prendendo atto della lettera del presidente Rosario Crocetta con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche, ha impugnato la legge della Regione Sicilia n.15 dell'agosto 2015 su "liberi Consorzi comunali e Città metropolitane". Talune disposizioni - spiega un comunicato di Palazzo Chigi - sono in contrasto con la legge Delrio. In caso di nuova normativa da parte dell'Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell'impugnazione, il Governo valuterà l'opportunità di ritirare il ricorso. Anci: già espressi dubbi su legge per consorzi. "L'impugnativa non è più una minaccia, ma una realtà. Il Consiglio dei Ministri ha fatto scattare la mannaia sulla legge regionale 15/2015 che istituisce i Liberi consorzi e le Città metropolitane in Sicilia. Già più volte l'Anci Sicilia,- afferma in una nota - aveva espresso forti dubbi di legittimità costituzionale sulla legge e aveva sottolineato il rischio di caos e ingovernabilità che avrebbe potuto replicare la drammatica esperienza che vede tutt'oggi inapplicata la legge di riforma sulla gestione del sistema integrato dei rifiuti (9/2010)". "La decisione del Consiglio dei Ministri arriva a due mesi di distanza dall'invio di una lettera dell'Associazione dei comuni siciliani indirizzata al presidente Renzi, al ministro Alfano e al Presidente dell'Ars Ardizzone, - ricorda - in cui venivano sollecitati a valutare bene la coerenza della legge, approvata il 30 luglio scorso. Le osservazioni, evidenziate nella lettera del 4 agosto scorso, erano state autonomamente condivise da numerosi sindaci dell'Isola che si erano detti anche pronti a sostenere tutte le iniziative dell' Associazione avverse alla legge. Da tempo l'Anci Sicilia sosteneva l'incongruenza della riforma siciliana con quanto disposto su scala nazionale dalla riforma Delrio".
L'Anci Sicilia evidenzia, infine, che "senza lo stop a questa legge si sarebbe aggravato, senza ombra di dubbio, lo stato di calamità istituzionale in cui versa la nostra Regione che va di pari passo al disastro di una gestione affaristica di acqua e rifiuti. Si è trattato, quindi, dell'ennesimo scivolone amministrativo di questo governo che continua a non rispettare il patto coi siciliani, ovvero assicurar loro delle buone leggi lontane da inciuci e da mortificanti pasticci legislativi.

Agrigentopress

APPROVATO IL PROGRAMMA TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE

Il Commissario straordinario Marcello Maisano ha approvato il programma triennale delle Opere Pubbliche per il triennio 2015/2017. Il programma è costituito da un elenco di interventi significativi sull'intero territorio provinciale che riguardano, in primo luogo, la viabilità e l'edilizia scolastica. Il piano prevede trentuno interventi per un totale di 7.117.000 euro per il 2015 e di 100.370.950 euro complessivi nel triennio di riferimento. Le somme del triennio si riferiscono, in larga parte, ad eventuali finanziamenti egionali e statali delle opere inserite, a causa della contrazione dei trasferimenti a favore del Libero Consorzio di Agrigento. I primi interventi dell'anno in corso riguardano la manutenzione ordinaria edilizia sociale e scolastica sportiva e patrimoniale a cura del Settore Edilizia e Gestione Patrimoniale per 100 mila euro da fianziare con fondi del bilancio provinciale. Per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali sono previsti interventi per 300 mila euro a cura del Settore infrastrutture Stradali, sempre con fondi del bilancio provinciale. Tra le opere più qualificanti, per tutto il territorio provinciale, al terzo posto troviamo i lavori di completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca con un finanziamento di 4.600.000 euro e i lavori di completamento degli interventi di riparazione dei danni sulla Sp 14 Racalmuto-Montedoro. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche costituisce, insieme al piano delle Alienazioni, parte integrante del bilancio di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017.

Agrigentonotizie

Indette elezioni per il presidente del Libero consorzio di Agrigento


Pubblicato nell'albo pretorio on line del sito del Libero consorzio di Agrigento e sulla gazzetta ufficiale della Regione siciliana il decreto del presidente della Regione con il quale vengono indette le elezioni di secondo grado del presidente del libero Consorzio comunale di Agrigento.
Il decreto prevede la data delle elezioni per domenica 29 novembre da tenersi nella sede del Libero Consorzio. Secondo quanto previsto dalla legge regionale 15 del 2015, entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto del presidente della Regione nell'albo pretorio del libero Consorzio comunale di Agrigento, peraltro già avvenuta il 29 settembre scorso, l'assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica provvederà ad istituire con proprio decreto l'ufficio elettorale presso lo stesso libero Consorzio comunale.
Il commissario straordinario del libero Consorzio comunale di Agrigento Marcello Maisano ha, da parte sua,  provveduto a notificare il decreto alla Prefettura, al presidente del Tribunale e ai segretari generali dei quarantatre dei Comuni del libero Consorzio comunale di Agrigento.
Nei prossimi giorni si conoscerà la composizione della commissione elettorale formata da tre iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali, di cui uno con funzioni di presidente. Un dirigente, con competenze amministrative, di uno dei comuni appartenenti all'ente di area vasta sarà designato, con il medesimo decreto, ad esercitare le funzioni di segretario della commissione.
Resta al momento, quindi, confermata la data del 29 novembre, nelle more di una eventuale impugnativa della legge regionale n. 15 del 2015, da proporsi entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, davanti alla Corte Costituzionale da parte del Governo Nazionale.

Siciliainformazioni.it

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane", approvata dall'Assemblea regionale siciliana il 4 agosto scorso.

"Pur prendendo atto della lettera del Presidente della Regione siciliana con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche alla legge regionale 15/2015″, il Consiglio dei Ministri spiega in una nota di avere deliberato l'impugnativa "in quanto talune disposizioni sono in contrasto con la legge 56/2014 (Legge Delrio), quale legge di grande riforma economica e sociale. In caso di approvazione di una nuova normativa da parte dell'Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell'impugnazione, il Governo valuterà l'opportunità di ritirare il ricorso".  "L'impugnativa non è più una minaccia, ma una realtà". Il Consiglio dei Ministri ha fatto scattare la mannaia sulla legge regionale 15/2015 che istituisce i 'Liberi consorzi e le Citta' metropolitane in Sicilia'. Gia' piu' volte l'AnciSicilia aveva espresso forti dubbi di legittimita' costituzionale sulla legge e aveva sottolineato il rischio di caos e ingovernabilita' che avrebbe potuto replicare la drammatica esperienza che vede tutt'oggi inapplicata la legge di riforma sulla gestione del sistema integrato dei rifiuti (9/2010)". Cosi' in una nota l'AnciSicilia, secondo cui "la decisione del Consiglio dei Ministri arriva a due mesi di distanza dall'invio di una lettera dell'Associazione dei comuni siciliani indirizzata al Presidente Renzi, al ministro Alfano e al Presidente dell'Ars Ardizzone, in cui venivano sollecitati a valutare bene la coerenza della legge, approvata il 30 luglio scorso. Le osservazioni, evidenziate nella lettera del 4 agosto scorso, erano state autonomamente condivise da numerosi sindaci dell'Isola che si erano detti anche pronti a sostenere tutte le iniziative dell' Associazione avverse alla legge. Da tempo l'AnciSicilia sosteneva l'incongruenza della riforma siciliana con quanto disposto su scala nazionale dalla riforma Delrio. L'assenza del voto ponderato, la mancata corrispondenza, in Sicilia, della figura del sindaco metropolitano con quella del sindaco del centro capoluogo, cosi' come altre anomalie della legge 15/2015, non fanno altro che manifestare una volontà inaccettabile di tornare ad un sistema assai poco trasparente della governance territoriale". L'AnciSicilia evidenzia, infine, che "senza lo stop a questa legge si sarebbe aggravato, senza ombra di dubbio, lo stato di calamita' istituzionale in cui versa la nostra Regione che va di pari passo al disastro di una gestione affaristica di acqua e rifiuti. Si e' trattato, quindi, dell'ennesimo scivolone amministrativo di questo governo che continua a non rispettare il patto coi siciliani, ovvero assicurar loro delle buone leggi lontane da inciuci e da mortificanti pasticci legislativi". "Il Comitato direttivo dell'ANCI, la scorsa settimana, ha approvato all'unanimita' un ordine del giorno, presentato da me, con il quale si chiedono sostanziali modifiche alla legge regionale siciliana sui liberi Consorzi comunali e le Citta' metropolitane. Le motivazioni che hanno spinto oggi il Governo a impugnare quella legge, sono esattamente le stesse che vengono rimarcate nell'ordine del giorno approvato dall'ANCI. Confido ora che l'Assemblea regionale siciliana adegui la normativa ai principi contenuti nella legge Delrio e che lo faccia nel piu' breve tempo possibile, perche' la Sicilia ha gia' pagato un prezzo molto alto per il ritardo nell'avvio dei nuovi enti rispetto al resto del Paese. Ogni ulteriore dilazione dei tempi sarebbe incomprensibile, e costituirebbe un grave danno per le Citta' siciliane". Lo afferma il sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell'ANCI, Enzo Bianco, commentando l'impugnativa della legge siciliana che istituisce, tra l'altro, le Citta' metropolitane dell'isola, da parte del Consiglio dei ministri. "Cronaca di un disastro annunciato, l'ennesima riforma di un governo incapace di gestire anche l'ordinaria amministrazione. E intanto da due anni ormai le ex province sono enti sospesi e le nostre strade, la cui manutenzione spetterebbe alle province, cadono letteralmente a pezzi". Così il deputato siciliano di SEL Erasmo Palazzotto commenta la decisone del CdM di impugnare la legge regionale di riforma delle province. "Renzi invece di impugnare la legge farebbe bene-prosegue Palazzotto- ad assumersi la responsabilità politica di questo disastro e andare al voto in Sicilia. Saranno così- conclude Palazzotto- i cittadini a giudicare se il PD é capace di governare o soltanto di gestire il potere".n sistema assai poco trasparente della governance territoriale".

Scrivolibero.it

Il Libero Consorzio di Agrigento approva il Programma Triennale delle Opere Pubbliche

Il Commissario Straordinario Marcello Maisano (in foto) ha approvato il programma triennale delle Opere Pubbliche per il triennio 2015/2017. Il Programma è costituito da un elenco di interventi significativi sull'intero territorio provinciale che riguardano, in primo luogo, la viabilità e l'edilizia scolastica. Il piano prevede trentuno interventi per un totale di € 7.117.000,00 per il 2015 e di € 100.370.950 complessivi nel triennio di riferimento. Le somme del triennio si riferiscono, in larga parte, ad eventuali finanziamenti regionali e statali delle opere inserite, a causa della contrazione dei trasferimenti a favore del Libero Consorzio di Agrigento. I primi interventi dell'anno in corso riguardano la manutenzione ordinaria edilizia sociale e scolastica sportiva e patrimoniale a cura del Settore Edilizia e Gestione Patrimoniale per 100 mila euro da finanziare con fondi del bilancio provinciale. Per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali sono previsti interventi per 300 mila euro a cura del Settore infrastrutture Stradali, sempre con fondi del bilancio provinciale. Tra le opere più qualificanti, per tutto il territorio provinciale, al terzo posto troviamo i lavori di completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca con un finanziamento di € 4.600.000 e i lavori di completamento degli interventi di riparazione dei danni sulla S.P. n.14 Racalmuto- Montedoro. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche costituisce, insieme al piano delle Alienazioni, parte integrante del bilancio di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017. Sul sito della Provincia www.provincia.agrigento.it l'elenco completo delle opere inserite nel piano.


Agrigento, offerte di lavoro disponibili da visionare all'Urp del Libero Consorzio


Sono 123 le nuove offerte di lavoro in enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio nazionale, consultabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento di piazza Vittorio Emanuele ad Agrigento e nelle sedi periferiche delle Urp. Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia. La Guardia di Finanza ad esempio, ha indetto un concorso pubblico per il reclutamento di 8 tenenti in servizio permanente effettivo. Il Parlamento Europeo cerca due ingegneri civili a tempo determinato e l'Autorità generale della concorrenza e del mercato, ha bandito un concorso per selezionare 25 praticanti da inserire negli uffici di Roma. Per i candidati c'è tempo fino al 12 ottobre. Concorsi anche alla Regione Umbria per l'assunzione di 71 laureati di categoria D a supporto delle strutture della giunta regionale, e al Comune di Bologna dve c'è una selezione pubblica per esami, per uno Specialista di servizi socio educativi. Nel settore della Sanità pubblica, l'Ausl della Valle d'Aosta e quella di Alessandria cercano infermieri con contratto a tempo indeterminato. I bandi e le offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera. Telefonicamente, si possono contattare i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837. Il personale dell'ente è a disposizione dell'utenza .

Livesicilia.it
Dopo l'impugnativa, tutto (o quasi) da rifare. 

Certamente andrà riscritta la data delle prossime elezioni per la guida di Liberi consorzi e città metropolitane. Il disegno di legge col quale il governo recepirà i rilievi del Consiglio dei ministri, infatti, ridisegnerà anche le "regole del gioco. E così, sarà necessario dare un tempo necessario a tutti gli attori per "ripartire".

Ma ripartire da dove? L'intervento del governo centrale è stato molto duro. Una impugnativa "condita" dalle dichiarazioni del sottosegretario siciliano Davide Faraone: "Se vogliamo costruire un rapporto sinergico con il governo nazionale - ha detto - dobbiamo puntare sulla credibilità della Sicilia. Fatti come questo la minano in maniera irrimediabile. E non è un caso isolato". Uno schiaffo in pieno volto all'esecutivo, ma anche alla maggioranza politica che ha consentito l'approvazione di una legge fin dall'inizio a rischio "censura". Nonostante si sia arrivati a questo testo in clamoroso ritardo e in un'era geologica diversa rispetto a quella in cui il presidente Crocetta annunciò: "Abbiamo abolito le Province". E invece, adesso, il governo Renzi ha, nella sostanza, detto al governatore che dovrà munirsi di "carta carbone" e ricopiare per filo e per segno la cosiddetta legge Delrio sugli enti locali. Una legge "di sistema", ha fatto sapere l'esecutivo romano, che comporta anche tagli alle spese che verrebbero in parte vanificati dal ddl della Regione siciliana.

Ma il governo Crocetta sembra intenzionato a lanciare la sfida. Stando a quanto trapela, infatti, l'esecutivo regionale non recepirà tutti i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri, e potrebbe avviare un braccio di ferro di fronte alla Corte costituzionale. Nella nota diffusa oggi da Palazzo Chigi, infatti, si fa riferimento alla possibilità di ritirare il ricorso (cioè l'impugnativa) a patto che Palazzo d'Orleans modifichi quel testo.

A prescindere però dalla "portata" del ritocco, è praticamente scontato lo slittamento della data delle elezioni del 29 novembre, già decisa dalla giunta regionale e apparsa in Gazzetta ufficiale. E la conferma arriva dal presidente della Commissione affari istituzionali all'Ars, Antonello Cracolici. Proprio quella commissione ha lavorato principalmente (è quella di riferimento per riforme di questo tipo) al testo approvato a fine luglio, e sarà la stessa a vagliare per prima il nuovo ddl al quale dovrà lavorare il governo Crocetta. "Mi pare scontato - ha detto Cracolici - che, cabiando le regole alla base delle elezioni, bisognerà anche spostare più in là la data delle consultazioni stesse". E dopo l'approvazione in commissione, il ddl dovrà ricevere ovviamente il via libera dell'Assemblea regionale, per poi approdare (di nuovo) in Gazzetta ufficiale.

Ma sul merito dell'impugnativa, Cracolici definisce un po' i confini di quello che potrebbe essere il prossimo "ring" istituzionale. "Va detto che la legge Delrio non è il Vangelo - ha precisato il presidente della prima commissione - e il 'recepimento' di cui si parla riguarda i principi della norma, non certo il dettaglio, visto che nel nostro ordinamento non è previsto il recepimento diretto". E così pare che il governo regionale vada verso l'introduzione del voto ponderato (cioè il "peso" del voto di un sindaco, per l'elezione del presidente dei Liberi consorzi, dovrà essere proporzionale alla popolazione del Comune che è guidato da quel primo cittadino). Per il resto, le cose dovrebbero rimanere un po' come sono. "Credo - ha spiegato sempre Cracolici - che alcuni rilievi del Consiglio dei ministri siano solo legittime valutazioni e opinioni, ma che non ci sia alcun profilo di incostituzionalità. Penso ad esempio - ha aggiunto - alla norma della Delrio che prevede la corrispondenza tra il sindaco della città metropolitana e quello del Comune più grande del territorio. Una norma sulla quale io ero d'accordo, ma che governo e Ars hanno deciso di cambiare. Nonostante ciò, non ritengo che quel passaggio sia illegittimo".

Oltre al voto ponderato e all'automatismo per l'elezione del sindaco metropolitano, sono stati diversi i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri. Dal numero degli organi dei nuovi enti (quattro in Sicilia al posto dei tre a livello nazionale), al bonus previsto per i sindaci che andranno a guidare i Corsorzi (mentre nelle altre Regioni la carica sarà svolta a titolo gratuito), per giungere alla gestione dello smaltimento dei rifiuti, che la norma nazionale destina agli Ato mentre la legge siciliana indirizza anche ai comuni in forma singola o consorziata.

Ma su molti di questi punti il governo Crocetta sembra voler tirare dritto. Nonostante le divergenze, sul tema, tra il governatore e l'assessore alla Funzione pubblica Giovanni Pistorio, più incline a sposare una linea maggiormente "aderente" alla riforma Delrio. Così, si preannuncia un braccio di ferro di fronte alla Consulta. Solo l'ultima puntata di un pasticcio senza precedenti. Una legge "epocale" che sanciva, secondo le dichiarazioni del presidente Crocetta, il primato della Sicilia rispetto al resto d'Italia. Ma da prima Regione ad abolire e province, l'Isola è diventata l'ultima. Nel frattempo, sono cambiati quattro assessori alle autonomie locali, il governo è andato sotto più di una volta a Sala d'Ercole, le strade provinciali sono andate a pezzi, i dipendenti hanno più volte protestato per la paura sul loro destino. E soprattutto sono cambiate, tra fedelissimi, alti burocrati e cognomi noti, decine di commissari "straordinari". Gli ultimi, quasi certamente, dovranno restare lì ancora un po'. La data del 29 novembre è da riscrivere. Così come l'epocale riforma delle Province. Un'altra volta.

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