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La
riforma sui Liberi Consorzi e le Città metropolitane è approdata a
Sala d'Ercole.
Giusto
il tempo per la relazione del presidente della Prima Commissione,
Antonello Cracolici, e per l'invito dell'assessore alle Autonomie
Locali, Ettore Leotta, a "mantenere l'impianto della legge". La
discussione generale, invece, è stata rinviata al prossimo martedì,
per dare il tempo ai deputati di presentare gli emendamenti al ddl. A
farla da padrone anche questo pomeriggio in Aula,
ma soprattutto tra i corridoi, è ancora la polemica sull'elezione
del vicepresidente dell'Assemblea. La vittoria di Giuseppe Lupo su
Santi Formica, infatti, non è stata affatto digerita
dall'opposizione, che ha presentato un documento a firma di
Falcone, Cordaro e Formica, in cui si ricorda un precedente analogo
avvenuto nel 1999, quando la Presidenza dichiarò nulla il voto
perché in difformità con il principio del regolamento dell'Ars,
secondo cui nell'ufficio di Presidenza devono essere rappresentati
tutti i gruppi "costituiti all'atto della sua prima elezione".
"Al
fine di evitare che possa cristallizzarsi un precedente -
conclude il documento sottoscritto dai tre deputati - la invitiamo a
convocare con urgenza la Commissione per il regolamento al fine di
valutare e correggere lo squilibrio clamoroso che l'elezione (di
Lupo - ha comportato". Il presidente dell'Assemblea, Giovanni
Ardizzone, "si riserva di valutare la richiesta e darne
comunicazione in Aula". Dopo il dibattito sulla vicepresidenza in
Aula è finalmente approdato il ddl sulle ex Province, con la
relazione del presidente della Prima Commissione. Tra i nodi che Sala
d'Ercole dovrà sciogliere, il più complesso è quello del
personale: "la normativa nazionale - ha spiegato Cracolici -
prevede che le dotazioni organiche delle ex Province vengano ridotte
del 50% per i Liberi Consorzi e del 30% per le Città Metropolitane.
Questa modalità, se applicata in Sicilia, avrebbe un effetto
boomerang perché la mobilità regionale si fa appunto verso i Comuni
e verso le Regioni. Nel nostro caso verso i Comuni non si potrebbe
fare perché bisogna stabilizzare i precari, mentre la Regione ha il
blocco in entrata della mobilità, quindi è chiaro che questa storia
non si può affrontare con la matita rossa e blu, come se fosse un
tema di buoni e cattivi. C'è un problema complesso che va
negoziato con lo Stato".
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Riforma
delle Province, prove di dialogo con Palazzo Chigi sui rilievi
posti dal governo nazionale
Mercoledì prossimo a Palermo, ci sarà un tavolo
istituzionale, già in quella sede potranno essere formalmente
superati alcuni nodi relativi alla 'Riforma delle Province'.
Su altri aspetti si sta lavorando per trovare soluzioni". Lo ha
detto Antonello Cracolici, presidente della commissioni Affari
istituzionali all'Ars, al termine di un incontro che si è
svolto a Roma negli uffici del Ministero degli Affari regionali
in merito ai rilievi posti alla legge regionale che istituisce
le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi di Comuni, approvata
dall'Assemblea Regionale Siciliana. Un incontro che fa intuire
come il Governo regionale non pensa di andare allo scontro
istituzionale con Roma, porterà invece la legge nuovamente in aula
per apportare alcune modifiche richieste da Palazzo Chigi. I
principali nodi riguardano i compensi dei sindaci metropolitani e le
modalità di elezione degli stessi. Modifiche che il governo
regionale dovrebbe accettare. Roma vorrebbe inoltre che il
sindaco metropolitano coincida con il sindaco del capoluogo. Su
questo punto, invece, Crocetta non accenna ad arretrare.
Legge di riforma delle ex province. Martedì
presentazione del governo in aula.La Conferenza dei Capigruppo
si è riunita ieri mattina per programmare i lavori parlamentari
della prossima settimana. Nella seduta di martedì 10 novembre alle
16 sarà presentato il nuovo governo in aula col relativo dibattito.
Poi si passerà al disegno di legge stralcio sui liberi consorzi e le
città metropolitane per rinviare la data delle elezioni (che erano
previste per il 29 novembre), a causa dell'impugnativa da parte del
governo nazionale. Il resto della riforma invece tornerà in
Commissione Affari Istituzionali. A margine della Conferenza dei
capigruppo, il Presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, rispondendo
ai cronisti ha affermato che "c'è l'urgenza di approvare una
norma che posticipa le elezioni, bisogna vedere poi se si riterrà
opportuno resistere dinanzi alla Corte costituzionale o adeguarsi
alle modifiche richieste. Io resto del parere che il sindaco della
città metropolitana non possa non coincidere con quello del comune
capoluogo". In Conferenza dei capigruppo c'era anche lo schema di
composizione delle commissioni, alla luce del previsto riordino. La
ripartizione, col numero di componenti di ogni per gruppo e per
commissione, sarà annunciato in aula nella stessa seduta martedì.