Giornale di Sicilia
Lotta all'abusivismo edilizio. Nell'area attorno alla Valle dei Templi di Agrigento proseguono le demolizioni. Rase al suolo le gradinate di un anfiteatro irregolare
Scala dei Turchi,andrà giù l'ultimo ecomostro
Lunedì i lavori, finanziati dal Fai e da Intesa Sanpaolo.Al posto della casa nascerà uno spazio panoramico con le panchine
...L'ultimo velo che appanna l'immagine della Scala dei Turchi sarà strappato via lunedì. La casa abusiva, costruita in ferro ed eternit su un basamento di cemento armato, che si affaccia sulla scogliera di marna bianca, candidata a diventare patrimonio dell'Unesco, sarà demolita. Al posto della residenza - che è abbandonata, arrugginita e ricolma di erbacce-nascerà una piazzola panoramica con staccionata in legno e panchine in pietra. I necessari 20mila euro per cancellare la macchia di illegalità sono stati finanziati dal Fai e da Intesa San paolo nell'ambito dell'iniziativa «I luoghi del cuore». Ieri, intanto, la ruspa ha continuato a lavorare in via Afrodite, all'ingresso del rione balneare di San Leone, adAgrigento. L'anfiteatro dell'ex ristorante Principessa Zaira non esiste più. La ruspa ha raso al suolo le gradinate semicircolari. Il proprietario, ei giorni scorsi, aveva già demolito, autonomamente, la piattaforma entrale. Oggi un'impresa specializzata si occuperà della rimozione delle lastre di eternit poste a copertura di un manufatto di circa 70 metri quadrati, ricadente sempre nell'area del Principessa Zaira. Quando l'edificio, alto 4metri, sarà bonificato, - presumibilmente già oggi o al massimo domattina - l'immobile verrà spazzato via. Esattamente per come è accaduto per tutti gli altri manufatti abusivi creati in zona A, ad inedificabilità assoluta, del Parco archeologico della Valle dei Templi. La svolta nel territorio della Scala dei Turchi è arrivata grazie alla Procura di Agrigento, con a capo il procuratore Renato Di Natale el'aggiunto Ignazio Fonzo. Nel giugno del 2013,prima venne abbattuto lo scheletro in cemento armato - simbolo dell'abusivismo edilizio - di quello che era destinato a diventare un albergo di lusso in riva al mare sulla spiaggia della Scala dei Turchi. Quattordici giorni dopo, caddero i tre ecomostri - innalzati nell'ambito di un progetto complessivo che prevedeva la costruzione di dieci ville in riva al mare - di lido Rossello, sempre a Realmonte. Determinante, in entrambi i casi, fu proprio l'impulso della Procura che inviò una ingiunzione al Comune, pena l'incriminazione per «omissione in atti di ufficio» e «favoreggiamento dell'abusivismo edilizio». A distanza di due anni, le ruspe tornano di nuovo - dopo essere state per diverse settimane nel parco archeologico di Agrigento - alla Scala dei Turchi.Ad immortalare l'ennesimo, storico, passaggio per il ripristino della legalità, lunedì, ci saranno anchele telecamere della Rai. Dei lavori di demolizione si occuperà la Mediterranea Servizi di Racalmuto che s'è aggiudicata la gara d'appalto. La Procura è stata determinante a Realmonte quanto ad Agrigento dove, per far mettere in azione le ruspe, diversi sono stati gli ultimatum lanciati.Con il Municipio di Agrigento e con quello di Licata, la Procura, organo competente per l'esecuzione delle sentenze definitive, ha già sottoscritto dei protocolli d'intesa, stabilendo i criteri per arrivare alle demolizioni degli immobili abusivi. Protocolli d'intesa analoghi verranno sottoscrit i, inoltre, - ed è soltanto una questione di giorni - anche con i Comuni di Realmonte e di Palmadi Montechiaro.
Il procuratore capo Renato Di Natale e l'aggiunto Ignazio Fonzo, durante la presentazione del primo protocollo di intesa, quello con Agrigento, annunciarono chiaramente che anche Realmonte, Palma di montechiaro e Licata hanno avviato unpercorso analogoaquello tracciato da Agrigento «stanziando delle somme da destinare alle demolizioni degli immobili. Demolizioniche poi vanno addebitate agli autori degli abusi edili». «Ripristinare la legalità contro le speculazioni criminose»», è la premessa dei protocolli di intesa voluti dalla Procura. (*CR*)
Pulizia delle scuole, oggi
sit-in di protesta della Cgil
.Sit -in di protesta questa mattina, dei lavoratori -ex Lsu addetti ai servizi di pulizie delle scuole della provincia di Agrigento. La manifestazione si terrà dalle 9.30 alle 13.30 davanti gli stabilimenti della Società Cooperativa «Sicula Ciclat» nella zona industriale San Cataldo Scalo. Durante la manifestazione una delegazione di lavoratori insieme al sindacato chiederanno di essere ricevuti dal presidente della cooperativa. « Abbiamo saputo - dice il segretario provincale della Filcams Cgil Francesco Castronovo - che Francesco Mauro, responsabile del personale della Sicula Ciclat ha indetto per ieri, martedi 13 ottobre n incontro con altre sigle sindacali, cercando ancora una volta di denigrare ed offendere l'immagine della nostra organizzazione sindacale Noi abbiamo deciso questa forma di protesta considerato che il comportamento della Cooperativa ha eluso i dettami dell'art.28 della legge 300/70, considerato che ad oggi non sono state pagate le mensilità arretrate e considerato pure chenonsono rispettati gli accordi ministeriali».
La Sogeir non paga il personale, aria di sciopero negli impianti
«Dieci lavoratori di Sogeir impianti devono ancora riscuotere tre stipendi, luglio, agosto e settembre, e questa situazione non può andare
avanti anche perché parliamo digente che gestisce il comparto che determina utili per la società, il centro di compostaggio, le piattaforme, il centro di raccolta». A lanciare l'allarme è Nino Stella, della segreteria provinciale della Uil. Il sindacalista sottolineache le criticità non riguardano soltanto il personale impegnato nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che deve ancora riscuotere parte della quattordicesima mensilità, parte dello stipendio di agosto e l'itera paga di settembre, ma anche altri dipendenti Sogeir, quelli del settore impianti. I sindacati chiedono alla Sogeir di impiegare soltanto per il pagamento degli stipendi ai lavoratori i 230 mila euro che sta per riscuotere da palazzo di città. IlComunedi Sciaccaè tra quelli che, ormai, si è messo a regime per quanto riguarda i pagamenti, mentre la Sogeir vanta, complessivamente, un credito dai Comuni dell'Ato che supera i 2 milioni di euro. Il sindaco, Fabrizio Di Paola, ha chiesto ufficialmente alla Sogeir di privilegiare, nei pagamenti, gli stipendi ai lavoratori impegnati in città. Due settimane fa è stato sospeso uno sciopero già deciso da Cgil, Cisl e Uil con alla base proprio i ritardi nel pagamentodelle spettanze ai lavoratori. A Sciacca sindacati e lavoratori hanno preferito non scioperare vistoche ilComunesi èmesso in regola con i pagamenti. Adesso, però, questa posizione vacilla se non arriveranno novità nei prossimi giorni. E si potrebbe andare intanto ad assemblee del personale. Le assemblee sono l'anticamera dello sciopero e, comunque, determinano problemi per il servizio perché riducono da 6 a 4 il numero delle ore dedicate alla raccolta dei rifiuti. (*GP*)
Scrivolibero.it
Pesanti
tagli dal governo Renzi per la Provincia di Agrigento.
Si
tratta di ben 5.879.747,061, dovuti alla rideterminazione degli
obiettivi del patto di stabilità interno di Comuni, Province e Città
metropolitane per gli anni 2015-2018". La denuncia arriva dal
consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Marcello La Scala (in
foto), che aggiunge: "Il Ministero dell'Interno, con circolare
n.12/2015 del 13 ottobre 2015, in applicazione all'articolo 1,
comma 418, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 ha comunicato che le
Province e le Città Metropolitane dovranno contribuire al
contenimento della spesa pubblica per l'anno 2015 attraverso la
riduzione della spesa corrente di 1.000 milioni di euro per l'anno
2015, di 2.000 milioni di euro per l'anno 2016 e di 3.000 milioni
di euro a decorrere dall'anno 2017. Il termine per il versamento
degli importi relativi all'anno corrente è fissato al 2 novembre.
Quindi per la nostra martoriata provincia questo è solo l'antipasto
a vantaggio del famelico governo nazionale che oltre i tagli nei
trasferimenti vuole così ulteriormente stritolare per i prossimi tre
anni il nostro territorio e i suoi cittadini già vessati dalla crisi
economica, dalla disoccupazione e dalla mafia. Ci parlano di ripresa
e di riduzione delle tasse, ma in realtà continuano a svuotare le
casse degli Enti Locali a danno dei cittadini". "Si tratta -
afferma La Scala - infatti di un taglio drastico alla capacità di
spesa. Si andrà incontro inesorabilmente a seri problemi economici
con gravi ricadute sui servizi erogati. L'Ente Provincia già allo
stato attuale è alle prese con problemi come la stabilizzazione dei
precari, gli interventi sulla rete stradale provinciale, la crisi di
tutti i comparti economici (aggravata nel settore dell'agricoltura
della recente tromba d'aria), la crescente disoccupazione".
"Tutta la situazione rischia di diventare ancor più drammatica.
Sono numerose, infatti, le criticità in atto nell'intero
territorio provinciale di Agrigento. Il Movimento Cinque Stelle
denuncia questa dissennata operazione contabile fatta a spese dei
cittadini, che si vedranno privati in provincia di Agrigento di
fondamentali servizi, già ridotti quasi a nulla dai tagli lineari
degli anni e dei mesi precedenti", conclude il conigliere La Scala.
AgrigentoPress
Acqua pubblica, arriva la delibera
di Giunta
Se stasera il Consiglio comunale di
Agrigento si apprestava a discutere - in modo estremamente
interlocutorio, va detto - gli argomenti connessi al servizio
idrico integrato, ieri alle 20 la Giunta comunale ha approvato una
propria deliberazione sul ritorno alla gestione pubblica della
risorsa. Una delibera che, però, non è quella concordata nelle
precedenti riunioni svolte con i 27 sindaci della provincia e finora
approvata dai vari enti (tutti Consigli comunali e non giunte, va
precisato), ma un nuovo testo, che accoglierebbe in sè le stesse
premesse del precedente in ordine alla necessità della
ripubblicizzazione sottolineando però come sia ineludibile un
impegno della Regione rispetto al tema centrale della vicenda, ovvero
la dotazione di risorse idriche. Le differenze tra i due testi però
sono abbastanza evidenti, in primis rispetto al rapporto sulla
questione dell'approvvigionamento idrico e proseguendo con il
rapporto con una potenziale gestione privata (qualunque riferimento
in segno negativo è sparito nella determina della Giunta).
Una mossa a "sorpresa" che non
potrà che avere delle refluenze sul dibattito di stasera e che, è
forse l'intenzione di fondo, ne deciderà la direzione e il
contenuto, togliendo di fatto dall'imbarazzo la maggioranza
Firettiana in aula, che temeva concretamente di trovarsi
"accerchiata" dalle opposizioni.
"Cogliamo questa legge come una buona
opportunità e ribadiamo come, rispetto a un bene così prezioso,
ogni comune debba essere messo nelle condizioni di godere appieno
delle risorse attraverso tutte le fonti di approvvigionamento che
ricadono sul proprio territorio - ha dichiarato il sindaco Lillo
Firetto -. E' per questa ragione che abbiamo voluto, oltre che
esprimere il nostro favore verso una gestione pubblica e diretta del
servizio, rivolgerci alla Regione perché concorra assieme ai comuni
a garantire un sistema equo e solidale . Abbiamo chiesto che la
Regione Sicilia riconsideri il rapporto con Siciliacque Spa per
assicurare tariffe omogenee e sostenibili e quindi di gran lunga
inferiori a quelle allo stato praticate sul nostro territorio.
L'acqua deve costare molto meno rispetto a quanto costa
attualmente. Ciò deve passare, a nostro avviso, attraverso una
valutazione sulla portata delle quantità di acqua di cui dispone il
nostro territorio, cui dovrà fare seguito una razionale
individuazione di bacini idrografici pensati in ragione delle risorse
idriche in essi ricadenti, per poi dare vita ad una logica e
ragionata attività di gestione associata dei comuni".
LA SICILIA
Andati via oltre 700mila siciliani,
221 mila sono in Germania
DATI. La nostra regione è seconda
solo al Mouse, e il fenomeno migratorio nel 2015 risulta in crescita
rispetto al 2014
GIOACCHINO SCHICCHI
La Sicilia è la seconda regione in
Italia per numero di cittadini residenti all'estero, dietro solo
dopo il Molise. A dirlo è il rapporto 2015 "Italiani nel mondo"
della Fondazione "Migrantes", l'organo della Conferenza
episcopale italiana che si occupa di migrazioni umane.
Un report realizzato con cadenza
annuale e che, anno per anno, relega l'isola in una posizione
sempre meno "comoda". Al 1gennaio2015 stando a quanto riportato
da "Migrantes", che conteggia il numero di cittadini iscritti
all'Aire,il registro dei residenti all'estero, a fronte di una
popolazione di 5.092,080 siciliani 713,483 risultavano vivere fuori
dai confini territoriali. Numeri che evidenziano una crescita
rispetto al report 2014, quando "Migrantes" individuava, a fronte
di 4.999.932 abitanti, 698.764 residenti all'estero.
All'analisi dei dati 2015, risulta
che la stragrande maggioranza degli emigrati rimangono in Europa
(502.257), con una preferenza particolare perla Germania, paese che
al momento ospita 221.453 siciliani, anche se esistono numerose
comunità in America (180.713 persone) e presenze molto marginali in
Asia (1.825siciliani).
Tra le province siciliane, quella coli
la maggior emigrazione registrata è Agrigento, con 148.969 residenti
all'estero a fronte di 454.370 abitanti. Ben distanziate in
"classifica" si trovano le province di Catania (113.533) e
Palermo (113:063), con un'incidenza ovviamente enormemente più
bassa della provincia agrigentina. Seguono Messina (82.291), Enna
(74.094), Caltanissetta (71.289), Trapani (42.056) e Siracusa
(41.427) mentre Ragusa ha la fortuna di essere la provincia con la
minor emigrazione, con «soli» 26 residenti all'estero.
Rispetto ai dati connessi alla
tipologia di emigrazione, Enna è la provincia con la più alta
percentuale di iscritti all'Aire per nascita (44%), mentre Messina
è quella dove è più alta la percentuale di donne emigrate (48,1%).
Rispetto alla situazione dei singoli
comuni, il primo per iscritti è Palermo, con 27.076, seguito 4a
Catania a 18.055 e da Messina con 11mila, con 4 comuni agrigentini di
minori dimensioni (rispettivamente, Licata, Palma di Montechiaro,
Favara e Aragona) entro i primi 10 posti per nu mero assoluto di
iscritti.
Altra partita, e altri numeri, sono
quelli riferibili all'incidenza percentuale. Se nella fascia dei
"big", ovvero i Comuni tra i 100mila e i 10mila abitanti il primo
posto indiscusso è occupato da Riesi, dove a fronte di 11.716
residenti ci sono 6.604 iscritti all'Aire (56,37%), seguito da
Ravanusa, dove i residenti sono 11.870 a fronte di 6.641 emigrati e
Barrafranca, con 13.541 residenti e 7.339 emigrati.
Nella categoria "pesi piuma",
ovvero i centri con méno di 10mila abitanti, il primo centro tra
quelli siciliani è Acquaviva Platani, terzo posto a livello
nazionale con 2.497 residenti all'estero a fronte di 967 residenti
(258,2%).
TAVOLO CON L'ARAN, SI PARTE DALLA
RIDUZIONE DEI COMPARTI
Contratti Pa, i sindacati: subito
risorse.
ROMA. Parte in salita il confronto tra
Aran e sindacati sul rinnovo dei contratti pubblici, bloccati ormai
da sei anni, Ieri riunione propedeutica al riavvio delle trattative
con la discussione sulla riduzione dei comparti da 11 a 4 prevista
dalla legge Brunetta. I nuovi comparti - hanno spiegato i sindacati -
dovrebbero essere Funzioni centrali (ministeri, presidenza del
Consiglio,Agenzie fiscali e enti previdenziali),Scuola (con
l'università e la ricerca), Sanità e Enti locali. Ma se quest9 è
un tema spinoso perché porta con sé un nuovo calcolo della
rappresentatività dei vari sindacati, la discussione più difficile
re sta quella sulle risorse; anche se ieri il tema non è stato
neanche sfiorato.
Secondo indiscrezioni circolate nei
giorni scorsi il governo punterebbe a stanziare 300-400 milioni
l'anno prossimo, una cifra considerata dai sindacati assolutamente
insufficiente dato che significherebbe una media inferiore a 10 euro
lordi al mese per oltre tre milioni di dipendenti pubblici. Per un
rinnovo che si avvicini agli accordi raggiunti sugli ultimi contratti
stipulati per il settore privato - ha spiegato il segretario con
federale Cisl Maurizio Bernava - il governo dovrebbe cercare per il
2016 poco meno di tre mld di euro lordi. Inoltre i sindacati chiedono
che ci si impegni anche sulla contrattazione di secondo livello, al
momento sostanzialmente inesistente,
«Per poter avviare la discussione
sull'accordo quadro - ha detto il segretario confederale Cgil
Serena Sorrentino - ci so no due questioni preliminari da affrontare:
le risorse per il rinnovo dei contratti e la liberazione della
contrattazione dai vincoli fortissimi di legge che oggi la limitano».
«Vogliamo - ha detto il segretario confederale Cisl Bernava - che il
governo dia indicazioni precise all'Aran per fare il contratto in
fretta e bene. Dopo sei annidi blocco e dopo che si è consolidata
Una legislazione invasiva dell'autonomia contrattuale vogliamo che
il governo sia chiaro sulle risorse da destinare agli aumenti
salariali».
«Anche la Corte Costituzionale - ha
sottolineato il segreta rio confederale Uil Antonio Foccillo - lo ha
affermato: bisogna rinnovare i contratti nel pubblico impiego già
dal 2015, Non è possibile attendere la primavera del 2016 per
l'avvio delle trattative Anche l'Ugl chiede che i apra una «seria
trattativa» sul rinnovo dei contratti pubblici t fine a
«un'ingiustizia che dura ormai da troppi anni, nonostante la
sentenza della Consulta». Il confronto dovrebbe riprendere entro 10
giorni.
VIA LIBERA DALLA REGIONE. POTRÀ
OSPITARE SCARTI VEGETALI E ANIMALI
Un nuovo impianto alla discarica di
Siciliana.
La discarica ospiterà un nuovo
impianto. Nei giorni scorsi, infatti, la Regione Siciliana ha dato il
«via libera» rispetto alla realizzazione di una piattaforma
integrata per il trattamento dei rifiuti non pericolosi all'interno
del perimetro di Matarana.
A richiederne la costruzione, nel 2012,
era stata la Rvr, società riconducibile alla Catanzaro Costruzioni,
la quale è però dovuta ricorrere al Tar Sicilia per ottenere lo
sblocco delle procedure per il rilascio dell'Aia, l'autorizzazione
integrata ambientale. Il Tribunale amministrativo ave va, nel
dettaglio, dichiarato l'obbligatorietà da parte
dell'Amministrazione comunale di Siculiana di provvedere
all'esecuzione della sentenza, sancendo già che, in caso di
ottemperanza, sarebbe stato nominato un commissario ad acta. Cosa che
poi è avvenuta nell'aprile scorso, data a partire dalla quale si
sono sbloccate le procedure per il rilascio delle dovute
autorizzazioni In particolare a leggere le carte, emerge come
inizialmente sfavorevole fosse nel rilascio del parere
la»Soprintendenza di Agrigento, la quale evidenziava come la zona
nella quale si dovrà costruire la piattaforma sarebbe rientrata in
una zona con livello di tutela in cui «non e consentito realizzare
discariche di rsu, inerti e materiale di qualsiasi genere», salvo
poi cambiare più volte parere ritenendo ad esempio come «in
considerazione dell'alterazione della morfologia provocata dalla
coltivazione della discarica.. si ritiene possibile declassare l'at-
male livello di tutela» uno «slalom» che ha confuso la stessa Rvr
la quale in sede di conferenza di s chiede all'ente di tutela piena
chiarezza rispetto ai pareri.
La struttura, da quanto si legge, potrà
ospitare il trattamento di scarti vegetali e animali, rifiuti
provenienti da lavorazioni agricole, fanghi, residui della
lavorazione del legno, carta e cartone e in genera le tutti i rifiuti
biodegradabili.
G.S.
Il nuovo Senato è una realtà ma
l'opposizione non lo vota
Renzi: «Grazie a chi vuole l'Italia
più forte». Ncd: «Chiusa fase politica.
GABRIELLA BELLUCCI
ROMA. «Grazie a chi continua a insegui
re il sogno di un'Italia più semplice e più forte». Renzi esulta
non appena l'Aula del Senato dà il via libera alla riforma
costituzionale con 179 "sì", 16 "no e sette a Pochi i voti
contrari perché gran parte dell'opposizione non ha partecipato al
voto, condividendo solo la reazione di protesta quando l'ex-capo
dello Stato, Napolitano, è intervenuto per annunciare il suo
consenso.
La maggioranza tira un respiro di
sollievo dopo due settimane sulla graticola, passate a cercare
sostenitori (i 'verdiniani' sono ormai di casa) e a scongiura- tè
agguati nei voti segreti Ma nel Pd so lo i "renziani" danno fiato
alla soddisfa zione per un risultato dovuto, così dico no,
all'»unità del partito». La minoranza non commenta, al netto di
tre senatori (Tocd, Mineo e Casson) che hanno votato contro e lo
hanno annunciato in Aula.
Anche dentro Ap, il principale alleato
di maggioranza, l'umore non è alle stelle: il gruppo ha votato
compatto, ma mentre Alfano ha rivendicato il successo (abbiamo tenuto
in vita una legislatura già morta»), Quagliariello ha manifestato
nella dichiarazione di voto il malessere diffuso nel partito: «Si
chiude una fase della nostra politica».
Toni molto più accesi e bellicosi
hanno segnato le mosse delle opposizioni che, solo all'ultimo
momento, hanno deciso come comportarsi. L'intenzione iniziale era
di fare fronte comune. Invece, i gruppi sono andati in ordine sparso.
Lega e M5s hanno lasciato l'Aula dopo aver inveito contro Renzi e
la maggioranza. «Avete demolito la Costituzione prepotenza e
superficialità sulla base d'indicibili accordi massonici», ha
attaccato il capogruppo"grillino' Casta di, in linea con il
leghista, Calderoli, che h detto: «Con questa riforma muore la
nostra democrazia e nasce una Costituzione che è quella voluta da
Lido Gelli».
Sei e Fi hanno lasciato i banchi per
riversasi nell'emiciclo al momento del voto (ma tra i "forzisti,
Villari e Bocca non si sono mossi per votare 'sì"). Sol tanto
"fittiani" e "tosiani" sono rimasti al loro posto: i primi
per votare contro; gli altri per mettere a verbale l'astensione.
Durante gli interventi, i senatori di Fi e M5s hanno condiviso la
stessa reazione solo quando ha parlato Napolitano: se ne sono andati,
per lo sdegno del Pd che ha difeso con forza l'ex-presidente.
La riforma, in un clima tutt'altro
che costituente, si avvia al traguardo del referendum (mancano solo
tre passaggi in Parlamento) che si terrà nell'autunno del prossimo
anno. Renzi è convinto di farcela. Le opposizioni di riuscire a
mettersi di traverso. «Bisogna munirsi subito per il referendum»,
ha detto il Cav ai suoi.
Gds.it
PALERMO.
Assemblea ancora una volta impegnata nella riforma delleProvince,
una storia ormai quasi infinita. Il nuovo ddl, deliberato in giunta
con lo scopo di recepire le modifiche alla legge richieste dalla
Presidenza del Consiglio che intanto ha impugnato la norma in vigore,
è approdato in commissione Affari istituzionali dell'Ars. La riforma
era stata annunciata dal presidente della Regione Rosario Crocetta
all'indomani della sua elezione, ma sono passati tre anni dall'inizio
della legislatura e la legge, con si istituiscono in Sicilia Liberi
Consorzi di comuni e Città Metropolitane, è ancora incompleta: dopo
l'impugnativa del Cdm, infatti, è necessario correggere il testo
recentemente approvato dall'Ars.
Il
nuovo ddl ('Modifiche alla legge regionale 4 agosto 2015, n. 15 -
disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città
Metropolitanè) è stato incardinato questa mattina in commissione
Affari istituzionali: gli emendamenti devono essere presentati entro
venerdì prossimo, a mezzogiorno.