Giornale di Sicilia
Niente soldi per la Sicilia nella manovra Renzi
Buco da un miliardo e 400 milioni alla Regione...Neanche un euro. Nella prima versione ufficiale della legge di Stabilità nazionale non c'è un solo finanziamento destinato alla Sicilia.E ciò malgrado la Regione trattasse da mesi per strappare almeno un miliardo e 400 milioni. Somme che ora Crocetta sarà costretto a recuperare attraverso tagli. Il governo regionale deve fare i conti con un buco stimato nel bilancio 2016 di due miliardi. Nei tavoli di trattativa avviati da mesi, l'assessore all'Economia Alessandro Baccei aveva prospettato la possibilità di coprire autonomamente una parte del buco pari a 600 milioni. Il resto si sperava potesse arrivare da trasferimenti statali frutto di una nuova regolamentazione dei rapporti fiscali fra Roma e Palermo. Ma evidentemente Renzi non ha accolto la proposta.Daambienti renziani filtra la diffidenza verso un piano di aiuti prospettato da Palazzo d'Orleans che valeva da solo quasi la metà della manovra che lo Stato sta approntandoper tagliare l'Imu in tutta Italia. Quattro miliardi costa a Renzi lo sconto fiscale agli italiani. Secondo un'analisi maturata a Roma,il governo regionale ha nel proprio bilancio i margini per coprire il buco senza andare in default. La bancarotta scatterebbe infatti solo se venissero intaccate o non coperte spese che riguardano mutui e stipendi. E dal punto di vista tecnico non rientrano fra queste i trasferimenti ai Comuni e i costi di forestali e precari. Ma agire su queste voci significa andare incontro a uno scontro sociale che riporterebbe nell'incertezza il governo Crocetta. E in questa chiave non è un caso che l'ala renziana più vicina a Davide Faraone non si sia spesa per inserire in legge di Stabilità trasferimenti alla Sicilia: l'obiettivo è indebolire il presidente sperando in un colpo di scena che possa provocare elezioni anticipate. Progettoche però cozza col piano delle altre correnti siciliane del Pd e degli altri alleati che stanno siglando con Crocetta un patto di fine legislatura. Ilcamminoperò diventa più difficile perchè scrivere la Finanziaria regionale in questo quadro economico è quasi impossibile. Vadetto che la manovra nazionale verrà approvata a dicembre e i margini per intervenire a favore della Regione ci sono. Nel frattempo però Forza Italia fiuta l'agguato politico e soffi sul fuoco: «La Sicilia è stata ancora una volta dimenticata da Palazzo Chigi - ha commentato Marco Falcone -. Un fatto gravissimo. Per il quale dobbiamo ringraziare gli esponenti politici siciliani appartenenti alla maggioranza, incapaci di battersi per la nostra e la loro Sicilia». Gia. Pi.
Danni sulle strade provinciali,squadra di operai già al lavoro
Da ieri mattina il Gruppo 3 "Pronto intervento e supporto operativo" della ex Provincia ha coordinato le segnalazioni dei capicantonieri. Il personale stradale e i mezzi - si legge in una nota - sono già al lavoro per ripristinare il normale transito sulle strade interessate dal maltempo. Ad essere colpite in particolare le Strade Provinciali n. 32 Ribera-Cianciana, n. 35 Portella di Sciacca-Lucca Sicula, n. 36 SS 115-Caltabellotta, n. 37Sciacca-Caltabellotta, n, 45 S.Margherita Belice-Salaparuta, n. 38 Cattolica E.-Cianciana e laSPCn. 12 Bevaio Imperatore-Ponte Pedano (Lucca Sicula). Oltre al fango vengono segnalati in diversi punti alberi e grossi rami abbattuti dal vento e caduti sulle carreggiate.DannisullaLicata- Ravanusa, quota 284-SS 123, n. 63 (da SS 115-Contrada Tre Fontane) e sulleSPCex consortili n. 51Ravanusa- Robba del Duca, n. 54 Ravanusa- Tintoria-Furiana, n. 55 (da SP n.10-SS 644). Infine, danni notevoli anche sulle strade della zona Centro- Nord, in particolare su 29B Alessandria della Rocca- Biagio Platani, SP26 Bivio Tumarrano-prov. di Palermo, 29 Raffadali-Cattolica Eraclea, SPRn. 24 Agrigento-Cattolica Eraclea, SPC 30 S.Angelo Muxaro-S.Giovanni- Viviano e SPC 31 Cammarata-Casteltermini.
Agrigentonotizie
Agrigento e provincia, il maltempo causa danni allaviabilità
Il maltempo ha nuovamente colpito laprovincia provocando notevoli danni anche sulle strade dicompetenza del Libero consorzio comunale, ex Provinciaregionale di Agrigento. Da stamattina il Gruppo 3 "Prontointervento e supporto operativo" del Settore Infrastrutturestradali coordina le segnalazioni dei capicantonieri su tutta lacomplessa rete viaria composta da strade provinciali, ex consortilied ex regionali. Il personale stradale e i mezzi sonogià al lavoro per ripristinare il normale transito sullestrade interessate dal maltempo.Particolarmente colpita la rete dellazona ovest, con abbondanti fuoriuscite di fango e detritidai terreni adiacenti che hanno invaso parecchipunti delle carreggiate. Ad essere colpite in particolare le Stradeprovinciali n. 32Ribera-Cianciana, n. 35Portella di Sciacca-Lucca Sicula, n. 36SS 115-Caltabellotta, n.37 Sciacca-Caltabellotta, n,45S.Margherita Belice-Salaparuta, n.38 Cattolica E.-Cianciana e la SPCn. 12 Bevaio Imperatore-Ponte Pedano (LuccaSicula). Oltre al fango vengono segnalati indiversi punti alberi e grossi rami abbattuti dal vento e caduti sullecarreggiate. Anche nella zona est vengonosegnalate alcune criticità, in particolare su SP 6Licata-Ravanusa,SP quota 284-SS 123, n. 63 (da SS 115-Contrada TreFontane) e sulle SPC ex consortili n.51Ravanusa-Robba del Duca,n. 54 Ravanusa-Tintoria-Furiana, n. 55(da SP n.10-SS 644). Infine, danni notevoli anche sullestrade della zona centro-nord, in particolare su SP 29BAlessandriadella Rocca-S.Biagio Platani, SP 26 BivioTumarrano-prov. di Palermo, SP 29Raffadali-CattolicaEraclea, SPR n. 24 Agrigento-CattolicaEraclea, SPC 30 S.AngeloMuxaro-S.Giovanni-Viviano e SPC31Cammarata-Casteltermini.Attualmente i mezzi e i bobcat stannoeseguendo lavori urgenti di ripristino su SP 16, SP 19B e SP 45, dovemaggiori sono i rischi per la circolazione. Nel frattempo ilpersonale stradale continuerà il monitoraggio segnalando ulterioriproblemi. A questo proposito, il "Gruppo 3" delSettore Infrastrutture Stradali invita anche i cittadini chepercorrono queste strade a segnalare ostacoli opericoli per la circolazione, telefonando allo 0922-593464 e 593452.
sicilia24h.it
7chilometri sulla 189...
Glioperai dell'Anas sono a lavoro per restituire al transito lastatale Palermo - Agrigento, una delle principali arterie dicollegamento della Sicilia occidentale, chiusa da ieri sera giovedì15 ottobre nel tratto tra Lercara Friddi e il bivio Tumarrano. Sonoin azione pale meccaniche e mezzi per rimuovere dall'asfaltofango e detriti caduti sulla sede stradale. I Vigili del fuoco hannorimosso alcune automobili e un pullman bloccati dalla frana. Pertutta la notte le pattuglie della Polizia stradale e i Carabinierihanno presidiato la zona. La Palermo - Agrigento, già interessatada lavori di manutenzione in diversi tratti, è al momento chiusa altraffico per 7 chilometri, dal chilometro 222 al chilometro 229. E'l'ennesimo colpo alla viabilità interna della Sicilia, dopo lafrana sulla Palermo - Catania per la quale è stato demolito ilviadotto Himera, e la frana sulla Messina - Catania che ha ridottol'autostrada a una sola carreggiata nei pressi di Letojanni.
Livesicilia.it
Dalle province alla formazione...
Ilpellegrinaggio, finora, è stato continuo e incessante. Come glierrori. Daitecnici ai politici, dalle icone alle star, dai giovani ai vecchi,cambia poco o nulla. Ad appena due settimane dal terzo compleanno delgoverno Crocetta, quello che resta ai siciliani è un cumulo distrafalcioni, cadute, marce indietro e figuracce. Compiute anchegrazie alla nutrita assistenza di un'Assemblea regionale che si èassunta il compito di ratificare il disastro.Labocciatura del Piano della rete ospedaliera siciliano è un esempiochiarissimo. C'era,in questo caso, la garanzia - certamente etica, morale - di unassessore come Lucia Borsellino. Che però ha finito per mettere lapropria firma su un decreto "smontato" dal governo nazionale. Irilievi sono tanti e pesanti. In qualche caso persino imbarazzanti,quando, ad esempio, il Ministero della Salute sottolinea l'errorenelle "somme" dei posti letto ("Quella dei singoli presìdi noncorrisponde al totale"). Un documento, quello cassato da BeatriceLorenzin, che era stato il frutto, però, è bene dirlo, non solodell'azione dell'assessore dimessosi dopo aver scelto diintraprendere il pellegrinaggio al fianco di Crocetta, trasformatosiin una via Crucis. A mettere la propria firma sono stati anche ideputati di Sala d'Ercole, che in quei giorni affollavano lecommissioni Sanità per chiedere una deroga per quello o quel puntonascita, una "eccezione" per quello o l'altro piccolo ospedale. Esoprattutto cercavano di mettere la mani persino sulla distribuzionedei posti letti, sulla valutazione dei manager, su tutto. Quasi unlavoro di supplenza al quale l'assessore non si è opposto con lanecessaria decisioni, e che comunque non ha evitato ilfallimento. Unodei tanti, a pensarci bene. Perché oggi il Consiglio dei ministriboccerà anche la legge sull'acqua pubblica. Equi entra in scena un 'altra "Madonna pellegrina" del governoCrocetta. L'ex pm Contrafatto, lanciata al governo dai renzianirampanti, che, anche qui è bene specificarlo, a quella legge inqualche modo aveva provato a opporsi. Segnalando le quasi certe causedi illegittimità, a lei chiarissime anche grazie alla vicinanza congli ambienti siculo-romani che sovrintendono ormai a ogni passo,scelta, decisione di Rosario Crocetta. "Ho recitato la parte diCassandra", disse la Contrafatto un po' a malincuore, durante undibattito della Festa dell'Unità. Ma di fronte alla volontà delgovernatore e del parlamento, che ha varato una legge che verràmutilata nelle prossime ore, Vania Contrafatto non ha avuto la forza,la voglia o la possibilità di far passare il suo messaggio. E ilrisultato è quello lì. Il solito: un flop. Che verrà certificatodal Consiglio dei ministri. Eche si aggiungerà agli altri, ovviamente. Come quello, clamoroso,della "epocale" riforma della Province. Eanche in questo caso si è replicato lo schema della leggesull'acqua. Anche stavolta, insomma, l'assessore al ramo - inquesto caso Giovanni Pistorio - aveva parlato apertamente di rischidi illegittimità su alcuni punti come, ad esempio, quelloriguardante l'assenza nella legge regionale, del voto ponderato perl'elezione dei presidenti dei Consorzi o delle Città metropolitane.Ma anche stavolta, il presidente e la maggioranza hanno deciso ditirare dritto. Verso un muro, come è apparso evidente dallamega-impugnativa del governo Renzi. E dire che a quella riforma hannolavorato quattro assessori, che incarnano un po' tutti gli idealtipidel perfetto amministratore: l'esperto tecnico regionale (PatriziaValenti), il tecnico d'altro profilo sceso da Roma (MarcellaCastronovo), il grande saggio (Ettore Leotta), il politico navigato(Giovanni Pistorio). Alla fine, dopo un annuncio diffuso in tutti icontinenti ("Abbiamo abolito le Province"), il governo è quasicostretto a ricopiare la legge Delrio, se vuole che Roma rinunciall'impugnativa. Impugnativache non è stata l'unica e non sarà l'ultima. Perchéoggi il Consiglio dei Ministri quasi certamente, come detto, bocceràla legge sul sistema idrico. Ma potrebbe non essere, questa, l'unicabrutta notizia per la Sicilia proveniente da Palazzo Chigi. Aproposito di acqua, intanto, una settimana fa è arrivata unadurissima nota dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Inquelle pagine, molto tecniche, l'organismo che da anni gestisce anchenel resto d'Italia le tariffe del sistema idrico, ha sostanzialmentedetto alla Sicilia: "Con la nuova legge avete spostato in capo allaRegione le nostre funzioni. Da adesso in poi sbrigatevela voi". Etra le azioni portate avanti dall'Autorità c'era quella di una sortadi verifica delle anomalie e degli arretrati. "I procedimentitariffari sinora gestiti, - si legge nella delibera dell'organismonazionale - relativi agli anni 2012, 2013, 2014, 2015, si sonoconclusi, in gran parte, con provvedimenti di determinazione delletariffe d'ufficio per carenze documentali o istruttorie ovvero peraltri inadempimenti, ovvero con deliberazioni che richiedono in ognicaso ulteriori verifiche, approfondimenti e seguiti provvedimenti ida parte dell'Autorità. Il nuovo intervento legislativo dellaRegione Siciliana - si leggeva sempre nella nota - precludetuttavia la possibilità che un tale percorso, con particolareriferimento all'attività di gestione dei richiamati procedimentidi revisione delle tariffe, si dispieghi ora in modo pieno edefficiente". Insomma, la nuova legge "neutralizza" l'azionedell'Autorità anche in riferimento agli anni passati. Con ricaduteancora tutte da verificare. Anche questo passaggio, però, potrebbeessere oggetto dell'imminente impugnativa. Che si aggiungerà aquella che ha riguardato la legge sugli appalti. Una norma che,stando anche alle parole dell'assessore al ramo in quota Udc, cioèGiovanni Pizzo, alla fine di una interlocuzione con gli ufficiromani, non sarebbe stata "sfiorata" dal governo nazionale ed èstata invece stata cassata da Palazzo Chigi. Edire che la decisione di abolire il controllo da parte delCommissario dello Stato sembravaaprire a un luminoso futuro per le scelte legislative di una Regionefino ad allora "bacchettata" in maniera costante e durissima.Come nel caso della prima legge di stabilità di Rosario Crocetta,messa su insieme all'assessore all'Economia voluto da Roma, cioèLuca Bianchi. Due terzi di quella Finanziaria saltò in aria a causadella mega impugnativa del Prefetto Aronica. Un disastroamministrativo condiviso, ovviamente, con i deputati regionali. Moltidei quali hanno, negli anni, preferito spingere per l'inserimentonelle manovre finanziarie norme chiaramente illegittime. Per poter,così, spostare su altri soggetti (il Commissario dello Stato, inquel caso), la responsabilità della bocciatura. Ma dovunque ti giri,in questi anni davvero si fa fatica a trovare una cosa fatta bene. Intutti i settori. La Sanità, infatti, oltre al Piano delle reteospedaliera ha subito altri colpi, ad esempio, sulla vicenda che hariguardato i manager catanesi Cantaro e Pellicanò inizialmentetenuti fuori dalle aziende per una decisione illegittima. Mentrenella vicenda Humanitas, addirittura un errore nella "notifica"ha comportato lo sblocco di un finanziamento milionario per lasocietà privata. E ancora, nella Formazione professionale altrostrafalcione, tra tanti. Un errore formale (c'era la firmadell'assessore Scilabra e non quella di Crocetta) nel regolamento perl'accreditamento degli enti ha bloccato tutto il settore, con pesantiricadute per i lavoratori. Mentre dal Tar fioccano le sentenze chedanno torto al governo sia sulle revoche delle autorizzazioni aglienti, sia sulla gestione del cosiddetto "albo unico" deidipendenti. Dovunque ti volti, è un disastro. Governatore eassessori, deputati, artisti e tecnici, in tre anni non ne hannoindovinata una.