17 ottobre - sabato
LA SICILIA
Elezioni Libero Consorzio comunale
Vincenzo Giambrone in pole position.
«Sono pronto a sostenere un progetto
comune per il territorio agrigentino in seno al Libero consorzio, e
sono disponibile a fare anche solo il consigliere. Ho detto 'anche',
eh.."
Ci scherza un p su Vincenzo Giambrone,
sindaco di Cammarata, ex deputato regionale ed ex assessore
provinciale e tra quelli che i "rumors" vorrebbero tra i papabili
futuri presidenti del Libero consorzio di Agrigento, per elezioni
che, la Regione ha decretato debbano tenersi
a fine novembre ma che, nei fatti, sa
ranno spinte avanti nel tempo dal percorso dì ricostruzione della
legge dopo l'impugnativa da parte d Governo regionale. C'è
tempo, insomma, e soprattutto nessuna fretta.
"Siamo tutti un pò fermi spiega
Giambrone - io non ho mai dato una mia disponibilità alla candida
tura, e una interlocuzione concreta non c'è mai stata. Sì
ammette -. qualcuno mi ha parlato di una possibilità, perché
comunque ci si conosce con molti sindaci del territorio, anche in
considerazione dei fatto 'che è da tempo che mi occupo di
politica". Ma lei è o no disponibile a ricoprire un incarico?
"Io di certo do la mia disponibilità
per un governo provinciale di un certo tipo, per fare qualcosa per
questo territorio". Diciamo un governo di "salute pubblica"?
Si coni impegno di gente qualificata.
Una delle cose buone di questa legge ad esempio e impegno diretto dei
sindaci, che sono coloro che hanno i! polso reale della realtà dei
territori, C'è da dire che guardiamo un po' tutti alla questione
Libero consorzio in modo laico.
Un fronte comune per fare cosa?
"In questo momento i futuri Liberi
Consorzi avranno nuove competenze ma non avranno nessuna risorsa
economica aggiuntiva per la gestione di settori che già in passato
non riuscivano a gestire a pieno. Per questo è necessaria una guida
forte e condivisa che possa rapportarsi con governo regionale e
nazionale. Le difficoltà da affrontare saranno comunque enormi, io
sono sindaco di uno dei comuni con la maggiore superficie agricola
che si trova ad oggi a scontrarsi con una situazione delle
infrastrutture viarie assolutamente drammatica che e stata peggiorata
dal recente maltempo"
Quindi, dice lei, è pronto a far parte
di un progetto di questo tipo,. "Sì, a qualsiasi titolo anche
quello di consigliere Solamente?
"(ride) Ho detto 'anche' quello
di consigliere, non esclusivamente".
GIOACCHINO SCHICCHI
APPELLO AL MONDO ACCADEMICO:
((SCRIVIAMO INS!EME LE NUOVE REGOLE DEL GIOCO»
E il premier vuoi togliere le
università dalla Pa.
VENEZIA. Con la strada ormai libera
sulle riforme, Matteo Renzi sposta l'asticella più in là, alla
prossima sfida per svecchiare le università e fare dell'italia
un'eccellenza anche nell'istruzione pensando a campus sul modello
bostoniano, fuori dal perimetro della Pubblica amministrazione.
Il Paese è arrivato « miglio, ma ora
inizia il bello, pensare all'italia d prossimi 20 anni', dice il
premier a Venezia, intervenendo all'inaugurazione del nuovo campus
economico di Cà Foscari a San Giobbe, a pochi passi dalla laguna. E
qualcosa da rottamare c'è anche nel rapporto tra gli Atenei e lo
Stato.
«Da questo governo - annuncia Renzi al
mondo accademico della città, che si alza in piedi e lo applaude a
lungo al suo arrivo - vi giunga la richiesta di scrivere insieme le
nuove regole del gioco per l'università, Dobbiamo togliere
l'università dal perimetro della Pubblica amministrazione, perché
non la si governa con gli stessi criteri con cui si fa un appalto in
una Asl o in Comune» Un università chiarisce il premier, che deve
avere per modello Boston, oppure gli atenei inglesi, quelli in
Oriente. In grado di attrarre cervelli e di fondarsi sulla
meritocrazia. «Vogliamo togliere l'università dal perimetro della
pubblica amministrazione? Facciamolo» ripete, sottolineano quanto
sia importante poi la certezza del percorso post laurea,
«Dobbiamo dire a chi crede nella
ricerca: tu ci puoi provare, e Cà Foscari un riferimento mondiale»
aggiunge. Non nascondendo che la scrittura "concertata" delle
nuove regole del gioco è una sfida che il governo ha anche perso,
almeno in parte. «Abbiamo provato anche con
la scuola - ammette - con risultati di
coinvolgimento non amplissimi».
Venezia deve diventare il simbolo del
"soft power" delta cultura, una scommessa che guarda al fu turo e
alla salvezza per l'intero Paese. Non «una città scrigno del
passato» ma luogo identitario ((del fu-. turo del Paese». La
laguna, dunque, al di là della sua fragilità (Renzi non ha
affrontato il tema delle grandi navi, del Mose o del deficit
comunale, rimandan4o il tema al l'incontro che avrà con il sindaco
Luigi Brugnaro) sarà sempre chiamata ad avere «un valore
straordinario ed evocativo» ma anche concreto. &lI governo è
pronto a fare la propria parte - ripete perché Venezia sia ciò
che deve non solo per i veneziani ma per il mondo intero». Non un
museo a cielo aperto «da coltivare, coccolare e apprezzare e da
riempire con i ricordi» ma un motore di progetti, di idee innovative
che guardino al mondo.
agrigentonotizie
CUPA, IL LIBERO CONSORZIO DI
AGRIGENTO SOCIO PER IL 2015
La decisione è stata adottata a
seguito del trasferimento della somma di ottocentomila euro da parte
della Regione Siciliana in nome e per conto del Libero consorzio
comunale di Agrigento.
Anche per il 2015 il Cupa avrà come
socio il Libero consorzio comunale di Agrigento.
Il commissario straordinario Marcello
Maisano ha, infatti, approvato con una propria determinazione, la
partecipazione al Consorzio universitario per l'anno corrente su
proposta del settore Solidarietà sociale politiche della famiglia,
Pari opportunità, Attività culturali e sportive.
La decisione è stata adottata a
seguito del trasferimento della somma di ottocentomila euro da parte
della Regione siciliana in nome e per conto del Libero Consorzio
Comunale di Agrigento.
Con questo atto, il commissario
straordinario Maisano ha riaffermato la volontà del Liberio
Consorzio di proseguire la propria collaborazione con il Polo
universitario della provincia di Agrigento, per garantire il regolare
funzionamento dei corsi di laurea già avviati e partecipare alla
creazione di nuove opportunità di formazione accademica per gli
studenti universitari.
18 ottobre - domenica
LA SICILIA
Crocetta si dice pronto ad azzerare
la giunta
Nel mirino c'è Baccei.
Anche Contrafatto sgradita al
governatore, che assicura: «Non temo il voto, ma non lo voglio». E
chiede la verifica.
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO. L'uso del bianchetto per
cancellare a nostra Regione dalla manovra di stabilità del governo
centrale e relativo sospetto di operazione politica punitiva nei
confronti del governo siciliano probabilmente avrà ripercussioni so!
rimpasto della giunta regionale,sul vertice di maggioranza sebbene
ancora non sia chiaro quali e quanti siano i partiti che ne fanno
parte alla luce del sole o mascherati da in certezze come il Ncd. Ma
ha accentuato anche le già note frizioni tra Crocetta e parte del
Pd. Non a caso lo stesso governa tare ha inviato eloquenti messaggi
con
destinazioni per nulla allusive, anzi
chiaramente decifrabili per capirne significato politico e
destinatari.
Crocetta parte da una minaccia condita
da opportunità politica: non esclude l'azzeramento della giunta.
Seconda i bene informati sarebbe una strategia per liberarsi di
alcuni assessori di area Faraone: Bacchi e la Contrafatto gli
indiziati. Col governatore divergono: il primo sul tipo di
risanamento finanziario, per questo spedito da Roma a Palermo; la
seconda sulla gestione privata delL'acqua nel rispetto della
normativa europea.
I paletti di Crocetta. "Voglio essere
chiaro per evitare malintesi: occorre una verifica politica per
capire chi sta nella maggioranza e chi sta fuori. Il governo
politico, che si deve costruire immediatamente, deve avere alla base
il senso di responsabilità collettivo che richiede il momento. Per
questa motivo non escludo un azzeramento della giunta
chiarificatore».
Per Crocetta servono subito «un piano
di riforme concrete e una maggioranza coesa, all'interno della
quale non ci sia chi rallenti il processo riformatore o addirittura
pretenda di arrivare a elezioni anticipate contro 'attuale governo.
Voglio coerenza, lealtà, efficienza e coesione. Altro che ritardi
per il rimpasto di governo, io voglio accelerare».
Ecco, Crocetta inquadra così il primo
avvertimento: «Gli assessori sono espressione delle forze politiche,
ma sono anche designati per legge dal presidente della Regione e non
possono agire in contrasto col programma che il presidente ha con-
cordato con i cittadini. La linea da segui re è quella tracciata nel
patto col popolo siciliano». E la linea «è quella del risana mento
dei conti, del no alla macelleria sociale, del rilancio dell'economia
e delle riforme profonde».
Col secondo avvertimento vuole mettere
in sicurezza il suo mandato: «Nessuno pensi di lavorare con
l'obiettivo di provocare una lunga agonia, il. linguaggio
dell'indecisione non mi appartiene». Quindi lancia pesanti accuse
con riferimento particolare al suo partito, il Pd: «Da tre mesi
parliamo sulla stampa di rimpasto, ci sono forze politiche importanti
che hanno compiuto passi in avanti, altre invece persino passi
indietro. Abbia mo bisogno di dare certezze, perché i prossimi due
anni devono essere annidi fatti concreti e non di scontri continui.
Al tra accusa alla sua maggioranza che così sembra la definisca
colabrodo: «la Sicilia ha bisogno di unità, confronto, decisioni:
senza scaricabarile e soprattutto senza
scaricare sul governo responsabilità di governi del passato, che non
ci appartengono e che di inseguono».
Il terzo più che un avvertimento è
una sorta di excusatìo non petita accusatio manifesta: «Non abbiamo
alcun problema col governo Renzi come dimostra l'accordo raggiunto
sui 650 milioni di fondi Fsc e l'avvio del tavolo, in programma il
prossimo 28ottobre, per confrontarci sul bilancio della Regione per
il 2n16-2n17. C'è soltanto una parte della politichetta locale
siciliana che cerca di mistificare la realtà».
Ultimo avvertimento: «Chi minaccia
elezioni anticipate per ricattarmi sappia che io il voto non lo temo.
Sono pronto. Ma il motivo per cui non voglio le elezioni ora è non
appesantire la situazione in una fase in cui grazie al governo Renzi
stiamo risolvendo i problemi della Sicilia».
Dal capogruppo di Sicilia Democratica
Giambattista Colraro partono significati ve accuse nei confronti
dell'assessore Baccei. Sembra voglia a dare man forte al
governatore; «L'attività politica svolta a Roma dall'assessore
Baccei, nominato dall'area renziana, ad oggi, è stata
insufficiente, carente e contraria agli interessi del popolo
siciliano. Nella recente approvazione della legge stabilità,
infatti, la Sicilia non ha ottenuto nessuno stanzia mento, a
differenza delle altre regioni. Pertanto, si invita il presidente
della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, a comporre, nel più breve
tempo possibile, un governo politico, ad iniziare dallo stesso
assessore al bilancio».
STATALE 640. da domani out (per i
lavori di raddoppio) parte del vecchio percorso nei pressi dell'Erg.
STRADA CHIUSA, SI TEME IL CAOS.
Entro dicembre verranno completati
tutti i lavori. Così aveva dichiarato appena un mese fa il
responsabile del primo lotto della statale 640. Ebbene quasi ci
siamo, considerando già l'apertura qualche settimana fa della
nuova rotatoria al chilometro 10 e la chiusura al transito
della carreggiata in direzione Porto
Empedocle con deviazioni sulla carreggia- ta opposta a doppio senso
di circolazione. Quest'ultima operazione, stando ad un comunicato
dell'Anas, era in programma per venerdì ma e slittata a domani Si
tratta della carreggiata attualmente a senso unico con direzione sud
che fiancheggia la rotatoria nei pressi del distributore di
carburanti Erg. Praticamente e il tratto da dove avrà inizio il
raddoppio a quattro corsi e della statale 640. La chiusura della
carreggiata in direzione Porto Empedocle si rende necessaria, come
spiegano all'Anas, per consentire i lavori di ammodernamento e
adeguamento di questo tratto della
nuova statale per Caltanissetta e
l'autostrada A 19.
Trattandosi di un punto particolarmente
nevralgico, la modifica alla circolazione potrebbe creare problemi a
partire da domani. Ed e per questo motivo che l'Anas raccomanda la
massima prudenza nella guida con il rispetto della segnaletica sul
posto. Naturalmente ora si guarda il cielo con la speranza che sia
clemente per evitare uno stop dei lavori anche se ci rende conto che
d'ora in avanti, si va incontro a giornate non certo belle dal
punto di vista meteorologico il che potrebbe compromettere il tutto.
Quel che serve, piuttosto che gli scongiuri, e lavorare sodo per
tentare di
rientrare nei tempi previsti.
C'e da dire che nel tratto che va
dalla nuova rotatoria fino a Petrusa, la scorsa settimana gli operai
non si sono visti all'opera se non qualche giorno e questo ha
suscitato brutti pensieri considerato
che nella zona i lavori erano rimasti
fermi tempo fa per un lunghissimo periodo. Ovviamente ci si augura
che tutto fili liscio per giungere all'apertura della nuova arteria
cosi come auspicato dalla popolazione.
Intanto a proposito della nuova 640, è
di ieri una lettera del sindaco di Agrigento Lillo Firetto inviata
alla direzione regionale dell'Anas per chiedere che la strada venga
denominata "Strada degli
Scrittori". Firetto scrive nella
qualità di presidente del distretto turistico Valle dei Templi:
«Questa intitolazione del raddoppio della statale 640 scrive
permetterà la realizzazione di un itinerario turistico di
straordinario interesse naturalistico e culturale. Il percorso che
invita alla visita dei luoghi vissuti ed amati da Luigi Pirandello,
Leonardo Sciascia, Antonio Russello, Pier Maria Rosso di San Secondo
e Andrea Camilleri, consente di raggiungere siti di notevole pregio».
EUGENIO CAIRONE
10 ottobre - lunedì
LA SICILIA
LEGGE MADIA GIÀ 5.200 PENSIONAMENTI
OBBLIGATORI.
ROMA. Arrivano te prime cifre sui
pensionamenti obbligatori, scattati nella Pubblica amministrazione
dopo I entrata in vigore delle regole della legge Madia. A quasi un
anno si contano cosi 5.200 uscite tra i lavoratori con età compresa
tra i 65 e 66 anni e tre mesi, frutto dell'abolizione del
trattenimento in servizio e della risoluzione unilaterale del
rapporto di lavoro. In particolare per circa 2200 l'uscita e
avvenuta a compimento dei 65 anni, il cosiddetto limite
ordinamentale, valido per la gran parte della categoria.
Si tratta di numeri usciti nel corso di
un'interrogazioni in commissione lavoro alla Camera. le cifre sono
infatti contenute in una tabella presentata dal sottosegretario alla
Fa, Angelo Rughetti, per rispondete alla questione sollevata dalla
deputata del Pd Marialuisa Gnecchi, che ha chiesto chiarezza su
quelle donne, lavoratrici del pubblico, mandate a casa d'ufficio
dopo aver festeggiato il 65esimo compleanno anche se con un'anzianità
contributiva minima. Un problema che si sarebbe determinato a causa
del l'effetto combinato di misure diverse, susseguitesi nel te Il
bollettino parlamentare riporta la posizione di Gnecchi, che ritiene
«non sia corretto il licenziamento e il collocamento coatto in
pensione di donne con pochi anni di contributi al compimento del
limite ordinamentale dei 65 anni, solo perché - è questo il
requisito - al dicembre 2011 avevano 60 anni di età se iscritte
all'lnps e 61 se iscritte all'lnpdap».
Ora stando alle tabelle rilasciate in
commissione da Rughetti dopo il 31 ottobre la risoluzione del
rapporto di lavoro e il relativo pensionamento coatto per aver
raggiunto i 65 anni ha riguardate sole 4 persone con meno di 30 anni
di contributi (1 uomo e tre donne), mentre* la maggior parte ha
lasciato con oLtre 40 annidi anzianità (3 i due terzi). Le cifre
però non convincono la deputata dem, che parla di una risposta
insoddisfacente che si basa su nume ri parziali». Tra l'altro
Gnecchi sostiene che probabilmente «nei computo» fatto dal
ministero «non sono stati compresi i di pendenti degli enti locali e
della scuola».
Adesso, secondo la parlamentare del Pd,
c'è solo una cosa da fare: «riammettere in servizio tutte coloro
che dal novembre del 2014 sono state collocate a riposo in modo
coatto man mano che hanno compiuto i 65 anni, per effetto
dell'abrogazione del trattenimento in servizio». A riguardo
Mughetti fa sapere che il governo è disponibile a un confronto in
sede parlamentare per le possibili proposte in grado di affrontare»
le problematiche poste con l'interrogazione.