Giovedì 24 dicembre 2015
Giornale di Sicilia
Ex Provincia
Nella Scala Reale la Natività di Vanadia
La galleria espositiva della Scala Reale del Palazzo della Provincia di Agrigento, in piazza Aldo Moro, ospita il presepe di Roberto Vanadia che ripropone il mistero della Natività contestualizzato in un ambiente rurale tipico della civiltà mediterranea. Le figure in terracotta che animano le scene sono modellate nella bottega del calatino Vincenzo Velardita su impostazione e di segni di Vanadia. Visibile fino all'11 gennaio dalle 9 alle 13,30.
Strada chiusa per crolli nella Valle
Sopralluogo: i pericoli permangono
C'era anche un geotecnico e docente di «Meccanica delle rocce ed interventi di consolidamento», Nicola Nocilla, dell'università di Palermo al sopralluogo, il secondo in 24 ore, effettuato, ieri mattina, lungo la strada provinciale numero 4, ossia la Panoramica dei Templi. L'accurato esame ha confermato la necessità, già emersa martedì mattina, di una urgente pulizia dell'area interessata dal crollo del masso. Una pulizia che - come aveva spiegato anche il direttore del Parco archeologico Giuseppe Parello - è propedeutica all'individuazione degli interventi necessari permettere in sicurezza il costone, scongiurando ulteriori, improvvisi, distacchi. Proprio grazie alla pulizia - è stato spiegato ieri dal Libero Consorzio - si eliminerà una parte del potenziale pericolo, considerato che verrà rimossa una notevole quantità di detriti di piccolo-medio calibro. Sarà ovviamente l'ente Parco, sulla base dei primi risultati, - chiariscono dall' ormai ex Provincia regionale di Agrigento - a stabilire la tipologia e i tempi di realizzazione dei successivi interventi. Pertanto, la strada provinciale numero 4 rimane - è stato ribadito dal Libero consorzio - chiusa al transito a tempo indeterminato. Al nuovo sopralluogo di ieri mattina hanno preso parte il direttore dell'area tecnica ingegnere Bernardo Barone e il geologo del Libero Consorzio Roberto Bonfiglio, l'architetto Carmelo Bennardo ed il geologo Giuseppe Presti in rappresentanza del Parco archeologico, oltre al docente dell'università di Palermo. Sabato scorso, all'improvviso, si è staccato un gigantesco masso di pietra arenaria sul costone che guarda a Nord-Est ed immediatamente, ed in via precauzionale, la strategica Panoramica dei Templi è stata sbarrata edinterdetta alla circolazione stradale. (*CR*)
Ex Provincia/1
Nuovi controlli sulle emissioni inquinanti
Proseguono i controlli dell'Ufficio Inquinamento Atmosferico sulle attività produttive precedentemente autorizzate dal Libero Consorzio. Ieri è stata la volta di un sansificio di Ribera, che, come da normativa vigente, ha richiesto la presenza di personale tecnico del Settore Ambiente per i campionamenti delle emissioni, la cui soglia è determinata dai contenuti della Legge 152/2006 che assegna alle Province la competenza su monitoraggio e controllo ambientale.(*CR*)
Ex Provincia/2
In scadenza le domande di autorizzazione
Dovranno essere presentate entro il 31 dicembre le domande di rinnovo dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera da parte dei gestori degli stabilimenti già autorizzati. L'istanza di rinnovo va prodotta secondo la procedura A.U.A. (Autorizzazione Unica Ambientale) utilizzando i modelli di domanda reperibili sul sito www. provincia.agrigento.it unitamente all'elenco della documentazione da presentare.Sempre sul sito è stato pubblicato il relativo avviso di scadenza dei termini. (*CR*)
Ex Provincia
Prende il via un corso anti-incendio
Prenderà il via il 28 dicembre il corso di formazione e aggiornamento per "Addetto Antincendio" riservato ai dipendenti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Si tratta di un corso che nasce da un obbligo di legge finalizzato a ridurre i livelli di rischio d'incendio per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti Libero Consorzio Comunale. Il corso previsto dal D.Lgs. n. 81/2008, è organizzato dall'ufficio "Formazione del personale" dell'Ente che si avvale della professionalità e consulenza del Comando dei Vigili del Fuoco di Villaseta.
Ex Provincia
Garantiti servizi di protezione civile e turismo
Resteranno aperti per l'intera giornata il front office dell'Urp la Scala Reale, il punto informativo della Stazione Centrale di Agrigento e il punto informativo di Porta V nella Valle dei Templi,nonostante la chiusura programmata per domani 24 dicembre delle sedi e degli uffici amministrativi e tecnici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.Saranno garantiti inoltre i servizi di Polizia Provinciale e della Protezione Civile.
Domenica 27 Dicembre 2015
Giornale di Sicilia
Turismo
Riunione dei Bed and Breakfast
La nascita di nuovi Bed and Breakfast ad Agrigento è un segno positivo per il turismo ma necessita di una regolamentazione in linea con le prescrizioni di legge. È questo l'asse portante dell'incontro tra il Settore Promozione Turistica del Libero Consorzio Comunale (ex Provincia Regionale di Agrigento), diretto dal dr. Achille Contino, e il Consiglio Direttivo dell'ABBA, Associazione Bed and Breakfast Agrigento. Presenti all'incontro, per il Libero Consorzio, oltre al Direttore dr. Contino, anche la dott.ssa Giusi Miccichè, responsabile del Marketing del Settore Promozione Turistica, mentre l'ABBA è stata rappresentata dal Presidente Giovanni Lopez, dal Vice Presidente Carmelo Cantone e da Silvia Colletti, Giuseppe Bosco e Gerlando Tedesco, rispettivamente Segtretario, Tesoriere e Consigliere. L'ABBA ha illustrato le finalità associative, in particolare la tutela e promozione della categoria.
24 dicembre - giovedì
AGRIGENTOWEB
Ambiente, proseguono i controlli
sulle emissioni atmosferiche di attività produttive.
Dovranno essere presentate entro il 31
dicembre le domande di rinnovo dell'autorizzazione alle emissioni
in atmosfera da parte dei gestori degli stabilimenti già autorizzati
ai sensi dell'ex D.P.R. 203/1988. L'istanza di rinnovo va
prodotta secondo la procedura A.U.A. (Autorizzazione Unica
Ambientale) ai sensi dell'art. 4 del D.P.R. 59 del 13 marzo 2013,
utilizzando i modelli di domanda reperibili sul sito
www.provincia.agrigento.it unitamente all'elenco della
documentazione da presentare. Sempre sul sito istituzionale
dell'Ente, nella sezione Primo Piano, è stato pubblicato il
relativo avviso di scadenza dei termini. La scadenza del 31 dicembre
2015 riguarda i gestori di impianti e stabilimenti che sono stati
autorizzati, e che sono in possesso di un decreto di autorizzazione
alle emissioni nell'atmosfera rilasciato dall'ex Provincia agli
stabilimenti anteriori al 2006 e autorizzati in data successiva al 31
dicembre 1999.
La mancata presentazione della domanda
entro il 31 dicembre comporterà la decadenza della precedente
autorizzazione, con conseguente chiusura dell'attività.
Ricordiamo, altresì, che l'A.U.A. è
un provvedimento amministrativo che sostituisce ben sette titoli
abilitativi, rilasciati in precedenza da enti diversi, snellendo di
conseguenza l'iter burocratico per il rilascio dei titoli richiesti
per l'apertura di varie attività.
Intanto proseguono senza sosta i
controlli dell'Ufficio Inquinamento Atmosferico sulle attività
produttive precedentemente autorizzate dal Libero Consorzio.
Complessivamente sono 30 i controlli eseguiti negli ultimi mesi su
altrettante attività produttive, che devono rigorosamente attenersi
alle prescrizioni date dall'ex Provincia in base a diversi
parametri, tra cui la tipologia e la dimensione degli impianti, il
numero di punti di emissione, la vicinanza ai centri abitati, e altri
ancora. I campionamenti sono eseguiti su base annuale o semestrale, e
il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni
rilasciate dal Libero Consorzio comporta la revoca delle stesse
autorizzazioni.
Nuovo sopralluogo sulla SP n. 4
Panoramica dei Templi.
Nuovo sopralluogo, questa mattina,
sulla Strada Provinciale n. 4 Panoramica Valle dei Templi, chiusa al
transito da sabato scorso dopo il distacco di un masso dal pendio
sottostante il costone di arenaria che guarda a nord-est. Presenti il
Direttore dell'Area Tecnica ing. Bernardo Barone e il geologo del
Libero Consorzio Roberto Bonfiglio, l'arch.Carmelo Bennardo e il
geologo Giuseppe Presti in rappresentanza dell'Ente Parco
Archeologico. Il sopralluogo è stato effettuato insieme al prof.
Nicola Nocilla, ingegnere geotecnico e docente di "Meccanica delle
rocce e interventi di consolidamento" all'Università di Palermo.
Un attento esame della situazione ha confermato l'urgenza di
un'accurata pulitura dell'area interessata dal crollo del masso,
propedeutica all'individuazione degli interventi necessari alla
messa in sicurezza della zona, scongiurando ulteriori distacchi.
Pulitura che, in ogni caso, servirà ad eliminare una parte del
potenziale pericolo, considerato che verrà rimossa una notevole
quantità di detriti di piccolo-medio calibro.
Sarà ovviamente l'Ente Parco, sulla
base dei primi risultati, a stabilire la tipologia e i tempi di
realizzazione dei successivi.
LA SICILIA
Naro, istituti Federico II e
Hodierna saranno accorpati.
NARO. Buone nuove per l'amministrazione
della Fulgentissima. Nel tavolo regionale fissato per il 17 dicembre,
in seguito posticipato e tenutosi martedì scorso, era infatti,
ancora una volta, oggetto di votazione, la proposta formulata dal
provveditore Raffaele Zarbo che prevedeva l'accorpamento
dell'istituto Tecnico Federico II di Svevia con il liceo
scientifico "Hodierna di Palma di Montechiaro.
Una proposta che teneva conto della
situazione degli istituti scolastici mensionati per arrivare ad una
compiuta razionalizzazione della rete scolastica provinciale e che,
da principio non è stata gradita agli amministratori naresi, tanto
che, già nella conferenza provinciale per il dimensionamento
scolastico tenutasi il 23 ottobre, era stata presentata una relazione
che innovativa la scelti di voler mantenere il Federico II accorpato
con il Galilei" di Canicattì basandosi su: una migliore continuità
territoriale, una precipua continuità istituzionale ed una efficace
continuità progettuale.
Gli amministratori naresi, infatti, con
la presenza costante ed in prima linea, del primo cittadino Calogero
Cremona dell'assessore all'istruzione Lidia Mirabile, si erano
battuti, a suon di relazioni, spiegazioni e comunicati, alla proposta
in questione, ribadendo più volte la volontà e la netta presa di
posizione de] l'amministrazione di mantenere l'istituto tecnico
narese accorpato con quel- lodi Canicattì.
Finalmente, dopo tante battaglie, la
decisione è stata presa e le tesi sostenute dai naresi hanno avuto
la meglio.
Provo grande soddisfazione ha
dichiarato il primo cittadino narese questo è un provvedimento
che permetterà ai nostri giovani studenti, di avere un offerta
formativa moderna e soprattutto in linea con lo sviluppo turistico
dei nostri territori, potendo così continuare con i tanti progetti
avviati in collaborazione coni due istituti scolastici., il mio gra
zie va a quanti si sono impegnati per questa soluzione che
arricchisce culturalmente il nostro territorio».
«Dopo la convenzione tra il Comune e
l'istituto per l'avvio del progetto che prevede l'alternanza
scuola-lavoro ha continuato il vicesindaco Lidia Mirabile -
arriva la bella notizia della conferma della definitiva permanenza
setto la dirigenza del Galileo Galilei di Canicattì».
VITO FRANCOLINO
Proseguono i controlli dell'ufficio
inquinamento.
Proseguono i controlli
dell'Inquinamento Atmosferico sulle attività produttive precedente
mente autorizzate dal Libero Consorzio. Ieri è stata la volta di un
sansificio di Ribera. che come da normativa vigente, ha richiesto la
presenza di - personale tecnico del Settore Ambiente per i
campionamenti delle emissioni, la cui soglia determinata dai
contenuti della Legge 152)2006 che assegna alle Province la
competenza su monitoraggio e controllo ambientale. Al controllo ha
assistito anche il personale della Polizia Provinciale.
Complessivamente sono 30 i controlli esegui ti negli ultimi mesi su
altrettante attività produttive, che devono attenersi alle
prescrizioni date dall'ex Provincia in base a diversi parametri. I
campionamenti sono eseguiti su base annuale o semestrale, e il
mancato rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni
rilasciate dal libero Consorzio comporta la revoca del e
autorizzazioni. Nessuna notizia, invece. sulla possibilità di
rendere nuovamente operative le centraline per il controllo delle
polveri sottili.
Il presepe di Vanadia
Si può ancora visitare il presepe
artistico di Roberto Vanadia, in esposizione nella galleria
espositiva della Scala Reale dell'ex Provincia regionale ad
Agrigento. La rappresentazione riproduce un borgo tipico della
civiltà rurale della Sicilia di fine 800. Inoltre, si può visitare
la mostra fotografica del diverse centinaia di immagini fotografiche
dal dopoguerra ai nostri giorni di Agrigento.
27 dicembre - domenica
LA SICILIA
All'Ars bilancio e finanziaria ma
ora incognite sull'iter.
Dopo il no al Dpef, sarà la
conferenza dei capigruppo a decidere.
PALERMO Seppure per il rutto della
cuffia. Poco prima che Federico consumasse il panettone della vigilia
di Natale, agii uffici competenti dell' il governo del la Regione
ha trasmesso il bilancio e la finanziaria. Quindi a partire da domani
i testi potrebbero iniziare l'iter parlamentare con la trasmissione
alle commissioni di merito. Ma il condizionale sembra d alla luce
della bocciatura del Dpef. che mercoledì scorso ha provocato un vero
e proprio vespaio politico e procedurale con conseguènti tentativi
di rimedio quanto meno allucinanti. Al
di là del significato politico di quel
voto, si pone il problema del rispetto del regolamento che regola
l'attività del Parta- mento. Se non ci fosse o non venisse ti
spettato più che un Parlamento scadrebbe a livello di una capanna di
tribù condizionata dai più forti.
I fatti precedenti da cui dipende il
cammino della manovra. Bocciato il Dpef, propedeutica di bilancia e
finanziaria, si potrà procedere senza che vengano modificati?
Subito dopo il voto di mercoledì,
forse obnubilati dal colpo di scena, per nulla inatteso, con
eccessiva superficialità e mancanza di conoscenza delle regole,
recuperati quei pochi deputati che pur non colmando il gap tra
assenti e presenti della maggioranza, avrebbero tuttavia consentito
di capovolgere il voto d'Aula, stato chiesto all'arbitro di far
ripetere il calcio di rigore. E si è fatta pressione sul
vicepresidente dell'Ars Giuseppe Lupo per fargli violare il
regolamento mettendo ai voti un improvvisato nuovo ordine del giorno
firmato dal capogruppo del Pd Alice Anselmo, sostitutivo di quello
bocciato, senza che la stessa promotrice avesse speso una parola per
giustificarne la compatibilità. Il vice presidente Lupo non è
cascato nel gioco perverso, ed ha rinviato ogni decisione alla
conferenza dei capigruppo prevista per martedì. Se deciderà di
applicare il regolamento si dovrà ripetere l'iter parlamentare
della manovra partendo da zero, Articolo 123 bis: 41 disegno di legge
o qualsiasi altro documento respinto dall'Assemblea non può essere
riesami nato nel corso della stessa sessione Articolo 126: e gli
ordini del giorno sono votati subito dopo la chiusura della
discussione generale. Qui siamo già oltre la votazione finale?
Si è liquidato il voto sovrano de come
un incidente di percorso. Sarà, ma ciò non significa che si debba
violare il regolamento per motivi di opportunità politica.
Nel caso in cui la conferenza dei
capigruppo decidesse dì violare il regola mento sarebbe un atto
grave che difficilmente resterebbe senza conseguenze. Se scegliesse
di rispettare le norme, si dovrebbe chiudere la sessione in corso.
Aprirne un'altra e riavviare l'iter di un Dpef modificato
rispetto a quello bocciato. Quindi nuovo percorso: commissioni di
merito, commissione Bilancio e infine Aula. E bisogna veriFicare se
la manovra depositata giovedì è conseguente al vecchio Dpefe non
può essere diversamente visto che si era fermi al testo bocciato. Ma
questo lo si potrà fare quando la commissione Bilancio esaminerà la
manovra depositata giovedì. Alla luce di queste premesse, se si
vorrà andare fuori il seminato, tutto sarà possibile a costo di
squalificare il Parla mento. Se, come senso di rispetto per le
istituzioni suggerisce, sarà indispensabile il ricorso all'esercizio
provvisorio, per non bloccare la pubblica amministrazione e far
fronte ai pagamenti indispensabili di gennaio.
Certo, il momento è delicato, ritardi
ci sono, la maggioranza ha dato segnali di insofferenza a meno di un
mese dalla formazione del quarto governo e di appena due settimane
dalla bocciatura della mozione di sfiducia.
28 dicembre - lunedì
GdSonline
Istituto Toscanini di Ribera,
arrivano i primi fondi
di Giuseppe Pantano
RIBERA. Sono arrivati 244 mila euro
all'istituto Toscanini, un'eccellenza agrigentina che soltanto
adesso, dopo la pausa natalizia, potrà liquidare le spettenze ai
docenti con contratto di collaborazione, che sono una ventina. Il
contributo, una prima tranche del finanziamento statale, maggiorata
del 30 per cento rispetto allo scorso anno, ma ancora insufficiente
per le esigenze stupendiali dell'istituto, consentirà di saldare
emolumenti anche ai dieci docenti a tempo indeterminato.
A gennaio, però, pagati questi
arretrati, sarà di nuovo emergenza per la struttura agrigentina e,
infatti, l'assemblea dei presidenti e dei direttori degli istituti
musicali non statali, che si è riunita proprio in questi giorni, a
Roma, su sollecitazione del direttore del Toscanini, Mariangela
Longo, ha redatto un documento, che verrà consegnato al ministro
Giannini, in cui si chiede la statizzazione entro il 2016 «mettendo
in evidenza le assolute e prioritarie criticità degli istituti di
Ribera, Taranto Livorno". Quella intrapresa dal Toscanini è una
battaglia che coinvolge diverse realtà in campo provinciale, tanti
comuni di provenienza dei 200 alunni che frequentano la scuola.
LA SICILIA
Acqua pubblica, la grande impostura
nella Sicilia assetata fra inchieste e affari.
Fra le più grandi imposture dell'anno
che sta per finire c'è la grancassa - nei palazzi della politica e
nelle piazze virtuali dei social network, entrambi luoghi in cui le
bugie non lasciano tracce, né rossori - sull'acqua pubblica in
Sicilia. Terra di sete storica e di affari consolidati.
Nonostante il massiccio voto dei
cittadini siciliani al referendum del 2011; nonostante la legge
regionale 19/2015 a "trazione grillina", approvata nell'agosto
scorso e impugnata in ottobre da Palazzo Chigi perché «eccede i
limiti di competenza regionale».
Una questione aperta e tutt'ora
oggetto, in attesa del rattoppo, di mediazione fra integralisti del
servizio pubblico (il presidente Rosario Crocetta) e laici del libero
mercato (l'assessora, Vania Contrafatto, renziana). Il testo della
riforma bocciata da Roma è il festival dei buoni propositi. Si va
dal «nessuno può essere privato dell'acqua, nemmeno se indigente»
al proclama secondo il quale «l'acqua, come bene pubblico non
assoggettabile a finalità lucrative» avrà una tariffa unica e
popolare. Anzi, «tendenzialmente» unica; perché in Sicilia un
avverbio è meglio comunque aggiungerlo, non si sa mai. Sul campo c'è
la battaglia, sincera e a testa alta, di decine di comitati di
cittadini. Ma la realtà, nell'isola racconta un'altra storia.
Che non è soltanto quella della
scandalosa sete di Messina, dei guasti all'Ancipa con disservizi
nell'Ennese, dell'acqua «potabile ma non bevibile» di Gela,
delle tariffe astronomiche per un'erogazione a singhiozzo
nell'Agrigentino. E non basta nemmeno il fil rouge che lega le
numerose inchieste delle procure siciliane in materia:
dall'acquedotto in tilt (Messina) al liquido torbido
(Caltanissetta), dalla gestione del servizio (Agrigento) all'acqua
adulterata (Siracusa). Il punto è un altro. E cioè che in Sicilia
l'acqua è in mano ai privati. Multinazionali, soprattutto.
Intoccabili.
Tant'è che persino la pioneristica
riforma votata all'Ars non sarebbe riuscita a scalfire, ad esempio,
il monopolio di Siciliacque Spa. Una società partecipata al 25%
dalla Regione, ma per 3/4 in mano a Idrosicilia Spa. Una società
composta dal colosso francese Veolia Water St (59,6%), da Enel (40%)
e da Emit (0,1%). Veolia, fino al 2005, era Vivendi. Un colosso,
legato (14%) al magnate francese Vincent Bellorè, che in Italia ha
interessi nelle assicurazioni e nelle telecomunicazioni, con il 14,9%
di Telecom Italia e una partership con Enel per Metroweb nella banda
larga. La cassaforte di Bellorè (il cui fatturato è al 27% generato
in Africa) è il potentissimo fondo Usa "BlackRock".
Siciliacque eroga 90 milioni di metri
cubi di acqua potabile a mezza Sicilia anche grazie agli impianti
ereditati dall'Eas (Ente acquedotti siciliani), in liquidazione da
oltre un decennio ma mai liquidato. In tutto 1.800 chilometri di
rete, 13 acquedotti, 6 invasi, un dissalatore e 5
mega-potabilizzatori. Siciliacque è concessionaria fino al 2044, con
un investimento - coperto da Unicredit e Banca Intesa - di 580
milioni nel quarantennio.
«La piratizzazione dell'acqua
siciliana», la definisce Mario Di Mauro, spin doctor della fase più
autentica dell'autonomismo di Raffaele Lombardo e fondatore di
"Terra e LiberAzione". «Un leader del neoindipendentismo - si
autodefinisce - oggi siciliano scazzato ma resistente». E
incontintente - aggiungiamo noi - nei suoi blog. La privatizzazione?
«Inscenarono lo spettacolo della sete, nell'estate 2002, per
legittimare la svendita. Un capolavoro di cinema coloniale». Il
partner privato della Regione ha vinto regolarmente un bando, voluto
dal governo di Totò Cuffaro. E non ha alcuna intenzione di mollare
la gestione.
Al di là delle onerose clausole
rescissorie, il presidente della società, Antonio Tito, ha ricordato
che se la Regione si tirasse indietro dovrebbe anche «restituire i
160 milioni di investimenti già effettuati». Ma i Comuni si
lamentano di tariffe ritenute troppo alte. «Siciliacque - racconta
Di Mauro - acquista l'acqua dai disidratati consorzi di bonifica a
5 centesimi al metro cubo, a fronte di una tariffa media nazionale
praticata al gestore che è di 20 centesimi, e la rivende a un prezzo
compreso fra 79 e 98. Cioè: la compra a un quarto del valore e la
rivende con un ricarico medio di 18 volte».
Va però ricordato che il Tar, a giugno
scorso, ha dato ragione a Siciliacque contro l'Eas: non è dovuto
il canone dell'ex gestore alla nuova società, e lo "sconto"
«non determina alcun vantaggio in favore di Siciliacque,
riflettendosi esclusivamente sull'abbattimento delle tariffe agli
utenti».
Cioè: mezza Sicilia. Di Mauro, a
proposito di multinazionali, cita un altro caso-simbolo: Acqua
VeraSanta Rosalia, marchio della San Pellegrino, di proprietà del
colosso Nestlé. Dal 2007 operava in concessione con la Regione: 100
euro al giorno di royalties («quanto una prostituta sulla
Catania-Gela», ironizza l'indipendentista) per una dotazione di 10
litri al secondo nel bacino idrico di Santo Stefano Quisquina,
nell'Agrigentino. L'accordo, nel quinquennio, prevedeva la
possibilità di raggiungere quota 250 milioni di litri di produzione.
«Nel 2009 la società chiede un'altra concessione per raddoppiare
il prelievo, ma il presidente Lombardo decide di bloccarla. La Nestlé
impugna la delibera e nel 2011 il Tribunale superiore delle Acque di
Roma accoglie il ricorso e riapre i termini per l'istanza all'Ente
minerario di Caltanissetta». Così, nel luglio del 2013, nella Gurs
viene pubblicato il via libera «a 380 milioni di bottiglie di acqua
minerale» prese dal ricco bacino che rifornisce l'area dei monti
Sicani e Agrigento. «Mentre dai rubinetti degli agrigentini non è
mai uscita una sola goccia di acqua potabile e quella lurida è stata
razionata fino a quattro ore in 18 giorni», annota Di Mauro. Che
sfodera anche tre studi geologici (dei docenti Trevisan, Alaimo e
Daima, dal 1963 al 1990) sul bacino acquifero della Quisquina, esteso
48 kmq, che alimenta diversi sorgenti. E «la falda acquifera
intercettata non è una nuova risorsa idrica, come invece prescriveva
l'originario permesso di ricerca, ma trattasi di una risorsa ben
nota».
New entry in arrivo? «Dopo
l'acquisizione di un'impresa locale, nell'Ennese, da parte del
colosso Ferrarelle, il mercato - "rassicura" Di Mauro - è
saturo, il cartello è chiuso». Anche se è giusto ricordare che fra
i punti della riforma dell'Ars c'era lo stop a nuove concessioni
per l'imbottigliamento.
Il servizio idrico di Agrigento è
gestito da Girgenti Acque, 330 dipendenti. «Un assumificio», la
definizione del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, davanti alla
commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti ambientali. La
società al centro di indagini su assunzioni e bollette pazze, ma
anche su un'ipotesi di truffa per la mancata riparazione della rete
fognaria di Ribera nonostante il canone di depurazione chiesto in
bolletta. Il presidente di Girgenti Acque, Marco Campione, è stato
stato arrestato nel blitz sulle tangenti all'Agenzia delle Entrate
di Agrigento. Ma questo, con l'acqua, non c'entra. C'entra,
invece, la circostanza che capofila del raggruppamento d'imprese di
Girgenti Acque sia Acoset. Che a Catania eroga il servizio a 20
comuni e 350mila cittadini, «con tariffe fra le più alte d'Italia»,
secondo le associazioni dei consumatori. Acoset entrò anche nella
gestione di Caltanissetta, come si legge nel dossier "Privati
dell'acqua" di Carlo Ruta, assieme alla "Ibi" di Pozzuoli
(fra le sconfitte nella gara) «attraverso l'acquisizione di una
quota cospicua dalla Galva del gruppo Pisante».
Lo stesso, indagato per vari reati da
più Procure d'Italia, a cui è riconducibile la quota Enit in
Siciliacque; lo stesso interessato, assieme ad altri, all'affare
degli inceneritori nell'Isola. A proposito di Caltanissetta. Come
ricostruisce Saul Caia sul Fatto Quotidiano, Caltacqua (denominazione
ufficiale "Acque di Caltanissetta Spa") è stata fondata nel 2006
da dalla spagnola Aqualia, che si aggiudicò l'appalto da 16
milioni. Il colosso spagnolo controlla il 33% del mercato iberico ed
è un pezzo della holding Fcc ("Fomento de Construcciones y
Contratas"), presente in 34 Paesi con azionisti vip come Bill Gates
e George Soros. Ma la Procura di Caltanissetta non guarda in faccia
nessuno: a febbraio, nell'operazione "Acqua Pulita", sequestrò
15 autolavaggi. I pm riscontarono «valori inquinanti e tracce di
metalli pesanti» nei torrenti nisseni. Reti fognarie e depuratore in
tilt, ma anche «nessun controllo sui reflui scaricati nella rete»,
come ha detto il sostituto della Dda nissena, Luigi Leghissa, alla
commissione parlamentare d'inchiesta. Confermando, in quella sede,
l'apertura di «un procedimento a carico di dirigenti e
amministratori» di Caltacqua.
Che s'è sempre difesa,
legittimamente, ricordando di aver ereditato «una situazione con
grossi problemi di inefficienza». Ma i magistrati, guidati da Lia
Sava, vogliono vederci chiaro anche sui 127 milioni di fondi pubblici
stanziati per il piano triennale 2006/08 per adeguamenti di
depurazione mai realizzati. Soldi ricollocati per il triennio
2013/15. Ultimo accenno al Sud-Est. Con passaggio obbligatorio su
Siracusa. Dove, dopo il crac di Sai8 (70 milioni di debiti),
l'appalto da 16 milioni è stato vinto da Siam (Servizio integrato
acque mediterraneo), che fa capo a un'altra società spagnola, la
Dam, "Depuratión de Aguas del Mediterraneo", in partnership con
la Onda Srl. Quest'ultima, amministrata da Luigi Martines (cognato
dell'ex assessore regionale Fabio Granata), è controllata al 90%
da Sinergia R&S, mentre un 5% a testa è di Eurospark Holding
Limited e Rolpena Limited. Società che, a loro volta, detengono
Sinergia. Entrambe riconducibili ad Anton L. Tabon, figlio dell'ex
speaker del Parlamento maltese, Anton. La Sicilia dei padroni
dell'acqua è un giro del mondo fra multinazionali, fondi
stranieri, big della finanza planetaria. E poi dicono che l'Isola
non attrae capitali stranieri. Non è vero, quando ci sono guadagni
facili. Anche se, talvolta, sulla pelle dei cittadini.