Sicilia24h.it
D'Orsi,
sospeso il giudizio davanti alla Corte dei Conti
Accogliendo
la richiesta dell'avvocato Girolamo Rubino (nella foto), difensore
dell'ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio
D'Orsi, la Corte dei Conti, Sezione d'Appello per la Regione
Siciliana, ha sospeso il giudizio di responsabilità amministrativa
promosso a carico dell'ex presidente D'Orsi, del dottor
Ignazio Gennaro, vice segretario generale dell'Ente, nonché di
altri funzionari, per presunti danni erariali riconducibili a pranzi
ritenuti non istituzionali ed a regali non ritenuti di modico valore.
L'avvocato Rubino ha dimostrato che l' ex presidente D'Orsi era
stato assolto in sede penale dalla maggior parte delle imputazioni
poste alla base dell'addebito, ed ha documentato la pendenza dell'
Appello avverso l'unico capo di imputazione per il quale era stata
pronunziata condanna. La Corte, condividendo la richiesta di
sospensione del giudizio formulata dall'avvocato Rubino per la
cosiddetta pregiudiziale penale, ha sospeso il giudizio di
responsabilità fino al passaggio in giudicato della emittenda
sentenza nel giudizio penale, ma il danno a carico di D'Orsi,
per effetto delle assoluzioni già intervenute, ammonta ormai a meno
di mille euro.
Dal
Dipartimento di Protezione Civile arriva un nuovo mezzo antincendio
Il
Gruppo di Protezione Civile del Settore Ambiente del Libero Consorzio
avrà a disposizione un nuovo mezzo per il servizio di vigilanza
antincendio lungo le strade provinciali e alcune statali limitrofe ad
aree boscate. Si tratta di un fuoristrada dotato di modulo
antincendio, assegnato al Libero Consorzio Comunale in comodato d'uso
gratuito dalla Direzione Generale del Dipartimento di Protezione
Civile della Regione Siciliana. Il relativo contratto è stato
siglato dal Dirigente del Servizio di Protezione Civile della Regione
per la provincia di Agrigento ing. Maurizio Costa e dal Commissario
Straordinario del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale) dr.
Marcello Maisano.
Il
mezzo antincendio è un Isuzu D-Max 3.0 4X4, ed è stato assegnato
grazie alla partecipazione del Libero Consorzio al bando pubblicato
lo scorso giugno dallo stesso Dipartimento di Protezione Civile, e
riservato ai Comuni o Unioni di Comuni tenendo conto della loro
esposizione al rischio incendi di interfaccia e al rischio
idrogeologico, calcolata sulla base di eventi verificatisi negli anni
precedenti.
La
peculiarità del fuoristrada, che entro i limiti consentiti dalle sue
caratteristiche tecniche consentirà di agire anche in zone impervie
o difficili da raggiungere con i normali mezzi, consentirà l'uso
anche nei mesi invernali grazie alla collocazione sul pianale di
carico dell'unità idrovora di proprietà del Libero Consorzio.
Saranno possibili quindi anche gli interventi legati al rischio
idrogeologico e le operazioni che seguono ad eventi di pioggia
particolarmente intensi.
Il
servizio antincendio sarà svolto nei mesi estivi in stretta
collaborazione con le associazioni di volontariato che operano in
tutto il territorio provinciale e che lavorano in stretta
collaborazione con l'ex Provincia Regionale di Agrigento, grazie
anche alle numerose attività formative realizzate dallo stesso
Gruppo di Protezione Civile in questi anni.
Continua,
dunque, senza sosta l'azione del Libero Consorzio in tutte le
azioni di protezione civile, secondo quanto previsto dall'attuale
normativa. La sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente
sono al primo posto tra le attività dell'Ufficio di Protezione
Civile, diretto dall'ing. Bernardo Barone e coordinato dal
responsabile dr. Marzio Tuttolomondo.
Agrigentonotizie.it
Agrigento,
nuovo mezzo antincendio dal dipartimento di Protezione civile
Il Gruppo di Protezione Civile del
Settore Ambiente del Libero Consorzio avrà a disposizione un nuovo
mezzo per il servizio di vigilanza antincendio lungo
le strade provinciali e alcune statali limitrofe ad aree boscate. Si
tratta di un fuoristrada dotato di modulo antincendio, assegnato al
Libero Consorzio Comunale in comodato d'uso gratuito dalla
Direzione Generale del Dipartimento di Protezione Civile della
Regione Siciliana. Il relativo contratto è stato siglato dal
Dirigente del Servizio di Protezione Civile della Regione per la
provincia di Agrigento ing. Maurizio Costa e dal Commissario
Straordinario del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale) dr.
Marcello Maisano.
Il mezzo antincendio è un Isuzu
D-Max 3.0 4X4, ed è stato assegnato grazie alla partecipazione del
Libero Consorzio al bando pubblicato lo scorso giugno dallo stesso
Dipartimento di Protezione Civile, e riservato ai Comuni o Unioni di
Comuni tenendo conto della loro esposizione al rischio incendi di
interfaccia e al rischio idrogeologico, calcolata sulla base di
eventi verificatisi negli anni precedenti. La peculiarità del
fuoristrada, che entro i limiti consentiti dalle sue caratteristiche
tecniche consentirà di agire anche in zone impervie o difficili da
raggiungere con i normali mezzi, consentirà l'uso
anche nei mesi invernali grazie alla collocazione
sul pianale di carico dell'unità idrovora di proprietà del Libero
Consorzio. Saranno possibili quindi anche gli interventi legati al
rischio idrogeologico e le operazioni che seguono ad eventi di
pioggia particolarmente intensi. Il servizio antincendio sarà svolto
nei mesi estivi in stretta collaborazione con le associazioni di
volontariato che operano in tutto il territorio provinciale e che
lavorano in stretta collaborazione con l'ex Provincia Regionale di
Agrigento, grazie anche alle numerose attività formative realizzate
dallo stesso Gruppo di Protezione Civile in questi anni. Continua,
dunque, senza sosta l'azione del Libero Consorzio in tutte le
azioni di protezione civile, secondo quanto previsto dall'attuale
normativa. La sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente
sono al primo posto tra le attività dell'Ufficio di Protezione
Civile, diretto da Bernardo Barone e coordinato dal responsabile
Marzio Tuttolomondo."
sicilialive.it
Esodo
dei Regionali, tempo scaduto
Lascerà un dipendente su tre
Alla
fine, nel 2020, ad andarsene saranno in 4.580. Quasi
uno su tre. Con un risparmio che però la Regione non è ancora in
grado di prevedere. I prepensionamenti dei regionali con le regole
pre-Fornero, varati in primavera, entrano nella fase operativa: l'11
novembre, quando è scaduto il termine ultimo per candidarsi alla
pensione, al dipartimento Personale erano arrivate 4.580 domande, che
adesso dovranno essere elaborate e scaglionate per anni. "Gli
uffici - garantisce la dirigente del dipartimento, Luciana
Giammanco - saranno in grado di elaborare i dettagli, con il
calcolo complessivo dei risparmi, entro i primi giorni di
dicembre".
Intanto,
per cominciare, ci sono i dati aggregati. Dati
che, per dire la verità, comprendono anche una piccola porzione di
pensionamenti "naturali", insomma di lavoratori che sono
semplicemente arrivati a fine carriera e che quindi non accedono al
prepensionamento agevolato. Tutti gli altri subiranno una piccola
riduzione dell'assegno: il 10 per cento dello stipendio per chi
lascia mamma Regione subito, il 15 per cento per chi lo farà nei
quattro anni successivi. Il Tfr, invece, sarà pagato a scadenza
naturale, cioè nel momento in cui la pensione sarebbe dovuta
scattare se questa finestra non fosse esistita.
Un'occasione
che, comunque, non è stata garantita a tutti. Per
chiudere subito la carriera alle dipendenze di Palazzo d'Orléans e
schivare le norme introdotte dalla Finanziaria, che ha equiparato le
pensioni a quelle degli statali, erano necessari i requisiti previsti
prima della riforma Fornero: 65 anni e 3 mesi di età e 20 anni di
contributi versati, oppure almeno 61 anni e 3 mesi di età con 35
anni di contributi. In quest'ultimo caso, però, la somma fra anni di
età e anni di contributi doveva superare "quota 97". "La
logica - spiega Giammanco - è invogliare i dipendenti ad andare
in pensione. Nell'ultimo giudizio di parifica, ma in realtà anche
nei precedenti, la Corte dei Conti ci ha ricordato che la Regione ha
un organico molto ampio, frutto di politiche vecchie. Adesso è il
momento di tagliare".
Stando
all'ultimo report della Regione, i dipendenti sono 16.719. I
dati, aggiornati al 31 dicembre dell'anno scorso, parlano chiaro: 29
direttori generali, 1.709 dirigenti, 14.799 dipendenti inquadrati
nelle quattro categorie "standard", 151 contrattisti e 31
dipendenti di altro genere. "Bisogna dire - osserva Giammanco -
che abbiamo così tanto personale perché lo Statuto ci delega
funzioni che altre Regioni non hanno. Insomma: è naturale che la
Sicilia abbia più dipendenti". Per pagare loro gli stipendi, la
Regione spende ogni anno poco meno di un miliardo: il dato 2014,
inclusi i dipendenti delle Terme di Sciacca e Acireale, ammonta a 960
milioni e 393 mila euro. Alla fine della cura dimagrante, i
dipendenti saranno invece poco più di dodicimila. Appunto, poco più
di due terzi dei numeri attuali.
Il
risparmio, però, non sarà di un terzo, cioè di 300 milioni. E
qui si entra un po' nel tecnico: dal punto di vista pensionistico la
Regione ha infatti due tipi di dipendenti, quelli assunti fino al
1986 e quelli che hanno vinto concorsi banditi dopo quell'anno. Per i
primi i contributi non venivano versati alla Regione, ma allo Stato:
a pagare la pensione, però, sarà sia in un caso che nell'altro
Palazzo d'Orléans, che quindi con i secondi avrà un risparmio
maggiore. "Un terzo del personale - chiarisce la dirigente - è
entrato prima del 1986, e molti dei dipendenti che oggi vanno in
pensione fanno parte di quella categoria. Il risparmio, comunque,
avrà dimensioni importanti". Se non altro per snellire l'immagine
di una "mamma Regione" dall'organico sovrabbondante. Per uno su
tre la cura dimagrante è appena cominciata.
Grandangoloagrigento.it
Sversamento
oleari da frantoi, M5s chiede maggiori controlli
I
Deputati regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato
un'interpellanza al Presidente della regione Crocetta e
all'Assessore Croce - primo firmatario l'On. Matteo
Mangiacavallo - con la quale chiedono maggiori controlli presso i
frantoi oleari, così da scongiurare ulteriori sversamenti di acqua
di vegetazione nei torrenti e nei fiumi siciliani. I
Deputati chiedono anche di sapere cosa la Regione Sicilia
intenda fare il prossimo anno, in tema di prevenzione di questo
fenomeno.
Tutti
ormai sappiamo bene che le acque di vegetazione hanno un potenziale
inquinante che è 100 volte superiore a quello delle fogne e che per
tale motivo non possono essere immesse nei depuratori ne essere
scaricate nei valloni, nei torrenti e nei fiumi poiché provocano
sottrazione di ossigeno alle acque che li ricevono e quindi,
conseguentemente, gravissimi danni alla flora e alla fauna ittica.