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Rassegna stampa del 27 novembre 2015

Sicilia24h.it
 
D'Orsi, sospeso il giudizio davanti alla Corte dei Conti


Accogliendo la richiesta dell'avvocato Girolamo Rubino (nella foto), difensore dell'ex presidente della Provincia di Agrigento,  Eugenio D'Orsi, la Corte dei Conti, Sezione d'Appello per la Regione Siciliana, ha sospeso il giudizio di responsabilità amministrativa promosso a carico dell'ex presidente D'Orsi,  del dottor Ignazio Gennaro, vice segretario generale dell'Ente, nonché di altri funzionari, per presunti danni erariali riconducibili a pranzi ritenuti non istituzionali ed a regali non ritenuti di modico valore. L'avvocato Rubino ha dimostrato che l' ex presidente D'Orsi era stato assolto in sede penale dalla maggior parte delle imputazioni poste alla base dell'addebito, ed ha documentato la pendenza dell' Appello avverso l'unico capo di imputazione per il quale era stata pronunziata condanna. La Corte, condividendo la richiesta di sospensione del giudizio formulata dall'avvocato Rubino per la cosiddetta pregiudiziale penale, ha sospeso il giudizio di responsabilità fino al passaggio in giudicato della emittenda sentenza nel giudizio penale, ma il danno a carico di  D'Orsi, per effetto delle assoluzioni già intervenute, ammonta ormai a meno di mille euro.


Dal Dipartimento di Protezione Civile arriva un nuovo mezzo antincendio

Il Gruppo di Protezione Civile del Settore Ambiente del Libero Consorzio avrà a disposizione un nuovo mezzo per il servizio di vigilanza antincendio lungo le strade provinciali e alcune statali limitrofe ad aree boscate. Si tratta di un fuoristrada dotato di modulo antincendio, assegnato al Libero Consorzio Comunale in comodato d'uso gratuito dalla Direzione Generale del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Siciliana. Il relativo contratto è stato siglato dal Dirigente del Servizio di Protezione Civile della Regione per la provincia di Agrigento ing. Maurizio Costa e dal Commissario Straordinario del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale) dr. Marcello Maisano.
Il mezzo antincendio è un Isuzu D-Max 3.0 4X4, ed è stato assegnato grazie alla partecipazione del Libero Consorzio al bando pubblicato lo scorso giugno dallo stesso Dipartimento di Protezione Civile, e riservato ai Comuni o Unioni di Comuni tenendo conto della loro esposizione al rischio incendi di interfaccia e al rischio idrogeologico, calcolata sulla base di eventi verificatisi negli anni precedenti.
La peculiarità del fuoristrada, che entro i limiti consentiti dalle sue caratteristiche tecniche consentirà di agire anche in zone impervie o difficili da raggiungere con i normali mezzi, consentirà l'uso anche nei mesi invernali grazie alla collocazione sul pianale di carico dell'unità idrovora di proprietà del Libero Consorzio. Saranno possibili quindi anche gli interventi legati al rischio idrogeologico e le operazioni che seguono ad eventi di pioggia particolarmente intensi.
Il servizio antincendio sarà svolto nei mesi estivi in stretta collaborazione con le associazioni di volontariato che operano in tutto il territorio provinciale e che lavorano in stretta collaborazione con l'ex Provincia Regionale di Agrigento, grazie anche alle numerose attività formative realizzate dallo stesso Gruppo di Protezione Civile in questi anni.
Continua, dunque, senza sosta l'azione del Libero Consorzio in tutte le azioni di protezione civile, secondo quanto previsto dall'attuale normativa. La sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente sono al primo posto tra le attività dell'Ufficio di Protezione Civile, diretto dall'ing. Bernardo Barone e coordinato dal responsabile dr. Marzio Tuttolomondo.


Agrigentonotizie.it
Agrigento, nuovo mezzo antincendio dal dipartimento di Protezione civile

„ Il Gruppo di Protezione Civile del Settore Ambiente del Libero Consorzio avrà a disposizione un nuovo mezzo per il servizio di vigilanza antincendio lungo le strade provinciali e alcune statali limitrofe ad aree boscate. Si tratta di un fuoristrada dotato di modulo antincendio, assegnato al Libero Consorzio Comunale in comodato d'uso gratuito dalla Direzione Generale del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Siciliana. Il relativo contratto è stato siglato dal Dirigente del Servizio di Protezione Civile della Regione per la provincia di Agrigento ing. Maurizio Costa e dal Commissario Straordinario del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale) dr. Marcello Maisano. Il mezzo antincendio è un Isuzu D-Max 3.0 4X4, ed è stato assegnato grazie alla partecipazione del Libero Consorzio al bando pubblicato lo scorso giugno dallo stesso Dipartimento di Protezione Civile, e riservato ai Comuni o Unioni di Comuni tenendo conto della loro esposizione al rischio incendi di interfaccia e al rischio idrogeologico, calcolata sulla base di eventi verificatisi negli anni precedenti. La peculiarità del fuoristrada, che entro i limiti consentiti dalle sue caratteristiche tecniche consentirà di agire anche in zone impervie o difficili da raggiungere con i normali mezzi, consentirà l'uso anche nei mesi invernali grazie alla collocazione sul pianale di carico dell'unità idrovora di proprietà del Libero Consorzio. Saranno possibili quindi anche gli interventi legati al rischio idrogeologico e le operazioni che seguono ad eventi di pioggia particolarmente intensi. Il servizio antincendio sarà svolto nei mesi estivi in stretta collaborazione con le associazioni di volontariato che operano in tutto il territorio provinciale e che lavorano in stretta collaborazione con l'ex Provincia Regionale di Agrigento, grazie anche alle numerose attività formative realizzate dallo stesso Gruppo di Protezione Civile in questi anni. Continua, dunque, senza sosta l'azione del Libero Consorzio in tutte le azioni di protezione civile, secondo quanto previsto dall'attuale normativa. La sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente sono al primo posto tra le attività dell'Ufficio di Protezione Civile, diretto da Bernardo Barone e coordinato dal responsabile Marzio Tuttolomondo."

sicilialive.it

Esodo dei Regionali, tempo scaduto 

Lascerà un dipendente su tre


Alla fine, nel 2020, ad andarsene saranno in 4.580. Quasi uno su tre. Con un risparmio che però la Regione non è ancora in grado di prevedere. I prepensionamenti dei regionali con le regole pre-Fornero, varati in primavera, entrano nella fase operativa: l'11 novembre, quando è scaduto il termine ultimo per candidarsi alla pensione, al dipartimento Personale erano arrivate 4.580 domande, che adesso dovranno essere elaborate e scaglionate per anni. "Gli uffici - garantisce la dirigente del dipartimento, Luciana Giammanco - saranno in grado di elaborare i dettagli, con il calcolo complessivo dei risparmi, entro i primi giorni di dicembre".
Intanto, per cominciare, ci sono i dati aggregati. Dati che, per dire la verità, comprendono anche una piccola porzione di pensionamenti "naturali", insomma di lavoratori che sono semplicemente arrivati a fine carriera e che quindi non accedono al prepensionamento agevolato. Tutti gli altri subiranno una piccola riduzione dell'assegno: il 10 per cento dello stipendio per chi lascia mamma Regione subito, il 15 per cento per chi lo farà nei quattro anni successivi. Il Tfr, invece, sarà pagato a scadenza naturale, cioè nel momento in cui la pensione sarebbe dovuta scattare se questa finestra non fosse esistita.
Un'occasione che, comunque, non è stata garantita a tutti. Per chiudere subito la carriera alle dipendenze di Palazzo d'Orléans e schivare le norme introdotte dalla Finanziaria, che ha equiparato le pensioni a quelle degli statali, erano necessari i requisiti previsti prima della riforma Fornero: 65 anni e 3 mesi di età e 20 anni di contributi versati, oppure almeno 61 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi. In quest'ultimo caso, però, la somma fra anni di età e anni di contributi doveva superare "quota 97". "La logica - spiega Giammanco - è invogliare i dipendenti ad andare in pensione. Nell'ultimo giudizio di parifica, ma in realtà anche nei precedenti, la Corte dei Conti ci ha ricordato che la Regione ha un organico molto ampio, frutto di politiche vecchie. Adesso è il momento di tagliare".
Stando all'ultimo report della Regione, i dipendenti sono 16.719. I dati, aggiornati al 31 dicembre dell'anno scorso, parlano chiaro: 29 direttori generali, 1.709 dirigenti, 14.799 dipendenti inquadrati nelle quattro categorie "standard", 151 contrattisti e 31 dipendenti di altro genere. "Bisogna dire - osserva Giammanco - che abbiamo così tanto personale perché lo Statuto ci delega funzioni che altre Regioni non hanno. Insomma: è naturale che la Sicilia abbia più dipendenti". Per pagare loro gli stipendi, la Regione spende ogni anno poco meno di un miliardo: il dato 2014, inclusi i dipendenti delle Terme di Sciacca e Acireale, ammonta a 960 milioni e 393 mila euro. Alla fine della cura dimagrante, i dipendenti saranno invece poco più di dodicimila. Appunto, poco più di due terzi dei numeri attuali.
Il risparmio, però, non sarà di un terzo, cioè di 300 milioni. E qui si entra un po' nel tecnico: dal punto di vista pensionistico la Regione ha infatti due tipi di dipendenti, quelli assunti fino al 1986 e quelli che hanno vinto concorsi banditi dopo quell'anno. Per i primi i contributi non venivano versati alla Regione, ma allo Stato: a pagare la pensione, però, sarà sia in un caso che nell'altro Palazzo d'Orléans, che quindi con i secondi avrà un risparmio maggiore. "Un terzo del personale - chiarisce la dirigente - è entrato prima del 1986, e molti dei dipendenti che oggi vanno in pensione fanno parte di quella categoria. Il risparmio, comunque, avrà dimensioni importanti". Se non altro per snellire l'immagine di una "mamma Regione" dall'organico sovrabbondante. Per uno su tre la cura dimagrante è appena cominciata.


Grandangoloagrigento.it
Sversamento oleari da frantoi, M5s chiede maggiori controlli
I Deputati regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato un'interpellanza al Presidente della regione Crocetta e all'Assessore Croce - primo firmatario l'On. Matteo Mangiacavallo - con la quale chiedono maggiori controlli presso i frantoi oleari, così da scongiurare ulteriori sversamenti di acqua di vegetazione nei torrenti e nei fiumi siciliani. I Deputati chiedono anche di sapere cosa la Regione Sicilia intenda fare il prossimo anno, in tema di prevenzione di questo fenomeno. Tutti ormai sappiamo bene che le acque di vegetazione hanno un potenziale inquinante che è 100 volte superiore a quello delle fogne e che per tale motivo non possono essere immesse nei depuratori ne essere scaricate nei valloni, nei torrenti e nei fiumi poiché provocano sottrazione di ossigeno alle acque che li ricevono e quindi, conseguentemente, gravissimi danni alla flora e alla fauna ittica.

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