LA SICILIA
L'Ato bussa alla Regione i pareri per il progetto entro la fine di dicembre.
Mancano 38 giorni alla data «x» per il depuratore della fascia costiera di Agrigento e l'Ato idrico «bussa» alle porte della Regione. Trentotto giorni al 31 dicembre termine perentorio entro il quale il progetto dovrà ottenere tutti i dovuti pareri e i lavori dovranno essere consegnati alla Girgenti Acque per l'avvio delle opere, pena il venir meno dei finanziamenti.
Una corsa contro il tempo, letteralmente, anche perché come nodo, dopo l'ennesimo rimpasto del Governo Crocetta e la successiva sostituzione del l'assessore Giovambattista Pizzo con Giovanni Pistorio, è infatti stata azzerata la commissione regionale per il Lavori pubblici, dove il progetto per la realizzazione del depuratore consortile (che, una volta completato, dovrebbe servire la zona costiera di Agrigento e il comune di Favara), alla quale spetta dare l'ultimo parere della lunga, lunghissima «vita» burocratica dell'impianto,
Così nei giorni scorsi il commissario del Libero Consorzio, nonché commissario dell'Ato Idrico, Marcello Maisano, ha scritto alla Regione Siciliana, all'assessore Pistorio e al presidente Rosario Crocetta sollecitandoli ad attivare tutte le misure necessarie affinché si provveda alla nomina dei componenti e si possa riprendere la trattazione in linea tecnica del progetto.
Il tempo, ormai, è davvero poco, sia in considerazione del fatto che la commissione dovrà dare un parere totalmente ex novo, essendo di nuova - eventuale - nomina, sia perché sono comunque necessari alcuni passaggi burocratici intermedi, come la votazione da parte del Consiglio comunale di Agrigento di una variante connessa al la presenza di alcuni pozzetti in zona A
Il rischio immediato è veder sfumare i 18 milioni di euro che dovrebbero servire per la costruzione dell'impianto, i] quale dovrebbe rappresentare una soluzione concreta e duratura ai problemi di inquinamento della fascia costiera cittadina. Insomma, non resta che incrociare le dita.
Intanto, rispetto proprio agli scarichi fognari, la Girgenti Acque ha opposto ricorso contro tre contestazioni mosse dal settore Ambiente dell'ex Provincia regionale di Agrigento alla società che gestisce il servizio idrico per violazioni degli articoli 1, 2 e 3 del decreto legislativo 152 del 2006, che con tiene le norme in materia ambientale.
Articoli che fissano sanzioni amministrative per scarichi fognari fuori parametro, scarichi effettuati senza autorizzazione o fuori dalle prescrizioni previste dalle autorizzazioni stesse. In totale alla società sono state chieste oltre 2 euro, con Marco Campione e Giuseppe Giuffrida che hanno opposto resistenza dinnanzi al tribunale contro i provvedimenti. Non una cosa esattamente nuova, dato che di «scambi» di questo tipo ve ne sono stati numerosi anche nel recente passato: la ditta, infatti, impugna sistematicamente ed e comprensibile le contestazioni mosse. (G.S.)
INIZIATI VA DELLA REGIONE PER VALORIZZARE LE TERME...CHIUSE.
Le terme di Sciacca, chiuse dallo scorso aprile in attesa di un bando internazionale che affidi a
privati la gestione sono state inserite dalla Regione Sicilia in una rete regionale delle terme siciliane e in un programma di studio e di visite guidate che sa tanto di beffa.
Ieri la diffusione del programma di iniziative messe in atto dal coordinamento dei comuni termali, alla cui guida c'è il sindaco di Montevago, Calogero Impastato.
A Sciacca sono previsti per venerdì '27 novembre delle visite guidate delle scuole alle stufe vaporose di San Calogero e poi al Teatro Samonà un convegno dal titolo "Eccellenza naturale, il patrimonio termale di Sciacca La notizia ha creato un certo clamore pin di quanto avvenne alcuni mesi fa quando si apprese del decreto con cui la Regione Sicilia finanziava la promozione delle strutture termali siciliane pubbliche e private con un importo di 190 mila euro. Gli amministratori comunali (compresi quelli di Sciacca e Acireale) nel giugno scorso sottoscrissero l'adesione. Per il governo regionale il mercato delle terme e del benessere si allarga enormemente, e diventa più concorrenziale. E' quindi necessario superare i localismi e proporre l'offerta di un turismo termale in chiave regionale siciliana nel quadro del sistema Italia. Ma quale sistema, si chiedono a Sciacca, se la stessa Regione non trova una soluzione alla crisi delle terme pubbliche e non trova nemmeno un privato al quale affidare una gestione temporanea per impedirne il degrado. E c'è chi pensa per la prossima settimana quando ci sarà la giornata di visite guidate di organizzare una manifestazione di protesta, magari in occasione del convegno dedicato alle terme saccensi come eccellenza naturale. Da Palermo precisano che la re te delle terme siciliane recepisce la normativa quadro nazionale del 2000. Ma è pur sempre una beffa per chi vede ogni giorno lo stabilimento chiuso e l'attiguo albergo al buio. Il sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola, lo scorso settembre nello spiegare il perché dell'adesione con le strutture chiuse disse che si trattava di "una partecipazione per cogliere l'eventuale opportunità dei finanziamenti, riservandoci di promuovere a breve nuove, forti, azioni per ottenere dal governo regionale il mantenimento degli impegni per la ripresa delle attività delle Terme di Sciacca". Un'adesione, in sostanza, nella prospettiva di perseguire la ripresa effettiva più volte rappresentata agli organi regionali Intanto si organizzano convegni e visite guidate, ma le terme; quelle pubbliche, restano chiuse.
Commissioni e Ars bloccate in attesa della nomina del capogruppo del Pd.
GIOVANNI CIANCÌMINO
Il conclave del Pd è andato per le lunghe fino a tarda sera per eleggere il nuovo capogruppo. I porporati di Palazzo dei Normanni sono stati impegnati alla ricerca di una soluzione che finalmente, dopo una lunga novena, potesse fare uscire dal comignolo la fumata bianca. Da Roma il vice segretario plenipotenziario del partito, Lorenzo Guerini, avrebbe dato indicazioni a favore di Luca Sammartino, uno dei nuovi arrivati al gruppo di maggioranza relativa. Di area renziana, quindi di Davide Faraone. Quell'area che al governatore Rosario Crocetta provoca coli che insopportabili.
Dunque, la giornata di Palazzo dei Normanni è stata condizionata dalle incertezze dalla maggioranza e soprattutto, appunto, dalla guerriglia in seno al Pd a causa del
mancato accordo fino a tarda sera per l'elezione del capogruppo al posto di Antonello Cracolici nomi nato assessore con la delega all'Agricoltura. Conseguentemente, è stato bloccato il rinnovo delle commissioni legislative in mancanza di accordi sulle presidenze fortemente condizionate dall'intersecarsi con la crisi di governo: chi non ha avuto l'assessorato aspetta la presidenza di una commissione. Gli aspiranti sono tanti, le commissioni sono sette e bisogna fare spazio anche ai nuovi acquisti del Ncd, ma anche ai gruppi minori e in particola re al Megafono-Pse.E stata necessaria una conferenza dei capigruppo almeno per sbloccare la formazione delle commissioni. Su proposta del Pd, il voto d'Aula sulla composizione delle commissioni è stato rinviato di 48 ore, cioè a domani. Ma ancora per questo pur elementare adempimento sembra che si debba procedere a degli aggiustamenti di equilibri nel l'ambito del Pd.
Tutto è bloccato anche a livello amministrativo. La maggioranza, visto che tale non è, meglio parla re di coalizione, non riesce a trovare la quadratura del cerchio.
Intanto, l'assessore Baccei ha depositato in Giunta il bilancio con un buco di un miliardo e 400 milioni in attesa che arrivi la grazia dal governo centrale.
L'opposizione scalpita. Marco Falcone (FI) Manca poco più di un mese alla fine del 2015 e da Palazzo d'Orleans non giunge traccia alcuna del Bilancio preventivo 2016, e nemmèno del Documento di programmazione economica e finanziaria. Il presi dente Crocetta ha il dovere di stringere i tempi, di ottenere un impegno economico reale dal governo nazionale, e non solo a parole, per potere programmare gli investimenti per il prossimo anno».
Funziona, però, l'associazione degli ex deputati laddove non ci sono in ballo problemi di potere. Ha confermato presidente Rino La Placa. Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha espresso compiacimento per la riconferma di Rino La Placa: «Sono certo che con la presidenza La Placa si proseguirà il prezioso lavoro di approfondimento storico e delle tematiche relative alla specialità dell'autonomia siciliana».